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Autore: SunnyRoronoa    25/04/2013    4 recensioni
[....] “Mi scusi signorina…” Una voce maschile riempì in un attimo la mia mente, facendomi subito tornare alla realtà e causandomi inevitabilmente un enorme imbarazzo.
Scossi la testa, provando a riprendermi da quel sogno ad occhi aperti. “Scusatemi…” Mi limitai a sussurrare, posando lo sguardo sul ragazzo che mi aveva appena “svegliata”.
Era un tipo particolare, o forse erano i suoi capelli ad essere particolari: biondi e morbidi, somigliavano incredibilmente ad un ananas giallognolo.
Alto, forse una decida di centimetri più di me, aveva gli occhi azzurri ed un fisico asciutto seppur scolpito, reso visibile dalla camicia slacciata che indossava.
Un enorme tatuaggio violaceo percorreva il suo addome, arrivando quasi fino all’ombelico e coprendo con il suo colore quelli che dovevano essere due bei pettorali.
-Un bel ragazzo…- mi ritrovai a pensare istintivamente, passando gli occhi sulla sua figura.
“Tranquilla!” Sorrise lui, strattonando quello che doveva essere un suo amico.
Moro e leggermente più basso di lui, aveva delle lentiggini arancioni sulle guance e occhi più scuri dei miei capelli.
Anche lui, tatuato come il suo compare, aveva un fisico scolpito e ben piazzato, mostrato a tutti con fierezza inaudita.
-Due bei ragazzi….- Corressi subito il mio pensiero.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un'avventura inaspettata. 


 





Salve a tutti, carissimi lettori!
Questa dovrebbe essere una sottospecie di presentazione per farvi capire di cosa parlerà e come sarà articolata(??) la ff che avete appena aperto! Innanzitutto, parto con il dirvi che sarà una ff scritta a quattro mani: due della sottoscritta e due della mia sorellina Sherry21.
Scriveremo un capitolo a testa, facendo quindi parlare i personaggi che entrambe rappresentiamo: Sunny e Sherrry.
Inoltre, come avete potuto leggere, vi sarà anche la partecipazione ipermegasuperspeciale(??) dell'intera flotta del nostro amato Newgate!
Non chiedeteci come sia nata questa stramba idea di mettere insieme i nostri amati cervelli per creare qualcosa di diverso…Ma è successo!
Speriamo, con tutto il cuore, che le parole scritte qui sotto e nei prossimi capitoli, non vi annoieranno…anzi, speriamo invece che  vi invoglieranno a seguirci sempre di più!
Se avete bisogno di chiarimenti, non esitate a chiederli!
Siamo e saremo sempre disponibili!
Un mega abbraccione a tutti voi, vi lasciamo alla lettura.
SunnyRoronoa & Sherry21.


Ps: Chiediamo perdono anticipatamente per gli eventuali errori che potrete trovare in giro. çwç
Pps: Alla fine del capitolo troverete due obbrobriosi schizzi fatti da me in pochissimi minuti, raffiguranti Marco ed Ace, giusto per farvi vedere come li immagino nella mia mente decerebrata...Nel prossimo vi farò trovare quelli delle due protagoniste principali! 
Ppps: Abbraccio fortissimo Sherry21, perchè ha acconsentito a creare tale delirio insieme alla sottoscritta. <3




Capitolo 1.








-Sunny-







"Sunny?"
.....
"Ohiii...è ora di alzarsi, forza!"
.....
"Sunny...non costringermi a usare di nuovo l'acqua come ieri mattina!"
......
"SUNNY."
"Ecco..." Sbadigliai sonoramente, interrompendo gli schiamazzi della mia migliore amica e uscendo con celata malavoglia dal mio dolce tepore mattutino. "Non serve urlare tanto, sono sveglia!" Dissi, stiracchiando le ossa indolenzite dal sonno e stropicciando poi gli occhi, ancora attaccati dal potere che il letto esercitava su di essi.
