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Autore: Jchan Vs Vchan    14/11/2007    13 recensioni
Allora, non scansate la ff fan di Troy, il titolo è solo un titolo! Questa è la nostra prima ff in collaborazione, la coppia principale è formata da Ryan e Gabriella. Come nasce il loro amore, e da una storia defunta ne può nascere una nuova... Ovviamente ci saranno anche scene Tropay, perchè Sharpay e Troy stanno perfettamente insieme anche se non sono la coppia di qst ff...Beh, recensite in tante, speriamo vi piaccia! ^_^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gabriella Montez, Ryan Evans, Sharpay Evans, Troy Bolton | Coppie: Gabriella Montez/Ryan Evans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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High School Musical 2
I personaggi non ci appartengono!

Eccoci con il secondo capitolo, vedremo dei bei cambiamenti, speriamo vi piaccia. A dopo per i ringraziamenti... Ciao! 
Jchan e Vchan









 
Al Diavolo Troy!

 
Secondo Atto.

 






"Ok, calma. Calma! Rifletti... "
Gabriella si buttò pesantemente sul letto e abbracciò il cuscino. Quel giorno sarebbe rimasta a dormire al Lava Springs, era troppo stanca per tornare a casa. Ne aveva parlato con il responsabile e lui le aveva dato il permesso. Chiuse gli occhi e ripercorse i momenti di qualche ora prima. Corti sì, ma emozionanti.
“Ryan Evans?! Cosa diavolo?! È lui che mi fa questo effetto?”, pensava. Le batteva il cuore, non riusciva a fermare il colibrì al suo interno. "Perché queste sensazioni? Cos'ha di speciale? Facile... è Ryan!". Si rispose da sola.
I suoi occhi erano stati così caldi, sinceramente preoccupati... profondi. Erano stati come una carezza lenitrice, di cui tanto lei aveva bisogno; e che tanto gli era stata negata da colui che amava. Il suo sorriso, dolce e limpido non era sfuggente, né di scuse come quello di Troy. Ma che diavolo stava pensando?! Povero Troy, non poteva ammettere quelle cose. No, lei lo amava. Certo, ultimamente l'aveva fatta soffrire, ma era troppo presto per cominciare a pensare a qualcun' altro...
"Sì, sarà la stanchezza... " sbadigliò e si addormentò ancora vestita. Fu un sonno agitato, per niente riposante, ma in un certo senso fu piacevole. Fece un sogno stupendo: lei, persa in un bosco. Spaventata, in lacrime, sola. Una luce, una mano. Una voce calda e rassicurante: «Ti ho trovata. Tranquilla, ora penserò io a te...».
Sorrise al suo salvatore, si avvicinò a quel volto cercando di vederne i lineamenti... era accecata dai raggi del sole. Una mano si calò su di lei a farle ombra, e finalmente lo vide... in tutto il suo splendore: era Ryan. L'angelo biondo dagli occhi azzurro mare. Si svegliò di soprassalto esclamando: «RYAN?!». Respirò affannosamente e si guardò attorno sconvolta, quasi spaventata dall'idea di trovarlo davvero accanto a sé. La situazione non le piaceva affatto, stava seriamente degenerando! 
Toc Toc. 
Un secco bussare alla porta, la riportò definitivamente coi piedi per terra.
«Signorina Montez! Ho accettato di farla restare a dormire qui, ma spero non abbia scambiato il favore come un'ospitalità a nostre spese! Si muova è in ritardo! Alla prossima la licenzio, voglio vederla entro dieci minuti a fare il suo lavoro!».
Era stato il capo a parlare, con un tono piuttosto autoritario.
«Oh, sì, mi scusi, arrivo subito!», urlò Gabriella, cercando velocemente di cambiarsi i vestiti del giorno prima.
In dieci minuti, fu pronta, e incredibilmente era già a sistemare le sdraio a bordo piscina.
"Che noia quell'uomo! ", pensò Gabriella, stava sempre col fiato sul collo a lei e Troy. Sospettava c'entrasse Sharpay, ma non voleva darle ulteriori soddisfazioni. Osservò l'acqua della piscina, chiara e celeste; ce on un sobbalzo si ricordò del suo sogno a dir poco insolito. Mentre il suo cervello cercava freneticamente una risposta rassicurante, una figura le si avvicinò silenziosamente alle spalle.
«Bu!»
«Aaah!». Gabriella scattò in piedi e si girò spaventata. «Troy, sei tu!»
