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Autore: _stopthetape    24/04/2013    2 recensioni
Mi svegliai stranamente da un sonno profondo, non ricordavo neanche il momento in cui mi addormentai la sera prima. Aprii gli occhi. Pareti bianche, ma pareti sporche. Erano le pareti di un ospedale, come ero arrivata in ospedale? Tutti gli sforzi per riuscire a ricordare erano vani, completamente inutili. Ricordavo il mio nome, ma non sapevo chi fossi. Un dottore mi disse che avevo perso la memoria. "Un grave incidente." dicevano. Ma quale incidente? Avevo perso i miei ricordi, avevo perso me stessa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGUE

La testa faceva male. Un fastidiosissimo ‘bip’ picchiettava in testa.
«Dottore, non deve sapere nulla per ora, okay?» al suono di quella voce, cercai di aprire gli occhi, ma era tutto stranamente confuso.
«Liam?» indovinai, con un tono di voce stemperato. Stropicciai gli occhi e provai nuovamente ad aprirli, ma tutto ciò che riuscivo a vedere era il nulla, o meglio era tutto bianco, un bianco strano, sporco. La luce che entrava era odiosa.
«Rachel! Oddio!» lo sentii esclamare e riuscivo a captare i suoi passi, che venivano verso me, come se fossero tamburi che battevano accanto alle mie orecchie. Quando mi resi conto che mi stava vicino, provai di nuovo ad aprire gli occhi. La luce di poco prima era coperta dal volto commosso di Liam. I suoi occhi esprimevano compassione e tenerezza, io non riuscivo a comprenderne il motivo.
«Liam..» mi bloccai. «Liam, dove siamo?» non sapevo dove fossi, né come ci fossi arrivata. Non ricordavo nulla.
«Senti, Rach..» Rach. Era il mio nomignolo, lo usava solamente lui e mi rasserenò quel dolce suono della sua voce. «Siamo in ospedale.» M’informò e la tranquillità che avevo in corpo svanì subito. Mi sentivo agitata e confusa. Com’ero arrivata all’ospedale? Non riuscivo a ricordare. Tentavo, inutilmente, con tutta me stessa. Niente.
«Come – come ci sono arrivata? Tu stai bene?» aiutandomi con le braccia, mi sollevai e appoggiai la mia schiena alla fredda spalliera del lettino, che Liam aveva sollevato spingendo un pulsante che lampeggiava di una luce blu. È strano come io ricordi ogni minimo particolare, mentre in quel momento sapevo solo che ero in una stanza di ospedale e accanto a me c’era il mio migliore amico.
«Hai avuto un incidente.» aggiunse. Sentii un calore avvolgermi la mano. Strinsi le mie dita tra quelle di Liam e dei brividi percorsero le mie braccia, fino a passare lungo la schiena. «Vuoi sapere cos’è successo?» mi domandò. Senza rispondere, mi soffermai a fissare i suoi grandi occhi castani, che non avevano cambiato espressione. «Abbracciami, Liam. Adesso voglio solo questo.» non passò un secondo, che mi ritrovai avvolta dalle sue forti braccia. Mi sentivo sicura, ma allo stesso tempo ogni cosa era poco chiara, la mia memoria era completamente offuscata.
Quando poi Liam mi spiegò che soffrivo di un’amnesia parziale, il mal di testa aumentò notevolmente. Adesso, almeno, sapevo perché non riuscivo a far luce su ogni cosa.
Bussarono alla porta e un signore non troppo vecchio e con un camice bianco addosso entrò senza aspettare il permesso.
«Buon risveglio, Rach.» già odiavo questo dottore.
«Veramente solo Liam mi chiama Rach.» sbuffai e Liam reagì ridendo. In realtà, oltre a quello, non so nemmeno se riuscivo a ricordare qualcosa su di lui in quel momento, ma sapevo di volergli molto bene, perché accanto a lui mi sentivo protetta ed era l’unica sensazione piacevole che provavo.
«Oh scusa, l’ho sentito chiamarti così mentre ti parlava. Credevo fosse il tuo soprannome.» si scusò e a me quasi dispiacque di avergli risposto in quella maniera. «Sai, è stato l’unico a stare sempre qua. È tornato a casa solamente per lavarsi e cambiarsi durante questi due mesi.» strabuzzai gli occhi quando sentii quelle parole.
«Ehm, io non le avevo ancora raccontato questi particolari.» Liam si rivolse al dottore e io non riuscivo a capire più nulla, come se prima ne fossi stata stata capace.
