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Autore: MssAgrippina    24/04/2013    2 recensioni
J.S.P è la sua storia raccontata da un particolare punto di vista, talvolta strambo e seccante ma mai imbarazzante ... almeno si spera! =)
DALLA DTORIA:
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Ci riprovo, oggi sedici maggio alle ore sei del mattino con il sole che m’illuminava il mio tenero viso sporco di sangue e di placenta – o ciò che ne resta – io sono nata, sono venuta al mondo e quest’avvenimento fa sì che oggi sia una giornata da ricordare, un giorno speciale ecco, il mio giorno, anche se molto probabilmente tutti pensano che il giorno della propria nascita sia un giorno importante, il proprio giorno.
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Piacere di conoscervi, sono Susan Evengreen a già dimenticavo, Susan McGonogal ho undici anni e sono appena stata smistata in Grifondoro dopo ben cinque minuti di psico-analisi del cappello parlante. Sono seduta qui e a farmi compagnia oltre a Will ci sono Freddy e il Signorino Potter.
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dominique Weasley, Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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• Una giornata normale per una persona altrettanto normale •

 
Vorrei iniziare con una precisazione – questa, cioè la giornata di oggi sarebbe stata una giornata normale se, solo alle sei del mattino con il sole che iniziava a far breccia nella finestra della stanza da letto di mia madre illuminandole il viso affranto dal dolore e gravemente sudato, io non fossi nata. Non nel senso che non sarei dovuta nascere sia mai, forse ho sbagliato a spiegarmi intendevo dire che la mia nascita oggi o in un qualsiasi altro giorno a fatto che questo giorno, o qualsiasi giorno sarebbe stato, non un giorno normale. Avete capito?

Ci riprovo, oggi sedici maggio alle ore sei del mattino con il sole che m’illuminava il mio tenero viso sporco di sangue e di placenta – o ciò che ne resta – io sono nata, sono venuta al mondo e quest’avvenimento fa sì che oggi sia una giornata da ricordare, un giorno speciale ecco, il mio giorno, anche se molto probabilmente tutti pensano che il giorno della propria nascita sia un giorno importante il proprio giorno.
Sta fatto che mentre venivo al mondo sul letto matrimoniale de miei genitori, tra le mani di un’ostetrica spero per me non improvvisata, le urla di mia zia Cosetta in piena crisi isterica per l’agitazione, il calmo cigolare del legno sotto i piedi di mio padre che nella stanza accanto continuava a produrre un solco di cui poi mia madre gliene farà pentire amaramente, il piagnisteo di mia sorella maggiore che non si riteneva pronta a dividere l’affetto dei nostri genitori, a kilometri e kilometri di distanza in un luogo a me sconosciuto su un libro compariva il mio nome: Susan Evengreen

Mi chiamo Susan Evengreen, sono nata il sedici di maggio del 2005 e la mia persona è legata a un quaderno a kilometri di distanza da me – anche se oggi giorno della mia nascita io non dovrei esserne informata, ma mettiamola così io sono speciale e in più sono appena nata vorrà pur significare qualcosa ?! Un sesto senso da poppante ecco. 

Mi chiamo Susan Evengreen e non ho intenzione di raccontarvi cosa combinerò per i primi dieci anni della mia vita o giù di lì. E molto probabilmente salterò molti fatti avvenuti dopo, ma cosa importante da dire e che il sedici maggio del 2016 compirò undici anni e allora se sarò fortunata mi tornerà alla mente il giorno della mia nascita e saprò a cosa starò andando incontro, per il resto? Mi tocca aspettare e anche a voi ...
 

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Questa volta non inizierò precisando che giorno è ma sono sicura che v’interesserà sapere che ci troviamo in estate, un’estate non molto calda che un giorno sì e uno no ci ha regalato pioggia a catinella costringendo me e mia sorella a dover restare chiuse in casa. Vi ricordate di mia sorella? Beh vi avevo accennato della sua presenza il giorno in cui sono nata, devo dire su di lei che si è ripresa più tosto bene da quello shock e conti fatti siamo sempre andate molto d’accordo. Lei si chiama Pam, Pam per Pamela che diciamolo francamente non è che sia un bellissimo nome ma purtroppo i miei genitori non dovevano essere in uno dei loro momenti migliori il giorno della nascita di Pam e quindi si deve accontentare, sempre meglio Pam comunque.

