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Autore: live in love    27/04/2013    1 recensioni
Tratto dal Primo Capitolo:
-Certo che voglio- ribatto io, forse con fin troppa enfasi
- Meno male,il tuo letto è molto più comodo del mio- scherza, facendomi ridacchiare.
- Quindi mi stai solo sfruttando , eh?- ribatto.
-Ovviamente , baby- ride anche lui appoggiando la guancia sui miei capelli
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Mia prima fanfiction su Ian e Nina.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 16

COLD COFFEE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Ecco a voi il vostro tavolo -

 Con un gesto fluido del braccio, accompagnato da un ampio quanto plastico sorriso, il cameriere non troppo giovane davanti a noi ci indica il nostro tavolo, allungando la mano l'attimo seguente per togliere il cartellino della prenotazione.
 Ricambio il sorriso di cortesia e affabile gentilezza, guardandomi il secondo dopo intorno incuriosita ciò che mi circonda. Con un'occhiata veloce e ingorda di indizi percorro tutta la stanza, inclinando silenziosamente il viso per riuscirci meglio.
E' un bel ristorante, decreto infine allegramente dopo un veloce esame a prima vista. Rimane leggermente fuori dal centro di Atlanta, immerso nel verde e avvolto da una bolla di tranquillità quasi surreale e lontana dalla caotica confusione del locali più in della città. Cosa decisamente fantastica, penso mentre il mio sguardo continua a vagare analizzando i particolari più caratteristici che lo rendono così unico.
Le luci non troppo soffuse e i colori caldi delle pareti conferiscono un'atmosfera intima e dolce all'ambiente senza scadere, però, nella banalità di un romanticismo melenso e preconfezionato. Anzi appare fresco e frizzante.
Un luogo perfetto per un primo appuntamento insomma.
E a questo pensiero non posso fare a meno di ritrovarmi a sorridere come un ebete, elettrizzata.
Una densa sensazione di contentezza mi pervade, insinuandosi dentro di me e provocandomi una dolce sensazione di vertigini che non so frenare. O forse semplicemente non voglio.
Dopo giorni, settimane, interminabili è finalmente arrivato quelgiorno. Il nostro primo e vero appuntamento. Niente pranzi frettolosi sulle scale antincendio del set o bocconi mangiati al volo nel mio camerino tra un bacio e l'altro. Una vera cena, solo io e lui.
Le mie labbra si stendono maggiormente, l'aria di incontenibile allegria che si accentua e mi ravviva l'espressione e mi illumina lo sguardo. Forse la cena in sé non è nulla di importante o basilare per la nostra relazione... Come se improvvisamente venisse a mancare la luce il mio pensiero si blocca a metà, rimanendo in sospeso e concentrato sull'ultima parola pensata, che assume un'inclinazione compiaciuta man in mano che me la ripeto silenziosamente.
Relazione.
Ne assaporo il dolce retrogusto, abbeverandomi emotivamente assetata di tutte le emozioni confuse, ma positivissime che mi scaturisce questa riflessione. Con l'umore ancora più alto di un'ottava mi mordo le labbra, riprendendo il filo logico delle mie elucubrazioni sentimentali.
Un brivido leggero mi attraversa la schiena, assalendomi, non appena la mia mente si rifocalliza sull'evento di questa sera. Finalmente è arrivato questo giorno.
Un lieve e incomprensibile nervosismo mi stringe lo stomaco da questa mattina, infondendomi un leggero senso di ansia che neanche la doccia calda o il suo sorriso sono riusciti a scacciare veramente.
E' anche normale forse, mi dico rendendomi conto che è la tipica agitazione da primo incontro.
Emetto quasi un piccolo sospiro, soffiando impercettibilmente l'aria tra le labbra e cercando di allontanarlo del tutto con una scrollata del capo. O, almeno, di non pensarci troppo. Voglio godermi questa serata tranquilla e, soprattutto, godermi semplicemente lui.
E' questo il mio desiderio più profondo, intimo.
Come richiamata silenziosamente dalla presenza maschile al mio fianco riemergo dai miei pensieri, notando che Ian mi ha spostato la sedia e mi sta guardando in attesa.
Leggermente imbarazzata e al tempo stesso lusingata le mie guance avvampano, il sorriso svagato sulle mie labbra che subisce subito la morsa dei miei denti che le torturano appena per sopire la tensione.
-Come siamo galanti stasera – lo schernisco dolcemente, allegra e allettata dai suoi modi sensuali ed eleganti.
E' infatti inutile sottolineare di come sia affascinante e sexy vestito elegante e semplice al tempo stesso.
I miei ormoni si fanno sentire a questa riflessione, manifestando la loro presenza con un lieve solletico al mio basso ventre.
Cercando di calmare i miei bollenti spiriti mi siedo l'attimo seguente, prendendo posto. Ridacchio poi divertita dall'espressione leggermente torva che mi rivolge accompagnata da un'occhiata altera e sbarazzina. Mi trafigge con i suoi occhi azzurri, questa sera ancora più intensi e magnetici del solito, che mi fanno avvampare ulteriormente.
Inclino leggermente il viso per guardarlo meglio in volto, aprendomi in un sorriso smaliziato.
-Certo, però, mi aspettavo almeno le candele – soffio con una nota birichina che mi inclina la voce, rendendola involontariamente languida e maliziosa.
Ian mi lancia uno sguardo speculare, inclinando poi un angolo della bocca fino a piegarla in un ghigno malizioso.
-Quelle sono per il dopo cena – soffia continuando a guardarmi dall'alto, alludendo a quando torneremo in camera.
Il pensiero di noi nudi in un letto mi attraversa la mente come un fulmine a ciel sereno, facendomi avvampare a causa di un desiderio bollente che mi scuote.
Appoggia in seguito le mani sullo schienale in legno scuro della mia sedia, sporgendo il busto in avanti fino a quasi farlo scontrare con le mie spalle in un lento e voluttuoso strusciare che mi porta a irrigidire istintivamente la postura.
Trattenendo quasi il respiro e con i muscoli spasmodicamente testi rimango in attesa, anelando un contatto maggiore con il suo corpo o anche solo la tua pelle.
-E, comunque, io sono sempre galante – sussurra sensualmente al mio orecchio, la voce bassa arrochita da una punta di sensualità che la rende ancora più bollente.
 

Il suo respiro caldo si insinua fra i miei capelli sciolti sulle mie spalle fino ad arrivare a solleticare la pelle delicata e sensibile del mio collo, un soffio appena percepibile che mi provoca un lungo e intenso brivido lungo la schiena. Improvvisamente il mio corpo si vela si una impalpabile e quasi invisibile pelle d'oca, che lo ricopre come un guanto, segno tangibile dell'effetto che mi fa.

Ed è decisamente molto forte.
Come se avessi bisogno di un promemoria per rammentarmelo, mi dico interiormente in modo ironico e sarcastico. La morsa al basso ventre che si palesa ogni qualvolta mi sfiora e il mio intimo quasi perennemente umido a causa delle sue preoccupazioni me lo ricordano benissimo ogni giorno.
Spiazzata e presa in contropiede dal suo gesto deglutisco, la salivazione che sembra essere improvvisamente svanita simultaneamente alla comparsa della vampata di calore che mi ha avvolto velocemente.
Una imponente ondata di tensione sessuale, forse mai sopita davvero, inizia a vibrare tra di noi, rendendo l'aria elettrica e fremente di un contatto maggiore la nostra inaspettata vicinanza. Ci avvolge con la sua fiammata, lambendoci e tendendo istintivamente i nostri corpi.
Mi inumidisco istintivamente le labbra, passandoci sopra la punta della lingua quasi a richiamare il sapore della sua bocca. Cosa che mi scalda ancora di più, facendomi bruciare le guance.
Cercando di ricordarmi che sono in un luogo pubblico emetto un piccolo sospiro, tentando vanamente di non cedere alla tentazione sempre più pressante di scoprire il collo e godere dei suoi baci.
Quasi a volermi tentare maggiormente le sue dita mi sfiorano improvvisamente in una carezza lieve e appena percepibile, quasi inesistente che mi solletica la scapola sinistra.
Forse non la capterei nemmeno visto la quasi assenza di pressione sulla mia pelle se non fosse per i miei sensi troppo tesi e volti alla disperata ricerca di un contatto.
Ed è davvero difficile trattenere un fievole mugolio di piacere, che preme contro le mie labbra per uscire.
Adoro i suoi baci sul collo, mi ricorda quasi simultaneamente un pensiero dispettoso che emerge tra gli altri portandomi ad affondare ancora di più nelle spire di una desiderosa voglia che proprio non riesco a scacciare.
Con la postura irrigidita da un desiderio velato, ma incredibilmente tangibile prendo un respiro profondo, proprio nello stesso momento in cui lui si allontana.
In una frazione di secondo il calore del suo corpo mi abbandona, provocandomi un brivido di tutt'altra natura questa volta e che mi lascia un po' l'amaro in bocca. Infatti, una piccola punta di delusione rende amara la morsa languida che mi punge in modo accattivante il basso ventre, lasciandola desolatamente insoddisfatta.
Con un'ampia falcata prende posto anche lui, esattamente davanti a me mentre l'aria tentatrice e sexy non scompare dal suo viso. Anzi se possibile si rafforza, aumentando e rendendo il suo provocarmi terribilmente simile al flirtare.
Mi rivolge subito dopo un sorriso malizioso, seducente e quasi vittorioso mentre inclina leggermente il viso.
E solo ora comprendo che mi ha provocato di proposito in risposta alla mia battuta, come a voler marcare il fatto che è pienamente consapevole dell'effetto che mi fa.
L'aria soddisfatta continua ad aleggiare sul suo viso, probabilmente alimentata anche dall'evidente e malcelato desiderio che il mio sguardo bruciante non riesce a nascondere.
È impossibile farlo, penso. È qualcosa di così irrazionale e ancestrale che non può essere soppresso.
Imbronciata a causa del mancato contatto e con un desiderio insoddisfatto addosso, gli lancio un'occhiata corrucciata e quasi sbieca.
Ian ricambia con una di opposta natura, un ghigno leggero che aleggia sulle sue labbra e lo sguardo vivo e tremendamente azzurro che accentua la sua espressione sbarazzina.
Terribilmente attraente, sospiro non riuscendo a placare i miei ormoni in subbuglio. La cosa sorprendente è che più passa il tempo, più questa cosa si accentua.
Non riuscendo a staccare gli occhi da lui scruto la sua figura con una occhiata attenta e lenta, percorrendo i lineamenti decisi e al tempo stesso eleganti del suo viso.
E il desiderio si intensifica maggiormente, portandomi ad accavallare istintivamente le gambe per trovarvi in qualche modo soddisfazione seppur in modo parziale.
Accompagnata da questa leggera e piacevole frizione delle mie cosce continuo la discesa.
Seguo così la piega morbida della sua bocca stesa in un ghigno allegro e tranquillo e le sue guance sbarbate e lisce. Proseguo ancora, scendendo sulla piega decisa della sua mandibola e poi più giù sulla sua gola.
L'istinto di alzarmi e baciare quel punto così invitante diventa quasi insostenibile, martellante.
Il colletto della camicia bianca, visibile oltre la giacca del completo nero, gli solletica appena il collo, fasciandogli alla perfezione il corpo e mettendone deliziosamente in risalto tutti i muscoli.
Decisamente una bella visione, mi mordo compiaciuta e sempre più accaldata le labbra.
Risalgo intanto con gli occhi, scontrandoli nuovamente con i suoi e legandoli in un gioco intenso e magnetico fatto di sguardi più lunghi e occhiatine sfuggenti.
E quel senso di totale abbandono mi assale ancora, sorprendendomi.
Alla voglia carnale si mischia un'emozione indecifrabile e conosciuta al tempo stesso, indecifrabile e chiara contemporaneamente.
Intensa e bollente, pulsa talmente forte da stordirmi quasi annebbiando la mia razionalità e i miei pensieri.
E' come se calasse la nebbia, rifletto, provocandomi non il consueto senso di ansia e soffocamento, ma bensì una sensazione morbida e soffice.
Mi coglie di sorpresa o forse semplicemente è così piacevole da stupirmi ogni volta, portandomi a non riuscire ad abituarmici davvero.
Ian aggrotta leggermente le sopracciglia corvine, tentando probabilmente di decifrare il mio sguardo e intuire cosa mi frulla nella testa.

