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Autore: fraVIOLENCE    23/04/2013    2 recensioni
"E.. dio, non so nemmeno perchè io stia dicendo questo, non è da me! Io.. Io sono Tom Delonge, diamine! Non ho bisogno di dire queste cose!"
Ambientata nell'estate 1999, dopo l'uscita di Enema of the State.
La protagonista è Jennifer, la migliore amica dei tre ragazzi californiani, una ventunenne che presto si ritroverà a fare i conti con un nuovo mondo: quello dell'amore.
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Travis Barker
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ero distesa sul mio letto a una piazza e mezza, in mezzo a Travis e Mark.
Avevamo appena divorato tre piatti di riso alla cantonese e di involtini primavera e alla fine scegliemmo di guardare "La maschera di ferro", uno dei nostri film preferiti.
Avevo gli occhi puntati sul televisore, stavo ammirando Leonardo di Caprio, fantasticando anche su strane idee, finchè Mark non mi scosse.
Io e Travis ci voltammo verso di lui.
"Avete sentito?" - chiese preoccupato, guardandoci.
"Sentito cosa?" - domandai, curiosa.
Lui scrollò le spalle e scosse la testa.
"Bho, mi è sembrato di sentire un rumore dietro la finestra" - rise lui, scuotendo la testa.
"Mark, ho capito che sei rimasto traumatizzato da quel film australiano ma smettila, hai ventisette anni" - rise Travis.
"Simpatico, molto" - fece Mark, sarcastico.
Tornammo a guardare il film, finchè Mark non prese il telecomando e abbassò il volume.
"Che c'è ancora?" - chiesi, ridendo.
"Non senti? C'è qualcosa che batte sulla finestra" - disse, alzandosi.
"Saranno quelli del piano di sopra che camminano, Mark stai tranquillo" - risi.
Sobbalzai quando un sasso colpì la finestra della mia camera.
"Ma che cavolo.." - mi alzai, mi infilai le vans e aprii la finestra, affacciandomi sul balcone e rimanendo a bocca aperta.
Appoggiai le mani sulla ringhiera, mi girava incredibilmente la testa e il mio cuore prese a pompare sangue più del dovuto.
Pochi metri più in basso c'era Tom, che gettò in terra alcuni sassolini e si sistemò la chitarra acustica tra le braccia.
"Finalmente" - disse, sorridendo.
Tenevo la bocca spalancata e lo osservavo, finchè Mark e Travis non mi raggiunsero, rimanendo anche loro stuperfatti.
"Tom?" - sussurrò Mark, sorpreso.
Iniziai a tremare e gli occhi divennero subito lucidi. Iniziai a divorarmi le labbra con i denti e il mio cuore perse un battito quando Tom iniziò a cantare:

"Episode IV leads us away from here.
Don't expect to find what you're looking to.
I can see the light leading away from you
"

La riconobbi subito: era Episode IV dei Jimmy Eat World, uno dei nostri gruppi preferiti.
Nonostante la distanza che ci separava ci guardavamo intensamente negli occhi. Dio, quanto era bello illuminato dai raggi lunari.
Quanto lo amavo, quanto lo desideravo. In quel momento per me non esisteva nulla: c'eravamo solo io e lui, io e la sua voce, io e la sua chitarra.
Niente avrebbe potuto rovinare quel momento.

"Let's disappear, we'll take a trip of no return to outer space and swim in pools which keep us warm, cleaned off the sand from off your feet" - cantava Tom, senza distogliere lo sguardo dal mio.

Ero paralizzata, non riuscivo a muovermi, ma dovevo fare qualcosa.
Di corsa rientrai in casa, scesi le scale e aprii la porta sul retro, uscendo in giardino e trovandomi di fronte a lui, che continuava a suonare quel riff che mi dava i brividi.

"We'll dance off time to the songs we've never liked.
And sing off key thinking it sounds all right.
And you know I almost lost my will to live.
We're sure you tell time in your.
Episode IV leads us away from here.
Don't expect to find what you're looking to
"

Camminavo lentamente verso Tom, accennando un dolce sorriso e mordendomi il labbro inferiore dal nervosismo.
Volevo essere sua a tutti i costi, non mi importava di Holly, non mi importava se in Australia avesse avuto qualche avventura. Non importava se non mi sarei più fidata di lui, se avrei vissuto in un costante stato d'ansia. Non mi importava se stare con lui mi avrebbe potuto portare ancora sofferenza: volevo e dovevo essere ancora sua.

