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Autore: xbiebersvoice    23/04/2013    13 recensioni
Sarei dovuto divenire un angelo custode.
Quelli erano stati i miei programmi: completare la preparazione, aspettare che mi venisse affidata un’anima da proteggere e successivamente sorvegliarla dall’alto, dal mio posto nel Paradiso.
E invece cos’ero finito a fare?
Mi avevano spedito giù sulla Terra, a ricoprire un ruolo secondario che sarebbe dovuto invece spettare ad un principiante. Non ad uno come me.
E tutto questo per cosa? Per lei.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.



Non potevano dire sul serio.
Era fuori discussione ciò che mi avevano proposto.
Io giù sulla Terra non ci sarei andato. O almeno non in forma umana.
Non che avessi qualcosa di personale contro gli esseri terresti, anzi. Alla fin fine, ero uguale a loro esteticamente parlando, se non per il fatto che possedevo delle ali notevolmente visibili.
Il motivo per cui ero contrario a ciò che mi era appena stato esposto, era la causa stessa del perché mi avevano chiesto di farlo.
Dovevo scendere ai piani bassi per vegliare un essere umano.
Ancora non mi era stato detto per quale ragione questa persona avesse bisogno della mia protezione, ma ciò che sapevo di per certo era che quel ruolo veniva solitamente affidato agli angeli principianti che avevano ancora un mucchio di strada da fare.
E io non avevo un mucchio di strada da fare.
Io ero praticamente pronto.
Insomma, cosa mi mancava? Per quale motivo dovevo scendere io giù di sotto? Non ne avevo bisogno, sapevo già tanto sul conto degli umani ed ero sicuro di essere perfettamente in grado di proteggerne uno... ma non in forma carnale, bensì dall’alto, dal mio posto nel Paradiso.
Il fatto che loro la pensassero diversamente mi faceva sentire profondamente offeso.
Davvero non si rendevano conto del mio potenziale? Volevo divenire un angelo custode il più presto possibile, non fra qualche secolo quando le mie ali si sarebbero intorpidite.
«Perché io?» domandai di getto, e anche se non c’era rabbia a tingere il animo, con certezza il mio tono era fuoriuscito notevolmente infastidito e scocciato. «Voglio dire, non ho assolutamente bisogno di fare pratica!»
Certamente contestare le decisioni degli Angeli Anziani non era la scelta più giusta e intelligente da fare, ma l’impulsività era un tratto di me reduce di quella vita mortale che avrei altrimenti vissuto, se mi avessero dato alla luce.
Non avevo bisogno di scendere sulla Terra per scoprire cose nuove sugli esseri umani. Io li conoscevo già incredibilmente bene.
«Non sono così inesperto! Sono certo che lo sapete anche voi!» continuai affannato, con la fronte ridotta ad un cruccio al solo pensiero che mi ritenessero di un livello talmente basso.
La mia fortuna era che avendone viste di tutti i colori ed avendo affrontato ogni tipo di problema e controversia, questi Angeli Anziani erano estremamente pazienti e clementi, ed ero certo che non avrei perciò subito alcuna forma di punizione. Non si sarebbero mai permessi, se potevano evitavano come la peste la violenza o altri dispiaceri. Dopotutto siamo tutti angeli qui, vogliamo solo il bene.
Ero sicuro, comunque, che loro sapessero perché mi stavo comportando in questa maniera.
Era risaputo a tutti quanto sarei voluto divenire un angelo completo, e qui tutti conoscono tutti.
E tutto di tutti, quindi anche di me. Trapelava a qualsiasi angelo maestro la mia determinazione, e solitamente ero guardato con orgoglio e ammirazione.
Eppure questo non doveva essere abbastanza per gli Angeli Anziani.
«Se credete diversamente, potete pure chiedere conferma a Mihael» esplosi successivamente, in seguito a quel pensiero in cui mi ero appena trascinato.
Ogni tutore, una volta entrato a contatto con il mio reale impegno nel perseguire il mio compito, sosteneva fiducioso che a breve avrei ottenuto il passaggio di valutazione. E anzi, a volte si sorprendevano per il fatto che ancora non fosse successo.
Poteva al massimo anche starci che gli Angeli Anziani non mi ritenessero ancora all’altezza del ruolo –anche se lo ritenevo comunque ingiusto e impossibile– ma non che mi pensassero così incompetente da dover scendere sulla Terra, a fare da babysitter ad un essere umano e chissà poi per quale motivo.
Forse può suonare strano che mi rifiuti di sorvegliare un’anima terrestre in questa maniera, perché alla fin fine potrebbe sembrare che sarei divenuto una sorta di suo angelo custode. Ma non era affatto così, non era la stessa cosa. Sarei stato solo un pezzo supplementare, non il pezzo portante.
«Sai, Justin» attirò la mia attenzione l’angelo Anziano centrale, attendendo poi che portassi il mio sguardo su di lui e che quindi avesse la mia attenzione, prima di proseguire. «È stato proprio lui a consigliarci di mandare te.»
Sgranai gli occhi e fu come se fossi stato gettato sotto una doccia fredda. No, gelata.
Stava andando tutto di male in peggio. Com’era possibile che Mihael, fra tutti i nomi del Regno, avesse proposto proprio il mio? Era assurdo! Non avrebbe avuto alcun motivo di farlo, anche perché mi aveva sempre sostenuto e svelato onestamente che fossi il suo miglior apprendista, fra i tanti che istruiva.
Per quale motivo allora l’aveva fatto? Perché certamente gli Anziani non stavano mentendo, non doveva essere loro concesso fare una cosa simile.
Mi sentii ferito profondamente nell’orgoglio. Indietreggiai di un passo e lanciai uno sguardo a tutti i presenti, sentendomi come se mi stessero tutti silenziosamente prendendo in giro.
«No, mi rifiuto di fare una cosa simile» feci loro presente, sperando che il mi tono risultasse fermo e deciso come volevo, anche se probabilmente uscì solo vibrante. Forse era una prova, per vedere che aspettative avevo di me stesso e se per davvero ci tenevo ad assumere quel ruolo. «E ora scusatemi, ma devo parlare con una persona.»
Attesi qualche istante, speranzoso che mi bloccassero e mi riferissero una realtà diversa, ma non avvenne.
Quindi, mi voltai su me stesso e mi diressi a passo veloce verso il cancello alle mie spalle, per uscire e cercare quella persona che avevo appena scoperto mi avesse voltato le spalle.