E, forse, non solo lì.

Cercando di rassicurarlo e, soprattutto, di tranquillizzare me stessa gli sorrido ancora, inclinando lievemente il viso.

Il cameriere torna all'improvviso con i menù in mano, interrompendoci e trovandoci intenti a fissarci negli occhi come due quattordicenni alla prima cotta.

-I menù –afferma semplicemente, appoggiandoli alla mia sinistra sul tavolo.
Distolgo gli occhi da quelli adamantini di Ian, ringraziandolo educatamente.
-Grazie -
Scompare poi il secondo seguente fra gli altri tavoli, servendo i clienti che hanno riempito da poco la sala.
Con un sospiro allungo istintivamente la mano per afferrarne uno e leggere la lista dei piatti, ma non faccio tuttavia in tempo neanche a sfiorarli con le dita. Ian, difatti, me li toglie praticamente da sotto il naso con una velocità disarmanti. Lasciandomi unicamente ad afferrare il vuoto.
Con le labbra dischiuse dalla sorpresa e leggermente imbronciate lo fisso con la fronte aggrottata, guardandolo torvamente stupita dal suo gesto.
Lui, dopo averli tranquillamente allontanati da me, si volta nuovamente verso il cameriere, poco lontano da noi, richiamandolo con un gesto deciso della mano.
Sempre più confusa lo continuo a guardare, non capendo assolutamente cosa voglia fare.
Perché li ha tolti prima ancora di ordinare?Mi domando interdetta, cercando di decifrare la sua espressione, ma, soprattutto, le sue intenzioni.
-Prendiamo il solito – afferma con melliflua fermezza, restituendogli i menù e lasciandomi totalmente basita a fissarlo.
Genuinamente sconvolta da quello che ha appena fatto lo guardo con gli occhi leggermente sbarrati dallo stupore, sempre più stupita man in mano che i secondi trascorrono e scivolano inesorabilmente via.
-Cosa?- mi domanda lui con naturalezza e nonchalance, non comprendendo il mio sguardo stralunato e vagamente torvo.
-Io volevo leggere il menù – ribatto in risposta, spostando una ciocca di capelli scuri dal viso e portandola dietro l'orecchio.
-Non ce ne è bisogno – afferma lui, la voce bassa e decisa accompagnata da un sorriso appena accennato – Sono già stato qui - mi dice come semplice spiegazione, non aggiungendo null'altro se non un'occhiata al mio indirizzo.
Inarco un sopracciglio, guardandolo scetticamente contrariata.
-Ma io no, Som –gli rispondo cocciutamente con tono quasi ovvio e vagamente piccato, scoccandogli un'altra occhiataccia.
Mi piace scegliere e sperimentare i piatti di un ristorante, tanto più se non ci sono mai stata e non lo conosco, e lui me lo ha impedito chissà per quale contorto e sconosciuto motivo.
Ian si apre in un ghigno sornione, puntando i suoi occhi azzurri dritti nei miei.
-Penso di conoscere i tuoi gusti dopo due anni di pranzi sul set –ribatte lui, puntualizzando acutamente e ricambiando il mio sguardo scuro e torvo. - Anche se avrei da ridire su molti di essi – continua prendendomi bonariamente in giro, distendendo il tono fino a renderlo sereno e giocoso.
Non è infatti un segreto che consideri strani i miei gusti, ci ha scherzato più volte sul set facendo comunella persino con Paul nelle sue giornate migliori e più allegre.
Tuttavia, per nulla rabbonita e, anzi, stuzzicata dal nostro scambio di battute, gli rispondo.
-Potrei dire lo stesso dei tuoi – scherzo lanciandogli un'occhiata convinta, stringendomi fra le spalle.
Mi ammonisce leggermente con lo sguardo, appoggiando un braccio sul tavolo.
In tutta risposta io roteo gli occhi al cielo, rompendo per un attimo il nostro gioco di sguardi.
-Magari sono diventata vegetariana proprio in questi giorni e tu non lo sai–ribatto immusonita dalla mancata scelta, incrociando quasi infantilmente le braccia sotto il seno.
Rimaniamo per qualche secondo a guardarci silenziosamente, scambiandoci divertite occhiate di sfida.
Ian infine sbuffa, cedendo ed espirando l'aria tra le labbra.
-Sei diventata vegetariana?- mi domanda allora, assecondandomi e inarcando un sopracciglio scuro e trafiggendomi con uno sguardo azzurro dove un guizzo di lampante scetticismo li anima. - Perché mi sembra di ricordare che la carne ti piacesse parecchio– aggiunge allusivo socchiudendo in maliziosamente gli occhi, con il chiaro intendo di conferire un doppio senso alla frase.
Non si riferisce solo al semplice alimento, ma anche ad altro di ben più carnale e voluttuoso. Arrossisco appena a questo pensiero, sentendomi avvampare velocemente da un fuoco che parte dal mio basso ventre e si irradia in tutto il mio corpo con delle lente e sinuose spirali.
Inclina ancora il viso, ampliando il ghigno malizioso e lanciandomi un'occhiatagiocosa.
Imbronciata stringo le labbra, la prepotente voglia di rispondere di si, anche se non è per nulla vero, che si insinua violentemente dentro di me.
-No – soffio corrucciata, abbandonando all'ultimo momento l'idea di contraddirlo e di non dargliela vinta.
Una punta di vittoriosa compiacenza gli attraversa gli occhi, illuminandoli e rendendoli ancora più liquidi.
-Allora fidati e aspetta -
Per nulla zittita ribatto riprendo a parlare, anche interiormente divertita da questo stuzzicarsi che ci caratterizza così tanto. E' infatti stata una cosa tipica del nostro rapporto fin da subito.
-Lo sai che nel ventunesimo secolo le donne hanno il diritto di scelta e parola? -freccio al suo indirizzo, provocandolo ancora mentre con le dita gioco con una ciocca di capelli.
Il mio orgoglio femminile applaude veementemente a questa mia affermazione.
Non perdendo affatto l'occasione di ribattere lui coglie la palla al balzo, rispondendomi con lo stesso tono dolce, ma arguto.
-Alle donne piace anche essere sorprese, però – mormora inclinando leggermente il viso, le parole impregnate di una sorta di saggia seduzione che gestisce benissimo.
E che riesce anche dannatamente bene ad esercitare su di me. La sua occhiata languida, resa ancora più viva da una punta di bruciante e sensuale vivacità, mi provoca, infatti, un lieve accenno di palpitazioni.
-E tu non fai per nulla eccezione, curiosona – mi sorride senza staccare i suoi occhi dai miei.
Maschero il sorriso spontaneo, dettato dal fatto che mi piace anche essere sedotta e sorpresa in qualche contorto modo, con una piccola smorfia, corrucciando la bocca. Decido comunque di non sventolare bandiera bianca così facilmente, evitando di dargli apertamente ragione e gonfiargli l'ego già abbastanza grande.
Ripiego così su un'espressione imbronciata.
-Ma non so neanche cosa hai ordinato – mugolo l'attimo seguente, scoccandogli un'occhiataccia poco convinta e incrinata dal sorriso dolce e misterioso che mi rivolge.
Dannazione non può sciogliermi così facilmente, penso quasi indignata da quel senso di calore e languida calma che mi infonde.
E' una sensazione strana, quasi un ossimoro di tranquillità e irrequietezza. Un'emozione che proviene dal profondo e che mi vibra sulla pelle.
Vagamente sconcertata, come ogni volta che mi soffermo ad analizzare quello che provo nei suoi confronti e che mi suscita, scuoto la testa, allontanando la matassa di pensieri e riflessioni che mi riempiono la testa.
Stasera niente paranoie e pensieri tormentosi, mi dico ripromettendomi di non ritornaci più sopra.
-Fidati di me e basta – sussurra con un alone misterioso che gli permea lo sguardo e le parole, rendendole fluide e melliflue. – Ti sorprenderò – continua con tono carezzevole dopo una manciata di secondi di silenzio, il sorriso che aumenta e diventa più luminoso, dolce.
Emetto un sospiro, decidendo di stare buona e aspettare semplicemente.
Proprio in questo momento il cameriere passa vicino al nostro tavolo con delle ordinazioni per gli altri clienti e come una bambina curiosa in cerca di indizi allungo lo sguardo per sbirciarne il contenuto.
Sul vassoio spiccano due coppe di gelato bianco, probabilmente crema, e dall'aspetto tremendamente invitante. Tuttavia, è quello che c'è sopra che mi sorprende maggiormente.
Come guarnizione infatti vi sono dei popcorn al caramello e un dolce languore si fa subito sentire, facendo quasi brontolare il mio stomaco affamato e vuoto.
Con gli occhi sbarrati e stupiti mi volto verso Ian, ancora incredula da ciò che ho appena visto.
-Quello è nel menù? - gli domando quasi fremente, indicando il tavolo vicino al nostro con una poco discreto cenno del capo e calcando con enfasi su “quello”.
Ian punta confuso lo sguardo in quella direzione, scoppiando quasi a ridere l'attimo seguente non appena capisce a cosa mi sto riferendo.
La sua risata leggera mi provoca una deliziosa e piacevole morsa allo stomaco, accentuando la sensazione di farfalle nello stomaco
 