"Let's disappear, both take a trip of no return to outer space.
And swim in pools which keep us warm, cleaned off the sand from off your feet.
"

Sorrisi, continuando a guardarlo negli occhi e iniziai a sussurrare le parole di quella canzone che anche io conoscevo bene:

"We'll dance off time to the songs we've never liked.
And sing off key thinking it sounds all right.
And you know I almost lost my will to live.
We'll show and tell time one more time.
And you know I almost lost my will to live.
We'll show and tell time to your friends
"

Una volta terminata la canzone, Tom appoggiò delicatamente la chitarra sull'erba e si avvicinò a me, senza smettere di guardarmi negli occhi.
Ci avvicinammo l'uno all'altro senza dire nulla. I nostri sguardi parlavano da soli.
Appoggiai le mani che ancora mi tremavano ai lati del suo collo e rabbrividii, sentendo le sue forti braccia cingermi la vita.
Improvvisamente mi strinsi forte a lui, affondando la testa nel suo collo e chiudendo gli occhi, beandomi del suo profumo. Quel profumo che mi era tanto mancano in quelle settimane.
Mi sentivo finalmente bene, protetta, al sicuro. Mi sentivo a casa mia.
"Jennifer, io.." - sussurrò Tom, sciogliendo lentamente quell'abbraccio.
"Ti prego non dire nulla e stringimi" - mormorai con voce spezzata dall'emozione.
"No, voglio che tu mi ascolti e che mi guardi" - disse lui, spostando leggermente il viso per incrociare i miei occhi.
Ricambiai quello sguardo, cercando di placare le lacrime.
"Io ti amo Jennifer. Ti amo come non ho mai amato nessuno. Ti amo più del cibo messicano e delle ciambelle con la glassa. Ti amo più della mia chitarra e più delle piogge estive. Ti amo più del mio skate rosso e nero della Murder. Ti amo più del mio cappellino arancione. Ti amo più della mia raccolta di cassette dei Descendents. Ti amo più del mio cane, ti amo più della birra e delle feste. Ti amo, Jennifer Jenkins. Non ti tradirei per nessuna cosa al mondo" - disse Tom tutto d'un fiato con gli occhi lucidi.
Dopo quelle parole le lacrime iniziarono a scorrere rapide sul mio viso, ero davvero felice.
"Mi ami più di quanto ami Mark?" - sussurrai con voce flebile, ridendo appena.
Rise anche lui, annuendo e asciugandomi le lacrime con il pollice destro.
"Ti amo anche più di quanto amo Mark Hoppus, dovresti ritenerti fortunata" - sussurrò lui, trattenendo una risata.
"Io.. Io non so cosa dire. So solo che sei tutta la mia vita e.."
Non feci in tempo a finire la frase che Tom mi zittì con un dolce bacio.
Presto accolsi la sua lingua nella mia bocca e mi strinsi nuovamente a lui. Ci baciammo con foga, passione e desiderio.
Sospirai nella sua bocca, mi era mancato così tanto.
Le nostre lingue si rincorrevano gioiose, felici di essersi finalmente rincontrate. Conclusi quel bacio mordendogli dolcemente il labbro inferiore e respirando con affanno sul suo viso.
"Non scappare mai più da me" - sussurrò lui, strusciando il naso contro il mio.
"No, mai più" - scossi la testa, sorridendo dolcemente - "Non mi interessa quello che hai fatto in Australia, non mi interessa di Holly, non mi interessa di niente. Io ti amo, non ho mai amato nessuno quanto amo te. Non amerò mai nessuno quanto amo te. Sei una persona meravigliosa, unica, e non lascerò che tu vada via da me, a meno che non sia tu a deciderlo" - mormorai.
"Come potrei decidere di andare via da te? Non capisci che essendo tuo mi rendi la persona più fortunata di tutto l'universo?"
Quelle parole mi fecero rabbrividire e mi strinsi a lui ancora più forte, sfoderando un sorriso a trecentotrentadue denti.
"Te l'ho già detto che ti amo?" - sussurrai, per poi scoppiare a ridere e trascinando nella mia risata anche Tom.
Sciogliemmo controvoglia quell'abbraccio e sollevammo entrambi la testa, sentendo degli applausi provenire dal balcone della mia camera.
"Finalmente!" - rise Mark.
"Tanto lo sapevamo che sarebbe andata a finire così!" - aggiunse Travis, sorridendo - "Dai, salite!"
Ridemmo anche noi, aspettai che Tom prendesse la chitarra e rientrammo in casa.
Finimmo di guardare il film e poi Mark e Travis decisero di lasciarci un po' soli per recuperare il tempo perso in queste settimane.

