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Autore: Suzako_Translations    11/11/2007    7 recensioni
"In tempi lontani, i Demoni vagabondavano per le lande, facendo strage di innocenti, finché i cinque Kage non riuscirono a sigillarli, pensando di neutralizzarli per sempre."
Ma ora, cento anno più tardi, Haruno Sakura si trova coinvolta in una serie di avvenimenti che cambieranno per sempre la sua vita... tutto a causa del più strano dei cacciatori di demoni: Uzumaki Naruto
- Traduzione, AU, NaruSaku -
Genere: Generale, Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: Traduzione, Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autore

Quindi, ecco la mia terza storia sul sito. Non so come mi sia venuta quest’idea, ma si è messa in mezzo alla stesura del nuovo capitolo/sequel di Check The Job Description [un'altra storia dell’autore, ndt] . Ed eccola qui. Si tratta più che altro di un esperimento, quindi non so se la continuerò o meno, benché abbia già incominciato un secondo capitolo.

Riassunto: (vagamente AU) I Demoni un tempo vagabondavano per le lande, terrorizzando gli innocenti, finché i cinque Kage decisero di sigillarli in un posto sicuro. Ora, cent’anni dopo, Haruno  Sakura viene coinvolta in un avvenimento che cambierà la sua vita, scoprendo in uno dei peggiori elementi della classe un insolito cacciatore di demoni: Uzumaki Naruto.

Disclaimer: Naruto è © di Masashi Kishimoto.

 

 

 
Slayer

Capitolo primo: Luck

 

[fortuna]

 

 

Il ragazzo zoppicò lentamente fra le catapecchie della città di Konoha, facendosi strada verso un vecchio edificio abbandonato. Il suo respiro era affannato, e aveva il corpo coperto di sangue, tagli e graffi. Trasalendo, usò il braccio sano per raggiungere la spalla e tirare fuori alcuni lunghi aghi conficcatisi, dopodichè li gettò a terra. Come entrò nell’edificio, si appoggiò al muro per sostenersi, e si rilassò per qualche attimo. Diede un’occhiata al suo braccio sinistro, fissandolo per una manciata di secondi.

Un lungo, brutto taglio correva dal gomito al retro della sua mano, sanguinando copiosamente. Nel mezzo del braccio era profondo abbastanza da permettere di vedere l’osso. Sbuffò, e fece una smorfia.

“Eh, non è così terribile.”, trasalì un’altra volta quando sentì i tagli sul suo corpo riscaldarsi: “Ed era ora.”, ringhiò, e rimase a guardare mentre la ferita sul braccio sembrava rimarginarsi velocemente. In pochi minuti il suo braccio era guarito, e poteva muoverlo normalmente. Fece un passo in avanti rispetto al muro, e scrollò il corpo, il suo modo di rilasciare la tensione.

A quel punto, come se nulla fosse successo, incominciò a salire le scale, a passo tranquillo. L’edificio era un vecchio negozio a due piani. Il primo era occupato dal negozio vero e proprio, e il secondo non era altro che un piccolo appartamento. Ma era rimasto vuoto per anni, così il ragazzo aveva deciso di trasferirsi lì, e prendere l’edificio per sé. Entrò nella sua stanza e andò dritto verso la doccia, spogliandosi mentre camminava. Il bagno era buio, non avendo elettricità, ma conosceva a memoria la disposizione di casa sua. Non aveva acqua calda, ma la città non toglieva mai l’acqua corrente all’edificio, e perlomeno di quello era grato.
Così si fece una doccia veloce, per sciacquarsi dalla sporcizia e dal sangue.

Quando ebbe finito, afferrò un asciugamano umido, usato precedentemente quel giorno, e se lo avvolse attorno alla vita, dopodichè andò verso il suo copriletto, attraversando una pila di vestiti, tentando di trovare qualcosa di pulito. Durante la ricerca, i suoi occhi catturarono di sfuggita lo schermo dell’ orologio. Bastò una seconda occhiata per mandarlo nel panico.

Erano le 6.30 del mattino. Il che significava che era Lunedì, il che a suo volta voleva dire che…

“Merda!! Arriverò tardi a scuola!”

