Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: Auty91    14/11/2007    10 recensioni
Alexis e Julie Owen hanno le idee ben chiare in testa: i Tokio Hotel sono assolutamente uno dei gruppi più assurdi e inutili mai visti sulla faccia della terra, e al diavolo tutte le loro amiche che hanno perso la testa dietro a quelle quattro paia di pantaloni! E anche quando l'intera famiglia Owen decide di concedersi una vacanza in Italia, le due cugine non hanno alcun dubbio: quella che gli si prospetta sarà una delle estati più noiose della loro vita.
E quando alla famosa rock band tedesca dei Tokio Hotel viene proposto un meritato periodo di relax sempre in Italia, prima di un concerto,...come poter rifiutare?
Peccato che il destino, beffardo come sempre, decida di far incontrare i gemelli più famosi del momento con una coppia di cugine che...sono tutto tranne che loro fans. Così quella che doveva essere un'estate "rilassante" si trasforma in una sfida a quattro per far capitolare l'altro, tra feste, giochi in spiaggia, concerti e tanta, tanta pazzia.
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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O__O Non ci credo. Dopo quattro mesi torno ad aggiornare... XD incredibile, eh?
Scherzi a parte, non starò ad elencarvi tutti i casini che mi sono successi quando il capitolo era bello che pronto (virus, punizioni, tutto il database andato in fumo e l'intervento di qualche divinità misericordiosa...)
Bè, bè... volete scannarmi, vero? ^^'' Vi capisco e, per l'ennesima volta, mi scuso per avervi fatto aspettare così tanto >.<
Per farmi perdonare,  vi assicuro che presto posterò un'altra mia nuova ideuzza sui Tokio (giusto per farvi disperare un po'... XD)
Ah, e per i lettori di In gara per la vittoria ... tranquilli ^^ Il capitolo è in via di revisione. Se nel frattempo volete togliervi qualche curiosità sui personaggi di questa ff, leggere qualche spoiler o guardare le foto "incriminate", è tutto al solito indirizzo ^^  http://littleorangepunk.spaces.live.com/
Detto questo vi lascio alla lettura (12 pagine *_* ho superato me stessa XD), ci rivediamo a fine capitolo con i Ringraziamenti!! ^^

Capitolo 6
Fiestaaaaaaa! (parte II)


Di tutte le persone esistenti sulla faccia della terra, Bill ne era sicuro, l’unico in grado di fargli saltare i nervi in poco meno di dieci minuti era sicuramente Tom. Quando voleva –il che significava sempre - suo fratello sapeva essere parecchio irritante, per non dire snervante fino all’assurdo, e ogni volta che decideva di tormentarlo Bill doveva fare appello a tutta la propria pazienza e forza di volontà per trattenersi dal fargli un occhio nero.

Per questo credeva che, per quanto una persona potesse essere seccante, nessuno sarebbe mai riuscito a mandarlo fuori di testa in così poco tempo come faceva Tom. Ma evidentemente, pensò con stizza, doveva aver preso davvero un bel granchio, perché quella biondina che aveva deciso di rovinargli la vacanza si stava rivelando decisamente più capace di suo fratello.

Da quando Georg l’aveva abbandonato lì con quel piccolo tornando ambulante, l’unica cosa che era riuscito a capire era che, se qualcuno non fosse corso a trattenerlo, sarebbe di lì a poco stato capace di commettere un omicidio.

-Sei incredibile - gli stava dicendo la ragazzina, con le mani ben piantate sui fianchi e un broncio da foto dipinto in viso, dopo l’ennesimo botta e risposta a base di insulti –Prima mi fai una sceneggiata farneticando che nessuno deve sapere che siete qui, e poi ti presenti a una festa pubblica e come se non bastasse mandi avanti un tuo amico per abbordare una ragazza per conto tuo- gli scoccò un’occhiataccia –Complimenti! Davvero una bella faccia tosta-

Bill si passò una mano tra i capelli, ravvivandosi ancora di più la chioma a scossa elettrica che, di certo, non era un punto a favore della privacy.

Non solo era stato trascinato abusivamente ad una festa in cui, tra l’altro, avrebbe rischiato che l’intera band venisse smascherata, per poi essere mollato con una ragazzina petulante mentre tutti gli altri se la spassavano alla faccia della prudenza… nooo, questo non bastava: adesso doveva saltare fuori che la ragazzina in questione era anche l’essere più irritante presente alla festa e che, a quanto pareva, aveva davvero voglia di farsi picchiare da un momento all’altro.

-Punto primo- precisò seccato –Sono stato trascinato a questa festa, indi per cui non ho nessuna colpa questa volta. Punto secondo: io non ho mandato avanti proprio nessuno, è stato Georg a progettare tutto. E, punto terzo, se qui c’è qualcuno che ha una bella faccia tosta, quel qualcuno sei proprio tu!-

-Ah, io?- un luccichio pericoloso illuminò gli occhi della ragazza. Si erse in tutto il suo metro e sessanta di altezza (benché a separarla da Bill ci fossero ancora venti centimetri buoni) con un’aria più agguerrita che mai –Dimmelo in faccia, se ne hai il coraggio-

Bill accolse con piacere l’invito e, con un sorrisetto strafottente non degno di lui, si chinò all’altezza del suo viso piantando gli occhi nocciola nei suoi. Insomma, una piccola vendetta sarebbe stato il minimo; sogghignò –Sei…- iniziò, per poi interrompersi bruscamente con lo sguardo fisso sul suo volto.

Julie inarcò un sopracciglio –Sono…?- domandò dapprima scettica, poi sempre più a disagio sotto quello sguardo curioso e perplesso.

Bill sbatté più volte le palpebre, interdetto, e si ritrovò a fissare con attenzione gli occhi azzurro-verdi di lei: c’era qualcosa di diverso, un tocco in più che ravvivava il colore e che…

Si illuminò. –Aha!- non poté trattenersi dall’esclamare, trionfante, puntandole un dito agli occhi leggermente truccati.

Julie lo fissò confusa –Che cos…-

-Hai messo la matita verde!- trillò Bill entusiasta, come se gli avessero appena detto che il suo compleanno fosse arrivato in anticipo. Si beò per un attimo dell’espressione confusa della ragazza, prima di vederla arrossire imbarazzata.

Hai gli occhi chiari, non vedi?, dovresti tentare con una matita verde o, al massimo, con un bel rosa chiaro. Ecco, quello sì che ti starebbe benissimo!

“Oh madrina, è vero!” pensò Julie, dandosi mentalmente dell’idiota, mentre rivedeva in un lampo l’attimo in cui, prima di andare alla cena, aveva afferrato senza sapere perché la matita verde sul lavello. Alzò apprensiva lo sguardo a incrociare quello del ragazzo (mai, mai, nemmeno nei suoi incubi più neri avrebbe potuto immaginare di seguire un consiglio di make-up di Bill Kaulitz) che, dal canto suo, sorrideva smagliante, e rimase un po’ spiazzata.