La sentii ridere, nonostante la mia percezione dei suoni fosse leggermente sfasata.
"Che cosa hai da ridere, Sherry-Chan?!" Esclamai con tono ancora assonnato.
Lei si affacciò alla porta della mia camera, indossava già la divisa del lavoro ed era intenta sicuramente a sistemare i capelli raccogliendoli in un piccolo chignon.
Mi squadrò dalla testa ai piedi, poi lanciò un'occhiata divertita, rivolta sicuramente alla mia espressione poco sveglia e fece spallucce, tornando in bagno davanti allo specchio.
"Sei sempre la solita! Dormiresti tutto il giorno se io non fossi qui a implorarti di alzarti!"
È già...aveva proprio ragione!
Dormire, poteva essere considerato, da chiunque mi conoscesse, come il mio sport preferito!
Sbuffai annoiata e mi alzai con poca grazia dal mio comodo giaciglio.
Buttai uno sguardo sull'enorme specchio che avevo attaccato all'armadio e realizzai il motivo per il quale Sherry, qualche attimo prima stava ridendo di me.
Avevo i capelli ( che solitamente sono lunghi e mossi ) arruffati in una sorta di mucchio di paglia color carbonella, gli occhi blu erano semichiusi e il mascara della sera precedente era colato e mi aveva trasformato in un panda dalla chioma selvaggia.
"Carina..." Sussurrai con un velato sarcasmo, prendendo però in giro me stessa.
"Proprio un amore!" Rispose Sherry, a quella mia auto-presa in giro.
"Grazie..." Bofonchiai, dirigendomi subito in bagno per darmi una svegliata con l'acqua fredda della doccia.
"Ti aspetto di sotto!" Nonostante lo scrosciare rumoroso del getto gelato sotto il quale mi ero appena piazzata, sentii comunque la mia amica scendere al piano inferiore.
Ebbene si, dovete sapere che casa nostra si trovava proprio sopra al luogo dove lavoravamo.
Possedevamo, da quasi tre anni ormai, una piccola locanda al centro del villaggio dove abitavamo.
Era un piccolo paesino, ma data la sua posizione strategica, era molto conosciuto da chiunque navigasse nella rotta maggiore; molte volte, infatti, pirati e membri della marina si erano fermati a mangiare da noi, rimanendo sempre sbalorditi per l'ottima qualità del cibo.
Non per vantarmi di avere un'amica fantastica, ma Sherry era una cuoca sbalorditiva!
Io ero solo la cameriera, portavo ai tavoli il cibo e mi occupano dei conti....non avendo soldi in più per pagare il personale, dirigevamo da sole tutta la "giostra" e mai, mai avevamo avuto qualche cliente insoddisfatto!
Anzi, molte volte accadeva che qualcuno volesse addirittura complimentarsi di persona con il cuoco, rimanendo poi sbalordito non appena capiva che in cucina vi era solo una piccola ragazza, dolce e timida.
Che dire al riguardo, eravamo arrivate lì con tanta fatica...ma ne era valsa davvero la pena!
Conoscevo Sherry da quasi cinque anni ormai, c’eravamo incontrate per caso durante un brutto temporale e, da quel giorno, non ci eravamo più divise.
Sapete quando si dice che due persone sono destinate a incontrarsi e a condividere un sogno per tutta la vita? Ecco, io e lei ne eravamo un ottimo esempio.
Nonostante il suo brutto passato, ero riuscita ad aiutarla, condividendo con lei quelle che erano le mie ambizioni più grandi, facendo diventare le sue paure, nostre, i suoi problemi, nostri.
In un certo senso quindi, l'avevo salvata dai mostri del passato che la stavano lentamente divorando, giorno dopo giorno.
Diciamo che per me, era come una sorta di sorella minore, la sorella minore che non avevo mai avuto! Le volevo molto bene ed era una delle poche persone cui io avrei donato la mia vita volentieri, se solo me lo avesse chiesto.
