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Autore: lilyhachi    23/04/2013    4 recensioni
(STORIA IN REVISIONE)
(What if; Killian Jones/Ariel; spoiler seconda stagione)
Visto che la Sirenetta dovrebbe apparire nella terza stagione e che adoro Hook, ho provato ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere se le strade di questi due personaggi si fossero incrociate prima (precisamente sull'Isola che non c'è) e su come la presenza di Ariel potesse "incastrarsi" con gli eventi della prima e della seconda stagione. Spero tanto che vi piaccia e vi auguro buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IV

Broken

 
When your dreams all fail and the ones we hail.
Are the worst of all and the blood's run stale.
I want to hide the truth.I want to shelter you but
with the beast inside there's nowhere we can hide".
(Imagine Dragons - Demons)


 
Dopo la sera precedente, Ariel si era svegliata decisamente di pessimo umore. Cosa diavolo stava facendo su quella nave? Aveva abbandonato suo padre, e per cosa ? A volte pensava a lui e si chiedeva come potesse stare in sua assenza. A prescindere da Killian e dalla vita in superficie, non avrebbe mai potuto cancellare dalla sua mente l'immagine di suo padre che distruggeva ogni cosa a lei cara e questo la portava a pensare di aver fatto la scelta giusta, vivendo in superficie.
Quella mattina, da come le aveva detto Spugna, la ciurma era diretta all'Isola del Teschio, dove si trovava un tesoro a cui i pirati volevano arrivare prima che lo facessero i Bimbi Sperduti. Ariel non aveva la minima idea di chi fossero, e pensava che questo doveva essere un soprannome ma quando Grimsby le svelò che erano davvero dei bambini, la ragazza apparve alquanto confusa.
“Combattete contro dei bambini?” chiese incredula.
Hook la guardò male, in quanto stava per contestare i loro modi di fare e questo, in teoria, non le era permesso, ma ad Ariel sembrò davvero assurda l'idea di un gruppo di uomini che combattevano contro dei ragazzini. Non le sembrava per niente uno scontro alla pari.
“Questo non dovrebbe indignarti, mia cara” rispose il capitano guardando la mappa dell'Isola. “Hai chiesto di restare su questa nave quindi ti conviene sottostare alle nostre regole ed abitudini”.
Il viso di Ariel divenne in tinta con i suoi capelli. “Ma sono bambini! E tu sei un pirata senza alcuna dignità e onore!”.
A questo insulto, Hook alzò lo sguardo verso di lei...la sua espressione era un misto di divertimento e fastidio. Le si avvicinò lentamente ed Ariel si trovò ad un centimetro dal suo viso, che in quel momento le incuteva paura. Aveva il sentore che l'avrebbe colpita e le ginocchia quasi le tremavano al solo pensiero. Ma cercò di darsi un contegno, sostenendo il suo sguardo.
“Ti ricordo ancora una volta che mi hai supplicato per farti restare” esclamò ad un soffio dal suo viso “Quindi, volente o nolente, tu verrai all'Isola a prendere quel tesoro e sarà meglio per te che non ti veda fare stupidaggini. Sono stato chiaro...Marina?”. Era la prima volta che la chiamava per nome e lo aveva fatto quasi con disprezzo. Ariel si sentiva ancora più arrabbiata ma non aveva scelta, tuttavia non rispose continuando a fissare Hook, che probabilmente stava perdendo le staffe.
“Sono stato chiaro?” chiese con un tono leggermente più alto che fece sobbalzare la ragazza, che, arresa e con un groppo in gola, fece un segno di assenso con la testa, dopodiché Hook si voltò, tornando ad osservare la mappa insieme a Diego e Spugna. Ariel non si sentiva in grado nemmeno di proferire parola. Superficie o non superficie, la situazione era sempre la stessa. Il problema eralei. Non il mondo in cui viveva. Come la trattava suo padre ad Atlantica, così la trattava Hook sulla sua nave. Come una ragazzina. Il problema era suo, visto che non era in grado di imporsi e far capire al mondo intero che nessuno era in grado di scegliere per lei.
