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Autore: infinity and beyond    24/04/2013    1 recensioni
Quando entro per la prima volta in quell’enorme garage ho modo di studiare pezzo per pezzo un mondo completamente parallelo da quello in cui io e mio padre viviamo.
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-L’aereo ha tardato di due ore, era praticamente notte. Hollywood è spettacolare, avevi ragione.- faccio un giro su me stessa, incantata, per osservare tutto meglio.
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-Non sei altro che uno stupido attore Harry.
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tratti dalla storia, spero vi piaccia. buona lettura c:
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kill me.You’re a stupid actor.



Quando entro per la prima volta in quell’enorme garage ho modo di studiare pezzo per pezzo un mondo completamente parallelo da quello in cui io e mio padre viviamo. Lo vedo al centro della sala, il suo cappello da cowboy Western è più che appariscente. Dietro di lui vi sono delle telecamere e delle luci. Sono circondata da truccatori, stilisti, ragazze con gonne strette fino al ginocchio nere, camicie completamente bianche ed un auricolare all’orecchio, che corrono da una parte all’altra del Set. Corro verso mio padre, scansando dei ragazzi con i copioni in mano, e poggio le mani sui suoi occhi da dietro le sue spalle.
-Indovina chi sono.- non riesco a trattenere una risatina che mi affretto a soffocare. I miei capelli solleticano il suo collo e mette le sue enormi mani sulle mie.
-Finalmente sei arrivata, piccola.- ridacchia dando una pausa di dieci minuti alle comparse per poi girarsi verso di me.
-L’aereo ha tardato di due ore, era praticamente notte. Hollywood è spettacolare, avevi ragione.- faccio un giro su me stessa, incantata, per osservare tutto meglio.
-Sono contento che ti piaccia, bambina. Sei pronta ad iniziare il tuo nuovo lavoro?
-Certamente. Dimmi subito cosa devo fare.- sorride chiamando un uomo sulla trentina, di alta statura, muscoloso, che da quello che ho capito si chiama John.
-È un piacere conoscerla, Miss Kathryn. Il mio nome è John, il suo “superiore”. Il suo incarico consiste nel dare una mano alle comparse e… a dare una ripulita a questo posto quando ce ne sarà bisogno.
Annuisco incerta alle sue parole. Di certo mi sarei aspettata che mio padre mi assegnasse un incarico superiore, ma non voglio lamentarmi. Papà torna a dirigere gli attori e John mi chiede di seguirlo presso la mia roulotte.
-I suoi orari sono scritti sul foglio lasciato attaccato alla piccola bacheca in fondo. Non si accettano ritardi. Tra quindici minuti la aspettano per dare una ripulita nella sala degli attori. Dopo l’ultimo ciack la notte scorsa si sono dati alla pazza gioia.- brontola allontanandosi.
Istintivamente alzo gli occhi al cielo per poi chiudermi nella roulotte e mi dirigo verso la cabina armadio, estraendo da essa la mia polo con scritto “Collaboratore” in grandi lettere. È di un rosa confetto appariscente. Tra tutte le cose appariscenti il rosa confetto è quella che più odio. Mi spoglio del mio giubbotto e della felpa per indossarla. Guardandomi allo specchio faccio una smorfia. Il colore della maglietta mette in risalto il nero dell’inchiostro dei miei tatuaggi. Non mi aspetterò di certo che li accettino. Ma dovranno chiuderci un occhio. Come fece mia madre quando tornai a casa.
 
***
 
-Mi scusi. Ehm… mi sono persa, è il mio primo giorno. Sto cercando la sala degli attori.- chiedo ad una ragazza bruna, alle prese con forbici e gel, indicandole la scritta “Collaboratore” dietro la mia schiena. Tutto ciò che ricevo è un sorriso, poi mi indica con il dito una porta poco distante con inciso a grandi lettere ATTORI all’interno di una stella dorata.
-Oh, mi scusi. Grazie…-  le mie guance diventano rosate e corro verso la porta. Busso, per accertarmi che non ci sia nessuno, non voglio fare altre gaffe, e mi inoltro in una stanza che ad occhio e croce sarà di dieci metri quadri. È arredata modernamente: le pareti sono di un verde acido che spezza con il bianco dei mobili laccati e il blu delle poltrone.
John aveva ragione: questa stanza è un porcile. Non so da dove cominciare, così mi armo di scopa e paletta. Metto le cuffie del mio Ipod nelle orecchie ed inizio a spazzare tutto. Sono decisa a buttare qualsiasi cosa mi sia d’intralcio e a finire il più in fretta possibile.
 
