CAPITOLO
5
La
mattina dopo, Kaori, assonnata e stravolta, entrò in cucina e cominciò a fare il
caffè. Non era riuscita a dormire per niente quella notte…Tutta colpa di Ryo!
Come faceva a dormire sapendo che lui si trovava nella camera di fronte alla
sua? Accidenti a lui! Mentre aspettava che il caffè fosse pronto, cercò di
pettinare con le dita la massa intricata che erano i suoi capelli alla mattina.
In quei due anni li aveva fatti crescere e ora li portava lunghi fino ad oltre
le spalle, ma visto che erano mossi non era facile tenerli. Ma non se li sarebbe
tagliati di nuovo, le piacevano così. Di solito, dopo una delusione d’amore,
molte donne decidevano di tagliarsi i capelli, ma visto che lei li aveva già
corti se li era fatti crescere…Logico!
Strofinandosi
gli occhi, circumnavigò il bancone della cucina e passò nella zona soggiorno.
Accese il televisore e cercò il canale dove sapeva che a quell’ora trasmettevano
la replica di una puntata dell’A-team. Era appena cominciata e il colonnello
Hannibal Smith era alle prese con uno dei suoi magici travestimenti. Alzò un po’
il volume e tornò in cucina, dove trovò il caffè ormai pronto. Se ne versò una
tazza abbondante e si appoggiò al bancone mentre lo sorseggiava.
Qualche
secondo dopo, vide comparire dal corridoio che portava alle camere un Ryo non
meno assonnato di lei, vestito unicamente di un paio di boxer. Per poco Kaori
non si strozzò con il caffè vedendolo. Ok, non era la prima volta che lo vedeva
così, ma erano passati due anni, accidenti! E poi era già scombussolata di suo
per tutta quella situazione, non occorreva che ci si mettesse pure lui con il
suo fisico da infarto!
-Buongiorno-
borbottò Ryo strofinandosi gli occhi
-Potresti
anche evitare di girare per casa mia mezzo nudo!- lo aggredì quasi Kaori
Lui
alzò un sopracciglio con fare interrogativo.
-Io
dormo sempre così, lo sai bene- rispose
-Sì,
ma…la situazione ora è diversa- replicò lei a disagio
-Non
dirmi che ti metto in imbarazzo…-
Sembrava
molto felice del suo nervosismo, quel maledetto! Accidenti a lui e al fatto che
ancora sapeva capire i suoi comportamenti meglio di chiunque altro!
-Vuoi
una tazza di caffè?- gli chiese per sviare l’argomento
Ryo
sorrise soddisfatto. Vedere che poteva ancora turbarla gli piacque enormemente.
D’altro canto, doveva ammettere che anche Kaori sapeva ancora fargli mancare il
respiro al solo vederla. Indossava un pigiama di seta rosa, sottile e
impalpabile, con una fila di bottoncini sul davanti che gli faceva venir voglia
di aprirli uno ad uno, lentamente, per scoprire piano piano quello che c’era
sotto…Oppure, al contrario, strapparli tutti in un colpo solo e saziarsi di lei.
Alt! Terreno pericoloso, Saeba!
-Sì,
grazie. Un bel caffè forte è proprio quello che ci vuole- rispose
Kaori
gli porse la tazza e lui prese a sorseggiarla, guardandosi intorno.
-Mi
piace il tuo appartamento. È molto accogliente- le disse dopo qualche secondo
Era
molto spazioso, la zona giorno era formata dal soggiorno, nei toni del beige, e
dalla cucina in legno chiaro, ampie
vetrate donavano una vista mozzafiato sul fiume Hudson e sulla parte ovest di
New York. Un corridoio portava alle camere da letto, ognuna dotata di un bagno
privato. Dalla posizione, intuiva che quella di Kaori era affacciata sul fiume
come il soggiorno, mentre quella degli ospiti dava sui grattacieli di
Manhattan.
-Grazie.
Anche io lo adoro, appena l’ho visto mi sono innamorata della magnifica vista
sull’Hudson e ho deciso che questa doveva diventare la mia nuova casa-
Ryo
cercò di ignorare la fitta di dolore che provò la pensiero che lei non
considerasse più Tokyo come la sua casa.
-E da
quando ti piacciono questo genere di telefilm?- le chiese accennando alla tv
accesa dove l’A-team stava trasformando un vecchio furgone in un mezzo blindato
con qualche tubo e qualche lastra di metallo
-Ho
iniziato a guardarli per migliorare il mio inglese…- rispose lei alzando una
spalla con noncuranza –E alla fine mi ci sono appassionata-
La loro
conversazione fu interrotta dallo squillo del campanello. Kaori andò alla porta
e dallo spioncino vide che si trattava di Aidan. Immaginava che sarebbe passato
dopo la telefonata della notte prima…Non riuscendo a dormire e sentendo il
bisogno di parlare con qualcuno, lo aveva chiamato e gli aveva raccontato tutto
quello che era successo. Se fosse stato per lui sarebbe venuto immediatamente,
ma Kaori lo aveva dissuaso. Sapeva quanto potesse essere protettivo nei suoi
confronti e una complicazione in più non era proprio ciò che le serviva.
-Ciao-
lo salutò –Almeno stavolta non hai usato la chiave-
Aidan
le passò un braccio intorno alla vita e le posò un bacio sulla fronte.
