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Autore: NowOrNever    26/04/2013    1 recensioni
Rantola nel buio la sensazione dell’inganno puro.
Nella tua ombra e alle tue spalle, pronto a colpirti. E quando ti renderai conto del peccato che hai commesso, d’aver ucciso animi nobili e i tuoi compagni, sarà troppo tardi.
Piangerai nel rosso, nel delitto, nel peccato.
E’ davanti a te il Male che ti offusca la vista, solo per nascondere inutilmente la vergogna del suo essere.
“Voglio vivere in eterno. Voglio essere il tutto! Ma per non far rimanere desiderio tutto ciò… Dovrò mentire ancora e ancora.
Non più in questo stato, ma per sempre ugualmente! Per altri 500 anni, per altri 1000 anni fino alla fine del mondo che collasserà con me.
Io sono Inizio.
Io sono Fine.”
Il dannato Destino porta le persone ad incrociare i propri cammini, a percorrere il medesimo, o a correrlo parallelamente.
Gli innocenti e i peccatori indirizzati sulla stesso percorso, che camminano accanto con maschera che cela malignità.
A chi sta svelare la loro identità?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO
7


Sole, cielo e poche nuvole: Un clima perfetto ed un antichissima e ricchissima città da visitare, non si poteva chiedere di meglio per passare quella giornata.
Il gruppetto dei Vongola si recava a passo veloce verso il Colosseo. Il grande anfiteatro, così antico eppure così imponente, era a dir poco fantastico.
Dino, che si sentiva particolarmente guida turistica, tirò fuori tutte le sue doti da insegnante per cercare di illustrare le principali caratteristiche di quel monumento, anche se con scarsi risultati.
“Allora, come dicevo, l’anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come Colosseo, fu inizialmente costruito da… un… imperatore! Sì da un imperatore! Di cui… non ricordo il nome… eheheh”
“In realtà- disse poi Marzo- i lavori di costruzione iniziarono sotto l’imperatore Vespasiano, poi anche altri imperatori continuarono a portare avanti il progetto, come dice il nome stesso poi, il tutto si svolse sotto la dinastia Flavia”
“Esatto! Intendevo dire proprio quello! Eheheh…”
“Wow, ne sai molto!”
“Beh a dir la verità la mia famiglia mi ha sempre spinto a studiare molto- spiegò Marzo- certo, non è sempre stata una passeggiata, ma ora sono contento di conoscere bene alcune cose!”
“Fantastico!”
“Decimo! Non si deve preoccupare, anche io sono informatissimo! D’ora in poi lasci fare a me! Ti spiegherò tutto!”
“Ahah! Gokudera-kun! Non ti preoccupare!”
“Ma… decimo! Io non posso! Non posso permettere che qualcun altro si occupi di lei!”
“Ma mi stavano semplicemente spiegando la storia del Colosseo, dai non fare così”
Gokudera sembrò d’un tratto totalmente abbattuto e si girò mormorando tra sé e sé “Ecco… il Decimo non si fida più di me.”
“Ma cosa gli prende?” domandò poi Marzo preoccupato.
“Ahah, non ti preoccupare, gli passerà! È la solita scenata, starà bene tra poco!” intervenne poi Yamamoto cercando di tranquillizzare il guardiano della pioggia dei Pedarino, che però sembrava riuscire a mantenere una certa compostezza.
“Ok, ho capito il tipo!”
Il tutto si concluse con una sonora risata, anche se Tsuna cercò in tutti i modi di tirare su di morale il povero Gokudera che, come sempre, aveva preso troppo pesantemente le sue parole.
La gita continuò in modo stranamente tranquillo. In poco tempo tutti furono all’interno dell’anfiteatro, e questa volta non ci fu più bisogno di guide improvvisate perché tutti furono muniti di guida elettronica già tradotta in Giapponese.
