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Autore: Unicorno del Senpai    22/04/2013    2 recensioni
Salve a tutti! Questa è la mia seconda FanFiction. È su Hetalia ed è tutta farina del mio sacco!
Direi che il pairing è un UsUk (o UkUs, vedetela voi come più vi piace) un pò speciale.
La storia inizia con una strana figura che si imbarca di nascosto su una nave pirata, ma c'è qualcosa di strano che gli altri marinai scoprono e rivelano subito al loro capitano.
Bè, a voi la lettura, spero sia di vostro gradimento!
Genere: Avventura, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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CHAPTER 7

-       «Sweet Dreams!»

Una volta arrivati nel cuore della città i due scesero dalla carrozza.
Arthur andò prontamente a prenderla sotto braccio, facendo anche un lieve inchino con il capo che fece sorridere timida la giovane donna.

«E così questa è Londra… I like it!»disse Emily dopo qualche imbarazzante attimo di silenzio.  «Guarda lì! Come sono ben vestite quelle! Ma io sono meglio, vero?»

Gli chiese, stringendosi quasi senza accorgersene al suo braccio e rivolgendogli un sorriso smagliante.
L’inglesino rimase come incantato, come tutte le volte che gli capitava di guardarla negli occhi, mentre farfugliava qualcosa.

«S-Sei bellissima…»

Non si era ancora reso conto di quello che aveva appena detto che una fastidiosa risatina lo riportò alla realtà.

«Nahahah, ci avrei scommesso!»

La bionda fece la spavalda, ma in verità era arrossita, eccome se lo era!
Voltò infatti il viso dall’altra parte per non farsi vedere mentre le sue guance prendevano sempre più colorito ed aumentava la delicata stretta attorno al braccio offertole dal suo accompagnatore.

«Well», riprese Arthur, tagliando corto con quel discorso mentre l’imbarazzo cresceva anche in lui dopo essersi accorto di cosa le aveva detto, «Cosa ne dici di andare a mangiare qualcosa prima del teatro? Lo spettacolo durerà un po’ ed Esther ha la serata libera quindi non potrà cucinarci nulla.
Conosco un bel posto da queste parti, mi piacerebbe portartici.»


Emily voltò allora di nuovo lo sguardo verso di lui, il rossore andava viavia scemando sempre di più, ed annuì: «Yeah, why not? Sono curiosa adesso, non vedo l’ora di vederlo!»

«Perfect.»,disse alla fine il ragazzo, sorridendo felice dell’entusiasmo dell’altra.

Una volta arrivati nel lussuoso ristorante, che a quei tempi potevano permettersi in pochi, la coppietta venne fatta accomodare ad un tavolo per due in un ospitale ed intimo angolo del locale.
La biondina si fece consigliare da lui su cosa ordinare e restò molto sorpresa quando fu servito il cibo in tavola.

«Mmh, it’s delicious!», si ricordò della prima regola delle buone maniere: mai parlare a bocca piena, e così fece, dopo essersi pulita le labbra con il tovagliolo di stoffa.

«I’m glad you like it, l’ho pensato apposta per te.»

«Really?», si coprì le labbra con una mano e ridacchiò appena.

Andarono avanti così, tra una chiacchiera e l’altra, fino a che non giunse l’ora di andare a teatro.
Arthur pagò il conto e poi prese nuovamente la ragazza sotto braccio. Si scambiarono un sorriso una volta usciti dal ristorante e si diressero verso il Globe Theatre, il grande teatro di Londra dove recitava la compagnia di Shakespeare.

L’inglese fece accomodare la sua dama accanto a sé, erano quasi in prima fila, essere fra i favoriti della Regina ha i suoi privilegi.

Quella sera la compagnia metteva in atto proprio The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet” e per quanto quella fosse la prima volta per Emily in un teatro, l’opera la prese talmente tanto che trattenne il fiato fino alla fine, stringendosi contro il fianco di Arthur e seguendo tutto per filo e per segno.

Quando venne chiuso il sipario la ragazza sospirò triste dovendo ritornare alla realtà, ma appena si ritrovò praticamente abbracciata al biondo non era poi più così triste.