In attesa, io continuo a fissarlo mordendomi le labbra.

-Perchè te lo dico, senza io non esco di qui – mormoro ridacchiando in modo lieve e divertito.
-Forse si –ammette finalmente lui con uno sguardo dolce e divertito che mi accarezza teneramente il viso. - Comunque, hai proprio gusti assurdi– continua, prendendomi bonariamente in giro mentre io sorrido compiaciuta e vittoriosa di avergli strappato un prezioso indizio.
Mi stringo in seguito fra le spalle, troppo allegra per prendermela seppur per finta.
Con una riflessione quasi distratta e di sottofondo mi ritrovo a soffermarmi su come riesce a sorprendermi.
Ci riesce, infatti, dannatamente bene, con un sorriso o anche con solo un piccolo gesto. apparentemente innocuo e semplice.
Mi stupisce con la sua sola presenza quasi, suscitandomi emozioni inaspettate e veementi. Troppo presa dal onda di pensieri che mi ha travolto mi ritrovo a fissarlo senza realmente vederlo, lo sguardo vagamente vacuo.
Mi emoziona.
E' qualcosa che mi scuote nel profondo, che si sprigiona dentro di me con una intensità disarmante.
Lui mi travolge, mi sconvolge interiormente a tal punto dal farmi mettere in discussione.
E, quasi beffardamente, quell'emozione pulsa più forte, come a sottolineare la sua presenza. Come per dirmi sono qui, anche se cerchi di evitarmi e non definirmi.
-Tu lo avresti mai detto ? -
La voce di Ian mi riscuote, risvegliandomi bruscamente dal flusso corposo e intricato dei miei pensieri.
-Cosa?- mormoro non capendo a cosa si riferisce, socchiudendo appena gli occhi questa sera inconsuetamente truccati.
Come avendo percepito le mie riflessioni lui mi coglie ancora una volta di sorpresa, riprendendo a parlare.
-Questo, noi.-sussurra con uno sguardo così limpido e sincero da togliermi il respiro, mozzandomi il fiato. - Ci avresti creduto due anni fa se te lo avessero detto? - mi chiede continuando a fissarmi.
Mi trafigge con uno sguardo chiaro e stupito, quasi sorpreso dalle sue stesse parole e dalla loro concretezza. O forse semplicemente dalla meravigliosa realtà dei fatti.
Schiudo le labbra, un insieme di emozioni che mi assalgono simultaneamente portandomi a non riuscire a formulare nessuna frase coerente di risposta.
E la mia mente proietta istantaneamente quelle immagini, il nostro primo incontro. Ritorno in una fraziona di secondo a quel giorno in cui ci siamo conosciuti e che in qualche modo ci ha cambiati.
Il mio cuore perde un battito nel momento stesso in cui il ricordo mi assale prepotentemente, assorbendomi.
Sospinta da un bagaglio di sensazioni inimmaginabili mi lascio semplicemente trascinare nell'oblio della mia memoria.
 

 

 

 

-Ti presento la nostra Elena Gilbert -
 

La voce solare di Paul, proveniente da un punto indistinto alle mie spalle, mi chiama inaspettatamente in causa, portandomi a voltarmi incuriosita in quella direzione con una piccola torsione del busto.

Il mio sguardo incontra subito due figure maschili, una conosciuta e una, invece, no al suo fianco.
E' Paul uno dei due, lo riconosco immediatamente ricambiando il sorriso semplice che mi rivolge. E' l'attore che dopo tanti provini hanno finalmente scelto per interpretare Stefan Salvatore, uno dei coprotagonisti della serie tv.
Vicino a lui svetta un altro ragazzo dai capelli corvini e la pelle chiara che non sembra essere troppo interessato dal momento che traffica con il telefono.
Non è troppo alto e ha un'aria sbarazzina che gli conferisce un'espressione vagamente maliziosa, noto con una rapida occhiata percorrendolo velocemente.
Ed è anche decisamente carino, aggiungo mentalmente. Mi mordo poi istintivamente le labbra non riuscendo a non guardarlo per cercare di coglierne altri dettagli, un gesto spontaneo che non sono in grado di sopprimere.
Il ragazzo sconosciuto e dall'aria intrigante alza inaspettatamente gli occhi su di me, facendoli scontrare con i miei e cogliendomi di fatto a fissarlo. Mi trafigge con un paio di occhi incredibilmente azzurri, color del ghiaccio quasi.
Un'ondata di imbarazzo per essere stata colta in fallo mi pervade però velocemente, rendendomi irrequieta e arrossandomi le guance.
Un lieve e appena accennato ghigno gli piega la bocca, non facendomi capire se è irrisorio o semplicemente smaliziato. Cosa mi spinge a virare altrove l'attenzione seppur con un minimo di fatica.
E la paura di aver appena fatto una figuraccia ed essere passata per una sorta di maniaca che va in palla davanti un bel faccino mi trafigge.
Inclino così il viso, spostando poi lo sguardo su Paul mentre un'espressione di circostanza e cordialità si delinea sulle mie labbra l'attimo seguente.
 

Nessuno dei due ragazzi dice tuttavia nulla per una manciata di secondi, lasciando cadere un opaco silenzio che viene interrotto unicamente dal brusio di sottofondo.

