33 CAPITOLO
Take this breath
For the lives we waste
For the hollow souls we own
Give me hope
For a restless heart
Where we'll go no one will follow, close.
Il vuoto era un baratro persistente;
bastava un niente affinché ti ci buttassero, lasciandoti precipitare
senza la benché minima possibilità di aggrapparsi alle sue rocce ripide.
Pochi
giorni prima Briony credeva di aver superato quel vuoto, lasciandosi
il ciglio di quel baratro alle spalle e continuando a camminare a testa alta.
Ma ora quel vuoto rischiava ancora di risucchiarla: più si aggrappava, più le
redini del precipizio la facevano scivolare giù con più violenza. Perché doveva
essere tutto così doloroso? Perché la vita era così crudele?
Il destino si
divertiva a prendersi le anime più nobili, più oneste, mentre permetteva che
quelle più feroci maledissero il mondo. Solo chi viveva senza regole,
venendo a meno ai propri ideali, riusciva a cavarsela in quel mondo funesto.
Briony era seduta
sopra un divano a casa Mikaelson. Solo qualche ora
prima Ylenia era morta in un lettino d’ospedale e lei ancora non
riusciva a rendersene conto. Teneva continuamente gli occhi sbarrati, immobile
come una salma e pallida. Se non si fosse sentito il cuore, la si sarebbe data
per morta.
Poi
ci fu un rumore accanto a lei, la presenza di qualcuno che si avvicinava per
confortarla. Di solito Briony traeva sollievo da ciò, era come un
riparo sicuro da ogni tempesta, un abbraccio forte dentro il quale
abbandonarsi. Ma questa volta neanche la presenza rincuorante di Elijah poteva
servire molto... il dolore in certi casi non si può essere curato dalle parole.
Briony sentiva
lo sguardo sconsolatorio e rammaricato dell’Originario su di sé, ma
lei restava immobile. Forse se lo avrebbe fissato, una piccola parte di quel
vuoto si sarebbe staccato dal suo animo, permettendo così di riparare tutto il resto.
Ma
lei si sentiva di meritarlo… si dava la colpa persino di quella
disgrazia.
Se
fosse arrivata prima… se solo avesse capito….
Briony Forbes rimaneva
un fantasma apatico, mentre Finn Mikaelson stranamente sembrava
tutto il contrario. Camminava in tondo da minuti, sputando ingiurie con sguardo
da assatanato.
“Dobbiamo
subito andare a fondo su questa storia. Dobbiamo farlo.” sibilò lui a denti
stretti.
Kol,
che rimaneva sdraiato comodamente su una poltrona, disse:
“Ci
siamo appena liberati del cacciatore, non credi che dovremmo prenderci un po’
di relax? Vacanza ben meritata per stiracchiarsi i muscoli in santa pace.”
Finn gli
lanciò un’occhiata di traverso, mentre Rebekah col suo tono pacato
mormorò:
“Non
possiamo lavarcene così le mani. E’ grazie a quella donna se ora siamo vivi.
Dobbiamo almeno scoprire chi è stato.”
Kol alzò
le braccia con fare annoiato. “Forse non è così brutto come sembra…”
“Ma
cosa credi, cieco imbecille? Che sia morta per cause naturali?”
sbottò Finn incollerito riuscendo a malapena a contenersi.
Elijah
allora prese in mano le redini della situazione e li guardò con sguardo
autoritario.
“Non
è discorrendo in questo modo che scopriremo la verità.”
Tutti
gli altri si ammutolirono mentre Briony ebbe uno scatto
impercettibile.
“Tu
credi che sia opera di Connor?” chiese Finn al fratello. Elijah
sospirò mettendosi le mani sulle ginocchia:
“Non
saprei.. ho cessato di dargli la caccia quando ho scoperto che il suo segugio
aveva preso Rebekah. Può anche darsi.”
Finn serrò
duramente i pugni, livido in volto per la sete di vendetta.
Poi
fu Rebekah a cambiare discorso. “Scusate ma… qualcuno di
voi ha visto Nik per caso?”
“Probabilmente
starà formando nuovi ibridi… la sua nuova famiglia.”
cinguettò Kol sottolineando l’ultima parola.
“Elijah
tu che ne pensi?” domandò la bionda rivolgendosi al fratello. Ma l’Originario
non stava più fissando loro… continuava a
fissare Briony intensamente, come se nella forza del suo sguardo lui
potesse penetrarle dentro la pelle e arrivare fin dentro i meandri della sua anima
per curarne la sofferenza. Voleva con tutto se stesso spegnere il vuoto dai
suoi occhi verdi ma non riuscirvi lo faceva sentire per la prima volta
impotente.
“Elijah?”
lo richiamò Rebekah.
Lui
subito si mise sull’attenti, riprendendo il controllo.
“Credo
che lui stia meglio di noi adesso, ma quando lo troverò avrò diverse domande da
fargli.” E dal tono gelido della sua voce si aspettava che le risposte fossero
davvero esaurienti.
“A
che stai pensando scusa?” domandò Rebekah corrugando le fronte stranita.
A
Elijah bastò un semplice sguardo serio e glaciale per far parlare i suoi
pensieri: si riferiva ovviamente alla festa del massacro, in cui loro si
battevano per la vita mentre Klaus era nascosto chissà dove a non fare nulla.
“Non penserai…”
“Penso.”
La interruppe lui “che ci sono tante domande senza risposta.” Poi Elijah tornò
a fissare Briony. “Ma non è il momento di risolvere simili enigmi.”
Briony allora
si riscosse dal suo stato catatonico e di fantasma in pena, riuscendo infine ad
alzarsi. Elijah guardava i suoi gesti con sguardo interrogativo, mentre lei
cercava di soffocare gli sbalzi di sofferenza.
“Non
dovete stare in ansia per me.. riuscirò a superare anche questo momento.” A
quella probabilità il cuore rimbalzò dentro il petto con l’intenzione di
fuoriuscire “E a andare avanti come Ylenia avrebbe voluto.” Deglutì
il groppo che le serrava la gola “Ma vi aiuterò con ogni mezzo a scoprire chi è
stato a fare un atto così..” fece una pausa che rifletteva il silenzio del suo
dolore. “Innominabile. E metteremo fine a questi eventi feroci.”
Rebekah la
fissò con tristezza, quasi fosse in sintonia col suo senso di perdita. Elijah
si alzò affiancandosi alla ragazza e donandole uno sguardo complice, come per
farle capire che l’avrebbe aiutata a far luce su quel mistero buio e a
infonderle come sempre sicurezza.
Finn assentì
in maniera decisa, smanioso di sapere la verità quasi quanto lei.
L’unico
che sembrava fregarsene era Kol: “Possiamo metterci poco? Non ho tutta la
giornata a disposizione.”
Rebekah sbuffò
mentre Elijah gli lanciò un’occhiata fulminante ma decise di non metterlo in
riga perché non era in vena quel giorno. Finn uscì all’improvviso
dalla stanza mentre Briony si mise una mano sul viso, quasi a voler
nascondere il dolore in cui sembrava smarrirsi.
Ylenia… non faceva che pensare alla
sua amica… così forte e coraggiosa… come poteva essere
morta? Perché sentiva la morsa terribile della solitudine schiacciarla?
Ma
alla pena di Ylenia si affacciò un sollievo, una fune che le veniva
lanciata all’improvviso affinchè non cadesse per sempre in quel
baratro.
Briony sentì
allora con chiarezza il tocco della mano di Elijah accarezzarle il braccio.
Quel calore sembrò offuscare il gelo dell’angoscia.
“C’è
qualcosa che posso fare per te?” Era fuori dal comune per uno come lui
preoccuparsi così, ma solo a lei poteva riserbare una simile attenzione e
umanità così divina da renderti inerme alla sua bellezza.
Briony lo
fissò, legando suo malgrado gli occhi a quelli di Elijah: “No... non puoi fare
nulla..” sussurrò tristemente ma non sentendosi almeno più sola. Lui la teneva
stretta e in salvo senza bisogno di tante parole.
La
ragazza cercò con tutte le sue forze di aggrapparsi a quella fune, le mani la
stavano quasi prendendo per tirarsi sù… Ma all’improvviso
rientrò Finn:
“Briony?
C’è qualcosa che dovresti vedere.” Disse lui avviandosi verso di loro.
Lei
allora si fece sospettosa in volto e solo all’ultimo vide
che Finn stava portando un oggetto, ma non le sembrò tanto
importante. Era solo un piccolo contenitore di vetro come tanti altri, ma
guardandoci bene Briony sgranò gli occhi. All’interno c’era una
piccola e splendente luce che sembrava irradiare energia da tutti i pori.
Ricordava
di averla vista dove aveva trovato Ylenia morta, ma che senso aveva? Briony strinse
gli occhi; pensieri si incastrarono tra di loro per formulare una risposta
plausibile. Anche Elijah teneva un’espressione interrogativa al suo fianco.
“Credo
sia per te.” Sussurrò poi Finn in modo tentennante.
Il
cuore della ragazza mancò diversi colpi mentre Elijah a parole riuscì per primo
ad arrivare alla verità da cui Briony provò solo sconcerto.
“E’
la sua energia vitale. La sua fonte di immortalità.”
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Briony teneva
il contenitore con mani tremanti; un pezzo così fragile che poteva spezzarsi da
un momento all’altro. Ma Elijah sembrava così concentrato al suo fianco che
sicuramente avrebbe impedito che quella luce - quella fonte di sopravvivenza
per la donna che amava - venisse fatta a pezzi.
“Non
posso crederci… anche prima di morire c’ha pensato…”
Sussurrò Briony con voce tremante. Non sapeva se essere più
angosciata di prima.
Durante
quel duro calvario, mentre perdeva sangue, Ylenia aveva pensato
a lei… alla sua vita… Le aveva fatto un dono che lei non
avrebbe mai voluto ricevere; Briony non si sentiva assolutamente
degna di un tale dono perché se lo avesse accettato era come se aspettasse la
morte di Ylenia per essere immortale. Lei non lo avrebbe mai voluto,
non a quel prezzo.
Briony si
mise la mano alla bocca, consumando il pianto imminente dentro se stessa. Si
sentì portar via il contenitore e forse era meglio perché c’era il rischio che
lo buttasse a terra per via della rabbia. Il destino l’aveva di nuovo maledetta
con un’altra morte.
La
mano di Elijah ad un tratto trovò la sua in una stretta forte, facendogliela
abbassare dal viso, ma lei neanche lo sentì. La fune era sospesa in alto
tuttavia lei stava precipitando nel baratro, sempre più giù:
“Briony,
lascia che ti aiutiamo.”
“E
come vorresti farlo?” domandò lei debolmente con gli occhi lucidi.
L’espressione di Elijah divenne grave e ombrosa, e lei subito capì:
“No…no no..” rispose scuotendo la testa.
“So
che non è il momento più adatto.. ma non è colpa tua se è accaduto questo
a Ylenia. Non fartene un peso ingiusto.” disse lui determinato,
guardandola in sintonia con la sua voce.
Briony sviò
lo sguardo, sentendo la nausea chiuderle lo stomaco. Da poche
ore Ylenia era morta e sembrava fossero già sul punto di festeggiare
per il fatto che lei sarebbe stata salva.
Avrebbe
goduto in futuro di una felicità troppo grande ma c’era un orrendo conto da
pagare. Sebbene fosse già stato pagato ma Briony non riusciva
comunque ad accettarlo.
Elijah
continuava a fissarla incessantemente, tuttavia Briony sperava quasi che
la smettesse. Aveva solo voglia di lasciarsi andare alla malinconia, di
piangere per la morte di Ylenia. Ma non riusciva nemmeno in quello, si
sentiva troppo tesa.
Percepì
Elijah scostarsi – forse intuendo i suoi pensieri tumultuosi - ma anche la voce
di Finn che attirò suo malgrado la sua attenzione. Teneva lui il
contenitore in mano:
“Briony, Ylenia avrebbe
voluto che tu accettassi.. che prendessi il suo dono e continuassi a vivere.
Non stai facendo nulla di male.”
Per
una ragione oscura, o forse perché dopo di lei Finn era quello che
soffriva di più, Briony si sentì quasi meno dolore in corpo. Smise di
tremare, il cuore martellava con meno violenza lasciandole un po’ di tregua.
Gli
sorrise debolmente, stringendosi nelle spalle e appartandosi in una angolo
della stanza per trovare un po’ di sana solitudine per qualche minuto. Ma non
riuscì a levarsi di dosso quel peso sulle spalle né a non pensare agli attimi
orribili in cui aveva visto Ylenia stesa a terra in un lago
di sangue… si sentì sprofondare.
Però
poi all’improvviso sentì due mani fredde, riconoscibili all’istante,
circondarle il viso e farla girare. Briony si sentì allora priva di
difese: si lasciò sommergere e attirare nel nero degli occhi di Elijah, come un
piccolo animale preso in trappola.
“Briony..”
cominciò lui col suo solito tono di voce profonda “Ylenia ormai non
c’è più… ma tu non devi perderti.” Le sue parole la facevano sentire
vicina a lui, in un altro mondo sospeso in cui c’era più vita. “Anche se è
difficile bisogna sempre trovare la forza di lottare per se stessi e non
arrendersi alla realtà, per quanto spiacevole sia. Lo hai sempre detto tu.” Le
disse in tono più carezzevole per confortarla.
Briony fece
un profondo respiro, rimanendo intrappolata dalle sue mani. Era vero che aveva
sempre cercato di essere forte, di trovare una luce in quel tunnel buio. Ma in
quel momento proprio non ce la faceva.
“Ylenia è morta… in
un modo orribile…” sussurrò soltanto.
“Troveremo
il suo colpevole, te lo giuro.” le rispose Elijah in maniera serissima da non
lasciarle dubbi. Lui si girò poi nel punto in cui vi erano i suoi fratelli e
lasciò andare delicatamente la presa sul viso di Briony.
Rebekah intanto
stava armeggiando col cellulare: “Ho
sentito Nik adesso.. e… credo che stia dando i numeri più
del solito.”
Elijah
corrugò la fronte.
“Parlava
a vanvera, sembrava addirittura che non gli importasse di sentire la mia voce.”
Sussurrò la vampira in preda allo sconforto.
Elijah
serrò allora duramente il viso, mentre Briony si fece più forza. “Se
vostro fratello non si preoccupa per voi, voi dovreste fare altrettanto. Mentre
stavate morendo, mentre Connor vi stava massacrando, lui era da
un’altra parte a disinteressarsene di voi o peggio.” Briony ricordò
infatti di aver pensato che Connor e Klaus si fossero alleati per
farli fuori tutti. Non sarebbe stato poi così strano.
“Se
per caso lui c’entra qualcosa con quel maledetto massacro, sarò io cavargli il
fegato!” gridò Kol incollerito per quel plausibile tradimento. Elijah
drizzò il braccio per riportare l’ordine:
“Parlerò
con Klaus faccia a faccia e poi sistemeremo Connor. E’ ora che questa
storia si chiuda.”
Finn subito
assentì: “Ma per quanto riguarda Ylenia..”
fissò Briony “Dovremmo far presto perché se la sua energia magica
continua a stare in questo contenitore, che è un attrezzo molto temporaneo,
potrebbe esaurirsi e andare perduta.”
Briony ebbe
così un tremolio ma Elijah rimase fermo dentro il suo indumento elegante.
Prese
allora Rebekah in mano la situazione. “Facciamo così… io
porto Briony dalla streghetta Bennet e la costringo a
effettuare l’incantesimo. Elijah, tu sei l’unico che riesce a parlare
civilmente con Nik. Finn tu indagherai sulla morte della tua ex
amata, e tu Kol… beh tu non volevi andare in vacanza?” L’ultima frase
fu totalmente ironica.
Kol però
le rivolse un’occhiata rabbiosa “Prima voglio sapere che c’entra Klaus in tutta
questa infamia storia!”
“Klaus
è il solito pazzo.” proruppe Briony “ma è Connor il vero
problema, maledirà le nostre vite se non lo fermiamo” Gli occhi si scavarono
dall’odio e dalla sete di vendetta. “E giuro su Dio che si pentirà di tutto
quello che ha fatto.”
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Avere
dentro una parte di vita di Ylenia era una sensazione indescrivibile,
impossibile da razionalizzare. Era come avere due cuori, quattro polmoni, due
esistenze nello stesso corpo. Solo che era solo lei a sentirsene il peso e il
formicolio: l’incantesimo non le aveva fatto male, solo una
lieve pressione… e poi una forza splendente dentro il petto… la
forza vitale di Ylenia, come se la strega dopotutto fosse ancora
viva, reale…
Aver
dentro di sé quel dono d’addio provocava sia gioia che tristezza nell’animo
di Briony, e non sapeva proprio quale delle due avrebbe scavalcato l’atra.
Si sentiva troppo frastornata.
Stava
camminando nei corridoi dell’ospedale, luogo che aveva segnato un altro fatto
drammatico nella sua vita. Ricordare i momenti in cui Ylenia moriva
valse come un pugno in pieno stomaco ma lei miracolosamente continuava a
camminare, sentendosi svuotata.
Ad
un tratto scorse Jennifer venire dalla sua parte: aveva il viso affranto, gli
occhi arrossati, una mano tappava i singhiozzi che le squassavano il petto.
All’improvviso
la rossa alzò gli occhi e sussurrò flebilmente il nome di Briony non
appena la vide. Lei le venne vicina:
“Jen…”
“Ho
saputo..” Jennifer tirò su col naso per poter parlare. “Ho saputo
di Ylenia. Mi dispiace.”
“Grazie..” Briony sapeva
che anche Willas era morto ma non riusciva a dispiacersi per lui né a
fare l’ipocrita con commenti di circostanza. Aveva più volte augurato
a Willas la morte e ora che era accaduto non si sentiva affatto
rammaricata. “Mi dispiace per te..” Disse alla fine accarezzandole il braccio.
