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Autore: Alice_xD    25/04/2013    1 recensioni
Non riuscivo a capire il motivo di tanto odio in quelle parole o era forse..gelosia? No Ginny sapeva che l’amavo molto però..però in qualche modo Hermione veniva prima di lei. Non era una cosa volontaria, ma era il mio cervello e il mio cuore che metteva al prima posto la ragazza che tenevo fra le braccia piuttosto che la donna seduta di fronte a me.
Non lo sapevo ancora, ma avrei fatto la stessa cosa con la figlia.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Erano così simili.
 

L'amore va oltre la morte.
Te lo ricordi, Harry?

 

E’ strano come il mondo giri a seconda dei casi.
Se ti capita qualcosa di brutto ci sarà sempre qualcosa di bello che ti accadrà prima o poi perché la natura deve bilanciarsi. Noi tutti siamo posizionati su una bilancia e, a seconda di dove cade l’ago, ci capitano eventi sfavorevoli - che sono la maggior parte - e favorevoli.
Prendete me, per esempio.
Ho combattuto da quando avevo solo un anno e continuo a lottare ancora oggi.
Prima lottavo perché, beh, quello era il mio destino. Salvare il mondo, uccidere Voldemort e tutti i suoi sostenitori.
Questo era il mio compito che dovevo svolgere nella vita. Il mio evento sfavorevole.
La vita, però, mi ha donato molte cose - o meglio - molte persone con cui mi sono legato, che ho amato, con cui sono cresciuto. Sono loro che, giorno dopo giorno, avventura dopo avventura, mi davano il coraggio, la forza di andare avanti.
Senza di loro mi sarei sentito perso.
Hermione e Ron, sono i primi due nomi che mi vengono in mente.
Silente, Sirius, Remus, Molly, Arthur, Fred, George, Tonks,Ginny..mia madre e mio padre.
E c’è l’ho fatta. Insieme. Abbiamo sconfitto Voldemort, il mago più malvagio della storia della magia che ha portato morte e distruzione sul suo cammino.
Io ho camminato su quella strada da quando avevo un anno.
Ho visto la morte, ho sofferto, ho pianto, ho urlato fino a non sentire più la mia voce, fino a farmi venire mal di testa, fino a sentire la morte che arrivava a reclamarmi.
E ciò sperato. Non posso mentirvi, ho sperato vivamente che la morte mi prendesse, che annullasse tutto il dolore che ogni secondo mi faceva sanguinare il cuore.
Ma non l’ha fatto. Ogni preghiera è stata inascoltata perché non era il momento.
E ancora oggi mi chiedo quale sia questo momento. Magari morirò quando sarò vecchio e non mi reggerò in piedi, sulla mia vecchia e logora - come sarò io - poltrona mentre guardo le fiamme del camino che danzino.
Oppure il giorno dei matrimoni dei miei figli. Chi può dirlo? Oramai mi aspetto di tutto.
Nonostante tutto questo, nonostante le perdite che abbiamo subito e pianto, abbiamo vinto.
Ho vissuto un paio d’anni in tranquillità. Mi sono sposato con la donna della mia vita, la donna che amavo e che amo tutt’ora: Ginny.
Hermione e Ron si sono sposati e sono andati a vivere in una tenuta in campagna vicino a noi perché nonostante tutto, ne avevamo passate così tante insieme che non potevamo separarci così di punto in bianco.
Ma fino a qui è andato tutto bene: lavoravo al Ministero nella sezione degli Auror con il mio migliore amico Ron mentre Hermione si stava specializzando per diventare Mendimaga,
 

“Ho curato così tanto le vostre ferite che ho nel cuore
 il sogno di curare anche quelle degli altri”.

 
mentre Ginny ha coronato il suo sogno facendo parte delle Holyhead Harpies prima di rimanere incinta di James - il nostro primogenito.
Dovete sapere che io e Ron avevamo scelto la carriera di diventare Auror perché, nonostante noi dicessimo di voler vivere in tranquillità, le nostre vite erano completamente segnate dalla guerra e ormai era diventata la nostra professione.
 