Uscii dalla doccia dopo una ventina di minuti, allontanando quegli interminabili pensieri…l’acqua mi aveva finalmente svegliata e preparata ad affrontare quella nuova giornata di lavoro.
Mi fiondai in pochi secondi nella mia stanza, indossando il mio solito completo da cameriera: Gonna nera lunga fino alle ginocchia, camicia bianca e scarpe comode.
Legai i capelli, raccogliendoli in uno chignon, lasciando però delle piccole ciocche ribelli libere di vagare sul mio viso.
Adoravo portare i capelli sciolti, molte persone spesso, mi facevano complimenti sia per la loro lunghezza sia per il colore particolarmente bello.
Neri come la pece, infatti, potevano essere scambiati per carboncini finissimi e flessibili.
Purtroppo però, lavorando in un ristorante, non mi era assolutamente permesso lasciarli liberi al vento, quindi dovevo sempre portarli legati per evitare qualsiasi tipo di lamentela da parte di clienti che causalmente, ripeto causalmente, potevano trovare un lungo filo nero immerso nelle loro pietanze.
Guardai il mio riflesso un'ultima volta, sistemando le pieghe della gonna e i bottoncini microscopici della camicia, in modo tale da nascondere il mio seno prosperoso.
Sorrisi non appena ebbi finito e, velocemente, uscì dalla mia camera, scendendo poi le scale, diretta al piano terra dell'abitazione ossia alla locanda.
"Sherry-Chan!" Esclamai entrando tranquillamente nella cucina dove la mia migliore amica passava la maggior parte del tempo.
"Sempre in orario sei..." Ironizzò la ragazza, alzando lo sguardo da un pentolone, intenta a preparare chissà quale strana pietanza.
"Cosa cucini?" Chiesi incuriosita, provando a odorare il profumo che fuoriusciva dalla suddetta pentola.
Sherry sorrise innocentemente, dimenticando la mia curiosità quasi infantile.
"Sto cucinando la zuppa di...AHHHHHHH" urlò improvvisamente, colpendo col mestolo di legno la mia povera mano che furbetta si era avvicinata troppo al suo lavoro pregiato di alta cucina.
"Mi hai fatto male..." Sussurrai con voce da bambina, massaggiando la parte lesa. "Volevo solo assaggiare...mica l'avrei finita!" Aggiunsi, rubando una manciata di cubetti di pancetta dalle ciotole che aveva di fronte.
Sherry mi fulminò subito, odiava quando le rubavo gli ingredienti mentre cucinava, ma odiava maggiormente quando provavo ad assaggiare, senza il suo permesso, il piatto che stava preparando.
"Se provi di nuovo a riavvicinarti, giuro che mi arrabbio." Disse con tono alterato.
Io, in tutta risposta ridacchiai “Lo dici ogni volta Sherry-chan…”bisbigliai allontanandomi da lei e dirigendomi fuori dalla cucina, seguita forse dal suo sguardo divertito.
Nonostante provasse a fare la dura, sia io sia lei sapevamo benissimo che non avrebbe fatto male ad una mosca, nemmeno se quest’ultima si fosse posata su un succulento piatto di pasta da lei preparato.
Era una ragazza buona, fin troppo quasi!
Le sue delusioni passate, i suoi dolori, non l’avevano trasformata in qualcosa di diverso…Bensì, era rimasta sempre la stessa, dolce e cordiale con tutti.
Sorrisi, nonostante il mio stomaco implorasse di essere riempito e mi misi subito a sistemare la sala per accogliere i primi clienti affamati che, come ogni giorno, non attardarono ad arrivare.







"Marco, ho fame!" Ace sborbottò, continuando a seguire il capitano della prima flotta lungo le vie affollate del paese nel quale erano appena arrivati.
