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Autore: lanterna_    27/04/2013    3 recensioni
[dal primo capitolo] Vedete, il problema di essere un Halliwell è proprio questo: tutti si aspettano sempre grandi cose da te – il che può anche essere una passeggiata se ti chiami Wyatt, visto che lui riesce a sterminare quindici Demoni in altrettanti secondi (secondi, capito? Non minuti, ore o anni. Secondi!), ma per me la cosa non è ugualmente semplice. [...]
Sono vivo. E non conosco nessuna Bianca. E Wyatt non è malvagio, è solo il solito fratello impossibile da raggiungere.
Non è malvagio, non è malvagio, non è malvagio...
{Chris/Bianca}
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bianca, Chris Halliwell, Un po' tutti, Wyatt Matthew Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XII capitolo:
Ovvero
Perché per ogni passo in avanti, torno indietro di venti




L’altro Chris ha perso tante persone care, affrontato tanto dolore nella sua vita che mi pare impossibile credere che abbia resistito, che si sia sempre rialzato nonostante tutto.

Eppure lui ce l’ha davvero fatta.

Ogni volta ha affrontato ogni nuova sfida, ogni nuova battaglia a testa alta, e ha portato a termine la sua missione: è riuscito a salvare Wyatt, a salvarci tutti.

Mi sento così stupido, se ripenso che appena scoperta la sua storia non ho saputo far altro che invidiarlo.

Ora lo vedo come un modello. Voglio essere esattamente come lui, non lasciarmi scoraggiare da nulla...

Salvare Wyatt come lui ha già fatto, ed essere forte nonostante tutto.

Grazie, Chris, per avermi insegnato a non arrendermi.

 


Ti prego, per favore... Per favore, non lasciarmi! Non morire, papà!

Il respiro di mio padre torna a farsi regolare e le ferite scompaiono lentamente sotto la luce dorata che le mie mani emanano, e anch’io mi sento subito meglio, come liberato di un gran peso.

Grazie al cielo. Sta bene, è salvo.

Sono arrivato in tempo, almeno questa volta.

«Papà... come ti senti?» chiedo ritraendo le mani, quando anche l’ultima goccia di sangue è sparita dal suo volto.

Melinda accanto a noi ci guarda trattenendo il respiro, come se non potesse credere a ciò che vede.

Per quanto mi riguarda, io sono ancora troppo sconvolto per realizzare quello che è appena successo.

Non posso credere che il mio sacrificio – voglio dire, il sacrificio dell’altro Chris – non sia servito a nulla, che Wyatt alla fine sia diventato comunque malvagio.

Non posso credere che sia davvero troppo tardi, che non ho più alcuna speranza di salvarlo.

Io... non posso. Non posso arrendermi.

«Bene, grazie a te» mi risponde papà rialzandosi in piedi. «Wyatt?» fa poi con un tono stanco che ultimamente sta usando troppo spesso per i miei gusti.

«Non so, è scomparso.»

Papà annuisce. «Bene, dobbiamo trovarlo e riuscire a farlo ragionare, in qualche modo» dice pratico, e posso quasi vedere le rotelle nel suo cervello lavorare in fretta. «Vai subito a prendere il Cristallo e la cartina, io cercherò sul Libro delle Om–»

«BASTA!» lo interrompe Mel urlando, facendomi trasalire. Mi volto verso di lei, stupito, e quasi non riesco a fidarmi di quello che vedo: i suoi occhi sgranati dalla rabbia, le gote rosse per l’impeto, i pugni contratti... giuro, non l’ho mai vista così.

«Basta con la Magia, non ne posso più! È da quando sono nata che non sento parlar d’altro che di Demoni o Stregoni e voi continuate a rischiare la vostra vita ogni giorno per queste stupidaggini! E ora... ora la m-mamma è m-morta...» continua Melinda, e la voce le si spezza mentre scoppia a piangere, tremando come una foglia trasportata dal vento. Sembra così fragile in questo momento, e allo stesso tempo incredibilmente forte, come se avesse covato queste paure, questo rancore per anni e ora stesse venendo alla luce tutto insieme. Non posso credere di non essermene mai accorto: solo adesso capisco perché era così restia ad usare la Magia. Come posso essere stato così cieco? «... e Wyatt è... Wyatt è...»

Non finisce la frase, ma si volta e corre via, forse verso la sua camera.

Io assolutamente non so come reagire. Vederla esplodere così, d’un tratto, è stato come un fulmine a ciel sereno – oddio, “ciel sereno”, non esageriamo. Con tutto quello che sta succedendo, in realtà mi sembra di essere più nel bel mezzo di un uragano.