Bill la osservava con aria entusiasta, quasi studiando nei dettagli come e quanta matita si fosse messa (sì, aveva decisamente qualche problema) e il suo sorriso… bè, il suo sorriso era decisamente uno dei più raggianti e belli che Julie avesse mai visto in vita sua. Come se tutta la rabbia per il litigio di poco prima fosse svanita del tutto, anzi, come se non vi fosse mai stata, lasciando spazio solo a quell’espressione allegra.

D’altronde Bill era fatto così: uno sbalzo d’umore continuo, dalla tristezza alla felicità, dalla rabbia al sorriso, cose a cui solo Tom o amici di sempre come Gustav o Georg erano abituati, e fu per questo che Julie osservò un po’ confusa il suo atteggiamento all’improvviso tanto amichevole.

-Hai visto che ti sta benissimo?- disse infatti Bill, sorridendo smagliante –Te l’avevo detto, io, che il verde è proprio il colore per i tuoi occhi. Ovviamente staresti bene anche senza, hanno una sfumatura davvero particolare di loro, ma così sei…- si bloccò subito, mordendosi la lingua.

Accidenti a lui e alla sua parlantina a ruota libera!, pensò all’istante, notando lo sguardo adesso fuori dalle orbite della ragazza. In fondo poteva capirla: un attimo prima era sul punto di insultarla, l’attimo dopo stava per farle… un complimento?

“Che diavolo c’era nella pizza di stasera?” si chiese con sconforto “Non posso davvero aver pensato che questa tipa sia… aaah, dannazione a Tom!”

E come in ogni momento di sano nervosismo, giunse alla conclusione che la colpa di tutto –per l’appunto- dovesse essere per forza di cose di Tom. L’unico problema, adesso, era riparare alla gaffe – e, soprattutto, scollarsi lo sguardo esterrefatto della ragazza di dosso.

Julie si schiarì la gola –Senti testa d’istrice, non so cosa tu abbia in mente, ma…-

-Ehm… da bere?- buttò lì Bill, afferrando un bicchiere di fanta dal buffet e ficcandoglielo con decisione tra le mani, cercando di sviarla in un qualche modo –Comincia a far caldo, vero?-

La ragazza sbatté più volte le palpebre, squadrandolo con apprensione (forse non era gay: forse aveva solo qualche piccolissimo disturbo mentale…). In un’altra occasione si sarebbe lasciata scappare una delle proprie battutine acide in risposta, ma dopo una rapida occhiata all’orgia che li circondava decise che la serata stava già degenerando di suo. Soffocò quindi qualunque replica in un sorso di fanta, sforzandosi di ignorare lo sguardo del ragazzo su di sé.

 * * *
-Allora? Balli con me? -

Tom fissava la ragazza che gli stava di fronte, incurante della musica assordante quanto improbabile di sottofondo (ma cosa voleva provocare il dj, una fuga di massa?), e osservò con un sorriso divertito la sua espressione passare dal confuso allo sbalordito.

Inclinò appena la testa da un lato, senza smettere di sorridere, e si concesse qualche secondo per guardarla attentamente mentre attendeva una risposta –ovviamente positiva.

Alexis, così gli sembrava si chiamasse, indossava un semplice completo da sera color ciliegia che non stonava affatto con la sfumatura accesa dei suoi capelli, e che anzi le metteva in risalto la pelle leggermente bruciata da sole. Non aveva il viso impiastricciato di trucco come la maggior parte delle ragazze che spesso vedeva ai concerti –o come suo fratello, pensò con disgusto-; al contrario aveva un sottile strato di matita azzurrina agli occhi, liberi dai capelli che aveva trattenuto indietro con una fascia a fiocco rossa, e nulla più.

Senza volerlo, Tom sorrise. L’aveva trovata senza problemi anche in mezzo alla confusione della festa, coi suoi capelli rosso fuoco e l’aria bellicosa, già pronta a dirne di tutti i colori a chi la infastidiva; per un attimo era stato tentato di ignorarla e cercare qualcuna decisamente più disponibile –era convinto che non sarebbero mancate-, ma gli era bastata un’occhiata ai suoi “cavalieri” per convincerlo a intervenire. In un qualche modo, l’idea che la infastidissero lo aveva irritato.

Forse da una parte sperava che, con un po’ di fortuna, la gratitudine la rendesse più.. gentile e disponibile, ecco. O, almeno, questo era quello di cui cercava di convincersi.

E fu con un po’ di stupore, in effetti, che la vide farsi scettica.

-Perché mi sembri così convinto che accetterò?- domandò la ragazza a bruciapelo, incrociando fluidamente le braccia al petto.

Improvvisamente, Tom capì di odiare il suo sorrisino di sufficienza.

Nonostante ciò si impose un’altra buona dose di gentilezza, e sorrise smagliante di rimando, senza ritirare la mano –Forse perché sono praticamente il ragazzo più sexy, carismatico e intelligente di tutta la festa, tesoro…-

-Hai dimenticato “il più modesto”- lo rimbeccò Alexis in una risatina.

-…e anche perché, se non lo fai, ci sono molte probabilità che io possa buttarti in piscina-

Alexis si zittì all’istante e, anche al buio del giardino, Tom poté vederla benissimo accigliarsi appena e guardarlo con aria improvvisamente… preoccupata?

-Spero per te che tu stia scherzando- disse la ragazza in un soffio, stringendosi nelle spalle con fare corrucciato.

Tom si lasciò scappare una risata sinceramente divertita –Andiamo, vorresti farmi credere che preferiresti un bagno in piscina piuttosto che ballare con il sottoscritto?-

-Sì-

-Bene, quin- …comecosachi??- il rasta sgranò gli occhi nocciola e la fissò stralunato, sperando di aver capito male. Quella ragazza era un caso più unico che raro!, pensò con stizza, mentre una parte remota del suo cervello metabolizzava che lei si stava davvero rifiutando di ballare con lui.

Onestamente, non sapeva se sentirsi più stupito o offeso.

-Di’ un po’- la apostrofò, tutto a un tratto irritato –Hai idea di quante ragazze vorrebbero poter essere al tuo posto in questo momento?-

-Sì, circa tutte le oche pettegole prive di materia grigia presenti su questo pianeta- fu la risposta altrettanto acida di Alexis –Oh, e con un paio di fondi di bottiglia al posto degli occhi, per giunta-

La musica in sottofondo era cambiata, passando a un ritmo più lento e cadenzato, e molti ragazzi attorno a loro (per lo più ubriachi, c’era da dirlo) avevano cominciato a ballare in coppie strette l’una all’altra. Gettandosi un’occhiata distratta attorno, improvvisamente, Tom si sentì bruciare da un misto di imbarazzo e disappunto: era inconcepibile che lui, il Sex Gott per eccellenza, se ne stesse con le mani in mano mentre chiunque altro era riuscito a combinare qualcosa.