Al contrario mio lui non abbassa lo sguardo, continuando a tenerlo sfacciatamente puntato su di me ed incrementando a dismisura il mio imbarazzo.
Odio essere fissata in totale silenzio, tanto più se a farlo è un irritante quanto affascinante estraneo.
Sfoggiando un'espressione sicura grazie alle mie doti recitative, schiudo le labbra pronta per parlare, ma una voce bassa e leggermente altezzosa mi batte sul tempo.
-Non doveva essere bionda?- mormora finalmente il ragazzo misterioso, puntando gli occhi nei miei.
E, nuovamente, mi ritrovo a sorprendermi per il loro colore e l'incredibile attrazione che suscitano.
Sono grandi, di un azzurro così intenso da risultare quasi irreale. Nonostante assomiglino tremendamente ad una pozza d'acqua ghiacciata non trasmettono freddezza o gelida superbia come mi aspettavo, ma, al contrario, un senso sorprendente di bollente calore che li rende liquidi e sensuali.
Presa in contropiede dalle sue parole, ma, soprattutto, dal suo sguardo, lo fisso interdetta per qualche secondo senza dire nulla. O meglio senza trovare qualcosa da ribattere.
Infatti, una delle poche che so riguardo i libri da cui nasce la serie è che la protagonista è bionda con gli occhi azzurri mentre io sono praticamente il suo opposto dal momento che sono bruna con gli occhi nocciola. La tipica ragazza della porta accanto in pratica, mi dico ricordandomi proprio le parole con cui i produttori hanno motivato la mia scelta nonostante non rientrassi propriamente nei canoni.
Con le labbra mutamente dischiuse tento di cercare velocemente qualcosa da ribattere e l'unica cosa che mi viene in mente è un banale collegamento che il mio cervello mi propone.
-Gli uomini preferiscono le bionde, ma sposano le more - rispondo con lo stesso tono provocatorio, scoccandogli un'occhiata leggera e vivace che si conclude con un spontaneo ammiccamento che non so davvero da dove spunta fuori.
Lui stringe leggermente le labbra, corrucciandole in modo divertito mentre socchiude gli occhi quasi in modo felino.
-Touché – soffia poi la risposta tra le labbra, continuando a guardarmi in modo criptico ed indecifrabile.
Quasi intrigato e incuriosito mi lancia una lunga occhiata, studiandomi ancora come se tentasse di definirmi o decifrarmi.
Cercando di non farci caso e di sembrare sciolta e a mio agio mi volto nuovamente verso Paul, che riprende a parlare interrompendoci.
E quello sguardo non mi abbandona, anzi si intensifica.
-Comunque, lui interpreterà Damon Salvatore – afferma sfregando le mani e sorridendo in modo affabile e cordiale – Il mio rivale in amore – allarga poi buffamente gli occhi, facendomi quasi scoppiare a ridere divertita.
E così il ragazzo misterioso farà parte del cast, rifletto silenziosamente cercando di ricordarmelo tra i troppi e indistinti volti con cui ho fatto il provino senza tuttavia riuscirci. La mia mente non riesce a trovarlo tra tutti gli attori con cui ho dovuto recitare, cosa che mi provoca una piccola smorfia di disapprovazione.
Un paio di occhi così me li sarei sicuramente ricordati, mi dico convinta.
Lui si esibisce in un sorrisino smagliante, che gli illumina il viso e ne distende l'espressione, rendendolo più solare.
Compie poi un passo avanti, il viso lievemente inclinato verso destra e i capelli corvini che gli solleticano la fronte in modo sbarazzino.
-In ogni caso – afferma con voce decisa e calda, lievemente arrochita da una nota sensuale che la incrina rendendola ancora più suadente. - Io sono Ian, Elena– mormora allungando la mano verso di me, con il chiaro intento di presentarsi.
Il mezzo sorriso malizioso continua ad aleggiare sulla bocca, portandomi a considerare che questo deve essere un suo chiaro marchio di fabbrica in qualche modo.
Mi lancia poi un'occhiata smaliziata e vagamente ammaliante, distogliendolo dai miei occhi solo i tempo necessario per puntarlo in un punto indefinito su di me che non comprendo.
Lievemente sotto esame, ma contemporaneamente divertita dal modo inconsueto di presentarsi sorrido, abbandonando il positivo imbarazzo che mi pervade e scacciandolo via con una leggera scrollata di capo.
 

-Nina, Damon-

 

Il suo sorriso sorpreso e divertito aumenta ancora, ammiccando maggiormente al mio indirizzo.

Allungo poi la mano, afferrando la sua e permettendo alle nostra dita di sfiorarsi, intrecciandosi.
Un brivido mi attraversa non appena la mia pelle viene a contatto con la sua, come una scossa elettrica mi pervade sconcertandomi e confondendomi.
Leggermente stupita gli sorrido anche io.
Forse non sarà così male lavorare con lui, alla fine.
E la sua presa si rafforza sulla mia mano.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il lieve solletico delle sue dita sul mio polso, che esercitano una tenera e pacata pressione, mi riportano dolcemente al presente. Risvegliata dal morbido torpore dei miei ricordi lo fisso leggermente stordita, una piega nostalgica che mi vela le labbra e che si vena appena di una punta di tenerezza non appena i miei occhi incontrano i suoi.

Ian ricambia il mio sguardo, impregnato di una languida dolcezza che lo rende liquido e tremendamente azzurro.
E che mi fa capire che anche lui sta pensando a quell'esatto momento, provocandomi un leggero senso di palpitazioni. Un confortante calore mi stringe, avvolgendomi con le sue morbide spire nel constatare la nostra connessione di pensiero. Mi infonde uno strano, ma piacevole senso di compiacimento e sollievo il fatto di non essere la sola ad aver ripensato a quel momento. Dolce come il miele e vivo come un fuoco che non si spegne mai, quell'emozione oscura e profonda mi pervade nuovamente.
-Già, chi lo avrebbe mai detto –mormoro io, frammenti di passato che si mischiano al presente in un intricato gioco di figure che mi crea un tumulto di sensazioni contorte e indescrivibili.
Distratta e sovrappensiero gioco con una ciocca dei miei capelli, arricciandola intorno al mio dito.
Nessuno vedendoci quel giorno, probabilmente, avrebbe detto che più di un anno dopo saremmo stati qui, seduti ad un tavolo con una relazione in atto e uno show di successo in corso.
-Comunque, la maglietta grigia che indossavi era orrenda – affermo risoluta con una smorfia di disapprovazione – Con quella scritta nera – storco il naso, arricciandolo leggermente e provocandomi la sua occhiataccia offesa.
 -Quella maglietta è bellissima –ribatte piccato, difendendo strenuamente e con affetto quell'indumento improponibile che a volte mette anche per venire sul set.
 

Roteo divertita gli occhi al cielo, esibendomi in una smorfia teatrale che viene leggermente contaminata da un sorriso silenziosamente allietato dal suo broncio appena accennato.

- Meno male che ti lamenti sempre che non ti ricordi le battute sul set – mi lancia un'occhiata torva, portandomi a mordermi colpevolmente le labbra.
 

Si riferisce al fatto che ho sempre paura di dimenticarmi la mia parte di copione, cosa che mi porta a tormentarlo abbastanza assiduamente a volte.

Lo fisso di rimando imbronciata, corrucciando buffamente le labbra.
- Hai una memoria da elefante –scherza con una risata leggera.
In tutta risposta io ribatto imitando con scarsi risultati il verso dell'elefante, il barrito. Riesco infatti a produrre solo una sorta di verso gutturale, scoppiando a ridere di gusto l'attimo seguente insieme ad Ian.
Con gli occhi socchiusi quasi singhiozzo a causa delle risate che mi scuotono, non riuscendo a parlare per qualche secondo.
L'ilarità scompare dopo un attimo, lasciando sulle nostre labbra solo un sorriso leggero e rilassato che accompagna i nostri sguardi, ancora una volta incatenati.
Il cameriere arriva finalmente con le nostre ordinazioni, interrompendo il momento e posando davanti a noi due piatti finemente lavorati e dal profumo tremendamente invitante.
Un trancio di salmone spicca su un letto colorato di carote e spinaci, facendomi venire una fame pazzesca e, si, sorprendendomi anche proprio come aveva auspicato Ian.
Mentre prendo in mano la forchetta e il coltello alzo lo sguardo su di lui, trovandolo inaspettatamente già intento a fissarmi attentamente e non a mangiare come mi aspettavo.
Arrossisco leggermente, sorridendo imbarazzata mentre ricambio la sua occhiata con una vagamente interdetta e confusa.
Lui non distoglie gli occhi da me, persistendo nel guardarmi come a voler decifrare la mia espressione.
-Assaggia – mi esorta lui quasi sornione.
E io non indugio, portando alla bocca un primo boccone ed assaporandolo.
Mi si scioglie praticamente in bocca, invadendo il mio palato con un gusto sublime che risveglia deliziosamente le mie papille gustative.
- E' buonissimo – affermo estasiata, allargando leggermente gli occhi e prendendone un altro boccone.
-Allora, ti ho sorpreso?- sorride fissandomi in attesa e compiaciuto al tempo stesso, essendo consapevole perfettamente della mia risposta affermativa.
E non trovo altro da dire se non la pura e semplice verità, che scoppia dentro di me insieme a quella sensazione sconosciuta che si accende e avvampa ancora alla vista del suo sguardo contento a causa della mia espressione.
- Si– gli sorrido inclinando leggermente il viso verso la mia spalla e rivolgendogli uno sguardo dolce.
Allungo istintivamente la mano verso di lui, che ha iniziato a mangiare, cercando la sua.
Senza interrompere il nostro gioco di sguardi la sfioro nuovamente, facendo scivolare le mie dita fra le sue in un intreccio stretto. Questo apparentemente semplice contatto mi provoca emozioni dalle mille sfaccettature, in netto contrasto con l'innocuità del gesto.
Intense mi sconvolgono silenziose e suadenti, dimenandosi dentro di me per emergere prepotentemente. E ci riescono.
Mi pervadono e mi stringono nella loro morsa avviluppante, stringendomi lo stomaco e insinuandosi nel mio io più profondo e intimo.
Un leggero nodo mi chiude la gola mentre il mio cuore pompa più velocemente il sangue nel mio corpo, pervaso scosso dal vibrare di queste sensazioni.
L'atmosfera viene però bruscamente interrotta una frazione di secondo dopo, facendo scoppiare la bolla di intimità che ci avvolgeva.
Un improvviso brusio, infatti, si diffonde velocemente nella sala, aumentando e facendomi inaspettatamente sentire al centro dell'attenzione. E' una cosa naturale, come se il mio istinto mi suggerisse di rimanere in guardia.
Confusa e incuriosita al tempo stesso lo seguo.
Mi guardo intorno, interrompendo il nostro gioco di sguardi. La stretta fra le nostre mani invece rimane, infondendomi un senso di calore che in qualche modo tranquillizza l'albore di irrequietezza che è sorta dentro di me.
Con occhi attenti osservo velocemente in giro, scorgendo qualche persona intenta a fissarci decisamente poco discretamente. Incontrando le loro occhiate un po' invadenti e scrutatrici mi mordo irrazionalmente le labbra, il senso di disagio che aumenta esponenzialmente secondo dopo secondo.
 In modo quasi proporzionale cresce anche il dubbio di essere l'oggetto di tanto interesse, non trovando altra ragione per essere fissata se no in maniera così insistente.
Sono io la causa di tutta questa attenzione? Mi chiedo dubbiosa e innervosita, continuando a lanciare sguardi di sottecchi ai tavoli vicino ai nostri. Siamo noi? Mi suggerisce la mia mente, un quesito che emerge sui tanti altri che affollano ormai la mia mente.
E questa riflessione sembra essere terribilmente simile alla realtà dei fatti. Un principio di delusione e amarezza vena il mio buon umore, incrinandolo dolorosamente e facendo cadere la tranquillità che mi ha fino ad ora pervaso nel dimenticatoio.
Ci hanno riconosciuto forse, mi dico pensierosa mentre quel senso di disagio aumenta ancora.
E' questo il problema? O forse è solo una mia impressione e sono paranoica? Mi domando interdetta, aggrottando la fronte.
Mi volto così nuovamente verso Ian, trovando uno sguardo speculare al mio che mi blocca le parole in gola: confuso e a disagio.
- Ci stanno fissando?- mi chiede in un sussurro concitato, anticipandomi sul tempo e suonando, però, più come una affermazione che una domanda.
Nascondendo quasi il viso tra i capelli annuisco, storcendo le labbra in una lieve smorfia per poi mordermele quasi a sangue.
- Si -
 

E da semplice pensiero paranoico si tramuta purtroppo in una concreta verità, così snervante e sincera da ferire.

