Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Astrid The Best    26/04/2013    2 recensioni
Questa storia è ambientata dopo il libro "Lo scontro finale". Astrid Rose una mezzosangue che vive a New York ha una vita tranquilla per essere una semidea;tutto cambierà quando lei incontrerà un mezzosangue di nostra conoscenza.A causa di questo incontro gli dei si preparano ad un'altra guerra fra loro
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 14: Il dono della vita

NICO
Le porte dell'ascensore si aprono. Ad aspettarmi c'è un ragazzo, alto, abbronzato, biondo e con gli occhiali da sole: Apollo.
Per poco non mollo Astrid, che era tra le mie braccia ancora priva di sensi. Dopotutto, l'ultima volta che lo avevo visto non nè sono uscito molto bene,anzi...
-Vedo che la lezione non ti è bastata- annuncia con un sorriso smagliante e allo stesso tempo minaccioso. Non replico.
Si guarda intorno e poi puntandomi di nuovo i suoi occhi azzurri -Bhè che pensi di fare? Entra prima che qualcuno ti veda!- esclama scocciato.
Non ha tutti i torti,non mi resta che obbedirgli.
Quando le porte dell'ascensore si chiudono Apollo preme il bottone per bloccarla.
-Ma che diavolo fai?- sbotto.
-Ehi,ragazzo datti una calmata.- mi zittisce.
Fa qualche passo verso di me. Ecco ora mi ammazza. Indietreggio ma sono dentro a una specie di scatola sospesa, non posso fare molto.
Ma,invece di colpirmi e uccidermi tende le mani.
-Posso?- chiede con finta gentilezza.
-No!- esclamo facendo un ulteriore passo indietro.
Apollo sbuffa -Non vedi?- chiede indicando Astrid.
-Non vedi che sta morendo? Il suo battito è impercettibile,ha la pelle cerea, il viso imperlato di sudore e fra qualche istante smetterà per fino di respirare. Io posso fare qualcosa per lei ma devi darmi l'occasione. Dammi l'occasione di salvarla,perché questo è il mio compito.-
Aveva ragione. Per quanto l'odiassi, Astrid stava per morire. Non posso permettermi che lei muoia,no.
-Tieni- sussurro porgendola verso di lui.
Apollo la prende in braccio,le guarda il viso e per un momento sul suo volto compare un'espressione di dolore e preoccupazione.
Poi si volta verso di me. -Dobbiamo parlare-
-Ora preoccupati di lei e fa andare l'ascensore- replico.
-Mi sto già occupando di lei. Ora parliamo-
-Parliamo- ripeto rassegnato.
-L'hai baciata vero?- chiede senza giri di parole.
Annuisco.
-E poi è svenuta?-
-Sì- sussurro.
Sbuffa. -Possibile che nessuno mi da mai ascolto? Le avevo detto che con te sarebbe stata in pericolo e lei che fa?-
-Aspetta. Io non le ho fatto proprio niente- protesto.
-Non volontariamente,certo. Ma pensiamoci un attimo. La prima volta che Astrid è svenuta è quando ti ha salvato la vita da sua madre,ti aveva toccato il petto e poi ha perso i sensi mentre tu stavi bene. La seconda è stata mentre cercava di darti una mano quando ti avevo ferito: avevi delle costole inclinate e dopo il suo tocco tu sei guarito e lei è svenuta. La terza,stavi morendo;lei ha appoggiato le sue labbra alle tue e tu sei come risorto e lei perde di nuovo i sensi. E adesso anche la quarta vi baciate e lei ora rischia di morire. Pensi che siano tutte coincidenze?- chiede Apollo con ancora Astrid in braccio. Sta riacquistando colore,dev'essere un buon segno.
Mi metto a riflettere su quello che mi sta dicendo il dio che ho davanti:è vero. Non possono essere tutte coincidenze.
-Perchè succede?- chiedo con un filo di voce. Lo ammetto mi sentivo veramente uno straccio per questa questione:era tutta colpa mia.
-Demetra,sua madre, oltre a essere la dea del grano e dell'agricoltura,la possiamo considerare anche come quella della vita. Dopotutto l'agricoltura porta la vita,senza di lei non ci sarebbe nulla con cui cibarsi e quindi si morirebbe. Ecco perchè lei è l'opposto di Ade. Astrid è una delle figlie di Demetra più potenti mai esistite,ovviamente escludendo Persefone ma lei è una dea, comunque Astrid possiede il dono della vita.- Le porte dell'ascensore si aprono e Apollo esce con Astrid in braccio come se nulla fosse. Non mi ero accorto che lo avesse fatto funzionare di nuovo. Lo seguo a ruota.
-Che cosa intendi con "dono della vita"?- chiedo.
-Penso che tu abbia capito benissimo, sciocco semidio! Lei può donare la vita o semplicemente curare le persone.- risponde uscendo dal palazzo e dirigendosi a un auto da corsa.
-Donare la vita? Cioè la sua?- chiedo al quanto spaventato.
Apollo deposita Astrid sul sedile del passeggero e chiude la portiera.
-Se si allenerà con me no. Ma tu- mi indica -tu,sei il suo problema. Tu sei il suo esatto opposto e potresti ucciderla. Lo capisci?- chiede quasi con occhi supplici. -Se le stai vicino la ucciderai-