 
Una piccola bambina venne spinta violentemente nel fango, calde lacrime che le rigavano il volto. Il fango le fece pizzicare la pelle, entrando in contatto con alcuni graffi, e lei gemette appena per il dolore.

“Ma guardatela! E’ una tale piagnucolona.”

“Già, magari se non si fosse comportata da piccola sapientona, non avremmo dovuto darle una lezione.”

“Dev’essere a causa di quella sua fronte enorme.”, i due ragazzi che la stavano tormentando risero, e uno le tirò violentemente i capelli rosa. Lei gridò, serrando gli occhi con forza.

“Smettetela! Mi fate male!”

“E’ fatto apposta, scema. E tu dovresti farti più furba.”, i ragazzi risero ancora, e l’altro la spinse ancora più dentro il fango. La bambina si strinse fra le proprie braccia, tentando in ogni modo di evitare i loro attacchi.

“Perché? Perché io? Non gli ho fatto niente!”, pensò affranta. Si strinse più forte, sperando che i suoi tormenti sarebbero cessati in fretta.

“Ehi! Che cavolo state facendo?!”, gridò una nuova voce. I ragazzi interruppero la tortura per guardare il nuovo arrivato. La ragazza si lasciò andare a un sospiro di sollievo, sollevata che si fossero fermati.

Un ragazzino biondo stava lì,  non troppo lontano. Indossava una maglietta nera con brillanti strisce arancioni. Un cristallo verde gli pendeva dal collo, attaccato a una cordicella nera. Il bambino fissò  duramente agli altri due, le mani serrate a pugno.

“Nulla che ti riguardi. Ora sparisci!”

“Oji-san mi ha sempre detto che quelli come voi dovrebbero essere puniti per prendersela con i più deboli! Adesso lasciatela in pace, o dovrete vedervela con me!”  uno dei prepotenti si mise nella stessa posizione del bambino biondo, pronto ad affrontarlo.

“Il tuo Oji-san non è altro che un vecchio pazzo! Ora piantala, o finirai per farti male!”

Improvvisamente, il bambino si lanciò contro i bulli, buttandone uno dritto nel fango, facendogli sprofondoare la faccia nell’acqua sporca.

“Ritira quello che ahi detto! Tu non sai niente su Oji-san!” la ragazzina osservò sbalordita la scena, mentre il suo salvatore faceva cadere una pioggia di pugni sulla testa del ragazzo di fronte a lei. Poi, il secondo ragazzo gli arrivò da dietro e lo afferrò bloccandogli la testa, spingendo entrambi nella fanghiglia. I due lottarono per alcuni minuti quando il primo ragazzo si alzò, buttandosi nella mischia. Alla fine, il bambino biondo morse forte il braccio di uno dei due, liberandosi dalla sua presa, dopodichè diede un calcio all’altro ragazzo, all’altezza dell’inguine, prima di riportare la propria attenzione sul primo. Il ragazzo che era stato morso andò improvvisamente nel panico.

“Va bene! Hai vinto! La lasceremo in pace!”, il ragazzo aiutò il suo amico ad alzarsi, e i due corsero via velocemente.

Il bambino biondo sbuffò, tentando di strofinare via un po’ di fango dalle sue braccia. Lasciò perdere subito, e si girò verso la ragazza, tendendole la mano.

“Ehi, tutto bene?” chiese gentilmente, con un ampio sorriso. Lei si pulì alcune lacrime mischiate allo sporco dal volto, e prese la sua mano. Nonostante entrambi loro fossero coperti dalla testa alla punta dei piedi di fango, lui tenne la sua mano con fermezza, senza lasciare che sfuggisse dalla sua presa.

“S-Sto bene… Grazie per avermi salvato.” Tentò di vedere meglio la sua faccia, ma non ci riuscì a causa del fango che aveva incominciato a seccarsi. Ma vide comunque i suoi profondi occhi blu che brillavano intensamente. Lui Si grattò il dietro della testa, imbarazzato, sorridendo ancora.

