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Autore: elyforgotten    25/04/2013    11 recensioni
Questa è la 2 parte della fanfic di Briony e Elijah, il seguito di "My story with an Original..with Elijah!"
Come si sconfigge il destino?
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Dal capitolo 34:
Briony era pienamente consapevole di aver bisogno di Elijah, più di quanto avesse bisogno nel sentirsi la pelle intatta sopra le ossa, nel sentire l’aria fluire nei polmoni e il cuore battere regolare per farla vivere. Tutte quelle cose necessarie per qualunque altro essere umano erano influenti per lei se non aveva Elijah accanto.
Il pensiero di saperlo morto valeva per lei come qualcosa di intossicante che le si ficcava in gola e la privava dolorosamente del respiro, fino a far morire lei stessa.
Non sarebbe mai più riuscita a vivere senza di lui, le era entrato troppo dentro con quello sguardo magnetico e freddo, con quell'espressione che a volte le faceva venire voglia di scappare via a gambe levate ma inevitabilmente rimaneva sempre lì con lui.. con quegli occhi neri, profondi e tristi che dicevano di non credere nell'amore quando invece aveva proprio cominciato a crederci stando con lei.

Revisionata/Aggiornata
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo, personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm always in this twilight, in the shadow of your heart. '
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33 CAPITOLO

 

 

Take this breath 
For the lives we waste 
For the hollow souls we own 
Give me hope 
For a restless heart 
Where we'll go no one will follow, close.




Il vuoto era un baratro persistente; bastava un niente affinché ti ci buttassero, lasciandoti precipitare senza la benché minima possibilità di aggrapparsi alle sue rocce ripide.

Pochi giorni prima Briony credeva di aver superato quel vuoto, lasciandosi il ciglio di quel baratro alle spalle e continuando a camminare a testa alta. Ma ora quel vuoto rischiava ancora di risucchiarla: più si aggrappava, più le redini del precipizio la facevano scivolare giù con più violenza. Perché doveva essere tutto così doloroso? Perché la vita era così crudele?

Il destino si divertiva a prendersi le anime più nobili, più oneste, mentre permetteva che quelle più feroci maledissero il mondo. Solo chi viveva senza regole, venendo a meno ai propri ideali, riusciva a cavarsela in quel mondo funesto.

Briony era seduta sopra un divano a casa Mikaelson. Solo qualche ora prima Ylenia era morta in un lettino d’ospedale e lei ancora non riusciva a rendersene conto. Teneva continuamente gli occhi sbarrati, immobile come una salma e pallida. Se non si fosse sentito il cuore, la si sarebbe data per morta.

Poi ci fu un rumore accanto a lei, la presenza di qualcuno che si avvicinava per confortarla. Di solito Briony traeva sollievo da ciò, era come un riparo sicuro da ogni tempesta, un abbraccio forte dentro il quale abbandonarsi. Ma questa volta neanche la presenza rincuorante di Elijah poteva servire molto... il dolore in certi casi non si può essere curato dalle parole.

Briony sentiva lo sguardo sconsolatorio e rammaricato dell’Originario su di sé, ma lei restava immobile. Forse se lo avrebbe fissato, una piccola parte di quel vuoto si sarebbe staccato dal suo animo, permettendo così di riparare tutto il resto.

Ma lei si sentiva di meritarlo… si dava la colpa persino di quella disgrazia.

Se fosse arrivata prima… se solo avesse capito….

Briony Forbes rimaneva un fantasma apatico, mentre Finn Mikaelson stranamente sembrava tutto il contrario. Camminava in tondo da minuti, sputando ingiurie con sguardo da assatanato.

“Dobbiamo subito andare a fondo su questa storia. Dobbiamo farlo.” sibilò lui a denti stretti.

Kol, che rimaneva sdraiato comodamente su una poltrona, disse:

“Ci siamo appena liberati del cacciatore, non credi che dovremmo prenderci un po’ di relax? Vacanza ben meritata per stiracchiarsi i muscoli in santa pace.”

Finn gli lanciò un’occhiata di traverso, mentre Rebekah col suo tono pacato mormorò:

“Non possiamo lavarcene così le mani. E’ grazie a quella donna se ora siamo vivi. Dobbiamo almeno scoprire chi è stato.”

Kol alzò le braccia con fare annoiato. “Forse non è così brutto come sembra…”

“Ma cosa credi, cieco imbecille? Che sia morta per cause naturali?” sbottò Finn incollerito riuscendo a malapena a contenersi.

Elijah allora prese in mano le redini della situazione e li guardò con sguardo autoritario.

“Non è discorrendo in questo modo che scopriremo la verità.”

Tutti gli altri si ammutolirono mentre Briony ebbe uno scatto impercettibile.

“Tu credi che sia opera di Connor?” chiese Finn al fratello. Elijah sospirò mettendosi le mani sulle ginocchia:

“Non saprei.. ho cessato di dargli la caccia quando ho scoperto che il suo segugio aveva preso Rebekah. Può anche darsi.”

Finn serrò duramente i pugni, livido in volto per la sete di vendetta.

Poi fu Rebekah a cambiare discorso. “Scusate ma… qualcuno di voi ha visto Nik per caso?”

“Probabilmente starà formando nuovi ibridi… la sua nuova famiglia.” cinguettò Kol sottolineando l’ultima parola.

“Elijah tu che ne pensi?” domandò la bionda rivolgendosi al fratello. Ma l’Originario non stava più fissando loro… continuava a fissare Briony intensamente, come se nella forza del suo sguardo lui potesse penetrarle dentro la pelle e arrivare fin dentro i meandri della sua anima per curarne la sofferenza. Voleva con tutto se stesso spegnere il vuoto dai suoi occhi verdi ma non riuscirvi lo faceva sentire per la prima volta impotente.

“Elijah?” lo richiamò Rebekah.

Lui subito si mise sull’attenti, riprendendo il controllo.

“Credo che lui stia meglio di noi adesso, ma quando lo troverò avrò diverse domande da fargli.” E dal tono gelido della sua voce si aspettava che le risposte fossero davvero esaurienti.

“A che stai pensando scusa?” domandò Rebekah corrugando le fronte stranita.

A Elijah bastò un semplice sguardo serio e glaciale per far parlare i suoi pensieri: si riferiva ovviamente alla festa del massacro, in cui loro si battevano per la vita mentre Klaus era nascosto chissà dove a non fare nulla.

“Non penserai…”

“Penso.” La interruppe lui “che ci sono tante domande senza risposta.” Poi Elijah tornò a fissare Briony. “Ma non è il momento di risolvere simili enigmi.”

Briony allora si riscosse dal suo stato catatonico e di fantasma in pena, riuscendo infine ad alzarsi. Elijah guardava i suoi gesti con sguardo interrogativo, mentre lei cercava di soffocare gli sbalzi di sofferenza.

“Non dovete stare in ansia per me.. riuscirò a superare anche questo momento.” A quella probabilità il cuore rimbalzò dentro il petto con l’intenzione di fuoriuscire “E a andare avanti come Ylenia avrebbe voluto.” Deglutì il groppo che le serrava la gola “Ma vi aiuterò con ogni mezzo a scoprire chi è stato a fare un atto così..” fece una pausa che rifletteva il silenzio del suo dolore. “Innominabile. E metteremo fine a questi eventi feroci.”

Rebekah la fissò con tristezza, quasi fosse in sintonia col suo senso di perdita. Elijah si alzò affiancandosi alla ragazza e donandole uno sguardo complice, come per farle capire che l’avrebbe aiutata a far luce su quel mistero buio e a infonderle come sempre sicurezza.

Finn assentì in maniera decisa, smanioso di sapere la verità quasi quanto lei.

L’unico che sembrava fregarsene era Kol: “Possiamo metterci poco? Non ho tutta la giornata a disposizione.”

Rebekah sbuffò mentre Elijah gli lanciò un’occhiata fulminante ma decise di non metterlo in riga perché non era in vena quel giorno. Finn uscì all’improvviso dalla stanza mentre Briony si mise una mano sul viso, quasi a voler nascondere il dolore in cui sembrava smarrirsi.

Ylenia… non faceva che pensare alla sua amica… così forte e coraggiosa… come poteva essere morta? Perché sentiva la morsa terribile della solitudine schiacciarla?

Ma alla pena di Ylenia si affacciò un sollievo, una fune che le veniva lanciata all’improvviso affinchè non cadesse per sempre in quel baratro.

Briony sentì allora con chiarezza il tocco della mano di Elijah accarezzarle il braccio. Quel calore sembrò offuscare il gelo dell’angoscia.

“C’è qualcosa che posso fare per te?” Era fuori dal comune per uno come lui preoccuparsi così, ma solo a lei poteva riserbare una simile attenzione e umanità così divina da renderti inerme alla sua bellezza.

Briony lo fissò, legando suo malgrado gli occhi a quelli di Elijah: “No... non puoi fare nulla..” sussurrò tristemente ma non sentendosi almeno più sola. Lui la teneva stretta e in salvo senza bisogno di tante parole.

La ragazza cercò con tutte le sue forze di aggrapparsi a quella fune, le mani la stavano quasi prendendo per tirarsi sù… Ma all’improvviso rientrò Finn:

“Briony? C’è qualcosa che dovresti vedere.” Disse lui avviandosi verso di loro.

Lei allora si fece sospettosa in volto e solo all’ultimo vide che Finn stava portando un oggetto, ma non le sembrò tanto importante. Era solo un piccolo contenitore di vetro come tanti altri, ma guardandoci bene Briony sgranò gli occhi. All’interno c’era una piccola e splendente luce che sembrava irradiare energia da tutti i pori.

Ricordava di averla vista dove aveva trovato Ylenia morta, ma che senso aveva? Briony strinse gli occhi; pensieri si incastrarono tra di loro per formulare una risposta plausibile. Anche Elijah teneva un’espressione interrogativa al suo fianco.

“Credo sia per te.” Sussurrò poi Finn in modo tentennante.

Il cuore della ragazza mancò diversi colpi mentre Elijah a parole riuscì per primo ad arrivare alla verità da cui Briony provò solo sconcerto.

“E’ la sua energia vitale. La sua fonte di immortalità.”

 

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Briony teneva il contenitore con mani tremanti; un pezzo così fragile che poteva spezzarsi da un momento all’altro. Ma Elijah sembrava così concentrato al suo fianco che sicuramente avrebbe impedito che quella luce - quella fonte di sopravvivenza per la donna che amava - venisse fatta a pezzi.

“Non posso crederci… anche prima di morire c’ha pensato…” Sussurrò Briony con voce tremante. Non sapeva se essere più angosciata di prima.

Durante quel duro calvario, mentre perdeva sangue, Ylenia aveva pensato a lei… alla sua vita… Le aveva fatto un dono che lei non avrebbe mai voluto ricevere; Briony non si sentiva assolutamente degna di un tale dono perché se lo avesse accettato era come se aspettasse la morte di Ylenia per essere immortale. Lei non lo avrebbe mai voluto, non a quel prezzo.

Briony si mise la mano alla bocca, consumando il pianto imminente dentro se stessa. Si sentì portar via il contenitore e forse era meglio perché c’era il rischio che lo buttasse a terra per via della rabbia. Il destino l’aveva di nuovo maledetta con un’altra morte.

La mano di Elijah ad un tratto trovò la sua in una stretta forte, facendogliela abbassare dal viso, ma lei neanche lo sentì. La fune era sospesa in alto tuttavia lei stava precipitando nel baratro, sempre più giù:

“Briony, lascia che ti aiutiamo.”

“E come vorresti farlo?” domandò lei debolmente con gli occhi lucidi. L’espressione di Elijah divenne grave e ombrosa, e lei subito capì: “No…no no..” rispose scuotendo la testa.

“So che non è il momento più adatto.. ma non è colpa tua se è accaduto questo a Ylenia. Non fartene un peso ingiusto.” disse lui determinato, guardandola in sintonia con la sua voce.

Briony sviò lo sguardo, sentendo la nausea chiuderle lo stomaco. Da poche ore Ylenia era morta e sembrava fossero già sul punto di festeggiare per il fatto che lei sarebbe stata salva.

Avrebbe goduto in futuro di una felicità troppo grande ma c’era un orrendo conto da pagare. Sebbene fosse già stato pagato ma Briony non riusciva comunque ad accettarlo.

Elijah continuava a fissarla incessantemente, tuttavia Briony sperava quasi che la smettesse. Aveva solo voglia di lasciarsi andare alla malinconia, di piangere per la morte di Ylenia. Ma non riusciva nemmeno in quello, si sentiva troppo tesa.

Percepì Elijah scostarsi – forse intuendo i suoi pensieri tumultuosi - ma anche la voce di Finn che attirò suo malgrado la sua attenzione. Teneva lui il contenitore in mano:

“Briony, Ylenia avrebbe voluto che tu accettassi.. che prendessi il suo dono e continuassi a vivere. Non stai facendo nulla di male.”

Per una ragione oscura, o forse perché dopo di lei Finn era quello che soffriva di più, Briony si sentì quasi meno dolore in corpo. Smise di tremare, il cuore martellava con meno violenza lasciandole un po’ di tregua.

Gli sorrise debolmente, stringendosi nelle spalle e appartandosi in una angolo della stanza per trovare un po’ di sana solitudine per qualche minuto. Ma non riuscì a levarsi di dosso quel peso sulle spalle né a non pensare agli attimi orribili in cui aveva visto Ylenia stesa a terra in un lago di sangue… si sentì sprofondare.

Però poi all’improvviso sentì due mani fredde, riconoscibili all’istante, circondarle il viso e farla girare. Briony si sentì allora priva di difese: si lasciò sommergere e attirare nel nero degli occhi di Elijah, come un piccolo animale preso in trappola.

“Briony..” cominciò lui col suo solito tono di voce profonda “Ylenia ormai non c’è più… ma tu non devi perderti.” Le sue parole la facevano sentire vicina a lui, in un altro mondo sospeso in cui c’era più vita. “Anche se è difficile bisogna sempre trovare la forza di lottare per se stessi e non arrendersi alla realtà, per quanto spiacevole sia. Lo hai sempre detto tu.” Le disse in tono più carezzevole per confortarla.

Briony fece un profondo respiro, rimanendo intrappolata dalle sue mani. Era vero che aveva sempre cercato di essere forte, di trovare una luce in quel tunnel buio. Ma in quel momento proprio non ce la faceva.

“Ylenia è morta… in un modo orribile…” sussurrò soltanto.

“Troveremo il suo colpevole, te lo giuro.” le rispose Elijah in maniera serissima da non lasciarle dubbi. Lui si girò poi nel punto in cui vi erano i suoi fratelli e lasciò andare delicatamente la presa sul viso di Briony.

Rebekah intanto stava armeggiando col cellulare: “Ho sentito Nik adesso.. e… credo che stia dando i numeri più del solito.”

Elijah corrugò la fronte.

“Parlava a vanvera, sembrava addirittura che non gli importasse di sentire la mia voce.” Sussurrò la vampira in preda allo sconforto.

Elijah serrò allora duramente il viso, mentre Briony si fece più forza. “Se vostro fratello non si preoccupa per voi, voi dovreste fare altrettanto. Mentre stavate morendo, mentre Connor vi stava massacrando, lui era da un’altra parte a disinteressarsene di voi o peggio.” Briony ricordò infatti di aver pensato che Connor e Klaus si fossero alleati per farli fuori tutti. Non sarebbe stato poi così strano.

“Se per caso lui c’entra qualcosa con quel maledetto massacro, sarò io cavargli il fegato!” gridò Kol incollerito per quel plausibile tradimento. Elijah drizzò il braccio per riportare l’ordine:

“Parlerò con Klaus faccia a faccia e poi sistemeremo Connor. E’ ora che questa storia si chiuda.”

Finn subito assentì: “Ma per quanto riguarda Ylenia..” fissò Briony “Dovremmo far presto perché se la sua energia magica continua a stare in questo contenitore, che è un attrezzo molto temporaneo, potrebbe esaurirsi e andare perduta.”

Briony ebbe così un tremolio ma Elijah rimase fermo dentro il suo indumento elegante.

Prese allora Rebekah in mano la situazione. “Facciamo così… io porto Briony dalla streghetta Bennet e la costringo a effettuare l’incantesimo. Elijah, tu sei l’unico che riesce a parlare civilmente con Nik. Finn tu indagherai sulla morte della tua ex amata, e tu Kol… beh tu non volevi andare in vacanza?” L’ultima frase fu totalmente ironica.

Kol però le rivolse un’occhiata rabbiosa “Prima voglio sapere che c’entra Klaus in tutta questa infamia storia!”

“Klaus è il solito pazzo.” proruppe Briony “ma è Connor il vero problema, maledirà le nostre vite se non lo fermiamo” Gli occhi si scavarono dall’odio e dalla sete di vendetta. “E giuro su Dio che si pentirà di tutto quello che ha fatto.”

 

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Avere dentro una parte di vita di Ylenia era una sensazione indescrivibile, impossibile da razionalizzare. Era come avere due cuori, quattro polmoni, due esistenze nello stesso corpo. Solo che era solo lei a sentirsene il peso e il formicolio: l’incantesimo non le aveva fatto male, solo una lieve pressione… e poi una forza splendente dentro il petto… la forza vitale di Ylenia, come se la strega dopotutto fosse ancora viva, reale…

Aver dentro di sé quel dono d’addio provocava sia gioia che tristezza nell’animo di Briony, e non sapeva proprio quale delle due avrebbe scavalcato l’atra. Si sentiva troppo frastornata.