Come dicevo qualche riga fa è estate il sole non brilla nella finestra della nostra stanza – perché si dividiamo la cameretta da un paio di anni a questa parte – l’unica cosa positiva di questa giornata è l’odore di biscotti appena sfornati che arriva dalla cucina.

La mamma deve aver finito di preparare la colazione e ci starà aspettando per consumarla tutte insieme, ma ciò non è molto importante.
La tavola è spoglia come sempre del resto, le nostre tazze per il latte, i biscotti che danno appena un accenno di colore alla cucina e una caraffa di succo all’arancia comprato al discount alla fine della strada. Pessimo.
Ma io Pam ci siamo ormai abituate a tutto questo e da brave figlie non diciamo una parola, facciamo solo i complimenti alla mamma dopo tutto il gusto dei suoi biscotti non è cambiato nel tempo, lei dice che un ingrediente segreto che non può svelarci a far sì che essi siano così buoni ma io non ci credo molto.
 
Mentre sto bevendo giù le ultime gocce del mio latte e la tazza mi sta del tutto facendo mancare il respiro Pam si decide a recarsi in giardino per occupare la posta dalla nostra cassetta delle lettere che l’estate prima avevamo felicemente decorato per dare un po’ di colore a quel giardino nel quale avevamo anche provato a piantare qualche pianta senza alcun successo!

Pam rientra con entusiasmo in cucina porgendomi una lettera e dicendomi che è per me e che molto probabilmente è uno di quegli scherzi dei nostri vicini di casa perché non è per nulla normale, riceve una lettera con uno stemma in cera lacca e con sopra scritto il mio nome e il posto in cui sono seduta a tavola. Penso che qualcuno ci stia spiando o ci abbia spiato dato il fatto che mi siedo sempre nello stesso posto da quando ci siamo trasferite qui, ma non lo credo possibile e poi chi mai spenderebbe così tanti soldi per uno scherzo? Dopo tutto sembra carta parecchio buona quella delle lettera che mi è stata mandata.
Nel preciso istante in cui mi sono decisa a dare ascolto mia sorella e ad aprire la missiva mia madre – candita e pulita con i capelli raccolti rientra nella nostra spoglia cucina e dopo avermi osservato attentamente, mi abbraccia di slancio e credo che stia piangendo – qualcosa non va proprio questa mattina speriamo che almeno abbia la briga di spiegarmi anche a me perché sta frignando come una pazza. Invece l’unica cosa che riesce a dire e: “Andremo dalla nonna nel pomeriggio, ora apri quella lettera Sus”.

Dimentichiamoci della lettera per un momento non sapevo avessi una nonna, hei qualcuno vuole spiegarmi? Ho solo undici anni e non credo sia il caso di spaventarmi con queste dichiarazioni o mi sbaglio? Potrei crescere con dei complessi esistenziali e non avere più una normale vita tranquilla come l’ho ora. Mi riprendo in fretta – per meglio dire dopo svariati minuti - guardando mia madre che indica la lettera con entusiasmo e mia sorella che m’incoraggia a fare ciò che mia madre mi dice così accantono la notizia sconvolgente di avere una nonna e apro la busta ci sono due fogli dentro:

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Preside: Minerva McGonogal
(Ordine di Merlino Seconda Classe)
 
Cara signorina Evengreen
 
Siamo lieti di informarla che Lei ha diritto di frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
 
L’anno scolastico avrà inizio il 1°di settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
 
Distinti saluti
Neville Longbatton
Vicepreside
 
Non sto qua a riassumere la seconda pagina, un foglio con scritto sopra una miriade di cose strane e senza senso che secondo me sono irrintracciabili ma dalla faccia di mia madre che annuisce da almeno dieci minuti sono oggetti normali.

Mia madre inizia a perdere colpi a mio parere questo perché in un secondo prende un foglio di carta, ci scrive sopra qualcosa e si catapulta fuori dove un gufo che mia sorella giura di non aver visto quando prima si era recata a occupare la posta, la aspetta? Impossibile.
Il gufo parte con il foglio della mamma che si deve del tutto essere fritta il cervello, dovevo aspettarmelo alla fine. Al suo rientro ci ordina di lavarci per bene e di vestirci con il vestito più bello che abbiamo, non che ora ne abbiamo molti ma forse qualche vecchia gonna ci entra ancora, in modo da poter subito raggiungere la nonna – non ci ha ancora ben spiegato questo fatto di avere una nonna dal nulla – prende la mia lettera e se la conserva per bene tipo che avesse trovato un tesoro. In cuor mio penso solo che si dovrebbe dare un tono per l’età che ha, ma sto zitta e faccio quello che chiede non ho nessuna voglia di discutere soprattutto perche non si vedeva così felice da giorni e giorni.

