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Autore: DaisyFlower    21/04/2013    2 recensioni
Una semplice ragazza, con una semplice vita fa il suo primo viaggio fuori dal continente Italico, destinazione: America.Scoraggiata dall'ennesima delusione amorosa, non sa che proprio a Saint John (una cittadina nei pressi di Chicago) vivrà le emozioni più intense della sua vita. Amplierà i suoi orizzonti grazie al contatto con le nuove culture e usanze,ma soprattutto scoprirà che doveva percorrere ottomilioni di chilometri per innamorarsi ancora.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono sdraiata sul letto a fissare il soffitto. Alcuni strati di vernice mi fanno immaginare volti e oggetti. La mia mente è bloccata, non riesce a costruire un pensiero coerente e ogni parte del mio corpo è lacerata da fitte di dolore anche se non ho subito alcuna ferita fisica. Una parte del mio cervello si rende conto che a dolere sono gli strati di pelle in cui lui ha indugiato di più con baci e carezze. Brucia, ogni cellula brucia ardentemente ricordandomi il motivo del mio stato d’animo. Matt, il mio Matt insieme ad Amber nello stesso letto quasi svestiti e abbracciati. Non riesco a ricordare da quanto tempo sono chiusa nella mia stanza con la finestra e la porta chiusa. Un oscuramento maggiore dell’ambiente mi indica che è arrivata di nuovo la notte. E’ la terza che vedo da quando sono in questo stato quindi credo che siano passati già  tre giorni dalla ricezione di quella maledetta foto. Il mio cellulare squilla incessantemente tra chiamate ed sms ma non ho la forza neanche di guardare il display. La mamma mi ha fatta visitare dopo avermi trovata sul pavimento priva di sensi. Il dottore ha detto che sto bene anche se ero completamente assente durante tutta la visita. Da allora mi sono segregata in camera. Alex e Becca hanno provato a parlarmi ma mi sono resa conto di non capire le loro parole e neanche le preghiere preoccupate dei miei nel farsi dire cosa mi fosse mai accaduto. Mi sono solo limitata a dire che ero stanca e che volevo stare sola. Mio fratello ha ricevuto tante chiamate preoccupate da parte di Matt a cui ha risposto inventando delle scuse. Non ce la faccio a parlargli. Sentire la sua voce meravigliosa che in realtà non ha fatto altro che mentire mi farebbe morire all’istante. Guardo la parete di fronte a me perdendomi nuovamente nei segni della pittura con lo sguardo fisso nel vuoto. Così ci si deve sentire ad essere morti dentro, privi di qualsiasi emozione e sentimento. Questo dolore rievoca quello provato in passato per Francesco ma è più acuto. Acuto perché avevo ritrovato una speranza che purtroppo si è rivelata fallace e illusoria. << Valery c’è Matt a telefono. Per favore parlagli è preoccupatissimo. >> esclama mio fratello fuori la porta. Guardo l’ora sulla sveglia, sono le nove di sera. << Okay, riattacca lo chiamo io. >> mormoro atona. Alex bisbiglia qualcosa al telefono e riaggancia scendendo poi al piano di sotto. In mezzo minuto il mio cellulare riprende a squillare. Fisso il nome di Matt lampeggiare sul display, no..non ce la faccio a rispondere. Non ho la forza. Aspetto che il telefono squilli del tutto e provo a digitare un sms:

‘’Ti chiamerò io. Lascia perdere Alex.’’