“Posso capire quanto stai soffrendo… ma il dolore non vale la candela
in questo caso.”
Jennifer
alzò lo sguardo diventando più dura. “So che odiavi Will… ma ora che
è morto non potresti seppellire il tuo odio?” domandò stizzita.
“Io
non devo seppellire nulla perché non provo assolutamente niente per lui. Mi
dispiace solo per te perché non meriti di stare male.”
Rispose Briony stringendosi nelle spalle.
Jennifer
prese un profondo respiro, gli occhi erano dolorosamente lucidi. “Siamo
sommerse dal caos e dalla morte… e non è giusto… per quanto
desideriamo una vita normale alla fine non l’abbiamo mai.. non se abbiamo a che
fare con questo genere di cose..” il groppo in gola le impediva di parlare
chiaramente ma Briony non trovò alcun modo di confortarla. Non ci
riusciva nemmeno con le proprie ferite, figuriamoci con le altre.
Jennifer
si scostò i capelli via dal viso macchiato di agonia. “Quello che ci sta
succedendo secondo te è una specie di punizione?”
Briony la
guardò perplessa: “Punizione, perché?”
Jennifer
alzò le spalle, rimembrando Will: “Collezioni di bugie, segreti nascosti…”
“E
chi sarebbe a punirci?”
“Il
destino.” fu la chiara risposta cupa di Jennifer.
Briony si
ammutolì, sentendo delle stalattite di ghiaccio avvolgerle il cuore. Sempre
quel dannato bastardo.
“Allora
il destino è davvero ingiusto. Molti di quelli che muoiono meritano la vita, e
molti di quelli che vivono meritano la morte. E questo è proprio lampante nel
caso di Ylenia.”
“Mentre
di Will no vero?” sibilò Jennifer duramente più di quanto avesse mai fatto.
Briony sospirò,
non avendo alcuna intenzione di litigare in quel momento. “Non ho mai nascosto
il mio disprezzo per lui e dopo quello che ha fatto non puoi criticarmi per non
essere dispiaciuta della sua morte. Proprio no.”
“Will
ha sbagliato, come tutti noi! Ma anche in lui c’era del buono e se lo avessi conosciuto
veramente lo sapresti.” Nella sofferenza di Jennifer veniva fatto trasparire il
suo desiderio di riconciliarsi con Willas, di sperare in un futuro
insieme, il voler risentire la sua voce che quella chiamata maledetta le aveva
negato. “Tu hai Elijah, tua sorella e tanti amici. Lui non ha mai avuto
nessuno. E’ vissuto cibandosi di odio e diventando ciò che il destino gli
imponeva di essere, proprio come te. Solo che tu nel tuo caso avevi amore, lui
non l’ha mai avuto anzi glielo è stato strappato.”
Briony intanto
cominciava ad innervosirsi. L’ultima cosa che le serviva era appiopparsi i
problemi di uno come Willas e provare rammarico per lui. Se lo avesse
fatto, la diga dentro di lei si sarebbe rotta.
In
più non doveva proprio nulla a Willas, diamine!
“Ognuno
ha il proprio fardello da sopportare... e oltre al dolore per la morte
di Ylenia devo anche pensare a vendicarla. E ti assicuro
che Connor con me non avrà scampo. Può essere immortale quanto
vuole ma non si salverà.”
“E
fai bene. Tu almeno puoi avere vendetta mentre io posso
solo autocommiserarmi”
“I Mikealson dovevano
farlo altrimenti sarebbero morti di nuovo!” ribattè Briony senza
neanche pensare al dolore che scorgeva negli occhi dell’amica. “Capisco che
stia male ma Willas se l’è cercata eccome. E non so neanche come è
morto poi, l’unica cosa a cui penso è che quel gruppo di malvagi hanno
ucciso Ylenia!” Purtroppo non era riuscita a trattenere il vomito di
parole; sentiva una rabbia fremente nel petto che scalpitava di essere saziata.
Jen a
sua volta indossò un’espressione durissima. Il dolore che si combatteva con un
altro dolore. Solo che c’era anche la rabbia in mezzo… e quell’emozione fa
dire cose che faresti meglio a non dire.
“Io
ho perso il mio uomo, tu hai perso la tua migliore amica. Solo che a te è
lecito soffrire e vendicarti, mentre a me no perché Will faceva parte dei
cosiddetti malvagi? Non ti sembra di star esagerando Briony? Chi fa cose
orribili è esclusivamente una persona orribile? Stai ragionando in assoluti ed
è ingiusto e sbagliato!”
Briony si
portò una mano ai capelli tentando di calmarsi. Non voleva proprio parlarne,
desiderava solo rintanarsi in casa sua e chiudere fuori il mondo esterno.
“Mi
dispiace solo per te perchè non meriti di soffrire, che altro posso
dirti? Per quel che mi riguarda non verserò lacrime sulla tomba
di Willas né dirò frasi da perbenista per perorare la sua memoria, di
un maledetto schizofrenico che ha tentato di uccidermi non so quante volte!”
Incredibile
che stavano proprio litigando nel bel mezzo di un ospedale ma nessuno sembrava
accorgersene: loro due prese a sfogare il proprio dolore, definendolo più
sofferto dell’altro, mentre i medici si davano da fare per salvare vite e
quindi diminuire le sofferenze.
Jennifer
alla fine serrò duramente i pugni in una smorfia di dolore. “Certo va benissimo
così.”
E
senza dare il tempo a Briony di rispondere si dileguò fulmineamente
fuori di lì. Briony allora alzò gli occhi al cielo con un sospiro di
sconfitta. Non voleva che le cose andassero così, ma non riusciva
a rammaricarsi…. Non per Will. Lui avrebbe sempre tentato alle vite delle
persone che amava e almeno un po’ di sollievo stava acquietando i battiti di
agonia del suo cuore.
Purtroppo
aveva detto parole così aspre alla povera Jennifer da sembrare un’egoista
menefreghista ma forse dopo aver sempre pensando agli altri, era ora di
esserlo. Si era sempre concentrata sul dolore, sul tormento, poche volte aveva
lasciato che la rabbia fuoriuscisse.
Però
ora era lì in agguato, oscura e implacabile, e stava per esplodere. Sembrava
prendere il sopravvento su di lei e sulle sue corde vocali.
Prima
di andarsene Briony pensò che non appena avesse avuto l’assassino
di Ylenia tra le mani lo avrebbe ucciso a sangue freddo.
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Briony si
trovava a casa Mikaelson, Elijah l’aveva fatta venire perché aveva novità
e lei voleva subito esserne informata. Nel salone c’erano gli altri suoi
fratelli, trepidanti quasi quanto lei. Sebbene nel caso di Briony ci
fosse un insaziabile voglia di vendetta che serviva a rinchiudere il dolore in
un angolo.
Entrò
all’improvviso Elijah col suo solito passo elegante: era rigido e scuro come
non mai. Ma finchè non avrebbe parlato era impossibile individuare
ciò che pensava nella sua mente corazzata.
Briony si
fece tesa sul divano mentre si accorse che Elijah non l’aveva mai guardata dal
momento che era entrato nella stanza.
La
situazione era così grave?
Lei
sentì la gola secca mentre Finn lo incitò a parlare. “Allora? Hai
scoperto qualcosa da Klaus?”
Elijah
si mise le mani in tasca tenendo uno sguardo tetro. “Sì ho parlato con nostro
fratello. E avevi ragione tu Rebekah, è fuori di sé più del normale. Non
ha il controllo delle sue azioni, di ciò che pensa. Ha raccontato un certa
storia bizzarra ma non sono sicuro di credergli.”
Briony strinse
gli occhi circospetti. “E cosa ha a che fare con la situazione che stiamo
vivendo?”
Elijah
guardò allora nella sua direzione ma non nel suo viso. Come se si rifiutasse o
fosse troppo arduo farlo. La ragazza sentì mancare dei battiti perché intuì che
dietro lo sguardo gelido di Elijah qualche tempesta stava per scatenarsi.
“C’entra
perché lui ha a che fare con tutto. Con tutto quello che è successo alla festa
e a Ylenia.” Disse con tono controllato nonostante quella bomba appena
sganciata.
Rebekah spalancò
la bocca totalmente shockata. “No.. Nik per quanto sia crudele non
può aver ordito la nostra morte.”
Nello
stesso momento Kol grugnì i denti completamente imbufalito. “Ah
maledetto! Me lo sentivo che c’entrava lui!”
“Te
l’hai confessato lui stesso? E come si è discolpato quel farabutto?” si fece
poi avanti Finn cercando di contenere il furore.
Briony sembrava
l’unica a rimanere immobile oltre a Elijah. Quella notizia l’aveva scossa
nel profondo…
Klaus….
Aveva ucciso Ylenia?
Aveva
più e più volte immaginato il volto dell’assassino della sua amica, ma non
Klaus. Credeva al 100% che fosse Connor…. Non che Klaus non avesse avuto
dei motivi in passato per prendersela con la strega… ma in quel tempo
non era successo nulla di nuovo che giustificasse il suo atto efferato.
Numerose domande le si inchiodarono in testa mentre gli altri continuavano a
parlare l’uno sopra l’altro.
“Se
mi lasciate parlare con calma, vi spiegherò ogni cosa.” disse Elijah in tono
diplomatico, alzando una mano per far acquietare gli animi imbufaliti e traditi
dei suoi fratelli. “A quanto sembra, Connor ha indotto un incantesimo
su di lui. Un incantesimo di controllo sulla mente. E’ irrevocabile e non gli
permette di lottare anche se è un ibrido. Attraverso questa magia Connor si
è servito di lui per attirarci nella sua trappola a cuore aperto e senza che
noi sospettassimo nulla.”
“E
cosa ha a che fare con Ylenia… perché se l’è presa con lei..?”
mormorò Briony con un fil di voce restando a sguardo basso. Gli occhi
sgranati per via dello shock.
Elijah
guardò quindi nella sua direzione. “Credeva che lei fosse dalla parte
di Connor. L’ha vista alla festa e ha travisato le
sue intenzioni… credo che dopo l’abbia rapita per interrogarla e deve
in qualche modo aver perso il controllo..” il modo tentennante e lento in cui
lui parlò non bastò a raffreddare il fuoco che Briony si sentiva
nelle vene.
“Ha
perso il controllo?? Uno perde il controllo quando sbatte un oggetto e urla ai
quattro venti! Non quando uccide una persona che non gli ha fatto niente!”
sbottò incollerita.
Elijah
tenne su di lei uno sguardo serio ma in sintonia con ciò che lei era in obbligo
di provare. “Klaus ha compiuto un atto innominabile e verrà punito
per questo… ma non è lui il colpevole in prima persona, deve essere
stato Connor a manipolarlo.” A fine frase si rivolse di nuovo ai suoi
fratelli.
“Sì
per forza deve essere andata così! Nik non ucciderebbe mai la sua
famiglia!” Rebekah come al solito era pronta a difendere Klaus
ma Finn intervenne subito per smontarla. “Dimentichi che ci ha
rinchiusi dentro delle bare.”
“Ma
col paletto di quercia bianca saremmo rimasti morti per sempre! E’ diverso!”
Quel
continuo chiacchiericcio fece fischiare le orecchie di Briony, che
continuava a pensare a un’unica cosa.
“Balle,
tutte balle! Klaus ha inventato queste scuse per difendersi e per non andare
incontro alla vostra ira! Ma si sbaglia se crede che pure io mi faccia
ingannare dalla storia della persuasione mentale!” gridò in preda alla furia e
alzandosi dal divano.
“Pure
io dico che sono tutte prese per il culo. Niklaus ha dimenticato ogni
lealtà che deve nei confronti della sua famiglia, ma ora gli farò vedere io!”
sbottò anche Kol in cerca di vendetta.
“E
cosa vorresti fare Kol?” domandò Elijah con un sibilo freddo. “Ucciderlo?
Ti metteresti al suo pari livello e se lo vedessi in che stato è, proveresti
perfino pena. Ha ucciso anche la sorella di Ylenia, la ragazza che stava
con lui.”
Briony sgranò
gli occhi. Un omicidio dietro l’altro!
“Vostro
fratello è pazzo e deve essere fermato!”
“E
lo sarà, Briony.” Commentò Elijah in modo deciso guardandola questa volta
negli occhi. “Farò in modo io stesso che simili episodi indegni non accadano
più. Gli metterò pure il collare al collo per tenerlo d’occhio da altri
attacchi di Connor, così ci sentiremo tutti più al sicuro.”
“Tenerlo
d’occhio?” ripetè Briony frastornata. “Qui non c’è bisogno di
tenere d’occhio nessuno perché tuo fratello è soltanto un mostro in preda alla
follia omicida. Ciò che bisogna fare è renderlo inoffensivo una volta per
tutte!” E le sue parole erano così palesi che Kol assentì soddisfatto,
mentre Rebekah la guardò sconcertata senza dire nulla.
Questo
però non le importava... continuava a venirle sù il vomito di parole.
“L’unica
cosa da fare è una sola! Non abbiate paura di ferirlo perché Klaus proverebbe
solo dispiacere di non poter creare ibridi, del resto se ne frega! Merita di
essere punito dopo quello che ha fatto.”
Scese
un silenzio pesante in cui forse lei sarebbe uscita vincitrice o sconfitta,
ma Briony non lo avrebbe mai saputo perché fu Elijah a prendere la
parola.
“Potreste
lasciarci soli? Voglio parlare da solo con lei.” disse lui in maniera calma
rivolgendosi ai suoi fratelli. Subito loro se ne andarono con la mente ancora
confusa; l’ultimo a uscire fu Kol che lanciò uno strano sguardo
a Briony.
Lei
neanche se ne accorse perché continuava a guardare un punto nel pavimento,
quasi non volesse incrociare lo sguardo di Elijah. Non sapeva perché ma provava
un nodo fortissimo allo stomaco al pensiero di guardarlo dritto negli occhi.
Quando sentì i suoi passi avvicinarsi, una tremenda inquietudine prese possesso
su di lei.
Elijah
manteneva di continuo un'espressione seria sulla ragazza. Lo sguardo non
permetteva di svelare nulla di ciò che provava. Il suo essere era insondabile.
“Parlavi
sul serio prima?” domandò lui all’improvviso non cambiando nemmeno di tono la
voce monocorde. Aveva tutte e due le mani dentro le tasche ma quella galanteria
sembrava ingannevole.
Briony decise
di alzare lo sguardo. Sapeva che lui soprattutto aveva tradotto ogni senso
delle sue parole, ma dal suo sguardo non sapeva se lui le dava il suo pieno
appoggio o se la stesse colpevolizzandolo. Era invalicabile come una muraglia.
“Tuo
fratello non può passarla liscia.” disse soltanto.
“E
non succederà.” rispose lui subito, avvicinandosi questa volta per
tranquillizzarla. “Non passeremo sopra a ciò che ha fatto, e rimanere
abbandonato da tutti sarà la punizione più terribile per lui, peggiore
dell’inferno.”
“Forse… ma
non mi basta.” Ribattè lei fermamente.
Questa
volta Elijah ricompose la maschera intraducibile. “Uccidere Klaus non sarebbe
la soluzione più giusta. Uccidere Connor lo è perché c’è lui dietro a
tutte queste macchinazioni.”
“Fare
la cosa giusta non ti fa sentire meglio. E Connor magari può
c’entrare una minima parte ma è stato il tuo maledetto fratello a provocare la
morte di Ylenia.”
Elijah
abbassò lo sguardo impenetrabile: “Capisco il tuo desiderio di vendetta perché
l’ho spesso provato. Ma la morte di Klaus non ti ripagherà della vita
di Ylenia né ti ammorbidirà quel peso che senti, anzi finirà solo per
aumentare.”
“E
come?? Sarebbe impossibile perché mi sembra di essere al punto limite!” ribattè Briony spalancando
le braccia e facendo trasparire tutta la sua impotenza di fronte a quel destino
tremendo.
La
bocca di Elijah ebbe un guizzo mentre rialzava la testa: “La vendetta può
essere tua se è questo che vuoi. Ma sarebbe un grosso errore che
rimpiangeresti. Klaus ha provocato la morte di Ylenia, tu provocherai la
morte di Klaus. Non ci sarà mai una fine e tutto questo spargimento di sangue
non porterà proprio a niente.”
Briony stava
quasi odiando la perenne diplomazia di Elijah. “E quindi dovrei starmene bella
tranquilla a lavarmene le mani? Perdonare il povero Klaus e stringergli la mano
in segno di una pace che durerà meno di un’ora??”
Elijah
le mise delicatamente le mani sulle spalle per tranquillizzarla. “Non ti chiedo
di perdonare Klaus perché è impossibile. Ma lui è già condannato, anche senza
la morte. Mi occuperò io di lui, farò in modo che non torcerà più un capello a
te o a qualcuno che ami. E non avrà nessuna comprensione, nemmeno da parte
mia.”
Le
parole confortevoli del vampiro però non bastarono a diminuire il peso
che Briony si sentiva nello stomaco. Lei doveva
vendicare Ylenia, doveva farlo! Per le conseguenze ci avrebbe pensato
dopo. Si allontanò dalla presa di Elijah, scostandosi con freddezza.
Le
mani del vampiro rimasero a mezz’aria poi si abbassarono. “Non mi credi?”
domandò lui comunque calmo muovendo la testa.
“Credo
che tu voglia trovare una soluzione diplomatica quando tutto intorno a te
impazzisce. Questa volta le buone maniere non conteranno nulla e proprio tu che
giudichi la vendetta onorevole me la stai privando.” lo giudicò lei con occhi
delusi puntandogli l’indice contro.
Dio
stavano litigando per Klaus. Briony sapeva che doveva fare marcia
dentro e fermare la rabbia che aveva dentro di sé però non riusciva a farlo.
