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Autore: Loveroflife    22/04/2013    2 recensioni
Lei, Marika, 19 anni appena compiuti, ammessa alla facoltà di medicina da poche settimane, ha un solo sogno: diventare medico pediatra, i bambini sono la sua passione.
Lui, Victor, 21 anni, studente di storia dell'arte, bocciato un po' di volte, è nella facoltà da un anno. Ha due scopi nella vita: diventare un pittore e un chitarrista famoso.
Cosa li unisce? Lei è la cugina del suo migliore amico. Cosa li ha divisi? L'indecisione.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando la musica ti colpisce al cuore...'
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Era la suoneria del suo telefono. Le martellava nell'orecchio. Sicuramente era una sua amica che le rompeva le scatole perchè non riusciva a dormire. Eppure sapevano che odiava essere svegliata di notte.
''Chi cavolo rompe le palle a quest'ora?''
''Signorina Marika?!'' Non conosceva quella voce.
''S-si, sono io. Chi parla?''
''Sono il comandante dei carabinieri, la chiamo perchè un suo amico o presunto tale è stato coinvolto in un incidente molto grave.
''Come prego? Mi sta prendendo in giro? Se è uno scherzo è di pessimo gusto.''
''Nessuno scherzo signorina, lei conosce Victor Santini per caso?''
''Io? Si, certo che si, ma che c'entra?! Oh mio dio..'' Stava per svenire.
''Il suo amico è stato coinvolto in un incidente e poco fa, prima di perdere conoscenza, ci ha detto di chiamare sua madre e una certa Marika. E' lei vero?''
''Certo che si! Oh merda, come sta? Dove l'hanno portato? La prego me lo dica!''
''Stia calma, non si sa ancora come sta, ora è svenuto, l'hanno portato d'urgenza all'Ospedale San Marco. I genitori sono già stati avvisati, mancava lei.
''Grazie mille.'' E riattacco' subito. Stava tremando, stava per piangere, ma doveva mantenere sangue freddo. Doveva correre da lui. Ma prima doveva svegliare suo padre. Corse per tutto il lungo corridoio, entro' in camera dei suoi e si precipito' accanto al padre.
''Papa' svegliati ti prego, papaaa' '' Il padre apri' gli occhi dopo 2 secondi netti.
''Cosa c'e' amore? Non stai bene? Che hai?''
''Devi portarmi in ospedale. Ti prego.''
''Oh Mari, che hai? Stai male?'' Anche sua madre si era svegliata, preoccupata.
''Papa', un amico ha fatto un incidente, mi hanno appena chiamato i carabinieri. Ti prego, portami li, ti prego.'' E fu cosi che inizio' a piangere.
''O dio chi è?''
''V-Victor, l'amico di Angelo...''
''Mi vesto e andiamo.''
Il tragitto in strada fu confuso. Non riusciva a vedere bene la strada per via degli occhi appannati dalle lacrime, aveva il batticuore e voleva urlare.
Arrivarono in reparto ma vennero bloccati da una guardia.
''Mi dispiace signorina, se non si è parenti non si può entrare, il reparto di terapia intensiva è un reparto particolare.
''Lo so, sto studiando medicina, ma vi prego, fatemi entrare, vi scongiuro. E' il mio fidanzato quello che è li dentro, la prego.'' Singhiozzava fino a non avere più voce. Il padre la guardava sconvolto.
''Mmmh. Va bene, entri pure.''
''G-grazie mille.'' Corse nel reparto, fino a quando non vide Angelo, Franco e Michele seduti accanto ai genitori che piangevano disperati.
''A-Angelooo, c-cosa e' successo??''
''Mari, che ci fai qui?'' Angelo era stordito, con gli occhi lucidi e le guance rosse.
''Mi hanno chiamato i carabinieri, dicendo che Victor prima di svenire ha chiesto di chiamare sua madre e poi me. Ma cosa è successo?''
Fu Michele a parlare.
''Siamo usciti dal locale verso l'una, stavamo tornando a casa, Victor era totalmente sobrio. Sembra che un pazzo ubriaco o drogato abbia invaso la sua corsia e gli sia andato addosso ad una velocita' folle.''
''Oh mio Dio, come sta? Vi prego, ditemelo, senza nascondermi niente.''
''Lo stanno operando da quando siamo arrivati.'' Franco aveva la voce più triste della terra.
In un lampo, Marika si fiondo' sui genitori di Victor ad abbracciarli e a consolare la sorellina poco piu' piccola.
Dopo circa due ore, usci' un gruppo fitto di dottori, capitanati dal primario del reparto.
Si rivolse ai genitori, ma lo sentirono chiaramente tutti.
''L'intervento è andato bene, tutto sommato. E' un ragazzo forte, l'ho notato subito. Ha fratture al setto nasale, la milza a pezzi, un colpo della strega per la botta e diversi lividi sul corpo. Abbiamo risanato le varie emorragie, anche se..'' Divenne ad un tratto titubante.
''Anche se..Allora?'' Il padre di Victor era un fuoco.
''Ha preso una grande botta in testa, sbattendo sicuramente contro il volante. L'emorragia li è estesa, l'abbiamo fatta assorbire ma purtroppo deve aver colpito un punto particolare, perchè è piombato in coma farmacologico.''
La madre di Victor svenne, la sorellina urlo', il padre scoppio' in lacrime, Angelo si pietrifico', Michele impreco' tutti i Santi del paradiso e Franco, da buon ateo, si affido' a Dio per aiutare il suo amico. In momenti di disperazione, si fa anche questo.

