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Autore: telesette    25/04/2013    2 recensioni
Simpatico omaggio, in chiave umoristica, per gettare uno sguardo più attento sul significato del 25 aprile... e come ( purtroppo! ) viene oggi inteso dai giovani italiani.
Genere: Comico, Parodia, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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PREMESSA

Volendo quivi simpaticamente celebrare la "Festa della Liberazione Nazionale", credo che sia un ottimo modo quello di... ripercorrerne le origini, in chiave parodistica, con una fanfiction che ci riporti con la mente ad un periodo storico ormai ingiustamente dimenticato dalla maggior parte delle generazioni più giovani.
Tralasciando il fatto che potete tranquillamente chiudere questa pagina, se l'argomento proprio non vi interessa, io invece ritengo che ripassare assieme un pezzo di Storia che ci riguarda da vicino ( usando l'unico linguaggio che i più giovani sembrano comprendere, oggi come oggi ) non sia una cattiva idea.
Pur essendo io nato quasi una quarantina d'anni dopo, rispetto all'epoca di tali eventi, mio nonno ricorda ancora come se avesse davanti agli occhi i suoi amici e compagni di scuola mentre cadevano esanimi sotto i fucili del plotone di esecuzione agli ordini del regime fascista...
Mi rendo conto che, per come siamo abituati a vivere oggi, non è certamente facile comprendere appieno una realtà così diversa e drammatica rispetto alla nostra. Il motivo che spinge i giovani ad impugnare le armi, non per assecondare i fini e gli sporchi interessi economici di una guerra politica bensì per respingere ciò che la mente rifiuta ma che altri intendono imporre, è dunque il desiderio comune di restituire al popolo una libertà che altrimenti non sarebbe certo possibile ottenere.
Il 25 aprile 1945, oltre ad una semplice data sul calendario e ad un ponte festivo, segna anche e soprattutto il riscatto morale di una parte importante della popolazione italiana dopo le tristi eventuali occorse da un ventennio di dittatura. I protagonisti che diedero vita a questa dolorosa ma necessaria parentesi della nostra storia, attraverso la paura, il terrore e il sangue versato negli scontri a fuoco, non erano italiani contro italiani... Bensì italiani contro invasori tedeschi e collaboratori repubblichini. Col nome di "Partigiani", spesso ingiustamente confuso con termini offensivi ( banditi, assassini, traditori della patria, rinnegati, etc. ), vi è il riferimento ad un gruppo di uomini e donne inteso come Forza Armata non Regolare. Nessuno ordinò loro di impugnare le armi, così come nessuno li obbligò a nascondersi e a vivere da reietti, perché combattere contro il regime e contro l'occupazione nazista ( che intendeva fare del suolo italiano un punto di appoggio alle SS hitleriane ) altro non fu che una loro libera scelta.
Una scelta dettata dal coraggio, o dall'incoscienza se preferite, ma una scelta certo non priva di senso e di significato.
Probabilmente il vero significato di questo giorno non sarà facile da comprendere, io stesso non ho certo la presunzione di farlo nel modo giusto e corretto; ma una cosa è bene sottolineare, in rispetto della memoria dei giovani di allora e delle speranze disilluse dei giovani di adesso: "siamo tutti parte dello stesso popolo, uniti sotto la stessa bandiera, mangiamo lo stesso pane, beviamo lo stesso vino e combattiamo ogni giorno, perché i nostri figli abbiano l'esempio di ciò che è giusto e non abbiano a chinare la testa davanti a nessuno, in rispetto della giustizia e della dignità umana"...
SIAMO ITALIANI !!!

Festa della Liberazione Narutiana

- Funziona il microfono?
- Beh, sì... Non lo so, credo!
- Sàh... Sàh... prova uno-due, prova... Okay, è a posto!

Naruto tossicchiò, giusto per schiarirsi la voce, dopodiché congedò il microfonista e si ripassò mentalmente le parole del suo discorso. Quel giorno avrebbe celebrato lui la cerimonia d'ingresso, poiché nessuno tra i suoi coetanei intendeva assumersi l'oner... l'onore di parlare alla popolazione di Konoha, per rievocare le gesta dei Kage e del loro Villaggio.
Il vestito scuro non era male, tutto sommato, anche se le scarpe lucide e il colletto inamidato della camicia stringevano un po' effettivamente. Il biondo genin non stava più nella pelle: finalmente un incarico di grande responsabilità, un privilegio degno di lui, e tutto per generosa concessione di Tsunade... almeno così credeva.
Beata ingenuità!
Rievocare le origini della Festa di Konoha, specie ai giovani cui non poteva fregare un emerito accidente, era come accollarsi sulle spalle un masso di trecento chili nel mentre che tutti tenevano la testa girata da un'altra parte.
Ma questo Naruto ( ovviamente! ) non lo sapeva.
Solo la dolce Hinata, una volta appreso il nome dell'oratore, si precipitò a complimentarsi con lui. Per l'occasione, la kunoichi si era messa un abito diverso dai suoi soliti maglioni deformanti. Stavolta infatti, con grande gioia del pubblico maschile, la prosperosa fanciulla aveva indossato un elegante abito estivo color panna, senza maniche e con una scollatura piuttosto audace; oltretutto la linea delle sue gambe era accentuata da un meraviglioso paio di scarpette col tacco, conferendole un'aria molto più matura e disinvolta; per non parlare dell'ombretto sugli occhi, il rossetto corallino sulle labbra e i capelli raccolti in una lunga treccia di traverso sopra la scollatura del vestito.
Non appena Naruto la riconobbe, rimase a dir poco di stucco.

