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Autore: MomoHope    27/04/2013    6 recensioni
Questa storia parla di Caitlin. Caitlin è una ragazza come tante, è una ragazza che cerca di rialzarsi dalle delusioni ricevute dalle persone che considerava le "migliori". Caitlin è una ragazza inglese che si ritroverà a "scappare" dalla sua vecchia vita. Decide di iniziare una nuova vita con la nonna paterna in Italia. Decide di andarsene e non tornare più nel paese che l'ha vista crescere.
Dal Prologo:
"Sono all'aeroporto. Ci sei anche tu, ma non mi saluti. Non una parola esce dalle tue labbra, non un abbraccio che mi avvolge per l'ultima volta tra le tue braccia. Non fai nulla. Sai che tra poco dovrò salire su un aereo per non tornare, ma non fai nulla. "
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Epilogo
 

1 Agosto 2013 

Sono passati otto mesi da quel primo gennaio, da quel giorno ci siamo ripromessi, seriamente questa volta, di parlare anche se ci sembrerà difficile, ci siamo ripromessi che non avremmo più nascosto niente l’uno all'altro.
Stiamo insieme da dieci mesi e non mi sembra ancora vero.
E ora sono qui, di nuovo.
Sono all'aeroporto dove un anno fa ho aspettato per ben 3 ore qualcuno che mi venisse a prendere.
Ora sono qua con lui, colui che doveva venirmi a prendere un anno fa.
Sono seduta su quella sedia dove un anno fa l’ho aspettato.
Sono seduta con lui accanto, mentre gli altri sono qui accanto a noi.
Elena e Ester sperano che ritorni presto.
Guardo Elena che abbracciata a Riccardo mi parla, mi chiede di chiamarla appena atterriamo, me lo ha ripetuto migliaia di volte.
Lei e Ester mi hanno ripetuto più volte che se Ashley dovesse tornare, io dovevo immediatamente chiamarle, così ci avrebbero pensato loro a farla fuori una volta per tutte.
Sorrido, sono più che sicura che non vedrò Ashley, mamma mi ha informato che anche lei ha cambiato città per l’università, così ha spiegato il suo trasferimento.
Mi guardo attorno e vedo un mucchio di gente che corre di qua e di là, sembra che tutti abbiano fretta di partire o di tornare dalla loro famiglia dopo un duro viaggio di lavoro.
“I passeggeri del volo C-13 sono pregati di recarsi al Gate 3, per l’imbarco.”
Guardo Nado. “Nado, dobbiamo andare è il nostro volo.”
Guardo gli altri e velocemente li abbracciamo promettendo di chiamare Elena appena atterriamo.
“Ci vediamo tra un mese! Caitlin mi raccomando chiama!” Mi urla Ester mentre io e Nado ci allontaniamo, mi giro e le sorrido salutandola con la mano.
“Sei sicura che vuoi partire? Siamo ancora in tempo per mollare tutto e tornare dalla nonna, sai è vecchia e se avesse bisogno del nostro aiuto?”
“Nado la nonna mi ha assicurato che starà nella casa di riposo tutto il mese, così che noi potessimo stare tranquilli. Vuole solo che la chiamiamo ogni tanto per farle sapere come stiamo. Non è che tu non vuoi partire, invece?”
“No, no certo che no. Io voglio partire con te, ma ho paura, e se non piacessi a tua madre?”
“Amore, mia madre già ti conosce!” Dico ridendogli in faccia.
Abbiamo raggiunto il nostro gate, mostriamo i biglietti alla hostess di terra e ci mettiamo in fila per salire. 
Appena saliamo andiamo alla ricerca di due posti vicini, svantaggio dei voli low-cost, i posti non sono numerati. Ne trovo due e mi ci avvicino il più velocemente possibile, avevo già visto una coppia di anziani, saliti dalla porta posteriore, adocchiare, ora, i nostri posti. 
“Sei crudele, pensi che non abbia visto che anche quella coppia di non giovincelli volesse sedersi qua?” mi domanda con un tono che non assomiglia per niente ad un tono di ammonimento.
“Cosa c'entra? E poi volevo stare vicino a te durante il viaggio.” Dico sporgendo il labbro inferiore.
“Mi perdoni allora, non vorrei mai che la mia fidanzata si senta sola in mancanza della mia presenza.” Dice sorridendo.
“Simpatico, al ritorno se ci sarà ancora quel ragazzo là” dico indicando un ragazzo piuttosto carino che avrà avuto forse una ventina d’anni. “mi siederò vicino a lui, così chiederò a lui compagnia durante il viaggio.”
“Non credo proprio!” Sbotta. 
“Il mio gelosone!” Dico giocando con la sua guancia come se fosse un bambino.
“Siete pregati di allacciare le cinture.” Dice una voce metallica che mi fa smettere di giocare con la sua guancia.
Il viaggio di ritorno sta per incominciare.
Allacciamo 'ste cinture, allora.

