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Autore: Summoner Luna    23/04/2013    0 recensioni
E' il solito lavoro per l'investigatore privato Seifer Almasy, fino a quando una bomba bionda entra nel suo ufficio con una richiesta di aiutare suo fratello, che si è innamorato dell'intoccabile Rinoa Heartilly e si è messo in grossi guai con suo padre: il Boss della Banda Caraway. AU, per la challenge Where I Belong.
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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AIN'T NO SUNSHINE
scritta da Summoner Luna, tradotta da Alessia Heartilly
VIII. Dove finisce il sentiero

Roshfall 823, 31 marzo. Oggi.

Siamo seduti poco dopo i moli al tramonto, e sto guardando gli ultimi cenni di tramonto nelle nuvole chiedendomi se sarà l'ultima volta che vedrò i colori del cielo. Via Roshfall non è difficile da trovare, anche se non è un posto che si vuole vedere. Sarei persino sorpreso se Caraway fosse mai stato qui di persona. Per quanto sia insalubre la sua Famiglia, a Roshfall manca una certa classe - una volta, era un posto preferito dalle classi basse di Deling City, e oggi sento parlare solo di puttane e spacciatori di erba. Nulla per cui un uomo stimato di Caraway perderebbe tempo. A parte, si direbbe, quando cerca un modo semplice per gettare la sua spazzatura in mare.

La signorina Heartilly ci ha assicurato che è una prigione e nient'altro. Non sono sicuro di quanto creda a queste assicurazioni, più so di lei. Non penso che la bambolina menta, ma quello che non sa su suo padre potrebbe riempire un libro, e immagino che a lui piaccia così.

Ma quello che ha è migliore e più veloce di qualsiasi cosa abbia scoperto da solo, e quello che faremo stanotte è quello per cui la signorina Trepe è venuta da me, in ogni caso.

Spengo una sigaretta contro l'asfalto ed entro.

Questo lavoro qui? È il motivo per cui ho lasciato il Garden. Sono buoni soldi e non c'è sangue cattivo. Ma c'è un punto a cui arriva un uomo in cui ci si deve rendere conto che il lavoro che si fa è del tipo che ti fa ammazzare, e lavorare per te stesso ti dà gli strumenti per evitare quel tipo di cose. Ora, dopo tutti questi anni fuori da quel giro, sono qui a lavorare per la migliore amica di Shu e a cercare di salvare comunque un uomo del Garden. Chi lo sa. Forse Leonhart e io saremmo stati amici. O forse ci saremmo odiati. Credo che sia una di quelle cose a cui si deve pensare e basta una volta che la possibilità è persa.

Sono concentrato, e vado dentro. L'edificio è abbastanza abbandonato, e i miei sospetti sul discorso della signorina Heartilly si fanno sempre più forti man mano che entro. Faccio segno attraverso la finestra alla signorina Trepe, ed eccoci qui, o sul punto di farci ammazzare o a perdere il nostro tempo.

"Ciao, bellissimo," dice una voce nel buio, e mi blocco. La signorina Trepe non è troppo indietro, e si ferma anche lei, silenziosa, contro il muro.

"Ciao." Strascico la voce e raddrizzo la schiena, voltandomi fino a quando vedo infine la fonte della voce in una piccoletta appoggiata allo stipite. "Posto davvero terribile per passare il tempo per una pupetta come te," le dico avvicinandomi. La signorina Trepe è ancora sulla scala, e penso che non mi seguirà.

È ancora più piccola di quanto sembrasse all'inizio quando mi avvicino, e questa cosa da sola mi dice che non è qualcuno che voglio far incazzare. Caraway non sprecherà più uomini del dovuto in un posto che nessuno in teoria dovrebbe conoscere, ma chiunque metta qui è qualcuno che può far fuori chiunque si perda in questa parte della città. Il fatto che sia una donna, e pure piccola, è tutto ciò che mi serve sapere per avvicinarla come farei con una bomba pronta ad esplodere.

