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Autore: DansUnReve    21/04/2013    0 recensioni
L'amore non ha barriere, né confini. Non ha età o regole. L'amore è il sentimento più grande di tutti, che quando ti prende non ti abbandona più.
Mary&Josh;
Giada&Milena;
Akahito&Yuna;
Antoine&Hélène.

Piccole storie, grandi amori.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lyon, le 6 Décembre 1731.

Antoine stava tornando a casa a piedi con gli occhi puntati sulle sue scarpe, mentre tirava qualche calcio ad un sasso. Guardò l'orologio e pensò che forse era troppo presto per rientrare. Sua moglie lo aspettava per una buona mezz'ora dopo e se fosse rientrato adesso, quello che avrebbe visto non gli sarebbe piaciuto affatto. Hélène lo tradiva. L'aveva scoperta una volta mentre rientrava a casa prima per farle una sorpresa, con un mazzo di rose ed una collana.

Ricordava che dall'atrio poteva sentirla ulrare un nome che non era il suo. Si era spaventato per questo era corso fino alla camera da letto; ma poi si accorse dei vestiti sparsi per il corridoio che precedevano la porta e decise di avvicinarsi più lentamente. La sentiva ansimare, mentre un uomo sguaiato lanciava bestemmie e rideva di gusto. Antoine non ci voleva credere, così aveva scostato appena la porta. Fu così che vide la moglie che si dava ai piaceri della lussuria, perversi e contro natura.

Era scappato di casa e non vi aveva più rimesso piede fino a tardi. La gente che lo vedeva per strada rimaneva sorpresa dal suo comportamento. Si dovette sedere, perché faceva fatica a stare sulle sue gambe senza tremare. In tasca aveva ancora la collana, ma il mazzo di fiori lo aveva lasciato sbadatamente sul tavolo all'ingresso. Hélène avrebbe capito che lui sapeva, ma infondo nulla più importava, perché quella donna gli aveva preso il cuore come se fosse un giocattolo; e si sa che i giocattoli prima o poi si rompono.

Ritornando presente a sé stesso, si decise a rientrare. Faceva troppo freddo e poco importava se sua moglie si stava divertendo nel loro letto. Quella storia andava aventi ormai da un anno e mezzo. Ogni pomeriggio lei se la spassava con un animale, ogni sera lo abbracciava come se nulla fosse. Antoine soffriva immensamente, sentiva il cuore lacerarsi dentro. Infondo Hélène era per lui l'unica donna che avesse mai amato, bella come non mai, aggraziata nei movimenti, tanto da sembrare una ballerina e poi intelligente. La sua mente era piena di colori, luoghi, idee, lei era piena di vita. Lui si ritrovava spesso a darsi la colpa per i suoi tradimenti, forse le aveva tarpato le ali, un uomo come lui non meritava tanto. Poi ripensava a quel maledetto che giaceva tra le sue lenzuola, che alzava le sottane alla moglie e capiva che lui non c'entrava niente. Aveva sempre voluto il meglio per lei, eppure il modo con cui veniva ripagato non era certamente quello desiderato.

Ora quando l'accarezzava non poteva non pensare a quell'altro. Le sue labbra avevano un altro sapore e la sua pelle non vibrava più sotto i suoi abbracci. Il suo era un amore tenero e puro, ma lei aveva bisogno di qualcosa di più carnale, non le interessavano le belle parole. Non più almeno.

Antoine sospirò mentre arrivava finalmente davanti al portoncino di casa. In quel momento usciva un uomo alto con la barba sfatta, che al vederlo ghignò. Esasperato, lui abbassò di nuovo lo sguardo mentre si obbligava a non piangere. Quante parole, quanti baci, quanti doni avrebbe voluto farle ancora alla sua cara Hélène, ma ormai faticava anche a guardare i suo occhi grigi.

Entrò piano in casa, facendo attenzione a non far rumore, ma le cerniere cigolavano e fu inevitabile.

-'Caro sei tu?' lo chiamò dolcemente Hélène dall'altra stanza.
-'Sì, sono io.' Si chiese come poteva fingere tanto amore.
-'Il pranzo è quasi pronto, vieni a sederti di qua con me?'
-'No, devo fare una cosa nel mio ufficio.'

Si chiuse in quella stanza, dove sapeva che lei non sarebbe mai entrata senza il suo permesso. Seduto alla scrivania cercò di smettere di piangere. Si sentiva un bambino, uno sciocco. Come può un uomo piangere? Come può sentire le sue membra straziate da una fiera così dolce come l'amore? Era il sentimento stesso ad averlo tradito. Ah! Se solo non avesse saputo come amare ora non sarebbe stato lì ad odiarsi e a maledire l'unica persona che per lui contava più di ogni altra cosa.

Aprì il cassetto della scrivania e tirò fuori un piccolo cofanetto in mogano. Dentro c'era la collana di perle, quella che un anno e mezzo prima avrebbe voluto regalare ad Hélène. Si chiese come fosse possibile buttare dalla finestra diciassette anni di matrimonio. Non gli importava se tutti in quella società così meschina avessero una relazione clandestina e questo fosse normale o se la maggior parte di matrimoni erano accordi strattamente legati alla politica ed ai soldi. Lui amava Hélène, e sebbene soffrisse non l'avrebbe lasciata. Il suo sorriso era la sua ragione di vita, quando lei prorompeva nella sua risata cristallina non poteva non amarla, e i suoi lunghi boccoli biondi che le si avvolgevano intorno ai fianchi la facevano assomigliare ad un angelo. Nonostante il dolore, Antoine sapeva che lei era la sua salvezza, che lo avrebbe protetto.
Accarezzò le perle lucide e pensò al suo collo bianco, sul quale tante volte aveva appoggiato la sua bocca.
Poi qualcuno bussò e fu costretto a richiudere tutto velocemente nel cassetto.

-'Avanti!'
-'Volevo avvertirti che il pranzo è pronto.' Disse Hélène facendo capolino sulla porta. 'Stai bene?'
-'Sì tranquilla, adesso arrivo.' rispose Antoine sorridendo.
-'Sicuro?' si avvicinò piano lei appoggiandogli una mano sulla guancia affettuosamente 'Hai bisogno di riposarti. Il lavoro ti distrugge e io sono preoccupata per te.'

Antoine assaporò l'odore di lei, poi prese la sua mano candida e se la portò alla bocca baciandola. Capì che lei lo amava. Nessuno è così sciocco da fingere tanto a lungo sentimenti che non prova per davvero; e anche se non si capacitava di come fosse possibile far del male a qualcuno a cui si vuole bene consapevolmente, sapeva di non poterla allontanare da sé. Era come strappare un fiore alla sua terra.

-'Non è un problema il lavoro te lo assicuro. Io sto bene perché, Amore, ti ho ancora accanto.'
   
 
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