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Autore: Magica Emy    26/04/2013    1 recensioni
Stavolta non ci sarebbe stato nessuno a consolarla, ad alleviare la sua pena. Perchè stavolta era lei il mostro. Quel mostro, che aveva sempre cercato di tenere lontano e che adesso le era piombato addosso improvvisamente, rendendola ciò che era. Ciò che l'avrebbe cambiata per sempre. Adesso, però, non aveva più paura del buio...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Le prime luci dell’alba filtrano attraverso i vetri della finestra, disegnando tutt’intorno un allegro mosaico di colori che Elena non può fare a meno di ammirare, sorridendo. Tutto questo le ricorda tanto il momento in cui, da bambina, sua madre andava a svegliarla aprendo lentamente le tende della sua camera, permettendo così al sole di entrare per darle il buongiorno. Per scaldare, con i suoi ancora tiepidi raggi la nuova giornata che si apprestava a cominciare, a volte terribilmente assonnata e con la voglia di tornare sotto le coperte, lasciando fuori il resto del mondo. Quella mattina, è esattamente una di quelle giornate in cui si è alzata con la luna storta e con un mal di testa lancinante. Colpa della terribile sbronza della sera prima, che l’ha praticamente stesa. Non crede di aver mai bevuto tanto in vita sua, e si sente stupida per questo. Sa che non è servito a niente. Sa che tutto questo non l’aiuterà ad affrontare ciò che sente dentro, e che la divora ogni giorno che passa. Tutte le sue angosce, le sue paure, infatti, finiscono sempre per confluire in un unico punto: Damon. Per quanti sforzi faccia, si rende conto di non riuscire proprio a dimenticarlo e, una parte di lei vorrebbe odiarlo con tutte le sue forze per questo. Odiarlo, per quello sguardo gelido che le riserva e che, ogni volta, è come una pugnalata in pieno petto. Odiarlo per il modo in cui si ostina a trattarla, e per come stia cercando in tutti i modi di nascondere il buono che c’è in lui, rifugiandosi dietro quella maschera di violento assassino che si ostina a voler indossare, ogni volta che si sente rifiutato da qualcuno. Vorrebbe odiarlo… ma sa di non esserne capace. Ciò che prova per lui è come un profondo oceano di emozioni che, ogni volta sembra colpirla al pari di uno tzunami, schiaffeggiandole violentemente il cuore. Per trascinarlo alla deriva, senza ritorno. Si mette a sedere, tentando di scuotersi di dosso quel dolce torpore sonnolento che sembra non voler più abbandonarla, poi lega i suoi capelli in una disordinata coda di cavallo e si appresta a scendere dal divano su cui si è addormentata la sera prima, insieme a Stefan. Solo che, al momento di rimettersi in piedi, batte violentemente un ginocchio contro il piccolo tavolo proprio vicino a lei, imprecando dal dolore.

- Accidenti!

Esclama, accorgendosi che Stefan si è appena svegliato di soprassalto, e la guarda con espressione preoccupata.

- Che c’è, stai bene ?

Le chiede mentre si mette a sedere a sua volta, notando che la ragazza si massaggia il punto dolorante con fin troppa energia.

- Niente di grave – la sente rispondere, scuotendo la testa – sono solo un po’… maldestra stamattina. Forse non avrei dovuto bere a quel modo, ieri.

Il vampiro sorride divertito, ripensando alla sera prima e a come Elena abbia tentato di far fuori praticamente tutte le bottiglie di birra in circolazione, lasciando gli altri a bocca asciutta. Non ha ancora il senso della misura come vampiro, ci vorrà molta pazienza con lei.

- Se non altro, te ne sei resa conto.

Dice, e senza aspettare che gli risponda le posa un leggero bacio sulle labbra, scostandole i capelli dalla fronte.

- La mia splendida vampira sbronza…

Scherza, facendola scoppiare a ridere. Vengono improvvisamente distratti dalla voce di Caroline che, sdraiata sul pavimento con l’aria di una che ha sicuramente avuto giorni migliori, si guarda attorno, confusa.

- Che succede? È già mattina?

Sussurra, stropicciandosi gli occhi più volte, nel tentativo di mettere meglio a fuoco ciò che la circonda. Si volta verso Elena, che la fissa sorridendo.

- Buongiorno Car – esclama – dormito bene?

- Insomma…

Si lamenta l’amica, mettendosi a sedere.

- Il pavimento è duro, avrei preferito di gran lunga dormire in un…

Lascia la frase a metà, aggrottando d’un tratto le sopracciglia.

- Dov’è Tyler?

Chiede, arricciando le labbra.

- Non ne ho idea – risponde Elena – magari è andato ad allenarsi come ogni mattina. Sai quanto ci tenga a mantenersi in forma, no? Ok, credo che andrò a darmi una rinfrescata.

Stefan annuisce mentre la vede allontanarsi, cercando di farsi spazio tra tutte le bottiglie vuote ed i cartoni di pizza disseminati sul pavimento, che fanno assomigliare la stanza ad un enorme campo di battaglia. La festa della sera prima è stata piuttosto caotica, ma almeno è riuscita per bene e soprattutto… senza intoppi. A parte il casino combinato da suo fratello quando, completamente ubriaco, ha deciso di mettersi a ballare sul tavolo apparecchiato insieme a sei ragazzine altrettanto su di giri, che lo incitavano a spogliarsi completamente e lanciar loro i suoi vestiti. “Effetto Damon” lo chiama lui, specialmente quando si diverte ad usare la coercizione mentale sulle sue povere vittime.

