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Autore: _ems    26/04/2013    2 recensioni
Ted si era svegliato tardi quel giorno ed era ancora assonnato quando portò il primo boccone alla bocca, ma quando i suoi occhi si posarono sul tavolo dei Grifondoro senza però captare la testolina bionda tanto desiderata si sentii il ragazzo più sveglio del intero castello.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Di valigette, ricordi e bolle di sapone.”

Ted Lupin impreco tra sé e sé quando la mini valigetta gli finì sul naso; l’ex Tassorosso – troppo impegnato nella sua lotta con un plaid con le fantasie a scacchi - non vide la valigetta precipitare dritta sul suo naso. Impiegò non pochi minuti prima di capire cosa esattamente fosse successo, quando abbassò la testa verso i suoi piedi (perché si sa che tutto quel che cade è attratto dai piedi) e vide cosa aveva attentato al suo naso capì:
Victoire non sapeva più dove infilare i ricordi.

Ted si sedette sul letto a gambe incrociate grattandosi una guancia confuso. Doveva aprirla? Gli era concesso un oltraggio simile? Ci stava pensando, Ted, già da diversi minuti quando la valigetta si aprì da sola. Da sola!Il ragazzo sussultò guardando la piccola valigetta – talmente piccola da poterla tenere nel palmo della mano - aprirsi e, mordendosi il labbro inferiore, andò ad ispezionare il contenuto.
Man mano che le dita di Ted estraevano quel piccolo tubo – la prima cosa che aveva visto – questo andò ad ingrandirsi sempre più fino a rivelarsi per quel che davvero era: un flacone per le bolle di sapone. Sorrise Ted, sorrise ancor prima che il ricordo arrivasse.
Ted si era svegliato tardi quel giorno. Fortunatamente, pensò passandosi una mano tra le ciocche celestine, era solo un noiosissimo sabato come un altro. Avanzò verso la Sala Grande ancora sbadigliando ed andò a sedersi al tavolo dei Tassorosso.
Ted si era svegliato tardi quel giorno ed era ancora assonnato quando portò il primo boccone alla bocca, ma quando i suoi occhi si posarono sul tavolo dei Grifondoro senza però captare la testolina bionda tanto desiderata si sentii il ragazzo più sveglio del intero castello. Scattò in piedi ed in un attimo raggiunse l'unico posto dove, sicuramente, avrebbe trovato la ragazza. Perché Victorie Weasley poteva anche avere l'aspetto di una Delacour, ma lo stomaco era inevitabilmente Weasley.
«Toire! Dannazione, questi sono pessimi risvegli. Sai?» bofonchiò il ragazzo andando a sedersi accanto alla figura distesa sul erba davanti al Lago Nero.
«Perché non sei a mangiare?» Chiese in un sussurro non vedendola parlare.
Victorie Weasley era sempre stata una ragazza calma, tranquilla.. dai gesti pacati ed "aristocratici", ma tutto quel silenzio era strano anche per lei. Ted si stese accanto alla ragazza preoccupato, i suoi capelli in quel momento assunsero una strana colorazione di giallo.
«C'è qualcosa che non va, Toire?» Chiese ancora andando ad osservare a sua volta le nuvole, cosa che sembrava stesse facendo la ragazza.
Victorie sospirò voltandosi su di un lato, gli occhi socchiusi ed un braccio che fungeva da cuscino.
«Ho paura, Teddy» sussurrò riaprendo gli occhi. Victorie Weasley era una Grifondoro e come tale ammettere di avere paura era quasi un affronto. Perché Victorie Weasley non aveva mai paura.«Ho paura ed allo stesso tempo non vedo l'ora.» Ammise in un sussurro.
Ted si accigliò, confuso. Di cosa poteva aver paura Victorie? Cosa poteva farle saltare addirittura la colazione, il suo santo pasto?
«Credo di non aver capito...» ammise il metamorfomagus aggrottando la fronte. Victoire si lasciò sfuggire una piccola smorfia facciale prima di rispondere.
«Il prossimo anno Dominique frequenterà Hogwarts ed io non vedo l'ora di riaverla di nuovo tra i piedi a tempo pieno, ma...» Ted attese pazientemente che la ragazza continuasse il suo monologo, ma quando ciò non avvenne il ragazzo decise di tirare le redini dalla propria parta. Ted stava per aprire la bocca, parlare e dirle che l'ascoltava e che, se proprio fosse stato il caso, qualsiasi problema si fosse creato lui l'avrebbe aiutata, come sempre. Ted stava per farlo, stava per dire che l'ascoltava, la capiva e.. e Victoire parlò.
«Il prossimo anno tu non ci sarai più, Ted. Io... io come posso resistere senza di te? Voglio Dominique qui, ma non voglio te via da me» la voce di Victoire era un sussurro appena udibile, ma alle orecchie di Ted arrivò forte e chiaro. Il giovane Tassorosso guardò la Grifondoro in silenzio forse, pensò lei, cercando le parole migliori da dire.
«Victoire.. ascoltami» il tono era esitante di chi vuole osare, ma non sa se può. «Saprai cavartela con Dominique, è tua sorella e la conosci meglio di chiunque altro.. le dirai cosa si può e cosa non si può. Lei, ovviamente, si dedicherà alla maggior parte delle cose che non si possono fare, ma tu sii paziente» Victoire sollevò un angolo della bocca in una specie di sorriso, più simile ad una piccola smorfia, a quelle parole. Dominique era un piccolo terremoto, ed il prossimo anno toccava a lei domarla. «Per quanto riguarda me...» aggiunse in un sussurro Ted mentre i suoi capelli man mano si coloravano di rosa. «Non sarò mai lontano da te, Victoire. Ti scriverò tutte le settimane, o tutti i giorni se vuoi. Io.. io spero che tutto quel che è nato tra noi non muoia così. Sei importante per me. Non mi perderai perché io non te lo permetterò».
Il tono del metamorfomagus era calato man mano e Victoire dovette avvicinarsi di più a lui per ascoltare le sue parole. Arrossì appena, Victorie, ed il sorriso sincero che le ornò il volto era tanto puro quando improvviso che incantò entrambi. Solo per un attimo.

