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Autore: darkronin    22/04/2013    1 recensioni
“Voi non siete l'unico popolo. Né siete l'unica minaccia. Il mondo si sta riempiendo di esseri fuori dal comune che non possiamo controllare”
La Terra e i suoi abitanti sono davvero al sicuro, ora che la minaccia dei Chitauri è stata debellata, o quella che si è abbattuta su New York era solo l'avanguardia di una guerra più complessa e articolata?
- - - - Crossover Avengers-X-men col Marvelverse più in generale (come dovrebbe essere in realtà)
- - - Personaggi principali aggiuntivi: Wolverine, Deadpool, Gambit, Rogue, Nightcrawler, Spiderman – nella seconda parte anche Antman, Wasp, i Fantastici4.
- - Limitate apparizioni di personaggi già noti: Thor, Loki, Odino, Hulk, Jane Foster, Erik Selvig, i senatori Stern, Kelly e Boyton.
- Altri, per ora secondari ma non meno importanti ai fini della trama: Sinistro, Emma Frost, Jean Gray, Ciclope, Xavier, Mystica, Magneto, Morph, Donna Ragno, DareDevil, Angelo, Tempesta, Kitty Pride, Colosso, Psylocke, Fantomex, Visione, Daisy, DumDumDugan, Contessa Allegra Valentina di Fontaine, Norman Osborne, Hela e Sigyn
+Riferimenti a Civil War, Dark Reign
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ira degli eroi'
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39. Visione






Rogue abbatteva quelle cose che si avventavano su di loro come se fossero moscerini, ma riusciva solo a ribatterle come palle da baseball e la sua mente cominciò ben presto a ragionare in termini militari di strategia e di probabilità: era cosciente che l'anima di colei alla quale aveva preso i poteri stava prendendo gradualmente il sopravvento e che a decidere come comportarsi non era più la ragazzina del Mississipi scappata di casa una dozzina d'anni prima, ma il maggiore Carol Danvers, il cui spettro le faceva compagnia ormai da molto tempo.
L'unica cosa che J.A.R.V.I.S. (che sembrava impazzito, visto che anche il controllo remoto dell'armatura si era fatto molto più maldestro) era riuscito a comunicare alle due donne era che gli attacchi provenivano da un'unica fonte che continuava a muoversi sulla loro scia. Ben presto, però, la sua assistenza venne definitivamente meno e Pepper ebbe grossi problemi a mantenersi in volo stabile.
“L'unica è atterrare a Liberty Island, sperando che non gli prenda il matto di tirar giù la statua.” urlò Rogue per poi guidare la sua assistita fino al molo di attracco. Da lì si inoltrarono nel piccolo boschetto dell'isola un po' volando un po' caracollando. Come atterrarono al suolo alzarono lo sguardo al cielo “Sei sicura che Stark non ti abbia lasciato un easter egg nell'armatura per le emergenze, in caso avessi cambiato idea, vero?”
La rossa scosse la testa “Sicura. Ha programmato Rescue sotto la mia supervisione. E ho chiesto a Gene di tenerlo d'occhio... che di Tony non mi fido molto!”
La mutante avrebbe preferito perdersi in frivoli pettegolezzi ma dovevano prima salvare la pelle così, al posto di indagare sull'identità di questo Gene (ammesso non si trattasse del membro di una delle rock band preferite da Stark), cominciò a ragionare sulle alternative che aveva a disposizione. “Va bene...” disse facendo tornare la pelle di un colorito più umano “Fammi pensare.... Chi cavolo è che ha poteri che possono tornarmi utili?”
L'aria fischiò attorno a loro e Rogue capì che era in arrivo un'altra bordata e doveva spicciarsi a trovare una soluzione. Afferrò il braccio della donna e, facendo ricorso ai poteri del fratello, si smaterializzò per ricomparire una decina di metri più in là. Pepper si guardò attorno ma non ebbe tempo di formulare alcuna domanda che l'aria fischiò ancora. Chiunque li stesse attaccando si stava facendo più vicino o più agguerrito. O tutte e due le cose assieme. Rogue non perse altro tempo e sfoderò il primo potere che le venne alla mente. Lasciò che un raggio rosso di energia le si diramasse dagli occhi. Il contraccolpo per l'attacco le spostò appena la testa indietro ma, evidentemente, Rogue conosceva bene quel potere perché tese subito i muscoli del collo per contrapporsi alla forza che spingeva dalle sue iridi. Il primo raggio d'energia, come il secondo, riuscì ad annullare qualunque cosa fosse diretta contro di loro anche se, dalla fatica che cominciava a trapelare dal volto della donna, si capiva che non avrebbe retto ancora a lungo.
