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Autore: Deddie9    22/04/2013    1 recensioni
Potete immaginare la mia delusione da bambina quando sono venuta a conoscenza che il mio idolo,il mio Freddie,non c’era più. Una malattia se l’era portato via pochi anni prima della mia nascita,e questo mi ha segnato profondamente. Non avrei mai potuto vedere un loro concerto,non avrei mai assaggiato quell’emozione che si prova quando si aspetta un nuovo disco.. Niente. Non avrei mai provato niente di questo. Quindi il mio più grande sogno era quello di poter tornare indietro nel tempo e di incontrarli.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi stropiccio gli occhi. No,non può essere. Il mio più grande idolo,il mio più grande amore,è appena passato sotto la mia finestra.
Respira Debbie,respira profondamente.
Non ce la faccio.
 Corri sotto! Corri per vedere se è lui!
Questa volta do ascolto alla mia coscienza e mi precipito verso la porta,ma aprendola vado a sbattere contro una cameriera con un vassoio e una bottiglia in mano,la quale per non si sa che grazia riesce a non perdere l’equilibrio,mentre io finisco a terra come un sacco di patate.
«Oddio mi scusi signora,sono così spiacente! Si sente bene?»
Mi alzo a fatica,mi sistemo i vestiti che ormai erano da lavare,e le rivolgo un sorriso:
«Sisi,tutto bene,anzi,mi scusi lei,sono io che sono corsa fuori un po’ troppo violentemente! Ma comunque.. Quella è la cena?»Indico il vassoio che ha in mano.
«Si signora. Le ho portato zuppa di pomodoro,una fettina di pollo con insalata e una bottiglia d’acqua. Le occorre altro?»
Zuppa di pomodoro. Brr,rabbrividisco solo al pensiero di mangiarla. Odio le cose con il pomodoro,ad eccezione della pizza,ovviamente.
«Ehm,no grazie,va benissimo così»E lancio una seconda occhiata al vassoio,stavolta però con aria minacciosa.
«Allora le appoggio il vassoio qui sul tavolo e passerò domani mattina a riprenderlo. Poi per altro,gli asciugamani sono lì,le coperte sopra all’armadio e le lenzuola pulite dentro. Se ha bisogno di me,non esiti a chiamarmi. Buonanotte»Detto questo,appoggia il vassoio sopra ad un tavolino (che ricordava vagamente quello di mio zio Piero nella sua camera da ragazzino a casa di nonna) e,sorridendomi,se ne va.
Istintivamente mi affaccio dalla finestra e punto lo sguardo dove prima avevo visto Freddie: purtroppo non c’è più nessuno,se ne sono andati via tutti. Capisco che ormai sarebbe inutile scendere sotto e decido di mangiare: la zuppa,rossa come il sangue,ha fatto una specie di pellicola sopra che mi fa passare di mente il solo tentativo di provarla; decido di passare direttamente al secondo e comincio a mangiare la fettina con un po’ di insalata: non un granché,ma per fermare la fame è perfetto.
Mangiando comincio a pensare a quello che avevo visto.. Il mio eroe in carne ed ossa. Passare sotto il mio hotel,uscendo dai Sarm West Studios.
I Sarm West Studios! Ecco dove li avevo già sentiti! Se non mi sbaglio è dove i Queen registrarono Somebody To Love! Mamma mia,e se Freddie fosse stato lì proprio per registrarla in quel momento?
Un sorriso enorme mi spunta sulla faccia,e finisco di fare cena canticchiando con la bocca piena.
Quella sera mi addormento subito,forse per il trauma e la stanchezza,forse perché i letti degli anni Settanta erano incredibilmente comodi,ma anche nel sonno non riesco a non sentire la voce della mia coscienza,che urla strepitante nella mia testa.
Preparati Debbie,sono sicura che le cose stanno per cambiare! Sento che succederà qualcosa di strabiliante!
 