“Li cattureremo fino all’ultimo quei Mangiamorte,
per fargliela pagare di tutto quello che
ci hanno fatto in questi anni”.

Sapevamo i rischi che correvamo e, in ogni missione, il cuore ci batteva all’impazzata e la paura schiacciava i nostri cuori in una morsa soffocante al solo pensiero di non tornare a casa.
Tornavamo però. Con il volto, il corpo ricoperti di ferite, con i nostri cuori segnati e con la speranza e la felicità di aver catturato qualcuno.
Con i ricordi indimenticabili di quelle notti insonnie passate a bere caffè e a pianificare strategie.
Tornavamo sempre.
 
Il destino a volte - il più delle volte - è beffardo con noi.
Ci fa credere di essere magnanimo, che ci comprende e che ci fa le opportunità per vivere una vita felice e piena d’amore.
Cazzate.
Il destino è il più crudele di tutti perché ci illude. Perché ti illude di essere salvo quando in realtà sta solo aspettando pazientemente il momento in cui ti avrebbe dato il colpo di grazia.
E io e Ron avevamo sfidato troppe volte la morte - soprattutto io - da non poter cadere vittime di questo destino.
Ma come ho già detto prima, non era il mio destino morire in battaglia - almeno fino adesso.
Ricordo ancora oggi - sebbene siano passati sedici anni - il volto sorridente di Ron poco prima di essere ucciso.
Era il 25 Ottobre. Me lo ricordo perché quel giorno nevicava.
Sì avete letto bene. Nevicava.
Ricordo che Ron aveva sorriso e aveva indicato la neve che lentamente scendeva dal cielo bianco coprendo il suolo con il suo manto.
 

“Hermione starà preparando tutto l’occorrente
per una battaglia di neve coi fiocchi
che ci aspetta appena torniamo a casa.
Ci sarai, vero?”

 
Avevo sorriso al ricordo delle nostre famose battaglie di neve a scuola.
 

“Non potrei mancare per nessuna ragione al mondo”.

 
E poi era accaduto.
Un lampo verde quasi come i miei occhi mi aveva sfiorato fino a centrare in pieno petto Ron. Vidi tutti i nostri momenti passati insieme in un attimo davanti ai miei occhi prima questi si riempirono di lacrime.
Ricordo di essere stato immobile come una statua mentre lacrime salate mi bagnavano il viso; le cicatrici sul volto bruciavano ma non le sentivo.
Il mio cuore era piombato nel silenzio e me ne fregai della battaglia che si svolgeva intorno a me, io vedevo solo il volto di Ron nel quale era ancora impresso un sorriso.
Morto come Fred: con il sorriso sulle labbra.
E il quel momento avrei voluto morire anche io. Avevo già provato il gusto dolce della morte, la pace nel cuore e volevo riviverla.
Poi, come un lampo, il volto sorridente di Hermione mi piombò nella mente come un grosso macigno sul cuore.
Le mani mi sudavano all’impazzata e nella mia mente i miei pensieri erano così tanti che mi stava scoppiando la testa.
Presi il corpo di Ron fra le mie braccia e - anche se era assolutamente vietato - mi smaterializzai nel salotto di Hermione.
 

“HARRY!”.

 
Sento ancora adesso, mentre sto ricordando, il dolore che avevo sentito in quel grido.
 

“Harry ho sentito..”.

 
Non finì mai la frase. La sua voce fu scossa da profondi singhiozzi mentre si inginocchiava a terra e prendeva fra le mani il volto di Ron.
 

“No..RON NO!”.

 
Alzò lo sguardo verso di me. E in quegli occhi vidi dolore, tristezza, paura e un lampo verde.
 

“Harry..perchè io no? Harry perché?”.

 
Mi continuava a porre quella domanda, ma ovviamente era una domanda retorica: entrambi sapevamo il motivo per cui lei non lo aveva seguito.
 

“Volevo dirglielo, Harry. Appena sareste tornati
avrei detto a Ron che sono incinta”.

