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Autore: Shizucchi    26/04/2013    0 recensioni
Era perfetto, Kahlua, la Tequila Rose e la Vodka, si mescolavano tra loro perfettamente, pensai alle mie storie passate e che se le persone mi mescolassero bene come gli alcolici, nessuno sarebbe solo! Un ragazzo si era appena seduto al mio fianco.Le guance mi erano diventate leggermente rosse, lo guardai, lo scrutai attentamente, quel ragazzo così surreale. I mori e lunghi capelli erano legati in una piccola coda, ad occhio e croce sciolti dovevano esser lungi circa fino alle spalle, e nemmeno. Le piccole ciocche ribelli gli incorniciavano il viso.
«Diavolo, sei il diavolo. »
borbottai, girandomi. Senti la sua buffa risata .
---
A diciotto anni, si entra davvero in un mondo di adulti e doveri?
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Noi c'eravamo.
                                         

                O
rmai gli appartengo
.


Quella sera mi accompagnò a casa, era di poche parole e tanti sguardi. I suoi occhi, che non mi davano la minima importanza, a momenti mi scrutavano attentamente, non mi teneva la mano, c'era una leggera distanza tra di noi. Del resto perché mai tra estranei ci si dovrebbe toccare? Muovevo le dita della mano in modo da non farle addormentare, come un ciao ciao. Un lento apri e chiudi.   
«Hai freddo?» 
Guardava le mia goti, il naso e le labbra secche per il freddo , in fine le mani rosse.  Eravamo pur sempre a Gennaio. Cercai di immaginarmi in uno di quei paesi caldi , tropicali. A quest'ora sarei stata a maniche corte tuffandomi in mare per rinfrescarmi. Immaginai anche il mare, adesso. Un brivido mi percosse la schiena, sarei senz'altro morta assiderata.  
«Un po'...» 
Risposi  vagamente , con un sorriso alzando il pollice come per dire "tutto ok!". Il mio cappotto non aveva nemmeno le tasche, della serie "bello ma non pratico" come una macchina sportiva, ti ci piace sfrecciarci ma, non ci entrano nemmeno quattro buste della spesa. Non andava bene, per nulla. Forse l'idea di raggiungere casa mia a piedi solo per star un altro po' con lui, era stata sbagliatissima. Ma più o meno ero arrivata, ed in ogni caso non si poteva tornar indietro. Altri pochi passi mi dividevano dalla mia dimora, dal mio soffice letto , che dopo una serata pesante mi avrebbe consolato. 
Mi fermai indicando con l'indice, e poggiando una mano sulla ringhiera del cancelletto.
«Beh questa è casa mia.»  
Abbassai lo guardo, aprendo il cancello di casa con le chiavi. Mi fermai, pensando a quando l'avrei rivisto. Mi piaceva, non era un ragazzo ordinario  di quelli che ti si appiccicano non lasciandoti più...Lui , lui era tipo un gatto. Sì! Proprio un gatto, che si nascondeva ed usciva fuori solo per la pappa o che pretendeva affetto solo quando LUI lo desiderava, strusciandosi un po' addosso. E quando lo andavi ad accarezzare fuggiva. Sorrisi all'idea, lui un gatto ed io un cagnolino. Come si potrà mai instaurare un rapporto? Lo guardai sventolandogli la mano per salutarlo, si si girò di schiera, salutandomi.
 
Non lo rividi più  da allora.  
 
La scuola era noiosa come al solito. C'era la lezione di educazione fisica, ultima ora. FINALMENTE! Esclamai tra me e me, guardando l'orologio a tratti, mentre aspettavo che qualcuno mi lanciasse la palla. Odiavo pallavolo , ma era l'unico gioco che ci faceva fare la professoressa. Mancavano 5 minuti, ghignai laciando la palla ad un mio amico, il quale la non si accorse prendendola in pieno volto. 
«Che riflessi, Fabio!» 
Risi, risi tantissimo. L'ho incontrato solo al liceo, ma subito siamo diventati amici stretti, ormai ci conoscevamo da tutti gli anni scolastici. La campanella suonò, e io e Fabio andammo al cancello principale insieme scherzando. C'era una massa di folla radunata, andammo a guardare anche noi.  
 
«Chi sarà quello...»
 
Questo sussurravano le persone bisbigliando tra loro, mi feci spazio e lo vidi. 
Lui , perfetto come al solito, aveva tagliato i capelli, erano corti dietro, e leggermente rasati ai lati con un ciuffone nero morbido a galletto, veniva voglia di toccarlo! Ma faceva anche paura, aveva un sopracciglio inarcato , come stupito per la folla. I suoi occhi azzurri chiaro si guardavano intorno. Forse il suo modo di vestire impauriva: Giubbotto in pelle con una tasca sul lato destro del petto, jeans stretti neri, converse bianche e una maglietta rossa. Era appoggiato ad una moto ,con le braccia conserte e una gamba dritta e una piegata poggiata sulla moto.Mi individuò con lo sguardo e si avvicinò, a me , che stavo vicino a Fabio ridacchiando un po'. Si mise davanti a me dritto, mostrandomi tutta la sua altezza con le spalle larghe, da uomo, anche se magro, ad occhio e croce gli davo all'incirca  69 kg.  
Si abbasso stando distante, in un semi inchino giapponese, avvicinava le labbra alle mie orecchie. Sentivo l'odore del suo Shampoo, era buonissimo, sapeva di fragola. Allora anche i ragazzi cattivi hanno un dolce odore? Mi sussurrò parole che, mi fecero battere il cuore fino a scoppiare:
 «Tu sei il mio cane, non dovresti scodinzolare a nessun'altro che non sia io. » 
Si alzò , mentre mi guardava impassibile, con lo sguardo color ghiaccio , mi prese da un polso, e iniziammo ad andare verso la moto. La gente mi guardava sbalordita, facendoci largo. 
«Aspetta...Come sapevi che scuola frequentavo? »
Le sue labbra si piegarono in un sorriso, il più bel sorriso mai visto. 
«Che padrone è uno che non sa nemmeno dove si trova il suo cane?»
Sentì perdere uno o due battiti...Ormai ero sua.
Scusate, erano mesi che non postavo... Scusate se trovate errori. Ma ultimamente ho trovato solo questo poco tempo... Il capitolo era iniziato da un bel po', salvato su un file di testo, non riuscivo a concluderlo in modo decente. Spero vi sia piaciuto. :3
  
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