 
 
*
 
 
 
«Non essere arrabbiato, Justin.»
Era stato facile trovare Mihael anche perché, appena uscito dal Consiglio, lo avevo incontrato esattamente davanti al cancello, come se fosse pronto lì ad aspettarmi, indipendentemente che l’esito della mia convocazione fosse positivo o negativo.
Ed era assolutamente negativo.
«Non lo sono, sono unicamente offeso» gli chiarii, lasciandomi cadere al suo fianco, sconfortato.
Quando mi aveva confermato che era vero che aveva fatto il mio nome, anche la più minima speranza che si fosse trattato di un errore era andata a farsi benedire. Sì, forse un briciolo di rancore verso il mio maestro lo stavo provando, ma la verità era che non riuscivo ad avercela con lui.
Sarà che noi angeli, i sentimenti negativi come la rabbia li avvertiamo molte volte di meno, notevolmente più affievoliti rispetto gli umani.
«La ragione per cui ho fatto il tuo nome è totalmente diversa da quella che credi» disse d’un tratto Mihael, prima di stringere le labbra e deglutire, abbassando in seguito lo sguardo.
Come?
Questo attirò inequivocabilmente la mia attenzione, per non parlare della mia curiosità.
Se non l’aveva fatto perché mi riteneva inesperto e per questo bisognoso di fare pratica, per quale altro motivo lo aveva fatto?
Mi posizionai più comodamente al suo fianco, portai i gomiti alle ginocchia e intrecciai le dita davanti a me, attendendo che il mio maestro parlasse e si spiegasse.
Quando risollevò lo sguardo e si accorse del mio, notevolmente impaziente, puntato contro il suo viso, si lasciò andare ad un profondo sospiro.
In seguito, portò le mani alla nuca, sollevandole dietro di sé. Trafficò qualche secondo con le dita e, quando riportò i palmi davanti a sé, notai si fosse sganciato e quindi sfilato la collana che fino ad un attimo prima aveva legata attorno al collo.
Avevo sempre adorato quella collana. Perché a differenza di praticamene tutto ciò che mi stava attorno, quella era oro. Come il cancello del Consiglio.
Rimasi in silenzio a scrutarlo, mentre rigirava il piccolo ciondolo fra i polpastrelli.
Dire che non ci stessi capendo nulla era probabilmente un eufemismo, ma decisi di mantenere la curiosità racchiusa dentro di me e attendere invece sue spiegazioni, rimanendo paziente.
Esercitando una leggera forza ai lati del pendaglio, facendomi pensare che lo volesse rompere, aprì invece il ciondolo in due metà, svelandomi per la prima volta da quando lo conoscevo che quella medaglietta avesse un contenuto nascosto.
Diede un’occhiata al suo interno, poi con un ennesimo sospiro mi allungò il piccolo pezzo dorato.
Alternai il mio sguardo, confuso, fra lui e ciò che mi stava porgendo, poi decisi di accettare quest’ultimo nella mia mano.
Incuriosito, portai il pendente più vicino ai miei occhi, per scoprire cosa contenesse.
Dischiusi le labbra sorpreso, quando compresi non si trattasse di altro se non di una fotografia.
Lo spazio nel quale doveva rientrare era particolarmente ristretto, quindi era visibile solo il viso della persona raffigurata nel fotogramma, affinché fosse percepibile almeno qualche piccolo dettaglio dei suoi tratti.
Dei lunghi e lisci capelli castani contornavano il volto fine e sottile di quella che potevo supporre fosse una giovane ragazza. Due vispi occhi grigio perla erano delimitati da delle folte ciglia scure, separati da un naso sottile, macchiato da un lieve accenno di lentiggini.
Mantenni l’attenzione sullo sguardo vivace che pareva essere dedicato proprio all’interlocutore, a me, almeno finché Mihael non prese a parlare per chiarirmi un minimo le idee.