Stava camminando nei corridoi dell’ospedale, luogo che aveva segnato un altro fatto drammatico nella sua vita. Ricordare i momenti in cui Ylenia moriva valse come un pugno in pieno stomaco ma lei miracolosamente continuava a camminare, sentendosi svuotata.

Ad un tratto scorse Jennifer venire dalla sua parte: aveva il viso affranto, gli occhi arrossati, una mano tappava i singhiozzi che le squassavano il petto.

All’improvviso la rossa alzò gli occhi e sussurrò flebilmente il nome di Briony non appena la vide. Lei le venne vicina:

“Jen…”

“Ho saputo..” Jennifer tirò su col naso per poter parlare. “Ho saputo di Ylenia. Mi dispiace.”

“Grazie..” Briony sapeva che anche Willas era morto ma non riusciva a dispiacersi per lui né a fare l’ipocrita con commenti di circostanza. Aveva più volte augurato a Willas la morte e ora che era accaduto non si sentiva affatto rammaricata. “Mi dispiace per te..” Disse alla fine accarezzandole il braccio. “Posso capire quanto stai soffrendo… ma il dolore non vale la candela in questo caso.”

Jennifer alzò lo sguardo diventando più dura. “So che odiavi Will… ma ora che è morto non potresti seppellire il tuo odio?” domandò stizzita.

“Io non devo seppellire nulla perché non provo assolutamente niente per lui. Mi dispiace solo per te perché non meriti di stare male.” Rispose Briony stringendosi nelle spalle.

Jennifer prese un profondo respiro, gli occhi erano dolorosamente lucidi. “Siamo sommerse dal caos e dalla morte… e non è giusto… per quanto desideriamo una vita normale alla fine non l’abbiamo mai.. non se abbiamo a che fare con questo genere di cose..” il groppo in gola le impediva di parlare chiaramente ma Briony non trovò alcun modo di confortarla. Non ci riusciva nemmeno con le proprie ferite, figuriamoci con le altre.

Jennifer si scostò i capelli via dal viso macchiato di agonia. “Quello che ci sta succedendo secondo te è una specie di punizione?”

Briony la guardò perplessa: “Punizione, perché?”

Jennifer alzò le spalle, rimembrando Will: “Collezioni di bugie, segreti nascosti…”

“E chi sarebbe a punirci?”

“Il destino.” fu la chiara risposta cupa di Jennifer.

Briony si ammutolì, sentendo delle stalattite di ghiaccio avvolgerle il cuore. Sempre quel dannato bastardo.

“Allora il destino è davvero ingiusto. Molti di quelli che muoiono meritano la vita, e molti di quelli che vivono meritano la morte. E questo è proprio lampante nel caso di Ylenia.”

“Mentre di Will no vero?” sibilò Jennifer duramente più di quanto avesse mai fatto.

Briony sospirò, non avendo alcuna intenzione di litigare in quel momento. “Non ho mai nascosto il mio disprezzo per lui e dopo quello che ha fatto non puoi criticarmi per non essere dispiaciuta della sua morte. Proprio no.”

“Will ha sbagliato, come tutti noi! Ma anche in lui c’era del buono e se lo avessi conosciuto veramente lo sapresti.” Nella sofferenza di Jennifer veniva fatto trasparire il suo desiderio di riconciliarsi con Willas, di sperare in un futuro insieme, il voler risentire la sua voce che quella chiamata maledetta le aveva negato. “Tu hai Elijah, tua sorella e tanti amici. Lui non ha mai avuto nessuno. E’ vissuto cibandosi di odio e diventando ciò che il destino gli imponeva di essere, proprio come te. Solo che tu nel tuo caso avevi amore, lui non l’ha mai avuto anzi glielo è stato strappato.”

Briony intanto cominciava ad innervosirsi. L’ultima cosa che le serviva era appiopparsi i problemi di uno come Willas e provare rammarico per lui. Se lo avesse fatto, la diga dentro di lei si sarebbe rotta.

In più non doveva proprio nulla a Willas, diamine!

“Ognuno ha il proprio fardello da sopportare... e oltre al dolore per la morte di Ylenia devo anche pensare a vendicarla. E ti assicuro che Connor con me non avrà scampo. Può essere immortale quanto vuole ma non si salverà.”

“E fai bene. Tu almeno puoi avere vendetta mentre io posso solo autocommiserarmi”

“I Mikealson dovevano farlo altrimenti sarebbero morti di nuovo!” ribattè Briony senza neanche pensare al dolore che scorgeva negli occhi dell’amica. “Capisco che stia male ma Willas se l’è cercata eccome. E non so neanche come è morto poi, l’unica cosa a cui penso è che quel gruppo di malvagi hanno ucciso Ylenia!” Purtroppo non era riuscita a trattenere il vomito di parole; sentiva una rabbia fremente nel petto che scalpitava di essere saziata.

Jen a sua volta indossò un’espressione durissima. Il dolore che si combatteva con un altro dolore. Solo che c’era anche la rabbia in mezzo… e quell’emozione fa dire cose  che faresti meglio a non dire.

“Io ho perso il mio uomo, tu hai perso la tua migliore amica. Solo che a te è lecito soffrire e vendicarti, mentre a me no perché Will faceva parte dei cosiddetti malvagi? Non ti sembra di star esagerando Briony? Chi fa cose orribili è esclusivamente una persona orribile? Stai ragionando in assoluti ed è ingiusto e sbagliato!”

Briony si portò una mano ai capelli tentando di calmarsi. Non voleva proprio parlarne, desiderava solo rintanarsi in casa sua e chiudere fuori il mondo esterno.

“Mi dispiace solo per te perchè non meriti di soffrire, che altro posso dirti? Per quel che mi riguarda non verserò lacrime sulla tomba di Willas né dirò frasi da perbenista per perorare la sua memoria, di un maledetto schizofrenico che ha tentato di uccidermi non so quante volte!”

Incredibile che stavano proprio litigando nel bel mezzo di un ospedale ma nessuno sembrava accorgersene: loro due prese a sfogare il proprio dolore, definendolo più sofferto dell’altro, mentre i medici si davano da fare per salvare vite e quindi diminuire le sofferenze.

Jennifer alla fine serrò duramente i pugni in una smorfia di dolore. “Certo va benissimo così.”

E senza dare il tempo a Briony di rispondere si dileguò fulmineamente fuori di lì. Briony allora alzò gli occhi al cielo con un sospiro di sconfitta. Non voleva che le cose andassero così, ma non riusciva a rammaricarsi…. Non per Will. Lui avrebbe sempre tentato alle vite delle persone che amava e almeno un po’ di sollievo stava acquietando i battiti di agonia del suo cuore.

Purtroppo aveva detto parole così aspre alla povera Jennifer da sembrare un’egoista menefreghista ma forse dopo aver sempre pensando agli altri, era ora di esserlo. Si era sempre concentrata sul dolore, sul tormento, poche volte aveva lasciato che la rabbia fuoriuscisse.

Però ora era lì in agguato, oscura e implacabile, e stava per esplodere. Sembrava prendere il sopravvento su di lei e sulle sue corde vocali.

Prima di andarsene Briony pensò che non appena avesse avuto l’assassino di Ylenia tra le mani lo avrebbe ucciso a sangue freddo.

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Briony si trovava a casa Mikaelson, Elijah l’aveva fatta venire perché aveva novità e lei voleva subito esserne informata. Nel salone c’erano gli altri suoi fratelli, trepidanti quasi quanto lei. Sebbene nel caso di Briony ci fosse un insaziabile voglia di vendetta che serviva a rinchiudere il dolore in un angolo.

Entrò all’improvviso Elijah col suo solito passo elegante: era rigido e scuro come non mai. Ma finchè non avrebbe parlato era impossibile individuare ciò che pensava nella sua mente corazzata.

Briony si fece tesa sul divano mentre si accorse che Elijah non l’aveva mai guardata dal momento che era entrato nella stanza.

La situazione era così grave?

Lei sentì la gola secca mentre Finn lo incitò a parlare. “Allora? Hai scoperto qualcosa da Klaus?”

Elijah si mise le mani in tasca tenendo uno sguardo tetro. “Sì ho parlato con nostro fratello. E avevi ragione tu Rebekah, è fuori di sé più del normale. Non ha il controllo delle sue azioni, di ciò che pensa. Ha raccontato un certa storia bizzarra ma non sono sicuro di credergli.”

Briony strinse gli occhi circospetti. “E cosa ha a che fare con la situazione che stiamo vivendo?”

Elijah guardò allora nella sua direzione ma non nel suo viso. Come se si rifiutasse o fosse troppo arduo farlo. La ragazza sentì mancare dei battiti perché intuì che dietro lo sguardo gelido di Elijah qualche tempesta stava per scatenarsi.

“C’entra perché lui ha a che fare con tutto. Con tutto quello che è successo alla festa e a Ylenia.” Disse con tono controllato nonostante quella bomba appena sganciata.

Rebekah spalancò la bocca totalmente shockata. “No.. Nik per quanto sia crudele non può aver ordito la nostra morte.”

Nello stesso momento Kol grugnì i denti completamente imbufalito. “Ah maledetto! Me lo sentivo che c’entrava lui!”

“Te l’hai confessato lui stesso? E come si è discolpato quel farabutto?” si fece poi avanti Finn cercando di contenere il furore.

Briony sembrava l’unica a rimanere immobile oltre a Elijah. Quella notizia l’aveva scossa nel profondo…

Klaus…. Aveva ucciso Ylenia?

Aveva più e più volte immaginato il volto dell’assassino della sua amica, ma non Klaus. Credeva al 100% che fosse Connor…. Non che Klaus non avesse avuto dei motivi in passato per prendersela con la strega… ma in quel tempo non era successo nulla di nuovo che giustificasse il suo atto efferato. Numerose domande le si inchiodarono in testa mentre gli altri continuavano a parlare l’uno sopra l’altro.

“Se mi lasciate parlare con calma, vi spiegherò ogni cosa.” disse Elijah in tono diplomatico, alzando una mano per far acquietare gli animi imbufaliti e traditi dei suoi fratelli. “A quanto sembra, Connor ha indotto un incantesimo su di lui. Un incantesimo di controllo sulla mente. E’ irrevocabile e non gli permette di lottare anche se è un ibrido. Attraverso questa magia Connor si è servito di lui per attirarci nella sua trappola a cuore aperto e senza che noi sospettassimo nulla.”

“E cosa ha a che fare con Ylenia… perché se l’è presa con lei..?” mormorò Briony con un fil di voce restando a sguardo basso. Gli occhi sgranati per via dello shock.

Elijah guardò quindi nella sua direzione. “Credeva che lei fosse dalla parte di Connor. L’ha vista alla festa e ha travisato le sue intenzioni… credo che dopo l’abbia rapita per interrogarla e deve in qualche modo aver perso il controllo..” il modo tentennante e lento in cui lui parlò non bastò a raffreddare il fuoco che Briony si sentiva nelle vene.

“Ha perso il controllo?? Uno perde il controllo quando sbatte un oggetto e urla ai quattro venti! Non quando uccide una persona che non gli ha fatto niente!” sbottò incollerita.

Elijah tenne su di lei uno sguardo serio ma in sintonia con ciò che lei era in obbligo di provare. “Klaus ha compiuto un atto innominabile e verrà punito per questo… ma non è lui il colpevole in prima persona, deve essere stato Connor a manipolarlo.” A fine frase si rivolse di nuovo ai suoi fratelli.

“Sì per forza deve essere andata così! Nik non ucciderebbe mai la sua famiglia!” Rebekah come al solito era pronta a difendere Klaus ma Finn intervenne subito per smontarla. “Dimentichi che ci ha rinchiusi dentro delle bare.”

“Ma col paletto di quercia bianca saremmo rimasti morti per sempre! E’ diverso!”

Quel continuo chiacchiericcio fece fischiare le orecchie di Briony, che continuava a pensare a un’unica cosa.

“Balle, tutte balle! Klaus ha inventato queste scuse per difendersi e per non andare incontro alla vostra ira! Ma si sbaglia se crede che pure io mi faccia ingannare dalla storia della persuasione mentale!” gridò in preda alla furia e alzandosi dal divano.

“Pure io dico che sono tutte prese per il culo. Niklaus ha dimenticato ogni lealtà che deve nei confronti della sua famiglia, ma ora gli farò vedere io!” sbottò anche Kol in cerca di vendetta.

“E cosa vorresti fare Kol?” domandò Elijah con un sibilo freddo. “Ucciderlo? Ti metteresti al suo pari livello e se lo vedessi in che stato è, proveresti perfino pena. Ha ucciso anche la sorella di Ylenia, la ragazza che stava con lui.”

Briony sgranò gli occhi. Un omicidio dietro l’altro!

“Vostro fratello è pazzo e deve essere fermato!”

“E lo sarà, Briony.” Commentò Elijah in modo deciso guardandola questa volta negli occhi. “Farò in modo io stesso che simili episodi indegni non accadano più. Gli metterò pure il collare al collo per tenerlo d’occhio da altri attacchi di Connor, così ci sentiremo tutti più al sicuro.”

“Tenerlo d’occhio?” ripetè Briony frastornata. “Qui non c’è bisogno di tenere d’occhio nessuno perché tuo fratello è soltanto un mostro in preda alla follia omicida. Ciò che bisogna fare è renderlo inoffensivo una volta per tutte!” E le sue parole erano così palesi che Kol assentì soddisfatto, mentre Rebekah la guardò sconcertata senza dire nulla.

Questo però non le importava... continuava a venirle sù il vomito di parole.

“L’unica cosa da fare è una sola! Non abbiate paura di ferirlo perché Klaus proverebbe solo dispiacere di non poter creare ibridi, del resto se ne frega! Merita di essere punito dopo quello che ha fatto.”

Scese un silenzio pesante in cui forse lei sarebbe uscita vincitrice o sconfitta, ma Briony non lo avrebbe mai saputo perché fu Elijah a prendere la parola.

“Potreste lasciarci soli? Voglio parlare da solo con lei.” disse lui in maniera calma rivolgendosi ai suoi fratelli. Subito loro se ne andarono con la mente ancora confusa; l’ultimo a uscire fu Kol che lanciò uno strano sguardo a Briony.

Lei neanche se ne accorse perché continuava a guardare un punto nel pavimento, quasi non volesse incrociare lo sguardo di Elijah. Non sapeva perché ma provava un nodo fortissimo allo stomaco al pensiero di guardarlo dritto negli occhi. Quando sentì i suoi passi avvicinarsi, una tremenda inquietudine prese possesso su di lei.

Elijah manteneva di continuo un'espressione seria sulla ragazza. Lo sguardo non permetteva di svelare nulla di ciò che provava. Il suo essere era insondabile.

“Parlavi sul serio prima?” domandò lui all’improvviso non cambiando nemmeno di tono la voce monocorde. Aveva tutte e due le mani dentro le tasche ma quella galanteria sembrava ingannevole.

Briony decise di alzare lo sguardo. Sapeva che lui soprattutto aveva tradotto ogni senso delle sue parole, ma dal suo sguardo non sapeva se lui le dava il suo pieno appoggio o se la stesse colpevolizzandolo. Era invalicabile come una muraglia.

“Tuo fratello non può passarla liscia.” disse soltanto.

“E non succederà.” rispose lui subito, avvicinandosi questa volta per tranquillizzarla. “Non passeremo sopra a ciò che ha fatto, e rimanere abbandonato da tutti sarà la punizione più terribile per lui, peggiore dell’inferno.”

“Forse… ma non mi basta.” Ribattè lei fermamente.

Questa volta Elijah ricompose la maschera intraducibile. “Uccidere Klaus non sarebbe la soluzione più giusta. Uccidere Connor lo è perché c’è lui dietro a tutte queste macchinazioni.”

“Fare la cosa giusta non ti fa sentire meglio. E Connor magari può c’entrare una minima parte ma è stato il tuo maledetto fratello a provocare la morte di Ylenia.”

Elijah abbassò lo sguardo impenetrabile: “Capisco il tuo desiderio di vendetta perché l’ho spesso provato. Ma la morte di Klaus non ti ripagherà della vita di Ylenia né ti ammorbidirà quel peso che senti, anzi finirà solo per aumentare.”

“E come?? Sarebbe impossibile perché mi sembra di essere al punto limite!” ribattè Briony spalancando le braccia e facendo trasparire tutta la sua impotenza di fronte a quel destino tremendo.

La bocca di Elijah ebbe un guizzo mentre rialzava la testa: “La vendetta può essere tua se è questo che vuoi. Ma sarebbe un grosso errore che rimpiangeresti. Klaus ha provocato la morte di Ylenia, tu provocherai la morte di Klaus. Non ci sarà mai una fine e tutto questo spargimento di sangue non porterà proprio a niente.”

Briony stava quasi odiando la perenne diplomazia di Elijah. “E quindi dovrei starmene bella tranquilla a lavarmene le mani? Perdonare il povero Klaus e stringergli la mano in segno di una pace che durerà meno di un’ora??”

Elijah le mise delicatamente le mani sulle spalle per tranquillizzarla. “Non ti chiedo di perdonare Klaus perché è impossibile. Ma lui è già condannato, anche senza la morte. Mi occuperò io di lui, farò in modo che non torcerà più un capello a te o a qualcuno che ami. E non avrà nessuna comprensione, nemmeno da parte mia.”