Premo invio e dopo qualche minuto arriva una risposta che decido di non leggere come il resto dei messaggi. Riprendo a guardare il soffitto ignorando le nuove proteste della mamma che mi impone almeno di mangiare qualcosa. << Valeria sei digiuna da tre giorni. Se non mangi volontariamente giuro che ti imbocco. Qualsiasi cosa sia successa non può essere così importante da renderti in questo stato. >> dice seria. << Non mi va ancora. Per favore ho bisogno di stare sola. >> rispondo. Lei emette un sospiro di pazienza e scende al piano di sotto. Oh mamma, scusami se ti sto facendo preoccupare ma non ce la faccio a reagire ora. Mi è crollato il mondo addosso e non so se questa volta riuscirò ad uscirne viva. Maledetta me! Perché mi ostino a credere nell’amore?Perché mi ostino a credere che qualcuno possa tenere a me?Quante batoste dovrò prendere per capire che io non sono destinata ad essere felice?Mi lasceranno tutti, investo troppi sentimenti non rendendomi conto che non esiste l’Amore vero,quello puro privo di qualsiasi doppiogioco e falsità. Le persone sono cambiate, non credono più nei sentimenti. Si accontentano del sesso occasionale per non essere ferite. Costruiscono muri di pietra intorno ai loro cuori che non permettono a nessuno di scalfire. Pensavo che io e Matt fossimo l’eccezione. Due anime gemelle maltrattate dalla vita che avessero solo bisogno di trovarsi e ricevere una seconda possibilità per essere felici insieme ma a quanto pare non è così. Anche lui fa parte della schiera dei cuori di pietra a cui basta poco per perdere la testa. Vengo pervasa da un brivido di freddo, provo a coprirmi con una terza coperta ma in un attimo mi rendo conto che ho freddo dentro. Chiudo gli occhi ed è catartico. Immagini di sogni e speranze corrono via spazzati dalla verità. Vorrei solo riuscire a dormire senza pensare e sognare...

 

Sono le sei del mattino. Sento papà che si prepara per andare a lavoro lasciando gocciolare il rubinetto del bagno come al solito e tastandomi la fronte per vedere se ho la febbre. Quel gesto affettuoso ripetuto un’infinità di volte negli anni quando lui sapeva che non mi sentivo bene mi fa perdere il controllo delle emozioni e mi ritrovo a dover trattenere le lacrime con maggiore forza. Una volta sentito il portone chiudersi apro gli occhi. Da fuori sento il rumore della pioggia battente e del vento. Becca e Alex dormono beatamente. Scendo dal letto e afferro il cellulare notando altri nuovi messaggi e chiamate da parte di Matt e anche di Shannon. Mi dirigo al piano di sotto nella stanza studio. E’ giunto il momento di parlare con lui, di mettere fine a questa farsa. Anche se la foto che ho ricevuto può essere la prova della sbandata di una sera non posso passarci sopra, Amber ha ragione, il posto di Matt è in America. Mi sono illusa di poterlo far ambientare qui, ma il suo tradimento è un chiaro segno di mancanza di volontà di trasferirsi. Digito il numero di Matt come se fossi in trance. A St. John sarà all’incirca l’una di notte e lui sarà sicuramente ancora sveglio e forse non è solo… Forse c’è anche lei. Appoggio il cellulare all’orecchio e dopo un paio di squilli ottengo una risposta: << Pronto, Valery? >> dice Matt con una voce tesa e disperata. << Si, sono io. >> rispondo priva di alcuna emozione. << Oh piccola mia, finalmente. Cosa ti è accaduto?Perché sei sparita in questi giorni? >> chiede preoccupato. Matt sai recitare perfettamente, sembri davvero in pensiero per me. << Non è successo niente. Ho pensato un po’ alla mia vita e alla nostra storia e ho deciso che non possiamo continuare. >> affermo cercando di non farmi invadere dalla disperazione più totale. << Co-cosa? Che stai dicendo Amore? No-noi ci amiamo. Non possiamo lasciarci. >> risponde lui sorpreso e agitato. << Mi dispiace ma mi sono resa conto che la tua vita è lì in America. Qui non c’è niente per te. >> aggiungo e ormai le lacrime scorrono silenziose sul mio viso. << Che diavolo ti prende Valeria? Stiamo parlando da più di un mese del mio trasferimento e non stavi nella pelle. Cosa ti è successo di così sconvolgente da voler chiudere la nostra storia? Ti ho già detto che me ne frego della mia vita qui. Senza di te nulla ha senso. >> quasi urla. Beh si meriterebbe il premio Oscar per questa interpretazione. << Mi dispiace ma mi sono resa conto di non amarti. Quindi puoi evitare un trasferimento inutile. >> mento calma. Non voglio accennare alla foto, non voglio dare motivo a lui di trovare scuse e inoltre fargli capire che il suo tradimento mi ha distrutta. Voglio mantenere la mia dignità.  << No-non mi ami? Non è possibile! Fino a tre giorni fa hai giurato di voler stare con me per sempre come puoi aver cambiato idea così? >> domanda sconvolto. << Mi sono sbagliata, ti prego accetta la mia decisione senza peggiorare le cose. >> rispondo in tono glaciale. << No, Valery. Sono tutte stupidaggini! Tu mi hai sempre amato, forse sei arrabbiata con me per qualche motivo ma ti prego anziché scappare via parliamone. Non fuggire via così. >> mi implora. Oh Matt, sei così meschino da continuare a fingere? << Non sto fuggendo, per favore accetta la verità. Non ti amo e non voglio stare con te. Non chiamarmi e non contattarmi più. >> dico e riaggancio. A quel punto cado inginocchio al centro della stanza studio scoppiando in un pianto senza fine.

