LiveCaster. Era da una vita che desideravo scrivere qualcosa su
questa coppia, sinceramente parlando. Anzitutto, inizio col dire che sono
contenta di aver ripreso a postare queste pessime drabble
chenonsonodrabble,
specialmente ricominciando con una delle meglio
riuscite. Sì, questa Tetsu/Mei è una delle
storielle di cui vado particolarmente fiera, assieme alla precedente EarthDragon.
La
canzone che mi ha ispirata è, appunto, Decode dei Paramore. Amo da morire questa canzone, quindi non mi è
stato affatto difficile scriverci una storia. Ho sempre immaginato Mei come attrice, per questo motivo nella fic appare in un determinato modo. Preferisco analizzare la
sua figura da questo punto di vista, invece di trattarla come una normalissima
Allenatrice. E io immagino la LiveCaster come una
coppia di divi, con le gioie e i
problemi che i loro ruoli comportano. Adoro analizzarli sotto questo aspetto,
mi diverte!
In
ogni caso, spero sia di vostro gradimento. Buona
lettura, nenetti cari! ♥
LiveCaster
Paramore - Decode
Era
impossibile decifrare i pensieri di Mei in quel momento. Imperterrito, rimase
per ore a contemplare il suo volto inespressivo, deciso come non mai a
comprendere ciò che passava nella mente della sua ormai ex-ragazza. Da brava
attrice qual era, stava mascherando alla perfezione le sue emozioni dietro ad
una corazza di freddezza e impassibilità.
«Non
possiamo andare avanti così» aveva esordito improvvisamente, durante il loro
appuntamento. Aveva pronunciato quelle parole in modo gelido e distaccato,
quasi quella situazione non la toccasse minimamente.
Eppure
lui era certo che quelli non fossero i veri sentimenti della sua Mei.
Sicuramente si stava mostrando così solo per non rendere oltremodo triste e
drammatica quella situazione.
Tetsu la guardò negli occhi, cercando in
quelle iridi color mare la verità celata dietro al suo atteggiamento
apparentemente ostile. Vi trovò il nulla pieno del tutto, l’inespressività
colma del dolore di una povera ragazza che stava rinunciando a qualcosa di
davvero grande.
Era
forte, la sua Mei, forse fin troppo per essere una normale adolescente. O
forse, più semplicemente, era solo una bravissima attrice degna della sua fama
e del suo nome.