“Ma
tu mi hai sempre detto che la vendetta non porta a niente, che per vivere in
maniera serena e in pace bisogna farne a meno e abbassare le armi di guerra. Tu
mi volevi convincere a lasciar perdere la vendetta contro Connor per
il bene di tutti, nonostante sia pericoloso tutt’ora.” replicò Elijah in tono
freddo ma calmo, sapendo di avere ragione su ciò che diceva.
Briony si
sentì allora intrappolata. “Mi stai chiedendo di lasciar perdere la mia
vendetta contro Klaus?”
Ci
fu un lungo e pesante silenzio che gridava di essere smantellato per la
disumana tensione. Lo sguardo di Elijah era profondissimo e sincero. “Te lo sto
chiedendo.” disse lui.
Briony deglutì
sentendo qualcosa infuocarsi nel petto, forse la forza vitale
di Ylenia che si ribellava alla salvezza del suo assassino. “Ma anche
Klaus è pericoloso per le nostre vite.”
“Non
lo sarà, ti do la mia parola. Me ne occuperò io personalmente e
fuori Connor anche l’incantesimo su di lui svanirà.”
“Parli
così perché è tuo fratello! Se ci fosse qualcun altro tu non batteresti ciglio
sulla mia decisione!” ribattè lei ad alta voce stringendo i pugni.
Elijah
le fece un sorriso lieve ma triste. “Se non ho fiducia nel sangue del mio
sangue allora non ha senso nemmeno avere speranza di essere una persona
migliore, o in un futuro diverso da quello che ci spetta.” mormorò con medesima
calma contrastata da quella dura realtà.
Briony però
non riusciva a pensarla come lui.. non riusciva neanche a pensare all’idea di
lasciar perdere tutto quanto… “Non posso credere che tu me lo stia
chiedendo.” rispose con angoscia sviando lo sguardo.
“Non
ti sto chiedendo di perdonare Klaus né di dimenticare.” Elijah si avvicinò, il
tono più dolce. Tuttavia lei non ne ricavò alcun conforto. “Ma la morte di
Klaus non sazierà il dolore che senti.”
Quando
lui stette per sfiorarle il viso, lei si spostò con forza. “No! Non posso
accettarlo!”
Elijah
la guardò questa volta ferito. “Anche senza l'ombra della morte, Klaus la
pagherà. Non ti ho dato alcuna ragione per dubitare di me.” rispose più
glaciale di quanto non volesse essere.
“Me
ne stai dando una adesso.” Ribattè lei fermamente fissandolo dura.
“Stai rendendo una cosa patetica e da nulla la mia perdita, come se non ti
toccasse nemmeno sulla superficie.” Nella durezza dei suoi occhi si intravidero
delle lacrime di amarezza.
Quelli
neri di Elijah vennero allora attraversati da un bagliore di umanità sincera.
“Non è così. Stai travisando ciò che voglio dire.”
“No
sei tu che metti sempre sopra a un piedistallo le tue decisioni. Quelle degli
altri se sono opposte alle tue non contano nulla per te!” La voce era tremante
e discordante per via della sofferenza e della rabbia mescolate insieme.
“E’
così se non porteranno a nulla di accettabile. Si tratta della mia
famiglia Briony, e non posso nemmeno considerare una simile idea,
tantomeno accettarla.” Sibilò Elijah come se avesse fatto riemergere la
diabolicità che contraddistingueva una parte del suo animo oscuro. Rendendosi
conto del tono che aveva usato erroneamente, sciolse un po’ i lineamenti
scavati del viso nel parlarle di nuovo:
“Ti
farai solo del male in questo modo.”
“Lo
fai a te visto che quando si tratta di tuo fratello sei totalmente cieco. E non
mi farebbe alcun male mettere in atto ciò che voglio!”
“Sì
invece. Sei tu che non te ne accorgi.” Il tono definitivo con cui Elijah disse
quelle parole non lasciò spazio ad altre repliche.
Briony allora
lo guardò quasi sconvolta. Davanti a lei ora vedeva solo l’Originario
inflessibile e freddo che conoscevano tutti, quell’altra personalità di Elijah
che indossava sempre in situazioni d’emergenza e di pericolo. Una personalità
così persistente e reale da farla affondare sotto il peso dei suoi occhi neri e
invalicabili.
Ma
lui questa volta non aveva il diritto di prendere decisioni per tutti né di
farle sopravvalere. Ylenia era amica sua, una parte di lei che
viveva dentro il suo petto e che le permetteva di sopravvivere.
“Tu
mi hai una fatto una richiesta enorme. Ma non sono pronta ad accettarla,
nemmeno per te.” disse lei alla fine.
Aveva
affrontato di tutto per lui, ogni sfida inimmaginabile, ogni lotta che il cuore
il più delle volte non può sopportare. Per lui si era cibata di quel tipo di
dolore che faceva sprofondare l’animo in un vuoto nero, aveva rinnegato se
stessa, mandato al diavolo la sanità mentale, e superato persino la morte per
poter stare di nuovo al suo fianco. Avrebbe accettato di fare qualsiasi cosa
per Elijah, anche il più grande sacrificio, ma non questo… non poteva
farlo.
Alla
sua risposta Elijah serrò il viso, diventando di
ghiaccio. Briony diede fine a quella conversazione, spalleggiandolo
per poter uscire. Durante quello scontro Elijah aveva provato a trattenerla, ma
le sue braccia si erano mosse o troppo lente contro la velocità
di Briony o con poca convinzione.
Alla
fine lui rimase immobile mentre Briony sbattè la porta alle sue
spalle.
Allora
un forte silenzio invase l’animo dell’Originario, abituandosi però al suono di
un tormento interiore.
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Klaus
vagava per Mystic Falls come uno zombie assettato di follia e
sangue. Quel seme malefico aveva già dato i suoi frutti e stava crescendo a
vista d’occhio, cercando sempre di inquinare il suo animo già nero. L’ibrido
stava quasi accogliendo con gioia quella malvagità spietata dentro di sé; ne
rimaneva inebriato anche se doveva combatterla per non farsi sottomettere anche
da essa.
Ma
almeno quei lampi di follia non gli permettevano di pensare… di
ricordare... né di provare stupidi rimorsi per aver strozzato il collo di quel
piccolo angioletto che sembrava aver portato un po’ di luce nella sua vita,
finendo per oscurarla ancor di più. Gli effetti negativi di un amore falso o
non corrisposto.
Almeno
aveva buttato via ogni debolezza, non c’era più pericolo di provarne. Ogni
emozione buona fu quindi bandita dentro di lui.
Il
braccio quel giorno gli stava dando un po’ di tregua e cercava quindi di
riprendersi il senno… almeno fino a quando non avrebbe trovato una
soluzione. Avrebbe ucciso anche Connor, questo si giurò. Non tollerava chi
lo manovrava o credeva di usarlo.
Mentre
camminava distrattamente all’improvviso si ritrovò davanti l’ultima persona che
pensava di incontrare… almeno coscientemente da parte sua.
La
sua cara quasi cognata e mostro abbietto da abbattere.
“Mia
cara, posso fare qualcosa per te? Hai sbagliato Mikaelson credo.
Oppure Elijah non è riuscito a salvarsi dal macello e quello che ho visto era
il suo fantasma?” domandò Klaus fintamente disinteressato, mettendo le mani
lungo i fianchi.
Briony aveva
le braccia serrate al petto, lo sguardo austero e duro. Sembrava fosse in
posizione di un predatore che voleva saltare addosso a qualcuno da un momento
all’altro.
“Tuo
fratello è riuscito a salvarsi dal massacro che tu hai contribuito a mettere in
atto. E la persona che l’ha aiutato a ritornare in vita, tu l’hai uccisa a
sangue freddo.”
Klaus
fece uno sbuffo di superiorità. “Quella strega aveva comunque vita corta perché
odio chi mi mette i bastoni tra le ruote. E puoi anche negarlo ma molti dei
problemi sono derivati a causa sua… Se magari lei non si fosse
immischiata in questa brutta faccenda, neppure il suo ex capo lo avrebbe
fatto.”
Briony serrò
duramente il viso perché non le garbava per niente il fatto che Klaus sputasse
così sopra sulla memoria di Ylenia. Non doveva neanche nominarla quel
farabutto.
“E
per fortuna la mia famiglia è viva così potrò finalmente riunirla e vivere
insieme come un tempo. Manca solo un ostacolo.” E Klaus la guardò non
tralasciando dubbi sui suoi malefici pensieri.
Lui
aveva sempre considerato quella ragazza come un’odiosa spina nel fianco, come
qualcosa di pericoloso che gli poteva mettere contro la sua famiglia,
soprattutto uno dei fratelli che più amava. Per non parlare di ciò che
rappresentava: un nemico naturale. E lui i nemici li schiacciava sotto le
scarpe.
Briony invece
gli fece un ghigno per nulla intimorita, e si fece avanti sempre tenendo le
braccia al petto. Un leggero venticello passò tra di loro, alzando le foglie
verdi dall’asfalto. Non c’era anima viva in quella strada in quel momento.
“Continua
pure a crearti delle giustificazioni egoistiche campate per aria per giustificare
i tuoi crimini. Io ti avrei lasciato in pace, mi saresti stato completamente
indifferente anche dopo tutto quello che hai fatto… ma l’ultima tua
diavoleria è davvero imperdonabile, Klaus.” Briony si avvicinò,
facendo legare i loro occhi in una elettricità diabolica che passò come un
fulmine. “Credi che io passerò sopra alla morte di Ylenia e non
cercherò di fartela pagare?”
Klaus
le fece il solito sorrisetto beffardo. “Tu puoi ragionare e ragionare quanto
vuoi, bambolina. Ma non potresti mai farcela contro di me e sei più debole. Non
ti stacco un arto per fare un piacere alla tua adorabile sorellina ma alla
prossima minaccia passerò subito ai fatti, chiaro?” sibilò minaccioso.
Briony sorrise
per nulla intimorita. “Si può trovare sempre un mezzo per renderti la vita un
inferno proprio come tu hai fatto coi tuoi fratelli. Ti credi invincibile ma
ogni tanto spunta fuori qualcosa a tuo sfavore; sei tu che non devi abbassare
la guardia e starti calmo.”
Non
sopportando quell’affronto Klaus le balzò addosso in preda all’ira.
Ma Briony se lo aspettava e gli prese velocemente il braccio,
storcendoglielo in maniera innaturale fino a farlo cadere in ginocchio dal
dolore. C’aveva visto giusto, era lì dove era stato impostato il marchio
mentale di Connor. Briony in preda alla furia vendicativa
strinse di più la presa fino quasi a stritolargli le ossa del braccio.
Klaus
gridò e cercò di scansarsi con tutta la forza che possedeva. Quando fu sul
punto di farlo Briony gli serbò un colpo sonoro al viso che gli fece
quasi roteare la testa di 360°, in seguito gli sferrò un calcio ben assestato
contro il petto da fargli disintegrare le costole. Klaus cadde a terra
respirando a fatica.
“Sai
quanto ti odio?” Briony era piena di un furore omicida. Gli occhi
brillavano di luce malefica. “Ogni livido che potrò arrecarti non sarà nulla in
confronto a ciò che ha subìto Ylenia. Quando volte l’hai torturata? Quando
tempo c’ha messo prima di morire in mezzo a un lago di sangue?”
Klaus
si fece una grossa risata nonostante la debolezza precaria. “Credimi… non
potresti immaginartelo neanche nei tuoi peggiori incubi.”
Briony ruggì
in preda alla rabbia e gli si avventò contro. Quel gesto istintivo però le
valse caro perché Klaus si alzò a velocità sovrumana, afferrandola per il
collo.
La
ragazza manteneva comunque della freddezza invidiabile, non mostrando paura. Si
teneva in equilibro serrando il braccio di Klaus con entrambe le mani, cercando
di scostarlo via.
“Hai
voglia di morire subito bambolina? Non vuoi dire addio al mio caro fratello? O
la vendetta è più importante di tutto?” Klaus la schernì col suo sorriso
diabolico. “Anche l’impeccabile Briony Forbes non è poi così
buona e immacolata.”
“Faccio
il tuo stesso gioco.” Borbottò Briony cercando di non strozzarsi con
la sua stessa voce. “E tutti staranno meglio senza di te e senza le tue
continue minacce. Stai rovinando persino la vita della tua famiglia e non te lo
permetterò mai più!” Una forza primordiale si scatenò dentro di lei e lo spinse
via come se fosse stato un piccolo animaletto.
Connor l’aveva
privata dei suoi poteri ma lei restava quello che era… uno scherzo
della natura forse, ma quella forza che le era stata donata fin dalla nascita,
prescritta mille anni prima da un incantesimo di magia nera, sarebbe sempre esistita
dentro di lei fino alla morte.
Non
ebbe però tempo di fare ulteriori mosse che Klaus scomparve improvvisamente
dalla sua vista. Ma non se l’era filata come suo solito. Era stato sbalzato via
da una forza potentissima.
Finn.
L’Originario
se ne stava immobile ma era plateale che non avrebbe frenato la rabbia ancora
per molto. Klaus si stava drizzando anche se era ovvio che si sentiva sfiancato
dai colpi subìti; il braccio aveva cominciato a dolergli e a tormentarlo.
“Stavi
mettendo in atto un’altra delle tue infamie, Niklaus? Non contento di non
aver sterminato la tua famiglia ci riprovi di nuovo?”
“Perché?
Quella lì non mi risulta che faccia parte della nostra famiglia.” borbottò
Klaus con noia.
“Tu
non hai nemmeno idea di cosa significhi esserlo. I tuoi pensieri diabolici ti
si stanno rivoltando contro.” Finn si avvicinò pericolosamente
mentre Briony stava in guardia cercando di pensare a come agire.
Voleva essere lei a fare del male a Klaus, anche il minimo male, ma decise per
il momento di starsi in disparte da quel dibattito fraterno prima di passare
all’azione.
Klaus
intanto aveva rivolto un ghigno perverso al fratello. “Sei così arrabbiato
perché ho fatto fuori la tua innamorata? E non ho ucciso solo lei in un giorno,
ho avuto una giornata difficile e movimentata.” proruppe lui come onorato,
sistemandosi la giacca.
Finn non
ci vide più dalla ragione e gli sbalzò contro. Klaus se lo aspettò e fu più
veloce del fratello nello spingerlo contro la corteccia di un albero.
Briony corse
subito da loro e con ira piantò le unghie nel braccio martoriato di Klaus.
Subito questi gridò fortemente e lasciò andare la presa dal
fratello. Briony lo spinse a terra con forza ma l’ibridò la sbalzò
lontano da lui con la sua forza sovrumana; la ragazza sbatté i ginocchi sull’asfalto
ma non badò al bruciore perché la sete di vendetta gridava di essere saziata
fino all’ultima goccia. La luce dentro di lei, la scintilla vitale
di Ylenia, sembrava sul punto di esplodere.
Finn invece
aveva tentato di sferrare al fratello dei colpi ma erano stati tutti
intercettati. Klaus era molto più forte di lui e ora il maggiore
dei Mikaleson era a terra con la bocca sanguinata.
“Se
ci tieni a fare una brutta fine allora sarò felice di accontentarti.” ruggì
Klaus in preda all’odio.
“Non
ti darò un’altra occasione per uccidermi.” rispose Finn a sua volta
drizzandosi in piedi. Klaus però gli ruppe il collo in un nano secondo senza
scomporsi più di tanto.
“Ecco
la fine che fanno i folli innamor-“
Ma
non finì la frase che Briony gli balzò addosso sulla schiena, stringendogli
la presa sul collo allo scopo infatti di romperglierlo. Klaus ringhiò
cercando di strattonarsela via ma Briony reggeva con determinazione.
“Eh
no bambolina. Non ti farò avere la meglio su di me.” In uno sbalzo di furia
gettò Briony a terra cogliendola alla sprovvista, stava per
assestarle un duro colpo ma un urlo lo fermò istintivamente.
“Briony!”
Con
la coda dell’occhio, Klaus scorse Caroline correre verso di loro con sguardo
shockato. “Klaus, lasciala andare subito!” gli ordinò lei.
Con
un ringhio di stizza, l’ibrido fece ciò che la vampira gli aveva chiesto e
liberò Briony dalla sua presa. Lei comunque lo spinse via durante
quel gesto, non ancora disposta a sottomettersi. Si rialzò col respiro
affrettato, aiutata dalla sorella che continuava a guardare Klaus con shock.
“Che
cosa diavolo pensavi di fare?? Non ti è bastato uccidermi il fidanzato, ora mia
sorella!”
“E’
stata lei a cominciare, sweetheart.” si giustificò Klaus con noncuranza
mentre Briony gli lanciava sguardi d’odio.
“E’
meglio che tu abbassi la cresta chiaro? Hai osato fin troppo bambolina e con me
il gioco dura poco.” Mormorò Klaus con voce diabolica.
Briony storse
la bocca per nulla impaurita. “E mi metterai a tacere così come fai sempre con
i tuoi fratelli? Loro sono stanchi di vivere a discapito delle tue minacce,
tutti noi lo siamo!”
“La
mia famiglia la comando io. Se non ti sta bene, stanne fuori.” replicò Klaus
gelidamente, sparendo all’improvviso dalla loro vista.
Caroline
allora fece un sospiro di sollievo mentre Briony era piena di
delusione dell’essere uscita sconfitta da quello scontro. Ma purtroppo era
senza armi… priva di poteri… come poteva inventare qualcosa
per farla pagare a quel bifolco? Elijah non vedeva il pericolo reale perché si
rifiutava di credere che Klaus fosse un mostro. Doveva salvarlo da quella
fiducia malriposta, salvare tutti loro da quel pazzo.
Guardò Finn ma
la sua condizione non era grave, si sarebbe svegliato entro poco. Anche lui
aveva cercato vendetta, proprio come lei.
“E’
meglio che ce ne andiamo di qui.” disse Caroline ad un tratto.
“E Finn?
Non possiamo lasciarlo qui per strada.”