Squadrò Alexis, che ricambiava il suo sguardo con aria bellicosa (chi diavolo aveva ucciso nella sua vita passata per meritarsi una tipa così ostinata?) e si chiese se, in fondo, ne valesse la pena.

Una seconda occhiata alla sua scollatura e alla sua bocca rossissima, distesa in una smorfia di sufficienza, lo convinse che sì, valeva la pena ritentare. E poi c’era qualcosa di tremendamente tenace, nell’espressione dei suoi occhi azzurri, da renderli in un certo senso…adorabili.

Si concesse un mezzo sorriso, nonostante tutto, e tornò a porgerle la mano.

-Ultima chance, rossa- esordì, accennando col capo alle coppie che ballavano lì attorno –Allora: sei davvero sicura di non voler ballare con me?-

Alexis, con le braccia tenacemente inchiodate al petto, ignorò prontamente per la seconda volta il suo sorriso. –Più che sicura- replicò, voltando cocciutamente la testa.

Uno strano luccichio attraversò gli occhi di Tom.

-Come non detto- disse in un soffio, inclinando il capo da un lato. E prima che Alexis potesse fare la minima mossa, il ragazzo si era piegato fulmineo e l’aveva sollevata per le gambe, caricandosela su una spalla tra le sue proteste indignate.

-Razza di brutto…!- la rossa si dimenò, battendogli inutilmente un paio di pugni sulla schiena.

-Spiacente, dolcezza, ma ti avevo avvertita- rispose con un sorriso distratto Tom, avviandosi fischiettante verso il bordo illuminato della piscina –Questi erano i patti: o un ballo, o un bagno. E visto che hai scelto il secondo…-

Bloccata nella presa, Alexis si paralizzò –Non oserai davvero…- farfugliò sconvolta, in un tono che Tom giudicò eccessivamente spaventato (si trattava solo di un innocente tuffo in piscina, no?).

Il rasta sogghignò. –Scommettiamo?- la sfidò, sotto gli sguardi perplessi dei pochi ancora sobri nei pressi del buffet, avvicinandosi pericolosamente all’acqua cristallina della piscina.

-Mollamiiiii!- Alexis scalciò con ancora più forza, rischiandosi di centrargli il viso con una scarpa, nel tentativo di sgusciare via dalla sua stretta, e per tutta risposta Tom ridacchiò.

-Pronta per il tuffo?- la fece ondeggiare sul bordo della piscina -Uno…due…-

Non arrivò al tre. Prima che potesse anche solo pensarlo, una scheggia bionda in miniatura gli si era fiondata addosso strillando –Cuginettaaa!-, seguita a tutta birra da quello che prima scambiò per un cespuglio di capelli neri che sbraitava –Tom!!- e che capì solo dopo essere suo fratello.

Non ebbe il tempo di fare alcunché, insomma, perché appena la bionda gli fu addosso perse l’equilibrio già precario.

Splish! Splash! Splush!

E tra gli sguardi attoniti generali, con la catena umana più improbabile e irreale che chiunque alla festa avesse mai visto, tutti e quattro crollarono in acqua trascinandosi dietro l’un l’altro.

Non appena riemerse, sputacchiando acqua a volontà, la prima cosa che giunse alle orecchie di Tom fu l’indignato –I miei capelli!!- che non tardò a riconoscere come quello di Bill; e, subito dopo, sentì un pugno colpirlo con forza in testa, mentre una quanto più furiosa Julie lo fissava rabbiosa.

Non fece in tempo a replicare che, con un gemito strozzato, Alexis gli si arrampicò sulla schiena tossendo acqua, e rischiando quasi di farlo annegare.

Se non si fosse trovato in prima persona in quella catastrofe umana, probabilmente, Tom avrebbe rise senza riserve di fronte a una simile scena più da film comico che da realtà. Ma quando Alexis, ancora saldamente aggrappata al suo collo, gli fece ingoiare un altro buon litro d’acqua nel tentativo di tenersi a galla, Tom fu sicuro che non avrebbe più fatto un bagno per molto tempo.

-Insomma!- protestò scocciato mentre Alexis, finalmente, si aggrappava a bordo piscina sfinita –Basta tentare di affogarmi! Che diavolo…?-

Subito, un secondo pugno in testa di Julie lo mise a tacere.

-Deficiente!- sbraitò la ragazza, scalciando per tenersi a galla, con ciocche bionde e bagnate che le ricadevano sul viso –Ma che ti salta in mente?-

Accanto a lei Bill, che con un’aria tra il disperato e il furioso tentava di riassettarsi i capelli ormai ridotti a tendine nere sugli occhi, lo fissava altrettanto accigliato. –Avresti potuto farle male!- rincarò infatti, sbracciandosi per arrivare a bordo piscina.

Per un attimo Tom si chiese se fossero tutti, ma proprio tutti impazziti; poi, con un lampo, capì.

-Non sai nuotare?- chiese ad Alexis, più stupito che mortificato, osservandola arrampicarsi a fatica sul bordo della vasca.

La ragazza si strinse nel vestito completamente fradicio, ricambiando rabbiosa lo sguardo –Non è solo questo- sibilò rabbuiandosi, e senza aggiungere altro voltò la testa dall’altra parte. Julie riemerse (un po’ a fatica, data l’altezza dell’acqua) e si sedette accanto a lei, cominciando a strizzarsi i capelli.

-Se tu non fossi così impulsivo- ringhiava intanto Bill sollevandosi a bordo vasca –E la smettessi di fare stupidaggini in continuazione… ora non saremmo ridotti così!- una smorfia di sconforto gli si dipinse in viso, prima di riprendere a piagnucolare -…i miei poveri capelli!- da bravo drama queen.

All’improvviso, con un fiotto di calore alle guance, Tom si sentì completamente stupido.

Ecco perché Bill e la sgnappetta-come-cavolo-si-chiamava gli erano piombati addosso! Ecco perché Alexis era terrorizzata all’idea di “un innocente tuffo in acqua”. Ma, un momento, cosa significava quel “non è solo questo”?

-Dannazione, istrice, sta’ fermo!- strepitava nel frattempo la biondina, mentre Bill scuoteva la testa schizzandola coi capelli come un cane bagnato.