Marika non sapeva cosa fare. Voleva gridare, piangere, imprecare, pregare, uccidere i medici e uccidere chi era andato addosso a Victor. La sola cosa che disse pero', in quel momento, colpi' tutti.
''Ce la fara'. Victor si risvegliera' e stara' bene, ne sono certa.''
Il padre di lui le sorrise, con le guance rigate dalle lacrime.
''Ne sono certo anche io.''

Dopo aver sistemato Victor in una stanza speciale, con milioni di macchinari per monitorarlo, la stanza fu accessibile a tutti. Entrarono prima i genitori con la sorella, per poi uscire tristi e sconsolati, con la madre che barcollava visibilmente.
''Signora, andate a prendere un caffè, qualcosa da mangiare, siete distrutti. Stiamo noi con Victor, tranquilli.'' Michele era gentile con loro, che lo avevano cresciuto come un terzo figlio. I genitori titubarono un po' ma alla fine accettarono, il tempo di una sigaretta e di svegliarsi leggermente per poi correre di nuovo dal figlio. Era ormai l'alba.
Michele era sdraiato a terra, con il suo cappotto usato come coperta. Sonnecchiava leggermente sulla spalla di Angelo, anche lui in dormiveglia.
Franco, il più debole dei 4, piangeva ancora, camminando avanti e indietro per la sala d'attesa.
''Franco, smettila, cosi ti verrà la febbre.'' Marika ci provo' a consolarlo, ma era quasi inutile.
''L-lui non voleva uscire, me lo aveva detto che si sentiva triste, aveva bisogno di pensare, e io l'ho convinto con la forza a prendere una birra con noi. E' tutta c-colpa mia se adesso lui è attaccato a quelle maledette macchine, per respirare.'' Cosi facendo, prese a pugni una porta li vicino, rompendosi quasi una mano.

''Smettila, non è colpa tua, è il destino delle volte che è infame. Non hai nessuna colpa, tu volevi solo il tuo amico vicino a te.''
''Il fatto è che sono giorni anzi quasi un mese che è strano, depresso, angosciato, non ha voglia di suonare né di cantare, io volevo solo tirargli su il morale.''
''Hai fatto bene, ma è stata colpa di quel pazzo che gli è andato addosso, non tua.'' Marika sapeva il perchè era angosciato e triste, e si sentiva tremendamente in colpa.
Franco ne approfitto' per andare al piano terra per fumare e Marika si decise ad entrare nella terribile stanza.

