This
fire inside, it burns too bright
Sai non fa nulla, limitandosi a restar lì fermo. È solo un contatto tiepido, un cauto strusciare di pelle, Naruto avverte il suo anso premere alla base delle dita e ritrae la mano di scatto, lottando per non arrossire come un bambino. Sai batte le palpebre, una, due, tre volte, e poi si sfiora la bocca con un’indice, l’espressione interessata. Si fissa il polpastrello, confuso.
-Che c’è?- Naruto si fa più vicino di una passo. Non riesce a voltare i piedi e ad andare via, non ora che mesi passati ad accumulare coraggio e frustrazione si sono conclusi con la più grande stronzata della sua vita, che ha rovinato tutto e non potrà più guardarlo in visa – e quando lo sapranno Sakura e Sasuke sarà solo molto molto peggio.
-è… strano- e la voce di Sai è strana, è diversa, è viva –Sento… caldo- ammette, e per un attimo nelle iridi nere, nerissime, guizza un qualcosa che Naruto non sa bene come interpretare ma assomiglia vagamente al gradimento.
-Aspetta- mormora, agitato, e prima che possa pensarci un’altra volta si slancia in avanti in uno scatto solo, la bocca che si scontra maldestramente con la sua a metà strada. Sai emette un suono allarmato che sfuma, nelle ultime note in sorpresa, e forse all’accettazione, e Naruto si premura di alzare un braccio per affondare le dita nei serici capelli corvini, tenendolo fermo per non farlo scappar via. Non trova tensione, però, nei muscoli del suo collo, si destreggiano qualche secondo per trovare un’angolazione ideale e quando Naruto schiude le palpebre allontanandosi per prendere aria nota che Sai le ha ancora socchiuse.
-E questo… questo com’è?- ansima.
Sai ha l’aria più scomposta che gli ha mai visto –c’è un ciuffo che gli ricade sulla fronte, impertinente, e le guance sempre così bianchissime ora sono tinte di un rosa tiepido che s’irradia anche al collo, e i suoi occhi sono liquidi, lucidi di una patina che riflette la luce del sole, sono accesi di vita- e aspetta di riprendere il fiato prima di rispondergli.
-Umido- accenna a un moto delle labbra, troppo incerto su cosa fare –Credo… mi sia piaciuto, si dice così?-
Si dice così, ma Naruto non glielo dice, preferisce baciarlo di nuovo con la stessa irruenza, Sai stavolta pare più preparato perché non tentenna nemmeno un istante; e quando Naruto riesce a fargli aprire appena appena le labbra, lasciando scivolare tentennante la lingua sul palato, c’è un piccolo fremito che gli scuote il corpo intero rendendolo languido e cedevole, malleabile come cera fusa.
Il primo gemito che sgorga dal petto è la più perfetta delle melodie che udito umano potrà mai percepire.
Per la Gio <3