Il potente Barbabianca aveva lasciato liberi i suoi figli di girare l'isola nel miglior modo che credevano e quei due, non aveva esitato nemmeno un momento, tuffandosi subito nella caotica vita del mercato di città.
Satch, dal canto suo, aveva preferito evitare tutto quel caos fastidioso e, insieme ad Izou e Vista, aveva iniziato il suo tour dal centro della città.
"Ti ho detto che non m’interessa, hai mangiato giusto un'ora fa, non ho voglia di fermarmi di nuovo!" Esclamò la fenice, superando distrattamente una bancarella di takoyaki che invece non passò inosservata a pugno di fuoco, il quale si fiondò subito su di essa, intimorendo il proprietario a causa dell'espressione famelica che aveva assunto.
"Dici che il babbo ha bisogno di qualcosa?" Domandò Marco, ignaro che l'amico era rimasto indietro, tutto preso a divorare dei succulenti spiedini di polpo fritto.
"Ace?" Disse infine, non ricevendo alcuna risposta.
Sbuffò, il povero capitano della prima flotta, capendo immediatamente quello che era accaduto e voltandosi subito alla ricerca del suo compagno.
D'altronde, non era sicuramente la prima volta che si ritrovava a dover badare al moro affamato, quindi, tutto quello per lui era una cosa perfettamente normale, roba che accadeva tutti i giorni insomma.
"Ancora!" Esclamò Ace dopo aver divorato una decina di takoyaki, ignaro della presenza negativa della fenice alle sue spalle.
Il povero venditore, ancor più terrorizzato dal viso scuro dell'ananas che dalla bava alla bocca del cliente, scosse la testa, facendo inarcare un sopracciglio al moro, confuso sicuramente da quella reazione.
"Guarda che ti pagò è! Non ho i soldi qui con me perché il mio amico "testa di frutta" non c'è, ma appena lo becco ti portò tutti i Berry che vuoi!" Esclamò, ricevendo un potentissimo ed inaspettato pugno in testa.
"IDIOTA, COSA TI AVEVO DETTO~YOI?!" Imprecò Marco dopo aver lasciato un enorme bernoccolo sulla testa del fiammifero che, ormai, era ricurvo a terra, dolorante per la violenza che il biondo aveva usato.
"Mi dispiace signore..."disse poi, riacquistando il suo solito tono calmo e sereno. "Quanti soldi le deve questo stupido ragazzino?!" Chiese infine, indicando il corpo steso a terra del suo compagno.
Il commerciante, impaurito, bisbigliò la cifra che i due dovevano saldare a causa della fame chimica del comandante della seconda flotta.
Marco sbuffò e diede, svogliatamente, tutti i soldi che Ace aveva speso ingozzandosi si takoyaki.
“Stupida testa vuota, cosa ti avevo detto riguardo al “Non mangiare ogni due minuti?”!? Esclamò esasperato il povero pavone allontanandosi velocemente da li, seguito a ruota dal moro.
“Lo so…ma io ho fame! Il babbo dice sempre che bisogna mangiare quando si ha fame!” Mugugnò Ace, continuando a massaggiare il bernoccolo che ricopriva la sua zazzera scura.
“Che seccatura che sei…”
“Dai Marco, andiamo da qualche parte a mangiare…poi ti prometto che non romperò più e starò zitto per tutta la giornata!!”
La fenice lanciò a pugno di fuoco un’occhiata sarcastica, ridendo per l’affermazione che quest’ultimo aveva appena avuto il coraggio di fare.
“Chissà perché non ti credo!”
“Lo prometto!” Affermò nuovamente Ace, gonfiando il petto e chiudendo gli occhi.
Il primo comandante sospirò, sconfitto dall’insistenza infantile del suo amico focoso.
“E va bene….” Sbuffò senza guardarlo.
Pugno di fuoco sorrise, rincuorato all’idea di poter mangiare fino a scoppiare e orgoglioso di aver vinto nuovamente contro l’ostinata maturità del piccione azzurrognolo.
