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Autore: Clawdia    25/04/2013    4 recensioni
Cosa sarebbe successo se Santana avesse fatto coming out al secondo anno di High School? Cosa sarebbe cambiato se lei e Brittany fossero state solo migliori amiche per tutto il tempo passato a scuola? Cosa succederebbe se l'unica vera paura di Santana fosse l'Amore? Questa è la storia di Santana e Brittany 7 anni dopo essersi diplomate e di tutto quello che è successo nel mezzo e che succederà in seguito. L'amore può lasciare su una persona cicatrici profonde, e questo Santana Lopez lo sa bene!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Insegnami a...'
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«Non hai ancora preparato i bagagli? Dai Britt...» mi lamentai battendo le mani ai fianchi. Saremmo già esser dovute partire, vedere che si stava ancora dando da fare con i vestiti mi diede un po' sui nervi dato che io ero riuscita sia a passare da Quinn e Beth che da Matt e Mandy. Avevo dato loro gli auguri più cari, scambiato qualche regalo e poi corsa fuori. La neve fioccava rapida e dovevamo assolutamente evitare il problema del traffico.
Peccato che la mia ragazza non la pensasse allo stesso modo.
«San è colpa tua, non mi hai dato un preavviso!»
«Oh andiamo, un vestito vale l'altro...per me sarai sempre bellissima.» sbuffai accostandomi e tentando di arraffare quanto possibile prima che lei controllasse tutto minuziosamente. Vidi il sorriso delinearsi sulle sue labbra rosate e velocemente mi schioccò un bacio sul collo.
«Ma voglio essere pronta a tutto e...»«A questo servono le carte prepagate!»
«Ma tu mi hai già pagato questo viaggio...»«Regalato.» precisai io mettendomi le mani sui fianchi per osservarla tirar fuori nuove scuse.
«Ok, regalato e non voglio farti spendere altri soldi per la mia roba.»
«Britt. Siamo una coppia adesso, è normale che voglia riempirti di cose e poi...chi ha detto che ti presterò la mia carta per i tuoi acquisti folli a Parigi? Serve già a me.» ribattei divertita cogliendole un altro sorriso. Lei fece per avvicinarsi, la bocca socchiusa, pronta a baciarmi in cerca delle mie labbra ma io non glielo permisi, mi impuntai e la scansai.
«Prima le valigie!»
«Oh Sanny...» provò a lamentarsi lei ma io fui irremovibile. Accellerò il passo, scelse una decina di altre cose e poi incartò qualche oggetto importante. Era il giorno di Natale, ma anche se la neve fioccava fuori dalla finestra l'atmosfera era completamente diversa. Eravamo frenetiche, emozionate e soprattutto...di fretta. Mangiammo un panino al volo e poi di corsa giù dalle scale. Chiuso bene l'appartamento, almeno fino al ritorno di Kurt e poi eccoci dentro un caldo taxi giallo.
«All'areoporto...» dissi sporgendo già delle banconote.
L'uomo annuì e diede gas concentrandosi poi sulla guida.
«Stiamo veramente andando a Parigi?» mi chiese Brittany trovando spazio sulla mia spalla.
«Me lo hai chiesto anche stamattina...»«Si, ma ero in dormiveglia e tra le tue braccia, cose che mi distraggono molto sai?» io sorrisi avvertendo il fiato sul collo.
«Posso immaginarlo. Sopratutto la seconda...» non feci in tempo a finire la mia frase che lei mi colpì forte con un pugno al fianco. «Sbruffona.»
«Ahi.» ridacchiai io massaggiandomi il punto dolente. Ma non mi aveva fatto davvero male.
«Comunque si, stiamo andando a Parigi Britt.» dissi dandole un buffetto sulla guancia e cercando i suoi splendidi occhi azzurri.
«La città dell'amore.»
Già. La città degli innamorati. La città mia e di Brittany quindi.
«Si. Ma non far strani pensieri, è un luogo come un altro.» continuai velocemente io ricevendo un altro colpo in tutta risposta.
«Potremmo andare in Italia la prossima volta.»«Italia?»
La vidi sorridere roteando i suoi occhietti.
«Già, so che si mangia molto bene, che il clima è caldo e che il mare è stupendo.»
«Oh dunque preferisci l'acqua e la pasta alla splendida Tour Eiffel?» chiesi retoricamente storcendo le sopracciglia.
«Si. L'Italia è un sogno!»«Ma davvero? A me non sembra.» commentai ricevendo il terzo colpo consecutivo. 
«Perché a te piacerà sempre e solo l'America.»
«Casa nostra Britt...» feci spallucce io «Devi ammettere che non è niente male!»
«Certo, certo ma...io vorrei visitare tutto il mondo a partire dall'Europa. Italia, Spagna, Grecia...»«Insomma sole, mare e cibo.»
«Mi stai dando della golosa?» chiese lei guardandomi storta e puntandomi contro l'indice.
Indicare dava senza dubbio più potere alla scena.
«Io? Non potrei mai.» lei mi sorrise accoccolandosi di nuovo su di me.
«Dico solo che se potessi scegliere tra visitare Notre Dame e mangiare un piatto di pasta al sugo, sceglieresti la seconda senza nemmeno pensarci.»
«Idiota!» mi disse assestandomi l'ennesimo colpo. Io arrancai un attimo, poi la circondai con un braccio e le baciai la guancia. Si, stavamo per andare a Parigi.
 