“Beh, non potevo mica lasciare che la passassero liscia. Bastardi di quel tipo meritano sempre una lezione!”, fece una faccia vagamente imbarazzata, prima di mormorare “Scusa, non dovrei dire parolacce. Oji-san si arrabbia sempre quando lo faccio, ma Baa-chan lo fa tutto il tempo quando l’ero-sennin è nei paraggi.”, arricciò il naso, alzando lo sguardo con fare assorto “Non capisco gli adulti, a volte.”

La bambina si lasciò andare a una risatina, ma subito si rifece seria. Il ragazzino se ne accorse, e la guardò con preoccupazione. “Hei, sei sicura che vada tutto bene?”lei tirò su col naso, mentre le lacrime le inondavano le guance.

“Se la prendono sempre con me…Ho la peggiore delle sfortune…” il bambino strabuzzò gli occhi un paio di volte, allora si sfilò il suo ciondolo. Cerco di pulirlo al meglio che poteva, e lo misi attorno al collo della bambina.

“Baa-chan me lo diede il giorno del mio compleanno. Disse che porta fortuna, quindi puoi averlo”, la bambina prese il cristallo in una mano, fissandone intensamente le profondità smeraldine. Guardò nuovamente il ragazzo.

“Non posso prenderlo. Era un regalo per te.”, se lo tolse, e glielo tese indietro. Ma lui scosse la testa.

“Allora lo puoi prendere in prestito finché la sfortuna non andrà via.” E le rimise il ciondolo attorno al collo, sorridendo ampiamente. “Va bene?” un leggero rossore le coprì le guance, e lei annuì.

“Se lo dici tu…”

“Allora siamo d’accordo! Lo puoi tenere finché la sfortuna non se ne va! Diamoci la mano!” afferrò la sua mano, scuotendola furiosamente, sempre sorridendo. Improvvisamente, fece un grido: “Merda! Dovevo essere a casa un sacco di tempo fa! Devo correre, ciao!” e andò  verso la direzione opposta veloce quanto le sue piccole gambe potevano permettergli.

“Aspetta!”, urlò lei, tentando di raggiungerlo. Lui si fermò, e corse indietro.

“Quasi scordavo, baa-chan l’ha fatto quando mi ha dato il ciondolo” le diede un bacio veloce sulla fronte, e sorrise “Disse che era per fortuna extra. Ciao!” si allontanò di nuovo, lasciandola completamente sconvolta e rossa come un pomodoro (dove non era coperta dal fango). Quando lui sparì dalla vista, si riscosse dal suo stupore e guardò in basso, verso il ciondolo che aveva attorno al collo.

“Spero di poterlo vedere ancora… Volevo chiedergli come si chiamasse… Lo farò quando potrò restituirgli il ciondolo.”

“Sakura! Smettila di fantasticare e stai attenta in classe!” Sakura sobbalzò per la sorpresa, e guardò il suo sensei con aria colpevole.

“Mi scusi Iruka-sensei. Non succederà di nuovo.” Lui annuì, soddisfatto, e tornò alla consegna.

“Bene. Adesso, se andate a pagina duecentotrenta, vi spiegherò il prossimo compito.” Alcuni dei suoi compagni sbuffarono, mentre altri fecero semplicemente come era stato loro detto. Sakura diede un’occhiata in basso, al cristallo che le penzolava dal collo.

‘Sono passati dodici anni da quando vidi quel bambino…’ raggiunse con una mano il colletto della camicia, e tirò fuori il cristallo. ‘L’unica cosa che ricordo di lui sono i suoi occhi.’

La porta si aprì di colpo, e una figura inciampò nella stanza, ridendo nervosamente. Iruka gli lanciò un occhiata.

“Uzumaki Naruto! Spero che tu abbia una buona giustificazione per essere arrivato solo per gli ultimi quindici minuti dell’ora!”, il biondo trasalì, ridacchiando appena.

“Io…uh… Mi sono perso nel cammin di mezza vita?”, si grattò il retro della testa nervosamente. La maggior parte degli studenti sbuffarono, altri mormorarono ‘idiota’ sottovoce. Iruka si lasciò andare a un lungo sospiro, mentre si grattava il naso.