 
Mi sveglio di soprassalto.
Che cazzo di ore sono?
Controllo l’orologio. Dieci meno un quarto. Sono in ritardo! Mi precipito in bagno e dopo una doccia ad velocità a tempo record,mi vesto,do una sistemata ai capelli che sono in condizioni terrificanti, ed esco dalla camera. Certo che anche in una realtà parallela sono costretta ad essere perennemente in ritardo.
Esco dal hotel,e cercando di ricordare la strada che avevo percorso la sera prima,giro a destra  e comincio a guardami intorno. Scorgo l’insegna del ristorante e,ringraziando tutti i santi del paradiso per non essermi persa,corro ed entro tutta affannata.
«Sei in ritardo!Sei licenziata!»Una voce maschile familiare urla dietro di me. Sicuramente il capo.
«Mi scusi mi scusi mi scusi,mi ero persa e non ritrov.. oh.»Mi giro e vedo che la voce non era del capo,ma di Mark,che mi guarda e mi sorride.
«Tranquilla,stavo scherzando,non decido io chi licenziare!» E scoppia a ridere. Che bella risata! «Ma sei veramente in ritardo. Per questa volta ti copro,è il tuo primo giorno,ma la prossima volta stai attenta!»
«Grazie,veramente,per tutto l’aiuto che mi stai dando!»Gli sorrido e gli tendo la mano destra.
«Ricordo anch’io i miei primi giorni,e non furono affatto semplici,e quindi ti capisco. Un aiuto è sempre ben accetto!»Mi stringe la mano  «Ora però ai fornelli!».
Tra un’ordinazione e un'altra le ore passano veloci e non riesco neanche a respirare: Debbie prepara quello,Debbie prepara l’altro,Debbie porta questo,Debbie porta quest’altro… Sono diventata la domestica tutto fare. Alle tre finisco il mio turno e rimetto apposto il grembiule,quando Mark si avvicina a me e mi dice:
«Io sto andando a mangiare qui vicino. Mi fai compagnia?»
Ci penso un po’. Non è per niente una cattiva idea.
«Si certo! Passo a casa a prendere i soldi…»
«Non serve,oggi offro io!»
Lo guardo negli occhi: ha proprio dei bei occhi azzurri. Mi ricordano il mare d’estate.
«E’ per caso una mezza specie di appuntamento?»
«No »dice,distogliendo gli occhi dal mio sguardo e cominciando a fissare il muro «Solo due colleghi di lavoro che vanno a mangiare insieme. Infatti per questa volta pago io,ma la prossima offri tu!»E scoppia a ridere;io non riesco a trattenermi e scoppio a ridere insieme a lui.
«D’accordo! Allora andiamo!»
 
Siamo entrati un locale veramente carino,tipico degli anni settanta. Due cheeseburger e due Cole,cosa c’è di meglio per pranzo? Mentre mangio mi guardo intorno: non è molto decorato,ma ci sono un mucchio di fotografie in bianco e nero appese alla parete: un poster di Elvis Presley,varie fotografie del mare e una foto della regina. Mi piace.
Mangio il mio panino molto lentamente,anche perché parlo con Mark tutto il tempo e vengo a sapere che è un grande fan dei Beatles.
«Let It Be. E’ la mia canzone preferita. Non riesco a stare senza ascoltarla almeno due volte al giorno con il mangiadischi. E tu invece? Qual è la tua canzone preferita?»
«La mia canzone preferita è certamente Don’t Stop M.. »Mi rendo conto dell’enorme casino che sto per fare. «Ehm.. No scusa,ho sbagliato a dire! In realtà,non ho una canzone preferita..»E cerco di abbozzare un sorriso cercando di ridere. Mark mi guarda un po’ male e scoppia a ridere con me.
«Certo che sei proprio strana eh! Prima cominci a dire una cosa,e poi non la finisci!»E continua a ridere «Dai,avrai pure una canzone preferita,no?»
Ti prego memoria musicale,non mi tradire .Aiutami a trovare una canzone precedente al 1976.. Ma certo! E’..
«… Bohemian Rhapsody! »
«Bohemian Rhapsody? Ma quale, quella lunga sei minuti?»
«Esattamente quella. Dei Queen.»
«I Queen. Si ne ho sentito parlare.. Non è moltissimo che si sono formati,ma pare che abbiamo riscosso abbastanza successo.»
E siamo ancora all’inizio,caro Mark.
«Già. Mi piace davvero molto il loro stile e quella canzone.. Ne vado matta!»
«Capisco cosa significhi andare in estasi per una canzone!»E mi sorride,mentre io ricomincio a ridere per nascondere la mia faccia da ‘pericolo scampato’.
Finiamo di pranzare e Mark purtroppo non può restare con me,perché l’addetto principale del rifornimento del ristorante,ha alcune commissioni da fare.
«Ce la fai fino all’hotel,vero? O ti devo accompagnare?»
«Tranquillo,so cavarmela. Poi non è molto lontano,non ci metterò molto ad arrivare. Ci vediamo stasera,e grazie per il pranzo!»E lo saluto agitando la mano.
Mi incammino verso l’hotel. La strada in questo momento è deserta: non passa una macchina, c’è un bellissimo silenzio e senza neanche accorgermene comincio a cantare,tenendo socchiusi gli occhi mentre cammino lentamente.
 
I’ve been working so hard
I’m punching my car
Eight hours for what?
Oh tell me what I got
 
E continuo a cantare,mentre mi siedo su una panchina di un parco.
 
Lose your blues everybody cut footlose!
 