L’interno dell’edificio era incredibile, anche se ormai le pareti e gli spalti erano consumati dal tempo, si poteva facilmente intuire la funzione di ogni singola parte, e ricostruire mentalmente tutti i minimi dettagli del monumento ai tempi del suo massimo splendore.
La visita permetteva di fare il giro completo ed anche di salire al piano superiore per avere una visione più completa. Si poteva vedere nella parte centrale le rovine dei sotterranei dove le bestie ed i gladiatori, insieme come fossero entrambi parte integrante dello spettacolo, passavano e si preparavano per quel sanguinoso show di sangue e morte che tanto divertiva il popolo romano.
“Hei! Guardatemi! Sono un gladiatore!” esclamò Lambo saltando su una ringhiera e cominciando ad agitare un bastoncino come fosse una spada.
“Oddio! Lambo torna subito giù!” si precipitò Haru cercando di tirarlo giù.
Il bambino preso dallo spavento si lasciò cadere all’indietro perdendo l’equilibrio, ma fu subito afferrato da Gioia che lo tirò su prendendolo in braccio.
“Oh, grazie mille! Mi fa sempre preoccupare!”
“Ma di che, lo stavo guardando da un po’, ero pronta a recuperarlo in caso di pericolo!”
“Wow! Il grande gladiatore è stato salvato da una dea! Wowowowo!”
“Ahah non esagerare dai!”
“Ahahahahah-”
“Quante sdolcinatezze…” mormorò poco più avanti Dora che ascoltava a tratti la guida e i discorsi scemi degli altri senza mai togliersi dal viso quella sua espressione tra l’irritato e lo scocciato.
“Avanti Dora! Un po’ di vita, su!” disse cogliendola di sorpresa K che si avvicinava alla ragazza.
La rossa ebbe un sobbalzo, ma subito riprese a digrignare i denti cercando di trattenere la rabbia:
“Perché non ti fai gli affari tuoi come sempre? Vai pure a giochicchiare con il tuo amichetto Leo, così fai divertire questo branco di scemi e possiamo tornare a casa!”

“Perché invece per una volta non cerchi di calmarti un po’ te e ti godi questa gita con serenità?”
“…- Dora esitò qualche secondo- Odio quando fai così. Ma come faccio a stare calma? Il nono Vongola sta per morire e noi intanto ce la spassiamo qui perché quello stupido ragazzino non è capace di prendere una decisione!”
“Lo so benissimo qual è la situazione, ma è vero anche che non possiamo essere così impulsivi con una persona che neanche conosciamo, siamo qui per fare meglio conoscenza e per far ambientare questi ragazzi, rilassati e cerca di essere un po’ amichevole anche te”
“Ma come faccio?! Qui non c’è in palio solo il destino del Nono Vongola e della nuova generazione, ma qualcosa di più grande! Tutta la Mafia ne è coinvolta! Lo vuoi capire si o no!?” la ragazza stava iniziando ad alzare la voce e subito K si occupò di fermarla.
“Non urlare troppo, ti ricordo che siamo in visita in un antico monumento… se vuoi continuare a roderti l’anima fai pure! Io e la mia infinita bellezza ce ne andiamo! Ahahahahahah” il moro si allontanò velocemente lasciando la compagna sola.
“che imbecille…”
Leo nel frattempo era rimasto a fissare le rovine con sguardo vuoto. Per qualche secondo il suo sguardo sembrò essere quasi uguale a quello di Hibari che poco più avanti osservava il cielo con il suo solito fare solitario.
“Leuccio!” esclamò K, che aveva appena finito di ridere ed ancora aveva la faccia rossa per non aver smesso per ben tre minuti, dando una fortissima pacca sulla schiena del ragazzo.
“Ahi! Cosa vuoi? K, mi hai fatto male…”
“E dai! Lo so che sei molto più forte di così!”
“Ma non è vero. Io sono debole, piccolo e indifeso” Leo fece un faccino tenero nel tentativo di impietosire l’amico, che ovviamente non ci cascò.