“Per adesso siediti, e apri il libro di storia a pagina duecentotrenta. Ne parleremo dopo.” Naruto sorrise e si diresse al suo banco silenziosamente, non volendo fare più scena di così. Per la classe era normale, ma per lui rimaneva fastidioso averci a che fare. Naruto era conosciuto per avere i voti peggiori della classe, ed essere un combinaguai. Questa era una delle rare volte in cui si era presentato, visto che di solito faceva in modo da farsi buttare fuori o semplicemente non si faceva vivo. Le uniche persone in grado di controllarlo erano Iruka e Kakashi, che dovevano essere dei santi per riuscire ad avere a che fare con lui (almeno secondo ciò che dicevano il resto dei professori).

Sakura scosse la testa e sfogliò il libro fino alla pagina esatta “Il vostro prossimo compito consiste nel fare una linea del tempo dettagliata, sugli eventi più importanti degli ultimi cento anni. Vi assegnerò dei compagni. Il lavoro dovrà essere consegnato Giovedì.” La classe si lamentò rumorosamente mentre Iruka si mise a chiamare i nomi, mentre Sakura stette zitta.

“Se fossero stati attenti venerdì scorso, avrebbero già saputo del compito”

“Haruno Sakura”, interruppe le sue riflessioni e guardò Iruka.

“Sì, sensei?”

“Tu svolgerai il lavoro con Naruto”, Sakura si sentì sprofondare e il suo occhio destro incominciò a contrarsi nervosamente e di sua spontanea volontà per il fastidio.

“S-Sì sensei…” ‘Dannazione! Ma perché proprio con lui! Finirà che dovrò fare tutto il lavoro io! Anche se potrei benissimo farlo da sola… Stupido sensei, doveva proprio assegnare questo stupido compito…’

La campanella suonò, segnalando la fine della lezione. Tutti raccolsero la propria roba e se ne andarono a gran velocità.

“Ricordate! E’ per giovedì, non venerdì!” gridò Iruka. Sakura stava per raggiungere la porta, Naruto corse verso di lei, sorridendo imbarazzato.

“Ehi, Sakura-chan! Cercherò di fare del mio meglio per questo compito, quindi, quand’è che vuoi incominciare?” lei sospirò, strofinandosi gli occhi stancamente.

‘Non ho nessuna voglia di affrontarlo adesso.’

“Certo, certo. Ascolta, possiamo vederci alla libreria dopo scuola oggi? Possiamo incominciare lì.” Lui annuì con entusiasmo

“Perfetto! Ci vediamo lì Sakura-chan!” la salutò, correndo all’uscita. Lei sospirò nuovamente e si massaggiò le tempie.

‘Sarà una lunga settimana.’

“Che fortuna, eh fronte-spaziosa?” Sakura sorriso tra sé e sé, dopodichè ghignò.

“Beh perlomeno sono stata messa con qualcuno che proverà a fare il progetto, Ino-pig.” Voltandosi a sinistra, Sakura fu accolta da una sorridente Ino.

“Sì, tu ti becchi un casinista e io un genio pigrone. Una gran fortuna che abbiamo, eh?”

“Beh, allora suppongo proprio di essere più fortunata di te, che ne dici?”, scherzò lei, dando una leggera gomitata nei fianchi a Ino, la quale la guardò male, per poi sfoderare un sorriso affascinante.

“Allora prestami quella pietra che hai tu. Potrei usarla per avere un po’ di fortuna adesso.”, rise Ino, mettendole un braccio attorno alle spalle. Sakura sorrise a sua volta, e strinse il cristallo fra le mani.

“Mai!”, e fece la linguaccia alla migliore amica. Lei sbuffò, scuotendo la testa.

“Ce l’hai da prima che ti conoscessi. Non ti ho mai visto togliertela da allora.”

Sakura sorrise fra se e sé, passandosi la pietra fra le dita. Era stato dopo che quel bambino gliel’aveva regalata che aveva incontrato Ino, la quale l’aveva aiutata quando alcune ragazze la tormentavano. Da quel momento erano diventate amiche. Adesso aveva i voti migliori, si era fatta molti amici, ed era coinvolta nelle attività scolastiche. L’unica cosa che non era stata capace di fare, era trovare il ragazzo che le aveva dato quel ciondolo.