“Pensa, Rogue, pensa!” sibilò tra i denti, digrignandoli per lo sforzo.
L'aria fischiò ancora, ma Rogue era troppo stanca per riuscire a usare ancora il raggio o qualunque altro potere che non fossero i due in sua normale dotazione, al momento inefficaci contro quel tipo di attacco.
Senza indugiò, Pepper si accovacciò al suo fianco, pronta a schermarla con la sua armatura: le avevano dato il nome di Rescue perché salvasse vite umane in caso di necessità? E allora era ora di prendersi la responsabilità del generatore Ark che le ronzava in petto e dell'armatura che esso alimentava. Se ce l'avevano con Stark e le sue armature, non era affatto giusto che una mutante innocente ci andasse di mezzo: lei lavorava per lui ed era, in qualche modo, altrettanto responsabile di quelle armi; la firma su metà dei documenti era la sua.
Alzò le mani davanti a sé e cercò di fare quello che, tante volte, aveva visto fare a Tony: i propulsori potevano essere usati anche come armi e, nel suo caso, potevano almeno smorzare la forza di ciò che stava per impattare su di loro. Eppure il congegno stava perdendo potenza e i propulsori non accennarono alcuna reazione. Forse era J.A.R.V.I.S. ad azionarlo, assecondando la sua volontà. Ma in quel momento J.A.R.V.I.S. taceva muto, come morto. Il visore non le dava nessun valore che il computer potesse controllare a distanza; solo quelli che la strumentazione poteva riferirle direttamente erano attivi sul suo visore: temperatura, umidità, altitudine... tutte cose inutili, al momento. Chiuse gli occhi, preparandosi al contraccolpo, sperando che i propulsori si azionassero all'ultimo e che l'armatura resistesse all'impatto. E poi? Cosa sarebbe successo con la seconda bordata?
L'eco di un boato squassò la terra sotto i loro piedi e lo spostamento d'aria la raggiunse subito dopo, muovendola appena dalla sua posizione. Ce l'aveva fatta?
“Se lo dice Gambit, che le signorine non devono andarsene a zonzo da sole, nessuno gli dà retta...” replicò l'uomo che si era parato in loro difesa.
“Non fare tanto il saputello...” replicò Stark atterrando accanto a Pepper nella sua armatura bianca e rossa, dopo aver lasciato andare a terra il proprio carico, Rogers che teneva per le braccia. L'elmetto si aprì e liberò il volto preoccupato del magnate “Stai bene?” domandò afferrando la rossa per le spalle.
“Io sì... Rogue...” rispose quella volgendosi verso la sua maestra di volo.
Gambit le si era inginocchiato accanto ma lei sembrava stare già meglio “Ma petit...Perché non hai usato il potere di Gambit?” domandò quello preoccupato
“Non ho proprio pensato di servirmi del tuo potere...”
“Non è che non l'hai assorbito bene e ti serve un contatto più intimo, mon amour?”
“Ah!” sbottò seccata quella ficcandogli una mano in faccia per allontanarlo “Ma non ti stanchi mai di ascoltare tutte le cazzate che spari?”
“Non quando parlo di te, mia cara!” Rogue levò gli occhi al cielo rimettendosi in piedi a fatica
“Non impari mai, eh?” disse Wade comparendo con un є BANF э fumoso al loro fianco.
“A Gambit piace giocare a carte scoperte...” replicò il francese con un sorriso sarcastico.
“Invece di ciarlare inutilmente” sbottò Stark valutando i parametri del loro aggressore “Pensate a una soluzione per uscire da questa situazione...EHI!” strepitò “J.A.R.V.I.S.! J.A.R.V.I.S., ci sei?” domandò a voce alta mentre l'aria cominciava a fischiare nuovamente. Gambit caricò un ventaglio di carte e lo lanciò verso la fonte del suono mentre Stark imprecava veementemente “Ah, cazzo! Ho piantato tutto in asso e ora è J.A.R.V.I.S. che pianta in asso me, che figata!”
“E il comunicato stampa?” si informò Pepper con apprensione, più interessata agli affari dell'azienda che alla propria incolumità.
Lui annuì appena “Ho dato istruzioni ad Azura... lei ci sa fare con le parole...” rispose assorto mentre il mutante continuava ad attaccare con le sue carte sfrigolanti.