---   
 «Non posso credere di dover correre anche qua!» commentai trascinando velocemente il mio trolley lungo quell'enorme corridoio affollato. Brittany correva proprio affianco a me, il petto che si muoveva rapido e i capelli scossi dall'aria che passava attraverso quei finestroni aperti. Era inverno, perché avevano lasciato aperte quelle vetrate? Ma non c'era il tempo per congelarsi, non c'era tempo per nulla. Il nostro volo era stato annunciato già una prima volta e se non avessimo raggiunto il Gate in tempo altroché Parigi, avremmo vissuto una bella vacanza in areoporto.
«Pensa positivo Sanny, stiamo smaltendo il pranzo di Natale.»    
«Due panini al tacchino non necessitano di tutta quest'attività per esser bruciati!» mi lamentai ancora finalmente scorgendo un pannello elettronico su cui stava la scritta in codice del nostro volo. Non eravamo molto lontane, ancora un ultimo sforzo e saremmo arrivate.
Avevo progettato fin troppo quella vacanza per perderla a causa di uno stupido ritardo. Santana Lopez si sarebbe fatta valere!
«Permesso, permesso. Scusi. Scusi!» mormorai facendomi spazio tra tutti quei turisti e riuscendo finalmente a raggiungere la splendida hostess dell'imbarco. Aveva una gonna fin troppo corta e non riuscì a trattenere il mio occhio. Sentì subito la mano di Brittany sul mio fianco, forse preoccupata di far capire a quella donna che ero già impegnata. Come se ce ne fosse bisogno.
Quella mora ci prese i biglietti, ci rivolse un grande sorriso, un po' troppo lungo quello rivolto a me e poi ci lasciò entrare in quel corridoio stretto che portava sino al nostro aereo.
«Sbaglio o ho notato una punta di gelosia?» mormorai divertita e finalmente calma tentando di riprendere fiato. 
«No, volevo solo mettere in chiaro il nostro rapporto a quella donnetta.»
«A me non sembrava tanto male.» continuai io stuzzicandola.
Brittany mi guardò in cagnesco e fece qualche passo in avanti per tentare di seminarmi. Tentativo fallito dato che la presi per un braccio sbattendola quasi contro il muro in plastica e baciandola forte. 
«Non hai motivo di preoccuparti. Io voglio solo te.» sorrisi sul suo viso, lasciai che ci inebriassimo dei rispettivi profumi e infine mi staccai.
«Ma ora vediamo di salire su questo maledetto aereo!»
Ridemmo insieme e dopo aver salutato un altra simpaticissima hostess di bordo trovammo i nostri sedili, splendidi posti in prima classe che avevo faticosamente pagato e dopo aver messo i bagagli al loro posto ci sedemmo intrecciando le mani.
«Che la vac...» non riuscii nemmeno a terminare la frase che lo squillo del mio cellulare, stupidamente lasciato acceso e nella tasca del mio jeans mi fece sobbalzare.
«Pronto?» risposi senza nemmeno guardare il numero con un tono di voce moderato.
«Ehi bellezza, già arrivata in Francia?»
Matt.
«No stupidotto. Stiamo per partire e dovrei spegnere il cellulare quindi...»
«Tranquilla volevo solo salutarti prima del tuo arrivo in Europa. Mi raccomando fate attenzione, non fatevi rinchiudere in carcere per atti osceni in luogo pubblico e avvisami appena arrivate in albergo così potrò darti le istruzioni per il vestito di Mandy.»
«Simpatico come al solito.» commentai io sorridendo.
«Mi mancherai Lopez. Fai un buon viaggio.»
«Anche tu mi mancherai promesso sposo...» risi e chiusi la chiamata.
Già, il mio Matt. Lui ci sarebbe sempre stato, in qualsiasi momento anche se non avessi voluto, anche da sposato, anche con figli, sempre. Riallacciai la mia mano a quella di Brittany e cercai il suo sguardo. Misi la cintura, mi sdraiai lentamente sul sedile e finalmente potei dirlo.
«Che la vacanza abbia inizio!»

Angolo dell'Autrice
SI PARTEEEEEEE <3
Pronte per Parigi? 
  
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