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Autore: A drop in the ocean    23/04/2013    2 recensioni
"Sono intorpidita e la testa mi gira. Cerco di aguzzare l'udito per capire dove sono, sento scorrere delle ruote sull'asfalto. Sono in macchina. Dove sto andando? Cosa succede? Di chi sono queste voci?"
Ciao a tutti :) è la prima volta che pubblico una storia su EFP, ho voluto provare! Spero che l'introduzione vi incuriosisca e buona lettura :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ buio. Sento una benda sugli occhi e le mani legate dietro la schiena. Sono seduta e mi dimeno, provo a muovere la gambe che trovano subito un ostacolo.
-         Si è svegliata – Afferma una voce seria e profonda che non conosco.
Sono intorpidita e la testa mi gira. Cerco di aguzzare l’udito per capire dove sono, sento scorrere le ruote sull’asfalto, quindi sono in macchina. Dove sto andando? Cosa succede? Di chi sono queste voci?
Sono terrorizzata.
- Buongiorno- dice la voce che ha parlato prima
- Dove sono?- sussurro
- Non ti preoccupare dolcezza, andrà tutto bene.
Tremo, il mio cuore accelera il battito.
- Non avere paura- subentra una voce femminile
- Potete togliermi la benda? – Chiedo con un nodo alla gola
- D’accordo- è l’uomo accanto a me a parlare e ad esaudire la mia richiesta. Sbatto le palpebre per mettere a fuoco. Sono nei sedili posteriori ed accanto a me si trova l’uomo che ha parlato poco prima, ha i capelli neri con dei ciuffi che ricadono sugli occhi, ha le spalle abbastanza larghe ed è pallido. Alla guida si trova una bellissima donna dai capelli rossi e con un perfetto naso alla francese, anche lei è pallida.
Guardo fuori dal finestrino, è buio e scorgo solo alberi e desolazione attorno a noi.
Cerco di spremere le meningi. Cosa è successo? Chi sono queste persone? Ho troppe domande in testa.
- Chi siete? Cosa volete?
- Lo scoprirai presto, dolcezza.
Rabbrividisco per il modo in cui ha pronunciato l’ultima parola.
Sto male, sono terrorizzata.
Il mio ultimo ricordo è il pomeriggio passato con Ren, il mio migliore amico. Siamo andati al parco come al solito, poi verso sera abbiamo deciso di ritornare a casa, ci siamo divisi…e poi?  Ho come un buco, un vuoto.
Sento le lacrime pulsare per la frustrazione
- Mi volete spiegare cosa sta succedendo? – Esclamo con tutto il coraggio che mi è rimasto
- Non sono io a doverti dare le risposte, ma non preoccuparti, presto saprai tutto- L’uomo inizia ad accarezzarmi la guancia con il dito, poi scende sul collo e nei suoi occhi leggo l’eccitazione
- Clayton! – Lo richiama la ragazza e lui subito ritrae il dito
- Sei proprio una guastafeste Tamara!
- Sai cosa ti fa il capo se la tocchi senza il suo permesso?
L’uomo sbuffa e si allontana da me. Di cosa parlano? Cosa vogliono? Io non capisco!
Dopo poco davanti a noi si presenta una reggia enorme, bianca e sorretta da grandi colonne bianche. Sarà almeno di tre piani e alcuni balconi si affacciano sull’enorme giardino dove, al centro, c’è una maestosa fontana. Ai lati del vialetto ci sono un sacco di boccioli di rosa che stanno per schiudersi.
Se non fosse per la situazione credo che esclamerei un sonoro “WOW!”
Ma io sono terrorizzata. In questo momento vorrei solo andare a casa dai miei genitori, si staranno preoccupando da morire.
La macchina si ferma davanti ad un grande garage. Clayton scende e mi aiuta a fare lo stesso visto la mia difficoltà a causa delle mani legate. Mi prende per il gomito e mi conduce all’entrata della villa. Rimango ferma davanti alla porta, ho le gambe bloccate per la paura. Clayton mi da uno strattone che mi fa cadere.
- Sei proprio un’ imbranata.
Lo fulmino con lo sguardo. Come si permette? Ma chi si crede di essere?
Mi aiuta a rialzarmi e percorriamo vari corridoi pieni di quadri e armature antiche, sembra un castello.
Ci troviamo davanti ad un antico portone di legno con due uomini ai lati.
Clayton bussa. Ora che c’è più luce lo vedo meglio, non avrà più di 25 anni ed ha dei bei lineamenti, devo ammettere che è davvero bello.