Qualcuno ridacchiò a quella mossa, quasi fosse la cosa più stupida che potessero fare. Quindi, Wade si armò dei suoi mitragliatori e cominciò a sparare senza sosta nell'area coperta dalle esplosioni del francese fin quando non esaurì i caricatori. Ancora una volta, la voce tornò a ridersela di gusto. Fu, allora, il turno di Rogers che anticipò il mercenario, pronto a gettarsi sulla minaccia con le katana sguainate: si sfilò lo scudo -che poteva distruggere qualunque cosa senza venire a sua volta scalfito- dal braccio e lo lanciò come un boomerang. Ma quello si fermò a mezz'aria, congelato nel suo volo radente. Dal nulla si materializzò prima la mano che aveva fermato la corsa del disco, quindi la figura di uno strano uomo vestito di un nero metallico, quasi si trattasse di un armatura integrale che lasciava scoperto solo il volto che era impressionantemente rosso, quasi la sua pelle fosse appena uscita da un bagno bollente o scorticata.
– Siete stati gentili a riunirvi per me.– disse avanzando di un passo sempre tenendo lo scudo tra due dita neanche fosse fatto di carta.
“Le nostre armi non gli fanno neanche il solletico!” strepitò Rogers “E perché a te non funziona l'armatura, ora?”
– Quell'inconveniente è colpa mia, Vendicatori e X-men – replicò l'uomo guardandoli con superiorità
“Ha detto X-men! E non ha aggiunto altro!” gongolò Wade aggrappandosi al braccio di Gambit “Quindi io sono a tutti gli effetti un X-men!”
“Taci, una buona volta!” replicò Rogue cacciandogli un calcio sugli stinchi
– Per il grande Tony Stark dovrebbe essere un onore venire sconfitto da una creatura simile alle sue prodigiose macchine da guerra – continuò quello, affabile.
“Chi sei?” domandò Stark “E perché ce l'hai con noi? Ti manda Loki?”
– Nulla di personale, signor Stark. Mio padre, Ultron, mi ha solo programmato per uccidervi.– disse stirando un sorriso – Il mio nome è Visione!– disse affettando un inchino.
“Programmato?” domandò Pepper confusa “E' un robot?” allibì cercando conferma in Tony che manteneva lo sguardo fisso davanti a sé.
– Non robot, prego. Io sono un androide.– replicò quello quasi offeso –E posso interferire con la vostra strumentazione...–
“Non hai mai assorbito i poteri di Forge o del dottor Jeffries, vero?” bisbigliò Remy alla compagna dai capelli bicolore che, però, scosse il capo: non ci teneva a imbottirsi dei poteri di tutti i mutanti del pianeta e, sfortunatamente per loro, non aveva mai avuto modo di aver a che fare così direttamente con i loro colleghi tecnopati.
“Un momento... hai detto Ultron?” domandò Stark nel tentativo di guadagnare tempo.
–Conosci il mio creatore, umano?– domandò quello, il volto rosso impassibile come una maschera mortuaria.
“Veramente conosco il creatore del tuo creatore...” precisò: Ultron era il nome del progetto sperimentale di guardia elettronica per lo S.H.I.E.L.D. Ma, che lui sapesse, non era mai stato prodotto.
–Dio?– domandò quello, fin troppo curioso per una macchina.
“Io non credo a Dio, anche se ne ho conosciuti ben due che si autoproclamavano tali, e Pym è tutto fuorché uno di loro. E' solo un deficiente con cui farò i conti quanto prima...” replicò Stark pensando a come avrebbe torto volentieri il collo a quell'idiota. E dire che, mettendosi in volo dalla sua torre, aveva ordinato ad Azura di contattare il Baxter Building per avere supporto. E se aveva sfiga, Pym si trovava a giocare da Reed.
Vision sembrava impressionato dall'arroganza del miliardario –Intendi sfidare Dio?–
“Ancora?” Tony era allibito, neanche parlasse con un bambino deficiente e non con una super macchina “Pym non è Dio! E, sì, ho intenzione di fargli il culo a stelle e strisce”
“A chi è che fai cosa?” urlò una voce sopra di loro prima che un proiettile arancione comparisse nello spazio tra l'androide e il gruppo di vendicatori.
“E tu da dove sei piovuto?” replicò Stark indispettito, ogni sua più nera previsione avveratasi.
“Mi ha portato la stella cometa... Io sono Dio, ricordi? ” ironizzò l'altro incrociando il suo sguardo attraverso le lenti polarizzate del suo elmetto.