Pam ed io ci prepariamo ancora sotto shock, non abbiamo capito nulla o forse noi abbiamo capito benissimo e la mamma ha preso un grande abbaglio. Sulla macchina che dovrebbe condurci a Londra da quanto ho capito – con la speranza che si sia ricordata di aver messo la benzina – mi fa sedere avanti avvenimento strano essendo io la sorellina minore e perciò costretta per l’eternità al sedile posteriore dalla tirannia furbetta di Pam.

Pam si lamenta ma la mamma la zittisce subito inveendo e gridandole contro che non è giornata, la sua felicità si è alterata a pura follia. Non ho nemmeno finito di fare colazione per Bacco. A casa mia è eccessivamente vietato l’uso delle parolacce a me piace Bacco a Pam piacciono i gamberetti, va pazza per i gamberetti anzi, questo non vorrà mica dire che diventerò un’alcolizzata, vero?

“Allora ascoltatemi bene tutte e due – forse finalmente si è decisa a spiegarci cosa diamine le passa per la testa! E se fosse in meno pausa? – stiamo andando dalla nonna, lei vive a Londra, avete una nonna, ho una madre e anche mia sorella Cosetta l’ha – questo era ovvio -. Mia madre è una donna strana che ha sposato una persona normale, ha avuto due figlie normali e ora ha avuto una nipote strana come lei – io sarei la nipote strana? Bene! Mia madre inizia seriamente a spaventarmi. – ora ne parliamo con lei l’ho avvista del nostro arrivo ci aspetta proprio lì perché io non mi ricordo come ci si arriva ecco …”  tralasciando un’altra cosa dopo il fatto della nonna ricomparsa dopo undici anni perché io sarei strana come lei? E se la mamma non le ha parlato per tutto questo tempo, vuol dire che non parlerà più neanche con me? E resteranno solo lei e Pam ed io?

Ho le lacrime agli occhi ma nessuno delle due sembra farci molto caso, la mamma perché è di nuovo contenta e non ha più lo sguardo da folle e Pam perché conoscendola bene, è gelosa in questo momento e di cosa poi? Sono io quella strana mica lei! Voglio vedere questa nonna e dirgliene quattro e colpa sua se sono strana solo sua.

Abbiamo viaggiato, siamo arrivate e camminiamo da venti minuti per le vie di Londra, la mamma si è persa – come suo solito, solo che questa volta inveisce e continua a dire che sua madre odia i ritardatari che molto probabilmente la trasfigurerà (??) in un orologio da taschino, mi chiedo cosa le passi per la testa! –

Finalmente la troviamo, ecco non è proprio quello che mi aspettavo dalla mamma della mia mamma, perché la mia mamma è decisamente una bella donna o almeno lo era stata lei, la vecchia da come la chiamerò da oggi in poi e una vecchia per l’appunto non aggraziata ecco, solo perché ho scoperto che è mia nonna e non posso insultarla.

Ci fa strada in uno strano pub che giuro non avevo minimamente visto, probabilmente il sole che finalmente ha degnato noi comuni mortali della sua presenza, tornando al pub esso è pieno di gente strana, vestita in modo strano che mangia cose strane e beve cose altrettanto starne, ok penso che non c’è più bisogno di ripete la parola strana perché avete capito.
Prediamo una stanza al piano di sopra e saliamo quella scala diroccata che in cuor mio spero ci regga – la vecchia dice che non è il caso di portarci a casa sua – ecco non mi piace per nulla questa signora, la mamma che la conosce bene probabilmente dopo di tutto e sua madre dice che se lo immaginava e che non ci sono problemi, è così felice che perfino la vecchia non potrà fare nulla contro di lei.
È imbattibile ed è una cosa bella perché la mamma ultimamente non era per nulla la persona che si sta rivelando oggi.

