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Autore: _HalfLight_    26/04/2013    2 recensioni
Questa storia parla dell'amore impossibile che prova una Mezzosangue verso un Purista. Anche se non siete dei Dramione, spero vi piaccia.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi fa soffrire ogni volta. Ogni singola volta. Lo ha rifatto. Non è certo la prima volta. Per lui non sono Hermione. Sbagliata. Sporca. Fuori posto. Io per lui sono la Mezzosangue amica di Harry Potter. Nient’altro. Ed è triste. Se morissi per lui non farebbe nessuna differenza, probabilmente sarebbe meglio, visto dai suoi occhi. I suoi occhi. Color ghiaccio, nascondono il fuoco dell’odio. Capace di distruggere ogni cosa per aprirsi il passaggio.
Eppure spesso mi pongo una domanda, perché sono totalmente ossessionata da quel viscido purista?
Più di una volta sono stata tentata di diluire un filtro di amortentia nella sua coppa. Un giorno le mie fantasie stavano per concretizzarsi. Ho preso il mantello di Harry e sono andata nel loro dormitorio. Cercai la più scintillante fra le coppe su quel tavolo. Sicuramente era la sua. La presi in mano. Poi sentii dei passi avvicinarsi. Leggeri. Era lui. E subito dietro dei passi pesanti e sgraziati. I cagnolini che si porta al guinzaglio. I suoi “scagnozzi”, se così si posso definire due esseri del genere. Tirai fuori il più nobile dei doni della morte e me lo buttai addosso, in modo da scomparire.
Questa sera non è esattamente una bella giornata. Piove. Non ho voglia di fare niente. Solo di far finta di essere anche io una di quelle nuvole in cielo, che piangendo bagnano il terreno sottostante. Così inizio a liberare i miei occhi dalle catene delle lacrime. In silenzio. L’ultima cosa che voglio fare è far notare agli altri il mio dolore. Dopo qualche ora sento qualcuno che si avvicina al dormitorio. Mi asciugo il salato simbolo del mio ingiusto amore con il bordo della manica. Fortunatamente non mi trucco, sennò avrei la faccia ridotta un disastro. Ma nulla potrà nascondere gli occhi rossi.
Bussano. Knok knok. Significa che è un ragazzo. Ovviamente, le femmine non bussano per entrare in camera loro. Entrano e basta.
“Avanti.” Malgrado cerchi di tenerla il più ferma possibile, la mia voce è una foglia. Come le mani.
Vedo la testa di Harry infiltrarsi nella stanza.
“Entra pure.”
Adesso tutto il corpo è dentro, anche se si è fermato solo all’uscio.
“Volevo solo dirti che è ora di cena.”
“Oh, grazie, ma penso di non venire. Sto studiando.”
Si avvicina e si mette seduto sul bordo del letto. Guarda il libro.
“Erbologia, eh?”
“Sì. Mi sto portando avanti col programma.”
“Sarebbe strano se non lo facessi. Ti lascio sola. Buonanotte.”
Si avvia alla porta. La apre. Sembra stia per uscire, quando si gira verso di me e dice:
“Ah, già. Un’ultima cosa. Il libro è al contrario.”
“Grazie.” Lo rigiro poi gli rivolgo il più triste dei sorrisi.
“A cosa servono gli amici, se non a ricordarci come si fa finta di essere felici?” Mi ricambia il sorriso.
“A nulla, ritengo.”
Chiude la porta dietro di sé e lo sento allontanarsi. Conto i passi. 1, 2, 3. Il mio migliore amico. 4, 5, 6. Ha capito tutto. 7, 8, 9. Ron lo sa? 10, 11, 12. Non mi importa.
Non sento più niente. Solo la solitudine che mi investe come un’onda. Ha capito. E non ha detto niente. Ma non mi interessa nemmeno di quello. Torno ad essere una nuvola. Senza tuoni o lampi. Sola insieme alla pioggia.
  
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