“Questo ciondolo è speciale per me, Ino. Non è solo questo, ma ho fatto la promessa di restituirlo, quando non ne avrei avuto più bisogno.” Si lasciò andare a un sospiro di frustrazione. “Ma non lo vedo da quando ho cinque anni, e adesso ne sono passati dodici…” serrò il pugno attorno al ciondolo “Non so neanche se lo vedrò mai più.” Ino le strinse una mano sulla spalla, e le sorrise.

“Tirati su, fronte-spaziosa. Sono sicura che incontrerai il ragazzo dei tuoi sogni molto presto. Potrebbe cadere ai tuoi piedi proprio nel momento del bisogno.” Pronunciò l’ultima parte con tono sognante, gli occhi che brillavano. Sakura rise, e incominciò a trascinarla giù per l’ingresso.

“Sì, nei tuoi sogni. Muoviti, faremo tardi a lezione.”

 

 

“Incredibile… Si è fatto vivo.”

Sakura vide il biondo entrare in biblioteca, per poi dirigersi velocemente verso di lei, e sedersi al tavolo, benché continuasse a guardarsi intorno nervosamente.

“Che stai facendo?”

“Cerco Kurenai-sensei… Ho sentito dire da Kiba che mi stava cercando.”

“E perché mai Kurenai-sensei dovrebbe cercare te?” sospirò, per poi pentirsi di averlo chiesto.

“Io… Uhm, ho rovinato alcune delle sue cose per quello scherzo con la farina…” ghignò, e poi rise fra sé e sé: “Ne è valsa la pena, comunque… E’ stata una gran figata.”, lei alzò gli occhi al cielo, per poi tirar fuori il libro di storia.

“Incominciamo e basta, ok?”

“Giusto! Quindi, uhm… Cosa dobbiamo fare, esattamente?”, chiese lui, grattandosi i segni simili a baffi sul volto. Lei trattenne un grugnito di irritazione, limitandosi ad inarcare un sopracciglio, infastidita.

“Figuriamoci se avresti potuto prestare attenzione… Dobbiamo fare una linea del tempo per l’ultimo secolo, giusto dopo che i cinque Kage sigillarono i demoni all’altro mondo. In pratica, dobbiamo fare una lista degli eventi importanti successi nella nostra nazione dopo la sigillazione.”

Per secoli, demoni avevano attraversato la terra. Avevano terrorizzato gli umani, uccidendoli crudelmente come prede. Esistevano alcuni modi per ucciderli, ma servivano anni di allenamenti focalizzati allo scopo di combatterli appropriatamente. I demoni accettavano qualsiasi sfida, non importava quanto potesse essere insignificante, e questo era il perché solo pochi aveva il coraggio di affrontarli. Poi, cento anni fa, cinque uomini, tutti da differenti nazioni, unirono le forze e trovarono il modo di sigillare i demoni in un altro mondo. Così, i cinque eliminarono il resto dei demoni che vagavano per la terra. Erano acclamati come eroi, e venne chiesto loro di guidare le rispettive nazioni: ma loro deciserono di non farlo, e presto sparirono nell’oscurità, senza che di loro si sapesse più nulla. Così ai cinque venne dato il titolo di ‘Kage’, e a seconda della nazione di provenienza, ebbero un elemento nel loro nome. Il Kage per la nazione di Sakura e Naruto era detto Hokage. Gli altri erano il Mizukage, il Kazekage, lo Tsuchikage e il Raikage. Questi titoli non vennero mai passati a nessun altro uomo.

“Ok! Incominciamo, allora.” Naruto prese a rovistare tra le sue cose, alla ricerca del quaderno. Improvvisamente sobbalzò nel sedile, sorpreso da qualcosa. Sakura lo guardò estrarre dalla tasca un vecchio cercapersone. Aggrottò le sopracciglia leggendo il messaggio, poi lo rimise in tasca. Si alzò dalla sedia guardandola con aria di scuse.

“Mi dispiace, Sakura-chan… E’ venuta fuori una cosa davvero importante. Devo andare.”, prese le sue cose velocemente, e corse verso la porta. Lei saltò su dalla sedia e gli gridò:

“Ehi, aspetta un secondo! Non puoi andartene così!”

