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Autore: Kaori_97    25/04/2013    4 recensioni
Il mio seguito della 3x06: "Rapina al museo"
Dalla storia:
“Gill… Lo so che ultimamente mi sto comportando da stronzo… Ma sai quanto tengo a te vero?”
Normalmente non avrebbe mai lasciato che i suoi sentimenti uscissero così allo scoperto. Ma in quel momento avrebbe tanto voluto asciugare quelle lacrime.
“No. Non lo so. Forse è questo il problema.” Rispose lei con rabbia .
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa piccola One-shot è dedicata alla mia Honey.  ♥ 
Ti voglio tanto bene♥ 
Ispirata a quella su ff.net, ma con qualche modifica :)

Tell me we are okay*


“Dimmi che siamo OK” Disse lui mentre Gillian aveva uno sguardo lontano.
Cal avrebbe voluto che lei  lo guardasse, che dicesse qualcosa. L’attesa della sua risposta sembrava non finire mai. Anche se lui la immaginava già.

Gillian finalmente si voltò. I suoi occhi erano lucidi. Cal sapeva che lei aveva ragione. Non erano OK, non importava quanto lui volesse questo.
Una lacrima traboccò e le solcò una guancia.

MERDA. Quante volte era riuscito a farla piangere in quei 8 anni che si conoscevano?
Piano piano il viso di  Foster cominciò a bagnarsi delle lacrime che aveva cercato di trattenere.

Maledizione…  Cosa c’era di sbagliato in lui?

“Gill… Lo so che ultimamente mi  sto comportando da stronzo… Ma sai quanto tengo a te vero?”
Normalmente non avrebbe mai  lasciato che i suoi sentimenti uscissero così allo scoperto. Ma in quel momento avrebbe tanto voluto asciugare quelle lacrime.
“No. Non lo so. Forse è questo il problema.” Rispose lei con rabbia .
“Non so  quale sia il tuo problema, non so se riguarda me o il mio lavoro, Gillian!” Lightman alzò la voce spazientito, era appena al di sotto del gridare.
“Nel caso tu lo abbia dimenticato, io possiedo quest’ azienda esattamente come te e contribuisco alle spese esattamente quanto te. Essere uno stronzo  è una cosa, ma mancarmi di rispetto è un’ altra! Si, sei tu l’esperto delle menzogne dottor Lightman, ma senza di me la società non riuscirebbe ad andare avanti!” -Ora lei gridava, e la sua voce risuonava lungo i corridoi deserti del Lightman Group.- “Quindi no Cal, non siamo OK! Perché oltre ad essere uno  stupido e  un irrispettoso di cui, come al solito mi prendo cura, ora hai aggiunto anche “stronzo” alla lista, e devo essere io l’unica persona  al mondo che ti capisce, devo sempre risolvere le tue stronzate. Non mi sono mai lamentata di questo. Mai. Perché ero disposta a sopportarlo, per te, ma adesso è troppo.” Disse lei mentre si girava e si allontanava.

Dio. Cosa c’era di sbagliato in lui?

Aveva ragione, lei era l’unica persona che “nonostante tutto” rimaneva al suo fianco e su cui cadeva il peso di tutte le sue cazzate.

Cal le corse dietro fino a raggiungerla. Non le avrebbe mai permesso di andarsene così. Se la avesse lasciata andare, molto probabilmente non avrebbero parlato per giorni, avrebbero lasciato che il problema sparisse da solo ignorando tutto, come avevano fatto fino ad ora, facendo diventare il loro rapporto sempre più teso.
 Questa volta lui aveva bisogno di chiarire, aveva bisogno di chiederle scusa, perché voleva che loro fossero OK. Non voleva che anche questa nuova angoscia rovinasse il loro rapporto che da qualche mese ormai stava peggiorando.
“Gill…” La afferrò per un polso ma Gillian si liberò.
“Tesoro, mi dispiace.” Lui le mise una mano sulla spalla.
Foster si fermò. Si  Girò e lo guardò , i suoi occhi blu erano tristi.
Cal si avvicinò e la strinse in un abbraccio. Lei tentò svogliatamente di opporre resistenza. Ma alla fine lasciò che le braccia di Lightman potessero avvolgerla.
Lui poteva sentire i lievi singhiozzi della donna sulla spalla.
“Tesoro è colpa mia ok? Ma voglio che tu sappia quanto sei importante; per l’ azienda, ma soprattutto per me. Va bene Gill?” Lui si scostò leggermente da lei per  poterla guardare in faccia e leggerla, lasciandole sempre una mano posata sulla vita.
Ma non era mai stato bravo in questo, chiunque altro non era un problema per lui, ma con lei non ci era mai riuscito veramente. Ma forse questa non era proprio una brutta cosa. Perché così  lui riusciva ad ammettere a se stesso che c’era un motivo per questo. C’era un motivo se non era capace a leggerla.

“Cal..” Disse Gillian a voce bassa.
“Dimmi tesoro.” Rispose lui asciugando con un dito una lacrima.

Dio. Odiava le sue lacrime.

“Possiamo tornare come eravamo prima?” Disse, con la voce di speranza, ma con un leggero segno di rimpianto negli occhi.
“No. Gill. Non possiamo.” -Cal si sporse in avanti e la baciò sulle labbra.- “Ecco perché non possiamo tesoro.”
Lightman non poteva credere a quello che aveva appena fatto. Lei le aveva appena chiesto di fare pace e lui con quel bacio ha mandato a farsi fottere ogni possibilità che aveva di recuperare il loro rapporto.
Ma lui non poteva, lui non voleva  tornare come erano prima. Lui voleva di più.

Lei rimase immobile, a fissarlo. E in quel momento dalla sua espressione non trapelava nessun informazione leggibile per Cal. Non aveva idea di cosa in quel momento stesse passando per la testa di Gillian.
 
Maledizione. Ha avuto la possibilità di riparare un danno e ora ne aveva uno ben più grosso tra le mani.
“Mi dispiace Gill… E’ meglio che io torni a lavoro ora… Scusa.”  Fece per andarsene

Alla fine erano davvero destinati a non parlarsi per giorni? Davvero non c’era altro modo per risolvere i loro problemi?

“Cal.” Gillian lo chiamò, e lui si immobilizzò in mezzo al corridoio.
Non fece in tempo a girarsi che Gillian lo aveva raggiunto alle sue spalle e lo abbracciò. Così forte come non aveva mai fatto. Dopo un po’ allentò la presa, in modo che Cal potesse voltarsi verso di lei, e appena lo fece lei lo baciò.
Le sue mani passarono dal suo torace al suo collo. Cal, anche se non se lo aspettava rispose al bacio e fece scorrere una mano tra i suoi capelli.

Ora tutti i loro problemi erano spariti
Il loro universo non era tornato normale, perché la loro normalità era segregare i propri sentimenti molto in fondo dentro di loro. Sentimenti che adesso erano emersi.
 Ma loro non erano OK. Loro erano ancora meglio di OK.




   
 
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