- Avanti – Afferma sicura una voce da dietro la porta. Entriamo in una grande stanza, al centro si trova una scrivania con un uomo sulla trentina lì accanto.
Chi è tutta questa gente? Perché mi hanno portato qui?
E’ un incubo.
- E’ lei – annuncia Clayton
- Lo so, lo sento.
Cosa? Cosa sente? Sono pazzi! Oppure sono pazza io. Sì è così. Questo è solo un incubo e al mio tre mi sveglierò…uno…due…e…TRE! Chiudo per un attimo gli occhi e poi li riapro. Sono ancora qui. Nel frattempo anche la rossa, Tamara, ci ha raggiunto.
Sono pietrificata.
- Ciao, io sono Finn – Annuncia il trentenne. Anche lui è bello, ha un’aria davvero affascinante. Se non avessi paura mi riterrei fortunata a stare in mezzo a questi uomini che sembrano appena usciti da una rivista.
Non dico niente, cosa dovrei dire?
- So che nella tua testa ci sono molte domande – Si avvicina a me – Ti ho cercato così tanto…- Mi sfiora il collo e io abbasso lo sguardo, quando lo rialzo lancio un urlo raggelante. Sto male. Voglio svenire. Dalla bocca dell’uomo spuntano due zanne, come quelle dei vampiri; i suoi occhi sono rossi. D’istinto mi allontano ma Clayton mi ferma.
Cerco di prendere fiato ma non riesco, il cuore batte velocissimo e non riesco a respirare regolarmente.
- Shhh…non avere paura.
- Cosa sei? Chi sei? Chi siete tutti? Cosa volete da me?! – urlo tutte le domande che mi tormentavano da quando mi sono risvegliata in quella maledetta macchina.
- Ora risponderò a tutto, mia cara.
- Potete almeno slegarmi?
- Certo. – Finn fa un cenno a Clayton che mi slega. Mi massaggio i polsi indolenziti. Voglio andarmene, voglio svegliarmi.
- Noi tutti – inizia Finn – Siamo vampiri, e tu sei l’ultima e unica discendente delle fate. Ovviamente tu non hai poteri, visto che sono andati scemando di generazione in generazione, ma dentro di te scorre sangue fatato. Essendo vampiri noi non possiamo camminare alla luce del sole ma, grazie al tuo sangue, in futuro potremmo farlo. Non sai quanto desideravo trovarti.
Rimando a bocca aperta. Poi mi decido a parlare, sentendomi meglio dopo il mio ragionamento: - Ok, bello scherzo! Dove sono le telecamere? Chi è stato ad organizzare tutto? Scommetto che è stato quello stronzo di Ren! Appena lo becco lo strozzo quel bastardo! Cavolo – rido nervosamente – Giuro che ci avevo creduto sul serio! E quelle zanne sono super – terrificanti!
- Credi che sia uno scherzo? – risponde Finn infastidito.
- Certo, cos’altro potrebbe essere se no?
- La verità.
Perché ostenta così tanta sicurezza?
- Datemene una prova.
- Come vuoi.
Si avvicina a me ad una velocità impressionante, non lo vedo nemmeno, sento solo le sue zanne affondare nel mio collo. Brucia. Cerco di cacciarlo via ma non si sposta di un millimetro. Quindi è tutto vero. Sono senza parole, scioccata. Voglio andare a casa. Sento le forze abbandonarmi, poi Finn si stacca da me.
- Dio quanto è buono. E’ meraviglioso, è proprio come lo ricordavo.
Lo guardo e leggo l’eccitazione nei suoi occhi. Sento la paura scorrermi nelle vene.
- Bene, ora che hai tutte le risposte, Eric si occuperà di te
- Cosa?! – esclama Clayton – Ma capo, aveva detto che avrebbe dato a me l’incarico.
- Ho cambiato idea, Eric mi sembra più adatto.
Dalla penombra spunta un ragazzo, anche lui sui 25 anni, sarà alto almeno uno e novanta con un fisico possente. I capelli sono biondi e tenuti in piedi con il gel. Rimango un attimo a fissarlo, è ancora più bello degli altri.
- Fidati di Eric per qualsiasi cosa. Vedrai che ti troverai bene qui, anche le regole te le spiegherà lui. Ci sono nuovi vestiti per te. Ora vai, mia dolce Caroline.
Sa il mio nome. Mi gira la testa e poi il buio mi circonda.  
  
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