La stanza è sciatta, tutto vecchio e logoro con un buffo specchio vicino alla finestra, buffo perché ha due occhi tipo lo specchio di Biancaneve, oh smettiamola di fantasticare, anche se la vecchia assomiglia un po’ a una strega ha perfino il cappello a punta ma i vecchi sono strani e la mamma aveva già detto prima che la nonna non era una persona a posto.
Io e Pam ci sediamo sul letto mentre la mamma e la nonna nuova si accomodano sulle due poltrone davanti al camino accesso e sì, il camino in piena estate è acceso, ho già detto che questo posto è pieno di stranezze.  La nonna ci scruta e poi osserva la mamma e forse accenna un sorriso non è che si capisce molto bene, poi anche la mamma sorride forse ho ragione io sorrideva, bene … spero.

“E’ quella scura?” per quella scura intende me ovviamente perché mia sorella ha i capelli molto più chiari dei miei, la mamma annuisce e lo faccio anch’io pensando che sia la cosa giusta da fare, Pam s’irrigidisce di fianco a me è sempre stata gelosa ma molto probabilmente questi avvenimenti la stanno sconvolgendo perché lei è normale ed io no.

Ragioniamo cosa vuol dire che non lo sono? Scuola di magia e stregoneria, e il palazzo prima non c’era, e il gufo?
“Puoi lasciarla a me, non è il caso che te ne occupi tu! Evita di dire ciò a Cosetta per il momento!” non ho capito bene la nonna vecchia si occuperà di me? Non esiste io voglio tornare a casa con Pam. “Perfetto, per le vacanze di Natale?” cosa? Le vacanze sono tra un’eternità, io non voglio restare qui da sola con una vecchia megera e con tutti quei tizi strani, mamma non farlo per Bacco non è proprio giusto. “Deciderà lei, non sono una tiranna” questo lo dici Tu vecchia.   
Era una così bella giornata maledetta stramba lettera che mi dice che posso frequentare una scuola di magia lontano dalla mamma e da mia sorella. Loro hanno bisogno di me ed io di loro, siamo una famiglia una famiglia un po’ allargata in questo momento dato il fatto che si è aggiunta anche la vecchia.

La mamma mi saluta e dice a Pam di farlo anche lei in modo da andare via in fretta:  “Perché la lasci qui? Non la vuoi più?” mia sorella non pecca d’intelligenza ma la sua emotività, la porta a dire cose sufficientemente stupide anche se io in questo momento sto pensando la stessa cosa. “Non dire idiozie e solo che Sus si troverà meglio con la nonna, verrà a trovarci per Natale” certo che lo farò! “Verrai” abbraccio forte la mia sorella maggiore che mi guarda con i suoi occhi neri come la pece, sta per piangere e gli sussurro che tornerò presto e che non si deve preoccupare, perché basto io per quello, ma non glielo dico e poi la lascio, in tutti sensi la lascio andare via con la mamma e io resto lì con quella vecchia signora che ho scoperto essere mia nonna e una strega, perché si non sono mica stupida per Bacco qui si parla di magia e tutto intorno a me ne la prova perfino lo specchio con gli occhi che continua a fissarmi e che prima di lasciare la stanza mi grida dietro: “Tagliati i capelli”.

Seguo la nonna in silenzio, lei non parla, nell’atrio del pub, dove c’è un vecchio camino che al contrario di quello al piano superiore è spento. Sono proprio strani. “Buona giornata signora McGonogal” la saluta il barista “Buon lavoro Rufus”.
La vecchia si chiama come la preside di quello strano posto, vuoi vedere che mia nonna è anche la preside della scuola? Allora perché la mamma e la zia Cosetta non sono andate lì a studiare? “Non sono la preside.”

Mi legge nel pensiero? “Entra con me nel camino e stringi bene il mio braccio” obbedisco, non ho nessuna intenzione di allontanarmi da lei in questo momento. Non pensate male di me, mia madre mi ha appena abbandonato ed io sono qui sola con lei a chi altro dovrei attaccarmi? “Villa Sherbory” grida quella che ho scoperto essere mia nonna mentre sbatte al suolo una manata di polvere che mi entra negli occhi e nel naso costringendomi a tossire come una dannata.

L’esperienza più brutta della mia vita, ho viaggiato via camino, visto una miriade di salotti, spostato il mio stomaco di qualche centimetro a nord e vomitato sulle scarpe della vecchia per poi arrivare su soffice tappeto rosso a ridosso di un divano del medesimo colore.

“Questa è villa Sherbory, casa mia, per il tempo che resterai qui, dovrai obbedire alle regole di questa casa, la tua stanza è al piano superiore Cocax ti ci accompagnerà, si cena per le sette, hai il pomeriggio libero”.