«Eheh... Sì! Scusami piccola, ma eri così concentrata che non ho resistito alla tentazione di spaventarti... Piuttosto, a che pensavi?». La ragazza arrossì visibilmente e distolse lo sguardo. Quella era una domanda da un milione di dollari. A chi pensava? A Ryan!
«Ho capito, pensavi a me!». Troy ridacchiò e la osservò: effettivamente le era mancata, ma d'altronde gli allenamenti con i veri giocatori erano un occasione imperdibile, sicuramente lei avrebbe capito.
Gabriella si girò nuovamente verso di lui e lo fissò con una strana espressione che lo lasciò confuso. Pareva dispiaciuta, o pentita.
«Si, hai proprio ragione... pensavo a te, mi manchi», sussurrò Gabriella, calando lo sguardo dagli occhi alle labbra di lui. Si avvicinò, i respiri si confondevano, i cuori presero a battere frenetici.
«Gabriella?», disse il ragazzo trattenendo il fiato, agitato.
«Sssh...» e la ragazza lo baciò con passione.
Le mani di Gabriella si strinsero intorno al collo di Bolton, il quale abbassò la testa per accoglierla meglio. Le braccia di lui si avvolsero intorno alla sottile vita della ragazza, stringendola e facendo combaciare i loro corpi. Sentì il seno della sua fidanzata premuto contro il suo petto, un rimestio di sensazioni si agitavano nel suo stomaco. Le labbra di lei erano così morbide, avevano un sapore dolce. Aprì di scatto gli occhi, la lingua di Gabriella entrò nella sua bocca quasi con violenza. Si agitava e prendeva possesso della sua, iniziò così un intreccio frenetico e spassionato.
Troy dopo lo stupore iniziale si lasciò andare a quelle sensazioni paradisiache. Che diamine era preso alla sua ragazza? Di solito era molto pudica e certe effusioni le preferiva in privato. Fu strano, ma certo l'iniziativa non gli dispiaceva. Per fortuna non c'era nessuno a quell'ora nei paraggi. Dopo ben cinque minuti di puro amoreggiare, i due vennero interroti da una voce squillante piuttosto irritante:
«TROYYYY!»
I due si staccarono bruscamente. Troy si girò infastidito verso chi li aveva interrotti sul più bello.
"E ti pareva, Sharpay! " pensò Gabriella. Si accorse però, che la cosa le aveva quasi fatto piacere.
«Troy, ti ho trovato!», disse quella arrivando col suo inseparabile Golf-kart rosa shocking.
« Mmmh, proprio una fortuna!», disse sarcastico il moro, e gettò un occhiata complice a Gabriella, che però non lo ricambiò. Anzi, guardava Sharpay come se fosse una benedizione.
«Gabriella» disse secca la principessa alla bagnina.
«Sharpay» disse l'altra, cercando di nascondere lo strano sollievo che le aveva provocato l'arrivo della biondina.
«Troy, ha detto Papi se ti va di andare con noi a pranzo al Freaky Food! Poi andremo a vedere la partita dei Lakers, ha dei biglietti per tutti in prima fila! Non puoi certo rifiutare...», sorrise lasciva a Troy. Quest' ultimo guardò Gabriella, come per scusarsi e cercare il suo consenso. Lei annuì e gli sorrise dolcemente, anche se in un certo senso era quello che voleva.
«Ok, fantastico! Ciao Gab, ci si vede stasera!»; e saltò sul Golf-kart insieme a Sharpay, che le gettò un occhiata soddisfatta e partì di gran carriera.
 
***

Ryan strinse convulsamente i pugni, e le unghie si conficcarono nei palmi. Un leggero dolore a cui non badò, un dolore che non era niente comparato a quello del cuore.
A quell'ora non c'era mai nessuno in piscina; i due piccioncini potevano sbaciucchiarsi quanto volevano indisturbati, tanto non c'era nessuno. Lui era nessuno infatti.
Cosa diavolo l'aveva illuso che lui potesse contare qualcosa per Gabriella? Che idiota! Pensò.
D' altronde doveva aspettarselo, sin da quando era piccolo era sempre stato il secondo. Quello di riserva, dietro a Sharpay, dietro a Troy, dietro a tutti...
Una voce fredda nella sua mente fece nascere in lui una nuova spaventosa sensazione, che gli fece anche piacere.
“Basta. Mi sono proprio rotto le scatole” pensò. Si diede un occhiata al vetro-specchio dell'entrata, al bar della piscina. Si riconobbe come il solito, ma con qualcosa di diverso: un ghigno. Un ghigno arrabbiato, vendicativo. Un’espressione nuova.
«È ora di cambiare vecchio mio», sussurrò alla sua figura riflessa.
 
