PRIMI
PASSI
La foglie giallognole cadevano piano lasciando
completamente spogli i lunghi rami delle grandi querce che correvano in file
ordinate gli ampi viali di quel piccolo ma invitante paesino. Camminava
tranquilla, spingendo la carrozzina dove la sua piccola dormiva profondamente,
imbottita nel suo cappottone pesante. Faceva freddo, molto freddo contando che
era da poco cominciato Ottobre! Amava camminare a contatto con la natura ma non
le era capitato molto spesso di poterlo fare in santa pace negli ultimi dieci
anni… Con i bambini aveva dovuto rinunciare a molte cose ma suo marito le aveva
coraggiosamente proposto di badare lui alle piccole pesti lasciandola libera di
fare un giro con l’ultima arrivata, l’unica femmina e decisamente più
tranquilla di tutti gli altri messi insieme!
Saranno stati almeno
vent’anni che non tornava a Godrik’sAllow; l’ultima volta l’aveva portata il
suo Arthur quando si erano fidanzati, ma era tutto esattamente come lo
ricordava! Le ville piuttosto grandi, dipinte di bianco, col giardino e la
fontanella davanti le avevano sempre data un’idea di pace e tranquillità… Certo
per la sua famiglia non sarebbero state l’ideale! I bambini erano troppi e
troppo confusionari e non ci avrebbero messo molto a disturbare la quiete che ragnava
in quell’oasi di pace senza contare che non era proprio l’ideale per una
famiglia di maghi vivere a così stretto contatto con i babbani! E poi c’era
anche il fatto che lei non avrebbe rinunciato alla sua Tana nemmeno per tutto l’oro del mondo! Sempre immersa nelle sue
riflessioni svoltò l’angolo ma non andò lontano perché il passeggino si scontrò
contro qualcosa, o meglio, qualcuno che diede un piccolo strillo.
“Oh, mi scusi!” fece
mortificata affrettandosi a tranquillizzare la sua piccola che a causa
dell’urto si era svegliata e aveva cominciato a piangere. Le sussurrò delle
paroline dolci accompagnate da tenere carezze sulla schiene che ebbero il
potere di tranquillizzare la bambina. Si attardò anche a dare alla figlia il
suo ciuccio prima di gettare un’occhiata alla persona con cui era entrata in
collisione.
Era una donna giovane
e indubbiamente attraente, sui vent’anni a occhio e croce, che stava facendo
del suo meglio per raccogliere la spesa, che nell’urto era caduta per terra,
ben attenta a non far cadere il pargoletto che stringeva fra le braccia.
“Vuole una mano?”
chiese servizievole avvicinandosi alla donna.
Quest’ultima alzò gli
occhi verso di lei “Oh, grazie mille… Me lo può tenere un momento?” domandò
dolcemente passandole il figlio. Lo prese e iniziò subito a cullarlo, abituata
com’era con tutti i suoi bambini.
La giovane finì di
raccogliere i prodotti sparsi per tutta la strada.
“Vuole metterli qui
dentro?” chiese gentilmente accennando a una sacca incorporata nel passeggino.
“Grazie, mi farebbe
proprio un piacere. Le buste si sono rotte tutte! Abito giusto dall’altra parte
della strada…” fece indicando con una mano una bella villa signorile a non più
di cinquanta metri di distanza mentre con l’altra riprendeva in braccio il suo
piccolo che stava già scalpitando per tornare dalla suo mamma.
In pochi passi
arrivarono all’entrata. La giovane aprì la porta, lasciò le chiavi nella toppa
e si affrettò ad appoggiare la spesa sul tavolo del salotto, infine tornò alla
donna che nel frattempo era rimasta indecisa sulla porta.
“Grazie ancora!”
“Si figuri!”
“E’ stata così
gentile… Che ne dice di un caffè? Ah, dimenticavo, piacere Lily Potter!” la
giovane le sorrise dolcemente mentre le tendeva una mano che l’altra strinse
immediatamente.
“Piacere mio, Molly
Weasley”
“Allora, vuole
entrare?”
“Non vorrei
disturbare!”
“Si figuri!”