«Ehm, I guess we should go now…» disse allora Arthur. Nella sua voce si poteva notare una vena di tristezza, gli era piaciuto assistere alla rappresentazione anche se aveva passato la maggior parte del tempo a guardare di nascosto Emily tutta presa dalle vicende che si svolgevano sul palco.

Si azzardò a farle una leggera carezza sulla guancia con il dorso della mano per poi alzarsi e porgerle nuovamente il braccio.

Questa volta Emily non fece in tempo a voltarsi dall’altra parte che si sentì avvampare in viso, specialmente dove l’altro l’aveva accarezzata.
Si alzò di scatto e lo anticipò, dirigendosi verso l’uscita.

«Y-Yeah, let’s go, it’s late!», borbottò frettolosamente, lasciandosi poi prendere sottobraccio e farsi aiutare nel salire sulla carrozza.

Appena Arthur si fu sistemato accanto a lei e la carrozza partì, Emily si voltò verso di lui: «E’ stato bellissimo, non avevo mai visto nulla di simile. E poi la storia! E’ molto triste, but I enjoyed it!»

«Lo immaginavo, questa è la mia rappresentazione preferita, sono davvero felice che sia piaciuta anche a te, avevo paura che non l’avresti gradita…»

«Why not? Invece mi è piaciuta, ed anche molto!», gli sorrise radiosa avvicinandosi d’impulso a lui e stampandogli un veloce e delicato bacio sulla guancia.

Fortunatamente erano arrivati a destinazione. Emily si sbrigò e scese dalla vettura prima che Arthur potesse dire qualcosa.
Lo aspettò sulla soglia, dondolando sui tacchi, facendo come se niente fosse.

“Menomale che siamo al buio”, pensò Arthur, “così non può vedermi in faccia… Ma cosa le è preso?!”.
Pescò le chiavi di casa nella tasca della giacca ed aprì la porta, facendo entrare prima la sua dama: «Prego.»

Emily aspettò che chiudesse la porta per poi parlare: «Grazie per la bellissima serata, mi sono divertita molto. Magari potremmo rifarlo…»

Arthur sorrise e fece un inchino un po’ scherzoso «E’ stato un piacere per me, milady, e sarei felice di potervi accompagnare nuovamente a teatro.»

La biondina borbottò qualcosa, timida, per poi dire con un fil di voce: «Ora è meglio che vada nella mia stanza, good night and thank you again…»

«Wait»,Arthur la bloccò per un polso prima che potesse andare via,«Perché non resti un altro po’ con me? Mi piace molto la tua compagnia…»

«B-But it’s late, we should go to sleep…»

«Sleep can wait, now.», la tirò, sempre con delicatezza, verso di sé, stringendola fra le proprie braccia.
“God, what am I doing?!”, pensò e la allontanò di nuovo da sé.

«S-Sorry, non avrei dovuto! S-Sono stato troppo avventato..!», si voltò dall’altra parte, dandole le spalle e coprendosi il viso con le mani.

Emily sulle prime rimase interdetta sia dall’abbraccio che da quello che era accaduto subito dopo.
Gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro, senza troppa paura, spostandogli le mani dal viso.

«I kinda liked it, don’t worry…», sussurrò appena, facendolo voltare verso di sé e sollevando il viso per guardarlo, sorridendogli dolce.

Arthur mugolò qualcosa di incomprensibile, ma la lasciò fare, anzi, la accarezzò sulla testa, ricambiando la stretta.

«I love your smile…»,disse, perdendosi ancora una volta nei suoi occhi.

«I love you…», sussurrò lei, sollevandosi appena sulle punte dei piedi per posare poi le proprie labbra sulle sue.
Erano così morbide e si muovevano in perfetta sincronia.