Le parole confortevoli del vampiro però non bastarono a diminuire il peso che Briony si sentiva nello stomaco. Lei doveva vendicare Ylenia, doveva farlo! Per le conseguenze ci avrebbe pensato dopo. Si allontanò dalla presa di Elijah, scostandosi con freddezza.

Le mani del vampiro rimasero a mezz’aria poi si abbassarono. “Non mi credi?” domandò lui comunque calmo muovendo la testa.

“Credo che tu voglia trovare una soluzione diplomatica quando tutto intorno a te impazzisce. Questa volta le buone maniere non conteranno nulla e proprio tu che giudichi la vendetta onorevole me la stai privando.” lo giudicò lei con occhi delusi puntandogli l’indice contro.

Dio stavano litigando per Klaus. Briony sapeva che doveva fare marcia dentro e fermare la rabbia che aveva dentro di sé però non riusciva a farlo.

“Ma tu mi hai sempre detto che la vendetta non porta a niente, che per vivere in maniera serena e in pace bisogna farne a meno e abbassare le armi di guerra. Tu mi volevi convincere a lasciar perdere la vendetta contro Connor per il bene di tutti, nonostante sia pericoloso tutt’ora.” replicò Elijah in tono freddo ma calmo, sapendo di avere ragione su ciò che diceva.

Briony si sentì allora intrappolata. “Mi stai chiedendo di lasciar perdere la mia vendetta contro Klaus?”

Ci fu un lungo e pesante silenzio che gridava di essere smantellato per la disumana tensione. Lo sguardo di Elijah era profondissimo e sincero. “Te lo sto chiedendo.” disse lui.

Briony deglutì sentendo qualcosa infuocarsi nel petto, forse la forza vitale di Ylenia che si ribellava alla salvezza del suo assassino. “Ma anche Klaus è pericoloso per le nostre vite.”

“Non lo sarà, ti do la mia parola. Me ne occuperò io personalmente e fuori Connor anche l’incantesimo su di lui svanirà.”

“Parli così perché è tuo fratello! Se ci fosse qualcun altro tu non batteresti ciglio sulla mia decisione!” ribattè lei ad alta voce stringendo i pugni.

Elijah le fece un sorriso lieve ma triste. “Se non ho fiducia nel sangue del mio sangue allora non ha senso nemmeno avere speranza di essere una persona migliore, o in un futuro diverso da quello che ci spetta.” mormorò con medesima calma contrastata da quella dura realtà.

Briony però non riusciva a pensarla come lui.. non riusciva neanche a pensare all’idea di lasciar perdere tutto quanto… “Non posso credere che tu me lo stia chiedendo.” rispose con angoscia sviando lo sguardo.

“Non ti sto chiedendo di perdonare Klaus né di dimenticare.” Elijah si avvicinò, il tono più dolce. Tuttavia lei non ne ricavò alcun conforto. “Ma la morte di Klaus non sazierà il dolore che senti.”

Quando lui stette per sfiorarle il viso, lei si spostò con forza. “No! Non posso accettarlo!”

Elijah la guardò questa volta ferito. “Anche senza l'ombra della morte, Klaus la pagherà. Non ti ho dato alcuna ragione per dubitare di me.” rispose più glaciale di quanto non volesse essere.

“Me ne stai dando una adesso.” Ribattè lei fermamente fissandolo dura. “Stai rendendo una cosa patetica e da nulla la mia perdita, come se non ti toccasse nemmeno sulla superficie.” Nella durezza dei suoi occhi si intravidero delle lacrime di amarezza.

Quelli neri di Elijah vennero allora attraversati da un bagliore di umanità sincera. “Non è così. Stai travisando ciò che voglio dire.”

“No sei tu che metti sempre sopra a un piedistallo le tue decisioni. Quelle degli altri se sono opposte alle tue non contano nulla per te!” La voce era tremante e discordante per via della sofferenza e della rabbia mescolate insieme.

“E’ così se non porteranno a nulla di accettabile. Si tratta della mia famiglia Briony, e non posso nemmeno considerare una simile idea, tantomeno accettarla.” Sibilò Elijah come se avesse fatto riemergere la diabolicità che contraddistingueva una parte del suo animo oscuro. Rendendosi conto del tono che aveva usato erroneamente, sciolse un po’ i lineamenti scavati del viso nel parlarle di nuovo:

“Ti farai solo del male in questo modo.”

“Lo fai a te visto che quando si tratta di tuo fratello sei totalmente cieco. E non mi farebbe alcun male mettere in atto ciò che voglio!”

“Sì invece. Sei tu che non te ne accorgi.” Il tono definitivo con cui Elijah disse quelle parole non lasciò spazio ad altre repliche.

Briony allora lo guardò quasi sconvolta. Davanti a lei ora vedeva solo l’Originario inflessibile e freddo che conoscevano tutti, quell’altra personalità di Elijah che indossava sempre in situazioni d’emergenza e di pericolo. Una personalità così persistente e reale da farla affondare sotto il peso dei suoi occhi neri e invalicabili.

Ma lui questa volta non aveva il diritto di prendere decisioni per tutti né di farle sopravvalere. Ylenia era amica sua, una parte di lei che viveva dentro il suo petto e che le permetteva di sopravvivere.

“Tu mi hai una fatto una richiesta enorme. Ma non sono pronta ad accettarla, nemmeno per te.” disse lei alla fine.

Aveva affrontato di tutto per lui, ogni sfida inimmaginabile, ogni lotta che il cuore il più delle volte non può sopportare. Per lui si era cibata di quel tipo di dolore che faceva sprofondare l’animo in un vuoto nero, aveva rinnegato se stessa, mandato al diavolo la sanità mentale, e superato persino la morte per poter stare di nuovo al suo fianco. Avrebbe accettato di fare qualsiasi cosa per Elijah, anche il più grande sacrificio, ma non questo… non poteva farlo.

Alla sua risposta Elijah serrò il viso, diventando di ghiaccio. Briony diede fine a quella conversazione, spalleggiandolo per poter uscire. Durante quello scontro Elijah aveva provato a trattenerla, ma le sue braccia si erano mosse o troppo lente contro la velocità di Briony o con poca convinzione.

Alla fine lui rimase immobile mentre Briony sbattè la porta alle sue spalle.

Allora un forte silenzio invase l’animo dell’Originario, abituandosi però al suono di un tormento interiore.

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Klaus vagava per Mystic Falls come uno zombie assettato di follia e sangue. Quel seme malefico aveva già dato i suoi frutti e stava crescendo a vista d’occhio, cercando sempre di inquinare il suo animo già nero. L’ibrido stava quasi accogliendo con gioia quella malvagità spietata dentro di sé; ne rimaneva inebriato anche se doveva combatterla per non farsi sottomettere anche da essa.

Ma almeno quei lampi di follia non gli permettevano di pensare… di ricordare... né di provare stupidi rimorsi per aver strozzato il collo di quel piccolo angioletto che sembrava aver portato un po’ di luce nella sua vita, finendo per oscurarla ancor di più. Gli effetti negativi di un amore falso o non corrisposto.

Almeno aveva buttato via ogni debolezza, non c’era più pericolo di provarne. Ogni emozione buona fu quindi bandita dentro di lui.

Il braccio quel giorno gli stava dando un po’ di tregua e cercava quindi di riprendersi il senno… almeno fino a quando non avrebbe trovato una soluzione. Avrebbe ucciso anche Connor, questo si giurò. Non tollerava chi lo manovrava o credeva di usarlo.

Mentre camminava distrattamente all’improvviso si ritrovò davanti l’ultima persona che pensava di incontrare… almeno coscientemente da parte sua.

La sua cara quasi cognata e mostro abbietto da abbattere.

“Mia cara, posso fare qualcosa per te? Hai sbagliato Mikaelson credo. Oppure Elijah non è riuscito a salvarsi dal macello e quello che ho visto era il suo fantasma?” domandò Klaus fintamente disinteressato, mettendo le mani lungo i fianchi.

Briony aveva le braccia serrate al petto, lo sguardo austero e duro. Sembrava fosse in posizione di un predatore che voleva saltare addosso a qualcuno da un momento all’altro.

“Tuo fratello è riuscito a salvarsi dal massacro che tu hai contribuito a mettere in atto. E la persona che l’ha aiutato a ritornare in vita, tu l’hai uccisa a sangue freddo.”

Klaus fece uno sbuffo di superiorità. “Quella strega aveva comunque vita corta perché odio chi mi mette i bastoni tra le ruote. E puoi anche negarlo ma molti dei problemi sono derivati a causa sua… Se magari lei non si fosse immischiata in questa brutta faccenda, neppure il suo ex capo lo avrebbe fatto.”

Briony serrò duramente il viso perché non le garbava per niente il fatto che Klaus sputasse così sopra sulla memoria di Ylenia. Non doveva neanche nominarla quel farabutto.

“E per fortuna la mia famiglia è viva così potrò finalmente riunirla e vivere insieme come un tempo. Manca solo un ostacolo.” E Klaus la guardò non tralasciando dubbi sui suoi malefici pensieri.

Lui aveva sempre considerato quella ragazza come un’odiosa spina nel fianco, come qualcosa di pericoloso che gli poteva mettere contro la sua famiglia, soprattutto uno dei fratelli che più amava. Per non parlare di ciò che rappresentava: un nemico naturale. E lui i nemici li schiacciava sotto le scarpe.

Briony invece gli fece un ghigno per nulla intimorita, e si fece avanti sempre tenendo le braccia al petto. Un leggero venticello passò tra di loro, alzando le foglie verdi dall’asfalto. Non c’era anima viva in quella strada in quel momento.

“Continua pure a crearti delle giustificazioni egoistiche campate per aria per giustificare i tuoi crimini. Io ti avrei lasciato in pace, mi saresti stato completamente indifferente anche dopo tutto quello che hai fatto… ma l’ultima tua diavoleria è davvero imperdonabile, Klaus.” Briony si avvicinò, facendo legare i loro occhi in una elettricità diabolica che passò come un fulmine. “Credi che io passerò sopra alla morte di Ylenia e non cercherò di fartela pagare?”

Klaus le fece il solito sorrisetto beffardo. “Tu puoi ragionare e ragionare quanto vuoi, bambolina. Ma non potresti mai farcela contro di me e sei più debole. Non ti stacco un arto per fare un piacere alla tua adorabile sorellina ma alla prossima minaccia passerò subito ai fatti, chiaro?” sibilò minaccioso.

Briony sorrise per nulla intimorita. “Si può trovare sempre un mezzo per renderti la vita un inferno proprio come tu hai fatto coi tuoi fratelli. Ti credi invincibile ma ogni tanto spunta fuori qualcosa a tuo sfavore; sei tu che non devi abbassare la guardia e starti calmo.”

Non sopportando quell’affronto Klaus le balzò addosso in preda all’ira. Ma Briony se lo aspettava e gli prese velocemente il braccio, storcendoglielo in maniera innaturale fino a farlo cadere in ginocchio dal dolore. C’aveva visto giusto, era lì dove era stato impostato il marchio mentale di Connor. Briony in preda alla furia vendicativa strinse di più la presa fino quasi a stritolargli le ossa del braccio.

Klaus gridò e cercò di scansarsi con tutta la forza che possedeva. Quando fu sul punto di farlo Briony gli serbò un colpo sonoro al viso che gli fece quasi roteare la testa di 360°, in seguito gli sferrò un calcio ben assestato contro il petto da fargli disintegrare le costole. Klaus cadde a terra respirando a fatica.

“Sai quanto ti odio?” Briony era piena di un furore omicida. Gli occhi brillavano di luce malefica. “Ogni livido che potrò arrecarti non sarà nulla in confronto a ciò che ha subìto Ylenia. Quando volte l’hai torturata? Quando tempo c’ha messo prima di morire in mezzo a un lago di sangue?”

Klaus si fece una grossa risata nonostante la debolezza precaria. “Credimi… non potresti immaginartelo neanche nei tuoi peggiori incubi.”

Briony ruggì in preda alla rabbia e gli si avventò contro. Quel gesto istintivo però le valse caro perché Klaus si alzò a velocità sovrumana, afferrandola per il collo.

La ragazza manteneva comunque della freddezza invidiabile, non mostrando paura. Si teneva in equilibro serrando il braccio di Klaus con entrambe le mani, cercando di scostarlo via.

“Hai voglia di morire subito bambolina? Non vuoi dire addio al mio caro fratello? O la vendetta è più importante di tutto?” Klaus la schernì col suo sorriso diabolico. “Anche l’impeccabile Briony Forbes non è poi così buona e immacolata.”

“Faccio il tuo stesso gioco.” Borbottò Briony cercando di non strozzarsi con la sua stessa voce. “E tutti staranno meglio senza di te e senza le tue continue minacce. Stai rovinando persino la vita della tua famiglia e non te lo permetterò mai più!” Una forza primordiale si scatenò dentro di lei e lo spinse via come se fosse stato un piccolo animaletto.

Connor l’aveva privata dei suoi poteri ma lei restava quello che era… uno scherzo della natura forse, ma quella forza che le era stata donata fin dalla nascita, prescritta mille anni prima da un incantesimo di magia nera, sarebbe sempre esistita dentro di lei fino alla morte.

Non ebbe però tempo di fare ulteriori mosse che Klaus scomparve improvvisamente dalla sua vista. Ma non se l’era filata come suo solito. Era stato sbalzato via da una forza potentissima.

Finn.

L’Originario se ne stava immobile ma era plateale che non avrebbe frenato la rabbia ancora per molto. Klaus si stava drizzando anche se era ovvio che si sentiva sfiancato dai colpi subìti; il braccio aveva cominciato a dolergli e a tormentarlo.

“Stavi mettendo in atto un’altra delle tue infamie, Niklaus? Non contento di non aver sterminato la tua famiglia ci riprovi di nuovo?”

“Perché? Quella lì non mi risulta che faccia parte della nostra famiglia.” borbottò Klaus con noia.

“Tu non hai nemmeno idea di cosa significhi esserlo. I tuoi pensieri diabolici ti si stanno rivoltando contro.” Finn si avvicinò pericolosamente mentre Briony stava in guardia cercando di pensare a come agire. Voleva essere lei a fare del male a Klaus, anche il minimo male, ma decise per il momento di starsi in disparte da quel dibattito fraterno prima di passare all’azione.

Klaus intanto aveva rivolto un ghigno perverso al fratello. “Sei così arrabbiato perché ho fatto fuori la tua innamorata? E non ho ucciso solo lei in un giorno, ho avuto una giornata difficile e movimentata.” proruppe lui come onorato, sistemandosi la giacca.

Finn non ci vide più dalla ragione e gli sbalzò contro. Klaus se lo aspettò e fu più veloce del fratello nello spingerlo contro la corteccia di un albero.

Briony corse subito da loro e con ira piantò le unghie nel braccio martoriato di Klaus. Subito questi gridò fortemente e lasciò andare la presa dal fratello. Briony lo spinse a terra con forza ma l’ibridò la sbalzò lontano da lui con la sua forza sovrumana; la ragazza sbatté i ginocchi sull’asfalto ma non badò al bruciore perché la sete di vendetta gridava di essere saziata fino all’ultima goccia. La luce dentro di lei, la scintilla vitale di Ylenia, sembrava sul punto di esplodere.

Finn invece aveva tentato di sferrare al fratello dei colpi ma erano stati tutti intercettati. Klaus era molto più forte di lui e ora il maggiore dei Mikaleson era a terra con la bocca sanguinata.

“Se ci tieni a fare una brutta fine allora sarò felice di accontentarti.” ruggì Klaus in preda all’odio.

“Non ti darò un’altra occasione per uccidermi.” rispose Finn a sua volta drizzandosi in piedi. Klaus però gli ruppe il collo in un nano secondo senza scomporsi più di tanto.

“Ecco la fine che fanno i folli innamor-“

Ma non finì la frase che Briony gli balzò addosso sulla schiena, stringendogli la presa sul collo allo scopo infatti di romperglierlo. Klaus ringhiò cercando di strattonarsela via ma Briony reggeva con determinazione.

“Eh no bambolina. Non ti farò avere la meglio su di me.” In uno sbalzo di furia gettò Briony a terra cogliendola alla sprovvista, stava per assestarle un duro colpo ma un urlo lo fermò istintivamente.

“Briony!”

Con la coda dell’occhio, Klaus scorse Caroline correre verso di loro con sguardo shockato. “Klaus, lasciala andare subito!” gli ordinò lei.

Con un ringhio di stizza, l’ibrido fece ciò che la vampira gli aveva chiesto e liberò Briony dalla sua presa. Lei comunque lo spinse via durante quel gesto, non ancora disposta a sottomettersi. Si rialzò col respiro affrettato, aiutata dalla sorella che continuava a guardare Klaus con shock.

“Che cosa diavolo pensavi di fare?? Non ti è bastato uccidermi il fidanzato, ora mia sorella!”

“E’ stata lei a cominciare, sweetheart.” si giustificò Klaus con noncuranza mentre Briony gli lanciava sguardi d’odio.

“E’ meglio che tu abbassi la cresta chiaro? Hai osato fin troppo bambolina e con me il gioco dura poco.” Mormorò Klaus con voce diabolica.

Briony storse la bocca per nulla impaurita. “E mi metterai a tacere così come fai sempre con i tuoi fratelli? Loro sono stanchi di vivere a discapito delle tue minacce, tutti noi lo siamo!”

“La mia famiglia la comando io. Se non ti sta bene, stanne fuori.” replicò Klaus gelidamente, sparendo all’improvviso dalla loro vista.