 

Elena raggiunge il piano di sopra barcollando, con la fastidiosa sensazione che un’intera orchestra si stia divertendo a suonare l’inno alla gioia di Beethoven proprio dentro la sua testa. Si dirige verso il bagno principale ma, non appena apre la porta, ciò che si trova di fronte la fa trasalire. I suoi sensi, anche se annebbiati, riconoscono in quella figura slanciata davanti a sé, la ragazza bionda della sera prima. Quella che, dopo aver bevuto come una spugna, si è divertita a ballare con Damon fino a notte inoltrata, facendole venir voglia di strangolarli entrambi. Di prenderli a calci, per sfogare tutta la sua frustrazione. Mentre la osserva, avvolta in un asciugamano bianco, si accorge che quella strana sensazione di fastidio torna ad impadronirsi di lei. Ma è solo un attimo. L’inebriante odore di sangue che ben presto le riempie le narici, infatti, cattura tutta la sua attenzione. Respira profondamente un paio di volte, cercando di riprendere il controllo di sé, per sfuggire all’improvvisa voglia di saltarle addosso e affondare i canini sul suo collo, candido e pulsante. Si avvicina lentamente alla ragazza, notando il profondo squarcio sulla sua spalla destra, segno evidente che Damon si è nutrito di lei. Lo sguardo spento che le rivolge, poi, lascia chiaramente intendere che l’ha anche soggiogata, piegandola al suo volere. Elena scuote la testa, disgustata. Crede di aver visto abbastanza per quella mattina, e mentre si volta per raggiungere la porta ed uscire di lì, dei passi improvvisi catturano la sua attenzione. È Damon, lo sente. Con un passo deciso guadagna il corridoio, ponendoglisi di fronte mentre lo incenerisce con lo sguardo. Il vampiro la ignora, guardando oltre le sue spalle, proprio come se lei fosse trasparente. Il suo stupido atteggiamento strafottente le da sui nervi ancora una volta, ma è evidente che lui lo sta facendo apposta. Non può certo stare al suo gioco.

- Allora piccola, hai trovato il bagno schiuma che cercavo?

Esclama, rivolto alla ragazza che poco dopo esce dal bagno, tenendo un flaconcino azzurro tra le mani. Gli va incontro lentamente, porgendoglielo, ma Damon la prende fra le braccia e le da un bacio appassionato sotto gli occhi di Elena, facendola fremere di rabbia. La vampira non può fare a meno di provare una dolorosa fitta di gelosia che sembra scuoterla nel profondo, e si odia per questo.

- Bene, ora possiamo tornare di là a finire quello che stavamo facendo, che ne dici?

Sussurra all’orecchio della giovane, mordicchiandone delicatamente il lobo mentre i suoi occhi azzurri, stavolta, catturano quelli di Elena in una morsa invisibile, che le provoca un intenso rimescolio dentro.

- Che cosa stai combinando, Damon?

Esclama, mentre sente che la voce le trema.

- Non lo vedi da sola, oppure hai bisogno che qualcuno ti faccia un disegno?

Risponde sarcastico, facendo ridacchiare la ragazza che, lentamente allontana da sé, per intimarle di andare ad aspettarlo in camera. La vampira la vede muoversi come un automa, raggiungendo la stanza di Damon con pochi passi.

- È questo che hai bisogno di fare per divertirti? Soggiogare una povera ragazzina per costringerla a rimanere con te?

Esplode improvvisamente, facendolo sorridere divertito.

- Non ho bisogno di soggiogare una donna per portarmela a letto – dice, guardandola di sottecchi – e poi conosci un modo migliore di questo per divertirsi? Del semplice, puro sesso! Del resto, questa è l’unica cosa a cui riesco a pensare, no?

Elena lo guarda fisso per un lungo momento, accorgendosi che quegli occhi di ghiaccio si divertono a sfidarla. Ancora una volta.

- Sei… deplorevole!

È tutto ciò che riesce a dire, mentre lo vede annuire con aria apparentemente pacifica, se non fosse per quell’odioso sorrisetto sghembo che le fa venire voglia di… baciarlo. No. No, accidenti! Non può, non deve pensare a questo! Non adesso.

- Lo so – risponde lui – lo hai già detto. Milioni di volte. E se pensi di fermarmi con queste stupide offese gratuite, sei completamente fuori strada! Ora, se non ti spiace, c’è una deliziosa fanciulla nuda di là che…

- Cosa ti fa pensare che voglia fermarti? – lo interrompe, livida di rabbia – per quanto mi riguarda puoi farti chi ti pare, capito? Non me ne importa proprio niente!

- Bene.

- Benissimo! Me ne vado!

Gli passa davanti con espressione furiosa, come se stesse marciando invece che camminare, ma la sua voce la blocca all’improvviso.

- Ehm… Elena?

- Che diavolo c’è ancora?

- Stai andando nella direzione sbagliata. Le scale sono dietro di te.

Abbassa lo sguardo, arrossendo dalla vergogna.

- Certo, è ovvio – esclama con aria fiera, sentendosi come una stupida scolaretta pescata con le mani nella marmellata – credi forse che non lo sappia?

Damon ride sotto i baffi, squadrandola da capo a piedi, divertito.

- Allora vai.

Dice.

- Sto andando. E non osare dirmi ciò che devo o non devo fare!

- Sei stata tu a dire che te ne stavi andando.

Gli lancia un’occhiataccia.

- Lo so! Io…

Non riesce a terminare la frase perché un forte rumore improvviso, proveniente dal piano di sotto, cattura la loro attenzione.

- Cosa è stato?

Esclama Damon, sollevando le sopracciglia, allarmato. Elena lo guarda senza capire.

- Non ne ho idea.

Risponde, preoccupata. Il vampiro le restituisce lo sguardo, avvicinandosi a lei di qualche passo.

- Sarà meglio che andiamo a vedere!

   
 
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