Io
e Sylvette eravamo spalla a
spalla in uno stretto corridoio lurido che conduceva alla
libertà. Le due
lanterne che avevamo in mano ci illuminavano con un’incerta
fiamma il percorso.
Improvvisamente ci ritrovammo a calpestare l’erba bagnata,
segno che la nostra
marcia era terminata. Uscimmo dallo stretto cunicolo e respirammo a
pieni
polmoni l’aria fresca. Una terza persona uscì e si
fermò davanti a noi. Rivolse i suoi occhi tristi prima sul
mio compagno e poi
su di me. Abbracciò Sylvette e gli sussurrò dolci
parole di addio all’orecchio,
mentre lui cercava di nascondere i suoi sentimenti che però
apparivano fin
troppo chiari nei tratti del viso.
Quando si lasciarono, si
avvicinò a me e mi strinse
la mano come segno di grande amicizia.
-La ringrazio!-
Quel contatto mi
infastidì e mi mise a disagio. Non
potevo sopportare che quella donna a cui, a sua insaputa, avevo fatto
tanto del
male mi ringraziasse così calorosamente. I suoi occhi lucidi
mi riempivano di
sensi di colpa e così la liquidai con un sorriso falso.
Cinnamon, avvolta in un
pesante cappotto, cominciò a correre il più
velocemente possibile mentre la
luce della luna le illuminava il cammino. Io e Sylvette la guardammo
andare
via, entrambi prigionieri dei nostri pensieri e riflessioni. Quando la
sua
sagoma sparì dalla nostra vista, potemmo lasciarci dominare
dai nostri
sentimenti e cancellare l’ipocrisia da noi. Fu per questo che
il mio compagno
mi afferrò per la giacca e mi gettò a terra. Mi
ritrovai steso sull’erba
bagnata di rugiada ed essendomi alzato, persi molti minuti prima di
riuscire a
sbarazzarmi del tutto del fango che copriva i miei vestiti.
Nonostante conoscessi la
causa della rabbia di
Solvette, decisi di fare il finto tonto o meglio di attaccarlo, ferirlo.
-Perché ce
l’hai con me? Perché ho salvato la tua
ragazza? Ho fatto quello avresti dovuto fare tu tanti anni fa?-
-Sai
bene che la ragione non è
questa.-
-E
quale allora?-chiesi
incrociando le braccia, con aria di sfida.
-La
smetti di fare il buffone?
Hai detto ad una donna che sua figlia è morta, anche se sai
bene che questo è
totalmente falso! Non hai alcuno scrupolo di coscienza?-
Lo
colpii a mia volta,
spingendolo a terra. Era l’unico modo per potermi difendere:
usare la forza!
Lui
si alzò e mi guardò con un
sorriso beffardo.
-Oh
Pierre, Pierre… sei proprio
un bambino!-
Invece
di attaccare si avvicinò
a me e mi pose una mano sulla spalla in segno di comprensione.
-Io
ti capisco… anche io sono
stato egoista: anche io ho preferito vedere la mia amata Cinnamon
chiusa in
gabbia piuttosto che lontana da me. Io so cosa provi! Ma questa sera ho
capito
di aver sbagliato. Il miglior regalo che potessi farle non era il mio
amore…era
la libertà!-
-Ma
Cinnamon non ti amava…tu eri
costretto a trattenerla! Io non ne ho alcun bisogno: lei mi ama, vuole
restare
qui…il suo posto è al mio fianco!- gridai irato.
-Ma
non sarà sempre così! Lei
scoprirà i problemi che comporta l’essere Regina
degli Orchi, i problemi che
comporta l’essere tua moglie!-
Afferrai
un sasso da terra e lo
scagliai con quanta forza avevo contro il paesaggio di fronte a me.
-Non
accadrà!-
-Me
lo auguro, ma promettimi che
se mai vorrà andarsene glielo lascerai fare…-
-Non
ce ne sarà bisogno…-
-Promettilo!-mi
ordinò.
Annuii
poco convinto. Lui
sorrise soddisfatto e mi lasciò da solo a riflettere nella
notte buia.
-Sylvette…-
-Si?-chiese
voltandosi verso di
me.
-Pulisciti
il labbro: è pieno di
sangue-
-Lo
farò-
“Io
ho bisogno di lei”. Queste
erano le parole che avrei dovuto pronunciare. Era un’
insignificante frase
pronunciata mille volte da stupide ragazzine cotte, ma mi
rappresentavano alla
perfezione.
Da
quando Chocola era entrata di
forza nella mia quotidianità, rallegrandomi e incasinandomi
la vita, potevo
quasi definirmi felice. I miei occhi avevano ripreso a brillare ed il
mio cuore
a battere.
Se
lei se ne fosse andata, sarei
morto di nuovo e nessuno avrebbe più potuto riportarmi in
vita.
Dicendo
questo avrei consegnato
a Sylvette la chiave per aprire il mio cuore ed io non volevo farlo.
Ero sempre,
in fondo, il gelido e malvagio Principe degli Orchi.