***

Gabriella alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e d'un tratto vide arrivare Ryan. Con passo sicuro, egli si avvicinò alla piscina.  I biondi capelli erano leggermente spettinati e i suoi occhi celesti luccicavano. Era splendido, Gabriella non riusciva a distogliere gli occhi dal quel ragazzo. Indossava solo un costume lungo fino alle ginocchia, blu scuro. I pettorali spiccavano su quel corpo ben proporzionato, tonico e ben definito. A parer suo, era perfetto. Non aveva niente da invidiare a nessun'altro. Lo osservò, mentre gettava con noncuranza l'asciugamano sulla prima sdraio che gli capitò a tiro; poi si tuffò nell'acqua ancora inviolata della piscina.
Ryan sapeva che lei lo stava guardando. Dopo qualche minuto emerse con calma e trasse un gran respiro. 
Senza indugio si voltò verso la bella bagnina, che gli sorrise immediatamente, appena i loro sguardi s'incrociarono.
“C’è qualcosa che non va..” pensò Gabriella, guardando quel sorriso diverso di Ryan.
«Ciao Ryan, siamo mattinieri a quanto vedo!» disse Gab con troppo entusiasmo.
«Anche tu» fu la prima risposta secca di Ryan. Poi aggiunse: «Ah già è vero, tu lo fai per denaro. Siamo noi che ti paghiamo per alzarti a quest'ora». Ryan era freddo, cinico, eppure le sorrideva.
Gabriella sentì una stilettata di dolore, cos'era quel tono glaciale? Cos'erano quelle parole taglienti? Cos'era quel sorriso artificioso. Rimase in silenzio, scossa e ferita.
«Beh? Che fai non rispondi?». Lo sguardo di lui tornò caldo e accogliente.  Per un attimo sembrò lo stesso Ryan di sempre, quello preoccupato, quello consolatorio, quello dolce.
«Oh, scusa io...» ma lui la interruppe:
«Ho capito, il gatto ti deve aver mangiato la lingua». Emerse con eleganza dall'acqua e si avvicinò a lei , gocciolando sul pavimento chiaro. 
Le gocce, scendevano lentamente ad accarezzare il suo corpo, e Gabriella si sentì maggiormente attratta da lui, lo trovava sexy, stupendo. Fino a quel momento non aveva mai desiderato così ardentemente qualcuno. Sentiva l'impulso di avvicinarsi a lui ed avere un contatto diverso. Si accorse di star trattenendo il fiato. Allora lo liberò, cercando di schiarire la mente da quei folli pensieri.
«O forse...» riprese lui, «Troy Bolton ti ha mangiato la lingua».
La ragazza spalancò gli occhi e arrossì violentemente. Era un allusione o aveva detto così per caso? E perché si sentiva terribilmente in colpa? Parte dei suoi dubbi fu chiarita dopo, quando Ryan, incurante, della sua reazione riprese a parlare sadico: 
«Vi ho visti prima». Quello sguardo faceva addirittura paura. Che stava succedendo?! 
Gabriella arrossì ancora di più e cercò di scusarsi.
«Scusami tanto, non volevo certo che... che tu... Insomma... mi spiace, io, io...». Non trovava parole per dire quanto fosse mortificata. Lui assunse allora un espressione di sincero stupore.
«Perché cerchi una giustificazione? Guarda che è il tuo ragazzo! » 
"Purtroppo... ma non a lungo. " aggiunse la voce calcolatrice nella testa dii Gabriella.
A quelle parole lei sobbalzò, aveva ragione.  Perché stava cercando una scusa a quello che era un bacio tra lei e Troy?
«Io...non so, beh forse, forse ho esagerato».
«Esatto, questo non è un posto privato, ma pubblico. Devi lavorare e non perdere tempo a sbaciucchiarti con il tuo ragazzo dovunque capitiate. Se volete farlo in santa pace, ti licenzio seduta stante, così sarai libera di farlo. Se t'interessa guadagnare qualcosa allora fai ciò che ti è stato assegnato... Capito?»