«Lei è l’anima terrena che io proteggo, sono il suo angelo custode» mi confessò con un tono pacato e calmo, prima di incrociare le mani e lanciare un veloce sguardo al ciondolo.
Non avevo mai visto il suo, o meglio, ora che lo sapevo, la sua protetta prima d’ora. Non me ne aveva mai parlato, anche se non sapevo a dire il vero perché. Non mi aveva mai detto fosse una femmina, sapevo solamente che fosse giovane e che la sorvegliasse da poco. Ma non credevo così giovane.
Ad ogni modo, nonostante trovassi interessante quel discorso, non potei far a meno di domandarmi cosa centrasse ora con ciò di cui stavamo precedentemente parlando.
Stavo appunto per domandarglielo, quando lui mi precedette proseguendo con dell’altro, come se mi avesse letto nella mente. Non che questo sarebbe stato strano per uno di noi, era una dote che noi angeli possedevamo e potevamo sviluppare, ma non era possibile applicarla nei confronti di altri consimili a meno che non fossero questi in primo luogo a lasciar cadere la barriera che proteggeva la loro mente.
«Ed è anche l’anima che dovresti scendere sulla Terra a vegliare» aggiunse.
Dapprima, concentrato sugli occhi grigi della sua protetta, non feci nemmeno caso a quanto aveva appena detto. Solo quando la mia mente analizzò in modo estremamente lento, parola per parola, quanto la sua voce aveva appena pronunciato, il mio sguardo immediatamente saettò sul suo viso.
Dischiusi le labbra, colto di sorpresa, e lasciai che le mie iridi ambrate lasciassero trapelare tutta la mia incredulità.
Perché più la situazione si sviluppava, più diveniva contorta?
«Ho avuto una strana sensazione tempo fa e negli ultimi tempi si è intensificata» proseguì, finalmente assumendo un tono che dava a pensare si sarebbe davvero protratto in una spiegazione. «Ho ragione di pensare che sia in pericolo, che qualche forza oscura sia prossima ad attaccarla, e non sono certo di riuscire a sconfiggerla se non so prima di cosa si tratti.»
Rimasi concentrato sulla sua voce, per non perdermi una sola parola, siccome questa sarebbe potuta essere importante per il mio apprendimento dei fatti, e un’idea stavo già iniziando a farmela effettivamente.
«Se potessi, scenderei io, ma lo sai che gli angeli custodi non possono mostrarsi agli occhi dell’anima che proteggono» mi ricordò, ed annuii all’istante per confermargli che avessi perfettamente presente ciò che stava dicendo. Era una delle regole che in assoluto dovevamo rispettare. Mihael sarebbe potuto scendere in sembianze angeliche, ma sarebbe dovuto restare invisibile al suo sguardo. «Per questo ho bisogno che tu mi aiuti... che tu la aiuti.»
Il suo tono di voce era leggermente tremante, anche se si confermava sempre pacato e fermo. I suoi occhi azzurri erano indirizzati nei miei, sinceri e preoccupati, e da ciò che trasmettevano potei comprendere che tenesse estremamente a quella ragazza.
Dopotutto non avevo da sorprendermi, era la sua protetta.
Il legame che lo univa a lei era dettato da un profondo affetto che era andato a crearsi con il tempo, dalla nascita di quell’anima terrena fino ad oggi.
Potevo solamente immaginare, io, cosa si provasse. Cosa significasse avere la vita di una persona sulle proprie spalle e assicurarsi di proteggerla a tutti i costi, ritenendola infinite volte più importante della tua esistenza immortale.
So che non avrei dovuto, ma lo invidiavo estremamente tanto.
«Ho bisogno che tu scenda sulla Terra e la sorvegli da vicino per conto mio, per scoprire quale sia il male che sta cercando di avvicinarla» approfondì la sua spiegazione, ma non servì propriamente perché ormai avevo perfettamente compreso ciò che mi stesse chiedendo.
