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Autore: Hyles    22/04/2013    1 recensioni
'Non puoi mandarmi via e trattarmi come uno staccio, dovevo dare ascolto a Sam, tu sei solo uno stronzo che sa giocare con i sentimenti altrui. Non dare la colpa al mondo perchè sei tu il problema' le lacrime rigarono il mio viso, Louis mi prese per mano e mi strinse a se portando il mio viso contro il suo, delicatamente poggiò le sue labbra sulle mie ma...
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘drin,drin’
La campanella richiamò l’intera mensa invitandoci a rientrare nelle nostre classi, presi la borsa e gettai il contenuto del vassoio nella spazzature. Mi precipitai in classe come un fulmine sedendomi al mio posto aspettando l’arrivo del prof, ‘Buongiorno ragazzi’ entrò il basso e paffutello prof di storia dell’arte, ‘buongiorno’ rispondemmo in coro. Posò la sua valigia marrone sulla cattedra e si sedette, fece l’appello e alzandosi incominciò a camminare tra i banchi. ‘Ragazzi, ricordate che avevo deciso di introdurre nel consiglio di classe l’argomento gita?’ , ‘non vorranno farcela fare’ disse il mio compagno di classe che aveva da ridire su tutto. ‘Miller, se mi fai finire posso spiegarvi la situazione’ si fece serio e si posizionò davanti la cattedra osservandoci in silenzio, ‘tutti gli insegnanti hanno deciso che la gita si potrà fare! Ma se vi comporterete male tutto sarà annullato!’ un boato si alzò in classe, urla, risate salti di gioia! Era la prima gita che avremmo fatto dopo quattro anni, tutta colpa della nostra mancanza di organizzazione che ci ha impedito di fare gite di istruzione nei tre anni precedenti. ‘Dani non sei felice?’ la mia compagna di classe Sam mi abbracciò forte cercando di coinvolgermi, ma migliaia di pensieri invasero la mia mente, non ne volli parlare con lei, mi sarei sentita a disagio. Quest’ora e l’ora seguente di teatro passarono subito, finalmente potevamo ritornare a casa; sganciai il lucchetto della bici e misi la borsa nel cestino di paglia, dopo circa un quarto d’ora di pedalata arrivai a casa. ‘Papà sono a casa!’ urlai poggiando la borsa sulla sedia all’entrata. ‘Sono in cucina tesoro!’ lo sentii e corsi da lui, era intento nel preparare qualcosa che non aveva ne forma e ne odore. ‘Tutto bene a scuola?’ chiuse, ‘Solito noioso sabato di scuola,ma direi bene’ presi una mela dal portafrutta e l’addentai e mi sedetti sul tavolo osservando papà con indosso un grembiule con le paperelle, ‘papà, sai che così non troverai mai una fidanzata? Dissi ridendo, si voltò con aria minacciosa verso di me puntandomi un’ala di pollo contro, ‘guarda che in azienda tutte le donne cadono ai miei piedi’ rise, nonostante una vita piena di dolore papà ha mantenuto in forma la sua giovane età di padre quarantaduenne, dai capelli corvini e occhi blu come il mare, è alto e di bella presenza, gentile e affettuoso anche con gli estranei, la cosa che ci accomuna è che andiamo d’accordo su tutto; ‘lo so che le donne ti amano, ma ricordati che sono gelosa’ si avvicinò a me e mi diede una caldo bacio sulla fronte ‘tu sarai sempre la mia piccola principessa’ , guardai l’orario dovevo studiare e poi andare a lavoro, non avrei voluto far tardi per beccarmi un licenzi manto in tronco, ‘papà vado a studiare, ti lascio in compagnia di questo povero pollo mutilato’ gli diedi un bacio sulla guancia e corsi in camera. Le sei arrivarono subito, presi la borsa ed andai a lavorare, non era un lavoro che mi dava molte soddisfazioni ma dovevo farlo, io e papà eravamo soli e molte volte il suo lavoro non andava a gonfie vele ed avevamo problemi economici, con il mio lavoro con un salario minimo riuscivamo a vivere rinunciando alle cose superflue. ‘Buona sera!’ dissi entrando nel bar, ‘Brooks, oggi sei stata puntuale!’ disse il mio capo osservando il grande orologio posto sulla porta d’ingresso, ‘ma questo ha anche da ridire anche quando sono puntuale?’ borbottai, ‘hai detto qualcosa?’ ribatté, feci no con il capo e corsi nel camerino ad indossare la divisa, il mio compito era  prendere le ordinazioni al bancone, sembra semplice ma non lo è. ‘salve!’una voce attirò la mia attenzione ‘salve, benvenuto la Joey’s Burgers, in cosa posso esserle utile?’ , ‘sarei felice se tu stasera venissi alla festa di Madison con me?’ , alzai lo sguardo e mi ritrovai Sam, ‘Sam.. comunque non posso lavoro fino all’orario di chiusura, poi sai che non amo le feste’ replicai, ‘ma oggi è sabato, lavori sempre, non ti prendi mai un attimo per te, sgobbi dalla mattina alla sera e mi rifiuti tutti gli inviti, no, questa volta non accetto il tuo no! Ora vai da quell’idiota di Joey e ti fai dare la serata libera,di che hai un problema grave da risolvere!’  concluse il suo discorso sbattendo il pugno sul bancone, ‘Sam devo lavorare, mi servono i soldi!’ , uscii da dietro al bancone ed andai a prendere le ordinazioni ai tavoli seguita da Sam che sembrava la mia ombra, ‘dai ci divertiremo!’ continuava a ripetere, ‘okay! Andrò a parlarci!’ a quelle parole mi saltò addosso abbracciandomi forte. Diedi le ordinazioni ad una mia amica ed andai nello studio di Joey,  bussai e subito mi rispose ‘cosa c’è Brooks?’ domandò con arroganza, era un uomo scontroso, burbero, antipatico, tirchio, ma per una volta speravo in un suo si, ‘mi ha chiamato mio padre, c’è un problema a casa, posso andare? Domani prometto che farò il doppio turno, è una cosa urgente!’ chiesi quasi implorandolo di accettare la mia richiesta. ‘Brooks sei fortunata, puoi andare, ma domani ti voglio qui alle 9 puntuale come un orologio svizzero!’, ‘grazie!’ urlai si gioia, non riuscii a contenermi, uscii  dallo studio e corsi da Sam per darle la bella notizia, mi accompagnò a casa con la sua auto e verso le 10 sarebbe venuta a prendermi per andare alla festa. ‘papà sono a casa!’ urlai per farmi sentire, lo vidi scendere dal piano superiore con aria stanca ’papà che hai?’ domandai preoccupata, ‘no nulla, come mai così presto a casa?’ domandò, ‘ho chiesto al mio capo un permesso per avere la serata libera, vado ad una festa con Sam’ risposi, ‘allora divertiti, se mi cerchi sono in studio.’ Era strano, sconvolto, non volle dirmi nulla; corsi in camera ed andai a farmi una bella doccia rinfrescante amavo il tocco leggero dell’acqua sulla mia pelle bruna, mi faceva sentire leggera. Avvolsi l’asciugamano attorno al mio corpo ed andai scegliere cosa indossare. Gettando all’aria mezzo armadio trovai un abitino nero molto carino con un grande fiocco nero che dietro scendeva morbido, e misi dei tacchi neri non molto alti, odiavo i tacchi, servivano solo a distruggere il mio equilibrio e massacrarmi i piedi. Raccolsi i miei lunghi capelli neri in un fermaglio con brillantini e indossai una collana che mi regalò papà tempo fa. Ero pronta, mandai un messaggio a Sam che subito mi rispose che sarebbe ben presto arrivata. Suonarono alla porta, era Sam, salutai papà nello studio ed andai in macchina con Sam , ‘sei bella stasera’ mi disse, ‘mmh grazie, non sapevo cosa mettermi. Anche il tuo abito è molto bello, color salmone, dovrei utilizzare anche io colori un po’ più accesi come i tuoi’ rise. Finalmente arrivammo a casa di Madison, una fila di macchine contornava il suo giardino, non immaginavo ci fosse così tanta gente, ‘Sam dammi la mano non vorrei perderti!’ senza Sam in quella banda di pazzi sarei morta, ‘dai godiamoci la festa! Andiamo a ballare un po’! mi tirò a se, io ero impacciata, non riuscivo a ballare in pubblico, ‘Sam vado a prendere da bere, una birra ti va bene?’ le domandai, vidi che annuì, poi scomparve nella folla danzante. Andai al bancone ‘due birre per favore’ il barista si volto e prese due birre che stappò e me le porse, erano ghiacciate, le mie mani si stavano congelando, stavano quasi per cadermi ma non causai nessun danno, qualcuno mi venne addosso ‘ehi dolcezza fai attenzione!’ era un ragazzo barcollante, già ubriaco nemmeno a metà serata , lo scansai la mi prese per un braccio voltandomi verso di lui ‘non ti andrebbe di ballare con me e condividere la tua birra con me?’ mi stringeva il polso e una birra mi cadde ‘che spreco di birra’ disse il ragazzo, sentii una mano calda poggiarsi sulla mia spalla ‘cos’è solo tu puoi divertirti con questa signorina?’ mi voltai e vidi un ragazzo sorridermi come un’idiota, la sua mano diventò sempre più pesante sulla mia mano,  affondò le sue unghie nella pelle provocandomi dolore, ‘lasciatemi!’ urlai, ma sembrava che a nessuno interessasse la mia situazione in quel momento , ma ci fu l’eccezione qualcuno rispose alla mia richiesta d’aiuto ‘hai sentito la signorina, lasciala!’ entrambi i ragazzi si voltarono verso colui che forse fu l’unico ad interessarsi di me , colsi l’occasione e subito scappai in cerca di Sam, la trovai , era seduta con alcune sue amiche, subito la presi e la tirai a me ‘Sam ti prego andiamo via!’ ero ancora spaventata, ‘ma cos’è successo?’ domandò perplessa, ‘ti spiego in macchina, ora andiamo!’ uscimmo dalla casa ed andammo al parcheggio per prendere l’auto, ‘ora benedetta ragazza, vuoi spiegarmi cos’è successo?’ , ‘due ragazzi mi hanno importunata, queste situazioni mi spaventano ma per fortuna qualcuno li ha distratti ed io sono corsa da te!’ , risposi, iniziai a giocherellare con il mio braccialetto di perline per scaricare l’ansia,’l’importante è che tu stia bene’. Mi riaccompagnò a casa, cercai di calmarmi per non far trasparire niente a mio padre, per non farlo preoccupare e altro. ‘Sam ci sentiamo domani, buona notte!’ chiusi lo sportello ed andai verso il portone di casa, infilai la chiave ma la porta mi si aprì , era papà ‘ti ho sentita arrivare così presto’ mi disse, ‘la festa era noiosa, non mi piaceva ed abbiamo deciso di tornarcene a casa, ora vado che sono stanchissima!’ gli diedi un bacio e corsi in camera per fiondarmi nel letto.


SPAZIO AUTRICE

Ciao mie cari lettori! era da molto che non iniziavo una fan fiction seria, tutto è nato magicamente nel pullman! perferzionaldola credo che potrà diventare qualcosa che mi darà soddisfazioni! VORREI SAPERE VOI COSA NE ENSATE DI QUESTO PRIMO CAPTOLO, UNA RECENZIONE MI RENDEREBBE FELICE, UN ABCIO! 
   
 
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