-Come posso stare fermo? Dico, guarda i miei capelli!-

-Li vedo, e sono anche peggio di prima!-

-Appuntoooo!-

Tom li fissò entrambi disgustato, prima di voltarsi verso Alexis. Nonostante tremasse come una foglia e sembrasse ancora arrabbiata, non era riuscita a trattenere un sorriso di fronte a quella litigata cameratesca. E, notò Tom, quando sorrideva con quel fare timido tutto il viso si distendeva in un’espressione che trovò tremendamente dolce. Sembrava una bambina, con quella fascia rossa tra i capelli e due chiazzette rosee sulle guance per il freddo.

-Bè? Che hai da fissare?-

Una bambina estremamente malefica, si corresse subito Tom incrociando il suo sguardo, quando la ragazza lo fissò con improvviso astio.

Si umettò le labbra, incerto, mentre un paio di rasta gli ricadevano sugli occhi. –Uhm. Io…- iniziò.

Incredibile ma vero, pensò Tom, adesso si sarebbe anche dovuto scusare. Sospirò imbarazzato, sentendo le guance avvampare –Bè … forse, e dico forse, dovrei chiederti scu…-

Prima che potesse terminare la frase, Alexis lo afferrò rapida per le spalle e lo spinse di nuovo in acqua, facendogli ingoiare un altro buon mezzo litro di cloro. Quando Tom riemerse lei stava ridendo a crepapelle, sinceramente divertita, in ginocchio a bordo vasca.

-Era il minimo che potessi fare- spiegò con una risata cristallina, tra gli sguardi perplessi di chi osservava la scena.

Tom si aggrappò al bordo della piscina, e diede un sonoro sbuffo (un’abitudine, ormai, da quando l’aveva conosciuta).

-Dispettosa- sibilò arricciando il naso. Lei rispose con una linguaccia divertita, prima di scoppiare di nuovo a ridere di fronte alla sua aria da cucciolo bagnato.

E Tom, nonostante tutto, capì una cosa. Sì, odiava il suo sorrisino di sufficienza. Ma adorava il suono della sua risata.

 * * *
Nonostante l’idea di intrufolarsi in una casa altrui per prendere in prestito qualche coperta non la entusiasmasse molto, la prospettiva di morire assiderata per il bagno imprevisto non attirava molto Alexis.

Forse era per quello che si era lasciata convincere a entrare nella villa, per recuperare giusto le coperte che bastavano ad evitare il congelamento a tutti e quattro. O forse, più che altro, era stato il pericoloso mix delle lamentele di Bill sul trucco colato assieme all’ennesimo urletto strozzato di sua cugina che stava lentamente ibernando. Sì, era stato decisamente quello.

-Tu sei pazza- sibilò Bill mandando lampi dagli occhi, quando Alexis gli gettò addosso una coperta color melanzana. La fissò disgustato, chiedendosi se quella benedetta ragazza avesse mai posseduto un minimo senso estetico.

-Non sono riuscita a trovare di meglio- replicò altezzosa la rossa, avvolgendosi in un plaid verde acido che faceva a cazzotti col suo vestito, mentre sua cugina faceva altrettanto.

E anche se indossare un colore assolutamente fuori stagione per lui equivalesse al suicidio, Bill si ritrovò costretto a coprirsi con quella cosa, accucciandosi sulla gradinata della villa accanto a Tom.

Davanti a loro, attorno al perimetro della piscina, la festa continuava. I pochi ancora sobri erano raggruppati da una parte, uno più confuso dell’altro, e osservavano con aria guardinga i ragazzi ubriachi che si strascinavano lì attorno.

Ed era anche abbastanza facile indovinarne il motivo, pensò Alexis avvolta nel suo plaid, quando vide Valentine ballare scatenata in piedi su un tavolino con due perfetti sconosciuti. Per un attimo immaginò la faccia dei proprietari quando, una volta rientrati, avrebbero trovato la casa devastata e la figlia ridotta a una baccante. E non osò neppure pensare a quella dei suoi genitori, ai quali aveva promesso di tenere d’occhio Julie e comportarsi educatamente. Un po’ difficile davvero, vista la situazione.

Gettò un’occhiata alla cugina, seduta accanto a lei al fianco di Bill, e si chiese se anche lei stesse pensando la stessa cosa.

-Questa festa- esordì Tom interrompendo i suoi pensieri –E’ in assoluto la più orribile a cui sia mai stato-

Julie sbuffò –Puoi ringraziare te stesso e l’istrice qui presente, Kaulitz. Se avessi saputo che vi sareste imbucati, non mi sarei neppure presentata qui-

Alla sua destra Bill arricciò il naso indispettito, mentre una lunga ciocca corvina gli ricadeva fastidiosamente sugli occhi.

Nonostante tutto, Alexis fece un mezzo sorriso -E dire che è trascorso appena una giornata. Immaginate come dovrebbe essere incontrarsi ogni giorno-. Le occhiate omicida che saettarono all’istante nella sua direzione le fecero indovinare che no, loro preferivano non immaginare.

Con un sospiro sconfortato, Julie si strizzò i capelli biondi ancora bagnati –Per farla breve, questa vacanza ci ucciderà tutti quanti. Basta vedere come mi si sono ridotti i capelli-

-Guarda il lato positivo, tappetta- intervenne Tom con nonchalance, facendo vagare lo sguardo su alcune ragazze non proprio sobrie lì vicino –Se non altro, non può succedere nulla di peggio-

Bill aprì bocca per replicare (forse per far notare per la terza volta che il suo trucco distrutto era in assoluto la cosa peggiore che fosse capitata), ma un urlo dall’atrio della villa li fece voltare.

-Santo cielo! Cos’è successo qui?-

E sobri o meno, tutti gli invitati non impiegarono molto capire cosa doveva essere successo: i padroni di casa erano tornati. E con tanto di genitori al seguito.

Tre paia d’occhi saettarono in direzione di uno stupito Tom, mentre il fratello, Julie e Alexis esclamavano ad una sola voce –Kaulitz!-, trattenendosi dal saltargli addosso.

In meno di un secondo, nel giardino si scatenò un vero e proprio pandemonio. I pochi invitati autentici si ritrovarono travolti da una mandria di imbucati che, agguantando tutto quel che potevano dal buffet, si diedero velocemente alla fuga scavalcando il cancello. In un attimo l’abbaiare dei famigerati dobermann dei vicini si unì alla confusione generale, tra i richiami concitati dei ragazzi sopra la musica ancora assordante.

Da un lato della piscina, il povero Gustav si guardava attorno spaesato, sbracciandosi per farsi largo tra i fuggiaschi.

-Georg!- chiamò ad alta voce –Bill!-

-Gustav!- gli rispose una seconda voce, a qualche passo dal buffet lì accanto.

Gustav si illuminò subito , riconoscendo il bassista. –Georg!- ripeté, prima che l’amico gli sbucasse davanti e lo tirasse via a fatica dalla calca.