...


“Amore, svegliati siamo arrivati.” Sento una voce.
“Mmh.”
“Dai su svegliati!” Non si arrende, incominciando a scrollarmi piano la spalla.
Apro piano gli occhi e vedo Nado piegato su di me che mi sorride.
“Alla buon ora.” Dice ridacchiando.
“Mmh...siamo già arrivati?”
“Direi di si, dovremmo anche scendere.”
Mi guardo attorno e vedo che siamo solo noi e poche altre persone ancora a bordo.
Lo guardo e annuisco, slaccio la cintura e prendendo la mia borsa lo seguo.
Seguiamo la massa di gente e andiamo a riprendere i nostri bagagli che ora scorrono sul nastro trasportatore, lascio fare a Nado mentre io gli tengo lo zaino.
“Chi è venuto a prenderci?”
“Mamma mi ha detto che dovrebbe venire George, se lui non riusciva veniva lei.”
“Mmh...quindi lui non c’è?”
“No, che io sappia si è trasferito anche lui prima per ambientarsi all'università.” 
“Meglio, molto meglio.” Dice sospirando.
Usciamo da questa sala e vedo subito un uomo alto e imponente con un cartello in mano ‘Caitlin e Leonardo’ scoppio a ridere, la scrittura è di mamma, sono sicura che aveva paura che non sarei riuscita a riconoscerlo.
Prendo Nado per mano e insieme ci incamminiamo verso George.
“Caitlin! Come sei diventata bella! E questo giovanotto? È lui Leonardo?” 
George, ma chi pensi che sia? Rido.
“Si George, lui è Leonardo, Leonardo lui è George.”
“Piacere Signore.”
Dice porgendogli la mano imbarazzato.
“Oh chiamami pure George. Caitlin andiamo che tua mamma sarà già in pensiero!”
“Ma se siamo arrivati in orario!”
dico guardando l’ora.
“Lo sai com'è!”Dice ridendo contagiandomi.
Ci prende le valige, senza ascoltare nemmeno le nostre lamentele.
Lo seguiamo e arriviamo davanti a un’auto abbastanza grande, io salgo dietro e lascio che Nado salga nel posto anteriore.
“Mi piace il tuo patrigno, a differenza del figlio.” Mi sussurra prima che George prenda posto davanti al volante.
Il viaggio per andare a casa è silenzioso interrotto solo poche volte da George che mi chiede com'è andato il viaggio di ritorno o di come mi sono trovata in Italia.
Arriviamo di fronte a casa, è strano chiamarla casa, per me ora casa è con Leonardo e gli altri in Italia, questa è solo un edificio.
Mamma è già fuori dalla porta che ci aspetta, appena mi vede scendere dalla macchina mi corre incontro e mi abbraccia stretta a se.
“Sei tornata.”Dice staccandosi.
“Te lo avevo promesso mamma.”dico andando vicino a Leonardo.
Gli prendo la mano, incrociamo gli sguardi, sorridendoci, per poi rivolgerli alla casa davanti a noi.







Momo's Space
Ed eccomi qui con l'epigolo di questa mia prima long-story.
Non so bene cosa dire, mi ero preparata un discorso lungo e commuovente, ma l'ho dimenticato quindi andrò molto a sentimento. 
Vorrei ringraziare prima di tutto voi che avete letto e mi avete dato l'occasione di continuare questa storia! 
Vorrei ringraziare le persone che l'hanno recensita, le 29 persone che l'hanno messa tra le preferite, le 10 che l'hanno messa tra le ricordate e le 48 che l'hanno messa tra le seguite! 
Non credo riuscirei mai a ringraziarvi abbastanza! 
Poi vorrei regalare un particolare ringraziamento a chi mi ha spronato a pubbliccarla, a chi mi ha spinto ad andare oltre le mie paure e a chi mi ha fatto anche da beta, a lei che mi ha sopportato come nessuno mai, GRAZIE MILLE ELLIE! 
Non mi sono dimenticata di te Em! LOL Vorrei ringraziare anche lei che mi ha consigliato e ispirato con le sue uscite. u.u ahahahah Vi voglio beneee! :3 ahahah
Non credo di aver dimenticato nessuno...
Quindi sì, vi saluto con un grandissimo abbraccio e con la speranza di rivederci (meglio dire risentirci) presto! :3
Un bacio enorme 
Momo :3
  
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