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Autore: ReggyBastyOp    26/04/2013    1 recensioni
Ad essere sincera non so perché ho scritto queste 23 righe, sotto forma di prologo. Non credo aggiungerò dei capitoli perché è basata su un ragazzo vero, di cui so davvero poco. Avevo il bisogno di tramutare in parole la mia immaginazione e quindi ecco qua.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Sbuffò violentemente guardando l’orario. Possibile che fosse costretto dalla società a svegliarsi ogni giorno alle sette e mezza per andare a scuola? Insulso luogo dove t’insegnano tutto tranne ciò che serve davvero nella vita. Non t’insegnano come comportarti nel mondo reale, quotidiano, quello vero, concreto. Non t’insegnano come sopravvivere e neanche come disfarsi di ciò ch’è inutile, soprattutto di chi è inutile…
Incurante della madre che gli dava fretta, s’incamminò verso il bagno con fare mezzo addormentato, a passi lenti, strascicando con sé i lembi finali dei pantaloni da ginnastica, gli unici indumenti che indossava quando andava a dormire. La porcellana gelida del lavandino gli fece accapponare la pelle, provocandogli un lieve spasmo nella zona ombelicale. Sospirò guardandosi allo specchio. Doveva smetterla d’andare a dormire così tardi.
-Dannati videogames. – pensò.
Girò la manopola dell’acqua fredda e fissò, per un breve lasso di tempo, quest’ultima scrosciare in una semiperfetta linea verticale immaginaria. Velocemente si sciacquò gli occhi e lavò i denti. Con una smorfia passò una mano sulle gote rossastre e fece spallucce. No, non gli andava di radersi. Nel più totale silenzio prese la piastra e si sistemò il ciuffo, per non sembrare un completo barbone e tornò in camera. Aprì il cassetto e prese la prima maglietta a caso, ovviamente a mezze maniche, i soliti jeans beige e le vans nere. Si mise la giacca, prese lo zaino, il casco e si richiuse la porta alle spalle controllando d’avere le chiavi del motorino. Alzò gli occhi al cielo. Era una bella giornata. Per un momento fu quasi tentato d’augurarsi un “In bocca al lupo” da solo, ma lasciò perdere. Uscì alla fine dal cancello, con fare svogliato, mentre si preparava psicologicamente alla nuova giornata d’affrontare.
  
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