“Sei irritante!” commentò il magnate
“Ho imparato dal migliore!” precisò l'altro. Nonostante il microfono, il tono di scherno arrivò comunque a infastidire il magnate in armatura.
“Scusate!” si intromise Wade “Non per interrompere i vostri giochini, ma abbiamo un problema...” disse indicando l'androide
Pym ruotò la testa, come annoiato da quel richiamo alla realtà, e lanciò un'occhiata alle proprie spalle. L'androide non dava cenno di volerli attaccare, per il momento.
“Perché non ne approfitti?” domandò levando un sopracciglio.
– A parte essere nettamente superiore a voi...– si giustificò –In realtà sono... indeciso...–
“Può un androide essere indeciso?” domandò Rogue arricciando il naso.
“Se è stato dotato, in qualche modo, di pensiero autonomo...” replicò Stark, meditabondo “Che casino hai combinato con Ultron?” domandò con acredine all'altro scienziato che restituì lo sguardo carico di risentimento.
“Io nulla! Il progetto era dello S.H.I.E.L.D.! Chiedi a loro cos'hanno combinato, Iron Man! Sicuro di non averci messo lo zampino e aver tramutato le mie cose in uno dei tuoi soliti giocattolini pericolosi?” replicò quello puntandogli il dito al petto.
“Attenti!” urlò Pepper vedendo come Vision avesse alzato le mani in modo aggressivo e riparandosi dietro la propria armatura.
“Io non mi abbasso a riciclare la roba di qualcun altro.” Replicò Stark imperterrito, senza curarsi di quello che la rossa andava strepitando “Tu, piuttosto, non controlli come vengono usate le tue cose?”
“Parla quello le cui armi venivano vendute a cani e porci!” rispose l'altro con arroganza.
“Mi sembra di essere ancora a casa...” biascicò un'altra voce maschile, estranea al gruppo, ridacchiando di gusto,
“Non dirlo a me... ne ho già abbastanza dei casini di Jhonny...” replicò una voce femminile.
“Non aveva detto una cosa tipo: lasciate che me ne occupi io, ci metterò un secondo, non serve che si scomodi tutta la squadra, basta che tu ci protegga con uno dei tuoi trucchetti da telecineta?” commentò ancora la voce baritonale facendo levare gli occhi al cielo a Henry Pym. “E, invece, eccoci che dobbiamo calmare gli animi...”
Dall'ombra della radura emersero la figura di un uomo massiccio, che sembrava essere la statua grezza semovente di un orco abbandonata a metà della lavorazione, e di una bella donna bionda, il corpo atletico fasciato da un'aderente tuta bianca dai dettagli azzurri.
“Ah, benissimo.. Ben e Susan. Adesso arriveranno sicuramente anche Jhonny e Reed... non c'è due senza tre e il quarto vien da sé...” alitò Wade accovacciandosi a terra, stravolto. “E noi avremo un trio di scienziati pazzi...”
“Finitela di fare i ragazzini!” disse un altro ancora, redarguendo il gruppo e piombando a terra come un meteorite. Subito le fiamme che lo avvolgevano si spensero lasciando al loro posto solo un leggero odore di bruciato e un ragazzo dai lineamenti simili a quelli della donna appena giunta.
–La cometa...– commentò l'androide, affascinato, spostando lo sguardo dal giovane Jhonny Storm all'arrogante Henry Pym.
“Jhonny sta zitto che di solito sei il primo che dobbiamo cacciare fuori dai casini...” sibilò la bionda spintonando il ragazzo da parte con la confidenza tipica delle sorelle maggiori e responsabili. “E voi due piantatela!” aggiunse andando a dare uno scappellotto sulla nuca ai due scienziati che continuavano a guardarsi in cagnesco.
“Scusa, Susan, non puoi tenere quel coso imprigionato nel tuo scudo psichico un altro po'?” domandò come nulla fosse l'uomo nella sua tuta arancione visibile lontano un miglio “Nel frattempo regolo un po' i conti col qui presente Signore dell'arroganza”
“Se solo Janet fosse qui...” disse stancamente una montagna di roccia semovente “Ho capito che dobbiamo pensarci noi...” borbottò rivolto alla compagna.
“Ben...” replicò la donna “Non siamo le balie degli eroi cretini!”
“Come se a noi piacesse...” borbottò Pepper di rimando liberandosi dell'elmetto e prendendolo sotto braccio “Ciao, Susan...” disse mentre Rogue tendeva la mano ai nuovi venuti, presentando se stessa e il compagno di squadra.
