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Autore: ShioriKitsune    24/04/2013    5 recensioni
«In un certo senso, ed in un modo strano e contorto, lui mi ha salvato. Ed io gli sarò sempre grato per questo».
[SebxCiel]
E' la mia prima fan fiction sul mondo di Anime e Manga, spero che vi piaccia. Questa storia è ambientata dopo l'ultima puntata dell'Anime (il manga è ancora in fase di lettura v.v) e inizia raccontando la paura di Ciel riguardo al distacco del suo maggiordomo. E poi, in un crescendo di suspance, si scoprirà quanto Ciel sia stato infantile nel suo giudizio.
Spero davvero che possa essere di vostro gradimento :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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È dunque vero che,
durante quell’attimo di estremo susseguirsi di emozioni,
il tempo sembra rallentare?

 

«Sebastian!».
Non pensavo di aver pronunciato davvero il suo nome, di averlo fatto ad alta voce.
C’è solo una cosa che può uccidere un demone – a parte un altro demone.
La falce di uno Shinigami.
Sgusciai via dalla presa di Undertaker, afferrando il mio maggiordomo dal colletto della camicia.
«Che diavolo stai facendo, moccioso?».
Quelle parole non vennero fuori con l’impronta che probabilmente lui aveva voluto attribuirvi: non era un ringhio furioso, né un’offesa sputata fuori con cattiveria.
C’era un che di gentile, in quella sua frase.
Come se fosse seriamente preoccupato per me.
E, per la prima volta dopo tanto tempo, mi sentii scoperto.
Vulnerabile.
Le mie emozioni, tutti i miei sentimenti più reconditi, avevano in quel momento la possibilità di venire alla luce. E senza esitazioni, prendere una boccata d’aria. Ricordare a me stesso cosa voleva dire essere fragili, tenere a qualcuno.
E vedere quel qualcuno morire dinnanzi ai tuoi occhi.
«Hai promesso, Sebastian. Hai promesso che saresti stato il mio maggiordomo per sempre. Non puoi morire, ti ordino di non morire».
Il demone mi rivolse un mezzo sorriso stizzito. «Mi dispiace, bocchan», sussurrò. «Ma è stato lei a rompere il contratto».
Sgranai gli occhi, rendendomi conto solo allora di ciò che, in un momento di ira, avevo combinato.
Avevo creduto che Sebastian mi avesse abbandonato, tradito.
Avevo creduto di essere rimasto solo.
Ma tutto ciò che lui aveva fatto, era stato cercare di farmi tornare in possesso della mia anima ed evitare che mi cacciassi nei guai.
E per colpa mia, entrambi i piani erano falliti.
Gli tirai uno schiaffo. «Quanta arroganza nel tuo tono».
I suoi occhi, privi della solita scintilla di malizia, parvero riacquistare un po’ di vitalità. «Non sono più tuo servo, e finalmente posso permettermi di rivolgermi a te come più mi aggrada».
Deglutii a vuoto, incapace di lasciar andare quel corpo.
L’involucro che apparteneva a colui che avrei dovuto odiare.
Colui con cui avevo stretto un patto, colui che non era riuscito a soddisfare le mie richieste, colui che con la sua negligenza aveva fatto in modo che diventassi un demone. Un semidemone.
Eppure, il solo pensiero che Sebastian potesse davvero morire..
Tutto questo è tremendamente sbagliato.
«Hai ragione», borbottò. «Lo è. La tua anima ora non sembra più così invitante».
Cosa stava facendo, voleva sdrammatizzare? Era lui a rischiare la vita e l’ironia, in quel momento, non era tollerata. Digrignai i denti. «Maledizione, demone, come puoi non cercare nemmeno di reagire?», gli diedi uno scossone. «Non puoi arrenderti, non dopo un solo colpo, non così..».
La mia voce si ruppe e fui costretto a fermarmi.
Fu solo quando le dita affusolate di Sebastian mi sfiorarono la guancia, che mi accorsi che una lacrima solitaria aveva fatto la sua comparsa.
Lacrima carica di dolore, frustrazione, rabbia.
Sebastian non poteva morire in modo così banale.
«Stai piangendo?», sussurrò il demone, aggrottando la fronte.
Nemmeno lui, che mi conosceva meglio di tutti, si sarebbe aspettato questo da me.
Mi affrettai ad asciugarmi il viso con la manica. «No. Piangere è per i deboli, io non lo sono».
Lui tossì, ridacchiando.
«Sai, mocciosetto, sei stato il padrone più fastidioso che abbia mai avuto. Le tue richieste sono state assurde fin dal primo momento, eppure qualcosa in te mi spingeva a non ucciderti, a preservarti, a proteggerti. Col passare del tempo, ho iniziato a farlo non perché eri tu a ordinarmelo, ma per un istinto irrazionale. Come.. come se, in qualche modo, mi fossi legato a te. Ad un umano piccolo e viziato».
Avrei voluto fermarlo.
Avrei voluto dirgli di tacere.
Non avrei accettato quel discorso melenso come addio, né nessun altro. Doveva rimettersi in piedi e dimostrare che era il migliore, come aveva sempre fatto.
Lo strattonai ancora una volta. «Smettila, idiota, smettila con queste stupidaggini e dimmi cosa posso fare!».
«È troppo tardi».
Troppo.. tardi?
Sebastian sorrise appena. «Forse, però, c’è qualcosa che puoi fare..», iniziò, lentamente.
Sì, c’era qualcosa che potevo fare.
Schiusi le labbra, rendendomi conto che l’avevo sempre saputo.
Era davvero troppo tardi?
«..Puoi aprire gli occhi».