L’inglese non si aspettava una cosa del genere, anzi, una risposta del genere!
Non era lei quella che fino a qualche settimana prima affermava categoricamente di non volerci avere niente a che fare con lui?
Beh, alla fine non che gli dispiacesse più di tanto…

Ricambiò il bacio della biondina che era ancora fra le sue braccia.
Durante i primi attimi, quando era appena stato colto di sorpresa e teneva gli occhi aperti, notò che la ragazza li teneva insolitamente stretti, chiusi quasi fosse costretta a farlo e questo lo fece sorridere un poco.

“Una novellina”, pensò, mentre la stringeva ancora più forte a sé.

Per un attimo si dimenticò delle buone maniere da gentleman inglese e la spinse contro il muro, accanto alla porta.

Sentì la ragazza sobbalzare e staccarsi dalle sue labbra, con uno sguardo quasi preoccupato.

“Bel lavoro Arthur! Anche tu, cerca di trattenerti, non sei più a Tortuga con quelle donne da quattro soldi, comportati bene!”, pensò fra se e se ancora una volta, riprendendo il controllo.

«I-I’m so sorry! Please, non guardarmi in quel modo, era…», ma no, stava solo cercando scuse, era proprio quello che lei aveva visto, inutile inventarsi strane storie.

Abbassò lo sguardo prima di notare che indossavano ancora il soprabito.
“Devo rimediare”, pensò ancora, così fece un piccolo inchino e le chiese se poteva levarle la giacca.

Emily annuì e gli diede per un attimo le spalle, il tempo necessario a sfilarsi l’indumento, e subito si rimise con le spalle al muro, senza spiccicare una parola e mordicchiandosi appena il labbro inferiore.

A quel punto Arthur, dopo aver appeso entrambi i soprabiti all’attaccapanni, porse la mano alla sua dama riformulando l’invito di poco prima: «So, ti piacerebbe farmi compagnia stasera? Ti trovo molto
gradevole, sai…»


Questa volta la ragazza non se lo fece ripetere due volte e posò la mano sulla sua con un sorrisetto timido, annuendo lentamente: «Yes, why not?»

L’inglese le fece un delicato baciamano e poi la prese sottobraccio, accompagnandola su per le scale nella propria stanza.

Emily c’era già stata una volta, le piaceva quel buon odore di thè che si sentiva non appena si entrava.

«A-Allora, eheheh…» sentì Arthur ridacchiare timido ed impacciato alle sue spalle, quasi poteva vederlo arrossire, ci avrebbe scommesso che era diventato almeno un po’ rosso! Le piaceva così tanto quando si imbarazzava…

Si voltò allora verso di lui, posandogli un indice sulle labbra e scuotendo appena la testa: «We don’t need words now…»

Certo che faceva progressi la novellina!, si ritrovò a pensare l’altro, sentendosi ormai stretto nei vestiti. Passò allora due dita attorno al colletto della camicia come per allargarlo un po’.

Quasi non fece in tempo a terminare quell’azione che di nuovo si ritrovò con le labbra incollate a quelle di Emily che si muovevano, morbide e delicate,  sulle sue.
Arthur allora non perse altro tempo e la strinse di nuovo a sé, questa volta senza troppa insistenza, ma andò subito alla ricerca della chiusura del vestito.

La trovò senza troppi problemi, dopotutto gli abiti della Regina erano molto più complicati da levare, questo gli risultò una barzelletta.

Fece scorrere le mani sulle spalle nude di lei e poi sulla sua schiena, fin quando non incontrò l’ostacolo del corpetto.

Emily nel frattempo era quasi rabbrividita sotto al suo tocco così leggero ed esperto, poteva accorgersene anche se lei di esperienza ne aveva meno di zero.
Per non essere da meno però allungò le mani verso i primi bottoni della camicia dell’inglese, aprendoglieli e lasciandolo alla fine con il petto scoperto.

I due si potevano vedere abbastanza nitidamente grazie alla luce della luna che filtrava da dietro le non troppo spesse tende che coprivano la finestra e li riparavano da sguardi curiosi.

Arthur a quel punto fece cadere giù dall’esile figura della biondina il vestito tutto fronzoli e passò a slacciarle il corpetto. Anche quest’operazione non risultò troppo complessa per lui, abituato a ben altri standard. Dopotutto la ragazza non lo aveva nemmeno allacciato come si deve.
Male, avrebbe pensato in altre circostanze, ma in quel momento aveva cose ben più importanti a cui pensare.