Gli occhi di Gabriella, a quelle parole dure e crudeli, si fecero lucidi. Perché le parlava così? Il cuore batteva dolorosamente, le lacrime erano prossime a sgorgare, ma serrò i pugni, non capiva cosa succedeva, ma sentiva che era colpa sua e voleva rimediare. «Ryan...che c'è? Perché sei così... così diverso?», disse lei quasi implorandolo. Lui rise sarcastico.
«Diverso?! E con 'diverso' cosa intendi? Che non sono il buon Ryan, il fratello della scintillante Sharpay, perfetta spalla su cui piangere?»
«No, Ryan, ma che ti prende? Io... io non penso affatto che tu...»
«Zitta. Senti io sono Ryan Evans. E ora dimmi a chi appartiene questo club? Alla famiglia Evans! Quindi, se ancora non l'avessi capito, è mio compito riprendere i dipendenti, che invece di lavorare pensano ad altro».
La ragazza non sapeva più che rispondere, voleva scappare via. Voleva correre lontano da quel ragazzo che la stava ferendo, voleva solo piangere, ma qualcosa la teneva inchiodata lì. Davanti a lui, tremante e confusa.
«Ryan, mi... mi spiace, ti giuro che non accadrà più». Altro non sapeva dire.
«Lo spero... anche perché non vorrei più dovere arrivare al punto di farti piangere...»
«Come?!»
Ryan si avvicinò pericolosamente a Gabriella, così tanto che solo pochi centimetri separavano i loro visi. 
Lei si perse in quel colore brillante e limpido dei suoi occhi. Stava cadendo in un pozzo senza fine, affondava in quell'acqua dolce.
«Hai gli occhi lucidi perché ti dispiace che ti abbia ripresa, o perché abbia visto Troy sbavarti sopra?» disse lui accarezzandole una gota. Poi, con il pollice le raccolse una lacrima. Gabriella sentì i brividi nel punto in cui le sue mani si posarono, la pelle del viso scottava. Chiuse gli occhi.
«Sappi che la prossima volta che lo vedo, gli spacco la faccia e lo licenzio in tronco...»
Lei boccheggiò riaprendo subito gli occhi e cercò di fare perno sulle ultime forze rimastole.
«Perché? Perché fai così? Mi spiace io, io non mi avvicinerò più a lui se tu lo vuoi...»
Era colpa del profumo di Ryan. La confondeva. La inebriava. Le ottundeva i sensi e le faceva dire quelle frasi deliranti.
«Mpfh! Gabriella sei così dolce, e così ingenua...sei proprio una sciocca» concluse Ryan. Poi si allontanò da lei e si diresse verso la sdraio.
Per ultimo preso l'asciugamano si girò nuovamente verso di lei.
«Gabriella stai attenta a Sharpay e a te stessa, ti vedo confusa. Così rischi di perdere il tuo bel playmaker, e non sia mai, vero? Ciao, ciao e Forza Wildcats!». E con una risata entrò nel bar.
Appena fu dentro e lei scomparve dalla visuale si lasciò andare a un lungo sospiro.
" Sono un attore coi fiocchi, molto meglio di Sharpay " pensò.
Chiuse gli occhi e ricordò con dispiacere l'espressione ferita e scioccata di lei. 
Quanto avrebbe voluto abbracciarla e stringerla a sé; chiederle scusa e perdersi nell'effluvio floreale che emanavano i suoi capelli, ma non poteva.
“Gabriella... non te la prendere, ma è l’unico modo che ho per riuscire a conquistarti... perdonami.” 
Si diresse a prendere un caffè al bancone immerso nei propri pensieri.








 
***


 
Spazio Autrici.
Bene gente, che ne dite? Vi piace l' Evil Ryan? Speriamo proprio di sì!
Adesso passiamo ai ringraziamenti...
Ringraziamo tutti coloro che l'hanno letta, in special modo le fantastiche ragazze che hanno recensito ossia ( in ordine dalla più vecchia all'ultima) : Star_95, VidelBra91, Herm90, Jud_91, * AqUa PrInCeSs *, Kaggi_Inu91, DreamGirl91, Monny, Troyella91, Kikka93...
Grazie ç_ç ... non sapete quanto sia bello leggere le vostre recensioni, grazie ancora, ci date la forza di continuare!
Beh alla prossima e continuate a recensire, magari anche chi non l'ha fatto nel primo! Ciaooooo!









 
  
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