“Me
ne occupo io. Tu intanto anticipami al Grill. Ho bisogno di un drink forte.”
<<
A chi lo dici >> Pensò Briony fra sé e sé.
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Al
Grill c’era poca gente per fortuna quindi Briony poteva starsene
buona e in pace a bere un drink. Ma non aveva voglia di fare neanche quello,
continuava a girare la cannuccia dentro il bicchiere, pensando a come uscire da
quella situazione drastica.
Senza
l’appoggio di Elijah poi era come nuotare in un mare sconosciuto che abbatteva
violentemente le onde su di lei. Di solito affrontavano ogni genere di
situazione insieme, bella o brutta che fosse, ma in quel caso purtroppo
era diverso… la sensazione di sentirsi sola arrivò prepotente ma la
allontanò quando finì il drink in un sorso.
“Affoghi
i dispiaceri nell’alcool? Benvenuta nel club!”
Briony allora
si girò sorpresa. Vicino al bancone di fianco a lei c’era Damon e
pure Stefan.
“E
voi.. voi che ci fate in giro?” domandò lei circospetta.
“Ormai
tutti sanno che i Mikaelson sono vivi quindi è inutile restare
nascosti.” disse Stefan.
“E
poi io non ho alcuna voglia di rinunciare al mio solito Bourbon per la fifa che
mio fratello prova di continuo.” replicò Damon invece col solito sorrisetto.
“Si
tratta di precauzione, Damon.” sottolineò Stefan alzando gli occhi al
cielo.
“Fate
come volete. Ma tenete gli occhi ben aperti. Klaus è uscito fuori di senno.”
mormorò Briony a bassa voce.
“Niente
che già sappiamo. E’ pazzo dal giorno in cui è nato.” replicò Damon finendo il
suo drink.
“Questa
volta la situazione è seria, ha già ucciso due innocenti e chissà quanti altri
ne ucciderà.”
“Pensi
sia un pericolo?” domandò il minore dei Salvatore facendosi scuro in volto.
“Lo
è da sempre Stefi! Noi avevamo il modo di farlo fuori ma la signorina
perbenista qui presente e il suo uomo d’onore ci hanno proibito di fare mosse
false, a meno che non volessimo vederci i cuori strappati dal petto!” Proruppe
Damon lanciando a Briony un'occhiata di fuoco ma lei si stava già
immergendo in ricordi del passato.
“Intendi..
l’incantesimo che Bonnie ci aveva esposto.. l’essicazione?” domandò
dubbiosa.
“Bingo!
Ma ora come ora è impossibile metterlo in atto.”
“Forse
no.. “ borbottò Briony fra sé e sé fissando un punto qualsiasi
davanti a lei.
“Ci
stai offrendo il tuo aiuto?” Stefan come al solito faceva il gentile
mentre Damon il mascalzone.
“Attento Stefi.
L’ultima volta che glielo hai chiesto ci siamo trovati Elijah in versione
strappa cuori e lancia matite in casa nostra, e voglio evitare visto che in
primis lui se la prende sempre col sottoscritto.”
“Ma
Elijah non è stupido... deve capire che Klaus è un pericolo pubblico e non può
gironzolare come nulla fosse dopo quello che è successo.” aggiunse Stefan in
maniera sicura. Intanto il Grill si stava già svuotando.
“Purtroppo
Elijah ha subìto un trapianto di personalità totale e non capisce di cosa può
essere capace il fratello.” disse Briony con un sospiro.
<<
O forse lo capisce ma non vuole mettersi al suo pari livello >> pensò fra
sé e sé ma la voce di Stefan la riportò alla realtà.
“Tu Briony sei
molto forte.. più forte di noi.. se avessimo il tuo aiuto potrebbe anche
funzionare.” Ovviamente i Salvatore non sapevano che lei aveva perso i poteri
ma Briony comunque rimase in silenzio. Damon invece lanciò l'ennesima
occhiata fulminante al fratello:
“Sul
serio le stai chiedendo il suo aiuto??”
Briony questa
volta intervenne:
“Non
avere pregiudizi Damon. Vi ho negato il mio aiuto la scorsa volta perché volevo
mantenere unita la famiglia di Elijah, ma Klaus è diventato una minaccia reale
per la sua stessa famiglia. Per tutti noi. É ora di darci un taglio e fermarlo.
Direi quindi di comunicarlo a Bonnie e non perdere altro tempo.”
disse sicura e senza tentennamenti, tanto che sembrò convincere Damon perché
infatti brindò:
“Finalmente
l’ibrido cattivo verrà messo fuori gioco!”
“Puoi
ben scordarti una simile idea.”
A
quelle parole glaciali Damon quasi si strozzò col
drink. Briony invece sentì un artiglio di ghiaccio
scivolarle sù e giù lungo la schiena, facendole venire la pelle
d’oca. Cominciava ad avere paura senza ancora sapere di cosa.
Ma
l’avvisaglia era ben chiara visto che un gelo la invase in tutta la sua scia:
Elijah le passò a fianco senza darle la benché minima attenzione e tenendo lo
sguardo gelido fisso sui Salvatore. Era fatale e temerario, impossibile da
vincere.
“Elijah,
è la soluzione più ragionevole lo sai.” mormorò Stefan cercando di
placare gli animi.
“La
soluzione più ragionevole invece sarebbe strapparvi il cuore solo per semplice
fatto di aver minacciato un membro della mia famiglia.” rispose subito Elijah
in maniera pericolosa. Briony stava in piedi stentando a respirare, e
ogni volta che guardava il profilo dell'Originario il cuore sobbalzava. Deglutì
per mantenere la calma mentre Damon fece come al solito una delle sue battute
per salvarsi la pelle.
“Un
fratello però pazzoide e che cerca di ucciderci tutti! Dovresti rivedere le tue
prerogative.”
Lo
sguardo di Elijah si rafforzò nel ghiaccio.
“E’
una cosa che non vi compete. Chi oserà provocare la morte di uno dei miei
fratelli la provocherò io a lui, intensi?” Chiaramente convincente. Non si
muovere una mosca, nessun battito.
Elijah
fece un passo minaccioso verso i due vampiri, lo sguardo glaciale.
“Sono
stato abbastanza chiaro questa volta? Non amo ripetermi.” Quel sibilo freddo e
trattenuto non creò alcun equivoco, infatti Damon cercò di sorridere nella sua
solita maniera.
“Cristallino!”
Briony era
rimasta paralizzata da quel gelo, mentre Damon prese per le spalle il fratello
minore.
“Ora
togliamo il disturbo. Vieni Stefi!” E in fretta e furia i due se la
filarono alla velocità della luce.
Quando
rimasero soli, Briony sentì quasi il rintoccare del cuore che si
sprofondava a terra. Aveva il respiro mozzato, gli occhi bassi solo per non
scorgere l’espressione che dipingeva il viso di Elijah rivolto a lei in quel
momento. Ma non vi era odio, rabbia, delusione come altre volte in cui
avevano litigato… c’era solo un vuoto incolmabile… e lei
soffriva di più nel vedere quel vuoto che ogni altra possibile emozione. Lo
temeva e ne soffriva.
“Tu
non capisci…” mormorò poi cercando davvero di fargli capire il suo
bisogno.
Elijah
tenne alto lo sguardo austero. “Io non ti capisco.. ma vedo che tu neanche
ascolti quello che ti dico. Ti ho solo chiesto tempo, tempo e fiducia. E tu
complotti insieme ai Salvatore invece?” L’altra frase fu un sibilo
agghiacciante.
Briony ebbe
un sobbalzo: sapeva che Elijah non aveva mai avuto fiducia nei Salvatore e disdegnava
ogni possibile alleanza… ma in quel caso era necessario per vincere.
“Quello
che tu chiami complotto è un tentativo per sopravvivere.” rispose lei decisa
alzando finalmente lo sguardo.
Elijah
scrutò per un attimo i suoi occhi mantenendo un’espressione decisa; poi sospirò
trattenendosi:
“Comprendo
il tuo dolore per la morte di Ylenia, ma se metterai in atto questa catena
di eventi non ci sarà mai una fine. Klaus ha ucciso Ylenia. Tu ucciderai
Klaus. E io e Rebekah uccideremo il suo assassino.”
Quelle
parole gelide la colpirono pur sapendo che non doveva averne timore. Più che
altro la ferì quella amara verità… la vendetta non portava a niente,
solo ad altro sangue sparso sulle strade. Ma lei si sentiva in dovere di far
giustizia a Ylenia dopo tutto quello che l’amica aveva fatto per lei.
“Mi
uccideresti davvero?” domandò con un lieve sorriso.
Anche
lui le sorrise, ma molto più freddamente.
“Sai
che non lo farei, questo no.” Furono le sue parole inequivocabili. Elijah
sapeva ben dannare una persona che aveva amato ma da cui era stato ferito. Lei
ne aveva subìto gli artigli molte volte, finendo insanguinata dentro e fuori.
Capì
allora su quale cammino tortuoso stava camminando… Elijah non avrebbe
mai potuto ucciderla.. ma se lei avesse ucciso Klaus, per qualunque ragione,
tra loro non sarebbe mai stato più come prima… lo avrebbe ferito
irrimediabilmente e lui alla fine l’avrebbe allontanata, non sopportando
nemmeno più la sua vista.
“Ma
non mi guarderesti più con gli stessi occhi.” mormorò lei più che altro a se
stessa. Se lei avesse ucciso Klaus, avrebbe perso Elijah. A quella prospettiva
sentì una lama trapassarla da parte a parte, infierendo più volte su di lei.
Lui
infatti non negò. Sviò semplicemente lo sguardo, che era diventando più livido.
“Non
puoi chiedermi di accettare una cosa del genere… Klaus è il fratello che più ho
amato quando ero umano.” disse lui con turbamento.
Lei
allora istintivamente si infervorò.
“Roba
di mille anni fa! Ti sei dimenticato che vi ha rinchiusi tutti dentro delle
bare, che vi ha lasciati marcire lì dentro? Quando Connor ti teneva
in pugno alla festa lui non ha mosso un dito per difenderti!” L’angoscia del
ricordo di quegli attimi atroci rendeva alto il volume della sua voce.
Ma
Elijah fu subito pronto a intervenirle contro:
“Era
sotto il controllo di quel dannato stregone, altrimenti avrebbe
reagito. Niklaus non condannerebbe mai la sua famiglia.”
Lei
allora lo guardò sconsolata, con dispiacere per il fatto che lui tenesse così
tanto alla sua famiglia da essere quasi cieco. Non si rendeva conto che Klaus
non meritava un fratello nobile e onesto come lui?
“Tu
ami una persona che non esiste più.”
Elijah
sorrise amaramente nella sua maschera di ghiaccio.
“Forse
sono ingenuo a concedere alle persone delle seconde occasioni. O forse sbaglio
a giudicare delle persone migliori più di quanto non siano.” Nell’ultima frase
la guardò di sfuggita prima di voltarsi, ma le bastò quel semplice sguardo per
farsi fermare il cuore.
Come
al solito temeva il suo giudizio, quasi per lei fosse sacro. Forse perché lui
aveva sempre definito la sua compassione un dono, una virtù umana da portarsi
in eterno. Non vedendola più nei suoi occhi, sembrò che Elijah stentasse a
riconoscerla o a ammirarla come sempre in segreto aveva fatto.
Lei
allora sospirò…. Forse era vero che anche lei non era migliore delle
persone che la circondavano, ma la sua causa era ben diversa e più importante
di tutto.
“Non
puoi criticare questa mia scelta… ti sono sempre stata accanto, anche
soffrendo ogni tipo di dolore che un essere umano può provare. Io ho bisogno di
te in questo momento.” sussurrò col cuore in mano, che veniva quasi dominato da
lui.
Elijah
spostò tutto il corpo verso di lei. “E cosa ti aspetti che io faccia
esattamente a riguardo?” domandò freddamente ma con provocazione nella voce.
Lei
parlò istintivamente senza mezzi termini:
“Il
tuo appoggio. Da soli non potremmo mai farcela e nessuno te lo recriminerebbe
visto che ti sei spesso macchiato le mani.”
Quando
finì di parlare, e dopo aver scorto l’espressione di Elijah, Briony capì
realmente quale torto gli aveva arrecato ingiustamente, ferendolo come una lama
affilata. Lui ovviamente non dava a dimostrarlo, gestiva le sue emozioni col
contagocce.
Ma Briony ormai
lo conosceva così bene da interpretare le espressioni del suo volto di
ghiaccio, il modo in cui spostava gli occhi e come serrava la mascella.
Da
codarda temeva di scoprire la delusione che gli stava infliggendo.
"Non
intendevo.." mormorò sbattendo le palpebre.
"So
cosa intendevi.” replicò lui automaticamente in maniera vuota.
Forse
Elijah sapeva ma non era vero… lui si era spesso macchiato le mani di
sangue ma sempre per una data ragione, mai ingiustamente.. anche lui aveva
commesso degli atti feroci e ancora adesso ne portava il rimpianto...
sottolinearlo così senza importanza e per farsi appoggiare era da ipocriti e da
crudeli.
Il
colpo finale, quello più autentico, era stato quando lei gli aveva chiesto di
appoggiarla nell’uccidere Klaus, suo fratello…. Come era potuta a giungere
a una simile meschinità? Elijah non l’avrebbe mai fatto… si sarebbe
ucciso lui stesso prima di fare una diavoleria del genere…
Ricordò
le sue parole. “Non ucciderei mai mio fratello, Briony. Qualunque
sia la sua colpa.” E non lo avrebbe mai fatto… nemmeno per
amor suo.
Briony sentì
le spine pungerle la gola mentre stava per parlare. L’unico appiglio per non
farsi sottomettere era combattere per le sue scelte, anche se si sarebbe
infranta il cuore.
“Ho
sbagliato a parlare così ma quello che hai in mente di fare tu non ha il minimo
senso.” Si giustificò lei sorpassandolo per tornare a respirare. Quello sguardo
glielo vietava.
Apparentemente
il corpo di Elijah non si mosse durante lo spostamento di Briony, ma il
suo braccio destro lo fece eccome: la ragazza si sentì afferrare all’improvviso
da una forza stritolante e fu costretta a girarsi.
Anche
lo sguardo invalicabile di Elijah contribuiva a paralizzarla, finendo così
dentro la sua morsa. I loro sguardi sembrarono schiantarsi, nel silenzio i loro
pensieri si fusero tra loro senza tanto bisogno di parole ma inquietarono allo
stesso modo.
Briony dopo
qualche secondo uscì dal suo stato di sorpresa e spostò via il braccio di
Elijah: “Non ti rendi conto di quanto Klaus sia fuori dai binari? La mia vita e
la tua è in pericolo!”
Il
viso inespressivo di Elijah ebbe un guizzo:
“Perché
avete fatto andare le cose troppo oltre. Ho visto nel vicolo il corpo di mio
fratello che stava per rivenire, dopo l’ennesimo scontro suppongo.” Il tono
glaciale con cui lo disse la costrinse ad abbassare lo sguardo.
“Non
ho chiesto il suo aiuto, Finn è comparso da solo. Anche lui la pensa
come me.”
Sentì
Elijah fare un lieve sospiro e allontanarsi di un passo, come se fosse stanco
di proseguire quella conversazione. Quando lei sollevò la testa per parlargli,
Elijah aveva lo sguardo perso in lontananza.
“Può
apparire mostruoso ma se le cose fossero invertite, se ci fosse Caroline al
posto di Klaus, tu gliela avresti già fatta pagare.”
A
quella provocazione Elijah voltò lo sguardo verso di lei, letale.
“Forse
l’avrei fatto.” Replicò lui in tono monocorde e sguardo vuoto.
Lei
allora deglutì, sentendo un pugno che incideva su di lei.
“E
io magari sarei stata al tuo fianco perché ho anteposto persino la mia famiglia
a te.” Ed era sbagliatamente vero.
La
risposta di Elijah però la prese in contropiede: il suo viso si contrasse
maggiormente, i suoi occhi si fecero più scuri come dei pozzi neri:
“Ma
non te lo avrei mai chiesto.”
Il
suo tono restò distante quanto il suo sguardo, freddo e gelido, come la stretta
che si era racchiusa attorno al cuore di Briony.
Certe
volte è l’amore che uccide più di quanto faccia l’odio. Di nuovo quei
sentimenti si stavano tramutando in una lama pronti a colpirli al cuore.
Lei
lo aveva ferito... lo aveva ferito più di quanto avesse mai fatto.. la
delusione per la sua richiesta egoistica si rifletteva sugli occhi glaciali di
Elijah, e lei ne fu così tramortita da volerlo fermare per trattenerlo vicino a
sé.
Ma
come era successo a lui, nemmeno lei riuscì a farlo. Forse le mani
di Briony furono troppo lente o forse non c’aveva provato con tutta
se stessa, ma alla fine Elijah le diede le spalle e se ne andò via senza dire
una parola.
Briony rimase
a fissare il punto in cui l’uomo che amava se ne era andato… ma non
aveva dimostrato di amarlo in quel frangente, aveva pensato solo a se stessa e
alla sua vendetta.
Se
le parti fossero state invertite, forse lei non li avrebbe ostacolati nel
fermare una Caroline omicida e fuori di testa. Ma ucciderla lei in prima
persona? Ce l’avrebbe mai fatta? Mai. Probabilmente avrebbe
regalato a Elijah l’ennesimo schiaffo se glielo avesse chiesto.
Briony si
sentì quindi morire nel pensare a quanto la famiglia per Elijah fosse
importante, quanto veniva prima di tutto... E lei stupida voleva metterlo
contro suo fratello, anche se pensava fosse la cosa giusta... ma per uno come
Elijah non lo sarebbe stata.
Briony finì
per andarsene col tormento in volto, chiedendosi cosa diavolo dovesse fare.
Le
ferite sembravano non estinguersi mai.