Guardo papà, smarrito, e vedo alcune lacrime luccicare nei suoi occhi.

Distolgo subito lo sguardo, puntandolo a terra, a disagio come se l’avessi visto fare qualcosa di terribilmente sconcio, non so perché.

«Tu pensa a trovare Wyatt» mi ordina infine dopo un paio di secondi di silenzio. «Io parlerò con Mel.»

Annuisco, senza essere del tutto sicuro se mi è capitato il compito più difficile o il più facile fra i due, e cerco di lanciare un’occhiata incoraggiante a mio padre prima di orbitare in soffitta.

Il Libro delle Ombre è sempre qui come al solito e solo guardarlo mi rassicura un po’. Ha quest’aria imponente... è qualcosa di saldo, che per interi secoli non è mai stato rovinato o trafugato, e mi è sempre stato d’aiuto, per qualsiasi cosa avessi bisogno.

So che anche questa volta non mi tradirà.

Così, prima di cominciare a cercare mio fratello – o quel po’ che resta di lui –, sfoglio attentamente il Libro alla ricerca di notizie sull’amuleto. Mi serve assolutamente un piano, non posso trovarmi impreparato di fronte a Wyatt quando so bene che non basterà un discorsetto per farlo rinsavire, come invece sembra credere – o sperare – papà.

Ma non trovo neanche uno straccio di notizia sull’amuleto o su come sconfiggere il suo potere. Evidentemente nessuna Halliwell ci si dev’essere imbattuta prima d’ora.

Senza accorgermene, inizio a stropicciare le pagine del Libro per la frustrazione, così cerco di darmi una calmata e di pensare.

Ok, nuovo piano.

Se non posso annullare l’effetto dell’amuleto, vorrà dire che mi preoccuperò direttamente di Wyatt. Ma come posso batterlo? Sono tristemente consapevole che i miei poteri non sono nulla in confronto ai suoi.

«Ehm, un aiutino sarebbe gradito...» provo, guardando in alto, rivolto ai miei antenati.

È una cosa che mamma fa spesso – voglio dire, ‘faceva’, ovvio. Non può più fare niente, ormai. È morta, Chris, è morta – e di solito funziona. Probabilmente i nostri parenti passano tutto il loro tempo nell’Aldilà a guardare cosa facciamo noi quaggiù.

Le pagine del Libro restano però immobili, senza dare alcun cenno di vita.

«Oh, andiamo!» sbotto. «Nonna Patty, zia Prue... Qualcuno?!» continuo, trattenendomi a fatica dall’urlare. «Mamma...» sussurro infine, tornando a puntare lo sguardo sul Libro, perché guardare in alto rivolgendomi a lei è un segno troppo ‘definitivo’ che lei sia morta davvero, e io ancora mi rifiuto di accettarlo.

Se ci penso razionalmente, in realtà non posso fare a meno di darmi dello stupido: la sua presenza – qualcosa che grazie ai miei poteri da Angelo ho sempre potuto avvertire nella mia testa, su cui ho sempre potuto contare, che mi ha sempre tranquillizzato nel momento del bisogno perché sapevo che mamma era lì per me – è sparita dalla mia mente non appena Zaltor è scomparso con lei. E questa non può che essere la prova tangibile del fatto che sia morta, perché, se anche il Demone l’avesse portata negli Inferi – l’unico luogo da cui non è possibile per un Angelo avvertire la presenza di una Protetta –, dopo quella ferita, senza alcuna cura, dopo tutto questo tempo... non c’è assolutamente alcuna possibiltà che si sia salvata.

Eppure... eppure una parte di me continua ancora a sperarci, non riesco a convincermi della sua morte. E probabilmente non ci riuscirò finché non vedrò il suo corpo inerte sdraiato di fronte a me, gli occhi chiusi come se dormisse ma nessun respiro a scuoterle il petto.

Ma intanto finalmente il Libro delle Ombre reagisce e le pagine cominciano a sfogliarsi da sole a gran velocità, fino a fermarsi all’improvviso.

«Grazie» faccio, fissando nuovamente il soffitto, e poi finalmente leggo il titolo della pagina sotto i miei occhi.

No, non questo.

Papà non sarebbe affatto d’accordo.



Agito l’acqua vigorosamente mentre conto i battiti del mio cuore. Centonovantotto, centonovantanove... duecento!