La Jolly Roger cominciò a muoversi, diretta all'Isola del Teschio. Il mare non era particolarmente agitato, e la ciurma era intenta a sistemare le proprie armi per prepararsi ad un eventuale combattimento. Hook era ovviamente al timone e per tutto il tempo, quasi senza accorgersene, non aveva perso di vista nemmeno per un secondo la figura di Ariel che, dopo la pseudo-discussione che avevano avuto, non aveva fatto altro che tenersi impegnata in qualsiasi cosa che la tenesse lontana dalla zona del timone e soprattutto da Hook. Aveva pulito il ponte ed i cannoni, aveva preparato anche da mangiare per la ciurma, nonostante non le fosse stato chiesto, aveva aiutato Spugna a sistemare le armi e aveva anche procurato a Diego una fiaschetta di rum, quasi per scusarsi visto che lo aveva perso a causa sua qualche sera prima. L'uomo, a dir poco sorpreso, riuscì a rivolgerle soltanto quello che sembrava un misto tra un ghigno ed un sorriso ma si sapeva su tutta la nave che Diego non era molto incline a gesti o parole gentili. Ad Ariel non sembrava importare. In tutto ciò che aveva fatto, Hook era stato ad osservarla, chiedendosi da dove venisse quella ragazza. C'era qualcosa di speciale in lei. Non gli era mai capitato di incontrare qualcuna come lei. Era completamente diversa anche da Milah, con la quale aveva in comune soltanto il desiderio di avventura e nient'altro.
Hook smise di osservarla nel momento in cui Grimsby si avvicinò a lui con le mani riposte dietro la schiena e con quella espressione che il capitano conosceva bene, stava per dire qualcosa che non gli sarebbe piaciuto per niente. Si voltò un attimo verso di lui, con sguardo indifferente e poi tornò a guardare il mare. Sentì ad un certo punto Grimsby sospirare.
“Marina si sta dando da fare” esclamò con voce convinta.
“Questo non dovrebbe essere il suo posto” rispose Hook senza voltarsi.
“Non lo era nemmeno per Milah, non credi?” ribatté Grimsby.
“Questo non centra” rispose il capitano con un velo di rabbia nella voce. Non voleva sentire paragoni con Milah, gli bastavano quelli che faceva lui già nella sua testa. Non serviva che qualcun altro glieli ricordasse. “Con lei era diverso”.
“Ah certo” rispose Grimsby sardonico. Dopodiché nessuno dei due aggiunse altro. Avevano detto già abbastanza, anche se non sembrava. Grimbsy conosceva fin troppo bene il suo capitano..così bene che era stato il primo a capire che quando Hook aveva incontrato Milah per la prima volta, gli era bastato poco per innamorarsi di lei mentre gli altri membri dell'equipaggio credevano che fosse soltanto una delle tante conquiste del loro capitano. E anche adesso, Grimbsy sapeva che la presenza di quella ragazza turbava il suo capitano. Dopo poco tempo, la Jolly Roger arrivò alla fantomatica Isola del Teschio. A detta di Ariel non aveva un bell’aspetto e infatti la inquietava non poco. Non appena venne gettata l'ancora, Hook scese dalla nave con alcuni uomini, tra cui Diego, Grimsby, Flynn e altri, il cui compito era quello di mettere le mani sul tesoro. Mentre il capitano discuteva con loro della strategia da utilizzare, Ariel si voltò verso Spugna “Esattamente perché dobbiamo prendere questo tesoro?”. Spugna la guardò, per poi alzare gli occhi al cielo come se la ragazza ancora non fosse entrata nel meccanismo della vita da pirata.
“In realtà non so il motivo preciso” rispose lui.
Ariel lo guardò allibita “E tu saresti il braccio destro del capitano?”.
Spugna le indirizzò un'occhiataccia “Ehi ehi! Quello è Grimsby, non io! Che io sappia, ci piace dare fastidio ai Bimbi Sperduti. Se poi nel tesoro c'è qualcosa che interessa al capitano, quello è affar suo”.
Ariel sbuffò, sempre più indignata ed incrociando le braccia al petto.
“Prendere tesori solo per il gusto di toglierlo a dei bambini..patetico!”.
Probabilmente Hook l'aveva sentita, poichè si voltò verso di lei guardandola male ed Ariel sprofondò nel colletto della camicia, sperando che non venisse verso di lei, per farle un'altra strigliata.
Dopo quello che per Ariel sembrò un'eternità, Hook si rivolse alla sua ciurma.
“Allora” cominciò arrotolando la mappa e mettendola nella sua cintura “Noi scendiamo per cercare di prendere questo tesoro. Voi restate qui di guardia e mi raccomando, state all’erta”.