“MA POI NON AZZARDARTI A CHIEDERMI ANCHE SOLO UNA CARAMELLA, PERCHE SE CI PROVI GIURO CHE TE LA INFILO DOVE MENO VORRESTI.” Aggiunse Marco, notando l’espressione fin troppo spensierata del fiammifero.
Ace si limitò a ridacchiare e annuire, iniziando a posare gli occhi su qualsiasi casa avesse di fronte, alla ricerca di un luogo dove poter andare a mangiare senza essere disturbati.
Purtroppo però, essendo ancora nella via del mercato, passarono ben trenta minuti prima che pugno di fuoco riuscisse a localizzare l’unica locanda che quel villaggio aveva; e, in quei trenta minuti, il suo stomaco si era nuovamente svuotato, iniziando quindi a brontolare a mo di “Balena ferita”.
"ECCOLAAA!" Urlò felice dopo aver trovato il ristorante che tanto bramava, situato proprio al centro del villaggio.
“Umhhh….Locanda “yume no shokuhin” Sussurrò tra se e se Marco, leggendo l’insegna della casa che aveva di fronte e osservando le persone che vi erano dentro. “C’è solo questa in tutta la città…Per te v…”
“Non mi interessa, io ho fame e per me va bene qualsiasi cosa.” Ace lo interruppe, prendendolo per la manica della camicia e trascinandolo all’interno del ristorante, ignorando la domanda che il pennuto gli stava rivolgendo.








“Grazie signori, tornate presto mi raccomando!” Sorrisi, salutando con un cenno educato i clienti che avevano appena finito di mangiare.
Intascai subito i Berry guadagnati e sospirai un secondo, isolandomi dalla confusione che regnava nella locanda.
…………..
Tutto quello era troppo stressante!
Sorridere perennemente a tutti, anche a chi provava ad allungare le mani o semplicemente ad allungare troppo gli occhi, allontanando quindi la spiacevole voglia di picchiarli fino a renderli irriconoscibili, era davvero un’impresa difficile!
Se avessi incontrato quei maniaci in altre circostanze, sicuramente li avrei riempiti di botte…com’era mio solito fare con chiunque provasse anche solo a pensare qualcosa di sconvenientemente sbagliato nei miei confronti.
Non ero una ragazza che aveva bisogno di essere protetta, praticavo arti marziali da molto, moltissimo tempo. Da bambina ero una peste fortissima, il mio insegnante mi trattava come un gioiello prezioso, data la mia predisposizione all’arte del combattimento; infatti, anche dopo aver abbandonato il mio villaggio natale, avevo continuato a praticare quello che lui mi aveva insegnato.
Ogni giorno, prima di andare a letto, mi concedevo un’ora di allenamento per mantenere le mie capacità fresche e pulite, ma soprattutto, per insegnare a Sherry come difendersi da molestatori o anche pericoli improvvisi.
Ragazze forti e indipendenti, eravamo proprio co…
“Mi scusi signorina…” Una voce maschile riempì in un attimo la mia mente, facendomi subito tornare alla realtà e causandomi inevitabilmente un enorme imbarazzo.
Scossi la testa, provando a riprendermi da quel sogno ad occhi aperti. “Scusatemi…” Mi limitai a sussurrare, posando lo sguardo sul ragazzo che mi aveva appena “svegliata”.
Era un tipo particolare, o forse erano i suoi capelli ad essere particolari: biondi e morbidi, somigliavano incredibilmente ad un ananas giallognolo.
Alto, forse una decida di centimetri più di me, aveva gli occhi azzurri ed un fisico asciutto seppur scolpito, reso visibile dalla camicia slacciata che indossava.
Un enorme tatuaggio violaceo percorreva il suo addome, arrivando quasi fino all’ombelico e coprendo con il suo colore quelli che dovevano essere due bei pettorali.
-Un bel ragazzo…- mi ritrovai a pensare istintivamente, passando gli occhi sulla sua figura.