Lo vide li, legato ad un respiratore, con una macchinetta che gli controllava il battito cardiaco e la pressione, con due cerotti in testa, un taglio su una guancia, che dormiva beato, o almeno cosi sembrava.
Marika si senti' morire, in quel momento tutta la sua forza ando' a scemare e inizio' a piangere a dirotto. Prese una sedia e la posiziono' alla destra di quel letto, facendo attenzione a non pestare fili o quant'altro.
''V-Victor mi senti? D-dai, rispondimi...Uff, lo so che è colpa mia se per un mese sei stato depresso e angosciato..s-scusa.. Ma adesso svegliati, ti prego. Tua madre ha bisogno di te, tua sorella, tuo padre.. I tuoi amici hanno bisogno di te. Io ho bisogno di te, soprattutto. Non puoi lasciarmi. Io... Io voglio stare con te. M-ma ti prego.. svegliatiiii...'' E non ce la fece più, ricomincio' a piangere.

Victor non mosse un solo muscolo, la macchinetta segnava un aumento della frequenza cardiaca. Il suo cuore stava battendo più forte.
''Allora mi senti. Ti prego, apri gli occhi.'' Gli si avvicino' piano e lo bacio', per quanto possibile, visto che era attaccato al respiratore.

Si appoggio' al comodino vicino al letto e li si addormento'.

 

''Marika? Marika, svegliati, andiamo a casa.'' Era Angelo, con due occhiaie grosse come un panda.
''C-che ore sono? Quanto ho dormito?''
''Sono le 9 di mattina, ti sei fatta si e no due ore di sonno, appoggiata al comodino. Andiamo dai, tanto per ora Victor non si sveglia.'' C'era tristezza nella sua voce.
''Io voglio restare qui. Io resto con lui fino a quando non si sveglia.''
''Tesoro, vai a riposare, sono sicura che Victor vorrebbe cosi.'' La madre le accarezzo' una guancia, riconoscente.

''Ok.. Victor, io torno dopo, nel pomeriggio. Ci vediamo eh?!'' Gli parlo' quasi come se lui potesse sentirla. Gli diede un bacio sulla fronte, sotto lo sguardo di tutti i parenti ed amici, e se ne ando' con Angelo.

''Ci tieni a lui eh?'' Angelo stava guidando tranquillo, cosi come tranquillamente le fece questa domanda.
''Molto. Non riesco a sopportare di vederlo cosi.''
''Non dico quello. Dico, ci tieni nel senso che gli vuoi bene, no?''
''Si Angelo, si. Ci sto pensando da giorni e oggi ne ho avuto la conferma. Non voglio perderlo quando si svegliera' voglio dargli una possibilita'.''
''Sono contento, lui ci tiene a te. Da anni.'' Marika si appoggio' al finestrino. Era distrutta ma questa pseudo-confessione del suo migliore amico nonche' cugino la rese felice. Arrivo' a casa e si butto' sul letto, in uno stato pietoso. Dopo pochi istanti suonarono alla porta. Era distrutta, voleva dormire, ma forse poteva essere qualcuno che aveva notizie di Victor. No, impossibile, era passata un'ora da quando era uscita dall'Ospedale. Si decise ad aprire, incurante delle condizioni da profuga in cui versava.

 

''Veronicaaaaa!'' Marika era sconvolta e felice.
''Marikaaaa!'' Era tornata la sua amica da Siena, citta' in cui studiava Scienze Politiche.
Ora con Veronica tutto sarebbe andato meglio, ora c'era lei a consolarla, a supportarla. Marika si ritrovo' a piangere sulla spalla della sua amica, che ovviamente era all'oscuro di tutto.
''Ehy, tesoro, che è successo? E poi perchè puzzi di Ospedale?''
''Entra dentro, ho tante cose da raccontarti.''
E ne aveva davvero tante. Troppe.



Buonasera! Capitolo tristissimo, lo so. Spero di non aver leso la dignita' di nessuno o di non aver fatto piangere nessuno. E' ovviamente un capitolo di transito, la situazione non rimarra' cosi ovviamente, ma ho voluto dare il colpo di scena con Victor che dice di chiamare lei prima di svenire e lei che gli confessa tutto ( o quasi) quando lui è in un letto, in coma. Avrà sentito? Mah, chissa'! Cio' che e' certo e' che ora c'è Veronica ad aiutarla. E anche con lei ne vedremo delle belle ;) Un bacio a chi recensisce, chi segue, chi ha messo la mia storia tra le preferite o chi semplicemente da un'occhiata ogni tanto. Grazie a tutti!
M.

  
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