Detto ciò, scesero dalla nave e si incamminarono verso un'orribile grotta la cui forma richiamava leggermente quella di un teschio...inquietante. Per passare il tempo e soprattutto farsi passare il malumore, Ariel decise di farsi insegnare da Spugna a giocare a carte, sperando che gli altri tornassero presto e sperando con tutta se stessa che non avrebbero dovuto davvero combattere contro dei bambini.
Era passata circa un'ora da quando Hook e gli altri erano scesi dalla nave. Ariel sperava che il suo capitano sapesse cosa stava facendo. Pensò che spesso quasi si sforzava di odiarlo, per i suoi modi, per tutto ciò che faceva ma nonostante ciò ogni cosa le ricordava il giorno in cui gli aveva salvato la vita. Eppure quei giorni sulla Jolly Roger le stavano permettendo di capire che lei non sapeva proprio niente di lui. Niente.
Un tonfo proveniente da dietro le sue spalle la fece trasalire e la costrinse a voltarsi. Uno della ciurma era stato praticamente atterrato da un ragazzo spuntato da chissà dove. Spugna ed Ariel lo fissarono increduli. Era un bambino, doveva avere attorno ai 10 anni. Quest'ultimo li guardò e poi, dopo aver rivolto loro un sorriso, cominciò ad urlare “Bangherang!” (*). In seguito a questa esclamazione, Ariel vide un mucchio di ragazzini gettarsi praticamente sulla nave. Alcuni venivano da terra, altri si erano praticamente calati dalle montagne rocciose dell'Isola che circondavano la nave. Era proprio una trappola con i fiocchi. Pirati e ragazzini cominciarono a combattere tra loro, mentre Ariel si guardava intorno incredula. Non voleva combattere contro dei bambini ma fu costretta ad estrarre la spada quando uno di loro l'attaccò, rischiando quasi di ferirla.
“Ehi” esclamò la ragazza parando il colpo “senti, non voglio farti del male!”.
Il ragazzino si mise a ridere.
“Ma per favore. Una donna pirata che non vuole farmi del male. Vai a raccontarlo a qualcun altro”. Detto ciò, il ragazzino sferrò un altro colpo che Ariel evitò e con un calcio, lo spinse via, facendolo cadere nella botola che portava sottocoperta.
Quelli non erano bambini, erano davvero dei diavoletti che combattevano anche meglio dei pirati. Si voltò a cercare Spugna che se la stava vedendo con uno dei Bimbi Sperduti più grande rispetto agli altri. Era vestito in modo strano. A prima vista, Ariel avrebbe detto che sembrava un pappagallo ed aveva i capelli neri e rossi (**).
“Marina!”. A chiamarla era stato uno della ciurma, Jack, che le andò incontro annaspando “Ascolta, devo scendere dalla nave e andare a cercare Hook. Abbiamo bisogno degli altri, siamo troppo pochi, ho bisogno che tu mi copra”. Senza dire nulla, Ariel fece segno di sì con la testa e mentre Jack cominciò a correre facendosi spazio tra i vari ragazzini, lei prese a duellare con ogni bimbo sperduto che si trovava davanti, cercando di non ferirli troppo. Non sembrava che loro volessero fare altrettanto con lei. Jack riuscì a scendere dalla nave. Ariel intanto continuava a combattere e ad un tratto voltandosi, andò praticamente a sbattere contro qualcuno e lo scontro la fece finire quasi a terra. La ragazza si voltò e rimase di sasso quando vide chi si trovava dinanzi.
“Tu” esclamò incredula “Bae”.
“Ariel?!” rispose il ragazzo più incredulo di lei.
“Shhh!” esclamò Ariel afferrando il ragazzo e portandolo velocemente sottocoperta. Con tutto quel trambusto, era sicura che nessuno ci avrebbe fatto caso.
“Perché mi fai shhh?” disse Bae con sguardo confuso “Che ci fai qui? Che ci fai con i pirati?”.
“Non chiamarmi Ariel. Qui il mio nome è Marina” rispose la ragazza “Non sanno cosa sono”.
“E mi sembra ovvio” esclamò lui ironico “Ti avrebbero venduta”.
Ariel lo guardò torva “Non è il momento di scherzare”.
“Infatti io ero serio” rispose il ragazzo “Comunque tu saresti il nemico?!”.
“Beh, in teoria sì” esclamò Ariel titubante “Ma non voglio farvi del male”.
“Tu forse no ma il tuo capitano sì!” ribatté il ragazzo indignato.