Emily si staccò un attimo dalle sue labbra per poterlo ammirare un po’, anche se si vergognava di quello che stava facendo, ma stranamente non si vergognava del fatto di essere praticamente nuda di fronte ad un uomo.
Strani gli abitanti del Nuovo Mondo.

L’inglese la sollevò all’improvviso da terra, tenendola in braccio, con un sorrisetto beffardo in viso.
A quel punto fu Emily ad arrossire.
Prima di essere deposta sul letto però la biondina diede due lievi calcetti all’aria in modo da sfilarsi le scarpette e lasciarle cadere sul pavimento con un piccolo tonfo.

Quando finalmente ebbe la minuta, ma non troppo piccola, figura del ragazzo su di sé lì si che si sentì arrossire tremendamente.

L’altro non se ne accorse, troppo intento a sfilarsi i pantaloni e poi gli ultimi indumenti rimasti ad entrambi.
Alla fine eccome se la vide, era impossibile non notare un così bel visetto diventato tutto rosso per la vergogna e la timidezza.

La accarezzò sulla guancia, le diede un bacio sulla fronte e poi disse, da bravo gentiluomo: «Non dobbiamo farlo per forza se non vuoi…», al che Emily scosse vigorosamente la testa, non voleva farsi vedere debole!

Arthur sorrise dolce, dandole questa volta un bacio sulle labbra e scostandole dei ciuffetti biondi dal viso per poterla guardare meglio negli occhi.

«Don’t be scared, I’m here with you, Emily…».

Era la prima volta che la chiamava in quel modo, con quel tono poi.
Emily era tutta un fascio di nervi, si sentiva persino tremolare sotto di lui, specialmente quando Arthur prese ad accarezzarla lungo tutto il corpo, sul seno, sui fianchi, sulle cosce per poi risalire di nuovo verso il seno e stringerlo fra le mani.

Quelle carezze non le sembravano affatto invadenti, tutt’altro, ma quando la strinse a quel modo le sfuggì un flebile ma acuto squittio ed il petto iniziò ad andare su e giù molto velocemente.

«Calma, dear, don’t worry…», le sussurrò in un orecchio per poi scendere con le labbra a baciarle il collo, poi il petto dove giorni prima aveva visto la collana appoggiarcisi come se quello fosse stato il posto destinato a lei da sempre.
Aveva ancora quell’immagine fissa nella mente.

Scese poi ancora un poco più giù, sui seni. Poteva sentire il cuore martellarle nel petto che si muoveva sempre più velocemente, seguendo il ritmo del suo respiro affannato.
Lo eccitava parecchio, non riusciva a resisterle così.

Intrufolò una mano fra le sue cosce serrate, era così dannatamente calda!

«Em, open a little…», sussurrò appena percettibile questa volta, tutto preso dal lavoro che stava svolgendo col seno della ragazza.
Lei obbedì anche se un poco riluttante e gli diede il via libera.

A quel punto Arthur non aspettò altro. La penetrò dapprima con un dito per farla abituare a quella presenza estranea e lo mosse un poco, ascoltando i lievi sospiri della biondina.
Quando fu abbastanza sicuro di non farle del male unì al primo anche un secondo dito, che la fece sospirare più forte e stringere le dita attorno alle lenzuola quando lo sentì muoversi dentro di sé.

L’inglesino volle allora spingersi più in là e provare anche con un terzo dito, ma quando ricevette in risposta dei gemiti di dolore abbandonò l’idea e avvicinò il viso a quello della ragazza, baciandola con passione.

Poco dopo tolse la mano dall’intimità della bionda, riportandola sul suo fianco, e con un movimento rapido del bacino entrò in lei, gemendo di piacere.
Era da secoli che non lo faceva con una vergine, sì, e si sentiva.

Emily gemette, a momenti lanciò un urlo quando Arthur entrò in quel modo quasi rude dentro di lei.