–Grazie al cielo ti ho trovato- sospirò il ragazzo, scostandosi i capelli lisci dal viso.

-Georg! Sei tu!- esclamò di nuovo il batterista, ignorando completamente le sue parole. L’amico gli mollò uno schiaffetto sulla fronte, scocciato –Ho capito che sono io, scemo. Piuttosto, hai visto dove si sono cacciati i gemelli?-

Ma l’espressione estatica del batterista gli fece capire che, in quel momento, non sarebbe stato molto d’aiuto. Con l’ennesimo sospiro lo agguantò per la maglietta, trascinandoselo dietro in mezzo agli altri ragazzi per trovare i gemelli.

Li vide dopo qualche attimo dall’altro lato della piscina, di fronte alla scalinata, imbacuccati in quelli che sembravano… pullover? Coperte? …bagnati fradici?

-Cosa diavolo avete combinato mentre non c’ero?- ringhiò allarmato, senza neppure salutarli, mentre Gustav si lanciava letteralmente tra le braccia di Tom urlando entusiasta –I gemelli!-

Tom inarcò un sopracciglio (cosa che nessuno poteva notare, dati i tre chili abbondanti di dread che gli cadevano bagnati sugli occhi), e scansò il batterista con un gesto infastidito –Cosa abbiamo combinato noi? Cos’hai combinato tu: che accidenti hai fatto bere al povero Gus?-

Il “povero Gus” era, nel frattempo, passato ad abbracciare Bill, rischiando per un pelo di stritolarlo nella sua morsa. –Bill!- trillò, mentre Tom si accorgeva con sommo orrore che era perfettamente sobrio -Sono così felice di… ma che hai fatto ai capelli?-

Bill si scansò con un gesto stizzito, e indicò senza tanti preamboli la testolina bionda che fece subito capolino dalle sue spalle. –Se proprio vuoi dare la colpa a qualcuno- esordì –Puoi prendertela con lei per il nostro stato indecente-

Gustav la osservò stralunato (una biondina di un metro e sessanta con vestito viola e pullover arancione non si vedeva tutti i giorni), sbattendo gli occhi innocentemente -La tua nuova fidanzata?-

Julie, ovviamente, non capì una sola parola di tutto quello sproloquio in tedesco (perché accidenti l’istrice aveva preso a urlare –NO!!- scandalizzato?), ma le bastò riconoscere il ragazzo per dare di matto anche lei. –Oh madrina, no!- protestò scocciata –Anche il batterista no! Ormai li ho visti tutti- Bill fece una smorfia in direzione dei due amici –Parlate in inglese, o le signorine qui presenti non capiranno un accidente-

Tra Georg e Gustav non si sarebbe detto chi sembrasse più perplesso. – Inglese? Signorine? Oh Gott, ma quante ragazze avete rimorchiato stasera?-

-“Rimorchiato” direi nessuna- intervenne pacatamente Alexis, affiancandosi subito alla cugina –“Tentato di annegare” ben due, invece-

Se avessero avuto tempo, probabilmente, batterista e bassista avrebbero fatto altre domande (ad esempio, da dove fossero spuntate fuori quelle due inglesi una più strana dell’altra, bagnate da capo a piedi come i gemelli); eventualmente avrebbero anche voluto sapere anche perché una delle due continuasse a strepitare di essere braccata dai Tokio Hotel, mentre l’altra lanciava occhiate assassine a Tom.

Ma l’ennesimo grido dall’ingresso (-Valentine! Cosa è successo al giardino?-) e i passi dei genitori che si avvicinavano, fecero capire a tutti di avere fin troppo poco tempo a disposizione.

Trattenendo Gustav per un braccio per evitare che si desse alla fuga senza di loro, Georg si rivolse direttamente alle ragazze. –Bene, è stato davvero un piacere conosc…-

-Per noi no- lo interruppe pronta Julie, lasciandolo boccheggiare per un attimo.

-Bene, come dicevo. Davvero un piacere o quello che è, ma adesso noi dobbiamo davvero andare prima che la stampa ci trovi qui!-

Tom lo fissò stralunato –La stampa ad una festa di quartiere?-

-TACI E MUOVITI!- ululò il bassista in risposta, trascinando Gustav al cancello per scavalcarlo.

Nonostante tutto, Alexis non riuscì a trattenere un sorriso, mentre sua cugina dava l’ennesimo e “affettuoso” saluto a Bill con un meritato pugno in testa per la bella serata trascorsa assieme.

Si voltò a controllare la villa, al cui interno i genitori li stavano evidentemente cercando, e quando si girò di nuovo a coprirle la visuale c’era il viso di Tom Kaulitz che sorrideva sornione.

-Sembra il momento di dirsi addio. Di nuovo- gli disse con una smorfia soddisfatta, quasi a voler sottolineare quanto ne fosse dispiaciuta.

Tom sbatté le palpebre con finta aria innocente –Ma come… significa che non vuoi più rivedermi?-

-Esattamente-

-E se lo volessi io?-

-Significherebbe che sua maestà Tom-cervello-bacato-Kaulitz avrà una terribile delusione-

-Alexis!- chiamò una voce dalla villa, facendola sobbalzare. Inconfondibilmente, catastroficamente sua madre – Dove ti sei cacciata?-

Improvvisamente allarmata, Alexis si sfilò il plaid e si riassettò i capelli, cercando di tagliare i convenevoli. –Bene. E’ arrivato il momento che anche io me ne vada- disse sbrigativa a Tom, facendo per voltarsi.

Tom sogghignò. -Ah, davvero?- Era fin troppo palese che non fosse una sua fan, per pensare che l’avrebbe lasciata andare così.

-Sì, davvero- tagliò corto la ragazza –E se pensi che io…-

Fu un attimo: rapidissimo, Tom si chinò su di lei mentre ancora parlava; le scoccò un bacio morbido e veloce, a stampo, sulla bocca socchiusa, e il secondo dopo era di nuovo diritto.

-E’ stato un piacere- soffiò con un sorriso, osservandola soddisfatto boccheggiare in cerca di qualcosa da dire; si voltò e raggiunse di corsa il cancello, che Georg e Gustav avevano già scavalcato.

-Oh, quasi dimenticavo- disse all’ultimo, arrampicato a metà, e sventolò qualcosa di rosso nella sua direzione. Qualcosa di rosso e di terribilmente familiare…

Le mani di Alexis corsero ai capelli, improvvisamente sciolti, e in un attimo la ragazza realizzò.