Chère... ti sembra questo il momento di perdersi in convenevoli?” replicò Gambit allibito dalla tranquillità generale: avevano davanti a loro una cosa che attentava alla loro vita e quelli se la prendevano comoda.
“Non temere...” lo tranquillizzò un quarto uomo, i capelli bianchi all'altezza delle tempie “...quel bel giocattolino sarà sotto il controllo psichico di Susan ancora per un po'.” spiegò andando a prendere per le spalle e ad abbracciare con affetto i due uomini che continuavano a mantenere, reciprocamente, un assetto difensivo.
“Ecco Reed, appunto... come dicevo da bravo profeta. Nooooo! Non li voglio i FF nel gruppo, nooo.sbroccò Deadpool pestando un piede per terra per il nervosismo “Stupida autrice che incasini per nulla la trama e poi dai la colpa a noi! Non volevi nemmeno me e ora sono la star incontrastata della fic!” disse, cominciando a urlare come un ossesso, le mani a cono attorno alla bocca.
“Potete rimandare il discorso sulle rispettive responsabilità a dopo? Pym dovresti sistemare quel gingillo prima che mia moglie collassi. E se succede sai che divento una bestia, giusto?” disse Reed con un sorriso smagliante in netta contrapposizione con le sue parole che, quindi, suonavano ancora più pericolose.
Pym si scrollò di dosso Reed e dedicò la sua attenzione all'androide “Che palle!” replicò indossando nuovamente i suoi occhiali. Sbuffò e sembrò concentrarsi. Dopo meno di un minuto l'androide si accasciò al suolo come disattivato, lo sguardo fisso davanti a sé.
“Che gli hai fatto?” domandò Pepper, sorpresa.
“Essendo un androide, in tutto e per tutto uguale a un essere umano, ho spedito le formiche -visto che tramite questo elmetto posso comunicare sulla loro frequenza- a trovare per me una strada ai suoi circuiti. E loro l'hanno trovata passando dal naso. Perché la bocca era sigillata e le orecchie...” borbottò perplesso “O è incompleto o Ultron non gliele ha fatte di proposito... Comunque ora è inoffensivo!”
“E non potevi farlo subito!” replicò isterica la donna “Sono morta di paura!”
“Oh, suvvia, Pep... non ti sei ancora abituata?” domandò Stark sorpreso.
“No! E spero di non abituarmici mai alla demenza dilagante che noto ricorrente tra voi freak!”
“Ehi!” protestò Rogue offesa “Anche tu sei una di noi, adesso, con quel gioiellino al petto dal valore stratosferico!”
“Parlavo dei signori... dimostrami che la maggioranza ha la testa sul collo!” la sfidò lei.
Rogue ci pensò su un attimo “Effettivamente siamo noi a doverli gestire...” disse dandole una pacca sulla spalla in segno di pace “L'armatura funziona, ora?”
Pepper si rimise l'elmo e scosse la testa “No...”
“Pym!” chiamò subito Stark “Dì al tuo esperimento di laboratorio di rimetterci operativi”
“Non posso smontarlo qui!” protestò l'altro.
“Mr Fantastic...?” chiamò Rogue “Del vostro gruppo solo Ben ha bisogno di un passaggio, vero?”
“Sì” confermò Susan per la montagna di roccia “Io e mio fratello sappiamo arrangiarci. Pym può ridurre le proprie dimensioni al punto da starmi in tasca o volare in groppa a qualche insetto...” si corresse sotto l'occhiata gelida del marito “Quanti dei vostri hanno bisogno di uno strappo?”
“Praticamente tutti, gli unici autonomi erano Iron Man e Rescue. Deadpool può farcela a tornare a riva col teletrasporto. Io ho forza sufficiente per sollevare più di due persone e posso anche volare. Il problema, più che altro, è far sì che non cadano. Il suo corpo di gomma ce la farebbe a reggere tutto quel peso fino a riva? Se avessi una superficie d'appoggio potrei evitare che si bagni e portare tutti a riva in un baleno. Non credo sia il caso di fare quattro viaggi, ora.” disse guardando Visione.
Susan guardò il marito che annuì “Beh...” replicò quello “Jhonny potrebbe portarsi dietro Ben...”
“Cosa?” protestarono i due chiamati in causa “Sempre con lui???”