“Ahah! Queste facce da pesce lesso falle a qualcuno dei Vongola! Loro forse ci cascano!”
“Però non è giusto! Mi mancano i tempi in cui era facile mollarti i cazzotti con questi trucchetti!”
“Si, si… aspetta ma che cosa sto dicendo!? Ma avevi quasi spaccato la mascella una volta!!”
“Aaaah si… bei tempi davvero…” sospirò Leo con sguardo sognante.
“Ooooh! Ma che vi è preso a tutti? Quella matta laggiù che vuole fare la lupa solitaria, te che stranamente hai ‘sti attacchi di malinconia, un po’ di vita gente! Avanti! Su! Ammirate la mia bellezza!” K con un balzo si portò in cima alla ringhiera ridendo ancora e richiamando l’attenzione di tutti, e subito in meno di sue secondi tutti i suoi vestiti vennero totalmente stracciati e volarono via in mille pezzi.
Tutti rimasero in silenzio tombale cercando di realizzare cosa fosse appena successo, mentre Tsuna e Gokudera cercavano di coprire gli occhi alle ragazze.
“Ahahah…ahah…ah… cosa vi prende a tutt- aaaaaaaaaaaah! Sono nudo!”
Tutti scoppiarono subito in una sonora risata, anche Dora sembrava quasi che stesse per sorridere.
“Leeeeeeeeeeooooooooooooo! Ti uccidooooooooooooo!” urlò il povero K mentre scappava a gambe levate.
“Ahahahahah sei un mito! Ahahah” disse Yamamoto andando subito a dare una pacca sulla spalla a Leo
“Ma tu sei proprio ESTREMOOO!”
“Ahah! Ma come hai fatto? Fortuna che gli hai lasciato almeno le mutande! Ahahah!”
“Ehe, è stato un gioco da ragazzi!”
“Beh, se non altro K è riuscito a rallegrare la giornata, ora dovrebbe essere soddisfatto” disse Dora a Zeno che cercava di trattenere le risate.
“Si, direi proprio che ci è riuscito! E Leo si è accaparrato la simpatia di tutti.”
“Già… che idioti!”

Il pomeriggio passava allegramente nella combriccola dei Vongola e dei Pedarino e la visita al Colosseo si concluse con una calda risata.
“E ora dove andiamo!? E ora dove andiamo!?” domandò ansiosamente Lambo saltellando qua e là.
“Non lo so, dove si potrebbe andare? Siete voi gli esperti!”
“Bene! Allora ci penso io!- sopraggiunse Dino con una mappa stradale ed alcune guide turistiche- mi sono attrezzato bene eh?”
“Così pare.”
“Bene, allora… andiamo…” Dino sembrò essere in difficoltà e sembrava quasi che le sue pupille ballassero la samba guardando da una parte all’altra della mappa.
“Dino! Ma che italiano sei? Non conosci neanche Roma?”
“Hei! Io non sono di qua, ok? E poi… non vedo neanche Romario, non riesco a fare niente...” il biondo sembrò quasi scoppiare in lacrime.
“Su! Non ti scoraggiare!”
“Io proporrei una cosa- disse poi Marzo puntuale come al solito- già che ci siamo, andiamo per di là- fece per indicare un grande viale totalmente tappezzato di sanpietrini- ci dovrebbero essere i resti della Domus Aurea, era l’antico palazzo dove un tempo abitava l’imperatore Nerone, conosciuto per la sua spietatezza.”
“Si! Direi che è un’ ottima idea!”
“Allora avviamoci, poi se volessimo vedere qualcos’altro potremmo sempre prendere la metro.”
“Certo!”
Fu così che il gruppo si incamminò. Il viale era incredibilmente largo, anche se la pavimentazione, essendo così antica, era molto brulla e, spesso si rischiava di inciampare.
I resti archeologici erano ad ogni angolo. Antichissime colonne, pietre, archi, alcune mura, ed a volte, se si osservava il tutto con sguardo più attento, si potevano anche individuare alcuni mosaici.