Poi, Ted, con tutta la nonchalance di un diciassettenne, infilò la mano nella propria tasca e ne estrasse un piccolo flacone blu.
«Queste.. queste sono bolle magiche colorate. Io volevo donartele prima della partenza, ma credo sia il caso che io te le dia ora».
Victoire prese il flacone tra le proprie mani con esitazione guardando, di sfuggita, il viso del ragazzo.

«Devi soffiare dentro al tondino per far uscire le bolle... prenderanno la forma della persona che ti manca e, udite udite, cambiano colore. Cioè - insomma. Hai capito, no?»
Victoire annuì con un sorriso e, proprio perché c'era, gli stampò un bacio sulla guancia.
«Grazie Teddy».
Gli sussurrò in un orecchio.


Ted sorrise rigirandosi quel flacone tra le mani contento. La speranza non era morta, Victoire aveva frequentato il suo anno ad Hogwarts mentre Ted aveva deciso di intraprendere la strada che, in parte, aveva intrapreso il padre: Professore di Difesa Contro le Arti Oscure.
C'erano stati momenti sbagliati, quelli nebulosi dove sembrava che le nuvole nere non avrebbero mai lasciato spazio a quelle candide. I momenti in cui la speranza di sentirsi, toccarsi ed aversi ancora sembrava perdersi assieme alle parole. C'erano stati i momenti bui, ma tutto era tornato a suo posto. Perché quando la speranza è viva, quando la speranza vive dentro di te nessuna nuvola (nera) può abbatterla.
Ted stava pensando a questo quando, con il flacone tra le mani, raggiunse Victoire in soggiorno. Posò il flacone sulla mensola sopra il cammino e con un sorriso andò a sedersi a canto a sua moglie.



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1. La storia è arrivata tredicesima al contest: Il Giro del Mondo in Ottanta giorni! [Contest Multifandom]
2. Betata da Dorchaos.
   
 
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