Ariel alzò gli occhi al cielo “Bae, per favore! Uno dei nostri è andato ad avvertire Hook, sta tornando. Ordina agli altri di ritirarsi”. Bae la guardava, indeciso sul da farsi.
“Ti sto offrendo una via di fuga” aggiunse Ariel con un leggero tono di disperazione nella voce. Non voleva che fossero catturati, soprattutto Bae che le era stato d'aiuto e lei gli era riconoscente.
“D'accordo” rispose Bae. Ariel tirò un sospiro di sollievo “Vado io su per prima, fai attenzione!”. Il ragazzo fece un cenno di assenso con la testa e vide Ariel allontanarsi per tornare sul ponte. La ragazza era leggermente più tranquilla adesso. Quei ragazzini sarebbero fuggiti prima dell'arrivo di Hook. Quando risalì sul ponte trovò una brutta sorpresa. Hook. I Bimbi Sperduti si stavano praticamente dileguando a causa dell'arrivo del capitano. Riuscirono a fuggire, ma Bae era ancora sottocoperta e stava per uscire. Ariel sapeva cosa sarebbe successo da lì a pochi secondi.
“Capitano!” esclamò Flynn guardando alle spalle di Ariel “Ce n’è un altro!”.
“Prendetelo” rispose Hook con tono calmo mentre osservava il suo uncino.
Ariel venne praticamente buttata per aria da Flynn e Diego che si avventarono sul ragazzo, mettendogli le mani dietro la schiena ed immobilizzandolo.
“Che c'è, ragazzino?” esclamò Diego con tono ironico “I tuoi amichetti ti hanno lasciato indietro?”.
Bae non rispose, ma si limitava a guardare Ariel implorando aiuto con il solo sguardo.
“Legatelo all'albero maestro” esclamò Hook “Lo terremo qui fin quando non ci svelerà il nascondiglio dei suoi amichetti sperduti oppure fin quando il simpatico Peter non verrà a reclamare il suo ragazzino rimasto nelle mani nemiche”. 
Bae venne legato all'albero. Aveva un'espressione mista tra preoccupazione e paura, ma quella di Ariel era anche peggio. Lui l'aveva aiutata quando aveva bisogno e lei non poteva lasciarlo lì, doveva pur fare qualcosa per quel ragazzo e lo avrebbe fatto. Durante la notte lo avrebbe fatto scappare, in un modo nell'altro. Dopo che Bae era stato legato all'albero maestro, Hook ordinò alla ciurma di issare le vele e di tornare al loro covo. Intanto, Ariel, cercando di capire se avessero messo le mani su questo tesoro, si rivolse a Grimsby.
“Allora?” chiese la ragazza “Lo avete preso?”.
“Ovvio” rispose Grimsby con tono fiero “Il ragazzino volante ci ha dato un po' di fastidi ma quando il capitano vuole qualcosa, stai sicura che lo otterrà”. Ariel non rispose. Non capiva tutta questa ossessione per i tesori. Doveva esserci qualcosa di molto interessante per Hook tra quei tesori e forse Bae ne sapeva qualcosa. Quando arrivarono a destinazione, era ormai calata la sera e tutto l'equipaggio, Hook compreso, era evidentemente stanco. Essendo passate le otto, Hook ordinò a Spugna di spegnere tutte le candele e di gettare l'ancora, inoltre mise Flynn di guardia all'albero maestro per sorvegliare Bae. Ariel, per niente stanca, voleva proporsi per fare i turni con lui, così forse le sarebbe stato facile farlo scappare. In quel caso sarebbe stato anche troppo facile risalire a lei, così lasciò il compito a Diego. Flynn lo avrebbe sorvegliato per le prime due ore, dopodiché sarebbe toccato a lui. Nel frattempo, Hook si era ritirato nella sua stanza per dormire e tutti gli altri erano scesi sottocoperta, lei compresa. Lei non sarebbe riuscita a dormire, era troppo ansiosa.