Durante la passeggiata l’insieme dei ragazzi sembrò essersi un po’ disgregato. Tutti erano uniti in piccoli gruppetti e parlavano tra di loro tranquillamente.
Tsuna era insieme a Cielo e Dino e, ovviamente, all’agguerrito braccio destro Gokudera, che non se lo lasciava sfuggire un secondo. Il guardiano della tempesta era ancora molto diffidente nei confronti della nuova famiglia presentata e continuava a lanciare occhiatacce ad ognuno dei membri dei Pedarino.
“Allora, Sawada? Ti diverti?” domandò a bruciapelo Cielo.
“Oh! Beh, si! Direi di si! Anzi, forse per una volta posso dire di poter essere abbastanza tranquillo, mi pare quasi assurdo che sto riuscendo a non preoccuparmi continuamente per gli altri. Sono felice di poter prenderla serenamente!”
“Già, vedo che tutti stanno facendo amicizia bene. Tranne K che dalla figuraccia di prima non lo vedo più”
“Ahahah, ancora mi viene da ridere! Se solo ci penso… ahahah”
“Si, è stato divertente!”
Ci fu qualche momento di pausa, poi Tsuna riprese a parlare.
“Cielo, senti, c’è una cosa che avrei voluto chiederti.”
“Dimmi pure.”
“Ecco… quando voi dei Pedarino siete entrati a far parte della famiglia Vongola… cosa vi ha spinto ad unirvi ad un gruppo del genere? Intendo, perché proprio i vongola? Ci sono tante altre famiglie potenti, e tutte quante hanno un passato di crimini, di potenti boss e fama incredibile… perchè continuate ad andare appresso ad un imbranato come me?”
“Devo dire che è una bella domanda. A dir la verità nessuno ha mai chiesto a me una cosa del genere… mio padre, il primo boss della famiglia Pedarino, fu colui che creò l’alleanza con i Vongola, e se mai qualcuno avesse rivolto a noi una domanda del genere, probabilmente sarà stato mio padre a rispondere. Tuttavia, ora ci sono io, perciò ti devo una risposta, almeno dal mio punto di vista. Io penso che La Mafia sia qualcosa di molto più grande di quanto si possa pensare, è un organizzazione talmente grande da poter essere considerata, forse una delle più grandi ed influenti del mondo. Ovviamente la maggior parte di loro non sono che persone di bassa lega, ma sono convinto che c’è chi come noi prova a cambiare la negativissima concezione che si sono fatti su di noi. Saprai bene che tutto è nato moltissimi anni fa, dall’idea che si potessero difendere le persone che si amano con la sola forza di volontà.”
Il brunetto dunque non fece alcun’altra domanda, semplicemente rispose con un sorriso leggermente forzato.
A interrompere una conversazione che probabilmente non sarebbe mai andata avanti, arrivò una chiamata dal cellulare di Zeno che era proprio lì vicino a loro e non aveva proferito parola fino al momento in cui non dovette rispondere. Mentre il resto del gruppo continuava a camminare, lui si fermò nel bel mezzo della via con occhi sgranati nemmeno avesse visto uno spettro. La sua inquietante reazione scatenò la preoccupazione del boss dei Pedalino, che si ripercosse su Tsunayoshi.
“Che è successo?” Sussurrò vicino al suo braccio destro che ancora non riusciva a battere ciglio, a proferire una sola vocale.
Ammontava la preoccupazione. In generale Zeno era colui che manteneva sempre la calma e possedeva quella freddezza mentale, la quale gli permetteva di non scomporsi davanti a qualsiasi situazione, per questo vederlo in quello stato dava parecchio da pensare.
“Cielo, il Nono è… Il Nono è…”
Gelo totale e silenzio di tomba in contrasto con il chiasso cittadino.
“Il Nono è morto.”







Nota degli autori:
Scusate l'assenza, abbiamo avuto da studiare! ;_; Enjoy!
  
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