-Ehi, la mia fascia!- protestò –Quando me l’hai…?-

In lontananza, Tom ridacchiò compiaciuto –Così sarò sicuro che ci rivedremo: dovrai riprenderti la fascia, dolcezza-

Per un attimo Alexis valutò che assassinare un chitarrista di fama mondiale sarebbe stato sì un crimine, ma anche una piacevolissima soddisfazione; ma quando l’ennesimo richiamo di sua madre, alla cui voce si era unita quella della zia, risuonò nel giardino, pericolosamente vicina, capì di non avere davvero più tempo. La vendetta avrebbe aspettato.

-Cugi!- sibilò, strattonando la cugina per un braccio –Avanti, sbrigati: stanno arrivando mamma e papà con gli zii-

-ALEXIS! JULIE!- stavolta a gridare era stato senza ombra di dubbio suo padre, pensò Alexis.

-E-eccomi!- gracchiò in risposta, preparandosi alla scenata, e salì di corsa la gradinata del giardino per raggiungerli nella villa.

Julie, anziché seguirla, si voltò a sfidare Bill con lo sguardo per l’ennesima volta.

-Bene, istrice. Come sempre non è stato un piacere rivederti-

-Lo hai già detto, sei ripetitiva- sbuffò Bill con gli occhi al cielo.

-Lo so, ma ci tenevo a specificarlo di nuovo-

Seguì un secondo di silenzio. Poi, senza volerlo, si sorrisero divertiti.

-Bè- disse Bill in un soffio –Stavolta… addio per davvero-

-Uhm, già- Julie giocherellò con una ciocca bionda dei capelli, abbassando lo sguardo. All’improvviso, non capiva bene perché, non riusciva più a parlare. Una battutina mordace avrebbe fatto al caso suo, in quel momento, ma era come se le parole le fossero morte in gola. Era incredibile, si disse, quanto fosse stupida: era stata capace di litigare con lui tutta la sera, rimbeccandosi a vicenda riguardo alle cose più assurde, e adesso si sentiva addirittura in imbarazzo a salutarlo. Il mondo, alle volte, era davvero un controsenso.

-…adesso devo andare- disse meccanicamente, non troppo convinta.

Bill annuì appena, più simile che mai a un procione triste coi capelli bagnati e il trucco mezzo colato –Gut. Allora ciao, tap…- si bloccò. Stava per chiamarla “tappetta”, come Tom aveva fatto per tutta la sera, quando si rese conto di una cosa.

Julie si era già voltata per andarsene e lui, di slancio, la bloccò per un braccio; la ragazza si paralizzò sul posto, girandosi a fissarlo perplessa, con un “Cosa…?” stupito già sulla bocca.

-Io…- Bill deglutì incerto (era una sua impressione o era avvampato?) –Mi è appena venuto in mente che… non ho la più pallida idea di come ti chiami-

E forse fu il modo in cui lo disse, con quel tono tra il curioso e l’ingenuo, o forse fu il sorriso timido che le rivolse subito dopo quasi a mo’ di scusa. Fatto sta che anche Julie, malgrado tutto, arrossì appena, dandosi mentalmente dell’idiota.

-Ah. Ehm- elaborare una risposta (il suo nome!) si stava rivelando decisamente difficile, di fronte a quel sorriso -… Julie. Julie Owen-

-Julie Owen- ripeté Bill, arricciando le labbra in una buffa smorfia, prima di lasciarle il braccio –Bene. Quindi… ciao, Julie-

La bionda distese le labbra in un mezzo sorriso. –Ciao… istrice- gli rivolse una linguaccia dispettosa e, senza dargli tempo di ribattere, salì di corsa la scalinata ed entrò nella villa.

 * * *
-Non è assolutamente giusto!- esclamò Julie, stringendosi il cuscino al petto con aria offesa.

Dalla porta del bagno attiguo, Alexis sospirò –Lo hai già detto, Juls- le fece notare pacatamente, riprendendo a spazzolarsi i denti con foga, mentre la luce che filtrava dalla finestra le proiettava strane ombre sul viso.

La cugina fece vagare lo sguardo sulla stanza, con il mento appoggiato sui pugni chiusi, e inveì mentalmente contro i suoi genitori. –E’ assurdo che ci puniscano per qualcosa che non abbiamo fatto- protestò nuovamente, come aveva già fatto almeno una decina di volte nell’ultima mezzora –Pensano per caso che siamo state noi a lasciar entrare tutti quegli imbucati e a far ubriacare mezzo mondo?-

Alexis, spazzolandosi i denti, alzò gli occhi al soffitto, ben sapendo che replicare non sarebbe servito a nulla.

Effettivamente, pensò però, i loro genitori si erano dimostrati davvero ingiusti. Appena li aveva raggiunti nella villa, per di più senza Julie al seguito, avevano cominciato a volare schiaffi in ogni direzione. Sulla sua guancia, su quelle degli altri invitati, su quella già arrossata di sua cugina quando l’aveva raggiunta (a proposito, perché era rossa in viso?)… su tutte, ovviamente, tranne che su quella di Valentine.

Alexis diede un sonoro sbuffo, risentita: era ridicolo che ad essere puniti fossero gli invitati, che si erano ritrovati a fronteggiare una mandria di imbucati folli, al posto della figlia dei padroni di casa. La quale al contrario, ricordò Alexis, aveva contribuito più che largamente all’orgia generale.

Per un attimo, alla villa, quando Valentine era stata chiamata in causa davanti a tutti, aveva creduto che almeno lei avrebbe saputo dare una spiegazione alle famiglie; ma quando quell’angelo di ragazza era scoppiata in un pianto isterico, piagnucolando che “lei non sapeva nulla e, anzi, aveva fatto di tutto per riportare l’ordine alla festa”, aveva capito di essersi solo illusa.

E la cosa ancora più ridicola era che tutti le avessero creduto, quando era palesemente ubriaca fradicia e bugiarda. La “povera Valentine”, a sentire i suoi premurosi genitori, era sicuramente vittima della vivacità degli altri ragazzi.

Come avessero fatto i genitori suoi e di Julie, nonché di tutti gli altri invitati, a crederle, restava un mistero.

-Il risultato?- ringhiò Julie in quel momento, come se le avesse letto nel pensiero –Una settimana chiusi in casa senza spiaggia e centro commerciale per non aver fatto nulla. Meraviglioso!- si lasciò sprofondare sul letto, affondando il viso nel cuscino per soffocare i gemiti di rabbia –Cosa pensano che possiamo fare senza il permesso di uscire?-

La cugina si sciacquò la bocca per la terza volta, non sapendo esattamente cosa rispondere.

-Troveremo qualcosa- cercò di rincuorarla, tornando a spazzolarsi energicamente i denti –Non preoccuparti. E no , non pensare nemmeno lontanamente di uccidere Valentine- aggiunse subito quando notò la sua espressione omicida.