- Hinata - esclamò, sgranando gli occhi. - Sei davvero tu ?!?

Hinata arrossì imbarazzata, annuendo tuttavia con un lieve cenno del capo.

- Vo... Volevo congratularmi con te, Naruto-Kun - mormorò lei, intrecciando nervosamente le dita davanti a sé. - Ed augurarti Buo... Buona Fortuna per il discorso!
- Grazie - esalò il biondino, ancora incapace di realizzare che la fanciulla dinanzi a lui fosse "realmente" Hinata.

Senza aggiungere altro, Hinata si fece coraggio e schioccò a Naruto un leggerissimo bacio sulla guancia. Il cuore le batteva come al solito ma, richiamando a sé l'autocontrollo sufficiente, per fortuna evitò di svenirgli davanti.
Ormai il pubblico era interamente radunato in piazza, proprio ai piedi del palco, e dunque Naruto non poteva attardarsi oltre nel cominciare il suo discorso. Hinata era già scomparsa in mezzo alla folla, senza dargli neanche il tempo di rispondere, così il giovane non poté fare altro che schiarirsi ancora la voce e riscuotersi dal momentaneo smarrimento dovuto all'affettuoso e inaspettato bacio di Hinata.

- Eh-ehm, Signore e Signori - esclamò. - Sarò breve!
- Speriamo - borbottò Shikamaru poco convinto.
- Svegliami quando ha finito - fece Kiba, semisdraiato di traverso sulla panca, con tutta l'intenzione di imitare Akamaru già addormentato ai suoi piedi.
- E' veramente con grande onore, e con grandissimo privilegio, che mi accingo a ripercorrere oggi assieme a voi le tappe gloriose e storiche che contraddistinguono questo giorno così importante per il nostro villaggio - proseguì dunque Naruto, con voce sempre più ispirata. - Ai nostri padri, oltre al merito di aver dato origine a ciò che vediamo, va il nostro grande ringraziamento e l'indiscussa riconoscenza di tutti i loro meriti...
- Parole Sante - commentò Ino sottovoce, passandosi lo smalto sulle unghie. - Questo colore merita davvero 110 e Lode!
- Mai come questo verde smeraldo - obietta Sakura, porgendole un'altra boccetta. - Io lo trovo semplicemente divino!
- E dunque - fece ancora Naruto. - Volgiamo lo sguardo e l'attenzione a ciò che era, avvalorando maggiormente ciò che è, per riprendere in mano con fierezza una sì grande eredità a noi concessa con amore, orgoglio e spirito di sacrificio! Ricchi di sogni e speranze, i nostri Kage hanno reso possibile tutto questo: la vita del nostro villaggio è un profumo di gioia per tutti coloro che lo amano e lo rispettano...
- Sarà - esclamò Tenten, facendo un po' di tiro al bersaglio con alcuni sassolini e un barattolo posto circa venti metri più lontano. - Io però, con questa Guerra Ninja alle porte, più che "profumo" sento solo un gran puzzo di cacca!
- L'Odore di Destino non cambia mai - puntualizzò Neji impassibile.
- Pensiamo dunque ai sacrifici - esortò ancora Naruto, spalancando le braccia in modo concitato verso il pubblico. - A tutto quello che ha comportato la creazione di Konoha: dolore, fatica, sofferenza, fame...
- Poveracci... Chomp! - borbottò Choji, ingurgitando una grossa manciata di patatine.
- Puoi masticare facendo meno rumore? - chiese Shino, chiaramente infastidito dalle briciole che gli schizzavano addosso sui vestiti e sul cappuccio.
- Scusa - rispose l'altro mortificato. - Il fatto è che sentire parlare gli altri mi mette appetito!
- Sì ma sta attento - replicò Shino senza scomporsi. - Le piattole nere delle foreste di nordovest NON sono commestibili...

Come Choji si rese conto dei neri insetti brulicanti nel suo sacchetto di patatine, per poco non rigettò in una volta tutti i suoi spuntini della giornata, diventando più verde in volto dello smalto per unghie di Sakura.
Naruto proseguì il suo discorso, ignaro dell'effetto soporifero che questo stava avendo sul pubblico.
Ben presto l'intera Konoha si appisolò quasi completamente, eccetto Konohamaru e i suoi coetanei che erano andati ad allenarsi. Evidentemente a nessuno interessava rievocare le gesta di quattro mummie imbalsamate, man mano che gli anni si facevano sentire, e anche solo parlarne era considerato un inutile spreco di tempo.

- E per concludere, in onore del nostro impegno e della nostra devozione, sono certo che ognuno di noi farà sempre il proprio dovere; Ninja di Konoha, ninja per la vita, uniti per sempre... E sempre combatteremo, per fare del nostro villaggio un luogo migliore!

A parte l'applauso di Hinata, la quale stava ancora tergendosi le lacrime di commozione col fazzoletto, l'unico altro suono che giunse in risposta a Naruto fu un inconfondibile e sonoro russare.

FINE

   
 
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