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Briony non
era mai stata in Francia, e andarci per seppellire un’amica era alquanto
strano. Ma almeno quello si sentiva in dovere di
farlo: Mystic Falls non era la casa di Ylenia, Orleans era
il suo passato e dove aveva vissuto con sua sorella. L’unica sua vera casa.
C’erano
due tombe davanti a Briony, una vicina all’altra. Aveva fatto seppellire
insieme le due sorelle Léfevre, proprio come doveva essere. C’era voluto
l’intervento del potere mentale di Finn affinchè ciò avvenisse
ma andava bene così.
Briony si
girò appunto per incrociare lo sguardo di Finn, il quale stava
contemplando la tomba di Ylenia. Quell’Originario era di carattere molto
chiuso e lei lo conosceva poco ma poteva intuire quanto stesse soffrendo
interiormente. Aveva il viso scavato, pieno di ricordi e tormenti.
Briony sospirò.
“Eravate riusciti a chiarirvi.. prima di..?” La parola le si mozzò
in gola mentre Finn alzò il mento cercando di trattenere ciò che lo
assillava.
“Avevamo
messo una pietra sopra al passato.. per non dover più rinfacciarci gli antichi
errori al quale mi sono sempre arrancato… speravo però
che potessimo…” Non riuscì nemmeno lui a terminare la frase e abbassò lo
sguardo. Briony allora lo fissò con tristezza mentre lui ritrovò la
forza di riparlare. “Ma non c’è stato il tempo.. forse questa è solo una scusa
perché avrei potuto provarci di più e fermare prima il mio rancore.. si vede
che non era destino.” disse amaramente.
“Che
tu ci creda o no… lei ti amava sul serio. Non ha salvato
i Mikaelson solo per me ma anche per te.. in precedenza ti aveva
lasciato andare credendo che così fosse meglio per entrambi... una tattica che
anche io ho usato ma non è servito a molto.”
Mormorò Briony sinceramente.
Finn si
scurì la voce, calciando via un sassolino per far finta che il dolore non ci
fosse. “L’ultima volta che l’ho vista è stato quando ci ha aiutati a ritornare
in vita. Io sono sempre stato il più debole e lei mi è sempre stata a fianco,
non lasciandomi mai solo in quei momenti.. tra la debolezza acuta ricordo i
suoi occhi neri e tristi fissi su di me.” La sua voce era malinconica mentre
ricordava.
Si
portò una mano al viso quasi per scacciare un’emozione nascente. “Fin
dall’inizio il suo aspetto fisico mi aveva affascinato e catturato come in un
sortilegio. E sembrava riaccadere in quei momenti.. come se fossi
rinato due volte.”
Briony ascoltava
in silenzio, provando profonda empatia per il suo dolore.
“L’ultimo
contatto che ho avuto con lei è stato quando mi sono completamente
risvegliato.. e lei mi ha sfiorato delicatamente la fronte, continuando a
guardarmi, mentre io stentavo a comprendere che stesse succedendo..” Scosse la
testa. “Avevo mille domande per la testa ma rimasi zitto per tutto il tempo a
contemplarla. Anche quando lei improvvisamente se ne andò, per non tornare mai
più.” Rispose alla fine cupo.
“La
ami ancora?”
Ci
fu un attimo di tentennamento. “Credo di non aver mai smesso
di farlo… nonostante tutto.” disse in un soffio.
Briony gli
sorrise poi depose una rosa sulla tomba dell’amica. Non c’erano date iscritte
sulla lapide; Ylenia aveva vissuto tanti secoli senza averli mai
assaporati per davvero.
Ad
un tratto il viso di Briony si scavò. “Cosa pensi di fare ora?”
domandò a Finn restando inginocchiata.
“Non
perdonerò mai Klaus ma ho spesso provato a ucciderlo e non è servito a nulla…
forse mi sentirei meglio a cavargli il cuore ma cosa ne ricaverei
dopo? Ylenia rimarrà sotto terra.. tanto vale che Klaus viva
un’eternità abbandonato da tutti… è quello che merita.”
Briony sospirò.
“Io sono ancora convinta che debba pagare con la vita… ma chi sono
disposta a ferire e cosa disposta a perdere in cambio?” Ricordò il volto deluso
di Elijah nell’ombra dei suoi pensieri. “Elijah non mi perdonerebbe mai e io
non potrei vivere senza.” Purtroppo il bivio era ben delineato e la scelta una
sola.
<<
Scusami Ylenia >> pensò tristemente. Klaus meritava la morte ma
lei era troppo malata d’amore per andare fino in fondo alla sua vendetta,
perché questa avrebbe ferito mortalmente chi più amava.
Malgrado
tutto le fuoriuscirono delle lacrime. “Credi che mi perdonerà?” La sensazione
di deludere Ylenia era forte e asfissiante. Quasi non sentiva più
risplendere la sua luce dentro il petto.
Finn però
le sorrise sincero. “Certo. E poi Ylenia non fa fare il lavoro sporco
agli altri. Sicuramente ovunque sia starà orchestrando un malocchio contro
Klaus!”
Briony sorrise
piano e si alzò sentendo in quel momento diminuire il fardello sul cuore. Quasi
più serena prima dell’ultimo addio. Guardò la lapide di Ylenia non
permettendo a se stessa di bagnarsi il viso di lacrime perché sapeva che la
strega non avrebbe voluto piagnistei al suo funerale. Tipico suo, voleva
dimostrarsi sempre forte.
Briony diede
le spalle alla tomba, camminando per il cimitero. Finn era rimasto di
fronte alla lapide con sguardo provato, tra sensi di colpa e rimpianti. Poi
alla fine anche lui le diede l’ultimo addio. Si voltò e si diresse nella
direzione di Briony; si incamminarono per andarsene e all’ultimo lei si
voltò per guardare la tomba dell’amica in lontananza.
L’avrebbe
ricordata per sempre.
-----------**************---------------
Quel
tasto era troppo dolente per essere premuto di nuovo,
ma Briony decise di rischiare e di riprovarci, anche se le sarebbe
costato l’ennesimo sguardo glaciale di un certo Originario.
Stava
a casa Mikaelson aspettando trepidante e col cuore in gola che lui
rientrasse. Doveva farsi capire e ricucire quello strappo che stavano creando
al loro rapporto.
Fuori
era fine estate e quindi poteva permettersi di indossare un mini abito dal
tessuto sottile, ma si sentiva comunque il ghiaccio nelle vene.
Aspettò
poco perché all’improvviso nel salone comparve proprio Elijah, sempre con la
sua solita eleganza. Portava un completo nero con sotto la camicia bianca.
Subito il cuore di Briony scalpitò per quella visione, e al solo
pensiero di poterlo perdere quel muscolo rischiava di sfracellarsi.
Elijah
le diede un’occhiata fugace come una carezza gelida, poi andò al tavolo dei
liquori per versarsi da bere. “Com’è andato il viaggio?” domandò lui
distaccato, non alzando lo sguardo.
“Lungo
e stancante.” rispose lei sospirando e avvicinandosi. Elijah si voltò verso di
lei, facendo tintinnare il bicchiere sul palmo.
Briony si
inquietò per quello sguardo illeggibile ma si avvicinò comunque: “Avevi
ragione.” Disse velocemente alzando una mano.
Elijah
allora si girò completamente verso di lei pronto ad ascoltarla. “Sono ancora
convinta che Klaus sia un enorme pericolo ma anche se riuscissi a ucciderlo, ti
perderei.”
L’Originario
nel mentre teneva un’espressione controllata ma rigida. “E non voglio che
questo succeda..” finì di dire Briony guardandolo fisso.
Elijah
voltò allora leggermente lo sguardo serio, umettandosi le labbra. “Come faccio
a sapere che non sono solo parole vuote e che appena uscita non farai
esattamente il contrario?”
Briony cercò
di guardarlo negli occhi nerissimi. “Devi fidarti di me.”
Gli
sguardi rimasero sospesi tra loro per diversi secondi, in
silenzio. Briony gli prese la mano fredda, lui non reagì. “Non potrei
mai ferirti in questo modo.” Gli sussurrò lei.
Elijah
stava per risponderle ma furono interrotti da Rebekah, che entrò a passi
spediti nel salone. “Non indovinerete che cosa ha fatto quel pazzo
di Kol!”
Elijah
si liberò subito dalla presa di Briony e lei così lo fissò di
sottecchi. “Cos’altro ha combinato?” domandò lui alla sorella, che scalpitava
come una pazza. “Ha voluto vendicarsi di Nik perché crede ancora che
lui c’entri con ciò che è successo alla festa! Anche se l’idea non è partita
dalla sua mente pazzoide.” L’Originaria guardò quindi Briony col
fiatone. “Briony, la tua emotività a volte supera persino la mia.”
La
ragazza rimase di sasso dalla confessione della vampira. Che diavolo c’entrava
lei adesso?
Elijah
aveva corrugato la fronte nel guardare la sorella. “Spiegati meglio.”
“Kol ha
privato a Nik definitivamente dei suoi ibridi, proprio per farlo
imbufalire.”
A Briony le
si mozzò il respiro per quella successione di eventi.
Lei
infatti aveva detto che Klaus avrebbe sofferto veramente solo se avesse perso i
suoi dannati ibridi… e quel pazzo di Kol doveva averla
presa in parola.
“Ha
ucciso Elena?” domandò in un soffio soffocato.
“Beh
veramente… l’ha trasformata in vampiro, così da far ricordare per l’eternità
a Nik cosa ha perso.”
Briony si
sentì aggrovigliare lo stomaco e tutto il suo essere in subbuglio. Dannata
lingua lunga e dannata emotività.
Kol non
era un 100 in quanto a furbizia e se lei si fosse stata zitta, se avesse
represso il suo desiderio di vendetta… forse ora Elena sarebbe viva.
“Mio dio…”
sussurrò sgomenta con gli occhi sgranati. Elijah si voltò verso di lei ma
rimase in silenzio; anche quando lei si andò a sedere su un divano tenendosi
una mano sulla pancia, come se temesse di svenire. Il volto in pena e
incredulo.
Briony in
seguito non udì suoni o movimenti attorno a lei perché era troppo occupata a
vedersela coi propri sensi di colpa… possibile che tutto attorno a
lei si sgretolava, che quando pregava di morire nessuno veniva a farlo ma la
falce della morte invece mieteva altre vittime a lei care?
John
era morto per niente e lei non aveva mai mantenuto la sua promessa perché
troppo occupata a preoccuparsi dei propri problemi. Lacrime di tristezza si
affacciarono sui suoi occhi e si portò una mano alla bocca per non esternare i
suoi lamenti.
Se
ne stava da sola a contemplare ciò che aveva fatto: aveva trattato la povera
Jennifer in un modo ingiusto, costretto Elijah a fare una scelta tra lei e suo
fratello, e ora a causa della sua istintività Elena era morta.
D'altronde
era troppo difficile essere all’altezza dell’essere perfettamente buoni e
nemmeno lei lo era stata, anche se presumeva di esserlo.
Sembrava
che qualcosa le stesse risucchiando tutto, lasciando posto solo alla
colpevolezza. E solitudine.
Quando
Elijah congedò la sorella e si avvicinò al divano sopra al quale era
seduta Briony, non fu affatto sorpreso dell’espressione persa e addolorata
che dipingeva il suo volto, nemmeno dalla sua immobilità, e neanche di quale
fosse la fonte del peso che le piegava le spalle.
Vedere
come quel peso le precipitava addosso, provocò in lui della tristezza
nonostante si sforzasse ad apparire distaccato e nonostante la sua fredda
armatura. Ma tutte le difese del mondo non avrebbero retto contro il sussurro
di Briony, nato dal cuore spezzato.
“Mi
dispiace.”
Elijah
dopo quello si sedette lentamente vicino a lei, guardandola rammaricato e non
sapendo come alleviare quel peso che le gravava addosso. Poteva anche essere
ancora ferito ma gli dispiaceva; proprio perché aveva sempre sperato che almeno
lei sarebbe stata lontana dal male, dal lato oscuro che consumava ogni genere
di animo, anche quello più puro, finendo quindi per affogarlo dai rimorsi. Di
certo una simile speranza non poteva vivere a Mystic Falls ma
lui ci aveva sperato comunque, per lei.
Allungò
un braccio lentamente verso Briony per sfiorarla e per farle capire
che avrebbero superato anche questa. Non appena Briony sentì la mano
di Elijah, uscì dalla sua immobilità e si aggrappò velocemente al petto del
vampiro, versando calde lacrime e tenendosi stretta a lui.
L’Originario
rimase un attimo sorpreso e rigido, poichè non era affatto abituato a
esternare troppo le sue emozioni o a concedere tanto di se stesso. Ma per lei
faceva sempre un’eccezione.
L’accolse
tra le braccia, in una promessa muta di conforto. “Lo so.” Le disse sui
capelli, accarezzandoglieli con la mano.
Briony si
accucciò sul suo petto, respirando a fatica. “Lo so” non “Va
tutto bene” o altre frasi di circostanza. Con quelle poche parole riuscì a
impedirle di cadere quando attorno a lei tutto si sgretolava.
Briony si
spostò poi piano, restando a sguardo basso. “Non sei costretto a consolarmi
visto che sei ancora arrabbiato.” Mormorò timorosamente.
Elijah
alzò elegantemente il sopracciglio. “Rabbia? Non credo che questa emozione mi appartenga.
Al massimo te la faccio pagare.”
Lei
sorrise mentre lui aveva ripreso la sua maschera di pacatezza.
“Dicevo
sul serio prima… su Klaus. Non potrei mai arrecarti una simile
delusione.” Disse lei guardandolo.
Lui
rimase a fissarla in silenzio senza esternare i suoi pensieri, mentre lei si
umettò le labbra. “So che le mie intenzioni ti hanno deluso molto. Ma ora non
saprei che altra prova darti se non la mia parola.”
“Non
serve.” rispose Elijah alzandosi dal divano. Lei lo seguì perché sapeva che lui
intuiva sempre tutto dall’espressione del viso, dal modo in cui sfuggivi ai
suoi occhi o da un semplice battito cardiaco.
Elijah
però si mise di fronte a un tavolo picchiettandoci sopra con le dita. Dopo quel
secondo passato a pensare, lui si voltò verso di lei con sguardo così profondo
da immergersi in esso. “E’ una situazione critica, Briony. E mi sta
fuoriuscendo dalle mani.” Era la prima volta che lo vedeva così tormentato
mentre voltava il viso, come per nasconderle ciò che albergava in esso.
Ma Briony lo
conosceva bene, più di quanto lui pensasse.
“Lo
so.. lo so. Pensavo che si sistemasse tutto dopo il massacro alla festa.. tu
eri vivo e io non chiedevo altro. Ma sembra che i problemi ci perseguitino
ovunque.. anche in situazioni in cui vorremmo che ci fosse un po’ di pace. Io
non riesco a rimanere calma, mi sembra di scoppiare.. e tu...” si bloccò quando
stava per parlare del vampiro che aveva di fronte, perché non voleva affossarlo
pure per le sue paure e angosce. Si morse il labbro mentre la stanza scese uno
strano silenzio immobile.
“Alcuni
problemi sono insormontabili.” Disse Elijah all’improvviso abbassando lo
sguardo livido. Poi lo girò verso di Briony: “Voglio solo che tu stia
attenta. Continuare a farti del male non ti renderà immune al dolore.”
Lei
rimase allora a guardarlo sorpresa, come se lui quelle parole ben sapeva cosa
significassero perché c’era passato. In un modo diverso e più letale.
Briony si
avvicinò di più fissandolo dolcemente. Sembrava che quel loro rapporto
totalitario scandagliasse l’amore nelle sue vette più sublimi e nel male più
buio. Ma quel peso ormai non faceva più male.
E
loro erano ancora lì, dopotutto, insieme.
“Quindi…”
gli sussurrò prendendogli la mano per alleggerire la tensione. “Non me la vuoi
far pagare?” domandò fintamente innocente e lui ricambiò con un sorriso
affascinante.
“Devo
pensarci.” Rispose profondamente, prendendo con l’altra mano un bicchiere di
cristallo mezzo pieno.
Briony gli
sorrise di rimando cingendolo per le spalle. “Non credere di essere così imbattibile
però.. ho rinunciato per la questione di Klaus, non perché temo per la mia
vita, ma solo per te. Quindi non dovresti sottovalutarmi.”
Lui
continuava a scrutarla con i suoi occhi attenti; nel bere un sorso non li
staccò mai da quelli di Briony. Fece un mormorio:
“Ma
potrei soggiogarti. Sbaglio o qualcuno ha perso i suoi poteri?” mormorò
fintamente minaccioso, facendo roteare ancora il bicchiere contro il volto.
Lei
invece sbattè le palpebre, sentendo comunque un brivido per quello
sguardo magnetico. “Non lo faresti mai perché non è onorevole privare qualcuno
della sua libertà di scelta, e comunque questo è un altro discorso.”
Lui
le sorrise leggermente con occhi stuzzicanti, e lei allora fece per dargli un
colpo sul petto per farlo smettere con la sua altezzosità. Ma lui la deviò
prontamente, afferrandole il braccio e facendole fare una mezza giravolta. Il
corpo di Briony gli finì contro il suo petto, e lei si sentì mozzare
il fiato non aspettandoselo proprio: il braccio le era stato incastrato contro
il petto, sentiva il respiro gelido di Elijah sull’orecchio… ed era
riuscito comunque a mantenere il drink intatto nell’altra mano. Stupefacente.
“Sei
troppo prevedibile.” Le sussurrò lui provocatorio all’orecchio.
Lei
per la stizza si divincolò ma non riuscendo a non sorridere. “E tu sei
arrogante.” gli rispose tornando a essere l’uno di fronte all’altro. Ma durante
quel gesto Briony fece scontrare per errore la mano di Elijah contro
il suo petto e così facendo il drink si riversò sulla sua giacca elegante.
Elijah
restò per qualche attimo a contemplare con sguardo serio il fattaccio che era
successo. Briony rimase invece con gli occhi sgranati.