Fermo la mano di colpo e torno a consultare il Libro.

Aggiungi un pezzetto di dente di leone e un pugnetto di centonchio...” leggo e, sospirando, faccio quel c’è scritto.

Mi sembra impossibile che proprio mamma abbia fermato il Libro a questa pagina. Lei si è sempre rifiutata di toglierci i poteri, e ora...

Ma forse non è stata lei a mandarmi il suo aiuto magico, forse è stata zia Prue. Da quello che mi hanno raccontato, lei è sempre stata la più razionale, la più giudiziosa. Agiva senza farsi condizionare dai propri sentimenti, valutando ogni volta la soluzione ottimale.

Getto un altro sguardo al Libro, scoccandogli un’occhiata diffidente quando il mio sguardo si posa sul titolo: “Pozione per separare un Demone dai suoi poteri”. La stessa che usarono su Belthazor, la versione demoniaca di Cole Turner, per farlo diventare completamente umano.

Ora devo solo aspettare che la pozione raffreddi e diventi rossa come il sangue, poi sarà pronta.

Eppure sono così dubbioso di questa cosa.

I nostri genitori ci hanno sempre insegnato che i nostri poteri sono parte di quello che siamo, sono un dono, ciò che ci rende Streghe.

E io non so se riuscirò davvero a privare mio fratello di questo dono.

Mi sembra così ingiusto, così contro natura, in qualche modo.

Il mio sguardo torna ad essere catturato dal Libro quando le sue pagine si muovono un po’, ma senza girarsi, come sospinte da un vento che oserei definire magico. Come un messaggio. “Pozione per separare un Demone dai suoi poteri”, leggo ancora una volta, e non ho più dubbi.

Wyatt non è più una Strega, è un Demone, ormai.

È ora che me lo metta in testa.



Il Cristallo gira a vuoto sulla cartina di San Francisco da ormai almeno dieci minuti, e la cosa comincia a diventare frustrante.

Continuo a lanciare sguardi nervosi alla pozione, che però ancora non si decide a raggiungere la temperatura perfetta, mentre continuo a far roteare il Cristallo, concentrandomi su Wyatt più che posso.

Non riesco a capire come mai non lo trovo.

Ormai è da un bel po’ che lo cerco, ma ancora nulla.

«Allora, Chris, ci sei riuscito?»

La voce di mio padre mi fa letteralmente sussultare. Mi ero completamente dimenticato che c’era anche lui in casa.

Faccio segno di no con la testa mentre lo vedo sedersi di fronte a me.

«Mel?» chiedo quindi, smettendo di muovere il Cristallo e fissando papà negli occhi, una preoccupazione angosciante dentro il cuore mentre rivedo nella mia mente la sua espressione sconvolta.

«Sta meglio, ora dorme» mi risponde, e subito mi sento più sollevato. «Le ho parlato e credo di averla calmata, promettendole che tutto sarebbe tornato a posto e che Wyatt sarebbe tornato quello d’un tempo. Ora, Chris, il punto è questo: è vero ciò che ho promesso a Melinda? Tu sai cosa sta succedendo a Wyatt? Hai un piano?»

Annuisco sotto lo sguardo inquisitore di papà. «Sì, io...» mi schiarisco leggermente la voce prima di riprendere, la gola improvvisamente secca. «Non so bene come far tornare Wyatt buono, ma so come fermarlo, almeno per il momento.»

«Che intendi?» chiede mio padre, e delle rughe profonde gli si scavano intorno agli occhi. In questo momento sembra incredibilmente vecchio.

Ma non ho bisogno di rispondergli.

Il suo sguardo si posa sul Libro delle Ombre, ancora aperto alla pagina per la pozione, e i suoi occhi si illuminano di comprensione. «Vuoi sottrargli i poteri? Ma... Wyatt non è un Demone, cosa credi di ottenere con questa pozione?»

Il mio sguardo si fa improvvisamente duro, ma al contrario io mi sento debole e stanco. Il mio corpo sembra fatto di piombo.

«Sbagli, papà. È una storia piuttosto lunga da spiegare e non ne ho il tempo, ma ti assicuro che Wyatt non è più una Strega.»

«Io... non capisco» la sua voce trema paurosamente e va affievolendosi sempre di più. «Possibile che non sia servito a niente? Il tuo sacrificio... sei tornato nel passato per salvarci tutti e... e ora la storia si ripete. Non posso credere che Wyatt sia nuovamente malvagio... è stato tutto inutile...» le ultime parole escono in un bisbiglio talmente flebile dalle sue labbra che non sono sicuro di aver capito bene.