Julie sbuffò delusa. –Peccato, ci speravo. Ma toglimi una curiosità- si tirò su a sedere sul letto incrociando le gambe e la fissò incuriosita –E’ la quarta volta che ti lavi la bocca, come mai?-

Alexis sputacchiò disgustata nel lavandino, e le scoccò un’occhiata irritata dallo specchio –Preferirei dimenticare, Juls; non è stata una bella esperienza-

Julie sgranò gli occhi -…Kaulitz?- chiese in un soffio.

-Aha-

-Ti ha baciata?-

-Aha-

-A stampo, spero-

-Aha-

-…ma proprio quel Kaulitz?- non si trattene dal chiedere Julie.

Alexis la fissò scocciata -Quanti Kaulitz conosci?-

-Bè, due-

-Hai capito benissimo quello che volevo dire- tagliò corto la cugina, seccata, dandosi un forte colpo di spazzola sui capelli rossi. –E poi ha poca importanza- aggiunse dopo un attimo, fissando il proprio riflesso nello specchio; stranamente, le sembrò di notare un velo di disappunto nei propri occhi mentre diceva –Comunque vada, non rivedremo più nessuno dei due-

-Libere dai Tokio Hotel- ridacchiò la cugina in un sospiro.

-Già- Alexis posò la spazzola e si specchiò, appoggiandosi con le mani al ripiano del lavabo.

Storse la bocca in una piccola smorfia, contrariata, ripensando a quell’attimo fugace in cui Tom l’aveva baciata. Tom? No no: Kaulitz. Meglio non prendere la pessima abitudine di chiamarlo per nome.

“Se per pura sfortuna dovessi incontrarlo di nuovo” si ripromise, raggiungendo la cugina in camera “Prima mi riprenderò la fascia, poi lo ucciderò”

-‘Notte cugi- sentì mormorare la cugina, che si rigirò nel letto per qualche secondo prima di accucciarsi sotto le coperte.

-Buonanotte- rispose Alexis, osservando le ombre proiettati nella camera dalla luce argentea della luna.

Allora? Balli con me?

Si sfiorò le labbra con una mano, incerta, e sorrise appena. Forse, dopotutto, non lo avrebbe ucciso…

 * * *
Tom sbuffò sonoramente, lasciandosi ricadere sul proprio letto con aria esausta.

-Sono distrutto- mormorò col viso affondato nel cuscino, mentre il fratello si sedeva sul materasso accanto a lui –Domattina non voglio essere svegliato prima di mezzogiorno-

Bill roteò gli occhi, strofinandosi i capelli ancora umidi con l’asciugamano –Chissà di chi è la colpa se sei così stanco…- commentò ironico, scansando appena in tempo un calcio negli stinchi.

-Mi sembra ovvio: è colpa di quelle due inglesine da strapazzo- replicò Tom sprezzante, facendo sgranare gli occhi all’altro.

-No, non è ovvio: non sono state certo loro a trascinarci a tradimento alla festa, a farci imbucare, a farci cadere in piscina, a farci inseguire dai dobermann… devo continuare?-

Tom inarcò un sopracciglio –Pensala pure come ti pare. Ma mentre tu eri impegnato a flirtare con la tappetta bionda, sua cugina ha osato rifiutarsi di ballare con me-

Bill sbuffò. –Capirai che tragedia, e… ehi! Chi era impegnato a fare cosa con chi?-

Il biondo scoppiò a ridere, scansando i tentativi dell’altro di soffocarlo col cuscino, ed estrasse una fascia rossa da sotto le pieghe della maglietta extra-large. –L’importante- disse in un sogghigno –E’ che sarà costretta a rivedermi per riprendersi questa, non ti pare?-

-Hai intenzione di rivederla?- ululò Bill con le mani tra i capelli. Suo fratello, si disse spiaccicandosi una mano in fronte, era letteralmente impazzito.

-Bè, mi deve ufficialmente un bacio- ribattè Tom piccato, come un bambino piccolo; incrociò le braccia al petto e sfidò il fratello con uno sguardo che entrambi conoscevano fin troppo bene.

Bill scosse la testa con aria contrariata –Tu non capisci nulla- disse –Non siamo liberi di girovagare come più ci piace… siamo i Tokio Hotel, ricordi? Immagina che succederebbe se si sapesse che siamo in vacanza qui-

-Mi sembra che le due cugine l’abbiano già scoperto e che la stampa non ci abbia già assalito-

-Con loro è diverso- replicò il moro –Ci detestano, la nostra presenza non fa loro né caldo né freddo-

-Sai che ti dico?- Tom gettò la fascia da una parte e si infilò sotto le coperte, senza neppure indossare il pigiama –Rossa, carina, spiritosa e ironica. Una tipa così non me la lascio di certo scappare prima del concerto-

-Ma a te le rosse nemmeno piacciono- protestò debolmente Bill, non sapendo più bene cosa dire.

-L’eccezione che conferma la regola- gli arrivò la voce soffocata di Tom da sotto le coperte.

Bill sospirò (stava diventando un’abitudine troppo radicata…), e gettò uno sguardo aldilà della finestra. Conosceva troppo bene suo fratello, e sapeva che quando puntava una ragazza era difficile distoglierlo dall’obiettivo. Improvvisamente non riusciva a decidere quale fosse la cosa peggiore: che ogni tentativo di incontrarla rischiasse di smascherare tutta la band, o che la poverina sarebbe stata solo l’ennesimo flirt estivo del fratello, presto accantonato in un angolo come tutti gli altri.

-Solo un’ultima cosa- mugugnò il rasta dal letto, distogliendolo dai suoi pensieri –Tu non vuoi che io esca per attaccare bottone e per rincontrare la rossa, ma… prova a dirmi che non vuoi rivedere la tappetta bionda-

-Julie- corresse automaticamente Bill, avvampando leggermente appena si rese conto di quanto fatto.

Il fratello si mosse sotto le coperte ma, anche senza vederlo, Bill sapeva che stava sogghignando.

-‘Notte, fratellino- disse Tom in tono canzonatorio, facendolo arrossire ancora di più dall’imbarazzo –E rifletti su quello che ti ho detto-

-Zitto e dormi- replicò Bill tirandogli un cuscino, e diede uno sbuffo irritato.

“Io non la voglio rivedere” si disse imbronciato, con le ginocchia rannicchiate al petto “Nossignore. Nemmeno se avesse tutti gli album di Nena a questo mondo”

Senza volerlo, il suo sguardo vagò per la stanza semibuia, andando a posarsi su un pallone da beach volley dimenticato ai piedi del guardaroba; con un pennarello indelebile erano state tracciate le iniziali “A. e J. O.” sulla parte colorata, e Bill si mordicchiò il labbro inferiore, fissandole indeciso.