Molly stette un
momento sulla porta, incerta sul da farsi. In quei periodi bui era sempre
meglio non fidarsi. Chiunque poteva rivelarsi un nemico, anche la persona più
insospettabile! Ma quella donna era così dolce e gentile… E poi aveva anche un
bambino… Senza più pensarci fece un sorriso alla giovine, entrò nell’anticamera
illuminata e seguì la sua ospite in una cucina semplice ma ben arredata.
Si sedette su una
sedia attorno al tavolo ingombro dei recenti acquisti.
Mentre Lily si dava
da fare a mettere i pacchi negli scaffali e preparare la moka con il caffè,
tutto immancabilmente a colpi di bacchetta, Molly si guardò intorno. Su una
lavagnetta era segnata una lista della spesa e lì vicino, attaccate al
frigorifero con delle piccole calamite, delle foto animate (evidentemente la
donna era una strega). La maggior parte raffiguravano il pupo ma ce ne erano
molte altre che ritraeva la padrona di casa insieme ad altri ragazzi, uno dei
quali immaginò essere il marito vista la stessa chioma ribelle che si ritrovava
nella capigliatura già folta del piccolo che ora la osservava tranquillo dal
suo seggiolino stringendo una manina intorno ad un piccolo peluche a forma di boccino
d’oro.
Molly sorrise e si
rivolse alla donna che intanto si era seduta accanto a lei e stava versando il
caffè in delle graziose tazzine azzurre “E’ proprio un bambino adorabile” fece
gentilmente accennando al piccolo. Era vero, era tenero come solo un bambino di
pochi anni può essere, i capelli nerissimi completamente scarmigliati e gli
occhioni smeraldo che guardavano vispi intorno a lui “Quanto tempo ha?”
“Un anno e pochi
mesi… E la sua? E’ piccolissima! Così buona… Magari lo fosse anche il mio, di
solito non stà un attimo fermo! E mi va bene che non cammina ancora!”
“Ginny ha solo tre
mesi circa… Comunque non creda che non la capisco! Gli altri sei non sono così
tranquilli, anzi!”
“Gli altri sei?” Lily
sembrava non credere alle sue orecchie.
“Eh già…” fece Molly
in un sospiro; era abituata allo sbigottimento che prendeva le persone quando
venivano a sapere della sua famigliola.
Lily strabuzzò gli occhi e Molly annuì comprensiva “Capisco
che per molti può sembrare assurdo, ma io e mio marito lo desideravamo molto!”
“No, no, che assurdo!” Lily scosse la testa
concitata “Avere una famiglia grande è sempre stato il mio sogno!”
“Non si sa mai! Magari un giorno…”
“Con questi tempi dubito!” fece Lily guardando
il suo piccolo con aria nostalgica.
Molly non chiese nulla. In quei tempi, quelli
del culmine di Tu-Sai-Chi, era normale avere molti dubbi e incertezze sul
futuro, certo però che lo sguardo della giovane mamma le era sembrato fin
troppo malinconico… Come se nascondesse un segreto troppo grosso per lei, un
qualcosa che distruggeva tutte le speranze.
Lily scrollò le spalle risvegliandosi dalla
tristezza che l’aveva colta e passando lo sguardo con affetto dalla neonata che
se ne stava buona buona nel suo passeggino, sgranando gli occhioni blu e
stringendo possessivamente la sua bambola di pezza, al suo piccino che
dall’alto del suo seggiolone, dava già segni di irrequietezza.
“Ecco! Che le dicevo?” fece rivolta all’ospite
alzandosi per avvicinarsi a suo figlio “Che c’è cucciolo? Vuoi la pappa?” Il
piccolo scosse la testa e tese con forza il braccino verso una scopa appoggiata
alla credenza facendo dei versetti di desiderio. Una Stella Sfreccia 200
osservò Molly pensando con leggero rammarico che suo figlio Charlie avrebbe
fatto carte false per averla con la passione per il volo che si ritrovava
nonostante i suoi 9 anni…
“No, tesoro. Lo sai che per volare devi
aspettare papà! Gioca un po’ con il ciuf ciuf, ti va?” fece la donna mentre
sollevava il bambino e lo depositava dolcemente su un tappetino dove
l’attenzione del piccolo venne subito catturata da un trenino terribilmente
assomigliante all’Espresso per Hogwarts.