Ormai non le bastava più stringere le lenzuola, doveva sentire lui, doveva sentire il suo corpo sopra il suo, la sua pelle calda.

Si aggrappò con le mani alle sue spalle mentre l’altro si muoveva dentro di lei sempre più veloce, sospirando e gemendo nel silenzio della stanza buia.
Si sentivano solo loro, i palpiti dei loro cuori che battevano all’unisono, come se si fossero finalmente sincronizzati.

Anche Arthur si strinse a lei, aggrappato con una mano al suo fianco e con l’altra alla testiera del letto.
Aveva perso il controllo di sé da un bel pezzo, ormai si sentiva quasi all’apice del piacere, ancora poche spinte.

Sentiva i gemiti ed i versi soffocati che la ragazza provava a trattenere senza successo e questo lo eccitava ancora di più, se possibile.

Pochi attimi dopo venne con un gemito acuto riversandosi in lei, stringendo di più la presa attorno al fianco di Emily, che per tutta risposta conficcò le sue unghiette nella pelle di Arthur.

L’inglese si accasciò stremato, ma immensamente soddisfatto, accanto a lei, respirando profondamente.

E qui successe una cosa che non aveva mai fatto, nemmeno con la sua amata Regina, mai.
Si voltò versò Emily, anche lei sfinita, e la strinse a sé, fra le sue calde ed accoglienti braccia, affondando il viso nei suoi biondi e ricci e morbidi capelli, inspirando il suo buon profumo.

Nessuno di loro disse nulla per almeno un paio di minuti buoni, si stavano godendo quel calore, quel dolce abbraccio che nessuno dei due aveva né mai dato e né mai ricevuto.

«How are you, my darling? Ti è piaciuto?», domandò Arthur alla fine, continuandola a tenere stretta a sé, accarezzandola lungo la schiena.

Emily sollevò appena il viso, mostrandogli il suo solito viso sorridente, quello che lui amava tanto, ormai lo aveva capito, e rispose: «Great. It was… it was wonderful, I think, non riesco a pensare ad un’altra parola per descriverlo.»

Sorrise anche Arthur, dandole un bacio sulle labbra che erano ancora incurvate in un sorriso.
Ad un certo punto coprì entrambi con il lenzuolo e riprese nuovamente la ragazza fra le braccia.

«Forse questa convivenza forzata per il resto dei nostri giorni non sarà poi tanto male, non trovi?», disse, scherzandoci su, dandole un altro bacio.

«Ed ora cosa ne dici di dormire un po’? Mi hai stancato, ragazzina.», ridacchiò appena, stringendola ancora a sé.

«Trovo che sia una magnifica idea, sia la prima che la seconda.», rise anche lei, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo ed accoccolandosi a lui.

«So, good night, sweetheart…», e dopo aver preso un lungo respiro aggiunse: «I love you too.»

Emily spalancò gli occhi, stretta stretta contro di lui.

«Sweet dreams…»

Sussurrò posandogli poi un bacino sul collo.

Entrambi sprofondarono insieme nel mondo dei sogni, abbracciati l’uno all’altra.

//Allora, apro queste "Note dell'Autore" con un sacco si scuse!
Lo so, avevo promesso che sarei arrivata prima con questo capitolo, che lo stavo già scrivendo, ma alla fine ho avuto un pò di problemi (tipo la carenza di ispirazione che fortunatamente è tornata grazie alla mia Musa) ed eccolo qua... Beh, meglio tardi che mai, no?
Spero vi sia piaciuto,
ci ho messo tutta me stessa xP
Dico davvero! 
Un ringraziamento alla mia Musa/Arturo di confidenza, dopotutto non aspettava altro dall'inizio della storia, ah... Questo capitolo è tutto per te, guarda!

Grazie per l'aiuto in tutti i sensi, ma chérie <3
Concludo dicendo che aspetto sempre i vostri consigli, impressioni, commenti ecc., chi più ne ha più ne metta!
A presto con l'ottavo capitolo!
-KingA
(P.S.:Adoro tutti questi colori, non ci posso fare niente xD)
  
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