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Autore: londonscity    26/04/2013    1 recensioni
Valentina ha 16 anni quando una mattina le torna a mente una persona che non voleva altro che scordare. Lei, costretta ad avere il nome di quel ragazzo impresso nel cuore, costretta ad autoconvincersi di non amarlo più, costretta a far finta di averlo dimenticato. Ovviamente 'Dimenticare' è diverso da 'Scordare': la mente dimentica, il cuore scorda. Quando la mente dimentica il cuore può non aver scordato. Nel caso di Valentina invece non aveva né dimenticato, né scordato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Arrivammo in palestra e la prima cosa che mi venne in mente fu mettermi a fare educazione fisica per bene in modo che in estate non avrei avuto problemi con il mio corpo. I miei buoni propositi di solito vanno a farsi fottere, infatti dopo un pò di corsa già ero esausta e avevo il cuore a mille. Mi sedetti su una di quelle grandi panche e mi piegai in avanti, tentando di far ritornare il battito cardiaco ad una velocità stabile. Nel frattempo che io mi contorcevo per riprendere le forze, dalla porta d'entrata arrivava un'altra classe, un quarto dello scientifico lì vicino. Una sfilza di ragazzi carini oltrepassarono la soglia e nella mia posizione sofferente li guardavo passare davanti a me. Insomma avevo appena fatto una delle mie tante figure di merda. Poco dopo la professoressa montò la rete da pallavolo, subito mi alzai e alcune mie compagne di classe proposero all'altra classe di fare una partita amichevole: accettarono e ognuno iniziò a prendere la propria posizione nel campo.
 
La battuta venne fatta dalla mia squadra. La partita iniziò e dopo diversi passaggi un ragazzo dell'altra squadra, con una schiacciata formidabile, regalò un punto di vantaggio alla sua squadra. Alto, moro, con un sorriso a trentadue denti. Notai in lui una certa soddisfazione nel dare il cinque a tutti i suoi compagni di squadra. La palla venne nuovamente battuta ma dall'altra squadra[...] 

Era quasi terminata la partita. Eravamo pari. Un ultima battuta e avremmo scoperto il vincitore della partita amichevole di quella mattina. Dovevo farcela, dovevo fare quel punto, non tanto per la reputazione della mia classe ma per provare soddisfazione dentro me.
Avevo la possibilità di schiacciare, saltai e colpii la palla con tutta la forza che avevo nel braccio. La palla arrivò dall'altro lato del campo e colpì in faccia lo stesso ragazzo che all'inizio della partita aveva fatto il primo punto a favore della sua squadra. Non appena la palla colpì il suo viso tutti si catapultarono su di lui, a terra dolorante. Restai immobile al mio posto con le mani nei capelli e la bocca che formava un grossa "O" finale ad un'esclamazione poco gradevole. La palestra era vuota, tutti erano scesi negli spogliatoi per vedere quel ragazzo mettersi il ghiaccio in faccia, si si, davvero interessante come scena. Ero sola nello spogliatoio delle ragazze, tutte le mie compagne erano già salite per prendere posto nell'autobus, mancavo solo io all'appello. Esco dallo spogliatoio guardando il pavimento e poco dopo sbatto contro qualcuno che subito mi urla contro

-"Stai un pò attenta quando cammini... e non solo", alzai lo sguardo e vidi il ragazzo che era stato vittima della mia schiacciata guardarmi storto. Aveva gli occhi di un verde scuro, furono la prima cosa che mi colpì del suo sguardo, seppure adirato.

-"S-scusami io non volevo..." furono le uniche parole che uscirono dalle mie labbra tremanti.

-"Hai anche avuto la premura di preoccuparti di come, la tua schiacciata, mi ha ridotto la faccia"
Restai in silenzio, guardandomi le mani come mi è solito fare quando sono nervosa.

-"Se davvero ti dispiace, dimmi come ti chiami" strabuzzai gli occhi a quelle parole e lentamente pronunciai il mio nome.

-"V-Valentina" allungai la mano per poter stringere la sua, provando a far capire che mi dispiaceva sul serio

-"Piacere Valentina, io sono Cristian" pronunciò lui poco dopo stringendomi la mano. Portai la mia mano libera alla bocca, sbalordita. Insomma io avevo conosciuto già un Cristian che aveva 17 anni, su Twitter. Lui restò a guardarmi, così lasciai la sua mano e feci scivolare la mia lungo il fianco.

-"Qualcosa non va?" chiese lui, avendomi davanti tipo sotto shock.

-"No, niente, tutto apposto... allora? Mi credi che mi dispiace per la pallonata?" balbettai tentando di cambiare discorso.

-"Ok, sei perdonata... ora devo andare... ci si vede in giro!" esclamò mentre si allontanava per andarsi a cambiare

-"C-certo, ciao" risposi un pò in ritardo, così che non mi sentì. Ripresi a camminare per andare al pullman. Appena girai l'angolo, i miei compagni mi videro e mi urlarono contro insieme alla professoressa che ,furiosa, mi chiese subito che fine avevo fatto. La passai liscia dicendo che non trovavo la maglietta, così, sedendomi al mio posto con gli occhi dei miei compagni addosso, l'autobus ripartì. Nel tragitto l'unica cosa che mi frullava nella testa era quel Cristian, mi chiedevo se fosse lo stesso che avevo conosciuto su Twitter o se fosse una pura coincidenza che mi aveva portato a conoscere due Cristian nel giro di una settimana. Appena tornai a casa decisi di collegarmi su Twitter e scrivere al ragazzo che avevo conosciuto lì, e che forse era lo stesso che avevo incontrato poche ore prima. Chissà se lui si poneva le stesse domande, chissà se aveva gli stessi miei dubbi.

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