Caroline allora fece un sospiro di sollievo mentre Briony era piena di delusione dell’essere uscita sconfitta da quello scontro. Ma purtroppo era senza armi… priva di poteri… come poteva inventare qualcosa per farla pagare a quel bifolco? Elijah non vedeva il pericolo reale perché si rifiutava di credere che Klaus fosse un mostro. Doveva salvarlo da quella fiducia malriposta, salvare tutti loro da quel pazzo.

Guardò Finn ma la sua condizione non era grave, si sarebbe svegliato entro poco. Anche lui aveva cercato vendetta, proprio come lei.

“E’ meglio che ce ne andiamo di qui.” disse Caroline ad un tratto.

“E Finn? Non possiamo lasciarlo qui per strada.”

“Me ne occupo io. Tu intanto anticipami al Grill. Ho bisogno di un drink forte.”

<< A chi lo dici >> Pensò Briony fra sé e sé.

 

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Al Grill c’era poca gente per fortuna quindi Briony poteva starsene buona e in pace a bere un drink. Ma non aveva voglia di fare neanche quello, continuava a girare la cannuccia dentro il bicchiere, pensando a come uscire da quella situazione drastica.

Senza l’appoggio di Elijah poi era come nuotare in un mare sconosciuto che abbatteva violentemente le onde su di lei. Di solito affrontavano ogni genere di situazione insieme, bella o brutta che fosse, ma in quel caso purtroppo era diverso… la sensazione di sentirsi sola arrivò prepotente ma la allontanò quando finì il drink in un sorso.

“Affoghi i dispiaceri nell’alcool? Benvenuta nel club!”

Briony allora si girò sorpresa. Vicino al bancone di fianco a lei c’era Damon e pure Stefan.

“E voi.. voi che ci fate in giro?” domandò lei circospetta.

“Ormai tutti sanno che i Mikaelson sono vivi quindi è inutile restare nascosti.” disse Stefan.

“E poi io non ho alcuna voglia di rinunciare al mio solito Bourbon per la fifa che mio fratello prova di continuo.” replicò Damon invece col solito sorrisetto.

“Si tratta di precauzione, Damon.” sottolineò Stefan alzando gli occhi al cielo.

“Fate come volete. Ma tenete gli occhi ben aperti. Klaus è uscito fuori di senno.” mormorò Briony a bassa voce.

“Niente che già sappiamo. E’ pazzo dal giorno in cui è nato.” replicò Damon finendo il suo drink.

“Questa volta la situazione è seria, ha già ucciso due innocenti e chissà quanti altri ne ucciderà.”

“Pensi sia un pericolo?” domandò il minore dei Salvatore facendosi scuro in volto.

“Lo è da sempre Stefi! Noi avevamo il modo di farlo fuori ma la signorina perbenista qui presente e il suo uomo d’onore ci hanno proibito di fare mosse false, a meno che non volessimo vederci i cuori strappati dal petto!” Proruppe Damon lanciando a Briony un'occhiata di fuoco ma lei si stava già immergendo in ricordi del passato.

“Intendi.. l’incantesimo che Bonnie ci aveva esposto.. l’essicazione?” domandò dubbiosa.

“Bingo! Ma ora come ora è impossibile metterlo in atto.”

“Forse no.. “ borbottò Briony fra sé e sé fissando un punto qualsiasi davanti a lei.

“Ci stai offrendo il tuo aiuto?” Stefan come al solito faceva il gentile mentre Damon il mascalzone.

“Attento Stefi. L’ultima volta che glielo hai chiesto ci siamo trovati Elijah in versione strappa cuori e lancia matite in casa nostra, e voglio evitare visto che in primis lui se la prende sempre col sottoscritto.”

“Ma Elijah non è stupido... deve capire che Klaus è un pericolo pubblico e non può gironzolare come nulla fosse dopo quello che è successo.” aggiunse Stefan in maniera sicura. Intanto il Grill si stava già svuotando.

“Purtroppo Elijah ha subìto un trapianto di personalità totale e non capisce di cosa può essere capace il fratello.” disse Briony con un sospiro.

<< O forse lo capisce ma non vuole mettersi al suo pari livello >> pensò fra sé e sé ma la voce di Stefan la riportò alla realtà.

“Tu Briony sei molto forte.. più forte di noi.. se avessimo il tuo aiuto potrebbe anche funzionare.” Ovviamente i Salvatore non sapevano che lei aveva perso i poteri ma Briony comunque rimase in silenzio. Damon invece lanciò l'ennesima occhiata fulminante al fratello:

“Sul serio le stai chiedendo il suo aiuto??”

Briony questa volta intervenne:

“Non avere pregiudizi Damon. Vi ho negato il mio aiuto la scorsa volta perché volevo mantenere unita la famiglia di Elijah, ma Klaus è diventato una minaccia reale per la sua stessa famiglia. Per tutti noi. É ora di darci un taglio e fermarlo. Direi quindi di comunicarlo a Bonnie e non perdere altro tempo.” disse sicura e senza tentennamenti, tanto che sembrò convincere Damon perché infatti brindò:

“Finalmente l’ibrido cattivo verrà messo fuori gioco!”

“Puoi ben scordarti una simile idea.”

A quelle parole glaciali Damon quasi si strozzò col drink. Briony invece sentì un artiglio di ghiaccio scivolarle sù e giù lungo la schiena, facendole venire la pelle d’oca. Cominciava ad avere paura senza ancora sapere di cosa.

Ma l’avvisaglia era ben chiara visto che un gelo la invase in tutta la sua scia: Elijah le passò a fianco senza darle la benché minima attenzione e tenendo lo sguardo gelido fisso sui Salvatore. Era fatale e temerario, impossibile da vincere.

“Elijah, è la soluzione più ragionevole lo sai.” mormorò Stefan cercando di placare gli animi.

“La soluzione più ragionevole invece sarebbe strapparvi il cuore solo per semplice fatto di aver minacciato un membro della mia famiglia.” rispose subito Elijah in maniera pericolosa. Briony stava in piedi stentando a respirare, e ogni volta che guardava il profilo dell'Originario il cuore sobbalzava. Deglutì per mantenere la calma mentre Damon fece come al solito una delle sue battute per salvarsi la pelle.

“Un fratello però pazzoide e che cerca di ucciderci tutti! Dovresti rivedere le tue prerogative.”

Lo sguardo di Elijah si rafforzò nel ghiaccio.

“E’ una cosa che non vi compete. Chi oserà provocare la morte di uno dei miei fratelli la provocherò io a lui, intensi?” Chiaramente convincente. Non si muovere una mosca, nessun battito.

Elijah fece un passo minaccioso verso i due vampiri, lo sguardo glaciale.

“Sono stato abbastanza chiaro questa volta? Non amo ripetermi.” Quel sibilo freddo e trattenuto non creò alcun equivoco, infatti Damon cercò di sorridere nella sua solita maniera.

“Cristallino!”

Briony era rimasta paralizzata da quel gelo, mentre Damon prese per le spalle il fratello minore.

“Ora togliamo il disturbo. Vieni Stefi!” E in fretta e furia i due se la filarono alla velocità della luce.

Quando rimasero soli, Briony sentì quasi il rintoccare del cuore che si sprofondava a terra. Aveva il respiro mozzato, gli occhi bassi solo per non scorgere l’espressione che dipingeva il viso di Elijah rivolto a lei in quel momento. Ma non vi era odio, rabbia, delusione come altre volte in cui avevano litigato… c’era solo un vuoto incolmabile… e lei soffriva di più nel vedere quel vuoto che ogni altra possibile emozione. Lo temeva e ne soffriva.

“Tu non capisci…” mormorò poi cercando davvero di fargli capire il suo bisogno.

Elijah tenne alto lo sguardo austero. “Io non ti capisco.. ma vedo che tu neanche ascolti quello che ti dico. Ti ho solo chiesto tempo, tempo e fiducia. E tu complotti insieme ai Salvatore invece?” L’altra frase fu un sibilo agghiacciante.

Briony ebbe un sobbalzo: sapeva che Elijah non aveva mai avuto fiducia nei Salvatore e disdegnava ogni possibile alleanza… ma in quel caso era necessario per vincere.

“Quello che tu chiami complotto è un tentativo per sopravvivere.” rispose lei decisa alzando finalmente lo sguardo.

Elijah scrutò per un attimo i suoi occhi mantenendo un’espressione decisa; poi sospirò trattenendosi:

“Comprendo il tuo dolore per la morte di Ylenia, ma se metterai in atto questa catena di eventi non ci sarà mai una fine. Klaus ha ucciso Ylenia. Tu ucciderai Klaus. E io e Rebekah uccideremo il suo assassino.”

Quelle parole gelide la colpirono pur sapendo che non doveva averne timore. Più che altro la ferì quella amara verità… la vendetta non portava a niente, solo ad altro sangue sparso sulle strade. Ma lei si sentiva in dovere di far giustizia a Ylenia dopo tutto quello che l’amica aveva fatto per lei.

“Mi uccideresti davvero?” domandò con un lieve sorriso.

Anche lui le sorrise, ma molto più freddamente.

“Sai che non lo farei, questo no.” Furono le sue parole inequivocabili. Elijah sapeva ben dannare una persona che aveva amato ma da cui era stato ferito. Lei ne aveva subìto gli artigli molte volte, finendo insanguinata dentro e fuori.

Capì allora su quale cammino tortuoso stava camminando… Elijah non avrebbe mai potuto ucciderla.. ma se lei avesse ucciso Klaus, per qualunque ragione, tra loro non sarebbe mai stato più come prima… lo avrebbe ferito irrimediabilmente e lui alla fine l’avrebbe allontanata, non sopportando nemmeno più la sua vista.

“Ma non mi guarderesti più con gli stessi occhi.” mormorò lei più che altro a se stessa. Se lei avesse ucciso Klaus, avrebbe perso Elijah. A quella prospettiva sentì una lama trapassarla da parte a parte, infierendo più volte su di lei.

Lui infatti non negò. Sviò semplicemente lo sguardo, che era diventando più livido.

“Non puoi chiedermi di accettare una cosa del genere… Klaus è il fratello che più ho amato quando ero umano.” disse lui con turbamento.

Lei allora istintivamente si infervorò.

“Roba di mille anni fa! Ti sei dimenticato che vi ha rinchiusi tutti dentro delle bare, che vi ha lasciati marcire lì dentro? Quando Connor ti teneva in pugno alla festa lui non ha mosso un dito per difenderti!” L’angoscia del ricordo di quegli attimi atroci rendeva alto il volume della sua voce.

Ma Elijah fu subito pronto a intervenirle contro:

“Era sotto il controllo di quel dannato stregone, altrimenti avrebbe reagito. Niklaus non condannerebbe mai la sua famiglia.”

Lei allora lo guardò sconsolata, con dispiacere per il fatto che lui tenesse così tanto alla sua famiglia da essere quasi cieco. Non si rendeva conto che Klaus non meritava un fratello nobile e onesto come lui?

“Tu ami una persona che non esiste più.”

Elijah sorrise amaramente nella sua maschera di ghiaccio.

“Forse sono ingenuo a concedere alle persone delle seconde occasioni. O forse sbaglio a giudicare delle persone migliori più di quanto non siano.” Nell’ultima frase la guardò di sfuggita prima di voltarsi, ma le bastò quel semplice sguardo per farsi fermare il cuore.

Come al solito temeva il suo giudizio, quasi per lei fosse sacro. Forse perché lui aveva sempre definito la sua compassione un dono, una virtù umana da portarsi in eterno. Non vedendola più nei suoi occhi, sembrò che Elijah stentasse a riconoscerla o a ammirarla come sempre in segreto aveva fatto.

Lei allora sospirò…. Forse era vero che anche lei non era migliore delle persone che la circondavano, ma la sua causa era ben diversa e più importante di tutto.

“Non puoi criticare questa mia scelta… ti sono sempre stata accanto, anche soffrendo ogni tipo di dolore che un essere umano può provare. Io ho bisogno di te in questo momento.” sussurrò col cuore in mano, che veniva quasi dominato da lui.

Elijah spostò tutto il corpo verso di lei. “E cosa ti aspetti che io faccia esattamente a riguardo?” domandò freddamente ma con provocazione nella voce.

Lei parlò istintivamente senza mezzi termini:

“Il tuo appoggio. Da soli non potremmo mai farcela e nessuno te lo recriminerebbe visto che ti sei spesso macchiato le mani.”

Quando finì di parlare, e dopo aver scorto l’espressione di Elijah, Briony capì realmente quale torto gli aveva arrecato ingiustamente, ferendolo come una lama affilata. Lui ovviamente non dava a dimostrarlo, gestiva le sue emozioni col contagocce.

Ma Briony ormai lo conosceva così bene da interpretare le espressioni del suo volto di ghiaccio, il modo in cui spostava gli occhi e come serrava la mascella.

Da codarda temeva di scoprire la delusione che gli stava infliggendo.

"Non intendevo.." mormorò sbattendo le palpebre.

"So cosa intendevi.” replicò lui automaticamente in maniera vuota.

Forse Elijah sapeva ma non era vero… lui si era spesso macchiato le mani di sangue ma sempre per una data ragione, mai ingiustamente.. anche lui aveva commesso degli atti feroci e ancora adesso ne portava il rimpianto... sottolinearlo così senza importanza e per farsi appoggiare era da ipocriti e da crudeli.

Il colpo finale, quello più autentico, era stato quando lei gli aveva chiesto di appoggiarla nell’uccidere Klaus, suo fratello…. Come era potuta a giungere a una simile meschinità? Elijah non l’avrebbe mai fatto… si sarebbe ucciso lui stesso prima di fare una diavoleria del genere…

Ricordò le sue parole. “Non ucciderei mai mio fratello, Briony. Qualunque sia la sua colpa.” E non lo avrebbe mai fatto… nemmeno per amor suo.

Briony sentì le spine pungerle la gola mentre stava per parlare. L’unico appiglio per non farsi sottomettere era combattere per le sue scelte, anche se si sarebbe infranta il cuore.

“Ho sbagliato a parlare così ma quello che hai in mente di fare tu non ha il minimo senso.” Si giustificò lei sorpassandolo per tornare a respirare. Quello sguardo glielo vietava.

Apparentemente il corpo di Elijah non si mosse durante lo spostamento di Briony, ma il suo braccio destro lo fece eccome: la ragazza si sentì afferrare all’improvviso da una forza stritolante e fu costretta a girarsi.

Anche lo sguardo invalicabile di Elijah contribuiva a paralizzarla, finendo così dentro la sua morsa. I loro sguardi sembrarono schiantarsi, nel silenzio i loro pensieri si fusero tra loro senza tanto bisogno di parole ma inquietarono allo stesso modo.

Briony dopo qualche secondo uscì dal suo stato di sorpresa e spostò via il braccio di Elijah: “Non ti rendi conto di quanto Klaus sia fuori dai binari? La mia vita e la tua è in pericolo!”

Il viso inespressivo di Elijah ebbe un guizzo:

“Perché avete fatto andare le cose troppo oltre. Ho visto nel vicolo il corpo di mio fratello che stava per rivenire, dopo l’ennesimo scontro suppongo.” Il tono glaciale con cui lo disse la costrinse ad abbassare lo sguardo.

“Non ho chiesto il suo aiuto, Finn è comparso da solo. Anche lui la pensa come me.”

Sentì Elijah fare un lieve sospiro e allontanarsi di un passo, come se fosse stanco di proseguire quella conversazione. Quando lei sollevò la testa per parlargli, Elijah aveva lo sguardo perso in lontananza.

“Può apparire mostruoso ma se le cose fossero invertite, se ci fosse Caroline al posto di Klaus, tu gliela avresti già fatta pagare.”

A quella provocazione Elijah voltò lo sguardo verso di lei, letale.

“Forse l’avrei fatto.” Replicò lui in tono monocorde e sguardo vuoto.

Lei allora deglutì, sentendo un pugno che incideva su di lei.

“E io magari sarei stata al tuo fianco perché ho anteposto persino la mia famiglia a te.” Ed era sbagliatamente vero.

La risposta di Elijah però la prese in contropiede: il suo viso si contrasse maggiormente, i suoi occhi si fecero più scuri come dei pozzi neri:

“Ma non te lo avrei mai chiesto.”

Il suo tono restò distante quanto il suo sguardo, freddo e gelido, come la stretta che si era racchiusa attorno al cuore di Briony.

Certe volte è l’amore che uccide più di quanto faccia l’odio. Di nuovo quei sentimenti si stavano tramutando in una lama pronti a colpirli al cuore.

Lei lo aveva ferito... lo aveva ferito più di quanto avesse mai fatto.. la delusione per la sua richiesta egoistica si rifletteva sugli occhi glaciali di Elijah, e lei ne fu così tramortita da volerlo fermare per trattenerlo vicino a sé.

Ma come era successo a lui, nemmeno lei riuscì a farlo. Forse le mani di Briony furono troppo lente o forse non c’aveva provato con tutta se stessa, ma alla fine Elijah le diede le spalle e se ne andò via senza dire una parola.

Briony rimase a fissare il punto in cui l’uomo che amava se ne era andato… ma non aveva dimostrato di amarlo in quel frangente, aveva pensato solo a se stessa e alla sua vendetta.

Se le parti fossero state invertite, forse lei non li avrebbe ostacolati nel fermare una Caroline omicida e fuori di testa. Ma ucciderla lei in prima persona? Ce l’avrebbe mai fatta? Mai. Probabilmente avrebbe regalato a Elijah l’ennesimo schiaffo se glielo avesse chiesto.

