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Autore: xemilyloverdose    22/04/2013    2 recensioni
"Mi sentivo felice come non lo ero mai stata. Lui era mio, ed io ero sua. Eravamo entrambi proprietà di un cuore altrui."
Jennifer Brown, diciotto anni, un passato da dimenticare. Harry Styles, come un balsamo da spalmare sulle cicatrici della sua amata. Un amore. Una fine. Cicatrici, ovunque.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Cicatrici. Ne ho diverse, sul corpo. Inutile dire che quelle più pericolose sono quelle che ho sul cuore. Penso siano lo specchio di quelle che ho sui polsi, ormai rimarginate. Ed è a questo che penso, seduta sulle piastrelle del bagno di casa mia, dopo aver pianto tutte le mie lacrime e dopo aver ritirato fuori quella maledetta lametta. Ero un'autolesionista, prima che arrivasse Harry. Dopo, lui era stato l'anestetizzante della mia anima; le cicatrici si erano rimarginate con i suoi baci, le lamette scomparse, tolte dalle sue mani, il dolore volatilizzato, grazie al suo amore.

Ero convinta che Dio avesse avuto un bel progetto per me, dopo tutto quel dolore e quella sofferenza dei miei primi 17 anni di vita. Eppure mi sbagliavo. Forse aveva ragione Leopardi, che sosteneva che l'uomo non avesse altri piaceri nella vita eccetto la fine di una sofferenza ancora più grande. Io avevo davvero creduto di poter essere finalmente felice, dopo tutta la merda che mi avevano buttato addosso alle medie, e poi alle superiori. E invece, mi aspettava una sofferenza ancora maggiore. Ancora adesso mi ricordavo di quando baciai Harry per la prima volta; cercai di scacciare quel ricordo, ma alla fine mi ritrovai a chiudere gli occhi e a lasciarmi avvolgere da un demone del passato.

 

E così, possiamo dedurre che i vulcani di tipo hawaiano hanno delle esplosioni di entità maggiore o minore di quelli di tipo peleano?” osservai Harry, con un sopracciglio alzato e un sorrisetto sulle labbra. Aveva passato l'intero pomeriggio a fissarmi e a non ascoltare una parola di ciò che avevo detto, eppure non ero arrabbiata. Anzi, le sue attenzioni mi facevano arrossire anche adesso.

Aggrottò la fronte, assumendo un atteggiamento simile a quello di un bimbo. Scoppiai a ridere, e lui fece altrettanto.

Direi...maggiore, no?” sorrisi. Quasi quasi potevo pensare che lo avesse fatto apposta.

Certo che no, Harry. Ma questo penso che tu lo avessi già messo in conto. Queste ripetizioni sono totalmente inutili! Non ti applichi!” cercai di sembrare seria, ma a vederlo, così bello, seduto con il tappino della penna in bocca, sorrisi automaticamente.

Certo che sono inutili...comincio a pensarlo anche io!” alzai un sopracciglio. Non pensavo volesse davvero imparare qualcosa. Ancora non potevo credere che Harry Styles, il ragazzo più popolare della scuola, avesse chiesto a me, Jennifer Brown, la secchiona invisibile, di dargli ripetizioni. Ma soprattutto non avrei mai pensato che potesse essere così simpatico e alla mano. Era diventato una persona importante, lo conoscevo da ormai due mesi, e speravo che non mi avrebbe abbandonato. Almeno non lui.

Come mai pensa che siano inutili, Signor Styles?” sorrisi. Mi avvicinai a lui con aria di sfida, e lui sorrise di ricambio.

Forse perchè ho deciso di venire a prendere ripetizioni con il solo scopo di baciarti, e in due mesi non sono mai riuscito a farlo?” mi meravigliai che la mia mascella non si fosse già schiantata a terra. Diventai rossa come un peperone, e prima che mi potessi allontanare, Harry si alzò e premette le sue labbra contro le mie. Picchiettò la sua lingua contro il mio labbro inferiore, come per chiedermi il permesso ad entrare. Mise le mani sulle mie guance, che sentii tingersi ulteriormente di rosso. Alzai gli occhi al cielo e schiusi le labbra, affondando le mani nei suoi ricci. Lui mugolò di approvazione, e iniziai a muovere la lingua insieme alla sua. Non baciavo nessuno da anni, e ora mi sentivo come se fossi morta, e finita direttamente in paradiso. Quando ci staccammo, Harry rise.

Pensavo che mi avresti ucciso.” lo fulminai con lo sguardo, e gli tirai uno schiaffo. Lui rimase perplesso, massaggiandosi la guancia.

