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Autore: terry    11/11/2007    2 recensioni
È sabato mattina, il giorno del Ballo del Ceppo, e una giovane ragazza dalla folta chioma rossa si alza dal suo lettino e, con aria non poco assonnata, si dirige verso il bagno. Un rapido sguardo allo specchio alla ricerca di imperfezioni su cui lavorare prima della grande serata e poi un urlo agghiacciante prima di svenire sul pavimento freddo del bagno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tadan! E si sono proprio io... Non ho del tutto abbandonato il sito... Anzi!! Eccomi qui con una nuova fiction (e un'altra che corro subito a postare!) In cantiere ne ho anche un altra che mi ha preso abbastanza e di cui sono abbastanza soddisfatta ma per ora rimarrà sul mio pc ancora per un po'... Per la mia longfic invece... Devo dire che ho un blocco e che non so come proseguire quindi non so ancora quando postero un aggiornamento... Ma ora vi lascio a questa!! Baci
Terry

Imprevisti: non solo negativi…


È sabato mattina, il giorno del Ballo del Ceppo, e una giovane ragazza dalla folta chioma rossa si alza dal suo lettino e, con aria non poco assonnata, si dirige verso il bagno. Un rapido sguardo allo specchio alla ricerca di imperfezioni su cui lavorare prima della grande serata e poi un urlo agghiacciante prima di svenire sul pavimento freddo del bagno.

-Su Gin svegliati!- una voce familiare la sveglia dal suo sonno.

-Che c’è Herm? È successo qualcosa?- chiese la rossa con aria assonnata.

-Uhm no nulla di che…- disse l’amica evasiva.

-Per fortuna mi hai svegliata! Stavo facendo un incubo pazzesco! Ero in bagno e mi stavo guardando allo specchio quando ho visto…- continuò la piccola Weasley.

-Oh cavoli! Mi sono ricordata che ho un appuntamento con Colin e sono abbastanza in ritardo!- disse Violet, la compagna di stanza di Gin già sulla porta della stanza.

-In ritardo? Ma se sono solo le 7 del mattino! E poi da quando esci con Colin?- chiese Gin con fare interrogativo.

-Ehm… Da ora! Ciao Herm e grazie dell’aiuto!- disse la mora correndo.

-Ma che le ha preso? Va bhe ti stavo dicendo… Era un sogno davvero molto reale…- disse di nuovo alla riccia.

-Senti Gin… Devo dirti una cosa molto importante… Non era un sogno…- disse la riccia abbassando il tono di voce sull’ultima frase.

-Cosa? Alza la voce… Non ho sentito nulla- disse la rossa all’amica.

-Ho detto… Non era un sogno quello che hai fatto…- alzò un po’ il tono di voce l’amica.

-Ok devo aver capito male… Ora andrò in bagno e mi guarderò allo specchio e naturalmente vedrò i miei adorati capelli del loro colore naturale, cioè rossi, e non quell’ammasso verde che ho visto prima- e con aria terrorizzata si alzò di botto dal letto e, scansando l’amica si fiondò in bagno.

Un altro urlo agghiacciante.

-Ti prego Herm dimmi che è uno scherzo! È la fine! Come farò?!? Ti prego dimmi che conosci qualche incantesimo per farmi tornare normale! Ti prego aiutami tu!- la rossa si lanciò ai piedi dell’amica cominciando a piangere.

-Mi dispiace Gin, ho già provato mentre eri svenuta, e non posso fare niente… Non conosco nessun incantesimo per rimetterli come erano prima… E dire che ne conosco tanti!- disse la riccia consolando l’amica.

-Ma come farò ora? Il ballo è sta sera! E io non posso presentarmi con questi capelli! È la mia fine! Non conquisterò mai Harry!- e così dicendo si lanciò sul letto disperata.

-Bhe pensala in positivo… Ora i tuoi capelli si intonano con il colore del tuo vestito, no?- scherzo la riccia.

-Si così sembrerò un gambo di sedano! Che bella amica che sei!- altri singhiozzi.

-Dai vedrai che si sistemerà tutto… Hai tutto il giorno per rimediare… E se non ce la farai non pensarci… Sarai stupenda lo stesso…- disse passandole un fazzolettino.

-Uhm… Grazie Herm… Sei una cara amica… Però vorrei tanto sapere chi è stato a farmi questo brutto scherzo… Appena gli metto le mani addosso lo strozzo!- disse inalberandosi come era suo solito dopo un lungo pianto.