Dopo diverse ore, Ariel fece per salire ma la sua attenzione venne catturata da una luce proveniente dalla cabina di Hook. Il capitano era ancora sveglio e la porta semi-aperta. Ariel si chiese cosa stesse facendo ancora in piedi, così si sporse leggermente per osservare e vide Hook, in piedi, che armeggiava con qualcosa nella mano destra. Era un oggetto molto piccolo, che Ariel da lontano non riusciva a distinguere. Le sembrava una minuscola pietra. Forse faceva parte del tesoro che avevano trovato sull'Isola. Mentre Ariel pensava a tutte le possibili varianti, vide Hook voltarsi verso la porta e la ragazza corse subito a nascondersi dietro una pila di casse poste dietro le scale che portavano sul ponte. Da dietro, riuscì a vedere Hook uscire e guardarsi intorno per qualche secondo, per poi rientrare e chiudere la porta, spegnendo finalmente la luce e permettendo ad Ariel di uscire e di salire sul ponte.
Una volta salita, trovò Diego seduto ai piedi dell'albero maestro.
“Tutto bene?” chiese Ariel all'uomo. Diego si stiracchiò, sbadigliando.
“E tu che ci fai qui sopra? Dovresti essere a dormire”.
Ariel gli fece un sorriso, cercando di sembrare più naturale possibile, nonostante le tremassero mani e ginocchia “Non ci riesco” rispose prendendo dalla sua cintura una fiaschetta di rum.
“Vuoi?”. Diego era il classico pirata ubriacone, gli bastava qualche sorso di rum per finire in catalessi. Era anche per questo che Hook gli aveva tolto la sua fiaschetta senza problemi, quindi Ariel doveva cercare in tutti i modi di farlo crollare.
“Sto osservando il ragazzo” esclamò Diego con tono ostile "E poi perché me lo offri? Sei così gentile da far schifo”.
“Non mi piace bere da sola” rispose la ragazza cercando di nascondere il disgusto sul suo viso provocato dall'odore del rum. Diego spostò il suo sguardo da lei alla fiaschetta per qualche secondo poi afferrò la fiaschetta ringraziandola. Ariel fece un sorriso poco convinto. Se avesse saputo le sue reali intenzioni non l'avrebbe certo ringraziata.
Diego era decisamente ubriaco. Ci erano volute due fiaschette ma ce l'aveva fatta. L'uomo aveva iniziato a cantare sottovoce per non svegliare gli altri ed Ariel lo aveva assecondato, fingendo di bere anche lei il rum, tanto Diego era troppo su di giri per accorgersi che stava imbrogliando. Il tutto davanti al povero Bae che osservava la scena cercando di non ridere, divertito dal comportamento di Diego sotto l'effetto del rum. Il ragazzo stesso era incredulo dinanzi al modo in cui quella bevanda fosse capace di trasformare le persone. Pensava all'effetto che avrebbe potuto avere su una persona rispettabile, invece che su un pirata. Dopo un altro paio di sorsi, Diego finalmente crollò a terra, cominciando a russare. Bae si rivolse subito alla ragazza ridendo.
“Complimenti” esclamò “Ti stanno istruendo bene”.
In realtà, Ariel aveva solo cercato di mettere in pratica almeno un minimo di furbizia femminile anche se non era molto convinta di ciò che stava facendo. Lei era praticamente una novellina. Era un piccolo pesce in mezzo a tanti squali, giusto per citare la sua condizione originale.
“Volevi le gambe per unirti a loro?” chiese Bae a bruciapelo, lasciando Ariel spiazzata.
“Direi di sì” rispose la ragazza abbassando lo sguardo.
“Posso chiederti per quale motivo?” chiese il ragazzo guardandola. Ariel evitò palesemente la domanda.
“Non c'è tempo per le chiacchiere” rispose guardandosi intorno “Devo farti andare via”.
“Sei impazzita?” esclamò lui quasi urlando “Ti scopriranno”.
“Vuoi restare qui?” chiese la ragazza mettendo le mani sui fianchi.
Bae la guardò, riflettendo un attimo “In effetti no”.
“Bene” rispose lei “Ma prima dimmi una cosa”.
“Estorcermi informazioni mentre sono legato” esclamò Bae ironico “Proprio una piratessa!”.
Ariel lo guardò male per poi riprendere a parlare “Cosa c'era in quel tesoro?”.
Bae la guardò, sorridendo come se si aspettasse quella domanda “Un fagiolo” rispose.
La ragazza lo fissò. Lei stava per liberarlo, impedendogli di fare da esca per i suoi compagni e lui la prendeva anche in giro? “Ti sembra il momento di scherzare?” chiese infastidita.
“Dico davvero” rispose lui “Un fagiolo magico”.
“E che ci fa Hook con un fagiolo magico?” Le cose le sembravano sempre meno chiare.