 

Primo giorno senza Matt.

 

Sono ancora nella mia stanza, la mamma mi ha preparato il mio piatto preferito: tagliatelle al ragù bolognese. Sono sul comodino ancora coperti dal coprivivande. Il mio stomaco non reagisce e io non mi sforzo di fargli avere una reazione. Mary e Anna continuano a mandarmi tanti sms a cui rispondo a monosillabi. Anna si è arrabbiata parecchio mentre Mary si è incollerita silenziosamente. Scusatemi amiche mie. Spero che un giorno capiate che io non sono forte come credevate, che il mio cuore non ce la fa. Matt continua a telefonare ma non risponderò.

 

Secondo giorno seza Matt.

 

Alex si sta vestendo per uscire con Manu, Mirko e Becca. Io fingo di dormire per non sentirmi dire le stesse cose ossia: ''che la vita va avanti'', ''che ci sono mille ragazzi là fuori'', ''che non posso disperarmi in questo modo''. Come faccio a fargli capire che c'è un limite al dolore che una persona può sopportare e che io ho superato questo limite?Stringo la collana che mi ha regalato Matt a Natale. Dovrei disfarmene insieme alle foto e ai messaggi ma non ce la faccio ancora. La mamma è stata gran parte del pomeriggio a parlare con me anche se io non ho aperto bocca. Mi ha ripetuto che devo reagire, che nella vita ci sono cose più gravi di un cuore spezzato (di sicuro Alex avrà capito che il mio comportamento è dovuto alla fine della storia con Matt anche se non sa il motivo e l’avrà detto ai miei ). La ascoltavo ma la mia mente non ha fatto altro che respingere ogni speranza propostami. Non sarò mai più felice come lo sono stata con Matt.

 

Terzo giorno senza Matt.

 

E’ domenica sera. Papà è seduto nel letto al mio fianco a guardare Criminal Minds uno dei miei telefilm preferiti. Cerco di seguire la trama fino a metà episodio fin quando non si scopre che il nome della vittima è Matt ucciso perché ha tradito la moglie. Alzo gli occhi al cielo e i miei pensieri tornano a vorticare sul mio dolore…

 

              Quasi due mesi dopo

 