Molly sorrise con indulgenza prima che un’idea
le balzasse alla mente Quella donna non sapeva che lei non era una babbana!
Come faceva a comportarsi in modo tanto sconsiderato? “Come…”
Ma Lily la interruppe “Come so che lei è una
strega? E’ questo che mi stava per chiedere?” Molly annuì stupita provocando
una leggera risatina dalla giovane donna “L’incantesimo anticaduta che ha evitato
al passeggino di ribaltasi quando ci siamo scontrate… E il fatto che non ha
fatto commenti quando ha messo nel passeggino prodotti come olio per manici di
scopa o rimedio magico di Nonna Acetosella…”
Molly fece per annuire comprensiva ma un
piccolo lamento di sua figlia la fece subito voltare nella sua direzione. La
piccola aveva perso la sua bambola e si sporgeva pericolosamente dal passeggino
tendendo le manine come per afferrarla. Molly fece per precipitarsi verso di
lei ma Lily la fermò mettendole una meno su una spalla e accennandole uno
spettacolo che le fece curvare le labbra in un sorriso intenerito.
A pochi passi da loro Harry, non solo si era
alzato in piedi, ma si stava anche dirigendo a piccoli passi incerti verso il
passeggino da dove la piccola Ginny aveva smesso di smaniare per la sua bambola
e aveva preso a guardarlo intensamente.
Le due mamme non mossero un muscolo, stupite e
commosse, e rimasero a rimirare il bambino di poco più di un anno che aveva
ormai raggiunto la bambola, l’aveva raccolta e la tendeva dolcemente alla
piccolina che la strinse immediatamente a se pur senza perdere di vista il
bambino; infatti, al primo suo cenno di volersi allontanare da lei, allungò la
manina fino a stringere forte il braccino del piccolo che le si avvicinò quel
tanto che bastò alla piccola per allungare la testolina e scoccare un bacino
sulla guancia del suo “cavaliere”.
***
Quella sera, seduta sulla sua sedia a dondolo
di fianco alla finestra del salotto, uno sguardo al libro che teneva aperto
sulle gambe e uno più lungo al suo cucciolo che giocava allegro attorniata da
due giovani uomini armati di pupazzi e un grosso cagnone che gli correva
intorno provocando le risate gioiose del piccolo, Lily sospirò con aria
sognante. Le due visitatrici se ne erano già andate da un pezzo con la promessa
di rifarsi vive ma Lily sapeva che non era possibile. Tra pochi giorni
avrebbero attuato l’Incanto Fidelus, ne aveva parlato giusto un paio di ore
prima con James e gli altri. Lo spettacolino infantile di cui si era ritrovata
spettatrice quel pomeriggio aveva avuto il potere di ridonarle la speranza
perduta da quando era venuta a sapere della profezia che univa Voldemort al suo
bambino. Ma ora era più tranquilla! Si sarebbero nascosti, avrebbero combattuto
se necessario, ma nulla avrebbe potuto togliere al suo cucciolo tutte le cose belle che la vita gli avrebbe
riservato! Sì, c’era ancora speranza! Lo aveva visto in quella tenera
dimostrazione d’affetto con quella dolce bambina sconosciuta e lo poteva vedere
anche ora, osservando i suoi tre uomini mentre ridevano come ragazzini
intorno a quello che era diventato il fulcro della vita di tutti loro.
Inebriata da quella dolce visione familiare e con il cuore immensamente più
leggero, volse i suoi occhi smeraldo fuori dalla finestra, al cielo nero
costellato di stelle che illuminavano di un bagliore da favola quella semplice
villetta a Godick’s Allow.
E con questa piccola e alquanto smielata One-Shot annuncio
il mio ritorno sul sito dopo le tanto agognate vacanze!
(Nooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!! NdTutti) Era un‘idea che avevo in mente da
molto tempo quindi ho pensato bene di realizzarla e, in caso vi fosse piaciuta
o vi abbia anche solo fatto sorridere per un istante, bè, fatemi felice e
lasciatemi un commentino!
Un bacio forte