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Autore: elyxyz    10/11/2007    22 recensioni
Un’interpretazione alternativa al finale dell’episodio n°13, ‘Fuoco contro Acciaio’.
“Cos’è?! Oggi piovono cani e gatti?” ipotizzò, tra il polemico e il divertito. “E’ la Giornata del Randagio e nessuno me l’ha detto?!”
(Roy x Ed)
Storia partecipante al Contest 100 Prompts! indetto da Fanfiction Contest ~ {Collection of Starlight since 01.06.08}
Dopo quasi 5 mesi d’attesa, ecco postato il nuovo capitolo. Avviso comunque i lettori che i futuri aggiornamenti saranno più frequenti ma ancora irregolari.
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: il seguente scritto contiene riferimenti yaoi

 

Note: il seguente scritto contiene riferimenti yaoi.

Per ulteriori spiegazioni, compreso il titolo, vi rimando alla conclusione della fic, dopo la lettura.

 

 

Siamo arrivati a metà strada. Da qui è tutta discesa, verso il 50° capitolo.

Questo chappy è pronto da mesi, tenuto in caldo per il giro di boa,

...e per ricordarvi che l’emozione non è finita.

 

E’ tutto dedicato ad ognuno di voi:

A chi segue dall’inizio,

A chi si è perso per strada,

A chi si è aggiunto dopo, ma ha recuperato.

Grazie.

 

 

 

Gatto nero, gatto bianco. Al buio, tutti i gatti sono neri.

 

by elyxyz

 

 

 

 

 

Edward era diverso, da un po’ di tempo.

Mustang se n’era accorto già da qualche giorno, ma continuava a fare finta di nulla, in attesa che fosse il biondo a decidersi a parlarne con lui, qualunque cosa fosse a preoccuparlo.

 

Anche quella serata era strana. Ed che studiava la stessa pagina per ore, senza cambiare mai. Con un’aria così assorta da solidificarsi davanti al suo naso.

 

Roy sbadigliò, informandolo che stava per andare a letto.

 

“Finisco di leggere questa facciata.” Gli aveva risposto, concentrato, quasi fosse stato vero.

 

E a lui non era rimasto altro che adempiere alle solite cose di routine, prima di coricarsi.

Controllò che il gas fosse disattivato, diede un’occhiata d’abitudine a Tora, che era già nel mondo dei sogni felini, testimoniato dal suo beato “Ron-ron”, e ispezionò tutte le porte e le finestre di casa, sincerandosi che fossero chiuse, anche se dubitava fortemente che qualsiasi ladro sano di mente avrebbe mai avuto l’ardire di svaligiare un’abitazione in cui risiedevano due Alchimisti di Stato...

 

Quando varcò la soglia della camera da letto, s’accorse con stupore che Edo era già lì, sotto le coperte.

 

Si cambiò in fretta, svestendo l’abbigliamento da casa e limitandosi ad una pratica canotta e pantaloni del pigiama.

Quell’estate anticipata aveva colto un po’ tutti di sorpresa, ma non che fosse cosa sgradita.

Le belle giornate, tiepide o addirittura calde, invogliavano i suoi uomini nelle esercitazioni, e lui era stanco di pioggia. Sentiva ancora l’umidità, della primavera appena passata, nelle ossa.

 

Lascio la finestra socchiusa?” domandò, anche se nella stanza la temperatura era ideale.

 

“Io sto bene. Vedi tu.” Si sentì dire, mentre Edward spegneva la luce dal proprio lato del letto.

 

Roy scosse la testa rassegnato.

Lui stava benone, così. Ma era Ed che si ostinava a portare sempre una maglia a maniche lunghe, da quando dormivano assieme.

No. Non da quando dormivano assieme. Ma dopo.

Da quando si erano messi assieme.

 

Acciaio aveva l’assurda convinzione che il suo auto-mail potesse dargli fastidio nel sonno, o che la sensazione di freddo che emanava fosse sgradevole per lui.

A nulla erano valse le sue rassicurazioni.

Perché quando Edward Elric s’intestardiva, niente lo smuoveva più.

 

Mustang s’addentrò sotto le coltri leggere, diminuendo la distanza tra loro. Eppure non era la lontananza fisica a spaventarlo, bensì quel muro sottile ma pericolosissimo che sentiva ergersi attimo dopo attimo, sempre più saldo.