Ma la verità è che avrei voluto non sentire nemmeno una parola del suo discorso. Sono gli stessi dubbi, le stesse angosce che provo io e che appesantiscono il mio cuore, facendo sembrare tutto una gran perdita di tempo.

Qualsiasi cosa io abbia fatto in passato o farò in futuro, sembra che Wyatt alla fine, per una ragione o per l’altra, torni sempre malvagio, rendendo vani tutti i miei tentativi. Ogni mia mossa sembra stupida e senza senso, ad ogni passo fatto nella direzione giusta, per qualche motivo torniamo indietro di altri venti.

Sento le lacrime cominciare a bruciarmi negli occhi e abbasso immediatamente lo sguardo. L’ultima cosa di cui ho bisogno adesso è di piangere di fronte a mio padre.

«Però...» continua lui, e la sua voce è improvvisamente di nuovo sicura e forte come quella di un tempo. Sono così stupito che torno subito a guardarlo. «Io ho piena fiducia in te, Chris. Sei riuscito a salvarlo già una volta, so che potrai farlo di nuovo.»

Mi sorride in un modo talmente caldo e rassicurante che per un secondo ci credo anch’io.

«Comunque... resta il fatto che non riesco a localizzarlo. Non sento né la sua presenza come Angelo, e a questo ci arrivo, visto che non è più una Strega, ma non lo trovo neppure con il Cristallo, e non riesco a capire perché!»

Papà sospira pesantemente. «Forse è proprio perché continui a pensare a lui come al Wyatt buono che siamo abituati a vedere, ma lui non è più così.»

Finalmente un po’ di speranza torna ad albergare nel mio cuore. Una soluzione così ovvia, come ho potuto non arrivarci da solo? «Certo, dev’essere così!» grido non riuscendo a trattenermi, e riprendo in mano il Cristallo.

So esattamente cosa fare ora.

Guardo per un attimo la pozione e finalmente la vedo rossa come il sangue, pronta.

Sorrido e procedo. Apro leggermente la mia mente ai ricordi dell’altro Chris e immagini confuse di un Wyatt cattivo che uccide Innocenti e devasta la città mi riempiono la testa e il cuore, guidando il Cristallo fino ad attrarlo in un punto preciso della cartina.

Quando guardo dove è andato a posarsi, per un momento penso ad un errore.

Non è possibile, cosa ci farebbe Wyatt lì?

Getto uno sguardo confuso a papà e anche lui sembra spaesato quanto me.

«Ma questa...» inizio io, e la voce mi trema, non lasciandomi continuare.

È papà a finire la frase per me, quasi mi avesse letto nel pensiero. «Sì. È l’indirizzo della casa di Bianca.»



Mi guardo intorno velocemente, stringendo la presa sulle tre boccette che tengo nascoste dietro la schiena, ma in un primo momento non vedo né Wyatt né Bianca. Non vedo niente, in effetti: questa stanza è completamente immersa nel buio.

Mi sto già convincendo di aver sbagliato posto e sto per orbitare via, veloce come sono arrivato, quando sento una voce strafottente dietro di me: «Finalmente sei arrivato. Piuttosto deludente, in effetti. Credevo ci avresti messo di meno.»

Mi volto lentamente, sentendo la presa sulle fiale farsi scivolosa a causa del sudore che mi imperla le mani, ma non ho bisogno di guardarlo in viso per riconoscerlo. Wyatt.

«Cosa ci fai qui?» urlo, stringendo gli occhi nella speranza di vedere qualcosa.

Ma è tutto inutile. Riesco a malapena a scorgere i contorni della sua figura, e questo mi fa sentire estremamente vulnerabile. Non so come, ma ho la sensazione che lui invece ci veda benissimo.

«Precauzione» mi risponde soltanto.

«Che intendi?»

Fa un verso che dovrebbe assomigliare a una risata, ma che ha il solo effetto di farmi rizzare i peli sulle braccia. «Vedi, Chris, ero sicuro che saresti venuto a cercarmi. Non temere, non ho alcuna intenzione di attaccarti. Credimi, se lo volessi, saresti già morto.»

Giuro, ci capisco sempre di meno.

Il respiro mi si fa accelerato e stringo ancora di più la presa sulle boccette, la mia unica speranza di farcela. Eppure sono come paralizzato dalla paura. Non so dove voglia andare a parare Wyatt, ma non mi piace per niente.