"Mi sono persa," dice, con un broncio che potrebbe essere credibile se fossi semplicemente capitato qui.

"Beh, lascia che ti mostri l'uscita," dico. Vuole fare la debole, io farò il contrario. Mi avvicino abbastanza lentamente da non farmi cogliere di sorpresa, ma abbastanza in fretta da dirle che penso di avere la meglio. Spero solo che ci sia una possibilità che sia così, e che non abbia visto che non sono solo.

Siamo quasi faccia a faccia, e ci vuole solo uno sguardo per sapere che non sarà lei a spezzarsi per prima. Non sto cercando sangue, almeno non stasera, ma mi vedrà a terra prima di cedere.

"Beh, signorina. È stato bello incontrarti," dico, e faccio un passo indietro in tempo per evitare la lama con cui lei vuole colpirmi alle costole. Si risistema prima che io abbia finito di muovermi, ed estraggo anch'io un pugnale, e ci meniamo fendenti a turno. So prima di cominciare che non posso farcela con lei, e lei lo dimostra in fretta, e presto sanguino. È piccola e veloce, e non mi chiedo come mai Caraway abbia messo solo lei di guardia qui.

Ma quello che ancora non sa è che non sono qui da solo, e lo scopre quando cerca di ficcarmi quel coltello nel rene, e si becca uno dei proiettili della signorina Trepe nella gamba. Lei cade all'indietro per l'impatto, e la signorina Trepe gliene dà altri due, uno per spalla, e la killer di Caraway è seduta per terra in un lago di sangue, e ci guarda come se potesse ucciderci con gli occhi.

"Hai qualcosa che cerco," le dico, e do un calcio al coltello che tiene in mano, facendolo scivolare sul pavimento.

"Non vuoi farlo," dice lei.

"Oh, penso di sì." La signorina Trepe avanza fino a quando ha i tacchi quasi nel sangue della ragazza, e le tiene la pistola puntata contro il bel faccino. Lei fa un cenno della testa verso la stanza, e io entro, ed eccolo lì.

Leonhart non è il primo ostaggio che abbia mai liberato, ma è il primo che io abbia mai ripreso dalla banda, e sarei felice che fosse l'ultimo. L'unico modo per cui so che l'uomo che ho davanti è quello delle fotografie della signorina Trepe è ciò che mi ha portato qui, perché di sicuro sembra diverso da quei primi giorni al Garden. Capelli più lunghi appiccicati alla faccia, e guance vuote, e non mi sorprende che probabilmente non lo abbiano nutrito più del dovuto. Mi guarda attraverso occhi gonfi, e ha tagli sulla guancia e sul petto che so essere un regalo della civetta che c'è all'ingresso. Potrebbero non sembrare chissà cosa, ma non c'è dubbio su quanto facciano male. Mi chiedo quanti altri tagli così abbia, e immagino che sia una domanda a cui farei meglio a non conoscere la risposta.

Non dico una parola. Ho il coltello ancora in mano, e lo uso per tagliare le corde che lo tengono sulla sedia, e so di alcune donne che saranno felici di vedere che gli manca solo un dito. Mi mette un braccio intorno alle spalle, e non so dire dalla sua espressione se sia grato o semplicemente sconfitto. Per un uomo innamorato, non sembra che ci sia un grammo di speranza sul suo viso.

"E lei?" chiede la signorina Trepe una volta che siamo all'ingresso, e non diresti mai dalla loro reazione che si conoscano. Lei lo guarda come se fossero gioielli rubati che ho tolto dalla stanza, e lui ha il viso ancora più vuoto di lei. Per quanto possano essere vicini, posso vedere gli anni di lavoro insieme come una squadra in quest'unico momento.