Briony si sentì quindi morire nel pensare a quanto la famiglia per Elijah fosse importante, quanto veniva prima di tutto... E lei stupida voleva metterlo contro suo fratello, anche se pensava fosse la cosa giusta... ma per uno come Elijah non lo sarebbe stata.

Briony finì per andarsene col tormento in volto, chiedendosi cosa diavolo dovesse fare.

Le ferite sembravano non estinguersi mai.

 

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Briony non era mai stata in Francia, e andarci per seppellire un’amica era alquanto strano. Ma almeno quello si sentiva in dovere di farlo: Mystic Falls non era la casa di Ylenia, Orleans era il suo passato e dove aveva vissuto con sua sorella. L’unica sua vera casa.

C’erano due tombe davanti a Briony, una vicina all’altra. Aveva fatto seppellire insieme le due sorelle Léfevre, proprio come doveva essere. C’era voluto l’intervento del potere mentale di Finn affinchè ciò avvenisse ma andava bene così.

Briony si girò appunto per incrociare lo sguardo di Finn, il quale stava contemplando la tomba di Ylenia. Quell’Originario era di carattere molto chiuso e lei lo conosceva poco ma poteva intuire quanto stesse soffrendo interiormente. Aveva il viso scavato, pieno di ricordi e tormenti.

Briony sospirò. “Eravate riusciti a chiarirvi.. prima di..?”  La parola le si mozzò in gola mentre Finn alzò il mento cercando di trattenere ciò che lo assillava.

“Avevamo messo una pietra sopra al passato.. per non dover più rinfacciarci gli antichi errori al quale mi sono sempre arrancato… speravo però che potessimo…” Non riuscì nemmeno lui a terminare la frase e abbassò lo sguardo. Briony allora lo fissò con tristezza mentre lui ritrovò la forza di riparlare. “Ma non c’è stato il tempo.. forse questa è solo una scusa perché avrei potuto provarci di più e fermare prima il mio rancore.. si vede che non era destino.” disse amaramente.

“Che tu ci creda o no… lei ti amava sul serio. Non ha salvato i Mikaelson solo per me ma anche per te.. in precedenza ti aveva lasciato andare credendo che così fosse meglio per entrambi... una tattica che anche io ho usato ma non è servito a molto.” Mormorò Briony sinceramente.

Finn si scurì la voce, calciando via un sassolino per far finta che il dolore non ci fosse. “L’ultima volta che l’ho vista è stato quando ci ha aiutati a ritornare in vita. Io sono sempre stato il più debole e lei mi è sempre stata a fianco, non lasciandomi mai solo in quei momenti.. tra la debolezza acuta ricordo i suoi occhi neri e tristi fissi su di me.” La sua voce era malinconica mentre ricordava.

Si portò una mano al viso quasi per scacciare un’emozione nascente. “Fin dall’inizio il suo aspetto fisico mi aveva affascinato e catturato come in un sortilegio. E sembrava riaccadere in quei momenti..  come se fossi rinato due volte.”

Briony ascoltava in silenzio, provando profonda empatia per il suo dolore.

“L’ultimo contatto che ho avuto con lei è stato quando mi sono completamente risvegliato.. e lei mi ha sfiorato delicatamente la fronte, continuando a guardarmi, mentre io stentavo a comprendere che stesse succedendo..” Scosse la testa. “Avevo mille domande per la testa ma rimasi zitto per tutto il tempo a contemplarla. Anche quando lei improvvisamente se ne andò, per non tornare mai più.” Rispose alla fine cupo.

“La ami ancora?”

Ci fu un attimo di tentennamento. “Credo di non aver mai smesso di farlo… nonostante tutto.” disse in un soffio.

Briony gli sorrise poi depose una rosa sulla tomba dell’amica. Non c’erano date iscritte sulla lapide; Ylenia aveva vissuto tanti secoli senza averli mai assaporati per davvero.

Ad un tratto il viso di Briony si scavò. “Cosa pensi di fare ora?” domandò a Finn restando inginocchiata.

“Non perdonerò mai Klaus ma ho spesso provato a ucciderlo e non è servito a nulla… forse mi sentirei meglio a cavargli il cuore ma cosa ne ricaverei dopo? Ylenia rimarrà sotto terra.. tanto vale che Klaus viva un’eternità abbandonato da tutti… è quello che merita.”

Briony sospirò. “Io sono ancora convinta che debba pagare con la vita… ma chi sono disposta a ferire e cosa disposta a perdere in cambio?” Ricordò il volto deluso di Elijah nell’ombra dei suoi pensieri. “Elijah non mi perdonerebbe mai e io non potrei vivere senza.” Purtroppo il bivio era ben delineato e la scelta una sola.

<< Scusami Ylenia >> pensò tristemente. Klaus meritava la morte ma lei era troppo malata d’amore per andare fino in fondo alla sua vendetta, perché questa avrebbe ferito mortalmente chi più amava.

Malgrado tutto le fuoriuscirono delle lacrime. “Credi che mi perdonerà?” La sensazione di deludere Ylenia era forte e asfissiante. Quasi non sentiva più risplendere la sua luce dentro il petto.

Finn però le sorrise sincero. “Certo. E poi Ylenia non fa fare il lavoro sporco agli altri. Sicuramente ovunque sia starà orchestrando un malocchio contro Klaus!”

Briony sorrise piano e si alzò sentendo in quel momento diminuire il fardello sul cuore. Quasi più serena prima dell’ultimo addio. Guardò la lapide di Ylenia non permettendo a se stessa di bagnarsi il viso di lacrime perché sapeva che la strega non avrebbe voluto piagnistei al suo funerale. Tipico suo, voleva dimostrarsi sempre forte.

Briony diede le spalle alla tomba, camminando per il cimitero. Finn era rimasto di fronte alla lapide con sguardo provato, tra sensi di colpa e rimpianti. Poi alla fine anche lui le diede l’ultimo addio. Si voltò e si diresse nella direzione di Briony; si incamminarono per andarsene e all’ultimo lei si voltò per guardare la tomba dell’amica in lontananza.

L’avrebbe ricordata per sempre.

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Quel tasto era troppo dolente per essere premuto di nuovo, ma Briony decise di rischiare e di riprovarci, anche se le sarebbe costato l’ennesimo sguardo glaciale di un certo Originario.

Stava a casa Mikaelson aspettando trepidante e col cuore in gola che lui rientrasse. Doveva farsi capire e ricucire quello strappo che stavano creando al loro rapporto.

Fuori era fine estate e quindi poteva permettersi di indossare un mini abito dal tessuto sottile, ma si sentiva comunque il ghiaccio nelle vene.

Aspettò poco perché all’improvviso nel salone comparve proprio Elijah, sempre con la sua solita eleganza. Portava un completo nero con sotto la camicia bianca. Subito il cuore di Briony scalpitò per quella visione, e al solo pensiero di poterlo perdere quel muscolo rischiava di sfracellarsi.

Elijah le diede un’occhiata fugace come una carezza gelida, poi andò al tavolo dei liquori per versarsi da bere. “Com’è andato il viaggio?” domandò lui distaccato, non alzando lo sguardo.

“Lungo e stancante.” rispose lei sospirando e avvicinandosi. Elijah si voltò verso di lei, facendo tintinnare il bicchiere sul palmo.

Briony si inquietò per quello sguardo illeggibile ma si avvicinò comunque: “Avevi ragione.” Disse velocemente alzando una mano.

Elijah allora si girò completamente verso di lei pronto ad ascoltarla. “Sono ancora convinta che Klaus sia un enorme pericolo ma anche se riuscissi a ucciderlo, ti perderei.”

L’Originario nel mentre teneva un’espressione controllata ma rigida. “E non voglio che questo succeda..” finì di dire Briony guardandolo fisso.

Elijah voltò allora leggermente lo sguardo serio, umettandosi le labbra. “Come faccio a sapere che non sono solo parole vuote e che appena uscita non farai esattamente il contrario?”

Briony cercò di guardarlo negli occhi nerissimi. “Devi fidarti di me.”

Gli sguardi rimasero sospesi tra loro per diversi secondi, in silenzio. Briony gli prese la mano fredda, lui non reagì. “Non potrei mai ferirti in questo modo.” Gli sussurrò lei.

Elijah stava per risponderle ma furono interrotti da Rebekah, che entrò a passi spediti nel salone. “Non indovinerete che cosa ha fatto quel pazzo di Kol!”

Elijah si liberò subito dalla presa di Briony e lei così lo fissò di sottecchi. “Cos’altro ha combinato?” domandò lui alla sorella, che scalpitava come una pazza. “Ha voluto vendicarsi di Nik perché crede ancora che lui c’entri con ciò che è successo alla festa! Anche se l’idea non è partita dalla sua mente pazzoide.” L’Originaria guardò quindi Briony col fiatone. “Briony, la tua emotività a volte supera persino la mia.”

La ragazza rimase di sasso dalla confessione della vampira. Che diavolo c’entrava lei adesso?

Elijah aveva corrugato la fronte nel guardare la sorella. “Spiegati meglio.”

“Kol ha privato a Nik definitivamente dei suoi ibridi, proprio per farlo imbufalire.”

A Briony le si mozzò il respiro per quella successione di eventi.

Lei infatti aveva detto che Klaus avrebbe sofferto veramente solo se avesse perso i suoi dannati ibridi… e quel pazzo di Kol doveva averla presa in parola.

“Ha ucciso Elena?” domandò in un soffio soffocato.

“Beh veramente… l’ha trasformata in vampiro, così da far ricordare per l’eternità a Nik cosa ha perso.”

Briony si sentì aggrovigliare lo stomaco e tutto il suo essere in subbuglio. Dannata lingua lunga e dannata emotività.

Kol non era un 100 in quanto a furbizia e se lei si fosse stata zitta, se avesse represso il suo desiderio di vendetta… forse ora Elena sarebbe viva.

“Mio dio…” sussurrò sgomenta con gli occhi sgranati. Elijah si voltò verso di lei ma rimase in silenzio; anche quando lei si andò a sedere su un divano tenendosi una mano sulla pancia, come se temesse di svenire. Il volto in pena e incredulo.

Briony in seguito non udì suoni o movimenti attorno a lei perché era troppo occupata a vedersela coi propri sensi di colpa… possibile che tutto attorno a lei si sgretolava, che quando pregava di morire nessuno veniva a farlo ma la falce della morte invece mieteva altre vittime a lei care?

John era morto per niente e lei non aveva mai mantenuto la sua promessa perché troppo occupata a preoccuparsi dei propri problemi. Lacrime di tristezza si affacciarono sui suoi occhi e si portò una mano alla bocca per non esternare i suoi lamenti.

Se ne stava da sola a contemplare ciò che aveva fatto: aveva trattato la povera Jennifer in un modo ingiusto, costretto Elijah a fare una scelta tra lei e suo fratello, e ora a causa della sua istintività Elena era morta.

D'altronde era troppo difficile essere all’altezza dell’essere perfettamente buoni e nemmeno lei lo era stata, anche se presumeva di esserlo.

Sembrava che qualcosa le stesse risucchiando tutto, lasciando posto solo alla colpevolezza. E solitudine.

Quando Elijah congedò la sorella e si avvicinò al divano sopra al quale era seduta Briony, non fu affatto sorpreso dell’espressione persa e addolorata che dipingeva il suo volto, nemmeno dalla sua immobilità, e neanche di quale fosse la fonte del peso che le piegava le spalle.

Vedere come quel peso le precipitava addosso, provocò in lui della tristezza nonostante si sforzasse ad apparire distaccato e nonostante la sua fredda armatura. Ma tutte le difese del mondo non avrebbero retto contro il sussurro di Briony, nato dal cuore spezzato.

“Mi dispiace.”

Elijah dopo quello si sedette lentamente vicino a lei, guardandola rammaricato e non sapendo come alleviare quel peso che le gravava addosso. Poteva anche essere ancora ferito ma gli dispiaceva; proprio perché aveva sempre sperato che almeno lei sarebbe stata lontana dal male, dal lato oscuro che consumava ogni genere di animo, anche quello più puro, finendo quindi per affogarlo dai rimorsi. Di certo una simile speranza non poteva vivere a Mystic Falls ma lui ci aveva sperato comunque, per lei.

Allungò un braccio lentamente verso Briony per sfiorarla e per farle capire che avrebbero superato anche questa. Non appena Briony sentì la mano di Elijah, uscì dalla sua immobilità e si aggrappò velocemente al petto del vampiro, versando calde lacrime e tenendosi stretta a lui.

L’Originario rimase un attimo sorpreso e rigido, poichè non era affatto abituato a esternare troppo le sue emozioni o a concedere tanto di se stesso. Ma per lei faceva sempre un’eccezione.

L’accolse tra le braccia, in una promessa muta di conforto. “Lo so.” Le disse sui capelli, accarezzandoglieli con la mano.

Briony si accucciò sul suo petto, respirando a fatica. “Lo so” non “Va tutto bene” o altre frasi di circostanza. Con quelle poche parole riuscì a impedirle di cadere quando attorno a lei tutto si sgretolava.

Briony si spostò poi piano, restando a sguardo basso. “Non sei costretto a consolarmi visto che sei ancora arrabbiato.” Mormorò timorosamente.

Elijah alzò elegantemente il sopracciglio. “Rabbia? Non credo che questa emozione mi appartenga. Al massimo te la faccio pagare.”

Lei sorrise mentre lui aveva ripreso la sua maschera di pacatezza.

“Dicevo sul serio prima… su Klaus. Non potrei mai arrecarti una simile delusione.” Disse lei guardandolo.

Lui rimase a fissarla in silenzio senza esternare i suoi pensieri, mentre lei si umettò le labbra. “So che le mie intenzioni ti hanno deluso molto. Ma ora non saprei che altra prova darti se non la mia parola.”

“Non serve.” rispose Elijah alzandosi dal divano. Lei lo seguì perché sapeva che lui intuiva sempre tutto dall’espressione del viso, dal modo in cui sfuggivi ai suoi occhi o da un semplice battito cardiaco.

Elijah però si mise di fronte a un tavolo picchiettandoci sopra con le dita. Dopo quel secondo passato a pensare, lui si voltò verso di lei con sguardo così profondo da immergersi in esso. “E’ una situazione critica, Briony. E mi sta fuoriuscendo dalle mani.” Era la prima volta che lo vedeva così tormentato mentre voltava il viso, come per nasconderle ciò che albergava in esso.

Ma Briony lo conosceva bene, più di quanto lui pensasse.

“Lo so.. lo so. Pensavo che si sistemasse tutto dopo il massacro alla festa.. tu eri vivo e io non chiedevo altro. Ma sembra che i problemi ci perseguitino ovunque.. anche in situazioni in cui vorremmo che ci fosse un po’ di pace. Io non riesco a rimanere calma, mi sembra di scoppiare.. e tu...” si bloccò quando stava per parlare del vampiro che aveva di fronte, perché non voleva affossarlo pure per le sue paure e angosce. Si morse il labbro mentre la stanza scese uno strano silenzio immobile.

“Alcuni problemi sono insormontabili.” Disse Elijah all’improvviso abbassando lo sguardo livido. Poi lo girò verso di Briony: “Voglio solo che tu stia attenta. Continuare a farti del male non ti renderà immune al dolore.”

Lei rimase allora a guardarlo sorpresa, come se lui quelle parole ben sapeva cosa significassero perché c’era passato. In un modo diverso e più letale.

Briony si avvicinò di più fissandolo dolcemente. Sembrava che quel loro rapporto totalitario scandagliasse l’amore nelle sue vette più sublimi e nel male più buio. Ma quel peso ormai non faceva più male.

E loro erano ancora lì, dopotutto, insieme.

“Quindi…” gli sussurrò prendendogli la mano per alleggerire la tensione. “Non me la vuoi far pagare?” domandò fintamente innocente e lui ricambiò con un sorriso affascinante.

“Devo pensarci.” Rispose profondamente, prendendo con l’altra mano un bicchiere di cristallo mezzo pieno.

Briony gli sorrise di rimando cingendolo per le spalle. “Non credere di essere così imbattibile però.. ho rinunciato per la questione di Klaus, non perché temo per la mia vita, ma solo per te. Quindi non dovresti sottovalutarmi.”

Lui continuava a scrutarla con i suoi occhi attenti; nel bere un sorso non li staccò mai da quelli di Briony. Fece un mormorio:

“Ma potrei soggiogarti. Sbaglio o qualcuno ha perso i suoi poteri?” mormorò fintamente minaccioso, facendo roteare ancora il bicchiere contro il volto.

Lei invece sbattè le palpebre, sentendo comunque un brivido per quello sguardo magnetico. “Non lo faresti mai perché non è onorevole privare qualcuno della sua libertà di scelta, e comunque questo è un altro discorso.”

Lui le sorrise leggermente con occhi stuzzicanti, e lei allora fece per dargli un colpo sul petto per farlo smettere con la sua altezzosità. Ma lui la deviò prontamente, afferrandole il braccio e facendole fare una mezza giravolta. Il corpo di Briony gli finì contro il suo petto, e lei si sentì mozzare il fiato non aspettandoselo proprio: il braccio le era stato incastrato contro il petto, sentiva il respiro gelido di Elijah sull’orecchio… ed era riuscito comunque a mantenere il drink intatto nell’altra mano. Stupefacente.

“Sei troppo prevedibile.” Le sussurrò lui provocatorio all’orecchio.