Io e Tom eravamo distesi sul mio letto.
Avevo la testa appoggiata sul suo petto ed entrambi ci accarezzavamo.
"Ho voglia di fare qualcosa di bello" - disse lui all'improvviso, spezzando il silenzio.
"Tipo?" - sollevai la testa per guardarlo, ridendo appena.
"Ci sto pensando" - rispose, serio.
"Tu? Tu che pensi?" - gli domandai, agrottando la fronte e ridendo.
"Ci sono!" - disse lui, alzandosi con la schiena e guardandomi, sorridendo - "Prendi degli asciugamani da mare e vieni con me" - aggiunse poi.
Mi alzai anche io, ridendo e lo seguii, dopo aver preso alcuni teli da mare.
"Mi spieghi dove stiamo andando?" - gli chiesi, scendendo velocemente le scale dietro di lui.
"A dormire sugli scogli!" - disse lui, sorridendo come un bimbo e aprendo la porta per farmi uscire.
"Sugli scogli?" - chiesi, sorpresa e oltrepassando la porta.
Lui annuii, mantenendo quel dolce sorriso e aprendo la macchina con le chiavi.
Salii in macchina, chiudendo lo sportello e allacciando la cintura di sicurezza.
Mi voltai verso Tom, intento a sistemare lo specchietto retrovisore.
Mi lasciai sfuggire un sorriso che non passò inosservato.
"Cosa c'è?" - mi domandò Tom, ridendo appena.
"Nulla, sei bellissimo" - mormorai, arrossendo appena.
Lui soffocò una risata e ingranò la prima marcia, partendo a tutta velocità.
In poco più di venti minuti eravamo arrivati alla spiaggia: scendemmo dalla macchina, presi gli asciugamani e ci avvicinammo agli scogli.
Tom si arrampicava agilmente e ogni tanto si voltava per porgermi la mano ed aiutarmi a salire.
Ci fermammo su uno scoglio abbastanza grande, poco frastagliato e riparato dalle onde del mare.
Vi sistemai sopra uno degli asciugamani e mi sedetti vicino a Tom, sorridendo e appoggiando la testa sulla sua spalla.
Lui mi cinse le spalle con il braccio e si stese, trascinandomi con lui.
Iniziammo a guardare la luna e le stelle, in silenzio.
Ad un certo punto sospirai felice, stringendomi di più a Tom e strofinando il naso sul suo collo.
"Cosa c'è?" - sussurrò lui.
"Mi sei mancato da morire. Tutto mi è mancato. I tuoi baci, i tuoi abbracci, il tuo profumo, i tuoi pizzicotti" - mormorai - "Anche i tuoi vestiti sparsi ovunque in camera mia" - aggiunsi, ridendo.
Rise anche lui, ricambiando quella stretta e rotolando sopra di me.
Divaricai leggermente le gambe per farlo stare più comodo e sorrisi, sistemandogli un ciuffo di capelli sulla fronte.
"Mi sei mancata anche tu, da morire. Sono state due settimane terribili. Certo, facevo quello che mi piaceva con i miei migliori amici, ma mi mancavi tu. La sera mi chiudevo in camera e suonavo. Poi mi deprimevo e iniziavo a bere, pensando a te con altri ragazzi.. Era orribile" - sospirò.
Alzai un sopraciglio, guardandolo.
"Guarda che lo so che ti sei dato alla pazza gioia con le australiane, ma non mi interessa.. Dopotutto non stavamo insieme e.."
"Pazza gioia con le australiane?" - mi chiese lui, agrottando la fronte - "Non sono stato con nessuna"
"Mark e Travis mi hanno detto che le pareti dell'hotel erano molto sottili e sentivano gemere durante la notte" - scrollai le spalle - "Ma ti ripeto, non mi interessa, adesso sei qui ed è questo quello che conta" - mi affrettai ad aggiungere.
"No, no.. I gemiti provenivano dalla stanza di fianco la mia, li sentivo anche io! C'era un ciccione tutto tatuato che si portava in camera ogni notte delle prostitute russe, non sto scherzando" - rise lui.