***
 
-John eccomi, mi hai fatta chiamare?- chiedo affannata, piegandomi sulle ginocchia con una mano al petto per raggiungere l’altezza di John, seduto sul pavimento lucido a sfogliare carte.
-Hai finito di pulire nella sala degli attori? Styles ha bisogno di te. È quasi intrattabile e lo sarà ancora di più. Affrettati.- mi risponde a raffica, con tono severo e professionale. Mi alzo di scatto passando una mano tra i capelli.
-Un momento, chi è questo Styles?- alza lo sguardo fulminandomi e capisco che non avrei dovuto fare quella domanda, così mi aggiro nei dintorni, cercando di immaginare il presunto aspetto della persona che sto cercando.
Continuo a cercare per un’altra mezz’ora, chiedendo a tutti se fosse Styles, quando esausta decido di farmi dare delle indicazioni precise.
-Perdonami, sono nella merda e devi aiutarmi! Non so chi sia questo Styles.- dico tutto d’un fiato alla ragazza che mi aveva dato indicazioni circa un’ora prima, facendola ridere.
-Non lo sai? È il protagonista di questo film… comunque eccolo, è il ragazzo che sta urlando a John. Pare sia grave, corri.- sorride mentre annuisco col capo e corro il più veloce possibile per raggiungerli. John si divincola con una scusa, dopo avermi guardata abbastanza male, ed un ragazzo dai capelli ricci batte freneticamente le dita sul tavolo.
-Scusi, signor Styles, mi stava cercando?- chiedo cercando di essere il più naturale possibile, anche se non mi esce un granché.
-È più di mezz’ora che la cerco. Dov’era finita? Non trovo più il mio copione e mi deve aiutare a cercarlo.
Mentre parla inizia a camminare a passo svelto verso la sala degli attori ed io lo seguo senza nemmeno avere il tempo di rispondergli.
-Lo avevo lasciato qui.- sbatte il palmo della mano sul tavolinetto. Corrugo la fronte cercando di ricordare.
-Oh, quindi era il suo copione?- domando con tono fermo e distaccato, assolutamente tranquilla.
-Di chi altri se no? Mi dica dov’è.- alza di qualche tono la voce. Indico dei fogli sparpagliati a terra a fianco al distruggi documenti facendo spallucce e vedo il suo volto diventare di un rosso incandescente.
-Si calmi. Essendo il protagonista di questa storia dovrebbe sapere le sue battute a memoria. Se non sbaglio è quasi un anno che mio padre ci lavora.- lo incenerisco costringendolo a stringere le mani in due pugni.
-Chi è lei per dirmi cosa devo fare?
-La figlia del regista.
Sbianca in volto mentre giro i tacchi e mi reco in un’altra sala.
 
***
 
-Ma… papà!- lo seguo mentre cammina a passo svelto.
-Non si discute Kath. Sarai tu ad aiutare Harry con le battute. Dovrai fare tutto quello che ti dice oltre a svolgere il tuo lavoro.
-Non se ne parla! Non mi sottometterò mai a quello sbruffone!- urlo alzando le braccia al cielo fermandomi di colpo.
-Lo aiuterai solo a ripetere le battute, reciterai con lui perché si eserciti. Chiudiamo qui il discorso. Ora devo andare, abbiamo dei problemi con la protagonista, si è ammalata e sembra grave. E cosa peggiore non abbiamo sostitute che le somiglino. È una tragedia!
Vedendolo andare via mi rendo conto che il mondo del cinema è fatto solo di sbruffoni e brontoloni. Mi sento chiamare all’auricolare e la sua voce fastidiosamente antipatica mi rimbomba nelle orecchie.
-Tra tre minuti nella mia roulotte per provare, non accetto alcun ritardo.
-Arrivo, mr. Antipatia. Sbotto lasciando tutto il materiale cartaceo che tenevo inutilmente nelle mani su un tavolo e corro verso la sua roulotte.
 
