Hotel Adriano

Se c’era una cosa che odiava più delle sigarette di bassa qualità e dei proiettili arrugginiti che ogni tanto gli rifilavano, era senza dubbio la moltitudine di “spazzatura” che veniva al locale.

Feccia, gente che si faceva chiamare “pirati del cielo” al solo scopo di incutere un certo timore…

Si accese l’ennesima sigaretta quella sera e osservò con sguardo attento i vili che posavano gli occhi su di lei. Lei. Una perla in mezzo a tutta quell’immondizia.

Il suo nome era Nami ed era la proprietaria dell’ hotel “Adriano”. Tutti i piloti di idrovolanti, che fossero cacciatori di taglie, pirati del cielo o della legge, venivano da lei, incantati dalla sua bellezza e dal suo temperamento.

Aveva una bellissima voce, un bel corpo e tanto fiuto per gli affari.

Sbuffò fuori il fumo e socchiuse gli occhi, facendo alle spalle un cenno al barista di preparagli il solito.

Con sguardo attento, studiò i tavoli più in lontananza. Eccoli…

Dei piratucoli che da qualche giorno, stavano depredando alcune navi mercantili…

Increspò le labbra in un sorriso e prendendo con una mano la sua ordinazione, mandò giù il primo sorso.

Dopo qualche minuto, la bella voce di Nami, così come la melodica musica proveniente dal pianoforte cessò. Un applauso generale coprì l’intera sala e bella e sorridente, accettava tutti i complimenti.

Finì in un sorso la sua ordinazione e alzandosi dalla sedia, decise di uscire all’aria aperta. Il cielo stellato era una meraviglia la notte. Questo si rifletteva sulla superficie del mare, poteva sembrare quasi romantico… Gli idrovolanti parcheggiati però, stridevano con l’atmosfera…

-Sapevo di trovarti qui-Mormorò una voce alle sue spalle. Si voltò appena e trovò Nami che come lui, gettava uno sguardo al mare.

-Oltre alle camere da letto non ci sono altri posti in cui stare…-L’hotel era stato costruito su una specie di isolotto. L’unico modo per arrivarci era via mare o via aerea.

-Giusto-Sospirò e poi, afferrò una sedia e si mise a sedere. Si trovavano esattamente nel giardino segreto di lei. Pieno di piante e fiori e con un intenso profumo di mandarino.

-Buffo…-Lasciò sospesa la frase in modo che lui, potesse incuriosirsi.

-Cosa?-La imitò spegnendo il mozzicone di sigaretta nel posacenere.

-Prima-Spiegò-è stato davvero buffo quel signore americano-Sorrise-Trafalgar…Non lo avevo mai visto qui alla locanda…-

-Un nuovo arrivato?-Per lui, significava, nuova feccia. In più era al servizio dei pirati del cielo.

-Si.-Lo fissò negli occhi-Ha guardato il mio viso e “sposami” ha detto…-Scosse il capo quasi incredula.-Così gliel’ho spiegato.-Si rilassò sulla sedia.-Io ho addosso una maledizione…-

-Non è una maledizione stupida!-Piegò da un lato la testa.-I buoni muoiono sempre…-Le spiegò cercando nel taschino la sua confezione di sigarette.-è la guerra…-

-Zoro basta-Lei allungò una mano prendendogli il pacchetto.-E comunque per me lo è…-Sospirò con una nota di tristezza.-Ho gia perso tre mariti…-Sorrise tristemente.-Tutti piloti di idrovolanti…-

Della vecchia compagnia, alla fine erano rimasti loro due…

E Zoro, li aveva visti morire con i propri occhi, uno dietro l’ altro, cadere e infrangersi sul mare.

Prima Rufy…Poi Ace…ed infine Sanji. Tutti.

Aveva lasciato ogni cosa, la legge come la volevano definire, per diventare un cacciatore di taglie…

-Forse dovrei stare sola…-Lui e Nami avevano superato da non molto la trentina. Nami aveva già abbandonato le speranze…

Aveva abbandonato da anni la speranza di una loro storia.

Si amavano.

Mai detto ad alta voce, mai negato con la mente e con il cuore.

L’unico motivo che aveva spinto entrambi al silenzio era l’orgoglio. L’orgoglio spropositato, che li accomunava e che li faceva tirare avanti.

-Non sei sola-Zoro si alzò in piedi e rimase a fissarla per qualche minuto-Lo sai.-

-Umh- socchiuse gli occhi e sorrise, tornando a fissare il mare. Mosse i primi passi Zoro, diretto verso la passerella in direzione del suo aereo.

-Tornerai?-Domandò prima che sparisse del tutto. Un sorriso si formò sulle labbra dell’uomo. Senza dire nient’ altro, accese il motore e più veloce del vento, abbandonò l’isolotto.

Tornerà, si disse tra se e se Nami. Ormai aveva imparato a conoscerlo bene e tutte le volte che stava per vacillare, lui era lì.

Si era allontanato dalla guerra solo per lei, per esserle un qualche sostegno…

Tra di loro non sarebbe cambiato niente perché così doveva andare…

Immagino che tutti conoscono PORCO ROSSO vero!?

Questa è una delle fic che avevo nel cassetto, datata 27 Settembre 2011.

Ebbene, ho amato il rapporto che avevano Gina e Marco, il maialino burbero che segretamente, continua ad amare quella donna nel silenzio dopo tutti gli anni passati a vederla nelle mani dei suoi amici. Orgogliosi esattamente come due di nostra conoscenza.

Così, mi era venuta in mente di riprendere un pezzo del film e sulle note della musica , ho “composto”questa breve fic.

Link della canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4By8WffJhSU