-Brava Gin! È così che ti voglio! Combattiva al punto giusto! Ma non esagerare…- disse poi vedendo gli occhi dell’amica scintillare d’odio.

-No, vedrai che farò solo lo stretto necessario…- ghigno malefico -E ora su andiamo a fare colazione!- voce allegra -Oh dio ma che dico?!? Io conciata così non esco! Ti prego mi porteresti su qualcosina da mangiare?- occhi da cerbiatta indifesa.

-Va bene ma non fare pazzie- Hermione era abbastanza sconvolta dalla capacità di cambiare animo così in fretta dell’amica.

-No stai tranquilla- voce angelica.

Era appena uscita dalla stanza quando la riccia sentì una risata diabolica provenire da dove era pochi secondi prima -Si Gin… Sono tranquillissima…- e con aria sconsolata si diresse in Sala Grande.

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La sera arrivò in un battibaleno per la gioia di tutte le ragazze e un po’ meno per i ragazzi della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Come era stato per gli anni precedenti al ballo potevano partecipare quelli dal quarto anno in su e quelli del terzo in giù potevano prendere parte solo se invitati come cavalieri o dame da quelli più grandi; in caso contrario avrebbero partecipato a delle feste organizzate delle sale comuni di ogni casa apposta per loro. Solitamente erano i ragazzi a invitare le ragazze ma non per questo non ci furono casi contrari. Un esempio di questo caso fu quello di Pansy Parkinson che si auto-invitò al ballo come dama di Draco Malfoy.

Come sempre la Sala Grande era stata agghindata da tutti i professori con maestria e l’effetto fu straordinario: il soffitto era stato incantato e sembrava di essere sotto un cielo stellato assente da ogni nuvola, mentre le pareti raffiguravano boschi e prati infiniti. Non sembrava neanche di stare al chiuso. Sembrava davvero di stare fuori all’aperto. Sembrava che da un momento all’altro sarebbe apparsa una creatura magica e misteriosa da quel fitto bosco. Oppure nessuno avrebbe obbiettato qualcosa se avesse visto sfrecciare qualcuno per quel prato dai colori così reali. Eppure era solo una stanza. Una stanza che di infinito non aveva proprio niente. Se, ovviamente, non si consideravano quelle fantastiche rappresentazioni magiche.

La serata non era ancora cominciata ma la sala era già stracolma di coppie che parlavano socievolmente tra di loro, così il preside decide di non attendere oltre e con un cenno fece capire di prendere posto nei tavoli.

Le ragazze non facevano altro che regalare complimenti alle amiche e a parlare emozionate della serata che le aspettava.
Dire che i ragazzi guardavano terrorizzati la pista da ballo non era poco visto che non facevano altro che guardare il piatto davanti a loro.

Ad un certo punto il continuo vociare della sala fu interrotto da un strillo. Un rapido sguardo al motivo di quel rumore e il chiacchiericcio tornò padrone.

Inutile dire da chi proveniva. Era tutto il giorno che la scuola sentiva urli di quel genere e ormai sapevano tutti da chi erano causati.
Una giovane ragazza del terzo anno infatti doveva avere una giornata infernale, e da quanto appena sentito, non sembrava che fosse ancora finita.

---

-Perché? Perché a me? Non mi poteva invitare qualcuno di intelligente? Non chiedevo molto! Solo che qualcuno mi portasse al ballo! Scommetto che anche quell’idiota di Tiger sarebbe stato molto meno maldestro di te!- Ginny si alzò di botto dal tavolo in cui era seduta.

-Ginny scusami non volevo, davvero perdonami!- disse Neville alzandosi a sua volta. Facendo ciò sbatté contro il tavolo e rovesciò tutti i bicchieri del tavolo -Oddio scusatemi!-

-Vedi? Sei un disastro!- continuò la, per quella sera, ex rossa -Prima mi rovesci il punch addosso e ora questo! Ma riesci a stare un po’ più attento o no? Non mi bastavano i capelli verdi no è? Ora anche il mio bellissimo abito nuovo è rovinato!- e dicendo ciò abbasso lo sguardo sul suo abito.

