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Autore: vampirella    27/04/2013    4 recensioni
[AU!High School] Dal primo capitolo: "Midgern era una noiosissima città americana con il supermercato, la chiesa e il liceo, direttamente uscito da un film hollywoodiano da distribuzione home video. Vi si potevano trovare tutti i cliché immaginabili: arroganti campioni di football, cheerleaders dalla testa vuota, clubs di scacchi e di scienze, un giornalino d’inchiesta ed un fumetto satirico.
Sembrava fosse tutto così scontato.
Poi Steve cominciò l’ultimo anno di liceo e le cose cambiarono."
[StevexTony, ThorxLoki, ClintxNatasha, BrucexPepper]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 16
Scontri e fraintendimenti: non basta un incidente per calmare gli animi.


Dan svoltò l’angolo camminando in modo sostenuto. Era in un ritardo spaventoso ed era parecchio arrabbiato con sè stesso per questo; purtroppo, dopo la chiamata di Luke non aveva avuto molto tempo per raggiungerlo, essendo a qualche decina di km dalla città per sistemare alcuni documenti relativi al suo passaporto. Vide Luke appoggiato alla porta del bar di Alfredo, intendo a digitare sul suo cellulare in maniera piuttosto frenetica.
- Ehi. - si limitò a dire al moro, sfoderando uno dei suoi più caldi sorrisi ed abbracciandolo. Il ragazzo lo ricambiò, mettendo il cellulare in tasca. - Come sta? -
- Se la caverà. - rispose Luke. - Entriamo? -
I due si sedettero vicino alla vetrata e ordinarono un caffè. Dan osservò il viso del suo ragazzo. - Hai un aspetto terribile. -
- Abbiamo passato tutta la notte in ospedale. E’ stato terribile. -
Dan gli strinse la mano e lo guardò preoccupato.
- Ehi, è passato. - tentò di sorridere Luke, anche se si sentiva troppo stanco pure per fare quello. - Ti prego, non ne parliamo. E’ un fatto troppo spaventoso e recente per cui se… -
- Certo, certo. Tutto quello che vuoi. -
- Tu lo sapevi che Steve usciva con Tony? - adesso sul viso di Luke splendeva un grosso sorriso di strafottenza. Non per niente quante volte il biondo lo aveva accusato di sbagliare sulla ‘questione gay' di Rogers?
- Mi stai prendendo per il culo. - si mise lui sulla difensiva.
- Me lo ha detto Tony. -
- Oh, beh… - Dan si grattò la testa. - Non l’ho mai visto con una ragazza. -
- Esattamente. -
Dan ci pensò su un attimo, poi si limitò ad alzare le spalle. - Se lo dice Tony, suppongo sia vero. Voglio dire, non mi sembra il tipo che dice cazzate. -
Luke aprì la bocca, stupito per la reazione tiepida che aveva avuto il ragazzo. - Tu non sapevi niente? -
- No. -
- Ma sei il suo migliore amico! -
- Non esageriamo: siamo buoni amici ma non siamo così intimi, inoltre è un periodo che non riusciamo a vederci molto spesso, con tutti gli impegni che abbiamo… -
- Ok, ok. Suppongo che sia normale che un giornalista intraprendente come me sia più informato di un comune studente. -
Dan alzò il sopracciglio, rendendosi conto del tono ironico di Luke che di risposta scoppiò a ridere. Il biondo decise di dargli pan per focaccia.
- Vuoi avere un scoop? Se ti dicessi che so con chi si vedeva Pepper? -
Luke rizzò le orecchie.
- Banner ti dice qualcosa? -
- Stronzate. Come lo sai? -
- Me lo ha detto Pepper. -
Luke alzò gli occhi al cielo. Pazzesco. Come poteva il suo fiuto da reporter non aver notato una cosa simile? Complice la lontananza di Bruce, supponeva.
- Però mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno. - lo avvertì Dan. - Quindi… -
- Stai scherzando?  Credi veramente che terrò la bocca chiusa? -
Dan si raggelò sulla sedia. Improvvisamente le ultime settimane che aveva passato col moro si cancellarono con un colpo di spugna. Ma era veramente possibile che quel ragazzo, il ragazzo di cui era innamorato, che aveva difeso nei suoi intenti credendo che, sotto quella scorza dura, si nascondesse una persona migliore, fosse alla fine...quello che si era sempre palesato?
- Come? -
- Sai con chi stai parlando, vero? Sono il direttore del giornalino, se non te lo ricordi. -
- Vuoi sputtanare Pepper? -
- Mica la sputtano, rendo solo noto una notizia… -
- …che non è affare di nessuno, se non dei diretti interessati. - Dan continuò. - Vuoi scrivere di Steve, vero? -
- Forse. - lo guardò in gesto di sfida Luke. Tamburellava le dita sul ripiano del tavolo, nervoso.
- Sei incredibile. - Dan si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta. Appena uscito Luke fece per sospirare, quando Dan rienttrò furibondo e si piazzò davanti a lui. - Ma non hai un minimo di umanità in quel cazzo di cuore? -
- Ehi, piano. Non puoi giudicarmi così. - rise nervoso il ragazzo, un riso amaro che tradiva una collera crescente. Anche lui si era alzato.
Gli avventori del bar cominciarono a osservarli incuriositi.
- Se fossi loro amico… -
- Io non ho niente da spartire con Rogers! -
- Ma con Pepper sì. E pensavo anche con me. -
- Che cazzo c'entri tu? -
- Se tu avessi un minimo di considerazione per me, sapendo quanto mi da’ fastidio questa tua scelta, lasceresti perdere. -
- Se tu mi conoscessi veramente sapresti quanto è importante per me questo schifo! - urlò istericamente Luke, aprendo le braccia per rimarcare il concetto.
Dan lo osservò, pieno di rabbia, in piedi in mezzo al bar, nel silenzio assoluto degli altri commensali. - E va bene. - disse lui, lentamente. - Non farti vedere mai più davanti a me, è chiaro? -
Luke incassò il colpo. - Immaginavo mi dicessi qualcosa del genere. -
- Vedo che la cosa non ti sconvolge più tanto. -
Il ragazzo scosse la stessa, afflitto. Guardava il pavimento, improvvisamente senza energie.
- Lo vedi che non mi conosci? -