Un imponente senso di fastidio mi pervade, rendendomi irrequieta e ancora più nervosa.
E' causato dalla situazione, dall'essere perennemente sotto un'attenzione mediatica continua e snervante. La delusione aumenta ancora l'attimo seguente, non appena mi rendo conto che in qualche modo la nostra cena si è incrinata.
Non è certo il massimo avere gli occhi puntati addosso da degli sconosciuti per il primo appuntamento, che dovrebbe avvenire circondato da un'aura di tranquillità e intimità.
Emetto un sospiro pesante, deglutendo e mandando giù un nodo di emozioni negative miste a nervoso che mi chiudono la gola.

Incassando torvamente la testa fra le spalle decido di non badarci, fregandomene di tutto. O almeno di provarci.

Cosa non propriamente facile e semplice, ma questa serata è troppo importante per me per essere rovinata.
Schiudo le labbra, pronta per parlare seppur a fatica e proporre un argomento che ci distolga da tutto questo, ma qualcosa mi precede lasciandomi sbigottita.
L'attimo dopo, infatti, una ragazza dai corti capelli biondi ad un paio di tavoli di distanza dal nostro tira fuori il telefonino, puntandolo nella nostra direzione e scattando una foto con tanto di flash.
Negativamente stupita dal gesto e amareggiata rimango inerme, le labbra dischiuse senza che vi esca alcun suono e l'espressione che diventa velocemente sconfortata.
Tutti i buoni propositi di ignorare il brusio vanno a farsi benedire, frantumandosi miseramente insieme alla mia speranza di passare una serata tranquilla in compagnia del mio ragazzo.
Abbasso istintivamente lo sguardo, puntandolo sulla tovaglia immacolata mentre un insieme di sensazioni negative e malinconiche mi occludono la gola.
Alle mie orecchie giunge il sospiro scocciato di Ian, quasi rabbioso che mi fa intuire che anche lui è innervosito da tutto ciò.
Alle tristi riflessioni riguardo il nostro appuntamento parzialmente rovinato si aggiungono quelle amara e angoscianti riguardo i titoli che la stampa monterebbe se quella foto finisse in mano alle persone sbagliate.
Leggermente spaventata da questa prospettiva sbarro gli occhi, il cuore che pulsa più veloce nel mio petto.
Un senso di leggera ansia si somma così al nervoso, mischiandosi con esso e facendo definitivamente finire sotto i piedi il mio umore.
-Parlano di noi...credo – sussurro dopo un attimo di esitazione e silenzio, la voce che risulta inaspettatamente esitante e incrinata dalla delusione.
Il disagio aumenta ancora facendomi sentire imbarazzata e nervosa, quasi violata nella mia intimità.
Nervosa mi muovo sulla sedia, abbandonando la forchetta vicino al piatto insieme al mio appetito totalmente svanito.
Ma la vera sorpresa della serata arriva dopo un secondo, cogliendomi impreparata.
Ian infatti alza la mano all'indirizzo del cameriere, richiamandolo con un gesto secco della mano vicino al nostro tavolo.
Alzo quasi di scatto la testa, lanciandogli una lunga e confusa occhiata da sotto le ciglia scure.
- Ci può portare il conto, per favore?- afferma con tono grave, intuendo il mio malumore e il mio malessere. - E anche il dolce – aggiunge dopo un secondo.
Si volta poi verso di me, riservandomi uno sguardo così dolce da sciogliermi.
 

Per una impalpabile frazione di secondo scaccia persino il nervoso e l'amarezza, scaldandomi nel profondo.

Una scintilla in particolare li attraversa, illuminandoli in modo indecifrabile.
Sa di intimità e di rassicurazione.
Sa di qualcosa di speciale, unico e inusuale nel suo calore.
Sa di noi.
Gli rivolgo uno sguardo di sincero ringraziamento, il disagio che viene intaccato dal suo gesto premuroso e che mi apre davanti agli occhi una realtà che non avevo considerato.
L'appuntamento in fin dei conti non è il ristorante e il buon cibo, non è l'atmosfera carina e romantica.
Non è questo ciò che conta. Non è questo che importa a me.
 

E' lui.

E il sorriso torna sulle mie labbra.
 
 

 

 

********************

 

 

 

 

  
 

- Cosa vuoi, allora? - afferma Ian, inclinando appena il viso verso di me e rivolgendomi una sguardo di attesa mentre la mano artiglia già la maniglia della portiera della macchina.

Giro il volto nella sua direzione, rispondendo spontaneamente al suo sorriso. E un pensiero divertito mi attraversa la mente, portandomi quasi a ridacchiare nel momento esatto in cui schiudo le labbra pronta a parlare.
Una ritrovata serenità mi avvolge morbida, tornando a pervadere ogni singola cellula del mio corpo. Il momento di poco fa che sembra essere scivolato nel dimenticatoio.
Ed è assolutamente merito di Ian, del suo sorriso e del suo modo scherzoso che mi ha fatto tornare il buon umore.
- Sorprendimi– affermo inarcando leggermente un sopracciglio e rivolgendogli un dolce sguardo di sfida, ricalcando di fatto le parole che mi ha detto lui stesso quando ha ordinato per me al ristorante.
Ian, in risposta, ride, scuotendo lievemente il capo e scomparendo nella penombra del parcheggio di Starbucks l'attimo seguente. L'eco della sua risata sfuma via dopo una frazione di secondo, lasciandomi sola all'interno dell'auto, i miei pensieri a farmi momentaneamente compagnia.
Con un sospiro appoggio le mani sulle mie ginocchia, incontrando con le dita la carta rossa dell'incarto del dolce.
È stato un peccato dover interrompere così bruscamente la cena, ma iniziavo seriamente a sentirmi a disagio con tutti quegli occhi puntati su di me.
La mia vita privata deve rimanere tale, non voglio intromissioni o, peggio, finire sui giornali.
Emetto un piccolo sospiro, passando distrattamente una mano tra i miei capelli mentre mi rilasso definitivamente contro il sedile dell'auto.
Quel senso di malinconia nel veder sfumare via un momento che aspettavo decisamente da molto tempo è svanito di pari passo con la privata tranquillità che abbiamo riacquistato non appena abbiamo messo piede fuori dal locale, scacciato via dall'aria fredda e frizzante.
La scelta di prendere qualcosa e non finire in questo modo amaro la serata era sorto così spontaneo, sospinto da una voglia di non concludere lì la serata, portandomi a proporglielo.
Ian era apparso quasi sollevato alla vista del mio sorriso seppur leggero, accettando teneramente la mia proposta.
Tranne questo piccolo contrattempo sono stata bene, però. Quello che ha riguardato unicamente me e lui lo ha reso un bel momento, noto reclinando il capo indietro e puntando gli occhi sul
Proprio nello stesso momento la portiera si riapre, ma questa volta dei sedili posteriori, e Ian si infila velocemente nell'auto.
- Che freddo – afferma lui rabbrividendo e scrollando le spalle come a voler allontanare la gelida umidità della notte. - Ha anche iniziato a piovere–continua il secondo dopo, portandomi a rivolgere momentaneamente lo sguardo sul finestrino dove delle fini goccioline hanno iniziato a scorre inseguendosi e mischiandosi l'una con l'altra.
Non ho tuttavia il tempo di dire nulla in risposta che lui riprende a parlare.
-Vieni dietro – ammicca al mio indirizzo con un sorriso sbarazzino e un cenno del capo, tenendo lo sguardo puntato su di me.
- Si– sorrido, sganciando simultaneamente la cintura di sicurezza e ruotando il busto verso di lui.
Senza uscire mi muovo, scavalcando con un'ampia falcata i sedili e finendo al suo fianco.
Prima di sistemarmi contro lo schienale mi allungo nuovamente in avanti, agguantando il dolce e appoggiandolo tra di noi.
Con un movimento semplice della caviglia scalcio via le scarpe con il tacco che indosso, sfilandomele e incrociando le gambe l'attimo seguente.
Decisamente più comoda sorrido, inclinando appena il viso.
Percepisco subito i suoi occhi su di me, lo sguardo bruciante che segue ogni mio spostamento focalizzandosi in particolar modo sulle mie gambe.
Sono, infatti, semi scoperte dal vestito che indosso, lasciate alla merce del suo sguardo che diventa più cupo e bruciante.
L'ombra languida di un desiderio viscerale e intimo li attraversa, rendendoli più liquidi e simili al metallo mentre tende leggermente la mandibola.
E' intenso e i brividi si irradiano istantaneamente dal quel punto in tutto il corpo con delle lente spirali che mi scuotono nel profondo.
Deglutisco, momentaneamente paralizzata dai suoi occhi azzurri che mi tolgono il respiro. Come sempre, d'altronde.
L'aria diventa improvvisamente elettrica, densa di vibrante voluttuosità. Così presente e percepibile da risultare quasi tangibile, concreta.
Sorrido, stendendo involontariamente le labbra in una piega maliziosa che sembra aizzarlo maggiormente.
La sua occhiata, se possibile diventa ancora più rovente, saettando dai miei occhi, alla mia bocca dischiusa e infine nuovamente alle mie gambe. Le accarezza ancora silenziosamente, con un tocco invisibile che mi fa avvampare.
Tutto intorno a noi sembra farsi più intenso, rarefatto da una voglia che non sembra sopirsi ma acutizzarsi. Giorno dopo giorno si fomenta sempre di più, alimentata dal conoscersi a vicenda sia a livello fisico che mentale.
Più mi ha, più mi vuole. E a questa riflessione i miei ormoni quasi esplodono, scoppiando nel mio basso ventre e palesandosi con una lunga e lenta morsa che mi annebbia quasi la vista.
Con le guance rosse di languido desiderio inclino leggermente il viso, continuando a tenere i miei occhi incollati ai suoi mentre passo una mano tra i miei capelli per scostarli dal viso.
Prendo un respiro profondo, aspirando in modo tremolante l'aria tra le labbra con l'intento di darmi una calma.
Cercando di non far prevalere spudoratamente i miei istinti -che invece lascerò liberi non appena tornati in camera -, mi umetto le labbra parlando l'attimo dopo.
- Cosa mi hai preso? - gli domando allargando curiosa gli occhi, la voce che esce inizialmente vacillante dalla mia gola.
Abbasso poi lo sguardo sul sacchetto di carta che ha fra le mani, umido di pioggia e vistosamente rigonfio che attira ancora di più la mia curiosità.
Una serie di ipotesi mi attraversano la mente, venendo snocciolate silenziosamente.
-Indovina? - mi domanda con un guizzo ilare negli occhi e l'espressione giocosa che gli si addice perfettamente.
E' leggermente in contrasto con la camicia e la giacca classica che indossa, conferendogli un'aria svagata e serena.
Gli lancio uno sguardo torvo, ammonendolo silenziosamente mentre il mio interesse raggiunge livelli impensabili.
- Se ho indovinato i tuoi gusti cosa vinco? - mi stuzzica ancora, provocandomi con un mezzo sorriso malizioso.
Io inarco un sopracciglio mentre le mie labbra si stendono in un sorriso fremente e di sfida.
- Un bacio – ribatto io in trepida attesa di conoscere cosa mi ha preso.
- Solo uno? - mi risponde lui, una smorfia imbronciata e fintamente delusa che mi fa ridacchiare e roteare gli occhi al cielo.
-Più di uno – mormoro allegra, sorridendogli mentre ruoto il busto nella sua direzione in modo da avvicinarmi maggiormente.
La parte più sensuale di me emerge, mischiandosi con quella giocosa e rendendomi un leggero mix di seduzione e divertimento.
-A cominciare da ora – soffio suadente, il tono sexy che accompagna l'avvicinarsi delle nostre labbra.
 