«Che particolari? Che giorno è? Da quanto sono qua?» iniziai a fare un mucchio di domande del genere.
«Hai avuto un grave incidente.» cominciò a parlare, ma di tutto il discorso che fece io capii solamente commozione celebrale, coma e amnesia parziale.
«È per questo che non ricordo nulla di quello che è successo?» domandai, mentre con tanto ‘tatto’ il medico muoveva davanti ai miei occhi una specie di mini-torcia che io trovavo insopportabile.
Iniziò a fare una specie di diagnosi, dicendo che non era niente di definitivo, ma che alcune cose o persone non le avrei neanche riconosciute. Non riuscivo a capire come ricordassi il mio nome e Liam, ma nient’altro. A quanto pareva le memorie sarebbero riaffiorate lentamente: più avrei visto e più avrei ricordato.
Quando se ne andò, rimanemmo nuovamente io e Liam.
«Allora, Liamuccio.. sei stato davvero sempre qua?» stava seduto su una piccola parte di letto, così gli feci spazio e mi misi a scompigliargli i capelli.
«Come fai a scherzare in questo momento?» sorrise sorpreso e ammirato. Era come se dovessi essere io quella che consolava.
«Liam, ho un mal di testa allucinante, non ricordo nulla. So solo che tu sei l’unico che ho visto appena ho riaperto gli occhi. Riesco a stento ad avere presente la voce di mia madre e di mio padre. Sei tu tutto ciò che ho adesso.» mi resi conto di una lacrima che scendeva sulla mia guancia e subito dopo le sue dita che premevano lì, per asciugarla.
«Ci sono io, tranquilla.» mi calmò, stampandomi un bacio sulla fronte.
«Poi, non sono l’unico che è venuto a trovarti. Tua mamma è venuta un paio di volte da Londra, tuo padre passa ogni pomeriggio.» continuava a tenere la mia mano e a sfiorarla delicatamente.
«Cosa facevi qua tutto solo?» gli chiesi.
«Provavo a parlarti, a volte ti mettevo una cuffia del tuo iPod nell’orecchio, per ascoltare la musica insieme. Mi sei mancata tanto, sono stati i due mesi più difficili di tutta la mia vita, Rach.» confessò. La sola lacrima di prima si trasformò in una valle.
«Sei unico, Liam. Ti voglio bene.» gli sussurrai all’orecchio, mentre mi stringeva a sé in un caldo e rassicurante abbraccio.
«Poi, Juliet e Madison dicevano che ero matto, che tu non potevi sentire, che non capivi-» lo bloccai, facendo segno con la mano. Quei nomi non mi dicevano nulla. Chiusi gli occhi ripetutamente, provando a rammentare chi fossero, ma l’unico risultato che ottenni fu l’aumento dell’emicrania, di nuovo.
Qualcuno entrò rumorosamente in camera. «Abbiamo ricevuto il tuo messaggio, faccela vedere.» urlò una.
«Vi lascio sole, a dopo.» sorrise, mi mollò la mano e improvvisamente mi sentii vuota.
«Liam no! Non andartene, ti prego.» urlai disperata. «Non mi ricordo di loro.» iniziai a piangere. Finché avevo a che fare con Liam, con qualcosa che conoscevo, non avevo paura dei ricordi. Solo in quel momento mi resi conto di quanto difficile sarebbe stato il mio futuro. Ero confusa, tutto quel misto di incertezze e vuoti dentro furono l’unico motivo di quel pianto disperato. La verità era che volevo solamente lui accanto, la sola mia certezza lì era Liam.







 

SHE SAYS
allora, sono tornata c:
nuova storia, iniziata ad agosto e ancora non finita ahahah.
che ne dite?
sono sincera, amo la storia che sto scrivendo, ma non molto come la sto scrivendo, so se avete critiche sono ben accette :D
Piacere,  sono Rachel. ahahah no, okay.
sembra un po' confusa come storia, e lo diventerà abbastanza, perché in seguito ci saranno flashback, "fantasmi" del passato, eccetera.
per questo non ho neanche messo un banner con dei personaggi specifici, altrimenti avrei anticipato le cose.
so, recensite? dai, anche negativa. davvero, non sono brava con l'autocritica e vorrei davvero qualcuno che mi dicesse 'brava :D' o 'vedi che la storia fa schifo' (?)
credo di aver rotto abbastanza.
vanessa xx

   
 
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