- Vuoi venire a pranzo da noi? -
La voce di Pepper appariva timida, così come il suo sguardo. Bruce aveva appena riattaccato il cellulare. Le sorrise debolmente.
- Devo andare dai miei. -
- Oh. Certo. - Pepper si guardò per la prima volta e si rese conto del suo stato. Aveva ancora addosso il pigiama, Bruce l'aveva vista così. Dopo tutto quello che era successo, era OVVIO che non volesse passare più tempo del dovuto con lei. - Allora ci si vede, dopo forse. -
- Sì… -
La ragazza s’incamminò verso la fermata del bus. Non aveva voglia di chiamare I suoi genitori, non voleva vedere nessun altro ancora per un po’. Gli eventi di quella notte e Bruce che tornava…il suo cuore era in subbuglio. Camminò ancora per qualche passo poi il ragazzo la chiamò.
- Posso portarti a casa? -
Lei si girò lentamente e gli sorrise per acconsertire.
In macchina non parlarono molto. Pepper osservava assorta i cartelli stradali che si susseguivano lungo la statale.
- Sei stanca? - gli chiese lui, subito pentendosi di una domanda così stupida.
- Mmm. -
- Mi dispiace tanto. -
- Non è mica stata colpa tua se Nat è in ospedale. -
- Non parlavo di Nat. - si fermò al semaforo e mise la prima. - Mi dispiace se ti ho fatto soffrire. E’ solo…non ce la facevo più. Sono veramente innamorato di te, Pepper. Non voglio dirlo per scusarmi delle parole che ti ho rivolto, voglio solo che tu lo sappia. Forse un giorno potremmo ripartire da questo...questo momento per creare un rapporto più sano, anche solo di amicizia, non credi? -
Pepper lo ascoltava, imperscrutabile, per tutta la durata del suo monologo, poi gli prese il viso fra le mani e lo baciò. Lui le passò le mani fra i capelli in disordine e l'attirò più vicina. Nel frattempo le macchine dietro di loro cominciarono a suonare. Era diventato verde.

- Steve? Sono Dan. -
- Ehi, ciao, come… -
- Senti, è successo un casino. Hai presente la Romanoff, no? Ha avuto un incidente stanotte. -
Steve si paralizzò. - Ma.. -
- Sta bene. Non è di questo che volevo parlarti. So quanto tu sia riservato e non ti dirò niente su questo, come tu non sei pronunciato sul mio rapporto con quella vipera di Luke, ma certe cose tue, personali… stanno per diventare pubbliche. -
- Che cosa?-
- Luke sa di te e di Tony, ok? Sa tutto. Glielo ha detto lui. -
Un altro colpo al cuore. Steve si sentì preso dal panico.
- Steve, ci sei? -
- Sì, io… devo andare. -
- Cosa? No, aspetta! Se veramente non vuoi che questa storia venga fuori devi parlare con Tony, ok? Io ho provato a fare ragionare Luke, davvero, ma vuole spiattellarla a tutta la scuola col suo maledetto giornalino! Io penso che….essendo suo amico… -
- Certo. Hai ragione, gli parlerò. Scusa, ma ora devo proprio andare. - Steve si sedette sul pavimento, la schiena appoggiata alla parete, lo scoramento dipinto sul suo volto.
Il suo peggior incubo stava per avverarsi.