Le nostre bocche si scontrano l'attimo seguente in un bacio lento venato da una punta di languidezza che mi aggroviglia lo stomaco. E' vorace, mal celando la voglia di lui che si insidia nella mia intimità.

La sua mano si posa subito dopo sul mio viso, affondando le dita tra i miei capelli sciolti e gonfi a causa dell'umidità. I suoi polpastrelli freddi mi sfiorano la pelle, solleticandola e facendomi rabbrividire eccitata.
Il desiderio si riaccende infatti in un secondo, avvampando dalla semplice scintilla di un bacio.
Con il respiro leggermente affrettato assaporo ancora le sue labbra, facendo scontrare le nostre lingue in un gioco sensuale che manifesta tutta la voglia che abbiamo dell'altro.
Ci allontaniamo dopo qualche secondo in carenza di ossigeno, il petto che si alza in modo aritmico e le guance che bruciano leggermente.
I nostri occhi si incontrano, proprio come il nostro respiro che si mischia, e le bocche quasi si sfiorano talmente siamo vicini.
Istintivamente passo la lingua sulle mie labbra, ricercando il suo delizioso sapore. E lui non perde neanche un istante di questo gesto irrazionale, seguendolo intrigato e visibilmente attratto.
- Se continuiamo così ti ritroverai a breve nuda sui sedili posteriori di un'auto in un parcheggio desolato– mormora con voce roca e desiderosa lanciandomi uno sguardo bruciante prima di riappropriarsi della mia bocca.
Passa poi un braccio intorno ai miei fianchi, attirandomi maggiormente contro di lui e facendo scontrare i nostri petti.
- Ora me lo dici? - soffio contro le sue labbra, guardandolo languidamente mentre con le dita gioco con il colletto immacolato della sua camicia, ora un po' spiegazzato.
- Corrompitrice– sussurra in risposta lui, un sorriso che gli illumina il viso e quel senso di svagata giocosità che non lo abbandona neanche in questo momento.
E che io adoro profondamente,
In tutta risposta gli mordo il labbro inferiore, aumentando ancora il desiderio di entrambi. Tuttavia, cerco di ricompormi e di calmarmi non allontanandomi però dal suo corpo.
- Dai dimmelo – mormoro quasi implorandolo, ormai impaziente di saperlo.
Ianghigna, una luce misteriosa che gli anima lo sguardo e che mi attira ancora di più.
Scioglie un braccio dalla presa vogliosa sul mio corpo, riprendendo il sacchetto che era scivolato ai nostri piedi
Vi infila una mano dentro senza spezzare il legame tra i nostri occhi che, anzi, se possibile si intensifica ulteriormente.
Si vela, infatti, di una nota di dolce cripticità che non comprendo appieno,ma da cui mi sento terribilmente attratta.
Mi mordo leggermente le labbra, gli occhi dilatati che non perdono neanche il suo più piccolo movimento.

Ian, al contrario, sembra parecchio divertito dal mio nervosismo da attesa dal momento che finge di tirare fuori la mano un paio di volte senza tuttavia farlo davvero.

Sbuffo, imbronciandomi lievemente e lanciandogli un'occhiataccia ammonitrice che lo fa ridacchiare sommessamente.
Il desiderio scema via con la stessa velocità con cui si è palesato, lasciando il posto ad una atmosfera ilare.
Perchè noi siamo così, un attimo prima siamo quasi sul punto di fare sesso in un luogo pubblico e quello dopo invece ci punzecchiamo.
 

- Ian dai! - lo rimbecco mentre anche il mio stomaco protesta con un piccolo e fortunatamente silenzioso brontolio per via della fame.

 

Lui ride ancora di più, decidendosi finalmente però a mostrarmi cosa mi ha preso.

Con un movimento fluido del polso accompagnato dallo scricchiolare della carta ne tira fuori un bicchiere.
Il tipico di Starbucks a dire il vero, noto con un'occhiata critica e attenta scrutandolo in ogni minimo dettaglio.
Solo dopo un attimo di attenta osservazione mi accorgo realmente di cosa mi ha preso a causa della scritta che vi spicca.
Cold coffee.
E beh, mi ha decisamente sorpreso.
Sgrano gli occhi, sorpresa e sconcertata.
- Un caffè freddo?- mormoro alzando gli occhi su di lui, che mi guarda attentamente. - Non lo prendo da una eternità – sussurro rigirandomi il bicchiere tra le labbra.
Un dubbio mi porta ad aggrottare le sopracciglia l'attimo seguente, confusa e interdetta.
- Come facevi a sapere che mi piace?-
Velocemente ripercorro silenziosamente tutte le volte che siamo stati in una caffetteria insieme, cercando di scavare tra i ricordi e scovarne uno in cui ne ho bevuto uno.
Particolare che proprio non compare nella mia memoria.
-Visto che sono anche io un elefante ?- alza lo sguardo su di me, sorridendomi in modo svagato e dolce–E non solo per la proboscide – ride l'attimo dopo, scherzando in modo allusivo e malizioso.
Divertita e fintamente oltraggiata gli do un pizzicotto leggero sul fianco, unendomi alla sua risata smaliziata e genuina subito dopo.
Lui mi rivolge un'occhiataccia offesa, continuando tuttavia a sfoggiare un mezzo sorriso allegro che ha il potere di coinvolgermi e infondermi un senso di pacato benessere. Così dolce e suadente che mi toglie le parole e, forse, anche il fiato.
E rimango allora semplicemente in silenzio, la risposta divertita che mi muore in gola, soppressa da un emozione indistinta che mi annoda i pensieri ogni volta che i nostri sguardi si scontrano in questi momenti così nostri. Proprio come adesso.
Ogni volta che c'è lui, semplicemente.
La piega giocosa sulle mie labbra si scioglie inesorabilmente, tramutandosi in una smorfia dolce e morbida che sa di fibrillanti emozioni e parole non dette. Solca appena la mia bocca, velandola leggermente e conferendomi un'aria trasognata e quasi pensierosa.
E, improvvisamente, è come se tutto si fermasse. Quel contorto e inaspettato senso di essere in una bolla di sapone torna a farci visita, accogliendoci nella sua voluttuosa e calda morsa che ci estrania dal mondo.
Tutto perde importanza tranne lui e quello che sento nei suoi confronti.
Istintivamente i miei occhi si posano sulle sue labbra, ancora dischiuse a causa delle risate e invitanti come non mai. A quel senso di torpore dei sensi e della mente si aggiunge allora il desiderio innato e torbido di assaggiarle ancora, di sentirlo contro di me a tal punto da perdere il confine materiale dei nostri corpi.
E poi c'è quell'emozione sinuosa, mai sopita e in qualche modo misteriosa che pulsa più forte, quasi simultaneamente al ritmo del battito del mio cuore. E' enigmatica, indecifrabile e indissolubile come sensazione, quasi incomprensibile.
Emetto un piccolo sospiro, così leggero da risultare impalpabile, che si perde nella poca distanza tra i nostri corpi.
Alzo poi lo sguardo, facendolo scontrare con il suo e incatenandolo ad esso in un gioco un po' sfuggente e profondo al tempo stesso.
E quell'emozione torna più forte di prima a battere e sconcertarmi. E assomiglia terribilmente all'essere serena e spensierata. Felice.
In modo così semplice e naturale, spontaneo, da risultare disarmante
I pensieri si aggrovigliano ancora, offuscandosi quasi l'uno con l'altro per prevalere.
Ma uno vince su tutti con una forza disarmante: io sto bene con lui.
Il respiro all'improvviso mi viene a mancare del tutto, il corpo che avvampa e brucia sotto la spinta di qualcosa di indefinito che mi porta a sbarrare quasi gli occhi proprio nel momento in cui una domanda mi attraversa i pensieri con la velocità di un lampo, tagliandoli a metà.
Mi sto…
Tuttavia non riesco a completare la frase, neanche nel silenzio scuro e privato della mia intimità.
Apro e chiudo un paio di volte le labbra, sorpresa dalla mia stessa riflessione a cui non so dare una risposta esplicita e definita.
Ma ha forse qualche importanza capirlo ora? Mi domando intontita e lucida al tempo stesso a causa delle mie stesse emozioni.
E una consapevolezza sempre più corposa, chiara e concreta mi pervade, scoppiando dentro di me con una potenza sconcertante e stupefacente risultando essere proprio la risposta a questa mia domanda.
E no, mi dico, non mi importa decifrarlo ora, ma solo viverne ogni attimo. Ogni singolo secondo.
Perchè lui è imprescindibile e unico.
E' il mio cold coffee, realizzo semplicemente mentre un insieme eterogeneo di emozioni mi assalgono velocemente avvolgendomi sinuosamente.