“Tranquilla!” Sorrise lui, strattonando quello che doveva essere un suo amico.
Moro e leggermente più basso di lui, aveva delle lentiggini arancioni sulle guance e occhi più scuri dei miei capelli.
Anche lui, tatuato come il suo compare, aveva un fisico scolpito e ben piazzato, mostrato a tutti con fierezza inaudita.
-Due bei ragazzi….- Corressi subito il mio pensiero.
“Vorrei prendere un tavolo per due se è possibile…” Disse il biondo con tono seccato sicuramente a causa dei continui richiami che doveva riservare al suo amico.
Questo, infatti, osservava affamato ogni tavolo della sala, provando anche a rubare del cibo dai piatti dei vari clienti.
“Certo!” Ridacchiai, divertita da quella scenetta esilarante. “Venite pure!” Aggiunsi facendomi subito strada in mezzo ai vari tavoli occupati.
Li condussi all’unico tavolo libero rimasto che, purtroppo, era vicinissimo alla vetrina della locanda.
“Prego…questo posto va bene?” Domandai girandomi verso i due ragazzi, trovandone magicamente solo uno.
Il biondo mi guardò, provando a sorridere nel miglior modo che poteva ed annuì, lanciando poi uno sguardo furioso alle mie spalle.
Capii immediatamente l’improvvisa scomparsa del moro, infatti, quando mi girai, lo ritrovai già seduto e ben attrezzato per iniziare il pranzo.
“Va più che bene signorina!” Esclamò il ragazzo affamato, sbattendo sul tavolo le posate. “ Ora…” Aggiunse guardandomi quasi con la bava alla bocca. “Possiamo ordinare vero?”
Ridacchiai senza volerlo, doveva avere molta fame per comportarsi in quel modo.
“Certo!” Sorrisi subito, aspettando che anche il suo amico con i capelli d’ananas si fosse seduto.
“Vi lascio consultare il menù e torno tra p…”
“Non serve…” Disse il biondo, interrompendo il solito discorso che riservavo a tutti i clienti. “Ci porti della carne…”
“Molta carne!” Il moro corresse prontamente il compagno, facendolo sbuffare “Molta carne…” Sussurrò lui con tono di sconfitta.
“Non…Non volete altro?” Chiesi, rimanendo confusa da quella bizzarra richiesta…Nessuno era mai entrato in quella locanda ed aveva ordinato unicamente della carne, il che mi lasciò perplessa.
“Solo carne, il mio amico qui…” Il biondo indicò il moro, stralunando gli occhi nell’osservarlo affamato come non mai “Ne mangia molta, moltissima…quindi credo che 10 porzioni di qualsiasi vostro piatto a base di carne possa bastare…”
“Co…come?” Domandai sbarrando gli occhi.
Lui ridacchiò, uscendo per un attimo dallo stato d’agitazione/nervosismo nel quale il suo amico lo aveva trattenuto fino a quel momento.
“Lo so, può sembrare strano, ma un tipetto ben piazzato come lui, mangia più di tutte le persone che sono in questa stanza…più di tutte messe insieme!” Esclamò per poi guardarmi sorridente.
A quell’affermazione non potei non ricambiare il sorriso che mi aveva riservato, nonostante tutto quello fosse davvero bizzarro.
“Okay allora, vi porterò le 10 porzioni…ma dovrete aspettare un po’…” Sorrisi scrivendo l’ordinazione sul mio block notes, catalogandola come la più strana che avessi mai ricevuto in quegli ultimi tre anni. “Come potete vedere siamo pieni di richieste.”
“Non è un problema, controllerò il mio amico per non creare problemi inutili, ne a noi ne a voi.” Rispose subito, portando gli occhi, chiari e luminosi, sui miei.
Senza volerlo, arrossì leggermente e distolsi lo sguardo da entrambi.
“Vi ringrazio…” Sussurrai con un filo di voce, per poi congedarmi con un piccolo inchino.














  
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