 

“Posso abbracciarti?” si ritrovò a chiedere in un sussurro, quasi temendo un rifiuto.

 

Un rifiuto preannunciato dalla quiete opprimente e da una risposta che non arrivava.

 

“Certo.”

 

L’uomo riprese a respirare, eppure sentiva il sangue pulsargli in gola, accelerato dalla paura.

Se Edward si fosse interessato davvero a lui, in quel momento, sarebbe stato impossibile nascondergli il battito impazzito del proprio cuore.

Ecco il potere che quel ragazzino aveva su di lui.

Il potere di annientarlo con una parola o un silenzio.

 

Attese che le palpitazioni si normalizzassero, e se lo strinse addosso, torace contro schiena.

E a volte ancora si stupiva di come i loro due corpi combaciassero così alla perfezione.

Neanche un frammento a dividerli, almeno in quell’illusione fisica in cui tutto andava bene.

 

“Buonanotte.”

 

Non ottenne risposta. Anche se sapeva che Mame-chan era ancora sveglio e sembrava irrequieto.

 

“Roy…” si sentì chiamare, in un bisbiglio incerto “non è che prima o poi ti stancherai?”

 

“Di cosa?”

 

“Di aspettare…”

 

“Che cosa?”

 

“…me.”

 

Ah! Era quello, dunque, a tormentarlo tanto? Eppure... eppure ne avevano già discusso a lungo...

Sospirò. “Attenderò… finché non sarà il momento.”

 

“E se il momento fosse adesso?”

 

Unclic’ ad anticipare la discreta luce aranciata dell’abat-jour.

Gli occhi dorati di Ed non gli erano mai sembrati così grandi, e spaventati, e risoluti.

 

“Credevo dovessimo deciderlo insieme…” disse, offrendogli una via di fuga.

 

“Ma… se attenderemo in eterno, non cambierà mai nulla.

 

Roy chiuse gli occhi, sembrando di colpo stanco.

“Devi esserne sicuro, indietro non si torna. E io so aspettare…”

 

E non gli disse del barattolo di vaselina, comprato e nascosto nel secondo cassetto del comodino di fianco al letto, che aspettava da mesi, anni, secoli, di essere usato.

 

“Io sono pronto.” Esclamò Fullmetal, con quel cipiglio di quando lo sfidava a contraddirlo, nelle loro interminabili litigate.

 

“Beh, sono io a non essere pronto!” sbottò.

Anche se era pronto da una vita, lui.

Aveva perso il conto delle volte in cui aveva fantasticato su quel momento.

Oh, sì. Quando ancora dormiva da solo, o in bagno la mattina, nella pausa caffè, in mensa mentre lo vedeva sbrodolarsi con la minestra, in…

Dannazione!, era pronto, sì. Ma non così.

 

Quello che il suo Fagiolino pretendeva adesso, era andare ben oltre le innocenti carezze e i piccoli piaceri che si erano donati reciprocamente fino a quel momento. Si poteva dire che la loro ‘sessualità di coppia’ fosse ancora ad uno stadio primitivo, larvale, in un certo qual modo.

 

Del resto, l’esperienza erotica di Edward Elric era pari allo zero assoluto.

Così pure la sua preparazione affettiva, ad essere puntigliosi.

 

Era completamente a digiuno da qualsiasi cosa vagasse nella sfera della fisicità.

Della sensualità. Dell’intimità.

Tutto questo era un tabù, per lui.

 

I bambini normali, fin dalla più tenera età, avevano la possibilità di vedere i propri genitori scambiarsi affettuosità e baci.

Lui, invece, ricordava a malapena che faccia avesse suo padre.

La madre, ormai, una figura eterea da santificare.

Zia Pinako, Winry e Alphonse - la miglior famiglia surrogata che potesse avere -, non era però esaustiva. Non su quel versante, perlomeno. Assolutamente asessuato.

E lui aveva sempre dedicato il proprio tempo allo studio, chino sui libri. L’eccitazione biologica che si risvegliava con l’adolescenza, lui l’aveva sublimata in quintali di carta ammuffita e polverosa.