Lo aveva comprato l’ultima gita che avevano fatto al villaggio di Hogsmede e lo aveva pagato con i soldi che stava risparmiato dal suo primo anno, l’anno che ebbe la certezza che sarebbe andata alla stessa scuola del suo idolo, Harry Potter.
L’abito era verde, un abito antico, con le maniche lunghe che terminavano a punta sulle mani, a nascondere le unghie che non riusciva a non rosicchiare, lo scollo a barchetta per risaltare le sue piccole forme, un corpetto a costine e con una gonna che era tutta arrotolata su se stessa e che toccava terra. Come scarpe non aveva avuto molta scelta, visto la piccola somma che le era avanzata, così si era comprata un paio si scarpette, sempre sulla tonalità del verde, con dei piccoli tacchetti che la rialzavano di un poco.
Aveva preparato tutto settimane e settimane prima, dal trucco all’acconciatura. Certo, non aveva previsto il cambio di colore ma ormai il gioco era fatto e non poteva ritirarsi. Così quel pomeriggio con l’aiuto di Hermione, che non le aveva voluto rivelare il nome del suo cavaliere, si era vestita e acconciata come aveva pensato. Sapeva che Harry non aveva ancora scelto la sua dama, anche se mancavano poche ore all’inizio del ballo e sperava che avrebbe scelto lei se fosse riuscita a farsi vedere con quell’abito.
Ce l’aveva quasi fatta… Era scesa di corsa in sala comune e aveva visto Harry… Era lì che l’aspettava lo sapeva… Ma… Scesi tutti i gradini notò con orrore che stava invitando quella sciocca di Calì Patil! Com’era possibile? Le sarebbero bastati due minuti e sarebbe andata al ballo con il suo amore. Stupidi capelli! Se lo sentiva era tutta colpa loro! Che giornata di merda!
E così aveva potuto solo accettare l’invito di Neville. Aveva accettato perché se no non sarebbe potuta andare al ballo… E allora tanto valeva andare con lui che non andarci proprio. E dire che ci volevano solo due minuti e sarebbe stato tutto magnifico.

E così eccoli lì al tavolo… Lei con il suo vestito nuovo inzuppato di punch. Non era possibile. Era il destino. Ormai c’era arrivata. Non voleva che andasse al ballo. Perfetto. Se ne sarebbe andata.
Pensando cioè la ragazza si allontanò dal tavolo. Ma ecco che…

-Strap!-

Non era possibile… Non era successo a lei…
Si girò lentamente e le lacrime a quella vista non poterono non uscirle dagli occhi.
Il suo vestito. Il suo magnifico vestito. Era da buttare. Era uno straccio ormai. E per colpa di chi? Di quell’idiota del suo cavaliere!
Naturalmente quando lei si era alzata aveva pensato di fare lo stesso e inseguendola le aveva pestato un lembo del abito che toccava terra e naturalmente mentre lei camminava si era strappato e si era staccata metà della gonna! Ci mancava poco e sarebbe rimasta in mutante! Fantastico! Ora il suo vestito non sarebbe stato neanche usato come straccio! Poteva buttarlo direttamente tanto ormai…
-Neville sei davvero un pessimo cavaliere!- e la ragazza scappò via in lacrime sotto gli occhi sbigottiti di alcuni e le risa di altri.

---

Non era possibile… Era stata messa in ridicolo davanti a tutti… Davanti a tre scuole ma cosa peggiore, davanti al suo amore, davanti al suo Harry. Basta per lei era finita. Il giorno dopo sarebbe tornata a casa e si sarebbe chiusa in camera sua finché la morte non fosse venuta a prenderla.
Corse per il grande giardino di Hogwarts e si fermò solo quando fu sicura di essere abbastanza lontana dal castello. Era vicino al lago, alla casa della grande piovra, dove si sarebbe svolta la seconda prova del torneo, esattamente due settimane dopo.
Si stese ai piedi della grande quercia, dove veniva di solito quando era triste, nei momenti come quelli, dove poteva restare da sola a piangere la sua infelice vita. E pianse tutte le lacrime che aveva in corpo.

-Guarda un po’… La piccola stracciona… Ehi ma che hai fatto ai capelli?? Da carota ti sei trasformata in sedano?? Eh si che poi con quel vestito tutto sbrindellato lo sembri ancora di più! Ahah io mi nasconderei se fossi in te!- disse una voce maschile spuntando da lì vicino.

-Cosa diavolo vuoi Malfoy? Vai a rompere le palle con le tue battute velenose a qualcun altro!- disse la ragazza nascondendo le lacrime

-Che fai piangi? La piccola fiammiferaia che piange! Oh che scena commovente!- disse con finta voce addolorata.

-Finiscila! Non hai il diritto di insultarmi così! Chi di credi di essere?!?- ribatté ancora la ragazza.

