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Autore: Skys Hero    21/04/2013    1 recensioni
Spesso il mio amico Tony porta a casa molta della sua tecnologia aliena e un giorno mi mostrò una macchina del tempo. Ero talmente affascinato dalla possibilità di visitare i secoli precedenti alla mia nascita che insistetti finchè Tony non si decise a progettare una macchina del tempo solo per me. Da allora feci spesso qualche viaggio nel tempo, ma quello che stavo progettando in quel periodo era una vera e propria vacanza di un mese a spasso per i secoli! HAHAHA!Nulla che un Hero come me non potesse gestire!
Ma non avrei mai immaginato che una mia azione positiva mi avrebbe messo nei guai...
Genere: Avventura, Erotico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Bondage, Non-con
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Spesso il mio amico Tony porta a casa molta della sua tecnologia aliena e un giorno mi mostrò una macchina del tempo. Ero talmente affascinato dalla possibilità di visitare i secoli precedenti alla mia nascita che insistetti finchè Tony non si decise a progettare una macchina del tempo solo per me. Da allora feci spesso qualche viaggio nel tempo, ma quello che stavo progettando in quel periodo era una vera e propria vacanza di un mese a spasso per i secoli! HAHAHA!Nulla che un Hero come me non potesse gestire!

Ma non avrei mai immaginato che una mia azione positiva mi avrebbe messo nei guai...

 

 

«Fuck-Fucking!» Tony indicò un pulsante sullo strano aggeggio metallico che cominciò a lampeggiare al mio polso.

«Devo premere questo? Sei sicuro,Tony?» domandai. Non perchè non mi fidassi di Tony, ma perchè ero talmente eccitato di viaggiare nel tempo che stavo fantasticando sulla mia meta: tutti quei luoghi incontaminati e quegli imperi storici che avrei potuto vedere di persona mi vorticavano nella mente.Saltellavo da un piede all'altro mentre il mio amico collegava dei fili in quel polsino che mi avrebbe permesso di viaggiare oltre lo spazio e il tempo. « Tonyyyy!Manca ancora molto?». Sentivo l'eccitazione precedente alla partenza farmi venire le farfalle allo stomaco oppure era solo fame. Guardai verso il mio zaino da viaggio, posto al mio fianco, ricontrollando se c'erano i miei adorati Hamburger. Non mi sarebbero bastati per tutto il viaggio, ma almeno per la parte iniziale sarebbero stati il mio pasto. «Fucking!Fuck-Fucking!» collegò l'ultimo filo e chiuse la piccola antina chiedendomi di indicargli il pulsante che mi aveva mostrato precedentemente. « Uhm...» fissai l'orologio del tempo.

«Fuck-Fucking!»

«Ahahahaha!Si che ti stavo ascoltando!».Bugia. « Non ero tra le nuvole!» brontolai.

« Fucking...!»Tony mi mostrò ancora una volta il pulsante, mi fece le ultime raccomandazioni e seleziono la prima data che avrei visitato.

«Fucking fuck?» mi domandò.

«Ahahahah!Certo!Ho preparato tutto!» presi lo zaino e me lo misi in spalla « C'è altro che l'Hero dovrebbe sapere prima di partire?» chiesi dopo che portai le mani ai fianchi e mostrai il mio sorriso.

« Fuck-Fucking, fuck»mi ripeté di non intromettermi nella storia e mi diede una pacca sulla testa prima di scendere dallo sgabello su cui era salito.

«Ehi!» mi passai la mano tra i capelli sistemando il mio caro ciuffo.

«Fuck-fucking limey?»

« Se ho avvertito Arthur?» ripetei alzando lo sguardo al soffitto. «Ovvio! Se no poi chi lo sente!» sorrisi felice. Pensare ad Arthur mi rallegrava e mi dispiaceva non poterlo portare con me. « Gli ho lasciato un messaggio nella segreteria telefonica» dissi con una nota amara. Avrei tanto voluto sentire la sua voce.

«Fucking!»

«Thank you, Tony!» lo ringraziai. « Ci vediamo al mio rientro!» premetti il pulsante e fui avvolto da un piacevole tepore e da una luce abbagliante. Il tempo si fermò e dopo alcuni secondi riprese a scorrere in un altro luogo e in un' altra era...

 

Come prima tappa scelsi l'Impero cinese: visitai le campagne e le città in prosperità.