E’ il dodici aprile e mi trovo dal  parrucchiere con mamma. E’ la prima volta che esco da quando io e Matt abbiamo chiuso. Sono state delle settimane terribili quelle appena trascorse. Ho dormito e mangiato poco. Le mie amiche mi sono venute a trovare spesso perdonando il mio silenzio e cercando di risollevarmi il morale. Quando ho avuto la forza di raccontare la verità sulla fine del mio fidanzamento loro hanno fatto di tutto per distrarmi anche se ero in stato catatonico. Matt ha continuato a chiamarmi fino a metà marzo costringendomi a cambiare numero di telefono. La sua testardaggine o meglio falsità non ha limiti. << Allora hai deciso per la base dorata e le mechés bionde? >>  chiede Emilia, la mia storica parrucchiera. << Si. >> rispondo prontamente. Lei mi sorride ed inizia ad armeggiare con i miei capelli. Mi guardo allo specchio notando le occhiaie profonde e il pallore del viso. Mi sono fatta distruggere nuovamente da un ragazzo, anche se mi ero ripromessa di non ricascarci mai più ed invece…Rammento improvvisamente una citazione letta molte volte su facebook: ‘’Potrei anche dire che l'amore è come l'alcool. Lo provi una volta, ti fa girare la testa, ne vuoi ancora e ancora. Ti fa sentire male, tanto male che dirai di non voler provare mai più. Ma poi, al prossimo bicchiere ci ricascherai. E non dirai di no’’. Oh Matt, perché mi hai illusa?Perché ti sei dimostrato il peggiore di tutti? Avevo creduto davvero nella nostra storia, nella possibilità di ricominciare. Alcune lacrime iniziano a pungermi gli occhi e cambio direzione ai miei pensieri. Non è il caso di scoppiare in questo momento anche perché la mamma mi ha portata qui per farmi sorridere. Prendo un bel respiro e ripenso alla proposta di Anna che in questi giorni mi ha suggerito di andare in palestra con lei. Riflettendoci credo sia una buona idea, ho bisogno di scaricare la tensione accumulata in questo periodo e vedere gente nuova. Un paio d’ore dopo eccomi pronta. I miei capelli brillano di riflessi biondi e dorati e cerco di sorridere per far capire alla mamma e ad Emilia che è stato fatto un ottimo lavoro: << E’ inutile, il biondo è il tuo colore. Il rosso era troppo forte. >> afferma la mia parrucchiera compiacendosi. << Si infatti. Solo che mia figlia ha la testa dura. Doveva provare anche quel colore. Per fortuna è tornata in sé. >> mormora la mamma pagando. Sembra che stiano parlando della storia mia e di Matt anziché dei miei capelli, come se quel rosso che me l’ha fatto incontrare sia stato solo un errore e adesso sia tornata finalmente con i piedi a terra. Esco dal salone di bellezza e mentre la mamma va a prendere l’auto io guardo il luogo intorno a me. Sono sul corso principale del mio paese affollato come sempre all’ora di pranzo. Mi rendo conto che mi è mancato stare in mezzo alla gente e vedere la luce del sole. Finalmente inizio a provare qualcosa e sorrido spontaneamente. Inseguito torno a casa e aiuto la mamma a preparare il pranzo. Nel pomeriggio contatto Anna per riferirle la mia decisione di scrivermi nella sua palestra. << Vedrai ti divertirai. Le istruttrici sono brave e Luciano, il proprietario, è davvero simpatico. >> afferma Anna felice. << Lo spero tanto. >> mormoro pensando che ho completamente cancellato la parola divertimento dal mio vocabolario. << Come va oggi? >> mi domanda poi dolcemente. Capisco subito a cosa si riferisce e vorrei dirle che il buco che ho nel cuore non fa che espandersi, che vorrei richiudermi in camera e piangere nuovamente tutte le lacrime che ho ma decido di tenere fede al principio di cercare di non far preoccupare troppo le persone intorno a me così dopo aver preso un respiro le dico che sto bene. Anna non se la beve ma decide di non scavare troppo per non far precipitare la situazione. Sa bene che basta poco per rompere il sottilissimo strato di forza che ho costruito. << Mi fa piacere. Sai che per qualsiasi problema