“E' un fagiolo magico in grado di aprire portali verso altri mondi” rispose il ragazzo con molta naturalezza. Come se la cosa non lo sconvolgesse affatto e lei fosse la stupida che non sapeva una cosa tanto ovvia.
“Ci sono altri mondi oltre l'Isola?” chiese Ariel sempre più incredula. Per lei che aveva vissuto sempre in mare, sapendo solo dell'esistenza di un mondo oltre l'acqua, venire a conoscenza del fatto che c'erano non altre terra al di là di quella ma mondi completamente diversi, la sconvolgeva. Cosa significava tutto ciò?
“Esatto” disse il ragazzo con un mezzo sorriso “Ma non ho idea di dove debba andare il tuo capitano, purtroppo”.
“Questo potrei scoprirlo a tempo debito” ribatté lei, pensandoci. Prima o poi Hook avrebbe dovuto pur rendere nota al resto della ciurma l'esistenza di questo fagiolo magico, a meno che non avesse intenzione di intraprendere un viaggio da solo. Quello che però Ariel non sapeva, era che lei era davvero l'unica a non essere a conoscenza di tutto questo, in quanto Hook e la sua ciurma erano arrivati sull'Isola proprio grazie ad un fagiolo magico. Ariel sciolse in poco tempo la corda che teneva legato Bae, il quale si sporse dalla nave osservando la spiaggia e i boschi che vedeva in lontananza.
“Sai dove andare?” chiese Ariel guardandolo.
“Certo, tranquilla” rispose il ragazzo voltandosi verso di lei “Saprò cavarmela e tu?”.
Ariel sospirò “Ci proverò”. Non aveva idea di cosa sarebbe successo una volta che avrebbero scoperto della fuga di Bae. Si voltò per controllare: Diego era ancora al suo posto, così il ragazzo, dopo averla salutata ed averle augurato nuovamente buona fortuna, corse via prima che a qualcuno potesse venire in mente di uscire a controllarlo. Dopo che Bae andò via, Ariel corse subito sottocoperta, assicurandosi che non ci fosse nessun altro a parte lei e sperando, vivamente, che Diego avesse dimenticato ogni cosa.
Il mattino dopo, Ariel si svegliò di soprassalto, quasi cadendo dal letto. Un gran trambusto proveniva da sopra. Eppure era presto. Si chiese cosa potesse essere successo, poi la sensazione di stordimento mattutina venne sostituita dal ricordo della sera precedente. Aveva permesso a Bae di fuggire. Forse l'avevano scoperta. Se fosse stato così, sarebbero andati di certo a svegliarla. A meno che non stessero architettando un modo terribile per punirla. Le venne un groppo in gola al solo pensiero. Prese il coraggio con due mani e si vestì velocemente per salire.
Arrivata sul ponte della nave, la ragazza trovò dinanzi a sé il caos. Erano tutti attorno all'albero maestro e discutevano animatamente fra loro ma Ariel poté vedere in alto Hook che li osservava con le braccia appoggiate sul timone. Il viso mostrava sempre quella tipica espressione di noncuranza che lo caratterizzava fin troppo bene. Le dava rabbia. Sembrava sempre che nulla lo toccasse in alcun modo. I suoi uomini si stavano quasi azzuffando e lui stava lì a godersi la scena, senza dire nulla ma soltanto guardando. Ariel vide Flynn dinanzi a sé e gli toccò una spalla per farlo voltare. Il suo viso era leggermente sciupato, evidentemente per il turno di notte. Aveva delle borse sotto gli occhi scuri e la sua espressione non sembrava molto allegra.
“Cosa succede?” chiese Ariel con finta ignoranza, come se non sapesse cosa stesse accedendo e di chi fosse la colpa.
“Il ragazzo è fuggito” rispose Flynn con tono amareggiato “Mentre Diego era di turno”.
“E come ha fatto?” domandò Ariel fingendosi sorpresa.
“Diego si è addormentato, dopo aver bevuto e..” il ragazzo non finì la frase. La fama da ubriacone del povero Diego era ben nota su tutta la Jolly Roger e lei ne aveva tratto vantaggio alla grande.
Ariel cercò Diego con lo sguardo ma con tutti quei dannati pirati davanti non riusciva a vedere nulla. “E adesso che succede?” chiese la ragazza voltandosi poi verso Flynn.
Il ragazzo sospirò “Beh...sappi solo che il capitano si è infuriato”.