ASTRID
Un forte dolore alla testa mi sveglia dallo stato incosciente nel quale mi trovavo. Cosa era successo? Mi ricordo solo la vista dall'Empire State Building e il bacio...avevo baciato Nico!
Apro gli occhi, davanti a me il cielo, è ovunque! Sono per caso morta?
-Ben ritornata!- esclama una voce famigliare di fianco a me.
-Apollo!- esclamo involontariamente.
-Sono felice anch'io di vederti, Astrid!- replica.
-Che ci faccio qui? Dov'è Nico?-
 -Non è più tra noi- risponde sorridendo soddisfatto.
Il mio cuore perde un battito -Lo hai ucciso?!- chiedo quasi gridando.
-Ma certo che no!-
-E allora perchè hai detto una frase simile-
-Perchè prima era con noi e adesso non lo è più. Ci aspetta al Campo.-
-Oh.- Mi massaggio la testa guardando il cielo per schiarirmi un po' le idee. -Perchè sei qui con me?- chiedo alla fine.
-In che senso Astrid?- Apollo sembra sul serio sorpreso.
-Cioè, ero sola con...- le parole mi muoiono in gola per l'imbarazzo. Ma imbarazzo per cosa?
-
Sì, eri sola con Nico. Ma sono successe delle cose mentre eri da sola con Nico- finisce la mia frase con un tono distaccato e severo allo stesso tempo. Apollo non parlava mai così con me, sembrava un padre che rimproverava un figlio, solo adesso realizzo che lui effettivamente è anche un padre.
-Tu sai tutto?- chiedo senza guardarlo in faccia.
-Più di quanto tu possa immaginare. Dopo quello che avete fatto- si interrompe un attimo e mi guarda -tutto quello che avete fatto.- prosegue sottolineando il "tutto". -Io come sempre sono arrivato al momento giusto, per riparare danni che combinate voi due! Perchè nessuno di voi due, mi da retta!- esclama irritato Apollo.
Questo mi fa infuriare ancora di più -Io non ti ho mai chiesto il tuo aiuto!- grido.
Lui mi guarda sorpreso. -Se non fossi intervenuto tu saresti sottoterra.- Dice in tono calmo.
-Anche Nico sarebbe sotto terra grazie al tuo intervento!- urlo ancora una volta.
Apollo si ammutolisce e non parla più per tutta la durata del tragitto.

L'auto di Apollo si ferma in mezzo al bosco del Campo.
Afferro la maniglia e cerco di aprire la portiera dell'auto. Ma Apollo mi afferra per una spalla spedendomi a sedere di nuovo sul sedile e bloccandomi.
 -Ma che significa?- chiedo irritata.
-Non abbiamo finito di parlare- dice Apollo serio.
-Noi abbiamo finito eccome!- replico. Scanso la sua mano ed esco dalla vettura ignorando i numerosi richiami di Apollo.