io ci sono. >> dice. << Grazie Anna. Sei davvero un’amica. >> rispondo e dopo aver parlato del più e del meno riagganciamo con la promessa di risentirci per metterci d’accordo per la palestra. Il resto del pomeriggio lo trascorro dall’estetista. Mamma oggi mi sta trattando come una bambola ma resisto per ripagarla delle tristi giornate che ha dovuto subire a causa mia. E’ sabato e Alex, Manuela insieme agli altri membri del mio gruppo di amici hanno organizzato una serata speciale in una discoteca molto in. Inutili sono stati i miei ‘’no’’ mia cognata mi ha minacciata dicendo che se quella sera non sarei uscita non mi avrebbe più parlato. Anche lei si è prodigata per farmi stare meglio in queste strazianti settimane subendo le mie chiamate notturne e i miei pianti improvvisi. Mi ha rincuorato in tutti i modi umanamente possibili strappandomi anche alcuni sorrisi e cercando di ampliare i miei punti di vista sulla vita per evitare che mi chiudessi in me stessa ancora una volta. Tornata a casa apro l’armadio decisa per una volta in quasi due mesi a scegliere davvero cosa indossare. Prendo in mano il completo comprato il giorno della laurea di Matt che non ho mai messo. Ripenso alla gioia immensa provata in quel momento e sento lo squarcio del mio cuore allargarsi ancora. Scuoto la testa cercando di riprendere il controllo. Faccio un respiro profondo e vado a fare la doccia. Due ore dopo sono pronta. Mi guardo allo specchio meravigliata, non mi vedevo così bella dalla sera al Four season. << Valeria, sei pronta? >> mi chiama Alex dal piano di sotto. << Si, scendo. >> dico stampandomi un falso sorriso sul volto. Incontriamo la nostra compagnia direttamente in discoteca. Giorgio mi abbraccia appena mi vede chiedendo il motivo della mia assenza nei mesi precedenti. Mi invento alcune scuse plausibili per non tirare fuori la storia di Matt. Non voglio più parlare di lui. Il mio amico accetta le mie motivazioni e sorride felice. Paolo non smette di parlare delle sue avventure con Agata e Alberto che arricchiscono i racconti di particolari spiritosi. Alessia invece mi saluta in modo superficiale guardando il suo ragazzo Giovanni in modo astioso. ‘’Sicuramente avranno litigato prima di uscire come al solito.’’ penso. Roberto si avvicina a me e Giorgio affermando che avrebbe ballato per tutta la notte. Alzo gli occhi al cielo e dopo averlo preso in giro con la collaborazione di Giorgio mi avvicino a Becca e Manuela che mi guarda contenta. << Finalmente ti vedo sorridere Valery. Sono così felice. >> dice abbracciandomi. Io la stringo forte e le bisbiglio un ‘’grazie’’ all’orecchio. Lei mi sorride e stringendomi sottobraccio  entriamo nella discoteca seguite dagli altri. ‘’Just one last time’’ di David Guetta a pompa dalle casse a tutto volume. Ci avviciniamo alla reception chiedendo un tavolino per dieci. Una giovane ragazza con una mise professionale e sexy allo stesso tempo ci guida verso dei divanetti lasciandoci poi dei menu. << Cosa prendete ragazzi? >> chiede Giorgio divertito. << Io un rum e coca. >> risponde Roberto con aria da uomo vissuto. << Ma se non reggi neanche l’acqua! >> lo prende in giro Alex. << E’ vero! L’altra volta all’Sun Ice è andato sottosopra sorseggiando un aperitivo leggerissimo. >> aggiunge Alberto. Scoppiamo tutti a ridere mentre Roberto cerca di giustificarsi. << A me va di ballare. Chi mi segue? >> domanda Paolo scattando in piedi insieme ad Agata. << Io e Valery ti raggiungiamo tra poco. >> risponde Giorgio facendomi l’occhiolino. Scuoto la testa divertita, per fortuna ci sono i miei amici che riescono a tirarmi su il morale. Qualche minuto dopo aver ordinato un bacardi alla pesca mi ritrovo in pista a ballare insieme a tutti i membri del gruppo. Mi muovo come mai prima d’ora lasciandomi completamente andare a quella musica forte e malinconica cercando inoltre di non tradurre mentalmente il testo. << Vai Valeria! >> urla