-Bhe guardati tu invece! Sei lì rannicchiata sotto un albero mentre tutti si stanno divertendo! Sai bene che mi diverto a prendere in giro la gente in difficoltà! Ahahah!- risata cattiva.

-Basta sono stufa di te!- disse la rossa alzandosi in piedi di botto. Così facendo la parte dell’abito appoggiata alla dura corteccia dell’albero si strappo con molta facilità. La rossa non poté far altro che guardare con tristezza i resti del suo abito.

-Direi che il tuo abito piú che di stoffa sembra fatto di carta velina! Che parte si strapperà la prossima volta?- a quelle parole la rossa si scagliò contro il biondo e gli tirò uno schiaffo sul volto.

-Violenta la ragazza! Ma questa me la paghi!- con un gesto rapido la spinse verso la riva del lago e la fece cadere dentro l’acqua gelida.

-Malfoy ti odio!- disse lei uscendo dal lago tutta fradicia, con il vestito completamente appiccicato sul corpo sottile e i capelli – che sembravano delle alghe dato il colore verde – sugli occhi.

-Sentimento ricambiato!-

Come una furia si lanciò su di lui e incominciò a riempirlo di pugni.

-Ehi bimba direi che mi hai accarezzato abbastanza che ne dici di staccarti ora?- disse lui senza scomporsi e allontanandola da se.

-Finiscila di fare il superbo Malfoy!-

-Secondo me dovresti dirglielo- disse lui cambiando argomento.

-Cosa? Dirgli cosa a chi?-

-Che ti piace! Ormai sono tre anni che gli muori dietro e lui non ti ha ancora notata!- continuò il biondo.

-Ma di chi stai parlando? Io non ti capisco proprio!- la rossa era sempre piú incerta.

-Ma di Potter no?!? Cioè si vede lungo un miglio che gli muori dietro! Tutta la scuola lo sa tranne lui! Cioè si sa che Harry-il-mio-lavoro-è-salvare-il-mondo-Potter è un po’ tardo ma non pensavo fino a questo punto!- si spiegò lui.

-Aaaaah!! Ma cosa stai dicendo?!? A me non piace assolutamente Harry! Chi ti ha detto una cretinata del genere?!?- dire che la rossa diventò bordeaux è poco.

-Se brava… Tanto lo so è inutile che neghi!- il biondo si accollò il suo solito ghigno di scherno.

-Va bhe e se anche fosse? Cosa centri tu? Nulla quindi lasciami in pace e vai a goderti la tua serata con Pansy-carlino-Parkinson- disse lei acida.

-Sarà… Però se non ti nota così con quel bel vestito – e ti dico, il vestito è molto piú sexy così di quel coso tutto serio che tu chiamavi vestito – allora non ti noterà mai piú mia cara. Me ne vado. Ciao ciao Sedanino- e con queste ultime parole il ragazzo si diresse verso il castello.

La ragazza a quelle parole era arrossita ancora di piú di prima e non riuscì a spiccicare parola mentre il ragazzo se ne andava. Squadrandosi poté vedere che in effetti il biondo non aveva tutti i torti… Neville senza volerlo le aveva trasformato il vestito in qualcosa di piú sexy ma non rendendolo volgare. Con questa consapevolezza corse per tutto il giardino e salì nel suo dormitorio per darsi un aggiustatina. In un batter d’occhio fu di nuovo in sala grande con un aspetto migliore rispetto a quando se ne era andata via. Corse al suo tavolo e si sedette come se non fosse successo nulla sotto lo sguardo di tutti i presenti.

-Scusami Neville per prima, quelle cose non le pensavo affatto… Anzi… Grazie mille!- e schioccò un enorme bacio sulla guancia del ragazzo che diventò viola fino alle orecchie. Per tutta la serata rise e si divertì anche senza pensare ad Harry. Anzi ballò tutto il tempo con Neville che si dimostrò un ottimo ballerino e con alcuni ragazzi che la invitarono a ballare. Ogni tanto si voltava e si trovava ad incrociare lo sguardo con degli occhi azzurri e un ghigno strafottente e tutte le volte non riusciva a non arrossire.

Il mattino dopo seppe che suo fratello ed Harry avevano passato una serata terribile. Erano andati a letto prestissimo e si erano annoiati a morte. Non riuscì a non trattenere un sorriso a quelle parole. E prima di iniziare un abbondante colazione, non riuscì a non voltarsi verso un tavolo verde-argento, dove un ragazzo biondo con gli occhi di ghiaccio le fece un sorriso. Non un ghigno. Un vero sorriso.


   
 
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