Mi divertii a fotografare di nascosto tutto quello che potevo ed a comprare strani souvenir perdendomi tra le strade dei mercati. Non ebbi alcuna difficoltà a visitare molti luoghi in soli due giorni. Era facile grazie al gadget del teletrasporto inserito da Tony ed era solo uno dei tanti. La seconda meta fu la Grecia, al tempo della madre di Heracle : visitai vari templi ed assistetti alla rappresentazione di una vera tragedia. Poi passai all'antico Egitto studiando la costruzione di una piramide. Finalmente andai a studiare nell'antica biblioteca di Alessandria e successivamente visitai l'Italia al tempo dei romani. Compilai un diario e imparai a scarabocchiare qualche disegno di quelle cose che non sarei riuscito a fotografare. Decisi di stare alla larga da tutte le varie Nazioni che avrei potuto incontrare e preferii non rischiare di visitare la Spagna, la Francia e soprattutto l'Inghilterra.

Andai anche nella mia terra a rivivere con gli indiani che a malincuore sapevo che avrei tradito in futuro.

Era passata una settimana e decisi di cambiare epoca e fermarmi nell'isola in cui mi ritrovai dopo il viaggio.Peccato non mi fossi accorto che era sotto il controllo di alcuni pirati...

Camminai per la banchina del porto per una buona mezz'ora finchè il mio stomaco non cominciò a brontolare. Portai una mano a massaggiarlo, mi trascinai in un vicolo e controllai se all'interno del mio zaino fosse rimasto qualche hamburger, ma niente. Erano finiti da parecchio eppure continuavo a sperare di essermi sbagliato. Riportai lo zaino sulle spalle e ripresi il mio cammino in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

Dopo un paio di minuti mi raggiunse un odore gradevole di spezie, carne arrosto con un fondo di alcool. I lamenti del mio stomaco aumentarono e seguì l'odore con la bava alla bocca ritrovandomi davanti a una taverna rumorosa.

Non ci pensai due volte ed entrai : era una taverna a due piani, uno per il ristoro e l'altro per il soggiorno. Sotto i miei piedi il legno scricchiolava. La sala era grande e piena di tavoli occupati da uno squadrone di marinai che mangiavano e si ubriacavano senza ritegno. L'odore del cibo era ottimo, peccato che da vicino si mischiasse con quello degli uomini presenti. Spostai le mie iridi celermente per tutto il locale in cerca di un posto libero. Lo trovai al bancone della taverna e mi diressi lì ascoltando i canti dei marinai ubriachi.

Ordinai un piatto di carne e patate arrosto ed aspettai osservando con la coda dell'occhio gli uomini alle mie spalle.

« E fuori un altro!» esclamò uno con una voce possente battendo sul tavolo il braccio di un altro uomo sudato e maleodorante.

Da questo dedussi che stavano giocando a braccio di ferro e scommettevano tra di loro sacchi di monete che cadevano sul tavolo, riversandosi con un forte tintinnio tra le ciotole e i bicchieri.

« Mm...interessante» sussurrai e mi girai a guardare più attentamente.

L'uomo, che sembrava un armadio, batté facilmente altri tre sventurati, gracili a mio parere e...Beh, non evitai di farglielo notare: « Son tutti forti contro i più deboli! Chissà come andrebbe se ti sfidassi con uno della tua taglia!» dissi in modo eroico.

Gli uomini intorno al tavolo smisero di ridere e brindare e spostarono lo sguardo da me all'omaccione. Questo si alzo dal tavolo scoppiando in una fragorosa risata.

« E tu?! AHAHAH! Chi diamine è, questo ragazzino?!» mi squadrò da capo a piedi.

« Devo prenderla come una sfida?AHAHAHA» si pulì il naso con il braccio e tossì raucamente.

« Allora hai il coraggio di venire a giocare con i grandi,bamboccio?!» mise il braccio sinistro in posizione ed aspettò fissandomi dritto negli occhi. Io risposi al suo sguardo. Non avevo paura di lui, anzi ero più tosto sicuro di me. Dopo tutto non sarebbe mai riuscito a battere l'HERO!. Mi rimboccai le maniche e con un sorriso beffardo lo affrontai.