«Allora cosa vuoi da me?» trovo il coraggio di chiedergli.

«Proporti un’alleanza. Sei ancora il mio fratellino, giusto? E io e te insieme saremmo imbattibili! Pensaci, potremo governare gli Inferi e il mondo intero, costruire un nuovo regno nel quale non esisterebbero più Bene o Male, ma solo il potere puro e semplice. E noi, Chris, noi saremmo dei padroni incontrastati!»

È incredibile. Parla proprio come l’altro Wyatt.

«Sei del tutto impazzito, per caso? Non mi unirei mai a te, dovresti conoscermi abbastanza per saperlo! Non l’hai ancora capito, Wyatt? Io ti fermerò!» gli urlo contro, e sono grato di essere sembrato spavaldo e coraggioso, perché in realtà mi sento un agnellino pronto a scappare via da un momento all’altro.

Mio fratello ride nuovamente. «Hai ragione, piccoletto. Ti conosco e sapevo che avresti reagito così: per questo ho preso precauzioni!» mi rivela, e sto per chiedergli che diamine significhi, quando a un suo schiocco di dita le luci della stanza si accendono, ferendomi per un secondo gli occhi.

Li batto un paio di volte, cercando di ritrovare la vista, e infine riesco a guardare Wyatt fisso in volto.

Lui fa un sorriso sghembo e ruota appena il volto a sinistra, inducendomi a fare lo stesso.

E lì noto Bianca, imbavagliata e con i polsi legati, Excalibur che pende a un centimetro dal suo collo, gli occhi sgranati per la paura.

«Bianca!» urlo e finalmente comprendo cosa intendeva Wyatt.

Quasi non riesco più a ragionare, sento solo il cuore pomparmi a velocità innaturale e rimbombarmi forte nelle orecchie mentre studio attentamente ogni centimetro di pelle scoperta di Bianca per capire se è ferita. Fortunatamente, a parte un minuscolo taglio sulla guancia che si deve essere procurata mentre cercava di difendersi da Wyatt, sembra completamente illesa.

«Ma perché lei?» chiedo quindi, tornando a fissare lo sguardo su mio fratello.

Lui ride ancora ed è sempre più agghiacciante. «Credi che sia stupido, Chris? Che non mi sia accorto di come la guardi?»

Non posso trattenere una smorfia.

Bianca rischia la vita, ed è solo colpa mia. Fra tutte le persone che mio fratello avrebbe potuto prendere come ostaggio, lei era sicuramente l’ultima che mi sarei aspettato.

«Ora, fratellino, fa’ il bravo e unisciti a me. Oppure...» dice allusivo, e a un suo battito di ciglia la lama di Excalibur incide un piccolo taglio sulla fronte di Bianca, che emette un verso di dolore smorzato dal bavaglio.

Cerco di pensare in fretta, ma il mio cervello sembra in stand-by.

Riesco a concentrarmi solo sulla mia paura e sull’angoscia che possa capitare qualcosa a Bianca. Wyatt potrebbe ucciderla, e allora davvero non riuscirei mai a perdonarlo, non ci sarebbe alcuna possibilità di ritorno.

Quasi stritolo le pozioni nelle mani, tanto che ho paura possano rompersi.

Infine prendo un respiro profondo e mi decido.

«Va bene, Wyatt, mi unirò a te. Ma lasciala andare.»



Note dell’Autrice:


Salve, gente!
Anche stavolta mi rifaccio viva dopo un mucchio di tempo, lo so, ma la colpa è sempre sua, della scuola, e io vi giuro che non posso farci nulla. In questo periodo non ho avuto un secondo di tempo per mettermi al PC e mandare avanti la storia ç.ç Però, ecco, infine ce l’ho fatta e quindi rallegratevi e gioite (?)... Ok, la smetto!

Per una volta, non ho particolari precisazioni da fare sul capitolo. So che non succede granché, anche se Chris riesce a formulare un piano per fermare Wyatt. Tutto sta nel vedere se funzionerà! Era comunque un capitolo necessario, però, perché volevo concentrarmi di più sulle emozioni di Chris, che nello scorso capitolo avevo invece tralasciato. Prometto che nel prossimo tornerà l’azione^^


Detto questo, mi prendo il mio solito angolino per ringraziare tutti voi che mi seguite. Vedo che le preferite/ricordate/seguite continuano a crescere e questo mi riempie il cuore di gioia ♥

Ho detto tutto? Uhm, credo di sì! Alla prossima, dunque!


Lanterna_
  
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