***
 
-Allora? Com’è andata?- mi chiede Stephanie mentre finisce di fare la tinta ad un’attrice.
-Uno schifo! È odioso! Non ha fatto altro che riprendermi sulle battute che mi venivano meglio e non perdeva occasione per prendere in giro la mia faccia. È troppo buffa ogni cinque minuti. Sono state cinque ore di strazio totale.
Mi lascio cadere sulla sedia buttando all’indietro i miei capelli che variano dall’arancio al nero della ricrescita.
-E pensare che molte altre ragazze si venderebbero per passare “cinque ore di strazio totale” con Harry.- ride prendendomi in giro, mentre la ragazza va via, e viene dietro di me per pettinarmi i capelli, così provo a rilassarmi un po’.
-Ti assicuro che se ne pentirebbero.- scuoto freneticamente la testa contrariata.
 
***
 
-Eccomi, John, che succede? Mi hai mandato a chiamare? Perché mi guardano tutti? Ho i capelli fuori posto?
Mi trovo al centro del Set. Sono passate ormai tre settimane e non riesco ancora ad ambientarmi bene.
-Patricia è ancora ammalata, ci serve immediatamente una sostituta. Tu sei l’unica che conosca le battute di Johanna a memoria. Dovrai recitare nel film.- mio padre spunta dal nulla, con le mani dietro la schiena e il volto che non lascia trapelare alcuna emozione. Sa che sono pronta ad urlare, perché contrariata dalla sua idea bizzarra, ma sudo freddo spaventata dai suoi occhi di ghiaccio.
-Io… non so recitare. Harry può confermartelo.
-Non dire sciocchezze, sei bravissima. Tengo molto a questo film, quindi non fare storie e va’ a cambiarti.- spunta alle mie spalle, le mani nelle tasche, gli occhi verdi puntati nei miei marroni. alla fine cerca di addolcirsi con un sorriso. Sospiro. So di non avere altre possibilità così Stephanie mi prende per mano, trascinandomi nella mia roulotte per farmi cambiare.
-Sei davvero brava. Ed il tuo aspetto combacia perfettamente con quello che dovrebbe essere quello della protagonista.- annuisco distratta, mentre mi trucca. Un trucco scuro, matita nera, nulla che non sarei stata capace di fare. Sospiro.
 
***
 
È il momento della scena finale e mi tremano le gambe. La prima scena è uscita bene dopo il cento settantacinquesimo ciack. O ero troppo goffa, o il microfono mi cascava dalla maglietta, o un’ape mi faceva visita, o avevo la gola secca. Kevin punterà una pistola contro il petto di Johanna per averla tradita con il suo migliore amico. Lei gli urlerà di ucciderla.
-Ce la puoi fare, sfoga la tua rabbia. Lo so che sei arrabbiata con Harry. Ma so anche non avresti il coraggio di dirgli quello che pensi. Libera la mente. Lasciati andare. So che ce la farai.- sussurra Stephanie al mio orecchio prima di spingermi in scena.
 
***
 
-Uccidimi! Uccidimi adesso. Facciamola finita. Sparirò dalla tua vita. Premi quel grilletto.
Sto urlando con tutta la mia voce. Sento anche gli occhi pizzicare. La scena sta venendo bene, ciò ha fatto rimanere sorpreso Harry. Durante le prove non sono mai riuscita bene in questa parte. Ma ce l’ho fatta.
Kevin sposta la pistola, puntandola contro il suo petto e spara. La scena sembra talmente realistica che riesco a piangere senza l’aiuto delle lacrime artificiali. Corro verso di lui, accasciandomi sul suo corpo per stringerlo. È la migliore tra le scene. Sono stata brava.
-Ee stop!- urla mio padre felice e mi alzo per correre tra le sue braccia ridendo.
-Ce l’ho fatta papà!
Mi stringe forte.
 
***
 
-Disturbo?
Alzo il volto verso la porta della roulotte e due occhi color smeraldo mi sorridono.
-Volevo congratularmi con te.
-Non sei altro che uno stupido attore Harry.
Sospiro, portandomi le gambe strette al petto, mentre si siede a fianco a me sul divano.
-Fa tutto parte del mio lavoro. E comunque… non ti avrei mai uccisa. Non avrei mai voluto che tu sparissi dalla mia vita.
Mi stringe una mano. Lui non vuole che io sparisca dalla sua vita, non vuole farla finita. Ha capito che non stavo recitando. Ha letto nella mia testa… nel mio cuore. E non avrei potuto desiderare altro. Me ne rendo conto solo ora.



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eeeeeh, buonasera gente c:
oggi mi era venuta un'ideuccia per una OS e finalmente mi ritrovo a pubblicarla.
spero davvero vi piaccia.
fatemi sapere che ne pensate quindi RE CEN SI TE uu
  
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