“Julie Owen” ripeté mentalmente, scostandosi una ciocca corvina dalla fronte. Gettò un’altra occhiata alla palla, pensieroso “Julie. Quasi quasi…”






Allooooora...faceva tanta, tanta, tanta pena? ^^''
XD Sinceramente, come sempre, credo che avrei potuto fare decisamente di meglio >.>
Il prossimo capitolo è, più o meno, quasi del tutto finito (devo solo rivedere alcuni piccoli particolari, ma non vi dico nulla *ghgh*)
Per il momento posso solo dirvi di tenere a mente Valentine (eggià, proprio lei...), che presto tornerà a farsi sentire... e, soprattutto, di non dimenticare il "non è solo questo" di Alexis riguardo al fatto che non sa nuotare. Tutte piccole cose su cui saprete di più tra qualche capitolo... °-° XD A proposito, chissà cos'ha in mente di combinare Bill con la palla... *ghgh* XD E non preoccupatevi per Alexis: non cederà tanto facilmente ù_ù
Nel frattempo, è ora che passi ai soliti meritatissimo Ringraziamenti!! *_*

Shashi: mi fa piacere che la ff ti piaccia *_* Come vedi ho aggiornato dopo secoli, ma spero comunque che tu non sia rimasta delusa ^^ un bacione, ciaooo :*

ruka88: ...adorata!! *_* Hai visto cosa riescono a combinare quei quattro tutti assieme? Io mi preoccuperei...°-°'' XD Chiedo venia per non aver aggiornato subitissimo, ma come ho già detto ho avuto un sacco di problemi (pigrizia compresa *ghgh*). Spero lo stesso che il capitolo ti sia piaciuto *_* Fammi sapere, mi raccomando! Ciaoooo :*

tEiNa:  grazie mille per i complimenti ^^ Sono felice che la ff ti piaccia. Che dici, com'era questo capitolo? Fammi sapere, d'accordo? *_* Un bacione grandissimo, ciaoooo

Rodelinda: allora, prima di tutto sono felice di non aver commesso errori, finora, almeno a livello grammaticale e ortografico ^^ E per questo ti ringrazio. Per il resto devo confessarti che la tua recensione non mi ha delusa, ma mi ha solo fatta riflettere... e quindi, anche per questo, un secondo "grazie". Mi dispiace che la trama ti sembri così scontata e prevedibile (credimi, a volte non so nemmeno io cosa uscirà fuori da quello che scrivo o cosa combineranno i miei personaggi, che ormai vanno da soli XD); ho riletto più volte quello che ho scritto fino adesso, rivedendo il plot come mi hai giustamente consigliato tu. Ho anche pensato al fatto che magari, come mi fai notare, i personaggi appaiono davvero privi di approfondimento psicologico. Ed è a questo proposito che ti rispondo: questa storia è una sorta di commedia, una parodia delle centinaia di ff che ho letto su fan sfegatate dei Tokio Hotel che incontrano i loro idoli e coronano il loro sogno d'amore... Ed essendo una commedia, ho puntato tutto sull'ironia, sulla comicità delle scene, senza concentrarmi troppo sull'aspetto psicologico dei personaggi. Forse è stato quello il mio errore ^^'' ti ringrazio comunque per avermelo fatto notare, presterò più attenzione alla cosa in futuro :*

Trappy: ma ciaooo! ^^ stavolta ho aggiornato dopo ben 4 lune, hai visto? XD Mi dispiace tantissimo, credimi. Comunque sia, spero che questo capitolo non ti abbia delusa. Alexis e Juls cominciano a farmi paura, sai? °-°'' Mi sa che metterle in coppia coi gemelli non è stata molto una buona idea, visto quello che possono combinare.. XD Fammi sapere cosa te ne è parso di questo capitolo, va bene? Un bacio, ciaoooo! :*

mary: *_* Holaaa! Tra Bill e Julie, finalmento, è "scattato" qualcosa, visto? XD Sono sempre più felice di leggere le tue recensioni; mi raccomando, dimmi se questo capitolo ti è piaciuto ^^ Ciaooo

darkangel 21: ^^ Sono felice che a te e a tua cugina piaccia *_* Sono davvero soddisfatta ^^ Grazie per i complimenti, mi auguro che anche questo capitolo (arrivato in immenso ritardo...) ti sia piaciuto :* Fammi sapere, ciaooo

Ale: cugi!!! *_* grazie mille, lo sai che per me il tuo parere conta moltissimo ^^ Spero che anche questo capitolo non ti abbia delusa. Ciaooo :*

RubyChubb: grazie, grazie, grazie *_*  Ogni volta che recensisci faccio i salti di gioia, credimi XD Sono felicissima che la ff ti piaccia e che la trovi divertente (io la trovo preoccupante, a volte °-°''), e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. ^^ Mi raccomando, dimmi cosa ne pensi. Ciaooo! :*

Muny_4Ever:  Grazieee!! ^^ Sbaglio sugli occhi dei gemelli? O.o quando l'ho letto sono corsa a rileggere tutto, ma non ho proprio capito di cosa tu stessi parlando, scusa ^^'' Potresti dirmi dove ho sbagliato? E magari dimmi anche se il capitolo ti è piaciuto, ci tengo al tuo parere ^^ Un bacione, ciaooo :*

Lizzyluna: ti ringrazio tantissimo ^^ So bene che la trama appare un po' banale ma, come hai detto tu, è proprio per quello che ho introdotto l'idea delle cugine NON-fans dei Tokio Hotel XD Spero di riuscire ad aevitare le Mary Sue anche in futuro, comunque ^^'' Spero nel fratemmpo di non averti delusa con questo capitolo. Grazie ancora, un bacione e ciaooo :*

consuldevil 666: bè, grazie ^^ felicissima che ti piaccia. A quest'ora avrai già risolto il problema, comunque sia te lo dico lo stesso: per pubblicare basta iscriversi al sito e cliccare su "pubblica nuova storia" ^^ in bocca al lupo, ciaooo!

Fly: ma ciaoooo! *_* Che bello sapere che anche questa ff ti è piaciuta *___* Visto cosa sono riusciti a combinare i quattro pazzi? XD Sono stata felicissima di leggere la tua recensione, e spero che questo nuovo capitolo non ti abbia delusa ^^ fammi sapere, mi raccomando! Ciaooo :*

NoIse: ahauaha!! ^^ Felicissima che la ff ti piaccia :* Fa sempre piacere avere nuovi lettori ^^ Fammi sapere se questo nuovo capitolo ti è piaciuto, d'accordo? un bacio, ciaooo :*

FillyCicca483:  mi fa piacere che apprezzi il mio modo di scrivere ^^ Grazie per i complimenti!! Che ne dici di questo capitolo? Ti è piaciuto? Fammi sapere, ciaooo! :*

  
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