"Meglio così" - risi con lui, guardandolo negli occhi e appoggiando la mano sui suoi fianchi, accarezzandoli.
"E tu? Guarda che ti ho sentita parlare al telefono con Mark, chi è che ti avrebbe baciato?" - mi pizzicò un fianco.
"Aio!" - piagnucolai - "Un tipo che ho conosciuto in biblioteca. Ho fatto in modo che non ci provasse ma mi ha baciato lo stesso" - confessai.
"Come si chiama? Dove abita?" - mi domandò lui.
Risi, scuotendo la testa.
"Stai tranquillo! Appena ho ricambiato il bacio ho pensato subito a te e gli ho chiesto di riaccompagnarmi a casa. Abbiamo chiarito, gli ho detto che non voglio niente da lui tranne una semplice amicizia e non l'ha più fatto. E' un tipo simpatico, si chiama Erick"
"Non è simpatico se bacia la mia ragazza" - sbuffò - "Ma lasciamoci queste cose alle spalle, adesso siamo qui e nulla può separarci, dico bene?" - mi chiese dolcemente, avvicinando le labbra alle mie.
"Dici benissimo" - sussurrai, sorridendo contro le sue labbra e spingendo teneramente la punta della mia lingua tra di esse.
Iniziammo a baciarci dolcemente. Gli accarezzavo i fianchi e la schiena e passai a stringergli i capelli con le dita quando il bacio divenne più violento e passionale.
Feci scorrere subito le mani sotto la sua maglia e iniziai a graffiargli leggermente la schiena appena sudata.
Lentamente la sollevai e la gettai da qualche parte, e lui fece lo stesso con la mia.
Continuando quel bacio finimmo per liberarci anche degli altri vestiti e gli circondai la vita con le gambe, chiudendo gli occhi e rilassandomi il più possibile.
"Ti amo" - mi sussurrò Tom all'orecchio, con voce tremante dall'eccitazione, poco prima di entrare in me con un movimento lento.
Schiusi le labbra e iniziai ad ansimare, inarcando la schiena e stringendolo il più possibile a me.
"T-Ti amo anche io, da m-morire" - sussurrai al suo orecchio, tremando di piacere.
Tom iniziò a muoversi su di me, prima lentamente, e poi accellerando la velocità delle spinte.
Gemevamo sommensamente l'uno nella bocca dell'altro, mordendoci con foga le labbra e raggiungemmo insieme l'apice del piacere.
Aprii lentamente gli occhi e gli accarezzai i capelli, mentre lui respirava con affanno sul mio collo.
Deglutii e cercai di riprendere fiato, osservando la luna piena di quella notte di agosto.
"Ogni volta che c'è qualcosa che non va devi dirmelo. Devi mostrarmi quello che c'è nella tua testa, devi dirmi tutti i tuoi segreti e i tuoi rimpianti. Me lo prometti?" - sussurrai.
Lui girò il viso per incrociare il suo sguardo con il mio, sorridendo.
"E tu mi prometti che ogni volta che il tuo cuore si sentirà solo, affranto, per qualsiasi motivo.. Cercherà il mio?" - mi domandò.
"Te lo prometto, Thomas" - mormorai, sorridendo dolcemente.
"Il mio cuore sarà sempre al tuo fianco Jen, sempre"
"Sempre sempre?" - sussurrai dolcemente.
"Hai presente the Nightmare Before Christmas?" - mi chiese, facendomi accoccolare al suo petto.
"Sì, perchè?" - risposi, tirando il telo sopra di noi.
"Ecco, se lo vuoi, possiamo essere come Jack e Sally" - rise lui.
Risi anche io, sollevando il viso per guardarlo in volto.
"Quindi.. Ti va di essere la mia Sally?" - mi domandò dolcemente.
"Oh, certo Jack. Noi due ci apparteniamo"

Finalmente Jennifer e Tom sono tornati insieme e scommetto che adesso siete tutte con gli occhietti a cuoricino!
Ahahah comunque questo era l'ultimo capitolo, il prossimo sarà tipo un epilogo!
Grazie a tutti :*

  
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