Questo era per avermi baciata così, come se fossi una che va con tutti.” poi sorrisi, e mi avvicinai di nuovo a lui.

E questo, è per avermi fatto sentire così bene, da voler tornare a vivere di nuovo.” lo baciai di nuovo, e lo sentii sorpreso, perchè non mi permise subito l'accesso alla sua bocca.

Mi sentivo rinata. Pronta per una nuova vita.

 

Le lacrime erano tornate. Due anni prima avevo baciato Harry Styles per la prima volta, e non sapevo che ce ne sarebbero state altre, molte altre. Non avrei mai immaginato di potermi abbandonare così tanto con un ragazzo, e anche mia madre e mio padre se n'erano accorti. Anche il mio psicologo aveva capito. Dopo cinque mesi che stavo con Harry, avevo sospeso la terapia. Un pomeriggio, con Harry e i miei genitori, avevo buttato tutte le lamette insanguinate. Mi ero sentita così libera, quando le avevo lasciate cadere dentro al cassonetto.

Poi, avevo deciso di andare a farmi un tatuaggio con Harry. Lui ci era fissato, e io volevo ricordare a me stessa di non fare mai più quello stupido errore di tagliare i miei polsi e le mie gambe. Non avevo detto nulla ad Harry, e stranamente i miei avevano acconsentito quasi subito al tatuaggio che volevo farmi.

 

Lo studio era abbastanza luminoso, e il sole di metà Marzo era entrato nella sala d'attesa. Mi sedetti vicino ad Harry, e appoggiai la testa sulla sua spalla. Meccanicamente lui poggiò la sua sulla mia, permettendomi di giocare con i suoi ricci, mentre lui intrecciava le mie ciocche castane.

Era abituato a venire, si vedeva da come era tranquillo e rilassato. D'altronde sapevo che sarebbe stato un fascio di nervi se avesse saputo che la sua piccola Jennifer si sarebbe fatta un tatuaggio. Era terribilmente premuroso e gentile, e io sentivo di amarlo davvero. Erano 9 mesi che stavamo insieme; forse erano pochi per capire di amare una persona, ma io ero sempre stata una persona passionale e avevo deciso di ammetterlo a me stessa. Finalmente avevo riaperto il mio cuore a qualcuno. Non volevo dirglielo in una stupida sala d'aspetto, ma era necessario.

Harry...ti posso dire una cosa?” lui ridacchiò.

Certo, piccola. Spara.” presi un respiro profondo, e espirai.

Harry, io ti amo.” lo sentii andare in apnea, e trasalire. Si voltò di scatto, e io ero già pronta a scappare via e a lasciarlo sull'istante. Ecco, brava Jennifer. Ma quello che vidi, mi soprese.

Un Harry in lacrime, con gli occhi verdi lucidi e le gote rosse. Si era emozionato. E fu la migliore risposta che avessi mai potuto desiderare.

Dio santo Jenni, mi hai sorpreso. Ti amo anche io. Ti amo come se non ci fosse un domani. Ti amerei sempre e comunque.” scoppiai a piangere. Ci baciammo, un bacio che sapeva di lacrime salate.

 

Ecco fatto!” John si allontanò, e rimirai la mia mano. Nello spazio tra il pollice e l'indice della mia mano destra, ora c'era un cuore, vuoto all'interno, con dentro la H. Harry era terrorizzato, e quando John ripose l'ago tirò un sospiro di sollievo. Lui aveva lo stesso tatuaggio. Aveva deciso di non farsi un dragone sulla schiena e aveva ripiegato per un tatuaggio complementare al mio, sulla mano sinistra, con una J all'interno di un modesto cuoricino come il mio. Intrecciammo le mani, e alla vista dei due cuori vicini, mi commossi. Provai una felicità ancora più grande ad alzare lo sguardo, e vedere che negli occhi di Harry c'erano le stesse lacrime di gioia.

 

Ero stanca. Stanca di tutto quel dolore. Stanca di sentirmi sempre una fottuta merda. Volevo Harry. Mi mancava così tanto. Perchè non era accanto a me? Perchè non era lì a dirmi che sarebbe andato tutto bene? Perchè mi sentivo così fottutamente sola? “Perchè lo sei, Jennifer.” ed ero davvero sola, l'unica persona che teneva a me se n'era andata. Me l'avevano portata via. Mi asciugai le lacrime, alcune ormai secche sulle guance. Presi la lametta, la buttai in tasca, e corsi fuori. Il freddo mi sferzava in faccia, ma non mi importava. Corsi, non mi ricordo per quanto. Per ore. Fino a raggiungerlo. Il cimitero di Londra. Entrai, a passi felpati. Andai nella zona delle lapidi, e la trovai; non era difficile da scovare, era l'unica azzurrina. Mi inginocchiai davanti alla lapide, con il suo nome inciso sopra, e quella fottuta data.