“Perché ci teneva tanto ad avere qui quel ragazzo?” Se Hook aveva ottenuto il fagiolo, cosa gli importava di Bae e dei bimbi sperduti. Non aveva senso tenerlo lì solo per una stupida schermaglia con un ragazzino.
Flynn scrollò le spalle “Questo non lo so, Marina...So soltanto che Diego non se la vedrà molto bene. Non ricorda nulla. Si è svegliato e ha trovato la corda sciolta”. A quella frase, Ariel fece un gran sospiro interiore cercando sempre di mantenere la sua espressione sorpresa e naturale. Ad un tratto, la voce di Hook risuonò su quella di tutta la ciurma.
“Signori” cominciò scendendo gli scalini ed avvicinandosi all'albero maestro “un provvedimento va preso”. Si voltò verso il pirata con sguardo contrariato “Diego, penso che questo ti servirà da lezione”.
Ariel riuscì finalmente a scorgere Diego, appoggiato all'albero maestro con lo sguardo rivolto verso il basso. Ci fu un breve silenzio e poi Hook riprese a parlare.
“Fustigatelo” esclamò con una voce così gelida che alla ragazza vennero i brividi. Credeva ingenuamente che non sarebbe stato punito o almeno non così. Una piccola parte di lei desiderava farsi avanti ed urlare sono stata io ma non ne aveva proprio il coraggio. Immaginò la scena di lei che si faceva spazio tra la ciurma, quasi gridando per farsi ascoltare e per scagionare il pirata. Si immaginò al posto di Diego, mentre veniva fustigata e sveniva per la durezza dei colpi. Riusciva a fare soltanto questo:immaginare e mai agire. Era una codarda. Criticava tanto Hook, definendolo uomo senza ritegno e senza onore ma lei era davvero da meno? Dopo che Diego venne legato, con il petto rivolto all'albero maestro, Jack gli si mise davanti con in mano un oggetto conosciuto come “gatto a nove code”. Era una frusta dotata di nove funicelle separate (***). Ad un segno del capitano, Jack cominciò a frustarlo. Ariel ebbe quasi la sensazione di sentire il dolore immenso provocato dalle nove funi sulla schiena. Ad ogni colpo la ragazza sobbalzava, stringendo istintivamente il braccio di Flynn, che aveva il viso rivolto verso il basso. Dopo i primi due colpi, cominciarono a vedersi i primi segni di sangue. La schiena del pirata sarebbe stata segnata a vita. A causa sua. Si voltò a cercare Hook.
Ed eccolo lì. Nella stessa posizione di prima, con le braccia appoggiate sul timone ad osservare la scena. Le regole tra pirati erano così severe? Come poteva dare l'ordine di fustigare un membro del suo equipaggio e per di più amico? Si chiese come faceva a non provare un minimo di risentimento per ciò che stava compiendo. Si chiese se poteva sentire anche un pizzico di dolore nel suo cuore. Ammesso che ne avesse uno. Amava davvero un uomo così senza cuore? E come faceva lei stessa anche a pronunciare la parola amore? La consapevolezza si stava facendo sempre più vivida in lei. Non sapeva nulla di quell'uomo eppure aveva urlato a suo padre di amarlo. Mentre Ariel lo osservava, lui si voltò verso di lei, fissandola per qualche secondo, poi la ragazza abbassò immediatamente lo sguardo, cercando di trattenersi. I colpi erano a quota cinque e lei non li reggeva più. Si spostò leggermente dietro le spalle di Flynn, cercando di non farsi prendere dal panico e dai troppi sensi di colpa che stavano invadendo il suo animo. Cominciò a sentire le lacrime salire e combattere per uscire. Gli occhi le bruciavano. Anche la gola le bruciava. Strinse in pugni, sforzandosi di non pensare. Ma i colpi di frusta e le urla strozzate di Diego erano più forti ed invadevano la sua mente ad ogni colpo. La ragazza affondò il viso dietro la spalla di Flynn che, sentendola, si voltò leggermente senza dire nulla. Immaginava sicuramente che facesse così perché era una donna e quindi era sensibile a certe scene. Invece era semplicemente colpa sua. In quel momento ebbe la sensazione di sentire gli occhi di Hook addosso. Le sembrava che la stesse osservando e non sapeva nemmeno perché. Forse stava solo immaginando..come al solito. Era la cosa che le riusciva meglio.