 L’avevo stretta con tutta la forza che avevo e lei si era stretta a me come se fossi la sua ancora di salvezza, come se lei potesse stare a galla solo con il mio aiuto.
La tenni vicino a me non so per quanto tempo. Quello che accadde dopo, aimè, non lo ricordo molto bene.
Ricordo che Ginny era entrata preoccupata per quelle grida che aveva sentito e che era scoppiata a piangere anche lei dopo aver visto il corpo del fratello morto.
Ricordo che al funerale pioveva, come il viso di Hermione.
Ricordo che nei mesi successivi, Hermione si preparava alla nascita di quella che sarebbe stata una bambina: cuciva cappelli, comprava vestiti e pannolini, carrozzine, culle e giochi. Ricordo anche il giorno in cui venne da me e si sedette sulla poltrona del nostri soggiorno - la mia poltrona - e mi guardò per ben dieci minuti senza dire niente.
Quando fui io sul punto di chiederle qualcosa, lei mi interruppe ancora prima di incominciare, zittendomi con un semplice gesto della mano.
Prese la bacchetta e fece comparire una scatola ovale che teneva saldamente nelle mani.
 

“Harry io ti devo molto. Sei stato il migliore amico
che una persona possa avere, mi hai aiutato
dopo la morte dei miei genitori e quella
di..Ron”.

 
 Prese un respiro profondo e mi allungò la scatola.
 

“Sappiamo tutte e due cosa accadrà una volta che avrò
dato alla luce la bambina e non voglio
che lei si..dimentichi di me o di Ron.
Ho messo in quella scatola tutti i miei
ricordi felici che ho avuto, tutti i momenti
trascorsi con te e Ron e una lettera.
Vorrei che gliela consegnassi al suo sedicesimo compleanno”.

Ero rimasto in silenzio. Non sapevo cosa dire, sinceramente.
Non volevo alzare lo sguardo: i miei occhi si erano fatti maledettamente lucidi e non volevo che lei vedesse la mia debolezza, non volevo farla soffrire ancora di più o peggio, farla sentire in colpa.
 

“Ho un ultimo favore da chiederti, Harry e sarà
quello più impegnativo”.

 
Alzai finalmente lo sguardo e vidi che anche lei stava cercando di trattenere a fatica le lacrime.
 

“Questa bambina ha solo voi, Harry.
Vorrei chiederti se tu potessi crescerla
perchè so che solo tu possa darle
tutto l’amore di cui ha bisogno”.
“Hermione non dovevi neanche chiedermelo.
Mi prenderò cura di questa bambina come se fosse mia,
perché un po’ lo è: è la figlia dei miei due migliori amici”.

 
A quel punto non resistette più e scoppiò a piangere.
Io la strinse a me, accarezzandole dolcemente i capelli mentre le sussurravo che sarebbe andato tutto bene anche se sapevo - e lo sapeva pure lei - che non era vero.
Ginny ci trovò così quando rientrò con James dalla spesa.
Hermione si era addormentata, ma io continuava ad accarezzarla.
Sentì Ginny sospirare e sedersi sulla poltrona dove qualche minuto prima c’era Hermione.
 

“Io non capisco ancora perché l’abbia fatto”.

 
Disse interrompendo il silenzio.
 

“Era giusto così, Ginny”.
“Ma l’incantesimo di Unione? Sapevano benissimo a
cosa andavano incontro nel caso che uno dei due
morisse. Hermione non è morta solo perché porta
in grembo la bambina, altrimenti sarebbe già
da Ron, con lui sottoterra”.

 
Quelle dure parole mi colpirono al cuore come se mi avessero pugnalato con delle lami affilate. Non riuscivo a capire il motivo di tanto odio in quelle parole o era forse..gelosia? No Ginny sapeva che l’amavo molto però..però in qualche modo Hermione veniva prima di lei. Non era una cosa volontaria, ma era il mio cervello e il mio cuore che metteva al prima posto la ragazza che tenevo fra le braccia piuttosto che la donna seduta di fronte a me.
Non lo sapevo ancora, ma avrei fatto la stessa cosa con la figlia.


[continua]

  
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