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Autore: Queen Scarlet    21/04/2013    2 recensioni
Ciao a tutti! :) mi sembra giusto, prima di dirvi un po' la sua trama, parlarvi un po' della storia di questa fanfiction... questa storia è nata per scommessa, la mia Best mi ha sfidato a scrivere una long su Harry Potter, la nostra più grande passione comune. io già da un po' ero dell'idea di volerne scrivere una, e questa scommessa è stata la causa scatenante... più avanti forse, vi dirò di cos parlava la scommessa, ma devo assolutamente ringraziare Elisha Gold, se ho iniziato a scrivere è anche merito tuo! :) bene, ora passiamo alla storia: come già chi mi conosce saprà, adoro le Dramione, e questa storia sarà, appunto, una Dramione :) tutto nasce da un sogno e uno scherzo e Draco e Hermione si avvicinano... il resto è storia... la Dramione non sarà l'unico pairing della storia, ma ci sarà anche Blainny (Blaise/Ginny) Dranny (Draco/Ginny) e Harnny (Harry/Ginny), non so ancora che pero avranno all'interno della storia, solo il tempo potrà dirlo :) che dirvi ancora? bè... leggete e scoprirete! Grazie per aver letto l'introduzione fino qua, lo so che parlo troppo... :P spero che abbiate anche voglia di lasciare un breve commentino a fine capitolo...
Queen
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Theodore Nott, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 6
 
-          Perché io non sono riuscito a salire prima? –
 
-          Perché noi Grifondoro non siamo, come dire… facili come le Serpeverde, e per questo motivo nella nostra scala abbiamo un incantesimo di protezione che vi impedisce di salire senza il nostro consenso, perciò ci deve essere un contatto fisico con una ragazza perché tu possa salire. Hai capito? – spiegò Hermione (la regola me la sono del tutto inventata NdA)
 
-          Veramente, a essere sincero… poco, non ne vedo il motivo. Ma la parte del contatto fisico non mi è sfuggita e lo sai che preferirei un altro tipo di contatto fisico con te – disse con voce strascicata, avvicinandosi a Hermione pericolosamente, sfiorandole le labbra con le sue.
 
Hermione sorrise guardandolo negli occhi, perdendosi in quel cielo che prometteva pioggia, in cui spiccava però una scintilla di perversione, che non sfuggì al suo sguardo perspicace.
 
-          Malfoy, perché tutto questo? –
 
-          Intanto non mi chiamare per cognome, lo odio. Mi ricorda troppo mio padre e quello che ho dovuto essere. E poi tutto questo cosa? – chiese lui lasciandole una scia di baci dall’angolo della bocca fino all’orecchio destro
 
-          Tutto quello che stai facendo, tutto quello che sta succedendo, insomma Ginny e Blaise, io e te –
 
-          Beh, siete voi che ci avete provocati, non ti ricordi? E non so resistere alle provocazioni – disse in un soffio al suo orecchio.
 
-          Quella non era una provocazione, noi volevamo solo che ci moriste un po’ dietro, poi però… - disse Hermione cercando di discolparsi.
 
-          Poi però la mia bellezza ti ha affascinato e tutto il gioco vi è sfuggito di mano. Non si può resistere a uno come me – ghignò orgoglioso
 
-          Ah no? – chiese Hermione retorica, allontanandosi.
 
-          Dai, scherzavo. Forse tu puoi… - cercò di dire a mo’ di scuse.
 
-          Io invece ero serissima – lo rimbeccò cercando di mantenere un tono serio, tradita dalla tenerezza che le faceva quel ragazzo quando cercava di scusarsi, mentre entrava nella sua stanza e cercava di chiuderlo fuori.
 
Draco infilò il piede tra la porta e lo stipite, bloccandola e inseguendo la Grifondoro dentro la stanza.
 
-          Poi sono io che non posso resisterti vero, mia piccola Serpe? –
 
-          Vero, mia piccola Mezzosangue, altrimenti perché non mi hai Schiantato invece di portarmi nella tua stanza? –
 
Le stanze dei prefetti avevano il bagno privato.
 
Hermione, non avendo la risposta pronta, vi corse dentro chiudendosi la porta alle spalle.
 
Aveva ancora appoggiati sul bordo della vasca i vestiti, preparati la sera prima, per cambiarsi il pomeriggio dopo la solita doccia.
 
Aveva una gonna lunga fino al ginocchio, una semplice maglietta azzurra, un paio di collant neri e ovviamente l’intimo, un reggiseno e un paio di mutandine semplici, senza né lode né gloria, senza fronzoli, nere.
 
Questi vestiti non vanno per niente bene si disse.
 
Questi erano i momenti in cui ringraziava Merlino di essere una strega.
 
Trasfigurò la maglietta in una bellissima camicia bianca, stretta sui fianchi, molto scollata, con solo pochi bottoni poco più su dell’attaccatura del reggiseno, la gonna fu accorciata notevolmente e ora le lasciava scoperte le bellissime gambe.
 
Ovviamente non era soddisfatta della biancheria che fece diventare un completino provocante nero, con delle decorazioni di pizzo bianche sul davanti.
 
Draco, intanto, dall’altra parte dell’uscio, non sapeva cosa fare, quando improvvisamente si ricordò che Hermione non aveva sigillato la porta.
 
La sua mente perversa iniziò a vagare tra le sue fantasie più recondite, immaginando cosa stesse facendo Hermione là dentro.
 
Decise perciò di cercare di aprire.
 
Abbassò lentamente la maniglia della porta e aprì uno spiraglio.
 
La ragazza aveva appena indossato il tanga, che tanto copriva poco e niente, ed era girata di spalle, infatti, non notò la porta, ormai aperta, e nemmeno una testa biondo platino che faceva capolino dallo stipite.
 
Draco si beò di quella visione, aveva sempre creduto che la schiena fosse una delle parti migliori delle donne, e lei aveva una schiena bellissima, liscia, perfettamente dritta e pallida, la sua pelle candida gli dava un’idea di purezza e semplicità.
 
Scese con lo sguardo ai fianchi, curvi e scolpiti al punto giusto, poi le natiche, perfette, piccole e tonde, scese ancora, lungo le gambe, esili ma formose, dopodiché risalì e osservò la vita sottile e il corpo a clessidra, le spalle strette e i capelli ribelli che delicatamente vi ricadevano sopra.
 
Hermione intanto, aveva trasfigurato ancora i collant in un paio di sexy calze a rete e aveva appena finito di indossarle con la gonna e si stava mettendo la camicetta.
 
Draco la guardava incantato, mente si abbottonava i pochi bottoni e metteva la cravatta di Grifondoro allentata attorno alla scollatura, legata all’altezza dell’ombelico.
 
Si stava preparando per uscire, quando voltandosi, trovò la porta spalancata, Draco appoggiato allo stipite, con fare strafottente, visibilmente eccitato, con due occhi glaciali che la fissavano, quasi divorandola.
 
   
 
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