Oh oh. Mai rovinare un completo o i capelli
di Elijah Mikaelson. Lui che era sempre così impeccabile.
Briony taceva,
il liquore continuava a scendere a gocce e macchiare quella giacca costosa.
Alla fine Elijah alzò leggermente lo sguardo su di lei, fissandola di
sottecchi.
“Scusami,
te la ripulisco.” Mormorò lei quasi con noncuranza anche se quello sguardo
prometteva guai.
Lui
invece dopo un pò le rivolse un’occhiata ilare. “Ti libererò da
questa incombenza, anche perché non ti ci vedo a ripulire i miei abiti. Sono un
po’ intollerante in queste cose.” Replicò calmo ma nascondendo male il sorriso
mentre si girava per prendere un fazzoletto.
Briony invece
rise. Era da troppo tempo che non rideva in quel modo; dopo la morte
di Ylenia si era persino dimenticata il suono della risata, credendo
di non poterlo creare mai più. Elijah l’aveva risollevata anche in questo, l’aveva
salvata in tutti i modi in cui una donna può essere salvata.
Alla
fine nemmeno le ore più buie potevano distruggere l’amore.. loro ne erano la
prova.
Gli
si avvicinò guardandolo dolcemente e allacciandogli le mani al collo. Lui
rimase in silenzio di fronte a lei a contemplare il suo viso con perfetta
disinvoltura.
“Sei
la persona più nobile che conosca” gli sussurrò lei, fissandolo per fargli
capire che in lui non c’era solo del fascino o della bellezza immortale.
“Proteggi tuo fratello nonostante ti abbia ferito e deluso, ma perché gli vuoi
bene. Ti prendi cura di me, anche quando mi sembra di essere sola o procuro
problemi, ma comunque non ti sei mai arreso nel difendermi. Dai a tutti seconde
possibilità, cosa che nessun altro farebbe perché hai speranza che possano
essere migliori di così. Molte persone non sono orgogliose di essere innamorate
di qualcuno, perché ci trovano sempre dei difetti o perché hanno paura di ciò
che provano. Io invece sono orgogliosa di esserlo.”
Elijah
l’aveva fissata per tutto il tempo con un bagliore negli occhi che andava a
intensificarsi, rendendolo magnifico, come se le parole
di Briony oltrepassassero la sua corazza mettendo a nudo ogni crepa.
Lui
poi le fece un sorriso quasi minaccioso. “Cosa ti fa credere che ti ho davvero
dato una seconda chance?” domandò non spostandosi di un millimetro.
“Lo
so e basta.” Replicò lei sicura. Ed era vero, a Elijah era bastato vedere e
sentire la sincerità del suo cuore per capire che non mentiva; quanta nobiltà
d’animo possedesse nonostante ciò che di brutto le era successo.
Briony appoggiò
il viso sul suo collo, abbracciandolo di più per riunire di nuovo le loro anime
tormentate.
Lo
sentì poi accarezzarle i capelli e cingerla leggermente. L’Originario appoggiò
il viso fino quasi a far aderire le loro guance.
In
quell’abbraccio Briony si ricompose, si ritrovò, senza di lui non
sarebbe nulla ormai.
Dopo
quel momento infinito Elijah si staccò piano, lo sguardo su di lei con gli
occhi chiusi, le mani che le accarezzavano delicatamente il viso. Di nuovo
Briony sentì la completa alchimia fra loro, come se stessero fondendo non solo
le loro anime, i loro corpi ma anche i pensieri, i più tortuosi e problematici
pensieri per combatterli assieme. E dopo quel momento la pace ritornò.
Si
staccarono definitivamente e Briony indietreggiò. “Vado a cambiarmi.” Disse lui
fissandosi accuratamente la giacca e sistemandosela più che
poteva. Briony finì per sedersi: “Io mi rilasso un po’ qui, queste
notti sono state un vero inferno.”
Elijah
le sfiorò delicatamente la guancia con la punta delle dita e stette per
congedarsi; ma poi all’improvviso si voltò, restandole comunque di spalle.
“Non
volevo che ti vendicassi solo per il bene di Klaus.” mormorò a bassa
voce. Briony restò in guardia stando in ascolto, mentre lui rimase
livido:
“Non
volevo che il senso di colpa e i rimorsi ti distruggessero in seguito.
Uccidendo Klaus non avresti ottenuto nulla se non la sua morte e di tutti i
vampiri che ha creato. Poteva anche essere per una giusta causa ma si tratta
sempre di assassinio. E quando ti lasci dietro dei simili atti ti possono
venire strappate le cose più importanti che ti rendono umano. Se la morte perde
significato, l’esistenza diventa un tormento tangibile che perdura in eterno.
Alla fine non resta più nulla.”
Quelle
parole vere e tetre colpirono Briony più di quanto si aspettasse.
Rimase immobile col cuore che pompava veloce per quella dichiarazione che
sapeva dell’amore più altruista e nobile che il mondo avesse mai visto.
Semplicemente
lui non voleva che lei si sporcasse le mani, che diventasse una cosa che odiava
e che avrebbe rimpianto per sempre… lui ammirava le sue virtù e prima
di tutte la sua generosità. Perché ormai aveva vissuto abbastanza da sapere
quanto fosse rara quella qualità. E non voleva che Briony fosse
privata della vera se stessa.
Lei
lo guardò con dolcezza, non sapendo proprio cosa dire per ringraziarlo e per
fargli capire quanto fosse importante ciò che lui aveva detto. Ma quando Elijah
stava per voltarsi lei si fece assalire da un campanello d’allarme.
“E…” disse propendendosi verso di lui. “Per quanto riguarda Klaus?”
Non
voleva ritornare su quell’argomento spinoso ma era ovvio che l’ibrido fosse
pericoloso.
Elijah
si voltò. “Ci penserò io a lui, non devi preoccuparti. Gli farò praticamente
imporre di darmi l’opportunità di vivere come voglio, a me e ai miei fratelli.”
“Vuoi
dire” sussurrò lei maliziosa “Che sarai libero di girare il mondo, di strappare
i cuori alle donne e di far vedere a tutti i signorotti che contano quanto sei
elegantemente impeccabile?”
Lui
le fece un sorriso misterioso. “Quasi.” E poi se ne andò dal salone.
Briony aveva
scherzato prima, ma così su due piedi non pensò quale fosse la vera opportunità
che Elijah avrebbe chiesto al fratello.
----****----------
Sentiva
l’acqua scrosciare dentro il bagno. Briony si era rilassata per una
mezz’ora, cercando di far riposare la mente; si sentiva tutta indolenzita per
essersi stiracchiata troppo sul divano. In quel momento stava cercando Elijah e
da alcuni rumori si intuiva che fosse in bagno.
Istintivamente
entrò, trovandosi di fronte uno spettacolo che aveva già idealizzato nella
mente, ma vederlo coi propri occhi era un vero spettacolo della natura. L’acqua
riempiva la vasca situata tra due blocchi di marmo, e dentro l’acqua vi era
Elijah. Evidentemente voleva ripulirsi come si deve.
Lui
accorgendosi di lei si voltò nella sua direzione: la testa era sul poggiatesta,
il petto ampio e ben delineato era in bella vista, e non c’era molto spazio per
l’immaginazione. Elijah le rivolse un sorriso distratto e lei gli venne vicina
con uno malizioso.
“Quando
dicevi che ti dovevi pulire, non credevo in termini così ampi.” esclamò
ironica.
Elijah
a sua volta allargò gli angoli della bocca e sviò lo sguardo. “Non mi sembra di
commettere un crimine.”
“Un
crimine sarebbe bagnare quei bei capelli.”
Briony si
sedette sul bordo della vasca, continuando a guardare quel dono di madre
natura: non era solo esteticamente bello, era molto di più…. Era così
affascinante da poter conquistare chiunque semplicemente non facendo nulla.
Fece
scorrere distrattamente la mano sull’acqua. “Prima non sono riuscita a dir
niente prima perché mi hai completamente spiazzata. Sei davvero un mistero.”
“Dove
sarebbe il fascino altrimenti?” proruppe lui non muovendosi.
“Ma
accennavi anche te stesso in ciò che hai detto.” Briony non voleva
demordere anche se si sentiva troppo tentata da quella visione. “Tu ti vergogni
di alcune cose commesse nel tuo passato, ma ciò che sei ora è
più importante… perché per quanto tu ti sia sforzato non hai potuto
nascondere il buono che c’è in te, e io lo so che c’è.” Gli
mormorò accarrezzandogli il braccio muscoloso.
Elijah
questa volta la fissò, finendo dopo qualche secondo per drizzare il busto verso
di lei e tenendo le braccia sui bordi della vasca. Briony tentava di
guardarlo unicamente in viso ma sentiva un languore cocente che si espandeva in
tutto il suo essere. Perfino il modo in cui il corpo di Elijah muoveva l’acqua
era eccitante.
“Intendi
restare lì?” le domandò lui con voce così suadente da farla fremere. Le venne
l’acquolina in bocca nell’averlo così vicino. Nudo perfino.
Lei
non riuscì a resistere e si propese verso di lui per depositare le labbra sulle
sue. Il vampiro non si mosse, nemmeno quando lei lo baciò piano una seconda
volta. Briony sentiva il suo sapore deliziarla come un vino prelibato
e lei ne fa catturata letteralmente, proprio come se fosse una dipendenza.
Lui
questa volta agì e le restituì il bacio; anche le sue mani si mossero visto che
andarono sui fianchi di Briony e l’afferrò contro di sé. La ragazza
si sentì così trascinare proprio dentro la vasca e le uscì una risata mentre
l’acqua la bagnava a spruzzi.
Eluijah le
mise una mano sulla guancia abbassando il viso verso il suo e tornarono a
baciarsi. Lui però si staccò troppo presto per dirle: “Ora dovresti uscire
altrimenti ti prenderai un malanno.”
Sembrava
un consiglio saggio ma figurati se lei accettava. Briony con un
sorriso sicuro si sedette bene sopra di lui, mettendosi a cavalcioni, e si
tolse di dosso il vestito. Elijah la cingeva, rimanendo a fissare penetrante i
suoi gesti. Briony poi si tolse il reggiseno e tornò a baciarlo; gli
si strusciò contro mentre si impegnava anche a far scivolare via gli slip.
Elijah
le accarezzava spasmodicamente la schiena mentre lei si spostò per baciargli il
viso e le spalle, e si mise poi comoda su un fianco contro il suo petto
marmoreo. Elijah le cinse infine la spalla, guardando un punto davanti a sé.
L’acqua
scrosciava fra i loro corpi mentre qualche goccia tintinnava fuori dal
rubinetto. Briony si accovacciò su di lui, sentendosi in pace.
“Stavo
pensando..” disse mettendogli una mano sul petto. “Che appena finita questa
brutta storia potremmo andarcene.. Mystic Falls è la nostra casa
ma è un luogo nefasto. E visto che siamo entrambi immortali potremmo ricominciare
da capo e lasciarci alle spalle tutte le cose brutte che ci sono successe.”
Ripensò a Ylenia ma cercò almeno in quel momento di scacciare la
tristezza.
Lui
le rispose con un mormorio e incominciando ad accarezzarla sù e giù
in un braccio. Briony sentì allora un’elettrica vibrazione passare su
di esso e tremò.
“A
che pensi?”
Elijah
scosse impercettibilmente la testa per dire che non era nulla, ma lei si alzò
piano col busto andando a cingergli la vita con una gamba per poi mettersi
sopra di lui, quasi all’altezza dell’inguine. Se il suo cuore galoppava
impazzito, Elijah comunque rimase immobile contro lo schienale a sguardo alto.
Lo
guardò: “Ti senti stressato dopo che sei ritornato dalla morte vero? L’ho
percepito.”
Elijah
non rispose, continuava a esternare una calma
apparente. Briony comunque era certa su ciò che diceva perché aveva
notato un repentino cambiamento… come se lui dovesse convivere con la
sua natura dannata in maniera più insistente e insidiosa. In fondo affrontare la
morte non era una cosa facile. E lei non voleva che lui si portasse dentro
l’ombra fatale del suo gelo.
Cominciò
a toccargli il petto marmoreo per infondergli calore, la sua vicinanza. Lui
rimaneva apparentemente impassibile dopo la sua domanda; come al solito evitava
gli argomenti che potevano scottarlo.
La
mano di Briony andò più giù, i suoi occhi fissarono trepidanti le sue
mosse per poi posarsi sul volto di marmo del vampiro. Sentì il cuore battere
impazzito.
Gli
toccò il volto, tenendo a freno il desiderio: “Sei davvero un mistero su tutti
i punti di vista ma voglio sul serio capirti.”
Lui
allora si chinò lentamente su di lei, guardandola in un modo fin troppo
profondo da soggiogarla.
“E’
davvero necessario?” le domandò a pochi centimetri dalle sue labbra e
accarezzandole il collo.
<<
In effetti no >> pensò lei nel momento esatto in cui lui appoggiò le
labbra sulle sue, aprendole delicatamente. Briony da subito sentì un
forte capogiro, forse a causa dell’ambientazione, ma non si diede modo di
pensare a nulla perché troppo concentrata sulle sensazioni che solo lui le
provocava.
Gli
intrecciò le mani ai capelli, approfondendo il bacio in cui le loro lingue
sembravano darsi la caccia a vicenda e stringersi insieme. E misero dunque da
parte le fastidiose conversazioni senza troppo rammarico.
Lui
aveva ricominciato ad accarezzarle la schiena, stringendola sempre di più a sé
mentre lei in un impeto gli morse il labbro e si scontrò maggiormente col suo
bacino:
“Direi
proprio che mi hai sul serio perdonata.” Gli sussurrò maliziosa mentre lui le
sorrise ilare, portando le mani al suo viso e ritornando a baciarla: “Ne sarai
sicura solo quando avrò finito con te.”
Il
freddo dell'acqua ormai non importava perché Briony sentiva una fuoco
trapassarla; ogni volta che lui la toccava per lei era come una liberazione e
un desiderio inesauribile prendeva il sopravvento su tutto.
Mentre
le loro labbra si muovevano in sincrono, Briony provò
un deliziosissimo brivido provocato dalle mani di Elijah che si erano
avvicinate pericolosamente alla sua coscia. Così con cautela
avvicinò la punta della lingua sui suoi denti, afferrandogli i canini col
labbro inferiore. Si strusciò contro di lui, alzandosi di poco e facendo
rimanere sospeso quel momento fin troppo intimo.
Elijah
si bloccò un attimo temendo di farle del male, e del sano buon senso gli impose
di scostarsi da quella presa dominante, ammonendola chiamandola per nome. Briony si
arrese controvoglia ma doveva intuire che bere il suo sangue già due volte era
una macchia sull'onore per lui.
Però
quando le labbra di Elijah trovarono il lobo del suo orecchio, finendo poi giù,
dimenticò quel piccolo imprevisto e gemette.
Come
a imporle un'ulteriore trepidazione lui cominciò a lasciarle dei piccoli e
delicati morsi sulla linea del suo collo, senza però affondarvi dentro con i
denti. Il cataclisma che si abbatté su di lei fu comunque intenso.
<<
Che bastardo >> pensò fra sé e sé mentre lui mandava avanti quella
tortura. Entrambi sovraeccitati, con le pelli che si mandavano scosse
elettriche al minimo tocco.
Briony gli
strinse di più i capelli fra le dita mentre il cuore galoppava nel petto nel
sentire l'erezione di Elijah premere contro il suo bacino. Lo voleva, lo voleva
con tutta se stessa e il desiderio a lungo andare fu quasi una dolente tortura.
Elijah
le stava accarezzando una gamba dentro l'acqua finendo poi per accarezzarle la
linea dei fianchi, provocandole insaziabili brividi a causa del gelo delle sue
mani bagnate. Continuava a perdurare in quei piccoli morsi e lei stava quasi
per sciogliersi dentro la sua stessa pelle. Ansimava col respiro spezzato che
divenne più mozzo del solito quando Elijah la fece issare di più sul suo
bacino, facendo scontrare maggiormente i loro corpi.
I
loro occhi ricolmi di desiderio irrefrenabile si schiantarono l'uno contro
l'altro, l'animo di Briony si accese ancor di più e gli baciò il viso
con bramosia:
"Non
sarebbe meglio spostarci sul letto?" gli sussurrò tra un gemito e l'altro.
Lui
all'improvviso si bloccò, fissandola in maniera misteriosa. Lei fece lo stesso,
sentendo continui fremiti per quello sguardo. Per un momento si chiese che cosa
volesse fare.
E
lui come risposta le cinse la schiena con un braccio, sollevandola appena e
penetrandola in un solo colpo. Briony sentì una scarica così forte
che dovette aggrapparsi alle spalle di Elijah per non urlare dall'eccitazione.
"Vuoi ancora raggiungere il letto?" le mormorò lui a bassa voce
contro le sue labbra e rimanendo dentro di lei.
Briony non
ebbe il tempo di abituarsi a quel senso di pienezza, che lui subito penetrò
dentro di lei in un secondo affondo più forte. A Briony si mozzò il
respiro, le sembrava che lo stomaco avesse avuto una fitta fino a farla
pulsare. Non riuscendo a tenere bada quell'eccitazione si aggrappò a un bordo
della vasca, reggendosi; mentre lui aveva cominciato ad addentrarsi dentro di
lei, stringendola possessivo a sé, con movimenti più uniformi che le diedero
comunque la testa, tanto da inclinare la schiena all’indietro tra continui
ansiti. Elijah si accinse quindi a distribuirle un seria di baci sul collo che
le fecero ribollire il sangue e impazzire fino al limite.
