Aveva gli occhi chiusi, sin da quando lo avevano fatto stendere e legato su quel lettino grigio, stretto e scomodo. Cercava di rilassarsi, nonostante l’eco dell’avanzare della lancetta dell’orologio appeso alla parete alla sua destra risuonasse in quella stanza di quattro metri per tre scarsi, insinuandosi nella sua mente senza farsi opporre resistenza.