Ma Reed li ignorò e valutò la disponibilità degli altri.“Susan, tu ce la faresti a portare l'androide? Sarei più tranquillo a saperlo sotto il controllo della tua bolla psichica.”
“Nessun problema...” disse la bionda allontanandosi verso il suo carico.
“Io non mi offro!” li informò Wade “La mia cintura funziona solo una persona alla volta...”
“Tanto nessuno lo voleva l'aiuto di uno come te, Wade!” replicò stizzita la mutante che cominciava a essere stanca delle
“Chi è questo Cable che continui a nominare in continuazione?” domandò Rogers curioso dopo aver recuperato il proprio scudo e preparandosi a un nuovo volo travagliato con Stark.
“Il mio amico che viene dal futuro...” replicò Wade orgoglioso come se fosse la cosa più normale del mondo “Nonché figlio del capo degli X-men e...” aggiunse, fermandosi a pensare come potesse descriverlo meglio.
“Magari è pure invisibile...” Celiò il capitano per poi rivolgersi a Rogue “Non si può fare davvero nulla per la sua follia?”
“Lascia stare...” replicò quella per tornare ad accordarsi col capo dei Fantastici Quattro “Quindi, a conti fatti, se io mi prendo Gambit e Rogers, a te restano i due in armatura... puoi farcela?”
“Così è facilissimo...” rispose lo scienziato, sorridendo preparandosi a partire.


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Bene, ragazzi, visto che domani comincio i miei giri per far coincidere gli appuntamenti del Far East Film Festival che più mi interessano con le vacanze del 25, aggiorno ora, perchè da domani non avrò internet a disposizione che a singhiozzo. E non voglio privarvi del piacere (ma quale?) del capitolo settimanale.
Visione non so quanto riuscirò a tenerlo attivo nel gruppo: mi piace tantissimo come personaggio, ma non riesco a usarlo =_= tant'è che, al punto in cui sono arrivata, è dovuto intervenire lo S.H.I.E.L.D......... poverino...

A parte questo, vi lascio solo le info sui due camei e citazioni: Gene e Azura. Mi riferisco a due dipendenti di Stark.
Dunque... Azura è il nome originale di Thena Eliot, un'eterna che ricalca la figura della dea greca Atena-Minerva (nei comics fondono le figure greco-romane). La si vede in diverse occasioni come segretaria/addetta agli armamenti (non per nulla è la dea della guerra giusta -a scopi difensivi o per giusta causa, a differenza di Ares-Marte)

Quanto a Temugin "Gene" Khan... :D ahahahah
Io non ho ancora visto il film ma faccio finta che la storia del Mandarino di Iron Man 3 -tanto schiatta, si sa!- accada dopo IM2 e prima di AV.. tanto è ambientato di nuovo a Malibù... chissene frega di NY! (ancora, esce domani e io non posso vederlo subito ç_ç non so se ci infileranno già lo Squad O*N*E o faranno, semplicemente, le armature mosse a distanza, tipo droni -come già accennato anche qui. E non so se Pepp si becca Rescue o no! ma quello, diciamo che ve l'ho già introdotto XD)
Dunque dicevo. Il caro Gene, al servizio di Stark, altri non è che il figlio del Mandarino. Temugin è particolarmente abile a governare i Chi altrui. In realtà, poco gli frega di essere figlio di cotanto padre. Anzi, visto che quello l'ha abbandonato in monastero e non se l'è più filato se non per aizzarlo contro Stark. Si scontrerà con Tony quando scoprirà che dietro il suo datore si cela proprio l'odiato IM. Lo vincerà facilmente, senza gli anelli, e si dedicherà ad altro. Oltretutto, fa parte, anche lui, del gruppo Atlas. Non temete, ritornerò sulla questione. Vi basti sapere che non mi impegolo nella questione 'Mandarino' -la lascio al film- e tirerò fuori la rivalità e lo scontro di Gene con Tony in altri modi. Tanto nell'universo Marvel è tutto legato.

Infine, i due mutanti citati. Uno penso lo conosciate tutti: Forge è- a seconda delle versioni, ovviamente ma per me è quello classico- un mago Cheyenne in grado, per altro, di comunicare con le macchine e in grado di elaborare invenzioni tecnologiche molto avanzate, anche con scarse risorse. Ha avuto relazioni con Tempesta e con Mystica.
Madison Jeffries, invece, può rimodellare telecineticamente metallo, plastica e vetro ed è naturalmente molto intelligente, fatto che
ne ha decretato il successo nel campo scientifico.

   
 
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