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Autore: ilovechihuahua    21/04/2013    2 recensioni
Drew era una ragazza di 16 anni come tante altre: viveva a pochi chilometri da Los Angeles, frequentava il college e aveva uno spigliato senso dell'umorismo. Insomma, una ragazza dalla porta accanto. Fino a che un giorno, incontrò un ragazzo che le fece perdere la testa...
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DREW
Chiusi la porta alle mie spalle e mi diressi verso la scrivania: cavolo, c'è un gran casino qui! Mi sedetti sulla sedia e, prendendo i libri, mi spaventai dal telefono che cominciò a squillare:

Io:"Pronto?"
x:" Ciao dolcezza!" Disse, con voce roca.
Io:" Chi parla?!" Dissi quasi urlando non riconoscendo la voce.
x:" Oh, non importa chi io sia. Fatto sta che io ti conosco e che te e la tua famiglia siete in pericolo". Mi sentivo come se tutta la mia vita mi fosse passata davanti e che tutto e tutti si fossero fermati. Chi cazzo era quello? E che cosa voleva da me? Decisi di sembrare più calma possibile e di rispondergli senza urlare o farmi notare dai miei.
Io:" Ok, che cavolo vuoi da me?"
x:" Hei piccola, voglio solo vederti. Sai, sei così sexy ora dalla finestra" Ok, E' UNO STALKER O COSA?!
Mi diressi alla finestra e non vidi nessuno. Dov'era?
Io:" Dove sei? Come fai a vedermi?"
x:" Oh, ma è semplice piccola: c'è un posto perfetto qui e, bella, fai ciao con la manina!"
Io:" Cazzo, dimmi chi sei, o chiamo la polizia!" Gridai per allarmarlo, nella crisi che mi fosse successo qualcosa.
x:" Hei piccola, tranquilla. Stasera fatti trovare alle 9 sotto al ristorante "Gourmet" e lo scoprirai. Oh, e quasi dimenticavo" disse facendo un piccolo gemito "se oserai portare qualcuno o non presentarti, giuro che domani non vedrai la luce del sole. A dopo bella" 

Con questo concluse la sua telefonata. Non sapevo cosa dire: in testa avevo solo un mucchio di domande: chi era questo tipo? Come faceva a conoscermi? Ma soprattutto: Che cazzo voleva da me? Non sapevo che cosa fare: avrei dovuto parlare con qualcuno? Avrei dovuto starmene zitta per rivedere dinuovo le persone più importanti della mia vita? Non lo sapevo nemmeno io. Il punto era che mancavano solo 4 ore all'incontro e avevo una paura tremenda.

"Drewwww!" Urlò mia madre da un piano all'altro, come le era solito fare. Distolsi lo sguardo dalla finestra e mi diressi sulle scale.
"Che c'è mamma??" Dissi, sembrando più tranquilla possibile.
" Chi era al telefono? Ti ho sentita urlare.Mi stavo preoccupando..." 
" Mamma, era solo Stefania che mi raccontava l'ultima novità su di lei... Non allarmarti.." Devo ammetterlo: sono una splendida attrice! Mia madre mi diede uno sguardo un pò preoccupato e poi ritornò in cucina per la torta. Stavo per ritornare in camera per cominciare i compiti, ma saltai dalla paura dal vedere Dereck, mio fratello più grande di 4 anni, con in mano il suo I-Phone.
"Cacchio, Dereck!! Mi hai spaventato!" Urlai senza fiato.
"Scusa Drew, ma eri così tranquilla: dovevo farti qualcosa. E poi, uno schezo al giorno, toglie la tristezza di torno" Disse con il suo solito sorrisetto divertente che mi faceva quando scherzava. Lui non lo sa, ma adoro quel sorrisetto.
"Oww, grazie per le tue perle di saggezza, Mr.Simpatia. Ma ora, dovrei continuare, o meglio, cominciare i miei compiti." E con questa ultima frase, lo spostai e mi diressi in camera. 

***

Erano le 8.30
In tavola c'era il pollo di mio nonno e le patate al forno che ogni domenica mia mamma preparava.
"Mamma, papà.." dissi con voce un pò insicura " Stasera dovr-" 
"No Drew" Disse secco mio padre "Domani hai scuola e lo sai che non voglio che tu esca, anche se hai ormai 16 anni." Mia mamma difianco ad annuire ( patetica pensai)
"Papaà, ti prego. Devo uscire tra mezz'ora esatta e ritornerò prima delle 10. Promesso" Dovevo presentarmi all 'incontro. Che io volessi o no.
"Umhh" Pensò "Devo fidarmi?"
"Si papà, ti prego!" Non mi importava di essere una bambina.
"Ok, ma ti voglio a casa per le 10 e non di più. Altrimenti addio cellulare. Affare fatto?"
Quando mi disse quelle parole, in viso avevo un sorrisetto mischiato tra felicità e terrore. "Grazie papà! Non te ne pentirai!
Urlai, correndo sù per le scale.

Aprì l'armadio e mi misi più coperta possibile: non volevo essere stuprata e, dalle minacce, non mi sembrava una persona buona e gentile che ti accompagna a prendere il tè dalla nonna. Mi guardai allo specchio: capelli legati in una treccia a spina di pesce, maglia con un fiore rosa, giacchetto bianco, pantaloni lunghi bianchi e ballerine rosa pesca in linea con la maglia.
Complimentandomi con me stessa, guardai l'orologio: merda! Le 8.50. Dovevo assolutamente sbrigarmi!
Uscìì di casa e, camminando il più veloce possibile, mi diressi al ristorante.

"Ciao, bellissima"
Oh, merda.
  
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