Ian, quasi confuso dal mio sguardo carico e denso di frasi non dette e sensazioni provate, ricambia la mia occhiata, continuando a guardarmi in silenzio.

E se per tanto tempo ho sperato che i miei occhi risultassero indecifrabili in alcuni momenti dinnanzi al suo scrutare, mi ritrovo invece a sperare di risultare leggibile e trasparente.
Di trasmettergli tutto quello che sto provando e che forse non sono in grado di dire o esprimere, mettendo in sequenza una parola dopo l'altro.
Perché è questo che voglio, questa sensazione così potente e bella.
Ne voglio diventare ingorda, insaziabile di lui e di quello che mi suscita. Voglio essere sorpresa con gesti inaspettata.
Voglio essere svegliata nel cuore della notte per fare l'amore con lui ed essere baciata nei sedili posteriori di un'auto.
Desidero ardentemente dare sfogo e seguito a questa sensazione nuova e nascente, così calda.
Voglio semplicemente lui.
Con la gola chiusa da tutte queste emozioni sorrido, cercando di apparire serena e spensierata ai suoi occhi.
- Il nostro primo incontro non è stato quello che hai detto tu prima – mormora interrompendo il silenzio che si è venuto a creare tra di noi. - O almeno non totalmente –aggiunge dopo un secondo di riflessione.
- Ah no? - affermo - E come è andata?- gli domando, riferendomi a quello che lui dice essere il nostro primo incontro.
Deglutisco, nel tentativo un po' banale di apparire normale.
Ian mi riserva un ultimo sguardo criptico, quasi indagatore forse nell'estremo tentativo di decifrarmi, per poi lasciarsi andare ad un mezzo ghigno sornione.
Passa un braccio intorno ai miei fianchi, tirandomi nuovamente di più a sé.
-Posso saltare il c'era una volta,principessa? - mi domanda con una risata argentea che infrange contro i miei capelli, prendendomi giocosamente in giro.
- Si principe azzurro –ribatto io, rispondendo con lo stesso tono,
Lui storce leggermente il naso a questo appellativo, appoggiando poi la mano sulla mia pancia in una carezza appena accennata e lenta che mi fa rabbrividire.
Mi stringo nel suo abbraccio, alzando il viso per guardarlo in volto mentre lui inizia a parlare.
- E' stato durante una delle lunghe pause durante i provini maschili – mormora con voce bassa, iniziando tranquillamente il suo racconto catturandomi a tal punto da farmi pendere dalle sue labbra. - Un paio di giorni prima che Paul ci presentasse.-
Sorrido, annuendo leggermente mentre ripenso a quel momento con dolcezza.
- E' successo in una caffetteria poco lontano dal teatro in cui facevano i casting - continua
Interessata e in attesa di gustarmi il suo discorso parola per parola lo fisso, giocando distrattamente con i suoi capelli mentre tutta la mia attenzione è focalizzata su di lui.
E' catalizzata dalla sua bocca in particolare e decisamente non solo a causa del fatto che sta parlando, mi dico silenziosamente scoppiando quasi a ridacchiare. Un lieve solletico mi stuzzica il basso ventre, proprio laddove sono nascosti i miei desideri più carnali ed è appoggiata dolcemente la sua mano.
Convivendo con questa languida presenza rimango in ascolto.
- Tu eri di fretta probabilmente, che io ricordi non ti sei neppure guardata intorno e sei andata spedita alla cassa – procede con il racconto, inclinando il viso e sorridendo leggermente in modo divertito, come se si stesse perdendo in quello stesso ricordo o rincorrendo un dettaglio in particolare.
Ancora più desiderosa di saperne di più aggrotto le sopracciglia, cercando di decifrare la sua espressione quasi pensierosa.
Si passa poi la lingua sul labbro inferiore, umettandolo, prima di riprendere a parlare e io seguo questo gesto tremendamente sensuale con lo sguardo.
-Avevi i capelli scompigliati, un po' arruffati – il suo sorriso si amplia maggiormente mentre con la mano gesticola convulsamente – E io ero seduto ad un tavolino a rileggere il copione di prova -
Appoggio il mento sulla sua spalla, gli occhi leggermente socchiusi nel tentativo di ricordare.
Inaspettatamente qualcosa riaffiora alla mia mente riguardo quel giorno, invadendola frammento dopo frammento fino a legarsi in un ricordo unico e coerente.
Sorpresa dilato gli occhi, ripercorrendo gli eventi silenziosamente alla ricerca della sua figura slanciata.
Ian mi fissa di rimando, lo sguardo denso di un qualcosa di indistinto e indecifrabile che sembra essere tremendamente speculare a quello che provo io.
Forse sa solo mascherarlo meglio, mi dico distrattamente mentre i miei denti affondando nel mio labbro inferiore.
Ma è qualcosa che illumina il suo sguardo l'attimo dopo a sorprendermi davvero, a far perdere un battito al mio cuore.
- Eri bellissima – soffia con trasporto, inchiodandomi con uno sguardo limpido e sincero che mi provoca la tachicardia.
Le mie guance si surriscaldano, velandosi di rosso, mentre io stessa vado quasi a fuoco colta in contropiede.
Gli occhi sono lo specchio dell'anima, mi ricorda con un sussurro sibillino una vocina dentro la mia testa.
Spinta da questo tumulto interiore mi allungo verso di lui, baciandolo di slancio e passando le braccia intorno al tuo collo per stringerlo ulteriormente senza lasciargli il tempo di parlare e continuare il discorso.
E' un bacio dolce, impregnato da quel sentimento che brucia dentro di me e che ha origine proprio nella parte sinistra nel mio petto.
Nel mio cuore.
Mi stacco da lui dopo una manciata di secondi, trovandolo sorpreso a fissarmi.
- E poi ? - lo sollecito a parlare.
Appoggio le labbra sul suo collo, non riuscendo a stargli lontana e a non baciarlo per più di qualche secondo.
Bacio dolcemente quella porzione di pelle, restando in ascolto.
- E poi il mio sono alzato – mi risponde pacato. 

E il brillio di quella emozione intensa e forte non anima solo i miei occhi, ma anche i suoi.

 

 

 

 

 

Con una scrollata del capo e un gesto distratto della mano cerco di sistemarmi nel migliore dei modi i capelli, arruffati e un po' annodati che mi conferiscono un'aria vagamente da pazza.

Cosa che però non intacca minimamente il mio buon umore, troppo forte e allegro per essere rovinato da questa stupidata.
Ho ottenuto la parte, mi dico silenziosamente euforica stentando a trattenere la mia allegria.
Sarò la protagonista.
Incredula allargo gli occhi, sbarrandoli leggermente e suscitando probabilmente la confusa curiosità di chi ho intorno.
Un sorriso genuino e solare mi illumina il viso mentre la fila davanti a me scorre lentamente.
 

Ancora fatico a credere di aver ottenuto il ruolo principale di una nuova serie tv, intitola The Vampire Diaries ed ispirata ad una collana di libri che ha avuto molto successo negli ultimi anni.