Inizio a correre senza una meta precisa nel bosco. Voglio solo isolarmi da tutti, forse abbandonandomi in un pianto isterico.
Ma qualcosa si muove tra gli alberi. Mi fermo. Quel qualcosa inizia a prendere forma, è una sagoma umana con i capelli neri.
- Nico! - urlo.
Lui si volta e vedendomi il viso gli si trasforma in una maschera di terrore -Astrid. Stammi lontano- urla per farsi ascoltare da me e dopo quelle parole si volta e inizia a camminare.
Le mie ginocchia cedono e io precipito inginocchio a terra. Inizio a piangere, un pianto creato dall'isteria. Sono stufa di non capire cosa succede al mio corpo: perchè divento così debole? Cosa mi sta succedendo?
Sono terrorizzata da quello che può succedere tra gli dei per causa mia. Sarebbe tutto più semplice se io fossi morta,anzi se io non fossi mai nata.
Un rumore alle mie spalle cattura la mia attenzione. Mi volto, una sagoma scura si fa strada tra gli alberi a una grande velocità. Un segugio infernale e non è la Signora O'Leary.
Cerco di alzarmi ma con un balzo il segugio mi afferra con un morso la gamba facendomi cadere di nuovo sul suolo. I denti trafiggono la mia carne, il dolore è allucinante. Pianto le mie unghie al terreno per evitare di urlare dal dolore, non voglio nessuno. Chi potrebbe venire? I più vicini sono Apollo e Nico. Non voglio essere salvata di nuovo da Apollo,non ora. E nemmeno da Nico, mi ha trattata male e non mi ha dato modo di spiegare nulla e lui ha fatto lo stesso.
Ho sempre criticato le principesse dei cartoni che guardavo da piccola perchè non facevano mai niente. Se nè rimanevano lì ad aspettare il loro principe, doveva sempre fare lui tutto.
E poi se dovessi morire, sarebbe tutto più facile.

Cerco di liberarmi la gamba dalle mandibole dell'animale. Assesto un calcio dritto sul muso con l'altro piede, finalmente mi libera. Immediatamente sento il calore del sangue che scorga dalla mia ferita, non ho il coraggio di guardarla.
Cerco di alzarmi in piedi ma non ce la faccio, il dolore mi blocca. Faccio fatica perfino a pensare. Inizio a strisciare il più lontano possibile dalla creatura sporcandomi di terra.
Ma subito dopo la belva mi piomba addosso, esattamente sopra di me. I suoi occhi rossi, iniettati di sangue mi fissavano.
Il mio battito accelera e il respiro si fa affannato. Continuo a guardare il segugio negli occhi, se devo morire non lo farò da codarda.
Cerco di liberarmi ma l'animale non si muove.
A un certo punto la mia mano destra afferra qualcosa dal terreno: un sasso. Lo lancio contro al segugio e lui con una zampa mi scaraventa contro un albero.
Per l'imbatto quasi tutte le foglie cadono a terra, alcune mi coprono il corpo pieno di sangue. Ogni parte di me è pervasa dal dolore, faccio fatica a respirare.
Il segugio si avvicina a me, non molla. Non posso fare più niente, con un ultimo gesto istintivo porto le mie mani davanti a me un attimo prima che la bestia balzasse verso di me. E succede l'impensabile.
Le foglie, che erano cadute, si sollevano in aria e iniziano a turbinare in cerchio attorno a me. Per proteggermi. 
Poi un ramo dell'albero inizia a prendere vita e con un colpo secco abbatte l'enorme cane.
Avevo appena usato i miei poteri consapevolmente.
CONTINUA

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti, non riuscirò mai a scusarmi abbastanza per aver abbandonato la storia così ma la scuola mi ha veramente portata via. Però ora sono qua, piena di idee e con più tempo.
Questo non è un gran capitolo ma inizia a spiegare un po' di cose su Astrid quindi ho preferito pubblicarlo singolarmente e poi per farvi vedere che sono ancora viva.
Spero che vi piaccia.
Ringrazio a tutti quelli che stanno leggendo la storia, vi sono davvero grata per questo.
Alla prossima,
Un bacio.

P.S. Cercherò di non sparire più così.


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Astrid The Best