-Ci ho
provato- disse –Ma non funziona-
-Strano…La
mia funziona benissimo- fece Kaori perplessa
-Ho
cambiato la serratura stanotte- intervenne una voce dietro di loro
Lei si
voltò sorpresa verso Ryo.
-Hai
cambiato la serratura? E perché?-
-Ne
parleremo dopo. Perché ora non mi presenti il tuo amico?-
Kaori
conosceva bene quel tono di voce. Ryo aveva deciso che Aidan non gli stava
simpatico, il motivo solo lui lo sapeva.
-Ryo,
questo è Aidan, mio caro amico e mio assistente personale- iniziò a fare le
presentazioni –Aidan, questo è Ryo Saeba, la mia nuova guardia del corpo-
Ryo
tentò di tenere a freno la gelosia. Quel bellimbusto era l’assistente personale
di Kaori? E poi cosa significava “caro amico”?! Che stessero insieme?
Kaori
percepì la tensione venire da Ryo, ma non ne capì la causa. Una strana idea le
balzò in mente. Che fosse geloso di Aidan? No, non poteva essere…Decise comunque
di fare una verifica…e magari di prendersi una piccola vendetta per tutti quegli
anni di prese in giro. Prese per mano Aidan.
-Ora
scusami, ma io e Aidan abbiamo delle cose importanti di cui parlare-
Detto
questo, trascinò il suo amico in camera da letto prima che avesse anche solo il
tempo di dire una parola.
Ryo
strinse così tanto la tazza che teneva in mano che si stupì del fatto che non si
rompesse in mille pezzi. La sua donna – sì, perché lei era sua, solo che ancora
non lo sapeva - e quel bellimbusto si erano chiusi in camera da letto. Dovette
frenare l’impulso di entrare in quella stanza e prendere a pugni quella bella
faccia da ragazzo perbene. Quando aveva preso la decisione di venire a New York
non aveva messo in conto che Kaori potesse stare insieme a qualcuno…E ora stava
pagando il suo errore. Era stato così maledettamente sicuro di se stesso e
dell’amore di lei che non aveva neanche pensato alla possibilità che lei non
fosse sola. D’altro canto, neanche Sayuri aveva mai anche solo accennato alla
presenza di un uomo nella vita della sorella. Anzi, gli aveva chiesto di venire
solo a condizione che rendesse felice Kaori una volta per tutte. Forse non era a
conoscenza nemmeno lei della storia…
Scuotendo
la testa, confuso da tutti quegli interrogativi, Ryo si diresse verso la propria
camera per farsi una doccia e schiarirsi le idee sulla prossima mossa da fare.
Si fermò per un attimo davanti alla porta di Kaori. Da dentro non si sentiva
provenire alcun suono. Questo poteva significare due cose: o stavano parlando a
voce bassa…o non stavano parlando affatto. Con uno scatto d’ira, aprì la porta
della sua camera e la richiuse con violenza.
Kaori
fece segno ad Aidan che poteva parlare solo quando sentì la porta della camera
degli ospiti richiudersi.
-Che
sta succedendo?- le chiese lui perplesso
-Semplicemente
non volevo che ci sentisse- rispose lei sedendosi sul letto ancora disfatto
-Stamattina
sei davvero strana…Ma con un figo come quello che mi gira per casa mezzo nudo lo
sarei pure io!-
-Ecco,
per favore, evita questi commenti mentre sei in sua presenza-
-Perché?-
Kaori
spostò lo sguardo verso la finestra senza rispondere. Aidan sorrise
maliziosamente.
-Forse
perché hai notato il suo sguardo omicida mentre ti abbracciavo e adesso vuoi
farlo ingelosire…-
Lei si
voltò di scatto verso di lui, sorpresa.
-Io
non…- tentò di negare, poi però cambiò idea:-Accidenti! Sì, è vero- nascose il
viso tra le mani –Tanto lo so che è tutto inutile, non capisco cosa mi è preso!
Per lui sono solo la sorella del suo migliore amico, niente di più. Dovrei
averlo imparato ormai-
-Tesoro,
non credo che qualcuno attraverserebbe l’oceano per aiutare una persona che non
vede da due anni se la considerasse solo la sorella del suo amico- replicò Aidan
sedendosi affianco a lei
-Abbiamo
vissuto insieme per anni…Siamo amici- fece Kaori –E lui farebbe di tutto per un
amico, ma non è niente oltre a questo-
-Però
ti guarda in un modo che è tutto fuorché amichevole…- ribatté lui –E poi, se la
pensi così, perché stai cercando di farlo ingelosire?-
Lei
abbassò le mani e lo guardò.
-Non lo
so…- ammise –Non ne ho la più pallida idea! La mia capacità di ragionare va
sempre a farsi un giro quando Ryo è nei paraggi!-
-Non
hai pensato che forse, nel profondo del tuo cuore, tu speri che sia venuto per
te?- le chiese Aidan addolcendosi
Kaori
si alzò e andò alla finestra. Dopo qualche secondo, rispose:
-Se
anche fosse, farei meglio a seppellire questa mia illusione. Ho già sofferto
abbastanza, non so se stavolta riuscirei a sopportare un’altra delusione-