Forse dovrei leggerli anche io per entrare meglio nella parte, mi dico soppesando l'idea di una nuova lettura.
La parte più razionale di me mi frena però l'attimo seguente, ricordandomi che prima di fare progetti forse dovrei vedere come va il Pilot.
Infatti, prima della conferma della serie la casa produttrice ha deciso di girare e mandare in onda un episodio pilota come indice di interesse tra il pubblico.
Mi stringo nelle spalle, inclinando leggermente il viso mentre compio un altro passo avanti.
Mal che vada sarà una lettura in più, mi dico con una scrollata del capo decidendo di cogliere la palla al balzo per leggere un libro visto che a causa del poco tempo a disposizione di solito non è una cosa che faccio abitualmente.
Finalmente inizio ad intravedere distintamente la cassa, la folla di persone davanti a me che sembra essersi improvvisamente dispersa insieme al vociare caotico.
Emetto un piccolo sospiro, stropicciando distrattamente i soldi che ho in mano con le dita.
Ho decisamente bisogno di un buon caffè freddo, che mi dia una bella svegliata dopo tutte queste ore di provini incessanti e, soprattutto, estenuanti.
Dover ripetere di continuo e per ore la stessa identica battuta cercando di risultare sempre convincente è alquanto difficile, tanto più se gli interpreti maschili cambiano a rotazione e di continuo.
Fortunatamente sembra essere arrivato il mio turno, noto con sollievo incontrando lo sguardo di attesa del commesso.
 

-Un caffè freddo – ordino con voce ferma, sorridendo leggermente mentre,in quella che sembra una frazione di secondo,lui lo prepara.

 

Con la stessa velocità pago, apprestandomi poi con un sospiro pesante e un po' stanco a ritornare nel teatro in cui si svolgono le audizioni.

Non faccio,tuttavia,in tempo quasi a compiere un passo che qualcuno mi scontra, urtando la mia spalla e facendo traballare pericolosamente la tazza di carta nella mia mano.
Con occhi sbarrati la fisso, temendo da un momento all'altro di vederla rovesciarsi sulla mia maglietta rosa come nelle scene a rallentatore dei film di azione. 

Cosa che inaspettatamente non accade con mio grande sollievo.

Il liquido scuro rimane per fortuna all'interno del contenitore, intatto e fresco mentre qualcuno mormora delle scuse affrettate e quasi evanescenti.
Troppo presa dal fissare il mio caffè non ci bado più di tanto, annuendo senza alzare gli occhi sulla figura misteriosa che mi supera l'attimo dopo disperdendosi tra le altre persone.
Con un sospiro sollevato e più confortata dal fatto di essere presentabile, mi muovo ed esco dalla caffetteria subito dopo.
Il momento che cade in fretta nel dimenticatoio della mia testa non appena incontro l'aria fresca e frizzante di Atlanta, che catalizza tutta la mia fievole attenzione.
Imbocco la strada sorseggiando il mio cold coffee, totalmente ignara di due occhi incredibilmente azzurri e indecifrabili oltre la vetrata che mi seguono.
 

 

 

 

 

Note:

 

Salve!

 

Ed ecco qui il sedicesimo capitolo della storia, che in qualche modo rappresenta un giro di boa visto che tratta del primo appuntamento. Le parti in corsivo come avrete notato sono i ricordi.

 Mi scuso in anticipo per la presenza di errori o sviste ma a volte scappano durante la rilettura.
In ogni caso domani riprenderò in mano il capitolo e lo correggerò, oltre inserire delle note più accurate e dettagliate che chiariscano tutti i punti più salienti.
A domani e buona lettura!
 

 

 

Live in Love

Edit del 28\04\13


1- Il titolo si ispira all'omonima canzone di Ed Sheeran “Cold Coffee”. Al contrario dei precedenti capitoli non compare in tutte le parti, ma solo in quella finale quando Ian porta a Nina un caffè freddo. Tuttavia, oltre questo lampante motivo ho deciso di scegliere questo titolo perchè secondo me la canzone e il suo testo trasmettono tutto quello che volevo far trasparire io: tenerezza, dolcezza, voglia di stare con una persona e anche la semplicità di star bene con qualcuno pur facendo cose apparentemente banali e, si, anche quella parolina con la A che Nina fatica ad ammettere.

Il senso del capitolo oltre quello più evidente del primo appuntamento è proprio il stare bene con qualcuno a prescindere dal contesto e da ciò che vi è intorno: Nina pensa questo, fatto che la porta anche a iniziare a capire quello strano sentimento che prova ogniqualvolta è Ian.

Vorrei sottolineare, però, che lei sta iniziando a decifrare di provare qualcosa di importante e forte, ma non ha ancora maturato una consapevolezza tale da esternalo esplicitamente. Tutto ha i suoi tempi.

2- Come ho detto, siamo giunti ad un momento importante a livello di coppia. Dopo che sono passate le nuvole nere della litigata li troviamo sereni (nonostante qualche piccolo momento di tensione a causa della gente che li fissava) a godersi il loro rapporto. Spero che sia apparso tutto coerente con ciò che è accaduto fino ad ora e verosimile. In caso di dubbi comunque contattatemi pure per qualsiasi chiarimento.

3- Un altro punto che tengo a chiarire è quello riguardo i ricordi. Non li ho inseriti a caso per abbellire semplicemente o allungare il testo, ma hanno un preciso significato che con il tempo noterete. Il primo ricordo che incontriamo è quello che Nina crede essere il loro primo incontro, quello ufficiale in cui Paul li presenta. Io ho immaginato un Ian un po' sbarazzino e sornione che esordisce con una battutina, forse trovandola già all'epoca interessante o forse semplicemente divertendosi ad avere questo comportamento. In qualche modo è iniziato tutto da quel momento, tutto ha avuto origine lì con una chimica che era già evidente.

L'ultimo ricordo, quello che si collega al cold coffee, invece sembra apparentemente banale, forse persino inutile alla trama. Al contrario è di grande importanza, perchè pur non comparendo ci fa capire come Ian l'avesse già notata e spiega quindi in qualche modo anche lo scambio di battutine che è avvenuto nell'incontro “ufficiale”.


4- Ringrazio infine di cuore le persone che hanno recensito lo scorso capitolo, vi risponderò al più presto! Il prossimo aggiornamento non so di preciso quando avverrà, ma inizierò in questi giorni a buttare giù il capitolo 17. Sto intanto scrivendo anche una Os e non so quindi quale aggiornamento avverrà per primo.

Spero che questo capitolo un po' più leggero dei precedenti e tranquillo vi sia piaciuto.

Oggi pomeriggio rileggerò ulteriormente il capitolo per eliminare gli errori di battitura o le ripetizioni che mi sono sfuggite.

A presto!


Live in Love


PS: Per chiarire quali storie sto portando avanti e quali invece no vi lascio l'elenco qui sotto :)

True Love- Vero Amore: Storia Nian, In corso.

 Trama: Tratto dal Primo Capitolo:
-Certo che voglio- ribatto io, forse con fin troppa enfasi
- Meno male,il tuo letto è molto più comodo del mio- scherza, facendomi ridacchiare.
- Quindi mi stai solo sfruttando , eh?- ribatto.
-Ovviamente , baby- ride anche lui appoggiando la guancia sui miei capelli

DESTINED FOR ETERNITY: Storia Delena, In corso (momentaneamente sospesa)

Trama: Dal primo capitolo 

Elena è scomparsa.
Ero stato io l’ultima a vederla, quindi.
- E se provassi a chiamarla di nuovo? – mi chiede la bionda con un velo di acuta speranza a velarle la voce, puntando i suoi occhi chiari su di me e spostando il peso da un piede all’altro.
- Hai ragione, non ha risposto alle altre seicento chiamate magari alla seicentunesima risponde – affermo acidamente sarcastico, una smorfia a piegarmi le labbra.
........
Il mio cellulare squilla improvvisamente, rompendo il silenzio e i miei pensieri con la sua tipica musichetta allegra.
Elena. È il nome che fa bella mostra di se sullo schermo 

Sollievo: OS delena (accenni al triangolo Stefan-Elena-Damon), conclusa

Trama: -Mi dispiace , non ce la faccio più-
Erano state queste le tue prima parole , ripetute due volte in risposta al suo sguardo più che giustamente confuso. In fondo vi eravate lasciati felici e spensierati neanche un’ora prima, un bacio a fior di labbra come saluto.
Lo stesso bacio che ti aveva fatto sentire così in colpa , quasi sporca, nei suoi confronti da spingerti a raccontargli la verità.

Give Me Love : OS delena, conclusa.

Trama: Tratto dal capitolo.
- Sarebbe scortese non ballare – ti dico forse con un tono più brusco di quello che voglio, interrompendo il breve silenzio creatosi e portandoti ad alzare gli occhi su di me.
Inclino poi le labbra in un leggero sorriso, che addolcisce impercettibilmente le parole che ho appena pronunciato e che, molto intimamente, spero ti faccia cedere e accettare.
Lo spero davvero. 
Storia dal punto di vista di Damon. Spoiler puntata 3x14

I WILL ALWAYS CHOOSE YOU: Storia Delena, In corso (momentaneamente sospesa)
Trama: Tratto dal Prologo:
- Portane uno anche a lei, va - la indicò con un gesto del capo ridacchiando, indignandola lievemente per quel suo modo sbruffone.
Il barista le posò davanti in meno di un secondo un bicchiere dello stesso liquore, felice che avesse ordinato qualcosa di più forte della sua coca-cola.
............
- E sentiamo, Mr- sono-bravo-a-leggere-le-persone, cosa te lo fa capire?- chiese pungente e sarcastica, guardandolo con un sopracciglio inarcato. Di solito non rispondeva così, se non quando una persona la provocava particolarmente.
Lui, tuttavia, sembrò divertito dalla sua risposta.
Per chiarimenti o domande mi trovate qui : Twitter
   
 
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