Voleva che divenissi una sorta di suo protettore terrestre, perché dal Cielo temeva non sarebbe riuscito ad avere a che fare con una forza negativa simile, e che non sarebbe riuscito ad identificarla in tempo.
Il mio ruolo era quello: scendere ai piani bassi e svolgere il lavoro che lui non avrebbe potuto fare, a causa delle regole stabilite dall’Ordine.
Avevo già sentito di casi simili, non era nulla di propriamente nuovo e fosse stato solo per me, avrei rifiutato. Non era egoismo, semplicemente ero consapevole che il tempo che avrei trascorso sulla Terra sarebbe stato tempo che avrei invece potuto utilizzare per migliorarmi, così da divenire un vero e proprio angelo completo.
Ma non si trattava solo di me, c’era Mihael di mezzo, l’angelo che mi aveva cresciuto fin dall’inizio della mia storia. E mi stava chiedendo un favore, mi stava chiedendo di aiutarlo.
Immedesimandomi in lui, cercai anche solo di supporre la reale paura che lui doveva avere al momento che la sua protetta potesse finire nelle mani dell’altro regno, di quello sbagliato. Se mai un giorno avrei avuto anche io un’anima da sorvegliare, avrei fatto di tutto per proteggerla, e sarei stato felice e sollevato se qualcuno a cui tenevo si sarebbe offerto di aiutarmi.
Lo guardai una seconda volta negli occhi, storcendo le labbra.
«Perché proprio io?» gli domandai, conscio che avesse molti altri principianti a cui avrebbe potuto chiedere, che magari avrebbero anche potuto beneficiare di quell’opportunità e migliorarsi, a differenza mia che già sentivo non avrei ottenuto nulla di nuovo.
«Perché di te mi fido» rispose schietto e sincero, senza spostare lo sguardo. «E sei il mio migliore apprendista, non potrei affidarla in mani migliori.»
Rimasi piacevolmente spiazzato dalle sue parole, e se anche prima avevo avuto qualche dubbio sulla decisone da prendere, di fronte alla richiesta d’aiuto di un amico non avrei potuto rispondere di no e voltargli le spalle.
Avrei dovuto rimandare la mia promozione, il mio completamento, la sensazione di avere un’anima tutta per me che confidasse nella mia protezione, che confidasse in me.
Sospirai e portai gli occhi sullo sguardo vispo della ragazza racchiusa nella medaglietta fra le mie dita, scrutando al suo interno come se le sue iridi fossero vive davanti a me e avrebbero potuto comunicarmi qualcosa.
Speriamo voi ne valiate la pena, pensai, rivolgendomi a quelle due pozze color perla.




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Sono consapevole che questo capitolo, essendo di passaggio, sia praticamente la quintessenza della noia.
Però, non avrei potuto passare direttamente alla storia senza prima chiarire quanto detto qui.
Infatti, mi serviva per introdurre la protagonista femminile e aggiungere qualche particolare sul suo conto
prima che entri in prima persona nell'intera vicenda.
Cosa che avverrà nel prossimo capitolo, promesso!
E, sempre dal prossimo appunto, Justin lascerà il suo posticino tanto adorato fra le nuvole lol
Diamo benvenuto a Bieber nella nostra """"magnifica"""" dimensione #sarcasm

Vorrei ringraziare chiunque ha recensito.
Davvero, per me è molto importante.
Poi, certamente anche chi ha semplicemente letto o chi ha aggiunto la storia in una delle tre sezioni.
Grazie infinite.

Spero di sentire qualche parere anche qui, anche se questo capitolo non è nulla di che
e non mi aspetto molto.
Dal prossimo prometto che le cose si smuoveranno un poco.

Grazie ancora! :)

@_xbiebersvoice


   
 
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