"Finestra aperta." Faccio cenno con la testa alla stanza alle mie spalle, e mi dirigo alle scale, con Leonhart ancora contro la spalla. Sento un altro sparo e poi il suono attutito di qualcosa di pesante che colpisce il mare, e infine i passi veloci della signorina Trepe dietro di me.

*~*~*~*~*

Deling City, 31 marzo. Oggi.

Sono appena passate le dieci quando sentiamo qualcosa fuori dalla porta, e ci guardiamo tutti come se fosse l'uomo nero. Non c'è stato molto di cui parlare mentre Quistis e il signor Almasy erano via, o non molto che io voglia dire, in ogni caso.

Mi piace Ellione, ma cosa posso dirle, quando suo fratello è stato preso da papà e sua sorella potrebbe essere uccisa nel cercare di riprenderlo? Quindi parliamo di quello che possiamo senza dire molto, e alla fine passiamo le ore seduti in silenzio, sobbalzando ogni volta che sentiamo qualcuno fuori.

L'ufficio del signor Almasy è piccolo, e non ha davvero molti posti in cui nascondersi, anche se ci hanno dato il tempo di trovare un posto nascosto. Quindi quando aprono la porta siamo io e Elle sedute spaventate sul divano, e Zell in piedi dall'altra parte. Mi chiedo se abbia in mente di fare lo scudo umano, perché di sicuro non farà danni se è qualcuno che non vogliamo che entri.

Quistis entra per prima, e mi alzo dal divano, spingendo via Zell prima che sia entrata del tutto, e incontro la migliore e peggiore vista che potessi mai sperare di avere.

"Squall," dico in un respiro, e sono bloccata sul posto mentre lo guardo entrare zoppicando verso di me con l'aiuto del signor Almasy. Alza lo sguardo quando mi sente, e mi ci vuole solo uno sguardo ai suoi occhi per cominciare a piangere.

"È-"

"Starà bene," dice burbero il signor Almasy, e lo aiuto a portare Squall sul divano. Penso che anche Ellione stia piangendo, ma si alza così Squall può stendersi, e io mi metto a trovare ogni taglio e livido che ha addosso, spaventata da quello che papà potrebbe avergli fatto.

"Rin...oa..." Ha la voce spezzata, ma è il suono più bello che io abbia mai sentito. Alza lentamente una mano e io la prendo tra le mie, boccheggiando.

"Il suo dito!"

"Sii contenta che gliene manca solo uno," dice Quistis, non senza un po' d'irritazione nella voce. "Che hai in mente adesso?" Si rivolge al signor Almasy, e li ascolto solo a metà. Squall ha gli occhi aperti, e sto cercando di smettere di piangere abbastanza per guardarlo, e c'è qualcosa che inizia a farmi sorridere.

"Che c'è?" sussurra lui, con la mano ferita sulla mia gamba.

"È la prima volta che ti vedo alla luce," dico. "Prima erano luci azzurre, o il Frutteto." Lui chiude gli occhi, ma muove le labbra in una minuscola idea di sorriso. Gli tocco il viso, le labbra, e lui mi bacia la punta delle dita.

"Avrete un sacco di tempo per vedervi una volta che sarete fuori da qui," dice il signor Almasy, e alzo gli occhi, e ho mezzo dimenticato che siamo ancora qui.

"Fuori?" chiedo.

"Non ci vorrà molto prima che il tuo paparino capisca che non è dove dovrebbe essere, e farai meglio a sperare di non essere in città quando succederà."

"Ma e..." Guardo Quistis, Elle e il signor Almasy, e sono investita da domande e senso di colpa, al pensiero di tutto quello che hanno fatto, tutto perché un anno fa ho avuto l'idea di lasciare qualcosa in cui sono nata. "Verrà a cercarti."

"Non se non ha un motivo per farlo," dice Quistis, con un'espressione tetra. "C'è un treno merci in partenza da Deling City tra tre ore. Per come la vedo io, tutto quello che dovrà fare il tuo papino è pensare che Squall sia su quel treno, e ce ne siamo già occupati. Tutto quello che devi fare è portarlo via da qui."