« Accetto la sfida!» misi sul tavolo il sacchetto di monete che avevo e mi posizionai. Appena ci afferrammo, sentì la mano dell'Armadio sudata ed umida, ma con una presa salda. Un terzo uomo ci tenne le mani per poi darci il via. Nessuno dei due mosse un muscolo. Il mio sfidante continuava a fissarmi dritto negli occhi e io sostenevo quello sguardo scuro. Intorno a noi i marinai facevano baccano e puntavano su chi secondo loro avrebbe vinto. « Non correre dalla mammina a piangere quando ti avrò rotto il braccio» rise imitando il pianto di un bambino. Poi una vena del suo collo si ingrossò proprio un momento prima che il muscolo del suo braccio venisse contratto. Fu uno scontro di potenza ed è inutile dirvi che fu l'hero a vince. Con un colpo solo gli piegai il braccio e lo sbattei contro il tavolo che si crepò.

«Huh» sorrisi « Non sono poi tanto quel ragazzino che sembro» sussurrai.

L'omaccione fece un verso rauco e tirò il braccio indietro.

« Tu! » scattò verso di me, ma con mia grande sorpresa un braccio pallido e femminile mi tirò di lato.

«Eh?» sorpreso osservai la donna dai lunghi capelli neri e dal corpetto abbondante che mi aveva tirato via dalla traiettoria dell'uomo.

«Brutus!» esclamò mentre notai che era una signora molto pallida e secca, escludendo il petto.

L'omaccione si girò verso di lei. «Eva! Quel ragazzo è un disgraziato!» sbraitò verso di me.

«Brutus, la regola del mio locale è solo una! Che non vi siano combattimenti o risse di alcun tipo!» prese a fissarlo con uno sguardo di ghiaccio che l'uomo recepì come una minaccia.

« Scusi tanto» mi rivolse un sorriso e mi indicò il bancone.« La sua ordinazione è pronta può anche andare a mangiare» mi disse.

«Grazie, ma prima vorrei riscuotere la mia vincita».Ripresi il mio sacco di monete e diedi gli altri soldi ai precedenti sconfitti. Sentivo lo sguardo della donna su di me mentre teneva a freno l'uomo armadio. Poi andai al bancone soddisfatto e con la coda dell'occhio la vidi parlare con Brutus.

Divorai il mio pasto ed a parte le occhiatacce di Brutus e dei suoi compari non ebbi nessuna ripercussione. Appena ebbi finito di bere la donna scheletrica di nome Eva si avvicinò a me dall'altra parte del bancone. « Certo che deve avere un bel coraggio per aver voluto sfidare Brutus».

Sollevai lo sguardo su di lei e risi. « Sa, sta parlando con la persona più coraggiosa, forse dell'intero mondo» mi vantai con sincerità e sicurezza.

«Oh, davvero?» mi squadrò «Credo che abbia proprio ragione» ghignò.

Quell'affermazione nel profondo mi sorprese e ne ero lusingato, ma il ghigno mi sembrò malevolo.

« E per batterlo deve essere anche altrettanto forte» disse allungando una mano verso il mio braccio.« Dico bene?». Anche se non mi convinceva non ritrassi il braccio e la donna tastò il mio muscolo. Le sue mani erano fredde e fini come dei rametti d'albero, ma avevano una presa molto potente.« Complimenti!Anche se non sembra lei è davvero forte!».

«Glielo assicuro!»affermai liberandomi dalla presa senza irritarla. Tutte quelle lusinghe mi sembravano un tentativo di abbordaggio. Inghilterra si è sempre lamentato che non sono molto bravo a capire quando ci stanno provando con me e si arrabbia ogni volta.Poi, andiamo, chi non vorrebbe provarci con me?Sono un americano figo, di bell'aspetto, eroico, un dono da non farsi sfuggire! Comunque decisi di non crogiolarmi nelle lusinghe della donna e tagliare i ponti, ma

ormai era buio e la stanchezza del mio viaggio si faceva sentire. Quindi decisi di prendere una camera in quella taverna.

«Senta..Signora»cominciai ma fui immediatamente interrotto da lei.

«Mi chiami pure Eva» mi sorrise.

« Quanto verrebbe a costare una camera?» chiesi e immediatamente sul suo volto comparve un altro piccolo ghigno. Mi disse il prezzo ed accettai. Prenotai la camera solo per quella notte, l'indomani sarei ripartito. Eva mi accompagno in una stanza dell'ultimo piano e ricevuta la chiave entrai chiudendomi la porta alle spalle, ma per sicurezza mi rivoltai per chiuderla a chiave. Non feci caso alle condizioni della camera che non erano sicuramente delle migliori, ma il letto era comodo e le lenzuola non puzzavano così appena mi coricai mi ritrovai nel mondo dei sogni.  

  
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