Ma in realtà, Hook la stava davvero osservando. Stava guardando i suoi grandi occhi gonfi e rossi per lo sforzo di trattenere il pianto, la sua pelle chiara rigata dalle lacrime, i suoi capelli rossi arruffati con delle ciocche che sembravano ricadere apposta davanti al viso, le sue braccia incrociate sul petto. Quando la vide appoggiare la testa dietro la spalla di Ryder, un leggero fastidio lo invase. Cercava consolazione da lui? Un'immagine di loro due insieme cominciò a farsi largo nella mente del capitano che tuttavia riprese subito contegno scuotendo la testa. Non poteva pensare a certe stupidaggini, soprattutto in quel momento. Diego, purtroppo, andava punito. Per colpa sua aveva perso il ragazzino e non poteva passarci sopra. Non riusciva a capire perché la ragazza fosse così sconvolta.
Pensava che le donne non non fossero in grado di reggere una vista del genere. Eppure, non era in grado di toglierle gli occhi di dosso. Ed il suo cuore si fermò quando la ragazza alzò lo sguardo verso di lui per poi distoglierlo nuovamente, come se non fosse in grado di sopportarlo. In quel momento si sentiva un ragazzo. Come poteva una persona di cui sapeva poco e niente avere tutto questo ascendente su di lui? Come poteva far sì che il suo cuore si fermasse ad un solo sguardo?
Dopo che la fustigazione di Diego giunse al termine, Spugna si precipitò dal pirata e lo sollevò, aiutato da Grimsby, per portarlo sottocoperta. Mentre i due passavano con Diego, Hook notò che la ragazza era rimasta sempre nella stessa posizione, con il viso sulla spalla di Ryder. Il capitano quasi sobbalzò quando la vide muoversi ed allontanarsi da lui. Seguì ogni suo movimento, mordendosi il labbro senza nemmeno accorgersene, mentre la vedeva camminare. Era seriamente sconvolta, e più bella del solito. Aveva quasi perso la cognizione del tempo mentre la osservava. Non vedeva e non sentiva nient'altro.
Un colpo di tosse proveniente da dietro le sue spalle lo ridestò dai suoi pensieri e lo costrinse a voltarsi. Grimsby. Aveva già lasciato Diego sottocoperta e lui non si era accorto di nulla. Lo stava guardando con il suo solito ghigno e con la faccia da saputello come se gli stesse dicendo “So chi stai guardando”. Hook cercò di non farci caso mentre il suo amico lo guardava sorridendo. Perché quella ragazza riusciva a distrarlo così tanto?

 
Note:
  • Dal mio punto di vista questo capitolo fa vomitare (uno potrebbe dire “no ma che, si disprezzano sempre i propri scritti,ecc.” invece no, per me fa seriamente schifo perchè succedono una serie di cose insieme e mi sembra di aver un po' esagerato con la dose di..chiamiamola “fantasia” LOL.
  • Il titolo “Broken” e la canzone messa all'inizio sono riferite rispettivamente ad Ariel (che in seguito a tutte queste vicende si sente un po' vacillare) ed Hook (don't get too close, it's dark inside..amo questa canzone, c'è poco da fare *.*). L'idea era quella di mettere le canzoni della sirenetta, ma diciamo che metterò le altre quando saranno adatte al contesto e per questo capitolo nessuna andava bene xD;
  • (*) Bangherang! Chi ha visto il film “Hook – Capitan Uncino” potrà sicuramente capire e spero che lo abbiate visto tutti perchè merita sul serio;
  • (**) altro riferimento al film Hook – Capitan Uncino...ricorda proprio un certo Rufio u.u;
  • (***) internet docet! Quando un membro dell'equipaggio veniva meno a qualche dovere veniva punito con questa specie di frusta;
  • l'idea di far ubriacare Diego è ripresa da I Pirati dei Caraibi quando Elizabeth ne approfitta per bruciare tutto il rum xD. Ammetto che l'idea di farlo ubriacare per far scappare Bae sia un po' banale ma sono sincera..non avevo altre idee in mente quindi chiedo venia xD.
Ok, ho finito di tediarvi e di “scartavetrarvi” le scatole..spero tanto che vi sia piaciuto o che abbia almeno suscitato un lieve interesse. Se vi va battete un colpo, i commenti (negativi, positivi, ortaggi, pomodori, ecc.) mi fanno più che piacere u.u. Prima di salutarvi, un grande grande grande ringraziamento a PoisonIvy_ che sta betando la storia e mi sta praticamente salvando :3
A presto, un abbraccio :*
   
 
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