- Ho combinato un bel casino, vero? - lo saluto Nat, sorridendo alla vista dell’enorme mazzo di rose rosse che portava appresso uno stanco Clint. La testa della ragazza era fasciata e si intravedevano alcune zone rasate del cranio.
- Come stai? - Clint appoggiò i fiori su un mobiletto e le si avvicinò, senza però tentare di sfiorarla. La colpa si dipingeva nella sua espressione contrita.
- Senza mia madre tra i piedi, bene. Sono riuscita a mandarli a mangiare. Torneranno fra mezz’ora. - scherzò lei, guardando soddisfatta il suo regalo da lontano.
- I tuoi vorranno uccidermi. -
La rossa scosse la testa. - Clint, non è stata colpa tua. Io ero…fuori di me, non ho guardato la strada… -
- Sono io che ti ho messo in quello stato, ricordi? -
- Io…me lo aspettavo che tu mi lasciassi, a essere sincera, ma non pensavo di reagire così. E’ solo… - Nat soffocò le parole, mordendosi la lingua. Poi lo guardò dritto negli occhi, triste. - Mi mancherai un sacco. -
- Anche tu. - Clint le strinse la mano, incapace di un gesto più intimo per via del suo fragile stato.
- Mi telefonerai, qualche volta? -
- Io…sempre. Ogni settimana. -
- E tornerai, qualche volta? -
- Non lo so. Spero. Ma ti prometto di venire a trovarti, appena possibile. -
Rimasero lì ancora per una decina di minuti, in silenzio. Ormai il tempo delle parole era finito: non c'era più niente da dirsi. Le cose stavano così e gli eventi di quella notte avevano fatto comprendere loro che non si poteva fare altro che accettarli. Se il loro era vero amore, sarebbe resistito, e loro erano certi che il loro rapporto non sarebbe terminato lì.
 Tony, che per caso era arrivato poco dopo l’arciere in ospedale, aveva accidentalmente ascoltato tutto il loro discorso. Un groppo in gola gli si era lentamente formato: era affezionato ai due amici e gli dispiaceva vederli in quella situazione, ma soprattutto li invidiava, perchè il loro era vero amore. Ora più che mai si rendeva conto che non avrebbe potuto sperare che Steve avesse la stessa venerazione che Clint dedicava alla sua bella. Il quarterback era troppo impegnato a occultare i suoi segreti e a farsi benvolere per innamorarsi, soprattutto di Tony.
Mentre i due ragazzi parlavano, Tony si diresse verso l’uscita dell’ospedale. Se per la sua storia d’amore non c’era niente da fare, pazienza: si sarebbe sempre ricordato con affetto dei momenti che aveva vissuto con Steve. Per il resto, avrebbe cercato di aiutare quei due, in un modo o nell’altro.

Luke rilesse le ultime righe sul suo laptot. L’articolo andava benissimo e a quella velocità sarebbe stato pronto per l'indomani. La soddisfazione era dipinta sul suo viso mente si stiracchiava, seduto sulla sedia della scrivania. Stava pensando di farsi un caffè quando la madre lo chiamò dalla tromba delle scale.
Steven Rogers era venuto a casa sua.
Luke sbuffò: era arrivata la resa dei conti, a quanto pare. Solo, non pensava di essere così fortunato da affrontarlo in campo favorevole.
- Mi ha chiamato Dan. - principiò il quaterback senza convenevoli, ma in fondo Luke se lo aspettava: i saluti sarebbero stati solo un’ipocrisia tra loro.
Luke annuì e gli accennò di salire. - Forse è arrivato il momento di parlare, tu ed io. -


Ok, capitolo un po’ corto. Però ci sono alcuni motivi:
1 - mi è esploso il pc, questa settimana. Alla fine sono riuscita a farmene prendere uno nuovo, ma ho perso tempo a spostare i dati e installare i programmi. Ancora adesso non ho Office, quindi mi scuso per l’ortografia.
2 - dal prossimo capitolo si scioglieranno tutte le trame e non avevo voglia di anticipare nulla.

Per il resto ringrazio chi ancora mi segue nonostante il dilungarsi dei tempi. Cercherò anche di andare avanti con Avengers Assemble, perchè è ferma da un sacco di tempo. Vi pubblico anche un’altra fanfic che è quasi pronta, una Thorki AU (losso che vi piace!) e poi, forse, FORSE, ne inizio un’altra a episodi.
Alla prossima!
   
 
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