Avrebbe
dovuto darsi un freno e calmarsi, perché mentre lei stava godendo delle gioie
della vita magari qualcun altro stava morendo e perché in fondo era ancora in
lutto per la morte di Ylenia. Ma in quel momento non riusciva proprio a
badare alla realtà. Ogni volta che lui la toccava, la baciava o la possedeva
non pensava a nient’altro se non lui; e sperava che quei momenti non avessero
mai una fine. Era unicamente vittima dell’ebbrezza che le provocava
la sua vicinanza, impossibile tenere a bada l’eccitazione in una situazione del
genere.
Il
respiro di Briony era sempre affrettato, così come i battiti del
cuore e riuscì a non soccombere a quel violento desiderio perché fece di nuovo aderire
i loro corpi, pregandolo di continuare con i movimenti delle mani e i continui
sospiri.
Elijah
la teneva stretta per la schiena, quasi affondandoci con le dita; anche il suo
respiro si era fatto ansante sulla sua spalla. Briony insinuava le
mani nei suoi capelli fino a scendere per le sue spalle e giù fino alla
schiena, come per godere di come sentiva guizzare quei muscoli sotto le dita.
Quando
sentì una potente pulsazione, Briony non riuscì a resistere e dovette
alzare di più il busto contro il petto di Elijah per schiacciare l’urlo
nell’aria pesante e sovraccarica.
In
mezzo alle vertigini del piacere, Briony percepì un movimento dell’acqua
e poi sentì la mano di Elijah accarezzarla dal collo fino a sù ai
capelli. Le sue labbra sembrarono prendere la stessa direzione e di nuovo ne fu
estasiata. Briony gemette debolmente e si abbassò di nuovo contro il
suo bacino, mentre le loro labbra avevano cominciato un bacio profondo e vorace
che allontanava tutti i problemi che si erano schiantati sul loro rapporto.
Il
braccio di Briony si alzò fino ai capelli di Elijah e lui si chinò
per baciarne avidamente la carne della parte superiore. Il desiderio fu
talmente incontrollato che Briony gli si strinse di più, fondendosi
in un tutt’uno che infatti si mossero l’uno dentro l’altro all’unisono dentro
l’acqua.
In
quel momento i loro visi erano vicini e di fronte all’altro, facendosi invadere
dai loro respiri spezzati. Con gli occhi chiusi sembrarono dimenticare ciò che
succedeva fuori al mondo esterno; erano troppo presi dalle emozioni che stavano
catturando e imprigionando i loro cuori in una dolce armonia.
Elijah
ad un tratto si propese verso di lei per baciarla di nuovo, le mise una mano
sui capelli e la spinse all’indietro contro lo schienale.
Il
gelo della vasca contro il calore che si sentiva nel corpo contribuì a
rafforzare le sensazioni che sfociavano in lei in una adrenalina potentissima.
Briony appoggiò
la nuca al poggia testa con un sospiro mentre Elijah la sovrastava
completamente col suo corpo marmoreo fino a farla sentire intrappolata. Il
cuore di lei sprigionò battiti accelerati in confronto ai movimenti lenti che
Elijah aveva intrapreso ancora dentro di lei, così lenti e calmi, come se
avesse tra le mani un tesoro prezioso.
Le
fuoriuscirono dei sospiri di piacere e allungò di più la testa all’indietro. Le
labbra di Elijah sembravano raccogliere ogni goccia d'acqua presente nel suo
corpo e parvero lasciare al posto del gelo un fuoco dirompente che la
incendiava.
Se
era un peccato farlo in un momento del genere, Briony era ben felice
di commetterlo. Perchè anche se lo era, si sentiva beatamente in pace
in quel mondo ricolmo d’inferno.
In
seguito il lento scorrere delle labbra di Elijah lungo il suo collo le
trasformò il sangue in un liquido incandescente, che fluì nel seno fino a giù
nel basso ventre facendola bruciare di passione. Si premette di più contro di
lui, avvolgendogli la schiena con le braccia, e poi
istintivamente Briony aprì gli occhi verso il basso. Erano quasi
accecati ma riusciva a vedere come il corpo magnifico di Elijah si muoveva
contro di lei in una movenza affascinante e persino elegante. Un simile dono di
madre natura doveva essere illegale.
Il
cuore le esplose dentro il petto e tornò ad alzare la testa, richiudendo gli
occhi. Schiava di quel piacere non riusciva a non stringersi a lui per sentirlo
meglio dentro di sé, mentre lui continuava a tenere affossato il viso sul suo
collo e a non smettere di farla sua. I loro respiri ormai non si contavano più
dal che gran che erano frequenti.
L’acqua
era da pelle d’oca ormai ma nessuno dei due se ne rese conto, presi da
quell’estasi da cui vennero inebriati.
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Elijah
era comodamente seduto su una poltrona a sorseggiare un drink con espressione
vagamente annoiata; le gambe erano allungate sul poggiapiedi e sembrava non
avere nessun pensiero per la testa. Eppure ce lo aveva, e ben più di uno. Per
questo era lì ad aspettare una persona per chiudere una questione importante,
una volta per tutte.
Ancor
prima che la presenza richiesta si materializzasse, lui ne udì i passi col suo
udito sopraffino. “Buonasera Niklaus.” Disse con la sua solita freddezza.
L’ibrido
invece manteneva il suo passo arrogante ma sembrava trascinarsi lungo il
corridoio, come se un grosso peso gli gravasse sulle spalle. Appariva ammalato
anche se era impossibile per un Originario ammalarsi; il pallore sul viso di
Klaus però era evidente così come le profonde occhiaie. Non si era neanche
degnato di pulirsi del sangue sulla sua giacca e nei pantaloni.
Elijah
tuttavia gli diede una fredda occhiata senza badarci troppo.
“Vado
subito al dunque, non ho intenzione di tergiversare.” disse col suo solito tono
diplomatico mettendo via il bicchiere e incrociando le gambe.
Klaus
ebbe comunque la forza di sorridere fra quell’espressione mezza devastata.
“Dimmi
pure Elijah, elargiscimi pure le tue richieste e esponi i tuoi dubbi. Quale fratello
lo negherebbe?” domandò lui con uno strano tono, mettendosi a sua volta seduto
su una sedia.
Elijah
fece un movimento impercettibile con la testa. “Farò in modo
che Connor venga cancellato sulla faccia del pianeta così potrai
riavere indietro la tua libertà.”
“Questo
si chiama ragionare. Sapevo di poter contare sul tuo aiuto.” esclamò Klaus
soddisfatto.
Elijah
non si scompose e l’ibrido continuò a parlare. “Non augurerei questo tormento
neanche al mio peggior nemico. E’ un duro fardello da sopportare.”
“Beh
hai sopportato ogni genere di tormenti in questi mille anni, saprai affrontare
anche questo per il tempo che impiegherò a uccidere a Connor. Ma
in cambio… te ne andrai.” Disse Elijah improvvisamente guardandolo
fisso negli occhi senza alcun tentennamento per quella richiesta. Klaus a suo
avviso non sbattè nemmeno le palpebre, come se se lo aspettasse.
“Pensi
che sarà così facile? Tu mi aiuti a disfarmi di Connor ma in cambio
mi vuoi fuori dalla tua vita e quella della tua bambolina?” domandò lui fintamente
calmo e indicandolo con l’indice.
“Non
ti voglio fuori dalla mia vita, Niklaus. Voglio solo che certi episodi
incresciosi non si ripetano più.” Replicò Elijah in tono freddo guardando un
punto basso del pavimento. Poi tornò a fissare il fratello. “E desidero anche
che tu non comandi più a bacchetta la vita dei nostri fratelli. Si meritano la
vita che vogliono loro, non quella che vuoi tu per loro.” Mormorò questa volta
in tono più serio, riferendosi anche a se stesso mentalmente.
Klaus
in risposta gli fece un ghigno mentre Elijah manteneva la sua pacatezza non
mostrando apparentemente alcuna emozione.
“Sei
cambiato Elijah.. anche tu ti sei fatto ingannare dalla magia dei sentimenti?
Non ti credevo così stolto. Queste sono robe per persone poetiche come Finn e Rebekah. Kol lasciamolo
perdere perché vede tutto quanto come un gioco e dopo la sua
ultima bravata…” Klaus serrò le labbra per smontare l’ira che
lo stava invadendo. Cercò di riprendere il controllo, sviando lo sguardo in un
punto qualsiasi della stanza.
“Ma
tu mi hai fatto una promessa, Elijah. Mille anni fa ricordi? Sulla tomba di
nostra madre. Always and Forever. O te ne sei dimenticato?”
“Sei
tu che ti sei dimenticato il valore di quella promessa.”
“Ma
a dispetto tuo sono ancora qui a voler riunire la nostra famiglia, come una
volta.” Replicò Klaus guardando questa volta Elijah, il quale teneva sempre
un’espressione calma in viso.
“Sei
disposto a perdere tutto questo, Elijah?” lo incalzò di nuovo per far leva sul
suo senso della famiglia. Il problema era che Klaus non capiva che la famiglia
si basava su radici solide come unione, sincerità,
lealtà, sacrificio… parole che lui ormai non conosceva più.. la buona
volontà non bastava. Comunque il moro decise di optare per il silenzio.
Klaus
intanto si era messo alcune dita contro le labbra a sguardo alto, come se
stesse pensando fra sé e sé. “Sai a volte mi chiedo se c’è qualcosa di più
importante dell’onore per uno come Elijah Mikaelson. Niente direbbero
alcuni. Ma ti conosco come le mie tasche ormai, caro fratello.” Mormorò soave
fissandolo in maniera furba. “E quindi la mia risposta alla
domanda è… sì, credo di sì.” Finita la frase prese il cellulare dalle
tasche, sempre con quel sorriso furbetto.
Elijah
fissava le sue mosse con perfetta calma, ma tenendo alta la guardia perché
capiva che Klaus aveva in mente qualcosa. Decise però di mantenere il controllo
e aspettare la mossa del fratello, che infatti si alzò dalla sedia venendo
verso di lui; giocherellava col cellulare come se stesse cercando qualcosa.
“Sai la tecnologia è un vero tesoro. Ti sembra di vivere una realtà anche solo
vedendola attraverso lo schermo di un cellulare. Magnifico.” cinguettò l’ibrido
mostrando poi al fratello il proprio cellulare. “Ti garba questa visione?”
Elijah
guardava incerto lo schermo del telefono, non sapendo dove il fratello volesse
andare a parare. Forse era davvero pazzo.
Ma
mettendo più a fuoco la vista e stringendo gli occhi, notò che quel congegno
gli stava mostrando un video. Il panorama era quello di Mystic Falls senza
dubbio, infatti in lontananza si vedeva il Grill. E in primo piano a destra,
c’era una ragazza che stava camminando verso l’auto. La riconobbe all’istante e
subito serrò il viso per la sorpresa e per un orrendo dubbio. Cercò comunque di
non far trapelare alcuna emozione e di rimanere vigile, mentre Klaus lo
guardava con un ghigno beffardo.
“E’
il mio fedele Tony quello che sta filmando. Si trova appena a due passi dalla
tua bambolina. Ci metterebbe un attimo a strapparle il cuore con un bel
paletto, e lei ora è tutta sola e indifesa. Un grande peccato.”
Il
sorriso di Klaus però svanì in un istante perché fu sbalzato a velocità
potentissimo contro il tavolo, che quasi si sfracassò per il colpo. Elijah lo
teneva in pugno, serrandogli il colletto della maglia con le dita che si erano
quasi trasformate in artigli. L’espressione era terribilmente diabolica e
minacciosa; gli occhi gli mandavano lampi gelidi.
“Che
cosa hai intenzione di fare?” sibilò lui lentamente tenendolo sotto di sé.
Non
era riuscito a mantenere il controllo e a restare immobile. Quella minaccia
reale era stata troppo per lui ed aveva reagito senza neanche rendersene conto.
Klaus
però non mostrava alcuna paura per quella situazione. “Credo che sia ovvio no?
Entro dieci secondi darò il mio ordine a Tony affinchè uccida la tua
bambolina sotto i tuoi stessi occhi.” Gli mormorò per nulla rammaricato. “A
meno che tu non voglia tornare indietro suoi tuoi passi.. 10, 9, 8..”
Elijah
lo fissava trattenendo la furia, gli occhi erano sospettosi per quella strana
richiesta. “7, 6… Ehi ti consiglio di fare in fretta perché il tempo è tiranno.
5, 4..”
Elijah
rimaneva immobile e in silenzio con sguardo micidiale. Gli occhi invece
saettavano contro il cellulare: l’ibrido si stava avvicinando e Briony gli
dava le spalle intenta a cercare le chiavi nella borsa. Alla prospettiva di ciò
che sarebbe potuto accadere il cuore gli si strinse in una morsa ferrea.
“3,2..”
“Fermalo.”
Mormorò Elijah con tono durissimo. Klaus però rimaneva immobile con un sorrisetto
stampato in faccia. Il moro lo scosse, trattenendo a stento la pazienza. “Fermalo.”
sibilò di nuovo.
Klaus
questa volta portò il cellulare all’orecchio. “Tutto a posto, Tony. Per ora è tutto.”
E
con enorme sollievo Elijah vide l’ibrido passare dritto
e Briony voltarsi con un’occhiata distratta verso di lui, incurante
del pericolo che aveva appena corso. Ma adesso era salva.
A
Elijah sembrò di poter respirare di nuovo. La facoltà di farlo gli era stata
negata dal momento in cui Klaus aveva iniziato quel perfido timer, facendogli
così stringere la gola. La stretta attorno al cuore si allentò un poco ma
comunque ci rimasero dei segni indelebili.
Con
un sospiro lasciò andare il fratello con un scossone mentre questi si rialzava
tutto soddisfatto. La tentazione di dargli un pugno era tanta ma Elijah cercava
di mantenere il controllo il più possibile per capire meglio le intenzioni del
fratello e su come fare per vincere contro di lui.
Si
mise anche lui dritto e guardava il fratello con fredda severità. “Che cosa
vuoi? Parla chiaramente.”
“Io?”
domandò Klaus innocentemente. “Voglio che torniamo ad essere una famiglia.
Senza inganni e distanze. Voglio che siamo uniti. Ma soltanto noi, non sono
ammessi membri esterni.. soprattutto se questi membri esterni non mi piacciono
e sono un pericolo per la mia vita.”
Elijah
serrò il viso. “Briony non..”
“La
tua bambolina è una seccatura pericolosa e una spina nel fianco. Non permetterò
che ti rammollisca in maniera definitiva, e per di più è da tantissimi anni che
do la caccia a quelli come lei… perderei la faccia se la accogliessi
a braccia aperte nella mia famiglia.”
“Nessuno
te l’ha mai chiesto.” replicò Elijah in maniera glaciale.
“Ancora
con questa storia che io debba andarmene? Credo che dovrete tollerare la mia presenza.”
mormorò Klaus a sua volta con tono arrogante.
Elijah
continuava a fissarlo con severità austera mentre l’ibrido con un sorriso
beffardo, quasi non temesse per niente il fratello perché lo conosceva troppo
bene.
Sembrava
che Klaus fosse arrivato al punto limite della follia e dal momento che non
poteva avere ciò che amava, faceva quindi del male alle persone che amava.
Credendo follemente di essere nel giusto.
“Sai… non
voglio sempre far la parte del fratello crudele perché davvero lo faccio per il
tuo bene. Quella lì non va bene per te. Rebekah cerca sempre affetto
da chiunque e tu l’hai cercato in una persona sbagliata, in un nemico mortale.
Non può finire bene e lo sai... Il nero è il colore dell’amore nei vostri
cuori.” Sussurrò lui con fare provocatorio come se sapesse di avere ragione.
Elijah
contrasse duramente la mascella, quasi si sentisse sul serio colpito da quelle
affermazioni, sfreccianti come frecce. Klaus ricaricò la dose: “Tu credi di
essere l’unico che può veramente proteggerla ma questa è solo un’illusione. La
cosa peggiore per Briony Forbes sei tu.”
Il
moro teneva una postura dritta ma era solo una montatura, così come la sua
espressione gelida.
Per
tanto tempo l’aveva pensato.. che la stesse privando di una vita migliore, o di
una luce che avrebbe illuminato le sue giornate prive di male.
A
volte purtroppo fai cose che non ti rendi nemmeno conto di poter
essere capace… forse quelle parole erano vere, ma il punto
fondamentale era che lui credeva appunto di non poter essere capace d’amare, di
aver ormai smesso di credere in quel sentimento da secoli e secoli… e
invece era accaduto il contrario. Proprio grazie a lei.
Elijah
fece una smorfia, distogliendo lo sguardo che sembrava inabissarsi dentro se
stesso. Sfortunatamente non credeva nemmeno che Klaus potesse arrivare a tanto,
ma decise di giocare un’ultima carta prima della fine.
“Dimostrami
tu che sei disposto davvero a riconciliarti con la nostra famiglia. Che non
ripeterai lo stesso errore.”
“E
cioè? Potrei anche fare il bravo con voi ma cosa ti fa pensare che risparmierò
la tua bambolina?” domandò Klaus mettendosi faccia a faccia con lui.
“La
risparmierai perché ti sto chiedendo di farlo.” rispose l’altro senza remore.
“Come tuo familiare, come il tuo unico fratello che è disposto ancora a
crederti, ti chiedo di darmi questa possibilità di sentire, di provare
affetto..” ripetè quelle parole provenienti dal fondo del suo animo
umano che stava rinascendo. Klaus rimase ad ascoltare serio e così Elijah finì:
“di amare.”
Era
una prova difficile da superare soprattutto per degli animi oscuri come i
loro... perché dopo i lividi che gli altri avevano arrecato ai loro cuori, uno
dei due voleva rischiare ancora. Nonostante i numerosi pericoli e l’incertezza
di un futuro roseo. L’amore in fondo è pericoloso come la fune che ti tiene
sospeso a mezz’aria.
Ma
Elijah aveva già superato quelle sfide, rimanendo anche fulminato a sangue e
tradito per giunta, però era disposto ad andare avanti, non rinunciando. Ma
mettendo prima di tutto la salvaguardia e il bene della persona che amava.