 
 

È proprio in quei momenti..
..che il tempo sembra rallentare.

 

C’è solo una cosa che può uccidere un demone - a parte un altro demone.
La falce di uno Shinigami.
E c’è solo una cosa che può salvarlo dalla dannazione eterna.
Il sacrificio di un’anima pura.

 

E se, durante uno di quei momenti..
..il tempo si fermasse davvero?

 

Aprii gli occhi di scatto, sobbalzando.
Le labbra di Sebastian mi stavano dicendo di fuggire.
Durante quel secondo in cui il tempo si era fermato avevo capito cos’era giusto fare.
E questa volta non sarebbe stato troppo tardi.

 
************************************************

 
Gli occhi del bocchan avevano assunto, in meno di qualche secondo, una strana ombra di comprensione. Il terrore sul suo volto era durato poco, troppo veloce perfino per me.
Come se per lui, il tempo, si fosse fermato per qualche istante.
Il suo viso era risoluto, fermo, mentre si divincolava dalla presa di Undertaker e mi afferrava dal colletto della camicia. Aggrottai la fronte.
Le cose stavano andando diversamente da come avevo previsto.
Di quel passo, sarei riuscito ad evitare quello stupido discorso strappalacrime.
«Cos’hai in mente?», tossii.
«Ti cedo la mia anima».
Sorrisi appena. «Mi piacerebbe poter acconsentire, ma vedi.. la tua anima non solo è bloccata nel limbo, ma è promessa a quel tizio biondo».
«È qui che ti sbagli, Sebastian:», sussurrò, chinando il capo. «La mia anima è sempre stata mia, anche quando era vincolata a te. E se io scegliessi di sacrificarla.. beh, nessuno mi potrebbe impedire di farlo».
Rimasi in silenzio, confuso.
«Ecco, io..». Deglutì, distogliendo lo sguardo dal mio. «È il mio modo di ringraziarti. Se ti trovi in questa situazione è colpa mia e.. oh, adesso basta o sarà di nuovo troppo tardi».
Di nuovo?
E poi, senza che avessi il tempo di rispondergli, il piccolo Conte Phantomhive posò le labbra sulle mie.
Cosa.. significa?
Le nostre menti entrarono in contatto.
Non era mai successo che un’anima si donasse di sua spontanea volontà al proprio aguzzino.
Quello poteva essere chiamato sacrificio?
«Sebastian?».
La sua anima era così bella, splendente.
Eppure, per la prima volta, non avvertivo la bramosia di possederla.
Volevo solo guardarla, sentirla.
«Anche tu hai un’anima, allora?».
L’avevo davvero?
Chi ero io, prima di diventare un demone?
C’è davvero stato un prima?
«Io..».
Ciel?
«Ti sento, Sebastian».
Non capivo cosa stesse succedendo. Per la prima volta, mi sentivo preso in contropiede.
«Cos’ha fatto, bocchan?».
Sentii la sua risata cristallina riempirmi. Quello non era il Ciel che tutti conoscevano, quello scorbutico e dall’aria sofferente. Quella era la parte della sua anima più pura che avessi mai visto.
Era così innocente, così splendida, che a starle vicino mi sentivo meno sporco.
«Non lo so con esattezza. Ma la mia anima è tua adesso, ed è ciò che più conta».
La tua anima.. mia?
«Cosa succederà adesso?».
Quella voce infantile tornò seria. «Adesso tocca a te aprire gli occhi».
Aprire gli occhi.

 
C’è solo una cosa che può salvare un demone dalla dannazione eterna.
Il sacrificio di un’anima pura.











 

TO BE CONTINUED:

Sì, questo capitolo è corto e strano, ma è molto importante. Spero che tutti abbiate capito cosa sia successo, perché dal prossimo ci sarà un cambiamento radicale. Mi scuso per il ritardo, ma sono riuscita a scriverlo solo adesso c.c
Ah, vorrei inoltre ringraziarvi perché il primo capitolo è arrivato all'esorbitante numero di 600 visualizzazioni. Vi amo, davvero. Non so cosa farei senza il vostro sostegno. Grazie a tutti, alla prossima!

   
 
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