Guardo ancora il divano dove Squall è steso a occhi chiusi.

"Lascia fare a me," dice Ellione, e faccio un passo indietro, e la vedo metterle qualcosa sui tagli. Mentre lavora mi volto del tutto verso Quistis e il signor Almasy, e ascolto cosa hanno in mente.

Penso che non ci sia modo che funzioni, ma anche se il loro piano non è pulito come sperano, non c'è verso che restiamo in città.

"Devi provarci, signorina," dice il signor Almasy, e guarda Ellione. "Come sta?"

"Sarà fuori tra poco," dice, e la vedo sorridere per la prima volta.

"Ha un'ora per dormire. Poi voi due avrete un treno da prendere."

*~*~*~*~*

Fuori Deling City, 1 aprile. Oggi.

Il treno sta uscendo dalla stazione mentre Rinoa mi spiega cos'hanno pianificato per noi Quistis e il cazzone che ha assunto, e tutto quello a cui riesco a pensare con il mio mal di testa è che è per questo che non permetto agli altri di fare piani. Non lo dico ad alta voce, perché posso sentire Rinoa che mi dice che i miei piani mi hanno fatto perdere un dito e ci hanno messo in questa situazione, tanto per cominciare, e avrebbe ragione.

Ma è per questo che non permetto agli altri di fare piani.

"Tuo padre non noterà che è stata più di una persona a venire a prendermi?" le chiedo, cercando di mettere insieme i pezzi.

"Papà ti sta alle costole da anni," dice. Sta facendo qualcosa in un angolo del vagone merci, e penso di sentire odore di polvere da sparo. "Ha abbastanza tirapiedi da non sentire la mancanza della ragazza che han fatto fuori, e se pensa di avere la sua vendetta, basterà. Papà non ha mai avuto un problema con il Garden fino a quando sei arrivato tu, e non ne avrà senza di te."

Il treno prende velocità, e Rinoa si inginocchia accanto a me.

"Pronto?" mi chiede, e mi aiuta ad alzarmi.

"Non so se ti sia mai servito aiuto per andartene, è così?" le chiedo, e mi guardo intorno. Il vagone è vuoto, ma quell'odore è ancora nell'aria. Attraverso la porta aperta, il terreno inizia a confondersi.

"Avevo bisogno di te," dice, con la voce seria e gli occhi fissi dritti nei miei. "È ora."

Deling City non sembra abbastanza lontana, e glielo dico.

"Fidati di me," mi dice, e lo faccio.

Mi prende la mano e la stringe, e facciamo un lungo respiro, e poi saltiamo giù dal treno. Il terreno mi colpisce ogni graffio e livido, e la sento gridare di dolore da qualche parte dietro di me, prima che tutto sia assorbito dal rumore del treno che esplode, e lo scoppio ci colpisce anche più del terreno.

"Dai." Trovo la sua mano, e anche se non riesco a sentire e vedo a malapena, riusciamo a spostarci fino ad essere nascosti dai binari e dalla strada. Sanguino dappertutto, dove la piccola tirapiedi di Caraway mi ha colpito e anche altrove, e sono abbastanza sicuro di avere più di una costola rotta. Anche attraverso il cappotto posso intuire che c'è qualcosa che non va nella spalla di Rinoa, e ha mezza faccia rossa e con segni di ustione. I nostri vestiti sono strappati e fa male muoversi, ma mi allungo verso di lei e la attiro tra le braccia, e ci sediamo, e inizio a sentire una libertà che non ricordo di aver mai avuto prima nella mia vita.

E lì, seduti tra le rocce e gli alberi, con il calore dell'esplosione ancora sulla pelle e il ronzio nelle orecchie, la guardo, e iniziamo tutti e due a ridere.

*~*~*~*~*

Deling City, 1 aprile. Oggi.