Tutt’al più s’era fatto qualche sega mentale su dove potesse essere la Pietra Filosofale, e non sulla ragazzina di turno che - a dirla tutta -, a parte la manesca e maschiaccia Win, scarseggiava pure.

 

Per i suoi 18 anni, Mustang aveva fatto in modo che gli fosse organizzata una festa di compleanno a sorpresa, facendo arrivare da Resembool le due Rockbell, perché partecipassero ai festeggiamenti.

 

Per toglierlo dall’imbarazzo, gli aveva fatto chiaramente capire che, anche se era diventato maggiorenne, non gli sarebbe di certo saltato addosso da un momento all’altro, anche se adesso sarebbe stato lecito farlo.

 

E come mai, tutto ad un tratto, Edo voleva recuperare il tempo perso, con una fretta disperata e di sicuro sfavorevole?

 

E se poi se ne fosse pentito?

Perché diamine non potevano fare le cose con calma?

Perché doveva essere sempre tutto una competizione, per lui?

 

Quell’improvviso cambio d’umore del compagno l’aveva spiazzato.

Non sapeva se esserne contento o spaventato.

Di sicuro sapeva gestire meglio un Fullmetal provocatorio, che angosciato.

Anche se gli rimaneva perennemente il dubbio di essere lui, l’eterno perdente, tra i due.

 

Acciaio sfoderò un’irritante espressione strafottente, sgusciandogli sotto.

“Dovrei essere io quello che ha paura. In fondo, è la mia-”

 

“E come credi mi senta, io?” lo interruppe il moro. “E’ come se fosse... beh, è la prima volta anche per me…” Confessò. Eppure le sue mani smentivano quell’affermazione. Quel tocco sapiente che, se avesse voluto, li avrebbe portati verso un punto di non ritorno. “So che voglio arrivare alla meta, ma non so quanti passi devo fare… quindi… io…” si avvicinò per sentire meglio. “Hai qualche idea?”

 

“Potrei essere la deviazione del tuo percorso?”

 

Edward approfittò del suo stupore e, con un colpo di reni, ribaltò le loro posizioni, sovrastandolo.

 

“Saresti disposto, Roy Mustang, a cedermi il tuo corpo?” gli chiese, seduto a cavalcioni sopra il suo stomaco, mimando l’approssimarsi dell’auto-mail all’insenatura tra le sue natiche. L’aspettativa che diveniva sfida.

 

Il che, di per sé, era sciocco. Visto che entrambi erano ancora completamente vestiti.

Eppure Mustang deglutì a vuoto. Sbattendo le palpebre per destarsi, come se fosse nel bel mezzo di un sogno assurdo o, peggio, di un incubo.

Si chiese se quella fosse la punizione divina per i suoi pensieri impuri… perché allora sì, esisteva un dio in cui non aveva mai creduto, - il dio dei fagioli? - ed era meglio non farlo irritare…

 

“Tu non puoi vedere tutto nero o tutto bianco. Il mondo è fatto di mille sfumature…” esalò, cercando di farlo ragionare.

 

“Ricorda che, al buio, tutti i gatti sono neri…” lo contraddisse il biondo, citando un noto proverbio.

 

Tora non è un gatto nero o un gatto bianco, è tigrato!” contestò l’Alchimista di Fuoco, confutandolo. “Per la miseria, Ed, non devi pretendere che ogni cosa sia come la vuoi tu!”

 

Appena fuori dalla camera, Tora origliava educatamente, anche se forse sarebbe stato legittimo per lui sentirsi un po’ seccato, per esser stato escluso da una discussione riguardante anche lui… in fondo… sui gatti bianchi e neri… ne sapeva più di loro, no?

 

“Smettila di temporeggiare, Generale di Brigata. Ti ho fatto una domanda, ed esigo una risposta: saresti disposto, Roy Mustang, a cedermi il tuo corpo?” ripeté, scandendo bene il quesito.

 

I loro occhi s’incontrarono e si fusero, a metà strada.

Era una questione di mera sottomissione fisica? Di dominanza dell’altro?

 

“Voglio essere parte di te. Un tutt’uno con te.

Come avverrà non importa.”

 

Eppure la risposta era sempre stata lì, realizzò. Perché aveva indugiato tanto, a formularla?

 

Vide lo stupore spuntare sul viso di Edward, assieme a qualcosa di… di… erano lacrime?