Questo era amore.
Quella
sincera richiesta però fu smontata in un lampo da Klaus. “Avevi già provato a
intraprendere quella strada con Katerina e ti sei messo contro di
me.. perciò lo stesso sbaglio io non lo faccio due volte.”
Elijah
serrò il viso, ovviamente offeso per quel rifiuto. All’improvviso l’ibrido
prese dentro la giacca un lungo pugnale d’argento e lo mostrò trionfalmente al
fratello, il quale a suo credito non si scompose. “Lo riconosci? E’ uno dei
pugnali che Kol mi aveva rubato.. ma dopo ciò che ha fatto a Elena ho
deciso di darmi più da fare nella ricerca e così li ho ripescati per tenervi
buoni.”
Si
avvicinò di più al fratello maggiore puntandogli contro il pugnale. Elijah
continuava a rimanere fermo con sguardo vuoto. “E se tu e Briony vi
concederete di passare l’eternità felici e insieme… io perseguiterò
lei.” Quella minaccia fu come uno scoppio a polvere da sparo. Elijah abbassò lo
sguardo, non emettendo fiato.
“E
come tuo familiare, la mia causa sarà che tu non conosca neanche un attimo di
felicità.” Mentre Klaus pronunciava quelle parole diaboliche picchiettava il
pugnale contro il petto di Elijah, ma lui sembrava far finta di niente anche se
interiormente faceva leva sul suo autocontrollo per non cedere in un attacco,
che comunque non sarebbe servito a nulla.
Klaus
dopo aver finito rivolse al fratello un’occhiata vittoriosa, come se sapesse di
averlo in pugno. Elijah poi sollevò lentamente le palpebre, non mostrando
praticamente nulla di ciò che doveva provare. Elegantemente tirò via il
pugnale: “Questa tua follia ha a che fare con Connor?” domandò con il
massimo della calma.
“Mi
dispiace ma proviene da me. Ho sempre voluto la bambolina fuori dai piedi visto
che è un pericolo, e dopo quel tiro che mi ha rifilato ai danni di Elena,
suggerendo quell’ingiustizia a Kol... credo di non poter fare altrimenti
che dannarle la vita.. a meno che io non abbia la tua parola che la lascerai
definitivamente perdere e ti comporterai da vero fratello.”
Elijah
gli fece un sorriso assolutamente glaciale. “Certo.” Mormorò più che altro a se
stesso. “Volevo solo sentire quali scuse avresti tirato fuori per le tue ultime
infamie. Sono ancora più ridicole di quanto mi aspettassi.” In poche parole gli
stava dicendo che poteva benissimo tenersi quel marchio mentale e diventare un
verme ai piedi di Connor. Lui se ne sarebbe lavato le mani.
“Attento
Elijah. Io ho molte persone al mio servizio. I miei ibridi rimasti, molti
vampiri, streghe, e tante altre persone di cui neanche immagini… quindi mentre
io sto parlando con te, qualcuno magari sta tagliando la gola alla tua ragazza.
Ma se tu ti farai da parte con lei e mi aiuterai sul serio a sbarazzarmi
di Connor, io non le farò nulla.”
Elijah
gli rivolse un’occhiata dura e gelida, e si allontanò dal fratello in silenzio.
La mente era aggrovigliata in mille pensieri.
“Ma
fai presto però. La mia pazienza è poca come ben sai e sono comunque più forte
di tutti voi messi assieme. Non ti conviene metterti di nuovo contro di me per
una donna.” gli rinfacciò di nuovo Klaus andandosene infine.
E
lasciando Elijah, che riconobbe il tormento farsi di nuovo strada in lui e
liberarsi feroce all’improvviso, non potendolo però mascherare dietro la sua
armatura come aveva sempre fatto.
E
alla fine a quel tormento diede una risposta.
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Briony era
sdraiata sul letto a cercare di prendere sonno. Non era stata una dura giornata
rispetto alle solite, ma si sentiva comunque indolenzita. Stava aspettando da
ore Elijah ma sembrava essersi volatilizzato nel nulla; non l’aveva più rivisto
da quella specie di agguato che lei gli aveva fatto
nella vasca… anche se poi erano finiti anche nel letto.
Briony sghignazzò
dentro di sé nel ricordare come Elijah l’aveva infine avvolta in un grande
asciugamano, stringendoglielo contro il corpo quasi stesse riscaldando una
bambina. Lei però l’aveva attirato a sé e non aveva cessato nel lasciarlo
andare. La fine era stata ben palese.
Si
sentì davvero in pace in quel momento, libera da pensieri negativi che potevano
assillarla. Si portò poi le mani al petto e sentì quasi la presenza della luce
di Ylenia dentro di sé. Non avrebbe sprecato quel dono, ora più che
mai ne era consapevole di quanto fosse importante… avrebbe vissuto
proprio come Ylenia voleva che facesse... in suo nome.
Si
girò sull’altro fianco per bere un bicchiere d’acqua e quando tornò alla
posizione di prima, quasi sobbalzò. Una figura nell’ombra era comparsa improvvisamente
senza preavviso, ma dopo aver sfocato bene la scena si accorse che era solo
Elijah: immobile come una statua ad un lato del letto accanto a lei, le mani
rigorosamente nelle tasche.
“Ehi..
ti aspettavo..” gli mormorò lei, non intravedendo nell’ombra di che genere
d’espressione avesse indosso Elijah. Non lo fece neanche dopo, perché lui si
mise di fronte alla finestra a scrutare il cielo notturno. La luna gli
illuminava metà viso.
Briony fu
così stupita di quello strano e ingombrante silenzio. “Tutto bene?”
Elijah
scosse impercettibilmente la testa. “Volevo godermi un po’ il silenzio.” Disse
soltanto. “Non ci sono più abituato.” Si giustificò infine come se qualcosa gli
urlasse dall’interno.
Briony lo
fissava alle spalle non riuscendo a capire. Ad un tratto lui girò metà viso.
“Però..”
Lei
inclinò curiosa la testa: “Però?”
Elijah
si girò completamente verso di lei, avvicinandosi lentamente. Lo sguardo
rimaneva sempre misterioso. “Voglio ascoltarti parlare.” Le sussurrò con voce
magnetica. “Voglio riempirmi la testa della tua voce.”
Briony rimaneva
distesa su un fianco col busto alzato e con un’espressione sorpresa, mentre lui
immobile e misterioso di fronte a lei. “La mia voce non ha nulla di speciale.
Dovrei essere io a fare una richiesta del genere, una perfetta cura per
l’insonnia.” gli rispose lei dolcemente, visto che aveva sempre amato il timbro
di voce di Elijah.
Lui
però non se ne curò e si sedette vicino a lei. “Credo che tu stia sbagliando.”
disse misteriosamente.
“Su
cosa?”
“Su
di me.” Replicò lui subito. “Non credi che io non sia veramente la persona che
tu pensi?”
Quella
strana conversazione la stava mettendo a disagio e vedere il viso di Elijah
così oscurato non l’aiutava di certo. Già di per sé le sue espressioni erano
illeggibili, anche se quella sera erano unicamente ambigue. “Queste sono sciocchezze.”
“Lo
credi adesso.. ma magari col tempo ti renderai conto che hai fatto una
scelta sbagliatissima a scegliere me.”
Non
c’era dolore o rammarico in lui.. nemmeno ironia… solo vuoto mixato a
inquietudine che aleggiò intorno a loro, fino ad insediarsi dentro di lei.
“Che
cosa è accaduto?” domandò Briony guardandolo bene in viso.
“Niente.”
“Bugiardo”
Un
sorriso amaro: “Sono tante cose ma non quello.”
“Ehi..” Briony allungò
una mano per toccargli il viso. Quasi scattò all’indietro perché era freddissimo
come il ghiaccio; ma si intestardì comunque a toccarlo. “Cos’è questo
pessimismo?”
Lui
in una mossa si allontanò dal suo tocco, girando lo sguardo alto.
“Dovresti
rivedere le tue priorità.”
Quelle
frasi misteriose sembravano trapassarle come coltelli. Le mani
di Briony rimasero a mezz’aria, come ghiacciate da lui.
“La
mia vita con te è la mia priorità.”
Nessuna
emozione colorò comunque il viso di Elijah:
“Potrebbe
non essere più così.”
Vedendo
che lui rimaneva invalicabile, lei si agitò:
“Spiegami
che è successo? Perché ora parli in questo modo?”
Lo
vide serrare il viso, quasi il collo si raggrinzò. L’Originario si impegnava a
dovere a nasconderle i suoi pensieri.
“Eh
no! Non sviare lo sguardo e non stare in quel cupo silenzio! Ho diritto a una
spiegazione e questa volta non ti lascerò andare.” Con
forza Briony lo prese per le braccia costringendolo così a voltarsi:
ma lo sguardo che le regalò fu così vuoto e sconosciuto da farle paura.
Briony deglutì,
in preda all’inquietudine che tentava di catturarla:
“Parlami.”
gli bisbigliò dopo numerosi secondi. Ma lui non reagiva.
Lei
si fece più vicina per dimostrargli la sua tenacia:
“Ti
terrò qui anche con la forza.”
Lui
allora sembrò riscuotersi e le rivolse un sorriso accennato:
“Sono
più forte di te Briony, anche per quanto riguarda l’essere disposti a
rinunciare a qualcosa.”
Quelle
parole scavarono ancora la voragine che si accingeva a
riaprirsi. Briony non riusciva a capire perché lui la stesse
guardandosi così e perché si comportasse in quel modo. Sembrava che il cuore
stesse perdendo l’orientamento.
“Noi
non dobbiamo più farlo. Abbiamo una vita già tracciata davanti a noi, tra poco
non ci saranno più ostacoli e non ho mai avuto più speranza come adesso.” lo
rassicurò lei cercando tuttavia di rassicurare per lo più se stessa contro le
parole nefaste di Elijah.
Vedendo
l’amore limpido che sgorgava in quei bellissimi occhi verdi, quanto fosse
determinata a non lasciarlo andare, Elijah la guardò questa volta in
maniera diversa… solo che lei non sapeva se esserne sollevata o meno.
“Hai
ragione, sono solo sciocchezze...” si giustificò lui alla fine riprendendo la
sua pacatezza tipica.
Briony però
non riuscì a convincersi.... c’era qualcosa di strano… lo percepiva
proprio come uno spirito maligno che veniva a strapparle tutto ciò che amava.
Ma si rifiutò di pensare a una simile idea… poiché non c’era alcun
pericolo, con Elijah sapeva che non ne avrebbe mai corsi.
Poi
all’improvviso lui le prese il viso tra le mani, legando lo sguardo al suo come
ad un filo. Lei ne sembrava incatenata e non riusciva a liberarsi, quasi fosse
tutto il frutto di un sortilegio. Gli occhi di Elijah si fecero di un nero più
intenso e lei fu costretta a immergervi non solo per un semplice fascino.
“Voglio
che tu abbia una vita bellissima, il futuro che meriti.” Quelle parole profonde
arrivarono ai pensieri della ragazza fino a soffocarli e piegarli così alla sua
volontà. Lei però sapeva che c’era qualcosa di sbagliato... ma non
riusciva a capire cosa e le era impossibile muoversi, tanto meno formulare
pensieri perché costretta a sentire solo le parole di quel vampiro.
“E
lo avrai, te lo giuro.” Continuò lui.
Il
petto di lei ebbe un sobbalzo: il cuore, sfuggito a quel controllo mentale,
aveva causato ciò e si era per un attimo liberato da quelle catene. E la causa
fu tutta dovuta a un terribile sospetto che avrebbe distrutto la sua intera
vita se fosse stato reale.
Il
suo cuore angosciato voleva urlare tutti i suoi battiti sfrenati ma quello
sguardo glielo impediva con tutte le sue forze.
Il
viso di Elijah si fece più duro: “Andrai avanti con la tua vita. Una vita in
cui io non potrò esserci più.” Persino in quelle circostanze in cui lui
sviluppava il suo potere di vampiro come non aveva mai fatto prima, lei non lo
aveva mai visto tanto umano come in quel momento.
Appariva
logorato, diviso da qualcosa che lo tormentava perché sapeva che da quella
lotta non sarebbe uscito né vincitore né vinto. Sembrò dovesse anche dirle
qualcos’altro ma Elijah serrò di più lo sguardo, perché forse era troppo anche
per lui.
Intanto
il panico per quelle parole ingiuste assaliva l’animo di Briony, che
sembrò contorcersi e avere delle convulsioni in preda alla pazzia della
sofferenza. Avrebbe voluto gridare, muoversi o fermarlo… ma rimaneva
dolorosamente incatenata nel nero di quegli occhi, dove si sarebbe immersa per
l’ultima volta. Per finire poi affogata.
Briony sentiva
gli occhi bruciare dal pianto, un piccolo riflesso anche quello fuoriuscito dal
controllo mentale di Elijah. Liberare lacrime sarebbe stato facile in quel
momento per mostrare quanto soffrisse e si sentisse tagliata in due.
L’emorragia non aveva fine, si sentiva morire in quella morsa.
Lui
a sua volta le fece un triste sorriso mentre le dita le asciugavano alcune
lacrime lucenti.
“E tieni
lontana la sofferenza. Ha già troppo riempito i tuoi occhi.” Le mormorò in un
altro ordine, che sapeva più di una dolce richiesta per poter andare avanti.
Briony sentiva
una vocina dentro di sé che singhiozzava, che implorava, ma lei all’esterno
pareva immobile come una statua alla mercè di quel vampiro. Solo le
lacrime dimostravano quanto il tormento la lacerasse, ma ben presto anche
quelle smisero di fluire a causa di quell’ordine a cui non poteva opporsi.
Elijah
affilò poi il viso divenendo quasi tetro, perché sapeva che doveva andare
fino in fondo: “Dimenticati che ci siamo riconciliati.. voglio che tu ritorni a
ricoltivare quell’odio che anche per un solo momento hai nutrito nei miei
confronti.”
La
gabbia toracica non conteneva più il cuore lacerato di quella ragazza;
rischiava di fuoriuscire dal petto e urlargli di guardare cosa le stesse
facendo. Ma Briony rimaneva dolorosamente immobile,
succube di quell’orrendo ordine che lei mai avrebbe voluto eseguire. Forse in
quel momento lo odiava, ma perché le stava facendo questo… la
peggiore delle torture.
Un
altro singhiozzo interiore.
Elijah
intanto sembrava titubante nel lasciarla andare, le sue mani rimanevano
incollate al viso di lei e non davano segno di spostarsi. Ma doveva farlo.
La
guardò negli occhi un’ultima volta:
“Dormi
ora.” le sussurrò accarezzandole piano la testa.
Dopo
quello lei divenne apatica, facendosi avvolgere dall’oscurità e abbandonandosi
al sogno che presto l’avrebbe presa. Un sogno che aveva le sembianze di un
incubo.
Briony sospirò
piano per tornare a respirare, ma non ne ebbe alcun sollievo. Il macigno di
quell’ordine la soffocava, sul punto di ucciderla dall’interno.
Quando
udì Elijah spostarsi e alzarsi dal letto, un antico istinto dettato dal cuore
le fece sollevare le mani fino ad aggrapparsi al suo petto, pregandolo in quel
modo supplichevole di non lasciarla.
Le
mani tremavano perché si stavano ribellando agli ordini del cervello, ma il
cuore voleva rimanere aggrappato a un ultimo appiglio prima di spezzarsi del
tutto.
Elijah
allora la fissò con un altro strano sguardo: di nuovo appariva lacerato ma era
remissivo sulla sua scelta. Poteva farle del male in quel momento ma per il
futuro sarebbe stato il suo bene.
Prima
di farsi soccombere dall’oscurità, Briony vide qualcosa luccicare
all’interno di quegli occhi neri, i quali l’avevano poco prima soggiogata. Ma
durò un attimo perché lui si scansò e lei finì per chinarsi sopra al letto
molto lentamente, ritornando alla posizione di prima.
Stava
per chiudere gli occhi, abbandonandosi all’oscurità senza opporsi. Ma prima di
farlo ebbe ancora per un momento il potere di sopraffare la mente. Riuscì
infatti ad aprire un po’ le palpebre e le sembrò che Elijah stesse ancora
accanto a lei, osservandola come se stesse perdendo in quel momento un pezzo
della sua anima. Ma il suo volto non lo scorse perché alla fine si addormentò.
E
una pace la avvolse con la promessa dell’oblio.
FINE CAPITOLO
*Cof cof* Adesso
mi chiederete se non sono capace di fare i lieto fine.. beh in effetti è così,
ho sempre avute tendenze maligne xD
Non
ho molto da dire ma se siete voi che avete qualche dubbio non esitate a
chiedere! Aspetto i vostri commenti!
Spero
di non essere passata per la solita maniaca nella scena della vasca ma non ho
resistito Ihih XD Perdonatemi!
Ringrazio
la mia fedelissima Iansom per aiutarmi in certe scene :P:P
Per
il dialogo tra Jennifer e Briony mi sono ispirata al
telefilm Lost, e la frase “Molti di quelli che muoiono meritano la vita, e
molti di quelli che vivono meritano la morte.” proviene dal film “Il signore
degli anelli”
Dai
stringete i denti perché la storia sta per
finire! *Era ora ahah*. Il prossimo capitolo lo dividerò in due
parti perché se no mi viene troppo lungo. Ma sarebbe quello il vero e proprio
capitolo finale… quello dopo è solo l’epilogo dell’epilogo XD. E poi
alla fine ci sarà un piccolo epilogo, in cui ringrazio tutti voi J
Vi
ricordo di aggiungermi su Facebook! Mi chiamo “Elyforgotten Efp”. Lì
metto un sacco di news sulla fanfic e altre cosette J
Questo
video mi ha ispirato molto per la scena finale. Da brividi.
http://www.youtube.com/watch?v=WD_SmLH-1Xo
Alla
prossima!