Lei per la stizza si divincolò ma non riuscendo a non sorridere. “E tu sei arrogante.” gli rispose tornando a essere l’uno di fronte all’altro. Ma durante quel gesto Briony fece scontrare per errore la mano di Elijah contro il suo petto e così facendo il drink si riversò sulla sua giacca elegante.

Elijah restò per qualche attimo a contemplare con sguardo serio il fattaccio che era successo. Briony rimase invece con gli occhi sgranati.

Oh oh. Mai rovinare un completo o i capelli di Elijah Mikaelson. Lui che era sempre così impeccabile.

Briony taceva, il liquore continuava a scendere a gocce e macchiare quella giacca costosa. Alla fine Elijah alzò leggermente lo sguardo su di lei, fissandola di sottecchi.

“Scusami, te la ripulisco.” Mormorò lei quasi con noncuranza anche se quello sguardo prometteva guai.

Lui invece dopo un pò le rivolse un’occhiata ilare. “Ti libererò da questa incombenza, anche perché non ti ci vedo a ripulire i miei abiti. Sono un po’ intollerante in queste cose.” Replicò calmo ma nascondendo male il sorriso mentre si girava per prendere un fazzoletto.

Briony invece rise. Era da troppo tempo che non rideva in quel modo; dopo la morte di Ylenia si era persino dimenticata il suono della risata, credendo di non poterlo creare mai più. Elijah l’aveva risollevata anche in questo, l’aveva salvata in tutti i modi in cui una donna può essere salvata.

Alla fine nemmeno le ore più buie potevano distruggere l’amore.. loro ne erano la prova.

Gli si avvicinò guardandolo dolcemente e allacciandogli le mani al collo. Lui rimase in silenzio di fronte a lei a contemplare il suo viso con perfetta disinvoltura.

“Sei la persona più nobile che conosca” gli sussurrò lei, fissandolo per fargli capire che in lui non c’era solo del fascino o della bellezza immortale. “Proteggi tuo fratello nonostante ti abbia ferito e deluso, ma perché gli vuoi bene. Ti prendi cura di me, anche quando mi sembra di essere sola o procuro problemi, ma comunque non ti sei mai arreso nel difendermi. Dai a tutti seconde possibilità, cosa che nessun altro farebbe perché hai speranza che possano essere migliori di così. Molte persone non sono orgogliose di essere innamorate di qualcuno, perché ci trovano sempre dei difetti o perché hanno paura di ciò che provano. Io invece sono orgogliosa di esserlo.”

Elijah l’aveva fissata per tutto il tempo con un bagliore negli occhi che andava a intensificarsi, rendendolo magnifico, come se le parole di Briony oltrepassassero la sua corazza mettendo a nudo ogni crepa.

Lui poi le fece un sorriso quasi minaccioso. “Cosa ti fa credere che ti ho davvero dato una seconda chance?” domandò non spostandosi di un millimetro.

“Lo so e basta.” Replicò lei sicura. Ed era vero, a Elijah era bastato vedere e sentire la sincerità del suo cuore per capire che non mentiva; quanta nobiltà d’animo possedesse nonostante ciò che di brutto le era successo.

Briony appoggiò il viso sul suo collo, abbracciandolo di più per riunire di nuovo le loro anime tormentate.

Lo sentì poi accarezzarle i capelli e cingerla leggermente. L’Originario appoggiò il viso fino quasi a far aderire le loro guance.

In quell’abbraccio Briony si ricompose, si ritrovò, senza di lui non sarebbe nulla ormai.

Dopo quel momento infinito Elijah si staccò piano, lo sguardo su di lei con gli occhi chiusi, le mani che le accarezzavano delicatamente il viso. Di nuovo Briony sentì la completa alchimia fra loro, come se stessero fondendo non solo le loro anime, i loro corpi ma anche i pensieri, i più tortuosi e problematici pensieri per combatterli assieme. E dopo quel momento la pace ritornò.

Si staccarono definitivamente e Briony indietreggiò. “Vado a cambiarmi.” Disse lui fissandosi accuratamente la giacca e sistemandosela più che poteva. Briony finì per sedersi: “Io mi rilasso un po’ qui, queste notti sono state un vero inferno.”

Elijah le sfiorò delicatamente la guancia con la punta delle dita e stette per congedarsi; ma poi all’improvviso si voltò, restandole comunque di spalle.

“Non volevo che ti vendicassi solo per il bene di Klaus.” mormorò a bassa voce. Briony restò in guardia stando in ascolto, mentre lui rimase livido:

“Non volevo che il senso di colpa e i rimorsi ti distruggessero in seguito. Uccidendo Klaus non avresti ottenuto nulla se non la sua morte e di tutti i vampiri che ha creato. Poteva anche essere per una giusta causa ma si tratta sempre di assassinio. E quando ti lasci dietro dei simili atti ti possono venire strappate le cose più importanti che ti rendono umano. Se la morte perde significato, l’esistenza diventa un tormento tangibile che perdura in eterno. Alla fine non resta più nulla.”

Quelle parole vere e tetre colpirono Briony più di quanto si aspettasse. Rimase immobile col cuore che pompava veloce per quella dichiarazione che sapeva dell’amore più altruista e nobile che il mondo avesse mai visto.

Semplicemente lui non voleva che lei si sporcasse le mani, che diventasse una cosa che odiava e che avrebbe rimpianto per sempre… lui ammirava le sue virtù e prima di tutte la sua generosità. Perché ormai aveva vissuto abbastanza da sapere quanto fosse rara quella qualità. E non voleva che Briony fosse privata della vera se stessa.

Lei lo guardò con dolcezza, non sapendo proprio cosa dire per ringraziarlo e per fargli capire quanto fosse importante ciò che lui aveva detto. Ma quando Elijah stava per voltarsi lei si fece  assalire da un campanello d’allarme. “E…” disse propendendosi verso di lui. “Per quanto riguarda Klaus?”

Non voleva ritornare su quell’argomento spinoso ma era ovvio che l’ibrido fosse pericoloso.

Elijah si voltò. “Ci penserò io a lui, non devi preoccuparti. Gli farò praticamente imporre di darmi l’opportunità di vivere come voglio, a me e ai miei fratelli.”

“Vuoi dire” sussurrò lei maliziosa “Che sarai libero di girare il mondo, di strappare i cuori alle donne e di far vedere a tutti i signorotti che contano quanto sei elegantemente impeccabile?”

Lui le fece un sorriso misterioso. “Quasi.” E poi se ne andò dal salone.

Briony aveva scherzato prima, ma così su due piedi non pensò quale fosse la vera opportunità che Elijah avrebbe chiesto al fratello.

 

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Sentiva l’acqua scrosciare dentro il bagno. Briony si era rilassata per una mezz’ora, cercando di far riposare la mente; si sentiva tutta indolenzita per essersi stiracchiata troppo sul divano. In quel momento stava cercando Elijah e da alcuni rumori si intuiva che fosse in bagno.

Istintivamente entrò, trovandosi di fronte uno spettacolo che aveva già idealizzato nella mente, ma vederlo coi propri occhi era un vero spettacolo della natura. L’acqua riempiva la vasca situata tra due blocchi di marmo, e dentro l’acqua vi era Elijah. Evidentemente voleva ripulirsi come si deve.

Lui accorgendosi di lei si voltò nella sua direzione: la testa era sul poggiatesta, il petto ampio e ben delineato era in bella vista, e non c’era molto spazio per l’immaginazione. Elijah le rivolse un sorriso distratto e lei gli venne vicina con uno malizioso.

“Quando dicevi che ti dovevi pulire, non credevo in termini così ampi.” esclamò ironica.

Elijah a sua volta allargò gli angoli della bocca e sviò lo sguardo. “Non mi sembra di commettere un crimine.”

“Un crimine sarebbe bagnare quei bei capelli.”

Briony si sedette sul bordo della vasca, continuando a guardare quel dono di madre natura: non era solo esteticamente bello, era molto di più…. Era così affascinante da poter conquistare chiunque semplicemente non facendo nulla.

Fece scorrere distrattamente la mano sull’acqua. “Prima non sono riuscita a dir niente prima perché mi hai completamente spiazzata. Sei davvero un mistero.”

“Dove sarebbe il fascino altrimenti?” proruppe lui non muovendosi.

“Ma accennavi anche te stesso in ciò che hai detto.” Briony non voleva demordere anche se si sentiva troppo tentata da quella visione. “Tu ti vergogni di alcune cose commesse nel tuo passato, ma ciò che sei ora è più importante… perché per quanto tu ti sia sforzato non hai potuto nascondere il buono che c’è in te, e io lo so che c’è.” Gli mormorò accarrezzandogli il braccio muscoloso.

Elijah questa volta la fissò, finendo dopo qualche secondo per drizzare il busto verso di lei e tenendo le braccia sui bordi della vasca. Briony tentava di guardarlo unicamente in viso ma sentiva un languore cocente che si espandeva in tutto il suo essere. Perfino il modo in cui il corpo di Elijah muoveva l’acqua era eccitante.

“Intendi restare lì?” le domandò lui con voce così suadente da farla fremere. Le venne l’acquolina in bocca nell’averlo così vicino. Nudo perfino.

Lei non riuscì a resistere e si propese verso di lui per depositare le labbra sulle sue. Il vampiro non si mosse, nemmeno quando lei lo baciò piano una seconda volta. Briony sentiva il suo sapore deliziarla come un vino prelibato e lei ne fa catturata letteralmente, proprio come se fosse una dipendenza.

Lui questa volta agì e le restituì il bacio; anche le sue mani si mossero visto che andarono sui fianchi di Briony e l’afferrò contro di sé. La ragazza si sentì così trascinare proprio dentro la vasca e le uscì una risata mentre l’acqua la bagnava a spruzzi.

Eluijah le mise una mano sulla guancia abbassando il viso verso il suo e tornarono a baciarsi. Lui però si staccò troppo presto per dirle: “Ora dovresti uscire altrimenti ti prenderai un malanno.”

Sembrava un consiglio saggio ma figurati se lei accettava. Briony con un sorriso sicuro si sedette bene sopra di lui, mettendosi a cavalcioni, e si tolse di dosso il vestito. Elijah la cingeva, rimanendo a fissare penetrante i suoi gesti. Briony poi si tolse il reggiseno e tornò a baciarlo; gli si strusciò contro mentre si impegnava anche a far scivolare via gli slip.

Elijah le accarezzava spasmodicamente la schiena mentre lei si spostò per baciargli il viso e le spalle, e si mise poi comoda su un fianco contro il suo petto marmoreo. Elijah le cinse infine la spalla, guardando un punto davanti a sé.

L’acqua scrosciava fra i loro corpi mentre qualche goccia tintinnava fuori dal rubinetto. Briony si accovacciò su di lui, sentendosi in pace.

“Stavo pensando..” disse mettendogli una mano sul petto. “Che appena finita questa brutta storia potremmo andarcene.. Mystic Falls è la nostra casa ma è un luogo nefasto. E visto che siamo entrambi immortali potremmo ricominciare da capo e lasciarci alle spalle tutte le cose brutte che ci sono successe.” Ripensò a Ylenia ma cercò almeno in quel momento di scacciare la tristezza.

Lui le rispose con un mormorio e incominciando ad accarezzarla sù e giù in un braccio. Briony sentì allora un’elettrica vibrazione passare su di esso e tremò.

“A che pensi?”

Elijah scosse impercettibilmente la testa per dire che non era nulla, ma lei si alzò piano col busto andando a cingergli la vita con una gamba per poi mettersi sopra di lui, quasi all’altezza dell’inguine. Se il suo cuore galoppava impazzito, Elijah comunque rimase immobile contro lo schienale a sguardo alto.

Lo guardò: “Ti senti stressato dopo che sei ritornato dalla morte vero? L’ho percepito.”

Elijah non rispose, continuava a esternare una calma apparente. Briony comunque era certa su ciò che diceva perché aveva notato un repentino cambiamento… come se lui dovesse convivere con la sua natura dannata in maniera più insistente e insidiosa. In fondo affrontare la morte non era una cosa facile. E lei non voleva che lui si portasse dentro l’ombra fatale del suo gelo.

Cominciò a toccargli il petto marmoreo per infondergli calore, la sua vicinanza. Lui rimaneva apparentemente impassibile dopo la sua domanda; come al solito evitava gli argomenti che potevano scottarlo.

La mano di Briony andò più giù, i suoi occhi fissarono trepidanti le sue mosse per poi posarsi sul volto di marmo del vampiro. Sentì il cuore battere impazzito.

Gli toccò il volto, tenendo a freno il desiderio: “Sei davvero un mistero su tutti i punti di vista ma voglio sul serio capirti.”

Lui allora si chinò lentamente su di lei, guardandola in un modo fin troppo profondo da soggiogarla.

“E’ davvero necessario?” le domandò a pochi centimetri dalle sue labbra e accarezzandole il collo.

<< In effetti no >> pensò lei nel momento esatto in cui lui appoggiò le labbra sulle sue, aprendole delicatamente. Briony da subito sentì un forte capogiro, forse a causa dell’ambientazione, ma non si diede modo di pensare a nulla perché troppo concentrata sulle sensazioni che solo lui le provocava.

Gli intrecciò le mani ai capelli, approfondendo il bacio in cui le loro lingue sembravano darsi la caccia a vicenda e stringersi insieme. E misero dunque da parte le fastidiose conversazioni senza troppo rammarico.

Lui aveva ricominciato ad accarezzarle la schiena, stringendola sempre di più a sé mentre lei in un impeto gli morse il labbro e si scontrò maggiormente col suo bacino:

“Direi proprio che mi hai sul serio perdonata.” Gli sussurrò maliziosa mentre lui le sorrise ilare, portando le mani al suo viso e ritornando a baciarla: “Ne sarai sicura solo quando avrò finito con te.”

Il freddo dell'acqua ormai non importava perché Briony sentiva una fuoco trapassarla; ogni volta che lui la toccava per lei era come una liberazione e un desiderio inesauribile prendeva il sopravvento su tutto.

Mentre le loro labbra si muovevano in sincrono, Briony provò un deliziosissimo brivido provocato dalle mani di Elijah che si erano avvicinate pericolosamente alla sua coscia.  Così con cautela avvicinò la punta della lingua sui suoi denti, afferrandogli i canini col labbro inferiore. Si strusciò contro di lui, alzandosi di poco e facendo rimanere sospeso quel momento fin troppo intimo.

Elijah si bloccò un attimo temendo di farle del male, e del sano buon senso gli impose di scostarsi da quella presa dominante, ammonendola chiamandola per nome. Briony si arrese controvoglia ma doveva intuire che bere il suo sangue già due volte era una macchia sull'onore per lui.

Però quando le labbra di Elijah trovarono il lobo del suo orecchio, finendo poi giù, dimenticò quel piccolo imprevisto e gemette.

Come a imporle un'ulteriore trepidazione lui cominciò a lasciarle dei piccoli e delicati morsi sulla linea del suo collo, senza però affondarvi dentro con i denti. Il cataclisma che si abbatté su di lei fu comunque intenso.

<< Che bastardo >> pensò fra sé e sé mentre lui mandava avanti quella tortura. Entrambi sovraeccitati, con le pelli che si mandavano scosse elettriche al minimo tocco.

Briony gli strinse di più i capelli fra le dita mentre il cuore galoppava nel petto nel sentire l'erezione di Elijah premere contro il suo bacino. Lo voleva, lo voleva con tutta se stessa e il desiderio a lungo andare fu quasi una dolente tortura.

Elijah le stava accarezzando una gamba dentro l'acqua finendo poi per accarezzarle la linea dei fianchi, provocandole insaziabili brividi a causa del gelo delle sue mani bagnate. Continuava a perdurare in quei piccoli morsi e lei stava quasi per sciogliersi dentro la sua stessa pelle. Ansimava col respiro spezzato che divenne più mozzo del solito quando Elijah la fece issare di più sul suo bacino, facendo scontrare maggiormente i loro corpi.

I loro occhi ricolmi di desiderio irrefrenabile si schiantarono l'uno contro l'altro, l'animo di Briony si accese ancor di più e gli baciò il viso con bramosia:

"Non sarebbe meglio spostarci sul letto?" gli sussurrò tra un gemito e l'altro.

Lui all'improvviso si bloccò, fissandola in maniera misteriosa. Lei fece lo stesso, sentendo continui fremiti per quello sguardo. Per un momento si chiese che cosa volesse fare.

E lui come risposta le cinse la schiena con un braccio, sollevandola appena e penetrandola in un solo colpo. Briony sentì una scarica così forte che dovette aggrapparsi alle spalle di Elijah per non urlare dall'eccitazione. "Vuoi ancora raggiungere il letto?" le mormorò lui a bassa voce contro le sue labbra e rimanendo dentro di lei.

Briony non ebbe il tempo di abituarsi a quel senso di pienezza, che lui subito penetrò dentro di lei in un secondo affondo più forte. A Briony si mozzò il respiro, le sembrava che lo stomaco avesse avuto una fitta fino a farla pulsare. Non riuscendo a tenere bada quell'eccitazione si aggrappò a un bordo della vasca, reggendosi; mentre lui aveva cominciato ad addentrarsi dentro di lei, stringendola possessivo a sé, con movimenti più uniformi che le diedero comunque la testa, tanto da inclinare la schiena all’indietro tra continui ansiti. Elijah si accinse quindi a distribuirle un seria di baci sul collo che le fecero ribollire il sangue e impazzire fino al limite.