1-02-1994/ 27-03-2013

Mi sentivo così male, a vedere la foto sopra il suo nome. Insieme ad Anne avevo scelto di metterci una nostra foto, dove ci baciavamo, essendo consapevoli di quanto Harry mi amasse. Tesi la mano destra, e guardai la sua H. Scoppiai di nuovo a piangere, sapendo che sul suo cadavere, ormai stato mangiato da tutti quegli orribili insetti, c'era la mia iniziale. Il mio Harry. Perchè se n'era andato? Perchè me l'avevano portato via?

Jenny, ti voglio ora.” eravamo stesi sul letto, avvolta nell'abitino con cui eravamo andati al matrimonio di Liam e Zayn. Quando avevamo scoperto la loro omosessualità e la decisione del matrimonio, ero rimasta colpita del loro coraggio e della determinazione che avevano avuto. Assieme erano fantastici. Sorrisi. Era l'ora di fare l'amore con Harry. Nonostante avessi paura, dopo che ero stata violentata da quel mostro della mia infanzia, sapevo che Harry mi amava davvero.

Io ti ho sempre voluto, anche quando non c'eri.” mi avvicinai a baciarlo, e in un attimo eravamo seminudi l'uno sopra l'altro. Quando finalmente entrò dentro di me, senza neanche raggiungere l'orgasmo mi sentii già in paradiso; eravamo finalmente una cosa sola, uniti per sempre. Intrecciai la mia mano destra con la sua sinistra, e lui sorrise. Dopo essere venuti entrambi, mi sentivo felice come non lo ero mai stata. Era mio. E io ero sua. Entrambi eravamo proprietà di un cuore altrui.

 

Mi abbassai, in preda al dolore più totale. “Amore mio, dove sei? Dove sei finito, ora che ho bisogno di te? Ti prego, torna da me...” scoppiai di nuovo a piangere.

Vidi passare un'anziana signora, con i capelli bianchi e il volto scavato dalle rughe. Si avvicinò alla lapide di fianco alla mia, un mazzo di fiori in mano. Li poggiò davanti alla lapide, si baciò due dita e le posò sulla foto di quello che doveva essere stato il suo grande amore. La guardai, con immensa comprensione, e lei fece lo stesso. Si avvicinò, e mi sorrise. Indicò la massa riccia della foto.

Era lui quello giusto?” inchiodai i miei occhi nei suoi, azzurro mare.

Diamine, se era quello giusto. Era quello che mi faceva sentire bene anche solo con un cuoricino nei messaggi. Era quello che mi faceva vivere di nuovo ogni mattina. Era quello per cui mi sono fatta un tatuaggio. Per sempre.” Le tesi la mano, e lei lo scrutò.

Sai, il mio Edward era così. Perfetto nella sua imperfezione. Non ho mai creduto, negli amori da favola, Cenerentola e quei mucchi di stupidaggini, ma io ed Edward eravamo ciò di più vicino all'amore da fiaba che uno possa immaginare. Ci completavamo, capisci? E poi, un maledetto cancro me l'ha portato via. E io cosa devo fare adesso, senza di lui? E' come se mi avessero staccato un pezzo di cuore e me l'avessero portato via.” abbassai lo sguardo.

Harry era il mio tutto. Era ciò di più perfetto che potesse esistere. Lui era mio e io ero sua. Una bomba. Una fottuta bomba me l'ha portato via. E io non ci ho potuto fare nulla.”

 

Sorrisi e gli posai un altro bacio sulle labbra morbide, tracciandone il contorno con l'indice dopo che mi fui staccata. Mi sarebbe mancato tanto.

Dai, piccola. Parto per quattro giorni, poi torno. E dopo, nascerà Jacqueline.” mi accarezzò la pancia. Jacqueline era stata un errore, un preservativo rotto, una su mille. Eppure avevamo deciso di tenerla, perchè era nostra figlia. E ci sembrava ciò di più giusto che potessimo fare per sigillare il nostro amore. Ero alla fine dell'ottavo mese, e la bambina sarebbe dovuta nascere a giorni, ma Harry doveva partire per Boston a fare un servizio.

Harry, ti amo. Non dimenticartelo mai. Non dimenticarti mai di me. Promettimelo.”

Jenni, io sono tuo. Sono le tue cicatrici. Indelebili. Sono e sarò sempre con te. Per sempre.”

Ciao amore. Fai buon viaggio.” lo salutai.