Quando cade qualcosa da un albero. O meglio,qualcuno. Mi avvicino lentamente e per poco non cado anche io: un batterista è caduto da un albero. O meglio, il mio batterista è caduto da un albero.
Non riesco a proferire parola,e rimango lì a fissarlo come un’ebete,mentre lui a fatica si rialza da per terra.
«Ma.. Tu.. Cioè.. Albero.. Sopra.. Terra.. Tu.»
Mi guarda come se avessi parlato in alienese (cosa che hai fatto,tesoro) e cerca di sorridermi mentre si ripulisce dalla terra.
«E’ una situazione abbastanza.. Imbarazzante,non trovi?»
Annuisco. Meglio esprimesi a gesti,considerando il precedente tentativo di abbozzare una frase.
«Sicuramente ti starai chiedendo perché ero sopra ad un albero,ed è più che comprensibile,ma prima forse è meglio che mi presenti. Mi chiamo..»
«ROGER TAYLOR!»Gli urlo praticamente in faccia.
Ti sei ricordata al momento giusto di parlare,eh?
«Si ma.. Come mi conosci?»
«Sei il batterista dei Queen!»
Roger sorride soddisfatto.
«Bene,vedo che già conosci me e i miei amici e mi fa piacere. Hai sentito il nostro ultimo pezzo? Forte eh?»
«Si,è favoloso,mi piace tantissimo e.. ma aspetta,cosa ci facevi su quell’albero?»
Roger si porta una mano dietro ai capelli e cerca di spiegare:
«Ecco,io tutti i giorni vengo a fare una passeggiata qui in questo parco per rilassarmi un po’ ma essendo abbastanza famoso in questa città,per trovare un po’ di pace sono costretto a salire su questo albero. Solo che oggi ho sentito qualcuno cantare,ed eri tu,e sembravi talmente immersa nella musica che mi sono sporto un po’ di più per poterti sentire meglio ed osservarti. Mi piace davvero molto la tua voce e il modo in cui canti,sei molto brava! Sei una cantante?»
«No,in realtà vado a scuo.. Ehm,faccio la cameriera.»
«Convinto invece che fossi una cantante professionista,ma meglio così. Davvero bella la canzone che stavi cantando,l’hai scritta tu?»
«No,è di Kenn.. Ehm,di un certo Kenny,ma non sono sicura. L’hanno passata alla radio e mi è piaciuta,e quindi io adesso.. Aspetta,hai detto che sono brava a cantare? Ma mi stai prendendo in giro?»Lo riguardo malissimo.
«Senti bambolina,se ti dico che se brava,significa che sei brava. Poi se te lo dico io,che di musica me ne intendo meglio di chiunque altro,devi fidarti.»Mi fa l’occhiolino.
Ok che è Roger,ma bambolina non mi ci chiama!
«Bambolina? Ehi,guarda che io ho un nome,non sono mica un pupazzo!»
«E si può sapere o devo continuarti a chiamare bambolina?»Mi fa una carezza sulla guancia. Involontariamente avvampo tutta.
«Mi chiamo Debbie,e non provare più a chiamarmi così,capito?»
«Mamma mia quante storie.. Però non ti assicuro niente,mi esce involontariamente quando ho una bella ragazza davanti.»
«Senti,se stai cercando di fare colpo o non so che cosa con me,stai completamente sbagliando strada. Comunque,io adesso devo andare che tra non molto devo tornare al lavoro,quindi piacere di averti conosciuto di persona,Roger»
«Ehi ehi,aspetta un momento. Voglio farti una proposta: siccome sei molto brava a cantare e mi pare di capire che ti intendi di buona musica,che ne dici di provare ad essere la nostra assistente? Dei Queen,intendo. Ne stavamo giusto cercando una,e tu mi sembri perfetta.»
IO? ASSISTENTE DEI QUEEN? Respira,respira.Fiuuu
«Io,sarebbe.. Perfetto,cioè si,certo!»Ancora non riesco a crederci.
«Allora perfetto,ci vediamo domani alle.. Tu a che ora finisci il lavoro?»
«Alle tre del pomeriggio e poi ricomincio alle sei»
«Va benissimo. Allora ci vediamo alle 3 e mezza ai Sarm West Studios. Ah e comunque non vorrei allarmarti bambolina,ma sono le sei meno dieci minuti.»
«Ti ho detto di non ch.. LE SEI??! Devo correre! Oddio sono in ritardo.. Ciao Roger,a domani!»
Gli faccio un cenno con la mano e corro via verso il ristorante.
 
Dopo essermi persa una volta,lo trovo. Sono così sollevata! Fortunatamente sono in orario e comincio il mio turno senza problemi. Oggi sono felice,e lavoro con serenità.
Evidentemente la mia felicità si deve proprio vedere,perché ogni tanto Mark mi guarda e mi sorride. Sono contenta di aver incontrato un ragazzo come lui! Però,nonostante gli sguardi e sorrisi di Mark,non riesco a smettere di pensare a suoi occhi azzurri.
 Che mi succede? Ok,era il batterista del gruppo con il quale sono cresciuta insieme ma.. Questa volta non penso ai Queen,ma solo ai suoi occhi.
Fottutissimi occhi azzurri.
 
 



 
Note dell’autrice a pié di pagina:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Chiedo venia per tutto il tempo che ci ho messo per pubblicarlo,ma non avevo neanche un briciolo di tempo e non trovavo l’ispirazione; per fortuna,è arrivata!
Adesso passiamo alla parte delle fonti:
-Debbie si rende conto che non può dire Bohemian Rhapsody come canzone preferita perché,essendo nel 1976,ancora non esiste
- La canzone che canta Debbie è “Footlose” di Kenny Loggins,se volete ascoltarla (e ve lo consiglio) è questa http://www.youtube.com/watch?v=XrqrpMFxMo8
Mi pare che non ci sia nient’altro da dire e quindi ci rivediamo al prossimo capitolo!
Get down on it!  Deddie9
  
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