Avrebbe dovuto darsi un freno e calmarsi, perché mentre lei stava godendo delle gioie della vita magari qualcun altro stava morendo e perché in fondo era ancora in lutto per la morte di Ylenia. Ma in quel momento non riusciva proprio a badare alla realtà. Ogni volta che lui la toccava, la baciava o la possedeva non pensava a nient’altro se non lui; e sperava che quei momenti non avessero mai una fine. Era unicamente vittima dell’ebbrezza che le provocava la sua vicinanza, impossibile tenere a bada l’eccitazione in una situazione del genere.

Il respiro di Briony era sempre affrettato, così come i battiti del cuore e riuscì a non soccombere a quel violento desiderio perché fece di nuovo aderire i loro corpi, pregandolo di continuare con i movimenti delle mani e i continui sospiri.

Elijah la teneva stretta per la schiena, quasi affondandoci con le dita; anche il suo respiro si era fatto ansante sulla sua spalla. Briony insinuava le mani nei suoi capelli fino a scendere per le sue spalle e giù fino alla schiena, come per godere di come sentiva guizzare quei muscoli sotto le dita.

Quando sentì una potente pulsazione, Briony non riuscì a resistere e dovette alzare di più il busto contro il petto di Elijah per schiacciare l’urlo nell’aria pesante e sovraccarica.

In mezzo alle vertigini del piacere, Briony percepì un movimento dell’acqua e poi sentì la mano di Elijah accarezzarla dal collo fino a sù ai capelli. Le sue labbra sembrarono prendere la stessa direzione e di nuovo ne fu estasiata. Briony gemette debolmente e si abbassò di nuovo contro il suo bacino, mentre le loro labbra avevano cominciato un bacio profondo e vorace che allontanava tutti i problemi che si erano schiantati sul loro rapporto.

Il braccio di Briony si alzò fino ai capelli di Elijah e lui si chinò per baciarne avidamente la carne della parte superiore. Il desiderio fu talmente incontrollato che Briony gli si strinse di più, fondendosi in un tutt’uno che infatti si mossero l’uno dentro l’altro all’unisono dentro l’acqua.

In quel momento i loro visi erano vicini e di fronte all’altro, facendosi invadere dai loro respiri spezzati. Con gli occhi chiusi sembrarono dimenticare ciò che succedeva fuori al mondo esterno; erano troppo presi dalle emozioni che stavano catturando e imprigionando i loro cuori in una dolce armonia.

Elijah ad un tratto si propese verso di lei per baciarla di nuovo, le mise una mano sui capelli e la spinse all’indietro contro lo schienale.

Il gelo della vasca contro il calore che si sentiva nel corpo contribuì a rafforzare le sensazioni che sfociavano in lei in una adrenalina potentissima.

Briony appoggiò la nuca al poggia testa con un sospiro mentre Elijah la sovrastava completamente col suo corpo marmoreo fino a farla sentire intrappolata. Il cuore di lei sprigionò battiti accelerati in confronto ai movimenti lenti che Elijah aveva intrapreso ancora dentro di lei, così lenti e calmi, come se avesse tra le mani un tesoro prezioso.

Le fuoriuscirono dei sospiri di piacere e allungò di più la testa all’indietro. Le labbra di Elijah sembravano raccogliere ogni goccia d'acqua presente nel suo corpo e parvero lasciare al posto del gelo un fuoco dirompente che la incendiava.

Se era un peccato farlo in un momento del genere, Briony era ben felice di commetterlo. Perchè anche se lo era, si sentiva beatamente in pace in quel mondo ricolmo d’inferno.

In seguito il lento scorrere delle labbra di Elijah lungo il suo collo le trasformò il sangue in un liquido incandescente, che fluì nel seno fino a giù nel basso ventre facendola bruciare di passione. Si premette di più contro di lui, avvolgendogli la schiena con le braccia, e poi istintivamente Briony aprì gli occhi verso il basso. Erano quasi accecati ma riusciva a vedere come il corpo magnifico di Elijah si muoveva contro di lei in una movenza affascinante e persino elegante. Un simile dono di madre natura doveva essere illegale.

Il cuore le esplose dentro il petto e tornò ad alzare la testa, richiudendo gli occhi. Schiava di quel piacere non riusciva a non stringersi a lui per sentirlo meglio dentro di sé, mentre lui continuava a tenere affossato il viso sul suo collo e a non smettere di farla sua. I loro respiri ormai non si contavano più dal che gran che erano frequenti.

L’acqua era da pelle d’oca ormai ma nessuno dei due se ne rese conto, presi da quell’estasi da cui vennero inebriati.

 

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Elijah era comodamente seduto su una poltrona a sorseggiare un drink con espressione vagamente annoiata; le gambe erano allungate sul poggiapiedi e sembrava non avere nessun pensiero per la testa. Eppure ce lo aveva, e ben più di uno. Per questo era lì ad aspettare una persona per chiudere una questione importante, una volta per tutte.

Ancor prima che la presenza richiesta si materializzasse, lui ne udì i passi col suo udito sopraffino. “Buonasera Niklaus.” Disse con la sua solita freddezza.

L’ibrido invece manteneva il suo passo arrogante ma sembrava trascinarsi lungo il corridoio, come se un grosso peso gli gravasse sulle spalle. Appariva ammalato anche se era impossibile per un Originario ammalarsi; il pallore sul viso di Klaus però era evidente così come le profonde occhiaie. Non si era neanche degnato di pulirsi del sangue sulla sua giacca e nei pantaloni.

Elijah tuttavia gli diede una fredda occhiata senza badarci troppo.

“Vado subito al dunque, non ho intenzione di tergiversare.” disse col suo solito tono diplomatico mettendo via il bicchiere e incrociando le gambe.

Klaus ebbe comunque la forza di sorridere fra quell’espressione mezza devastata.

“Dimmi pure Elijah, elargiscimi pure le tue richieste e esponi i tuoi dubbi. Quale fratello lo negherebbe?” domandò lui con uno strano tono, mettendosi a sua volta seduto su una sedia.

Elijah fece un movimento impercettibile con la testa. “Farò in modo che Connor venga cancellato sulla faccia del pianeta così potrai riavere indietro la tua libertà.”

“Questo si chiama ragionare. Sapevo di poter contare sul tuo aiuto.” esclamò Klaus soddisfatto.

Elijah non si scompose e l’ibrido continuò a parlare. “Non augurerei questo tormento neanche al mio peggior nemico. E’ un duro fardello da sopportare.”

“Beh hai sopportato ogni genere di tormenti in questi mille anni, saprai affrontare anche questo per il tempo che impiegherò a uccidere a Connor. Ma in cambio… te ne andrai.” Disse Elijah improvvisamente guardandolo fisso negli occhi senza alcun tentennamento per quella richiesta. Klaus a suo avviso non sbattè nemmeno le palpebre, come se se lo aspettasse.

“Pensi che sarà così facile? Tu mi aiuti a disfarmi di Connor ma in cambio mi vuoi fuori dalla tua vita e quella della tua bambolina?” domandò lui fintamente calmo e indicandolo con l’indice.

“Non ti voglio fuori dalla mia vita, Niklaus. Voglio solo che certi episodi incresciosi non si ripetano più.” Replicò Elijah in tono freddo guardando un punto basso del pavimento. Poi tornò a fissare il fratello. “E desidero anche che tu non comandi più a bacchetta la vita dei nostri fratelli. Si meritano la vita che vogliono loro, non quella che vuoi tu per loro.” Mormorò questa volta in tono più serio, riferendosi anche a se stesso mentalmente.

Klaus in risposta gli fece un ghigno mentre Elijah manteneva la sua pacatezza non mostrando apparentemente alcuna emozione.

“Sei cambiato Elijah.. anche tu ti sei fatto ingannare dalla magia dei sentimenti? Non ti credevo così stolto. Queste sono robe per persone poetiche come Finn e Rebekah. Kol lasciamolo perdere perché vede tutto quanto come un gioco e dopo la sua ultima bravata…”  Klaus serrò le labbra per smontare l’ira che lo stava invadendo. Cercò di riprendere il controllo, sviando lo sguardo in un punto qualsiasi della stanza.

“Ma tu mi hai fatto una promessa, Elijah. Mille anni fa ricordi? Sulla tomba di nostra madre. Always and Forever. O te ne sei dimenticato?”

“Sei tu che ti sei dimenticato il valore di quella promessa.”

“Ma a dispetto tuo sono ancora qui a voler riunire la nostra famiglia, come una volta.” Replicò Klaus guardando questa volta Elijah, il quale teneva sempre un’espressione calma in viso.

“Sei disposto a perdere tutto questo, Elijah?” lo incalzò di nuovo per far leva sul suo senso della famiglia. Il problema era che Klaus non capiva che la famiglia si basava su radici solide come unione, sincerità, lealtà, sacrificio… parole che lui ormai non conosceva più.. la buona volontà non bastava. Comunque il moro decise di optare per il silenzio.

Klaus intanto si era messo alcune dita contro le labbra a sguardo alto, come se stesse pensando fra sé e sé. “Sai a volte mi chiedo se c’è qualcosa di più importante dell’onore per uno come Elijah Mikaelson. Niente direbbero alcuni. Ma ti conosco come le mie tasche ormai, caro fratello.” Mormorò soave fissandolo in maniera furba. “E quindi la mia risposta alla domanda è… sì, credo di sì.” Finita la frase prese il cellulare dalle tasche, sempre con quel sorriso furbetto.

Elijah fissava le sue mosse con perfetta calma, ma tenendo alta la guardia perché capiva che Klaus aveva in mente qualcosa. Decise però di mantenere il controllo e aspettare la mossa del fratello, che infatti si alzò dalla sedia venendo verso di lui; giocherellava col cellulare come se stesse cercando qualcosa. “Sai la tecnologia è un vero tesoro. Ti sembra di vivere una realtà anche solo vedendola attraverso lo schermo di un cellulare. Magnifico.” cinguettò l’ibrido mostrando poi al fratello il proprio cellulare. “Ti garba questa visione?”

Elijah guardava incerto lo schermo del telefono, non sapendo dove il fratello volesse andare a parare. Forse era davvero pazzo.

Ma mettendo più a fuoco la vista e stringendo gli occhi, notò che quel congegno gli stava mostrando un video. Il panorama era quello di Mystic Falls senza dubbio, infatti in lontananza si vedeva il Grill. E in primo piano a destra, c’era una ragazza che stava camminando verso l’auto. La riconobbe all’istante e subito serrò il viso per la sorpresa e per un orrendo dubbio. Cercò comunque di non far trapelare alcuna emozione e di rimanere vigile, mentre Klaus lo guardava con un ghigno beffardo.

“E’ il mio fedele Tony quello che sta filmando. Si trova appena a due passi dalla tua bambolina. Ci metterebbe un attimo a strapparle il cuore con un bel paletto, e lei ora è tutta sola e indifesa. Un grande peccato.”

Il sorriso di Klaus però svanì in un istante perché fu sbalzato a velocità potentissimo contro il tavolo, che quasi si sfracassò per il colpo. Elijah lo teneva in pugno, serrandogli il colletto della maglia con le dita che si erano quasi trasformate in artigli. L’espressione era terribilmente diabolica e minacciosa; gli occhi gli mandavano lampi gelidi.

“Che cosa hai intenzione di fare?” sibilò lui lentamente tenendolo sotto di sé.

Non era riuscito a mantenere il controllo e a restare immobile. Quella minaccia reale era stata troppo per lui ed aveva reagito senza neanche rendersene conto.

Klaus però non mostrava alcuna paura per quella situazione. “Credo che sia ovvio no? Entro dieci secondi darò il mio ordine a Tony affinchè uccida la tua bambolina sotto i tuoi stessi occhi.” Gli mormorò per nulla rammaricato. “A meno che tu non voglia tornare indietro suoi tuoi passi.. 10, 9, 8..”

Elijah lo fissava trattenendo la furia, gli occhi erano sospettosi per quella strana richiesta. “7, 6… Ehi ti consiglio di fare in fretta perché il tempo è tiranno. 5, 4..”

Elijah rimaneva immobile e in silenzio con sguardo micidiale. Gli occhi invece saettavano contro il cellulare: l’ibrido si stava avvicinando e Briony gli dava le spalle intenta a cercare le chiavi nella borsa. Alla prospettiva di ciò che sarebbe potuto accadere il cuore gli si strinse in una morsa ferrea. “3,2..”

“Fermalo.” Mormorò Elijah con tono durissimo. Klaus però rimaneva immobile con un sorrisetto stampato in faccia. Il moro lo scosse, trattenendo a stento la pazienza. “Fermalo.” sibilò di nuovo.

Klaus questa volta portò il cellulare all’orecchio. “Tutto a posto, Tony. Per ora è tutto.”

E con enorme sollievo Elijah vide l’ibrido passare dritto e Briony voltarsi con un’occhiata distratta verso di lui, incurante del pericolo che aveva appena corso. Ma adesso era salva.

A Elijah sembrò di poter respirare di nuovo. La facoltà di farlo gli era stata negata dal momento in cui Klaus aveva iniziato quel perfido timer, facendogli così stringere la gola. La stretta attorno al cuore si allentò un poco ma comunque ci rimasero dei segni indelebili.

Con un sospiro lasciò andare il fratello con un scossone mentre questi si rialzava tutto soddisfatto. La tentazione di dargli un pugno era tanta ma Elijah cercava di mantenere il controllo il più possibile per capire meglio le intenzioni del fratello e su come fare per vincere contro di lui.

Si mise anche lui dritto e guardava il fratello con fredda severità. “Che cosa vuoi? Parla chiaramente.”

“Io?” domandò Klaus innocentemente. “Voglio che torniamo ad essere una famiglia. Senza inganni e distanze. Voglio che siamo uniti. Ma soltanto noi, non sono ammessi membri esterni.. soprattutto se questi membri esterni non mi piacciono e sono un pericolo per la mia vita.”

Elijah serrò il viso. “Briony non..”

“La tua bambolina è una seccatura pericolosa e una spina nel fianco. Non permetterò che ti rammollisca in maniera definitiva, e per di più è da tantissimi anni che do la caccia a quelli come lei… perderei la faccia se la accogliessi a braccia aperte nella mia famiglia.”

“Nessuno te l’ha mai chiesto.” replicò Elijah in maniera glaciale.

“Ancora con questa storia che io debba andarmene? Credo che dovrete tollerare la mia presenza.” mormorò Klaus a sua volta con tono arrogante.

Elijah continuava a fissarlo con severità austera mentre l’ibrido con un sorriso beffardo, quasi non temesse per niente il fratello perché lo conosceva troppo bene.

Sembrava che Klaus fosse arrivato al punto limite della follia e dal momento che non poteva avere ciò che amava, faceva quindi del male alle persone che amava. Credendo follemente di essere nel giusto.

“Sai… non voglio sempre far la parte del fratello crudele perché davvero lo faccio per il tuo bene. Quella lì non va bene per te. Rebekah cerca sempre affetto da chiunque e tu l’hai cercato in una persona sbagliata, in un nemico mortale. Non può finire bene e lo sai... Il nero è il colore dell’amore nei vostri cuori.” Sussurrò lui con fare provocatorio come se sapesse di avere ragione.

Elijah contrasse duramente la mascella, quasi si sentisse sul serio colpito da quelle affermazioni, sfreccianti come frecce. Klaus ricaricò la dose: “Tu credi di essere l’unico che può veramente proteggerla ma questa è solo un’illusione. La cosa peggiore per Briony Forbes sei tu.”

Il moro teneva una postura dritta ma era solo una montatura, così come la sua espressione gelida.

Per tanto tempo l’aveva pensato.. che la stesse privando di una vita migliore, o di una luce che avrebbe illuminato le sue giornate prive di male.

A volte purtroppo fai cose che non ti rendi nemmeno conto di poter essere capace… forse quelle parole erano vere, ma il punto fondamentale era che lui credeva appunto di non poter essere capace d’amare, di aver ormai smesso di credere in quel sentimento da secoli e secoli… e invece era accaduto il contrario. Proprio grazie a lei.

Elijah fece una smorfia, distogliendo lo sguardo che sembrava inabissarsi dentro se stesso. Sfortunatamente non credeva nemmeno che Klaus potesse arrivare a tanto, ma decise di giocare un’ultima carta prima della fine.

“Dimostrami tu che sei disposto davvero a riconciliarti con la nostra famiglia. Che non ripeterai lo stesso errore.”

“E cioè? Potrei anche fare il bravo con voi ma cosa ti fa pensare che risparmierò la tua bambolina?” domandò Klaus mettendosi faccia a faccia con lui.

“La risparmierai perché ti sto chiedendo di farlo.” rispose l’altro senza remore. “Come tuo familiare, come il tuo unico fratello che è disposto ancora a crederti, ti chiedo di darmi questa possibilità di sentire, di provare affetto..” ripetè quelle parole provenienti dal fondo del suo animo umano che stava rinascendo. Klaus rimase ad ascoltare serio e così Elijah finì: “di amare.”

Era una prova difficile da superare soprattutto per degli animi oscuri come i loro... perché dopo i lividi che gli altri avevano arrecato ai loro cuori, uno dei due voleva rischiare ancora. Nonostante i numerosi pericoli e l’incertezza di un futuro roseo. L’amore in fondo è pericoloso come la fune che ti tiene sospeso a mezz’aria.