Sono al confine della città con la signorina Trepe, e lei mi stringe il braccio mentre guardiamo salire il treno, e so che stiamo entrambi cercando le forme di due persone che scappano dall'esplosione. Non le vediamo mai.

"Pensi che ce l'abbiano fatta?" mi chiede. Indossa il suo cappotto rosso e degli occhiali da sole, e il vento le ha scomposto la pettinatura e i capelli quasi le si avvolgono intorno al viso.

"Scelgo di pensare di sì," le dico.

"I soldi sono tuoi, Almasy, che sia salvo o no. L'hai liberato da Caraway, hai fatto il tuo lavoro."

"Non sono preoccupato dei soldi, signorina Trepe. Lo dico sinceramente."

"Che cosa ti rende così sicuro?"

"Avevano un motivo per vivere."

Lei mi lancia un'occhiata strana, e io le faccio l'occhiolino e stendo il braccio.

"Tua sorella starà bene?"

La signorina Trepe mi prende il braccio, e iniziamo a tornare in città. "Ce la farà. Immagino che lui abbia fatto quello che non è riuscito a fare loro padre, o immagino che lei la vedrà così. Ora che sappiamo cos'è successo, pensa che sia romantico."

"Tu no?"

"Penso che quello che ha fatto sia stato avventato, e se mai lo rivedrò lo picchierò per averci fatto passare tutto questo. Ma sì, immagino che 'romantico' sia una parola che si può usare. Non dirmi che sei stato coinvolto da questo?"

"Sono coinvolto dal lavoro, signorina Trepe."

"È una cosa che hai comune con un sacco di gente coinvolta in questo casino."

"È la vita. A proposito, ho sentito che prenderai la guardia del corpo della signorina Heartilly al Garden?"

Lei annuisce. "Ha seguito gli ordini oggi e l'ha tenuta al sicuro. Shu pensa che possa essere utile." Colgo uno sguardo nei suoi occhi mentre lo dice, e guardo dritto davanti a me.

"Di' a Shu che la saluto, quando torni."

Siamo quasi alla Torre Loire, e lei inizia a rallentare il passo. "Puoi sempre dirglielo tu stesso."

Scuoto la testa. "Quello è il passato, signorina Trepe. Quello che ho adesso è più che sufficiente per me." Sembra quasi delusa, e non posso dire di non sentire un po' la stessa cosa anch'io.

"Se mai cambiassi idea sul tornare, sai come trovarci."

Ci siamo fermati agli scalini di casa sua, ma c'è qualcosa in questo che non sembra la solita fine di un caso.

"Non direi di no a fare da consulente per te, di tanto in tanto, ti servisse mai una fonte esterna."

Lei sorride, e le prendo la mano portandomela alle labbra. "Signorina Trepe, è stato un piacere." Le bacio le dita, e il profumo di cannella delle sue dita guantate rimane anche dopo che le lascio la mano.

"Abbi cura di te, signor Almasy." Si volta e inizia a salire le scale, e la guardo, spostando gli occhi dalle sue gambe al modo in cui i capelli danzano sulle sue spalle. Non è nemmeno a metà scala quando la chiamo e le faccio cenno di scendere.

"Che c'è adesso?" chiede con un sorriso nella voce.

"Stavo solo pensando che c'è un uomo che ha un pub a cui devo dire grazie. Non ha ancora aperto, ma una tazza di caffè nel frattempo?"

"Pensavo che non l'avresti mai chiesto," dice lei maliziosa. Si spinge indietro i capelli e mi prende sottobraccio, e mentre la città si sveglia intorno a noi camminiamo insieme lungo la strada.

*~ FINE ~*

*****
Nota della traduttrice: Come al solito, ringraziamenti alla mia beta Little_Rinoa e ogni commento verrà tradotto e inoltrato all'autrice originale, e ogni eventuale risposta sarà ritradotta e inserita come risposta alla recensione nei siti che lo permettono. Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :) Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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