 

Il giovane Elric si chinò fino a sfioragli le labbra con le proprie, e il bacio prese vita innescando un meccanismo che non avrebbe avuto freni, non quella volta.

 

 

Da che aveva avuto il dono della parola, - bave e dentini compresi - aveva sempre parlato di tutto, con Al. Ma no, di questo no.

Era fuori discussione. Troppo imbarazzante.

 

Eppure alla fine se la stavano cavando comunque, no?

E anche discretamente bene, a dirla tutta.

 

Come mai aveva avuto così il terrore di non dimostrarsi all’altezza?

Perché Roy aveva avuto un miliardo di donne, prima di lui?

Perché il suo uomo era universalmente riconosciuto come un esperto amatore?

Oh, al diavolo!

 

Edo si staccò da lui, ansimando per la carenza d’ossigeno e per l’eccitazione prorompente.

“Cos’è? Sei così vecchio che ti ci vuole un preavviso obbligatorio per prepararti spiritualmente?” malignò, provocatorio, ricambiando innocentemente una carezza lasciva.

 

“Piccolo Fagiolo impudente! Ti farò godere finché non mi implorerai di smettere!” lo minacciò, punto sull’orgoglio, riprendendo il comando dell’impresa.

 

“Alla buonora!” sorrise. E stavolta era sincero.

 

 

Fine



Disclaimers: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.


Note varie: Parto dal titolo. “
Gatto nero, gatto bianco” è tratto da un film del 1998. Ma non ha nulla in comune con trama. Va interpretato in senso letterale, ad un certo punto.

Mi dava l’idea della fissità mentale, del contrasto cromatico, senza contare la frase, appunto, sul non avere mezze misure.

‘Al buio, tutti i gatti sono neri’ è un detto popolare, anche Samantha in Sex & the City amava ripeterlo, riferito ai suoi tanti amanti.

 

Prima che protestiate per l’assenza della lemon, vi ricordo che questa raccolta è a rating giallo, e tale rimarrà. (Quindi questo è il massimo che potrete ricevere.)

Senza contare che, per mia scelta, io non ne scrivo.

Il mondo delle fan-fiction ne è già pieno, e non sentirà di certo la mancanza delle mie.

 

La riflessione estemporanea sul rapporto Ed-sessualità, mi dà finalmente il modo di chiarire perché Edo si sia incollerito tanto nei capitoli precedenti, trovando ‘i famosi slip della discordia’.

Questa sua mancanza di rapporto sereno con il sesso pregiudicava in qualche modo anche la sua tolleranza ad esso. Non è solo questione di essere ‘puritani’, Edward s’è incazzato col Taisa perché considerava deplorevole e inconcepibile il suo comportamento.

Tutto questo va chiarito ora, per l’ultima volta, dato che avete in mano tutti gli elementi del caso.

 

Piccolo chiarimento sul:Piccolo Fagiolo’. Nella quotidianità, Ed si è rassegnato a farsi chiamare così.

Per questo non s’arrabbia neanche più.

Affondando nelle mie radici storiche, è un po’ come quando la Kitsune chiamava Hana ‘Do’aho’, che significa all’incirca ‘grandissimo idiota’. Alla fine, è diventato il suo nomignolo, che – a seconda dell’inflessione – poteva essere un insulto, un appellativo affettuoso, ironico, malizioso…

Idem perMame-chan’ o ‘Piccolo Fagiolo, Fagiolino’. Credo sia stata una delle poche concessioni che Ed abbia mai fatto al Taisa, da che sono insieme! XD

 

Per inciso. Oggi, 10 novembre, è il RuHana Day. Buon anniversario, a chi ci crede ancora.

 

Nota per Ale2: sì, era in Cruel Illusions che avevo scorto una certa affinità emotiva con Oceano Mare. Non di trama, ma forse di sentimenti, seppur alla lontana… ma io mi faccio tanti problemi per niente…^^’

 

Oki. Credo sia tutto… in caso, sapete come contattarmi… ^____^



Grazie di cuore ai lettori affezionati e a quelli nuovi, per le vostre adorabili recensioni.
E per la calorosa accoglienza di ‘Cruel
Illusions!
Me commossa! ç__ç

NB: restate sintonizzati! A breve posterò altre tre ficcine. ^__^


Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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