Giorgio per gasarmi. Gli sorrido felice dopodiché salgo su un altura della pista dedicata ai ballerini più bravi ed egocentrici muovendo ogni parte del corpo in modo sexy. Alcuni ragazzi iniziano ad avvicinarsi all’altura incitandomi a fare di meglio. Cerco di sopprimere il mio imbarazzo e mi esibisco in alcuni passi davvero sensuali. Mio fratello mi guarda preoccupato ma cerco di rassicurarlo con un sorriso. Un ragazzo più coraggioso degli altri sale sull’altura iniziando a ballare con me. Lo guardo sorpresa, è davvero carino: alto, occhi verdi e capelli biondi. La musica cambia e iniziano a diffondersi le note di ‘’No vale la pena enamorarse’’ dei Nulatin project. Il ragazzo mi porge la mano invitandomi tacitamente a ballare più vicini quella salsa ritmata. La accetto subito meravigliandomi di me stessa. Non ho mai fatto una cosa del genere nella mia vita. Lo sconosciuto mi mette una mano sul fianco e con l’altra mi stringe una mano guidandomi nel ballo. Io gli sorrido tentando di trattenere il rossore che cerca di invadere il mio viso. << Sei davvero brava a ballare. Io mi chiamo Daniele. Tu? >> mi chiede all’orecchio. << Mi chiamo Valeria. >> rispondo timidamente. << Ti muovi benissimo lo sai? >> dice strizzandomi l’occhio. A quel punto arrossisco e contemporaneamente la musica cambia di nuovo diffondendo ‘’Libertango’’ di Grace Jones. Il ricordo che scaturisce da quella canzone mi colpisce dritta al cuore: io e Matt al Lincoln Park stretti l’uno all’altra nel nostro primo ballo insieme. Mi immobilizzo immediatamente e lascio la mano di Daniele che non capisce il motivo del mio distacco. << Ho detto qualcosa di sbagliato? >> mi chiede gentilmente. << No, non sei tu. Scusami ho bisogno di prendere aria. >> affermo scendendo dall’altura e dirigendomi nel giardino esterno del locale. Con mia sorpresa noto che Daniele mi segue fuori. Mi siedo su una panchina cercando di trattenere le lacrime. Che sciocca sono stata a pensare di poter star meglio, di potermi lasciare il passato alle spalle per una sera. La presenza di Matt è ancora troppo forte nella mia vita. Che devo fare? Volevo solo essere felice. Non ho chiesto chissà quanto, solo un briciolo di felicità insieme a lui. Prendo un respiro profondo e cerco di distendere i nervi. << Va meglio ora? >> chiede educatamente Daniele di cui mi sono dimenticata la presenza. << Oh si, grazie. Non eri costretto a seguirmi. >> dico imbarazzata. << Sei impallidita improvvisamente e non sapevo se fossi sola. Non lascio le ragazze in questo stato. >> mormora guardando se mi sono ristabilita. << Sei molto gentile Daniele. Ne esistono pochi di ragazzi come te. >> affermo sorridendogli. << Hai un bel sorriso Valeria ma non coinvolge gli occhi. Ciò vuol dire che c’è qualcosa che non va. >> dice. Bene, colpita e affondata. Distolgo lo sguardo da lui e lo punto verso l’orizzonte. << Valeria, sei qui! >> esclama poi Manuela avvicinandosi a me. <<< Manu, si scusa. Sono venuta a prendere un po’ d’aria. >> affermo. << Alex si è preoccupato perché Alberto ti ha vista uscire con un ragazzo. >> mormora guardando Daniele perplessa. << Ah, si. Lui è Daniele, mi ha accompagnata perché temeva che potessi sentirmi male. Daniele lei è Manuela la fidanzata di mio fratello. >> dico e i due si stringono la mano. << Danny andiamo. Luca si è sentito male. >> urla improvvisamente un ragazzo apparso dietro di noi. Daniele si volta e alza gli occhi al cielo: << Arrivo Carlo. Devo andare ragazze. E’ stato un piacere conoscervi. Ah Valeria, ci sei su facebook vero? >> chiede poi leggermente imbarazzato. << Si. >> rispondo. << Beh se ti va aggiungimi agli amici. Daniele Pieretti. Ciao. >> afferma sorridente e poi va via. << Cara io e te dobbiamo farci una lunga chiacchierata. >> inizia Manuela maliziosa. Io le sorrido divertita e abbandono per un po’ i ricordi su Matt.

  
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