Ma Elijah aveva già superato quelle sfide, rimanendo anche fulminato a sangue e tradito per giunta, però era disposto ad andare avanti, non rinunciando. Ma mettendo prima di tutto la salvaguardia e il bene della persona che amava. Questo era amore.

Quella sincera richiesta però fu smontata in un lampo da Klaus. “Avevi già provato a intraprendere quella strada con Katerina e ti sei messo contro di me.. perciò lo stesso sbaglio io non lo faccio due volte.”

Elijah serrò il viso, ovviamente offeso per quel rifiuto. All’improvviso l’ibrido prese dentro la giacca un lungo pugnale d’argento e lo mostrò trionfalmente al fratello, il quale a suo credito non si scompose. “Lo riconosci? E’ uno dei pugnali che Kol mi aveva rubato.. ma dopo ciò che ha fatto a Elena ho deciso di darmi più da fare nella ricerca e così li ho ripescati per tenervi buoni.”

Si avvicinò di più al fratello maggiore puntandogli contro il pugnale. Elijah continuava a rimanere fermo con sguardo vuoto. “E se tu e Briony vi concederete di passare l’eternità felici e insieme… io perseguiterò lei.” Quella minaccia fu come uno scoppio a polvere da sparo. Elijah abbassò lo sguardo, non emettendo fiato.

“E come tuo familiare, la mia causa sarà che tu non conosca neanche un attimo di felicità.” Mentre Klaus pronunciava quelle parole diaboliche picchiettava il pugnale contro il petto di Elijah, ma lui sembrava far finta di niente anche se interiormente faceva leva sul suo autocontrollo per non cedere in un attacco, che comunque non sarebbe servito a nulla.

Klaus dopo aver finito rivolse al fratello un’occhiata vittoriosa, come se sapesse di averlo in pugno. Elijah poi sollevò lentamente le palpebre, non mostrando praticamente nulla di ciò che doveva provare. Elegantemente tirò via il pugnale: “Questa tua follia ha a che fare con Connor?” domandò con il massimo della calma.

“Mi dispiace ma proviene da me. Ho sempre voluto la bambolina fuori dai piedi visto che è un pericolo, e dopo quel tiro che mi ha rifilato ai danni di Elena, suggerendo quell’ingiustizia a Kol... credo di non poter fare altrimenti che dannarle la vita.. a meno che io non abbia la tua parola che la lascerai definitivamente perdere e ti comporterai da vero fratello.”

Elijah gli fece un sorriso assolutamente glaciale. “Certo.” Mormorò più che altro a se stesso. “Volevo solo sentire quali scuse avresti tirato fuori per le tue ultime infamie. Sono ancora più ridicole di quanto mi aspettassi.” In poche parole gli stava dicendo che poteva benissimo tenersi quel marchio mentale e diventare un verme ai piedi di Connor. Lui se ne sarebbe lavato le mani.

“Attento Elijah. Io ho molte persone al mio servizio. I miei ibridi rimasti, molti vampiri, streghe, e tante altre persone di cui neanche immagini… quindi mentre io sto parlando con te, qualcuno magari sta tagliando la gola alla tua ragazza. Ma se tu ti farai da parte con lei e mi aiuterai sul serio a sbarazzarmi di Connor, io non le farò nulla.”

Elijah gli rivolse un’occhiata dura e gelida, e si allontanò dal fratello in silenzio. La mente era aggrovigliata in mille pensieri.

“Ma fai presto però. La mia pazienza è poca come ben sai e sono comunque più forte di tutti voi messi assieme. Non ti conviene metterti di nuovo contro di me per una donna.” gli rinfacciò di nuovo Klaus andandosene infine.

E lasciando Elijah, che riconobbe il tormento farsi di nuovo strada in lui e liberarsi feroce all’improvviso, non potendolo però mascherare dietro la sua armatura come aveva sempre fatto.

E alla fine a quel tormento diede una risposta.

 

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Briony era sdraiata sul letto a cercare di prendere sonno. Non era stata una dura giornata rispetto alle solite, ma si sentiva comunque indolenzita. Stava aspettando da ore Elijah ma sembrava essersi volatilizzato nel nulla; non l’aveva più rivisto da quella specie di agguato che lei gli aveva fatto nella vasca… anche se poi erano finiti anche nel letto.

Briony sghignazzò dentro di sé nel ricordare come Elijah l’aveva infine avvolta in un grande asciugamano, stringendoglielo contro il corpo quasi stesse riscaldando una bambina. Lei però l’aveva attirato a sé e non aveva cessato nel lasciarlo andare. La fine era stata ben palese.

Si sentì davvero in pace in quel momento, libera da pensieri negativi che potevano assillarla. Si portò poi le mani al petto e sentì quasi la presenza della luce di Ylenia dentro di sé. Non avrebbe sprecato quel dono, ora più che mai ne era consapevole di quanto fosse importante… avrebbe vissuto proprio come Ylenia voleva che facesse... in suo nome.

Si girò sull’altro fianco per bere un bicchiere d’acqua e quando tornò alla posizione di prima, quasi sobbalzò. Una figura nell’ombra era comparsa improvvisamente senza preavviso, ma dopo aver sfocato bene la scena si accorse che era solo Elijah: immobile come una statua ad un lato del letto accanto a lei, le mani rigorosamente nelle tasche.

“Ehi.. ti aspettavo..” gli mormorò lei, non intravedendo nell’ombra di che genere d’espressione avesse indosso Elijah. Non lo fece neanche dopo, perché lui si mise di fronte alla finestra a scrutare il cielo notturno. La luna gli illuminava metà viso.

Briony fu così stupita di quello strano e ingombrante silenzio. “Tutto bene?”

Elijah scosse impercettibilmente la testa. “Volevo godermi un po’ il silenzio.” Disse soltanto. “Non ci sono più abituato.” Si giustificò infine come se qualcosa gli urlasse dall’interno.

Briony lo fissava alle spalle non riuscendo a capire. Ad un tratto lui girò metà viso. “Però..”

Lei inclinò curiosa la testa: “Però?”

Elijah si girò completamente verso di lei, avvicinandosi lentamente. Lo sguardo rimaneva sempre misterioso. “Voglio ascoltarti parlare.” Le sussurrò con voce magnetica. “Voglio riempirmi la testa della tua voce.”

Briony rimaneva distesa su un fianco col busto alzato e con un’espressione sorpresa, mentre lui immobile e misterioso di fronte a lei. “La mia voce non ha nulla di speciale. Dovrei essere io a fare una richiesta del genere, una perfetta cura per l’insonnia.” gli rispose lei dolcemente, visto che aveva sempre amato il timbro di voce di Elijah.

Lui però non se ne curò e si sedette vicino a lei. “Credo che tu stia sbagliando.” disse misteriosamente.

“Su cosa?”

“Su di me.” Replicò lui subito. “Non credi che io non sia veramente la persona che tu pensi?”

Quella strana conversazione la stava mettendo a disagio e vedere il viso di Elijah così oscurato non l’aiutava di certo. Già di per sé le sue espressioni erano illeggibili, anche se quella sera erano unicamente ambigue. “Queste sono sciocchezze.”

“Lo credi adesso.. ma magari col tempo ti renderai conto che hai fatto una scelta sbagliatissima a scegliere me.”

Non c’era dolore o rammarico in lui.. nemmeno ironia… solo vuoto mixato a inquietudine che aleggiò intorno a loro, fino ad insediarsi dentro di lei.

“Che cosa è accaduto?” domandò Briony guardandolo bene in viso.

“Niente.”

“Bugiardo”

Un sorriso amaro: “Sono tante cose ma non quello.”

“Ehi..” Briony allungò una mano per toccargli il viso. Quasi scattò all’indietro perché era freddissimo come il ghiaccio; ma si intestardì comunque a toccarlo. “Cos’è questo pessimismo?”

Lui in una mossa si allontanò dal suo tocco, girando lo sguardo alto.

“Dovresti rivedere le tue priorità.”

Quelle frasi misteriose sembravano trapassarle come coltelli. Le mani di Briony rimasero a mezz’aria, come ghiacciate da lui.

“La mia vita con te è la mia priorità.”

Nessuna emozione colorò comunque il viso di Elijah:

“Potrebbe non essere più così.”

Vedendo che lui rimaneva invalicabile, lei si agitò:

“Spiegami che è successo? Perché ora parli in questo modo?”

Lo vide serrare il viso, quasi il collo si raggrinzò. L’Originario si impegnava a dovere a nasconderle i suoi pensieri.

“Eh no! Non sviare lo sguardo e non stare in quel cupo silenzio! Ho diritto a una spiegazione e questa volta non ti lascerò andare.” Con forza Briony lo prese per le braccia costringendolo così a voltarsi: ma lo sguardo che le regalò fu così vuoto e sconosciuto da farle paura.

Briony deglutì, in preda all’inquietudine che tentava di catturarla:

“Parlami.” gli bisbigliò dopo numerosi secondi. Ma lui non reagiva.

Lei si fece più vicina per dimostrargli la sua tenacia:

“Ti terrò qui anche con la forza.”

Lui allora sembrò riscuotersi e le rivolse un sorriso accennato:

“Sono più forte di te Briony, anche per quanto riguarda l’essere disposti a rinunciare a qualcosa.”

Quelle parole scavarono ancora la voragine che si accingeva a riaprirsi. Briony non riusciva a capire perché lui la stesse guardandosi così e perché si comportasse in quel modo. Sembrava che il cuore stesse perdendo l’orientamento.

“Noi non dobbiamo più farlo. Abbiamo una vita già tracciata davanti a noi, tra poco non ci saranno più ostacoli e non ho mai avuto più speranza come adesso.” lo rassicurò lei cercando tuttavia di rassicurare per lo più se stessa contro le parole nefaste di Elijah.

Vedendo l’amore limpido che sgorgava in quei bellissimi occhi verdi, quanto fosse determinata a non lasciarlo andare, Elijah la guardò questa volta in maniera diversa… solo che lei non sapeva se esserne sollevata o meno.

“Hai ragione, sono solo sciocchezze...” si giustificò lui alla fine riprendendo la sua pacatezza tipica.

Briony però non riuscì a convincersi.... c’era qualcosa di strano… lo percepiva proprio come uno spirito maligno che veniva a strapparle tutto ciò che amava. Ma si rifiutò di pensare a una simile idea… poiché non c’era alcun pericolo, con Elijah sapeva che non ne avrebbe mai corsi.

Poi all’improvviso lui le prese il viso tra le mani, legando lo sguardo al suo come ad un filo. Lei ne sembrava incatenata e non riusciva a liberarsi, quasi fosse tutto il frutto di un sortilegio. Gli occhi di Elijah si fecero di un nero più intenso e lei fu costretta a immergervi non solo per un semplice fascino.

 “Voglio che tu abbia una vita bellissima, il futuro che meriti.” Quelle parole profonde arrivarono ai pensieri della ragazza fino a soffocarli e piegarli così alla sua volontà. Lei però sapeva che c’era qualcosa di sbagliato...  ma non riusciva a capire cosa e le era impossibile muoversi, tanto meno formulare pensieri perché costretta a sentire solo le parole di quel vampiro.

“E lo avrai, te lo giuro.” Continuò lui.

Il petto di lei ebbe un sobbalzo: il cuore, sfuggito a quel controllo mentale, aveva causato ciò e si era per un attimo liberato da quelle catene. E la causa fu tutta dovuta a un terribile sospetto che avrebbe distrutto la sua intera vita se fosse stato reale.

Il suo cuore angosciato voleva urlare tutti i suoi battiti sfrenati ma quello sguardo glielo impediva con tutte le sue forze.

Il viso di Elijah si fece più duro: “Andrai avanti con la tua vita. Una vita in cui io non potrò esserci più.” Persino in quelle circostanze in cui lui sviluppava il suo potere di vampiro come non aveva mai fatto prima, lei non lo aveva mai visto tanto umano come in quel momento.

Appariva logorato, diviso da qualcosa che lo tormentava perché sapeva che da quella lotta non sarebbe uscito né vincitore né vinto. Sembrò dovesse anche dirle qualcos’altro ma Elijah serrò di più lo sguardo, perché forse era troppo anche per lui.

Intanto il panico per quelle parole ingiuste assaliva l’animo di Briony, che sembrò contorcersi e avere delle convulsioni in preda alla pazzia della sofferenza. Avrebbe voluto gridare, muoversi o fermarlo… ma rimaneva dolorosamente incatenata nel nero di quegli occhi, dove si sarebbe immersa per l’ultima volta. Per finire poi affogata.

Briony sentiva gli occhi bruciare dal pianto, un piccolo riflesso anche quello fuoriuscito dal controllo mentale di Elijah. Liberare lacrime sarebbe stato facile in quel momento per mostrare quanto soffrisse e si sentisse tagliata in due. L’emorragia non aveva fine, si sentiva morire in quella morsa.

Lui a sua volta le fece un triste sorriso mentre le dita le asciugavano alcune lacrime lucenti.

“E tieni lontana la sofferenza. Ha già troppo riempito i tuoi occhi.” Le mormorò in un altro ordine, che sapeva più di una dolce richiesta per poter andare avanti.

Briony sentiva una vocina dentro di sé che singhiozzava, che implorava, ma lei all’esterno pareva immobile come una statua alla mercè di quel vampiro. Solo le lacrime dimostravano quanto il tormento la lacerasse, ma ben presto anche quelle smisero di fluire a causa di quell’ordine a cui non poteva opporsi.

Elijah affilò poi il viso divenendo quasi tetro, perché sapeva che doveva andare fino in fondo: “Dimenticati che ci siamo riconciliati.. voglio che tu ritorni a ricoltivare quell’odio che anche per un solo momento hai nutrito nei miei confronti.”

La gabbia toracica non conteneva più il cuore lacerato di quella ragazza; rischiava di fuoriuscire dal petto e urlargli di guardare cosa le stesse facendo. Ma Briony rimaneva  dolorosamente immobile, succube di quell’orrendo ordine che lei mai avrebbe voluto eseguire. Forse in quel momento lo odiava, ma perché le stava facendo questo… la peggiore delle torture.

Un altro singhiozzo interiore.

Elijah intanto sembrava titubante nel lasciarla andare, le sue mani rimanevano incollate al viso di lei e non davano segno di spostarsi. Ma doveva farlo.

La guardò negli occhi un’ultima volta:

“Dormi ora.” le sussurrò accarezzandole piano la testa.

Dopo quello lei divenne apatica, facendosi avvolgere dall’oscurità e abbandonandosi al sogno che presto l’avrebbe presa. Un sogno che aveva le sembianze di un incubo.

Briony sospirò piano per tornare a respirare, ma non ne ebbe alcun sollievo. Il macigno di quell’ordine la soffocava, sul punto di ucciderla dall’interno.

Quando udì Elijah spostarsi e alzarsi dal letto, un antico istinto dettato dal cuore le fece sollevare le mani fino ad aggrapparsi al suo petto, pregandolo in quel modo supplichevole di non lasciarla.

Le mani tremavano perché si stavano ribellando agli ordini del cervello, ma il cuore voleva rimanere aggrappato a un ultimo appiglio prima di spezzarsi del tutto.

Elijah allora la fissò con un altro strano sguardo: di nuovo appariva lacerato ma era remissivo sulla sua scelta. Poteva farle del male in quel momento ma per il futuro sarebbe stato il suo bene.

Prima di farsi soccombere dall’oscurità, Briony vide qualcosa luccicare all’interno di quegli occhi neri, i quali l’avevano poco prima soggiogata. Ma durò un attimo perché lui si scansò e lei finì per chinarsi sopra al letto molto lentamente, ritornando alla posizione di prima.

Stava per chiudere gli occhi, abbandonandosi all’oscurità senza opporsi. Ma prima di farlo ebbe ancora per un momento il potere di sopraffare la mente. Riuscì infatti ad aprire un po’ le palpebre e le sembrò che Elijah stesse ancora accanto a lei, osservandola come se stesse perdendo in quel momento un pezzo della sua anima. Ma il suo volto non lo scorse perché alla fine si addormentò.

E una pace la avvolse con la promessa dell’oblio.

FINE CAPITOLO

*Cof cof* Adesso mi chiederete se non sono capace di fare i lieto fine.. beh in effetti è così, ho sempre avute tendenze maligne xD

Non ho molto da dire ma se siete voi che avete qualche dubbio non esitate a chiedere! Aspetto i vostri commenti!

Spero di non essere passata per la solita maniaca nella scena della vasca ma non ho resistito Ihih XD Perdonatemi!

Ringrazio la mia fedelissima Iansom per aiutarmi in certe scene :P:P

Per il dialogo tra Jennifer e Briony mi sono ispirata al telefilm Lost, e la frase “Molti di quelli che muoiono meritano la vita, e molti di quelli che vivono meritano la morte.” proviene dal film “Il signore degli anelli”

Dai stringete i denti perché la storia sta per finire! *Era ora ahah*. Il prossimo capitolo lo dividerò in due parti perché se no mi viene troppo lungo. Ma sarebbe quello il vero e proprio capitolo finale… quello dopo è solo l’epilogo dell’epilogo XD. E poi alla fine ci sarà un piccolo epilogo, in cui ringrazio tutti voi J

Vi ricordo di aggiungermi su Facebook! Mi chiamo “Elyforgotten Efp”. Lì metto un sacco di news sulla fanfic e altre cosette J

Questo video mi ha ispirato molto per la scena finale. Da brividi. http://www.youtube.com/watch?v=WD_SmLH-1Xo

Alla prossima!

 

   
 
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