“Mi rifarò la prossima volta! Te lo prometto!” le rispose di rimando. La ragazza si lasciò andare ad un sospiro di frustrazione, ricadendo sulla sedia, incrociando le braccia nel mentre.

‘In qualche modo, era certa che sarebbe finita così… che idiota.’, pensò lanciando un’occhiataccia alla porta dalla quale Naruto si era dileguato. Prese la penna e incominciò a scrivere alcune informazioni sul suo quaderno. ‘Sarà meglio incominciare comunque. Non ha senso piangere sul latte versato.’

 

 
Passarono alcune ore. Sakura aveva perso la cognizione del tempo realizzando il progetto, quindi si stava affrettando verso casa, prima che diventasse troppo buio.

“Magari le giornate non fossero così corte, in inverno.”, mormorò, stringendosi nella giacca. Decise di tagliare per il parco, per fare più in fretta, ma incominciò a pentirsi di averlo fatto: ‘Non avrei mai pensato che il parco potesse essere così inquietante di notte…’  Udì qualcosa muoversi dietro di lei, e si voltò immediatamente per vedere. Non c’era nulla. Emise un sospiro di sollievo, poi continuò a camminare per la propria strada, facendo attenzione. ‘Niente più film horror…' 

Rimase fermo, guardando la sua preda continuare a procedere nella notte. Era diffidente, il che rendeva tutto molto più interessante per quando l’avrebbe catturata. Aveva un profumo così dolce che gli servì tutta la sua volontà per non aggredirla. Doveva aspettare solo un altro poco. Ma il suo odore lo sopraffece, mandandolo fuori controllo. Attaccò.

 
Sakura fece un salto quando sentì nuovamente dei rumori. Si lanciò un’occhiata alle spalle e immediatamente pietrificò. Ciò che stava lì era… era qualcosa che inizialmente aveva identificato come un uomo, ma somigliava più a una bestia.

Era alto, schiena dritta e mento in su. Il mostro era coperto da un pelo nero e aveva un volto animalesco. Con le orecchie tenute basse, le ringhiò addosso, gli occhi gialli brillavano nella notte. Sakura sentì il suo corpo tremare quando il mostro sfoderò le zanne, mentre la sua aura sembrava riuscire ad inchiodarla al suolo.

“Che diamine è questa cosa?” fece appena in tempo a pensarlo, che la bestie le si lanciò addosso, cercando di azzannarla. All’ultimo momento, Sakura indietreggiò, ma sfortunatamente i suoi artigli catturarono la sua gamba. Cadde pesantemente al suolo con un urlo di terrore. Alzò gli occhi verso il suo assalitore, e si sentì male quando lo vide leccare via con delicatezza il sangue sulle dita innaturalmente lunghe.

“Mmh… Hai un sapore così dolce per essere un' umana… Sarà un piacere divorare il tuo cuore…”, disse la bestia con un ringhio, la sua voce profonda.

‘Sto per morire…’, pensò lei con disperazione. Il suo respiro era pesante, e istintivamente si strinse al petto il suo ciondolo. ‘Qualcuno… Per favore, qualcuno mi aiuti…’ emise un urlo come ultima preghiera, implorando qualsiasi dio che volesse risponderle.







Note della Traduttirce

Beh, che dire? *-* E' la mia prima traduzione, e suppongo si noti. Sarà sicuramente piena di errori e imprecisioni, ma per adesso sono soddisfatta del risultato. L'aveva in cantiere da un sacco di tempo, sono così contenta di essere riuscita a postare, infine! Penso sia una delle storie Naruto/Sakura più interessanti tra quelle attualmente in corso su FF.net. Conta per ora nove capitoli, l'autore, bloodthirstydemon, non aggiorna spessissimo a causa di problemi personali, ma è affidabile. Tutti i commenti verranno tradotti e mandati all'autore, quindi, datevi da fare! 

Ed ora, credits time! XD

- Slayer è stata scritta e ideata da Bloodthirstydemon. Mi prendo come unico merito quello di averla tradotta, sotto previa autorizzazione. Tutti i diritti appartengono all'autore. Qui trovate la storia originale -

Prossimo capitolo: "Savior"

Ja ne

suzako

  
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