Ora riassumendo gli avvenimenti del pomeriggio: un elfo domestico perché è così che mi ha detto che è, di nome Cocax – che nome ridicolo – si è presentato davanti a me e m’ha accompagnato nella mia stanza. Una stanza bellissima come quella che possedevo nella vecchia casa, con un armadio pieno di vestiti e innumerevoli oggetti strani sugli scaffali. L’elfo domestico Cocax prima di andare via ha detto che per la cena mi sarei dovuta vestire in modo appropriato e che avrei potuto girovagare per casa come meglio volevo.
Non avevo nessuna voglia di girare per casa al contrario avevo una grandissima voglia di provare tutti quei vestiti, cosa che feci fin a ora di cena, scesi con l’ultimo vestito che avevo indossato e per quanto fossi sola in una casa di una mezza sconosciuta, non potevo di certo lamentarmi, capitano cose ben peggiori e, lo so bene!

“Come hai ben capito sei una strega e lo sono anch’io – è diretta come la mamma quando parla, non sua mezzi termini – puoi farmi qualsiasi domanda, ti rispondo finché lecito”.
Di domande ne ho è anche molte, da dove potrei iniziare? “Perché hai lo stesso cognome della preside?” ciò è molto importante saperlo, non ho nessuna intenzione di arrivare in quella scuola e passare per una raccomandata.
“La preside McGonogal è la sorella di mio padre” una prozia – probabilmente zitella – ecco quello che accade a non sapere chi sono i tuoi familiari, ti piombano tutti nella vita e non sai che fartene, che seccatura!
“Perché la mamma non ti parla?” seconda questione da chiarire se la vecchia è una strega cattiva come la matrigna di Biancaneve non ci voglio avere niente a che fare.
“Tua madre e Cosetta non hanno ereditato la magia, loro sono come il loro patetico padre delle Babbane anzi il termine corretto e Maganò, chi nasce da genitori che portano dentro di se la magia, ma non la hanno, però in compenso tu l’hai non credi per te stessa che sia meraviglioso?” la mamma non era una strega e nemmeno la zia Cosetta e neanche il nonno.
Il nonno qui non c’è magari l’ha ucciso perché un Babbano? Babbano? Questo è un termine nuovo farò bene a segnarmelo. Forse è completamente pazza allontanare le proprie figlie perché diverse da lei.
“Non è vero” mi legge nel pensiero? È possibile è la seconda volta che capita anche prima mi ha risposto senza che io chiedessi niente, devo alzare una barriera mentale come Eragon nel suo libro? Sarà una cosa fattibile? “Vero cosa?”.
“A un certo punto della loro vita quando ci siamo resi conto che non erano streghe e che non  potevano avere un normale futuro tra la popolazione magica, non potevano lavorare e mai avrebbero ben compreso i loro coetanei sono andate a vivere nel mondo Babbano. Cosetta fu la prima ad andare via e poco dopo anche Angoscia la seguì. Fu una loro scelta.”

Angoscia e mia madre, e sappiatelo non la chiamo mai per nome perché è veramente agghiacciante, forse dovrei chiederle perché quel nome anzi rimproverarla proprio per aver creato un nome del genere.

“Domani andremo a Diagon Alley per comprare tutto ciò che ti serve per la scuola e nei giorni a seguire ti spiegherò un paio di cose in modo da non arrivare lì del tutto sprovveduta. Sai sei molto fortunata ad andare a Hogwarts quest’anno.”

Non ci capisco molto ma dicono che la notte porta consiglio.

Speriamo bene perché facendo uno schema riassuntivo della giornata io, Susan sono una strega da parte di nonna materna, mia madre e mia sorella non le rivedrò prima di Natale perché devo andare a studiare in una scuola di magia, la vecchia è anche molto gentile oltre il fatto che sa cucinare parzialmente meglio di mamma - ma forse ha usato qualche trucco magico - ho un elfo domestico che mi rimbocca le coperte - è sinceramente è un po’ inquietante. -
E per finire dulcis in fabula la vecchia mi ha detto che sono fortunata ad andare a Hogwarts quest’anno ma non mi ha spiegato il perché.

Chi sa come sta Pam? Forse posso mandargli un gufo come ha fatto la mamma questa mattina, domani chiederò alla vecchia non dovrebbe dirmi di no.
Forse non è stato tanto male questa giornata. Forse ha ragione la vecchia: sono parzialmente fortunata. Finalmente! 





   
 
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