Ciao piccola. Ci vediamo prima di quanto tu possa immaginare.” quella frase sembra assurda, ai limiti del surreale ora che sappiamo ciò che successe. La vita è così ingiusta e imprevedibile. Harry non avrebbe mai visto sua figlia. Io non lo avrei mai più rivisto, se non da una fottuta bara, il suo corpo martoriato e irriconoscibile.

L'ultima immagine che ho di lui è il suo volto sorridente, gli occhi ridenti e lucidi, i ricci scompigliati. Una valigia in mano. Un biglietto di sola andata per il Paradiso in tasca.

Mi allontanai dall'aeroporto, stranamente irrequieta. Mi dissi che era solo per la lontananza di Harry. Arrivata piuttosto lontano dal luogo dove lo avevo lasciato, sentii una terribile fitta alla pancia. Caddi a terra. Sentii una fortissima esplosione e un boato che mi trapassò le orecchie. Un urlo. Sopra al silenzio.

Harry!” cominciai a correre, ignorando il dolore acutissimo alla pancia; dovevo correre da lui. Corsi come una dannata. L'areoporto era in fiamme, facendomi spazio fra i resti e calpestando cadaveri, tra le lacrime e il fumo, lo trovai. Il trolley maciullato a terra, il suo corpo martoriato e in fiamme, i ricci che lentamente bruciavano. Poi più nulla. L'ultimo ricordo che ho, è la dottoressa che scuoteva la testa e mi comunicava, con immenso dolore, che Jacqueline Styles era morta prima di nascere, insieme a suo padre.

 

Scappai via dal cimitero dopo aver salutato la signora Rose. Entrai nell'ascensore del primo grattacielo che trovai, premetti il tasto del 20esimo piano, e attesi. Avevo una foto di Harry in mano, presa dal portafoglio. Arrivata sul tetto, iniziai a martoriarmi i polsi con la lametta. Non mi importava di sporcarlo di sangue, non mi importava più di nulla. Il mal di testa mi stava facendo impazzire. Con i piedi instabili, mi rialzai e feci cadere la lametta. Mi arrampicai sul cornicione, e fissai il vuoto sotto di me; alzai lo sguardo al cielo. Sorrisi, finalmente in pace con me stessa. Scesi, misi la musica dal mio telefono. 'Little Things'. La nostra canzone. Quella che ci descriveva. Quella che lui aveva scritto per me. Risalii, più risoluta che mai. Sussurrai un'ultima cosa, prima di andarmene.

Amori miei, sto arrivando.” mi asciugai l'ultima lacrima, e poi mi gettai. In quell'attimo, vidi Harry con in braccio la mia Jacqueline tirarmi su, in cielo, con loro. E poi, vedevo solo una vita luminosa e felice.

 

DICIOTTENNE SUICIDA PER AMORE

La giovane Jennifer Brown si suicida per ritrovare il suo grande amore, deceduto da poco in un attentato, e sua figlia, persa dopo l'attentato che ha portato via il suo ragazzo.

Era distrutta dentro, la povera Jennifer Brown. Diciotto anni e una storia tragica come passato. Un insegnante violento che l'aveva stuprata, un'adolescenza da autolesionista e gli ultimi anni passati in terapia. Poi, la cura al suo dolore; il giovane Harry Styles, con cui aveva una relazione da due anni, e dalla quale aspettava una figlia, Jacqueline. Il giovane è morto neanche un mese fa all'areoporto di Londra, nel terribile attentato terroristico, e in contemporanea, per uno scherzo del destino, la giovane Jennifer ha perso anche la figlia. Un mese di dolore e di sofferenza si è concluso oggi, dopo una visita alla lapide del suo grande amore, dove ha incontrato Rose Wellington, che testimonia; “Era distrutta dentro. Lei era già morta, fidatevi, è morta quel 27 marzo.” 

Sono ancora in lacrime, perciò scusate gli errori e le probabili castronerie che ho scritto in questa os. L'ho scritta l'altra notte e l'ho sistemata oggi. Ci ho messo il cuore, e sono stata davvero straziata pur conoscendo la fine. Mi sono immedesimata nel personaggio di Jennifer, interpretato dalla mia amata queen of derp, la Lawrence. Jennifer è un personaggio complicato, nella prima parte è totalmente lucida, mentre nell'ultima è in preda ai ricordi. Ho scritto questa OS ascoltando 'L'amore è una cosa semplice', 'Per dirti ciao', 'La fine' di Tiziano Ferro e 'Little Things' dei ragazzi nella parte finale. Consiglio a tutti la lettura con questa musica di sottofondo. Gradirei una recensioncina, ci tengo davvero a questa storia.
Un bacio
Rebecca

 

  
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